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Autore: Walt96    24/09/2017    4 recensioni
La Fantasia è il motore che muove il mondo.
Nella città natale di Walt, Athom, la Fantasia era quel potere innato che nei giovani determinava lo sviluppo di un potere piuttosto che un altro; Walt controllava l'elettricità.
È giunto il momento di un nuovo inizio, il ragazzo viene ammesso alla famosissima Accademia dei Sette, dove i sette maestri insegnavano l'utilizzo della Fantasia ai loro studenti.
Vecchie e nuove amicizie andranno a fondersi e il destino di Athom sarà imbrigliato tra Luce e Oscurità.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Kingdom Hearts W'
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Capitolo 6
 
White Flash
 
 
 
 
 
Dopo due giorni di assenza, durante i quali Walt ed Erik continuarono ad allenarsi senza sosta e migliorando sempre più, Matt si ripresentò al campetto della scuola senza particolari riferimenti a ciò che era successo la volta precedente.
Giano lo ingannava, era vero, però non era così succube da mandare all’aria la sua amicizia con i compagni di Accademia.
Dopo una dura lotta di allenamento, Walt e Matt andarono alla fontanella per sciacquarsi le mani e bagnarsi un po’ i capelli (il sole iniziava a picchiare forte con la fine di giugno) mentre Erik era rimasto sul campo utilizzando l’acqua da lui creata.
Approfittando del momento di privacy Matt si rivolse sottovoce a Walt: «Come va la mano?» chiese, aveva un tono pentito per ciò che aveva fatto, ma non per ciò per cui aveva combattuto.
Walt lo notò, ma gli sorrise comunque come per comunicargli che andava tutto bene, ma che la partita era ancora aperta: «Bene, grazie. Me l’hanno curata in un lampo».
«Chi è stato?».
«Andy, controllando unicamente l’Erba ha dei poteri curativi eccellenti».
«Capisco, sono simpatici… lui, Lezia e Al».
«Sì, molto. Dovremmo organizzare una bella battaglia tre contro tre».
«E a noi chi ci cura?».
«Erik, con la sua diplomazia!».
Si fecero una sonora risata entrambi e tornarono ad allenarsi.
 
 
 
