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Autore: Rohhh    03/10/2017    2 recensioni
La ventunenne Ashley, dopo essere stata cacciata via da casa da sua madre ed essersi ritrovata completamente sola in una città a lei sconosciuta, ha riscoperto la serenità che cercava nel suo nuovo gruppo di amici, conosciuto grazie al fortunato incontro con Terence, un ragazzo gentile e premuroso e sua sorella minore Michelle, che le ha offerto una stanza nell'appartamento che condivide con altre tre ragazze. Con un lavoro che le permette di mantenersi gli studi che ha sempre desiderato e la vicinanza delle amiche, tutto sembra procedere liscio per Ashley, ma il ricordo del suo triste passato arriva spesso a tormentarla e l'unico che misteriosamente riesce a darle sollievo da quei pensieri è Matt, un ragazzo odiato dai suoi nuovi amici per motivi non ben chiari e considerato da loro come un vero e proprio nemico da cui stare alla larga. Ashley, nonostante sia conscia della fama del ragazzo nel suo gruppo, in un momento di disperazione e debolezza, finisce per cedere e commettere con lui un errore che la perseguiterà e che presto finirà per pagare caro.
Ma, forse, non tutto ciò che sembra perduto per sempre lo è davvero...
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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Ciao a tutte!
Stavolta finalmente un capitolo di una lunghezza decente e che non vi costringa a stare troppo tempo a leggere! Diciamo che si concentra molto sull'incontro tra i due protagonisti che ero stata costretta a tagliare lo scorso capitolo per non farlo diventare immenso!
Probabilmente le cose da qui in poi cominceranno a prendere una piega non proprio piacevole per i due e penso lo capirete già da questo capitolo!
Ringrazio sempre tutte coloro che seguono e vi mando un abbraccio, ci sentiamo presto, dovrei aggiornare di nuovo in tempi brevi!

Cap. 29 Calma apparente

 

Ashley si guardò intorno lentamente, studiando ogni singolo metro di quella stanza non troppo ampia.

Dovette pizzicarsi di nascosto il braccio per convincersi definitivamente di non trovarsi all'interno di un bellissimo sogno: era tutto vero, le centinaia di foto appese alle pareti come un tappeto di immagini, le apparecchiature dello studio fotografico sparse un po' ovunque, lo sgabello alto sul quale era appollaiata coi gomiti puntati sul tavolo e quella tazza calda tra le mani, che emanava un dolcissimo profumo, in armonia col suo stato d'animo finalmente sereno dopo giorni di tempesta.

E per finire lui, seduto alla sua destra: Ashley si voltò e rimase imbambolata a fissarlo quasi incredula.

Come era possibile che, dopo giorni orribili in cui aveva temuto di averlo perso per sempre, adesso era proprio accanto a lei, nello stesso pomeriggio in cui avevano sventato la possibilità di diventare genitori e si erano ritrovati come fosse la cosa più naturale e giusta del mondo e quella sensazione la faceva stare immensamente bene.

Continuò a guardare il suo bellissimo profilo, mentre Matt era intento a immergere il filtro del tè nell'acqua bollente, gli occhi chini, concentrati ma sereni, gli angoli delle labbra impercettibilmente piegati verso l'alto a dimostrare quanto fosse a suo agio e senza preoccupazioni, una sfumatura che solo chi lo conosceva bene riusciva a notare.

Si rese conto che, se cominciava a far caso a quei dettagli insignificanti per gli altri, questo doveva certo significare che si stava spingendo oltre con lui, che lo guardava con occhi diversi e che adesso davanti a lei non c'era più quel ragazzo strano e spesso irritante dei primi tempi, ma la persona che il suo cuore iniziava a desiderare sotto un'altra luce.

Il peso del suo sguardo fisso su di lui raggiunse il ragazzo, che sollevò di scatto la testa, inarcò un sopracciglio nel vederla assorta a contemplarlo ma subito dopo sorrise a causa della reazione di Ashley, la quale, colta in flagrante, era arrossita violentemente e si era portata con troppa foga la tazza alle labbra.

«Ahia, è bollente!» si lamentò com'era prevedibile, portandosi una mano davanti alla bocca e contraendo il viso in una smorfia di dolore.

Matt rise, facendola infuriare ancora di più e assumere un'espressione a metà tra il tragico e il buffo.

«Devi stare più attenta, anche se, mi rendo conto di essere una distrazione troppo grande per te» commentò col suo solito tono provocatorio e uno sguardo furbo e sexy allo stesso tempo.