 
Il giorno dopo la lezione dell’Accademia si sarebbe svolta all’esterno e finalmente Walt avrebbe conosciuto di persona Dave, l’ultimo maestro con cui ancora non aveva avuto a che fare, che controllava il Fuoco.
Perciò Erik, Walt e Matt si diedero appuntamento all’Accademia con Al, Lezia, Andy e Cindy, insieme si diressero verso la porta est delle mura, per uscire all’esterno di Athom.
«Jorgette e Victor ti hanno abbandonato anche stavolta?» chiese Walt a Cindy, facendo riferimento ai membri assenti della sua classe.
«Jorgette figurati, non si abbasserebbe mai a condividere il suo cammino con dei comuni mortali come noi. Per quanto riguarda Victor non ti saprei dire, non facciamo mai la strada assieme, spesso lo accompagna suo padre» rispose lei.
«Suo padre?! Ma ha diciassette anni!».
«Sì lo so, che vuoi che ti dica… è troppo controllato dai suoi genitori. Per di più passa tutte le giornate chiuso in casa a studiare o in cortile ad allenarsi. Non fa altro».
«Che strana famiglia… dovrebbe ribellarsi» e così dicendo, Walt insieme ai suoi compagni attraversarono i cancelli di Athom.
«Dove dobbiamo trovarci coi maestri?» chiese Walt.
«All’inizio del sentiero che entra nel bosco» rispose Erik che era sempre organizzato.
«Una volta ero in anticipo e per sbaglio non mi sono fermato all’inizio del sentiero. Me ne sono accorto solo quando avevo già salito mezza collina» disse Andy grattandosi innocentemente la nuca.
«Secondo me tu te la fumi anche l’erba» aggiunse Al, scherzando.
Tutti risero alla battuta e raggiunsero il già gremito gruppo di studenti che era accerchiato intorno al punto in cui il sentiero si inoltrava nel boschetto.
Si sedettero insieme agli altri formando un semicerchio, sembravano proprio un gruppo di studenti in gita che aspettava la lezione sugli animali del sottobosco.
«Strano che Walter non sia già arr…» ma Matt fu interrotto proprio dall’arrivo di Walter, che non solo arrivò in un lampo bianco elettrico, comparendo dal nulla tutto avvolto da piccole saette ma, a differenza dei suoi arrivi in classe, in questo caso era in piedi e arrivò camminando, come se avesse fatto un piccolo balzo.
«Allora ragazzi, bentrovati…» ma anch’egli fu interrotto a sua volta.
Ci fu una fiammata vicino a lui e dal Fuoco emerse una mano che lo agguantò per la manica destra e lo costrinse a voltarsi verso il bosco, volgendo le spalle agli studenti.
La fiamma si continuò a consumare facendo apparire tutto il corpo di Dave.
«Senti e se la invitassi a cena fuori?» disse Dave a Walter, sembrava che stessero riprendendo una conversazione interrotta pochi attimi prima.
Il maestro dell’elettricità sembrava leggermente spazientito dalla situazione però dopo un sonoro sbuffo gli rispose: «Portala dalla pasticceria di Egidio e fate un aperitivo, poi cena a casa tua, niente di fritto che se no poi puzzi. Per il resto cerca di inventartelo te non posso mica progettarti l’intera serata se no si innamora di me».
«Grazie Walter, sei un grande!» gli rispose Dave abbracciandolo davanti a tutti con un evidente imbarazzo del collega maestro, poi lo lasciò andare e come se nulla fosse iniziò la lezione per gli studenti che avevano assistito a tutta la scena.
«Allora ragazzi siete pronti ed imparare una delle cose fondamentali per chi, come noi, controlla la Fantasia?» disse Dave.
Dave era un ragazzo giovane, sembrava avere sui ventidue anni aveva una corporatura atletica con i muscoli leggermente in rilievo e una testata di capelli ricci bruni che donava particolarmente alla sua pelle molto abbronzata.
Indossava solamente un paio di larghi pantaloni bianchi dal cavallo molto basso e due bracciali d’acciaio ai polsi, nessuna maglia (ma con gli addominali bene in vista) e nessuna calzatura ai piedi, che erano nudi.
Sembrava molto giovanile e simpatico ma soprattutto privo della didattica che caratterizzava tutti gli altri maestri.
«Sì, maestro!» risposero tutti in coro.
«Perfetto allora tutti in piedi e giochiamo a guardie e ladri! Io e Walter, facciamo le guardie!» disse tutto euforico.
«Piano Dave, non è così che si insegna il movimento dinamico» disse Walter mentre gli mise una mano sulla spalla frenando l’entusiasmo del collega.
«Ci insegnate il movimento dinamico!?» chiese Lezia a gran voce.