«Va' al diavolo Matt, chi ti credi di essere? Ti ricordo che non sei l'unico ragazzo sulla faccia della terra!» si difese lei, vagamente imbarazzata, voltando la testa e sollevando con fierezza la fronte per poi prendere a soffiare con decisione sul dolce contenuto della tazza fumante, che poco prima aveva rischiato di ustionarle la gola.

La sua reazione non fece altro che far scoppiare a ridere per la seconda volta il biondo, che stavolta però cercò di soffocare la risata dietro una mano per non mettere di nuovo alla prova l'orgoglio della ragazza.

Era sempre la stessa testarda e ostinata, costantemente impegnata a cercare di cadere in piedi come un gatto ma, forse, era proprio per questo che le piaceva in maniera così misteriosa, ormai persi in quel sottile gioco di seduzione che a volte li portava in paradiso e altre faceva un male cane.

«Mi sei mancata, lo sai?» le confessò d'improvviso, prendendole una mano e stringendola.

Ashley, frastornata, non capì più niente, tornò a guardarlo e dischiuse le labbra.

Se Matt aveva in programma di farla morire d'infarto quella era di sicuro la tattica giusta.

«Anche tu» disse soltanto, con un soffio di voce, mentre lui si allungava, la raggiungeva e le depositava un bacio leggero come una carezza, al quale Ashley non esitò ad abbandonarsi.

Un tuono li riscosse facendoli sussultare, fuori il temporale imperversava e non accennava a smettere ma in quella stanza Ashley, con quella cioccolata calda e il calore che le infondeva la presenza di Matt, si sentiva protetta e al sicuro e con una rilassatezza addosso che non provava da giorni.

Pure se il mondo al di là di quella porta era grigio e freddo, non aveva pietà di lei e non faceva che tentare di metterle i bastoni fra le ruote, in quel momento non poteva importarle di meno.

«Adesso vuoi raccontarmi per filo e per segno come sono andate le cose?» le propose quindi Matt, rimettendosi dritto sullo sgabello e prendendo un sorso del suo tè.

Ashley si strinse nelle spalle, poi allungò le maniche del suo largo maglione a righe fin sopra le nocche e racchiuse tra le mani la tazza ancora calda.

«In realtà non c'è molto da dire, mi sono accorta per caso di avere un ritardo e...il resto è facilmente prevedibile.» liquidò la cosa la rossa, assumendo uno sguardo cupo al ricordo di come si era sentita in quel momento.

«Sai, quando Luke è venuto da me, pallido come uno straccio, per raccontarmi quello che aveva saputo da Melissa...la prima cosa alla quale ho pensato non è stata tanto il fatto che avevo rischiato senza saperlo di poter diventare padre...la prima cosa che ho fatto è provare a immaginare quanto tu ti sia dovuta sentire sola e abbandonata dal mondo intero a fronteggiare qualcosa più grande di te e che poteva sconvolgerti la vita. - iniziò Matt, serio e con lo sguardo perso davanti a sè – Certo, non nego che poi è subentrata l'amarezza di averlo dovuto scoprire solo dopo e oltretutto da Luke ma...ero arrabbiato perché avrei dovuto e avrei voluto essere con te in quel momento e tu me l'avevi impedito» aggiunse, voltandosi a guardarla.

«Mi dispiace tanto, Matt, credimi ma...noi avevamo litigato per colpa mia e...non volevo darti altre preoccupazioni, è stato solo per questo motivo che ti ho tenuto all'oscuro di tutto» si giustificò Ashley, sperando che il ragazzo capisse.

«Tranquilla, è tutto a posto, adesso» le sorrise lui ed Ashley fece subito lo stesso..

«Ammetto che non è stato facile, soprattutto perchè...non so come spiegarti ma, mi sono sentita come se su di me incombesse lo stesso destino di mia madre, capisci? Mi sembrava quasi una maledizione che mi avrebbe costretto in futuro a comportarmi come lei. Non riuscivo a darmi pace, non volevo fare i suoi stessi errori e finire per non sopportare o, peggio, magari odiare un giorno mio figlio...questa cosa mi terrorizzava più del fatto di dover rinunciare ai miei progetti, all'università...» gli rivelò Ashley, le sue mani adesso tremavano mentre la voce le si era arrochita e quasi sembrava fare fatica a passare dalle sue corde vocali.

«Ma questo sarebbe stato impossibile» decretò Matt sicuro, facendole ruotare la testa con curiosità.

«Come fai a dirlo?» chiese Ashley, gli occhi spalancati, desiderosi di certezze e di conforto alle sue paure.