«Già! Però non puoi usarlo per barare alle cittadine di nuoto! Ricordati che sono io il giudice» gli disse Dave facendole l’occhiolino.
Intanto un borbottio era nato tra gli studenti, tra chi era contentissimo e chi scettico.
«Cos’è il movimento dinamico?» chiese Walt a bassa voce.
«È l’abilità di teletrasportarsi usando il proprio elemento, è molto utile per chi ha elementi leggeri e veloci tipo noi» gli rispose Cindy.
«Wow!»
«Allora, come sapete, ognuno ha il proprio modo per utilizzare il movimento dinamico. Ci si può basare sui metodi standard oppure svilupparne uno proprio se lo si ritiene più efficace» iniziò a spiegare Walter, mettendosi lungo il sentiero alla massima distanza da Dave, che era andato all’estremità opposta.
«Questo è un esempio» disse e subito dopo il suo corpo iniziò emettere elettricità e a diventare luminoso.
Nel momento in cui divenne scintillante come il fulmine, quest’ultimo attraversò la distanza che lo separava da Dave e ci si rimaterializzò davanti.
Tutti applaudirono educatamente.
Walter tornò indietro utilizzando la stessa tecnica: «Quella che avete visto è la modalità standard di movimento dinamico per chi utilizza l’elettricità, ovviamente ve l’ho fatta vedere a rallentatore»
«Se era a rallentatore quella non oso immaginare se la volesse utilizzare sul serio» disse Erik.
«Se invece voglio utilizzare uno dei miei metodi personalizzati, per andare più veloce posso fare così» e mentre finì di pronunciare la parola “così”, il suo corpo viaggiò a velocità incredibile orizzontalmente davanti a Dave, senza perdere la sua forma reale, sollevato di qualche millimetro dal terreno.
Lo spostamento fu talmente veloce che quanto il viso di Walter fu a un centimetro di quello di Dave, lo spostamento d’aria scostò i ricci del maestro più giovane e l’erba intorno ai suoi piedi.
Questa volta l’applauso fu più forte e tutti erano rimasti scioccati dalla velocità che il maestro era in grado di raggiungere.
Walt si portò all’orecchio di Matt e gli disse sottovoce «Se mai decidesse di fare il culo a Kudo, lui non lo vede neanche arrivare» disse riprendendo il discorso di alcuni giorni prima.
«Ci sarà un motivo se non combatte mai, non credi?» ribatté Matt ma senza andare oltre nella discussione, non voleva litigare di nuovo, ci teneva alla loro amicizia anche se faticava a dimostrarlo.
«Ovviamente ci sono dei difetti» riprese la lezione Walter «il secondo metodo è più istantaneo ma non mi permette di colpire degli ipotetici nemici che potrebbero esserci durante il tragitto, mentre il primo metodo, anche se più lento, sì. Ovviamente tutto dipende dalle circostanze».
Walt pesò a quanto sarebbe stato bello poter ottenere quell’abilità e saperla destreggiare come i maestri, che addirittura comparivano dal nulla.
Nel suo fantasticare si sentì osservato e, velocemente, si voltò all’indietro, verso le mura della città.
Lì vide in lontananza un uomo in piedi, che li osservava mentre veniva svolta la lezione.
Così Walt si sporse in avanti verso Matt e Erik: «Ehi ragazzi, chi è quello laggiù che ci guarda, lo sapete?» chiese.
I due compagni si voltarono senza però riconoscere l’uomo sulla sessantina che li guardava.
«Io lo so!» bisbigliò Cindy, attraendo l’attenzione dei tre: «È il padre di Victor, spesso controlla che le lezioni vengano svolte in maniera secondo lui adeguata. Spesso ha litigato con Eugeo in persona, che è il maestro responsabile dell’istruzione di Athom» spiegò.
Subito lo sguardo dei tre si spostò su Victor che era isolato dagli altri, con la schiena innaturalmente dritta e attento a non perdersi una virgola di ciò che dicevano i maestri.
«Io non lo capisco proprio quel ragazzo, ma che vita fa?» commentò Matt «Non fa altro che parlare dell’Accademia e sta sempre chiuso in casa…».
«Condivido il tuo pensiero, amico» concordò Walt.
Intanto la lezione era andata avanti, e anche Dave aveva dimostrato due metodi diversi di utilizzare il Fuoco per spostarsi istantaneamente: il primo era simile a quello di Walter in cui, tramutandosi in fiamme, raggiungeva la destinazione.
Il secondo invece era diverso e consisteva nel prendere fuoco letteralmente e lasciandosi bruciare in una vampa, velocemente, un nuovo fuoco si sarebbe acceso nel punto di arrivo e da lì il corpo si rimaterializzava.