Matt abbandonò lentamente la sua sedia, si avvicinò ad Ashley, le sollevò il mento con una mano e si portò all'altezza dei suoi occhi, turbati da quei ricordi.

«Semplice, non avresti mai e poi mai potuto far passare a tuo figlio quello che tu hai vissuto sulla pelle – le sussurrò con un tono così gentile da darle immediatamente sollievo a quelle brutte sensazioni – Nella normalità dei casi i figli per i genitori sono il dono più grande ma noi due sappiamo che purtroppo non sempre è così...e per questo motivo che non avremmo potuto che amare nostro figlio, a prescindere dal fatto che non fosse stato programmato o che sarebbe arrivato in un momento sbagliato. Non gli avremmo mai permesso di soffrire come è successo a noi, di provare quel dolore lancinante che ti fa sentire rifiutato, indegno persino di stare al mondo. - le spiegò, carezzandole il viso e facendole sgorgare qualche lacrima per l'intensità di quelle parole che la colpivano dritto nel profondo dell'anima, come solo lui riusciva a fare – Smettila di farti condizionare dall'ombra di quella donna, tu non sei e non sarai mai come lei e...sono sicuro che un giorno, se lo vorrai e quando sarà il momento giusto, saranno proprio le esperienze che ti hanno segnato a renderti una madre meravigliosa» le disse infine, mentre Ashley fu costretta a tuffare la testa nel petto di Matt per soffocare qualche singhiozzo di gioia che lui le aveva tirato fuori con quel discorso.

Come diavolo faceva quel ragazzo così sfrontato a trasformarsi all'improvviso nella persona più matura e sensibile che conoscesse, capace di leggere dentro il suo cuore e di trovare le parole più adatte e perfette per salvarla dal baratro dentro il quale rischiava troppe volte di cadere.

Che fosse nient'altro che l'angelo custode con il quale il destino l'avesse fatta scontrare per caso?

«Devi smetterla di farmi commuovere, dannazione! Ti odio quando fai così, lo sai? - biascicò con ancora la faccia spiaccicata contro il suo maglione, poi sollevò la testa e lo fissò, sorridendo – in ogni caso siamo stati fortunati, ti immagini che casino per quel bambino crescere con due genitori che non stanno nemmeno insieme?» provò a sdrammatizzare, asciugandosi in fretta le lacrime dal viso.

«Magari invece dovremmo starci insieme!» la spiazzò Matt, facendola sbiancare mentre ancora la teneva tra le braccia.

Ashley lo fissò, per qualche secondo le venne impossibile persino rispondere, poi la sua espressione mutò, passando dallo sconcerto fin quasi al comico.

Scoppiò a ridere.

«Figuriamoci! Non faremmo altro che litigare e dircene di tutti i colori a qualsiasi ora del giorno!» ribettè, con ancora addosso però una strana ma bella sensazione che era scaturita dall'affermazione del ragazzo.

«Sì, in effetti è probabile. Ma per riappacificarci faremmo anche un sacco l'amore, quindi non mi sembra una prospettiva così terribile!» le fece notare lui con estrema tranquillità, lasciandola ancora più imbarazzata.

«Ok, mi sa che per oggi hai detto già abbastanza cazzate!» lo riprese bonariamente Ashley, sorridendo con l'aria di chi, in realtà, era rimasta piacevolmente colpita dalle sue parole.

Chissà perché l'immagine di loro insieme, come una vera coppia alla luce del sole, a condividere ogni giorno, le gioie e i dolori, a fare l'amore e non solo sesso, le aveva provocato un lieve sussulto dentro, come se qualcosa di fosse smosso.

Seguì un attimo di silenzio in cui i due ragazzi si guardarono negli occhi, una scintilla particolare li aveva attraversati, un luccichio misterioso che dimostrava una nuova consapevolezza nel loro rapporto, maturato e arricchito da qualcosa in più che non avevano intenzione di ignorare.

Matt fece scivolare le mani sui fianchi di lei, la attirò dolcemente a sè e, invece di farla tornare a sedere sul suo sgabello, la invitò a prendere posto sulle sue ginocchia, per tenerla stretta ancora e poterla sentire vicina.

Lei non rifiutò, si lasciò guidare di buon grado ed ebbe appena un brivido sulla schiena e un attimo di imbarazzo quando si rese conto di quella posizione così intima, forse un po' troppo da fidanzati e molto poco da qualunque cosa fossero loro.

Sembrava tutto così diverso e bello allo stesso tempo e si adattarono presto a quel cambiamento, senza disagi o tensione.