«Quello che avete visto fin ora sono le basi per l’utilizzo del movimento dinamico» riprese Walter «Ogni elemento agisce nella propria maniera. I più veloci sono Fulmine, Buio e Aria mentre i più lenti sono Roccia, Metallo e Terra. Per sviluppare il movimento dinamico di base le prime volte basta concentrarsi allo stessa maniera su tre fattori: destinazione, metodo di trasferimento e Fantasia. L’avete fatta la lezione di Antonella sull’equilibrio del potere vero?» chiese.
«Sì» risposero tutti.
«Perfetto, mantenere in equilibrio la stessa dose di Fantasia durante il trasferimento sarà fondamentale» concluse Dave «Ora alzatevi, disponetevi distanti l’uno dall’altro e provate, vedrete che sarà più facile di quanto pensiate».
«Per ora utilizzate una destinazione davanti a voi e non troppo distante, ma sappiate che con l’allenamento riuscirete a raggiungere anche luoghi che non siete in grado di vedere dal punto di partenza» aggiunse Walter prima di lasciarli provare.
Tutti si disposero lontani circa dieci metri l’uno dall’altro, sfruttando tutta l’ampiezza del prato che precedeva il bosco.
Walt si mise in piedi in una posizione comoda, cercando di rilassarsi e liberare la testa dai pensieri superflui.
I concetti erano tre: destinazione, metodo e Fantasia; non era complicato.
La destinazione era semplicemente davanti a sé, il metodo era quello più semplice mostrato dal maestro, e con la Fantasia ormai sapeva destreggiarsi abbastanza bene.
Perciò focalizzò il punto nel prato in cui voleva arrivare, ovvero un’area in cui si trovava un rametto spezzato, focalizzò il metodo e, per ultimo, sprigionò a livello costante la Fantasia.
Il suo corpo iniziò subito ad emettere elettricità ed ad essere circondato da sottili saette.
Ma il movimento dinamico non avvenne.
«Ok, devo provare con più Fantasia» si disse tra sé e sé.
Ripeté la procedura: rametto, trasporto semplice… e Fantasia.
Come un motore, l’impulso di elettricità fuoriuscì dal suo corpo e, come quando una scarica attraversa una barra di metallo, il suo intero corpo confluì nella saetta e raggiunse il punto che aveva pensato.
Ne ebbe la conferma solo dopo aver alzato la scarpa che nascondeva il rametto. «Sì!» esultò stringendo i pugni.
Poi si voltò verso il resto della classe.
Tutti lo stavano fissando.
Era stato il primo e l’unico della classe ad essere riuscito ad utilizzare il movimento dinamico e tutti lo guardavano con un pizzico di invidia.
Una fiamma pericolosamente vicina al suo viso divampò e Dave spuntò fuori dal Fuoco attorcigliandogli il braccio caldo attorno al collo e strofinandogli i capelli con l’altra mano stretta a pugno.
«E bravo Walt! Hai talento non ricordo l’ultimo che ci è riuscito in soli due tentativi!» disse il maestro gioioso.
Da lontano anche Walter lo guardava orgoglioso.
«Ehm… veramente io…» Walt in quel momento avrebbe volentieri preferito sprofondare nel terreno piuttosto che essere al centro dell’attenzione, era una sensazione che odiava. Ma di certo l’orgoglio dei maestri era una bella sensazione e Dave, con il suo spirito da ragazzino, gli stava molto simpatico, lo metteva a suo agio.
«Però te hai avuto il vantaggio di condividere l’elemento con Walter, perciò lo hai solo copiato. Su dai cercate di essere inventivi!» disse Dave rivolto agli altri studenti.
Subito tutti si rimisero a provare.
«Sei stato molto bravo, complimenti!» gli disse Dave, questa volta faccia a faccia, «parteciperai alla Battle Stadium, vero? Sai sono io che la organizzo» gli chiese.
«Veramente non saprei… crede che me la posso cavare?» chiese Walt che non aveva affatto mai pensato di partecipare alla Battle Stadium, in quanto odiava la competizione.
«Ma certo! Te l’ho detto hai talento e ormai mancano solo due settimane all’evento. Ricordati che parteciperanno anche quattro maestri a capitanare le quattro squadre, quindi al massimo ti potrai appoggiare a loro» lo rassicurò Dave.
«Allora affare fatto! Spero di essere in squadra con Walter!» disse.
«Eh, ti prometto che ci metterò tutta la mia forza di convinzione, ma non ci sono mai riuscito con lui, non è fatto per le gare. Però potresti essere sempre in squadra con me» gli disse lui facendogli l’occhiolino. Poi si diresse ad aiutare gli altri studenti.
 
 
 
 
Nel frattempo erano trascorsi una ventina di minuti e adesso quasi tutti erano riusciti a padroneggiare un movimento dinamico semplice a distanza ridotta.
Matt si volatilizzava in una folata di vento per ricomparire a destinazione, Erik tramutava il suo corpo in Acqua e “scorreva” verso il punto desiderato per poi riformarsi.
Cindy, che già di per sé era tenera, riusciva a sfruttare l’Erba per tramutarsi in fiori che sbocciavano lungo il percorso che voleva compiere, per poi riapparire.
Ad esempio Andy, che utilizzava sempre l’Erba, si tramutava però in radici legnose.
Al, che aveva difficoltà a sfruttare il Metallo, puntò alla fine sulla Terra, in quanto scompariva e poi generava un micro sisma che spaccava il suolo fino al punto desiderato, dove poi riemergeva lui.
Alla fine della lezione tutti erano soddisfatti dei propri risultati: il movimento dinamico donava una sensazione di piacevole libertà al corpo, come se per quell’istante fosse nella sua forma più pura. Però naturalmente alla lunga anche quella tecnica costava fatica, e dopo un’ora di allenamento tutti erano esausti.
«Bene ragazzi per oggi basta così siete stati molto bravi» disse Walter.
«Ricordatevi che tra due settimane si terrà la Battle Stadium! Chiunque se la sentisse è libero di partecipare, ci sarà la solita divisione in quattro squadre e vedrete scendere in campo ben quattro maestri!» ricordò a tutti Dave «Più partecipanti ci sono e più bello sarà l’evento!».
«Mi raccomando continuate ad allenarvi con il movimento dinamico e migliorerete sempre di più, alla prossima!» disse Walter e li salutò insieme a Dave.
Entusiasti dei loro progressi che contribuivano a migliorare tutte le abilità nel complesso, i ragazzi rientrarono nelle mura della città e si diressero verso casa.
Quello di imparare il movimento dinamico era un passo importante per gli studenti dell’Accademia, che d’ora in avanti potevano spostarsi liberamente da un luogo ad un altro e con l’allenamento sarebbero potuti andare sempre più lontano.
Una volta salutati Cindy e Andy, che abitavano nella stessa zona, Walt rimase da solo con Erik e Matt e non riuscì a trattenersi dal chiedere il loro parere sulla Battle Stadium.
«Partecipiamo tutti insieme?» chiese Walt che non se la sentiva di affrontarla da solo.
«Io partecipo di sicuro» rispose Matt.
«Mah, perché no? In fondo sarà un’ottima esperienza per mettersi alla prova veramente» confermò Erik.
«Ci pensate? Potremmo combattere fianco a fianco di uno dei maestri contro altri tre di loro, spero di essere in squadra con Kudo e Giano» disse Matt schiettamente.
«Io sono curioso di vedere in azione Antonella e Dave invece» disse Erik.
Confabulando su quale fosse la più spettacolare combinazione delle squadre per poter assistere alla più grandiosa Battle Stadium di tutti i tempi, si separarono per andare a casa.
Walt era davvero orgoglioso di aver ricevuto i complimenti dei maestri quel pomeriggio e anche di essere stato il primo a riuscire in qualcosa, per una volta.
Forse era merito del fatto che Frida non fosse presente, in tal caso molto probabilmente avrebbe fatto prima lei, essendo la migliore del loro anno.
Walt estrasse dalla tasca le chiavi per entrare nel portone di casa sua e, nel momento in cui le infilò nella serratura, venne abbagliato da un intenso lampo bianco.
Alzò lo sguardo e constatò che niente di meno che Walter in persona era appena apparso nel suo portone di casa.
«Cosa ci fa qui, maestro Walter?» chiese Walt quasi incredulo.
«Sono qui per te, hai un minuto?».
«Certo!» rispose il ragazzo preso dall’emozione di essere richiesto dal suo maestro preferito.
«Vieni con me» disse Walter e, mettendogli una mano sulla spalla, lo condusse sul muretto del cortile e ci si sedettero uno al fianco dell’altro.
«Walt, pensavo che avessi già abbandonato l’uso delle chiavi per entrare nel portone…» osservò il maestro.
«In effetti avevo pesato che un buon metodo di movimento dinamico sarebbe stato quello di attraversare il metallo tramutandosi in elettricità, però adesso ero sovrappensiero» confessò lui.
«Senti Walt, hai notato che la maggior parte dei tuoi compagni sa controllare due elementi invece che uno solo?».
«Sì… però si dice che chi ne possegga uno unico possa raggiungere livelli di controllo su di esso irraggiungibili per chi invece ne controlla due»
«E questo te lo confermo, ma tu non possiedi solo l’elettricità, vero?»
«… io non ho mai sviluppato altro elemento…»
«Ciò non vuol dire che dentro di te non ci sia. Ti ricordi il secondo test che abbiamo fatto insieme al tuo arrivo all’Accademia? È servito a noi maestri per conoscere il tuo potenziale e i tuoi poteri e ti posso confermare che te controlli sì l’elettricità, ma hai anche l’abilità rarissima di poter manipolare lo Spazio».
A quest’affermazione Walt rimase di stucco. Che fosse una specie di scherzo? No, non da un maestro.
Eppure non aveva mai avuto legame con altri elementi oltre all’elettricità, poteva essere vero? Il suo istinto diceva di fidarsi di Walter.
«Lo Spazio… sembra un potere meraviglioso. Ma io non sono capace di utilizzarlo».
«Per questo sono qui» disse Walter dandogli una pacca sulla spalla e saltando in piedi «Ti andrebbe di fare qualche lezione privata con me?».
«Come scusi?».
«Ti andrebbe di fare qualche lezione privata con me?» ripeté il maestro con lo stesso identico tono grintoso della prima volta.
«Sta scherzando?».
«Assolutamente no!».
Il cuore di Walt iniziò a battere frenetico dall’emozione: delle lezioni private con Walter! Il maestro che più di tutti era in grado di insegnargli veramente tutti i suoi segreti del Fulmine e, a quanto pareva, anche dello Spazio.
«Ma non vedo l’ora! Tutti i giorni?» chiese in preda all’euforia.
«Adesso non esagerare, ho anche i miei compiti da svolgere. Facciamo un paio di volte la settimana, va bene?».
«Ma certo che va bene!».
«Però se vuoi svolgere queste lezioni c’è una condizione che devi rispettare».
«Cioè?».
«Non devi dirlo a nessuno, intesi? Noi maestri non saremmo in grado di sostenere lezioni private a chiunque, non ne avremmo il tempo».
«Ah… ma certo maestro non si preoccupi, sarò muto come un pesce!»
«Perfetto allora ci vediamo lunedì pomeriggio, ciao Walt!» disse il maestro e, salutandolo con due dita alla fronte, svanì in un lampo bianco.
«…Arrivederci maestro» disse Walt, poi si voltò ed esclamò: «Evvai!» e corse difilato in casa.






 
 
 
Angolo dell’autore:
Eccoci con un altro capitolo del prequel!
Piano piano tutti le tessere della trama si stanno allineando al loro posto.
In questo capitolo conosciamo l’ultimo dei sette maestri: Dave! (Pronunciato deiv, all’inglese) cosa ve ne pare? Vi piace come personaggio?
Assistiamo alla lezione sua e di Walter sul movimento dinamico e vediamo che Walt è il primo a riuscire a svilupparlo!
A chi pensate facciano riferimento i due maestri al loro arrivo?
Vi è piaciuta la lezione?
Ma soprattutto, cosa ne pensate di ciò che è successo alla fine del capitolo?
Walt è rimasto scioccato dall’arrivo del maestro che gli ha rivelato il significato della sua seconda visione durante il secondo test all’arrivo dell’accademia: il giovane può controllare lo spazio se addestrato adeguatamente.
Vi viene in mente qualche collegamento con gli eventi dei sequel?
 
Ora che sono stati presentati tutti i maestri vi ripropongo una domanda: sapendo i loro caratteristiche e i loro indumenti, vi viene in mente da cosa prendono ispirazione? Non è facile se volete la soluzione scrivetemi pure in privato ;)
 
Critiche, commenti e nuove idee sono sempre ben accetti!
 
Noi ci rivediamo domenica 1 ottobre con un imperdibile capitolo di "Kingdom Hearts 2W" che vi consiglio di non perdervi!
 
See you next time!

 
   
 
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