Lui le circondò la schiena con entrambe le braccia per avvicinarsi a lei e stavolta fu il suo turno di sprofondare sul petto di Ashley, che a sua volta lo accolse amorevolmente, posò il mento sulla sua testa e prese a carezzargli i capelli e a giocare distrattamente con alcune ciocche più lunghe.

Il rumore della pioggia, il calore dentro la stanza e quella enorme e sconfinata pace che era esplosa di colpo nel momento in cui si erano abbracciati.

Era una sensazione talmente familiare e rassicurante che, silenziosamente, dentro ciascuno di loro, cominciò a risuonare la stessa domanda.

'Sei forse tu, allora, la mia casa?'

«E dunque, adesso le tue coinquiline sanno che hai avuto una relazione con qualcuno?» domandò poi Matt, rompendo il silenzio e staccandosi leggermente dal seno di Ashley.

Lei annuì debolmente e si irrigidì appena tra le sue braccia.

«Già, non mi dicono niente ma il loro atteggiamento è cambiato, a volte sembrano in difficoltà quando mi parlano, è come se qualcosa si fosse rotto. Per non parlare di Michelle, lei mi guarda in cagnesco ogni volta che ne ha l'occasione!» gli raccontò la ragazza, posandogli le mani sulle spalle e muovendole come a volergli fare un leggero massaggio.

«Posso immaginare, deve essere stato un colpo per lei scoprire che qualcuno, addirittura, avesse osato tenerle nascosta una parte della propria vita privata!» disse in maniera sarcastica Matt, sfoggiando un ghigno stavolta amaro.

Conosceva bene Michelle e quanto amasse avere tutto sotto controllo e stare al centro dell'attenzione.

Le aveva voluto bene per molti anni, fin da quando lei era solo una bambina di cinque anni o poco più, come fosse stata la sua sorellina minore, e forse proprio questo non era mai andato giù alla bella castana, che da lui avrebbe preferito un diverso sentimento, non ricambiato purtroppo.

«Non credo sia solo per quel motivo, avrà fatto due calcoli e capito che il mio piccolo 'incidente' risaliva a prima che avessi parlato e chiarito con Terence. Tiene molto a suo fratello e non avrà gradito la cosa, deve averla presa come una mancanza di rispetto a lui e di conseguenza anche a lei!» spiegò Ashley, abbassando lo sguardo mesta.

«Se solo sapesse che per giunta l'hai fatto con me!» aggiunse Matt, tanto per dare a quella situazione già complicata un tocco di catastrofico che non guastava.

Ashley rabbrividì così forte che Matt lo sentì dalle sue stesse mani e per questo prese a carezzarle la schiena istintivamente per cercare di calmarla.

«Per carità, credo che a quel punto si scatenerebbe l'inferno in terra!» commentò impaurita, stringendosi di più a lui.

«Mi dispiace, Ashley, è solo per causa mia se sei costretta a passare tutto questo e io sono stato egoista a coinvolgerti» sussurrò lui, i suoi occhi diventarono di colpo pensosi e corrucciati mentre rifletteva su quanto avesse sottovalutato all'inizio le conseguenze che l'entrata in scena nella vita di Ashley avrebbe potuto procurare alla sua ordinaria quotidianità.

Tra loro era cominciato tutto quasi come un gioco, una curiosità o forse persino una trasgressione ma poi era cambiato in maniera inaspettata e solo ora che il pericolo pareva essersi fatto vicino e concreto se ne stava rendendo conto conto e quel pensiero gli provocò una infinita tristezza.

«Non dire così, non è colpa tua, anche se l'ultima volta incolparti è stato proprio quello che ho fatto. - lo smentì Ashley, sollevando il viso del biondo, basso e incupito, e sfiorandogli le guance con le sue dita delicate – sei importante per me, Matt e...abbiamo solo delle circostanze avverse che non è detto rimangano sempre uguali. Possono peggiorare ma anche migliorare!» esclamò col viso luminoso e sereno, Matt la osservò piacevolmente sorpreso dal suo insolito umore positivo e sorrise di riflesso.

«Da quando sei così ottimista e non vedi tragedie nascoste ad ogni angolo? Sicura di stare bene?» le chiese ironicamente, posandole una mano in fronte per fare finta di controllarle la temperatura.

Ashley rise e dovette ammettere che Matt aveva proprio ragione!

«Oggi mi sento davvero bene ma non ci fare l'abitudine! Non posso garantirti che sarà sempre così!» precisò col sorriso sulle labbra.

«Quindi che facciamo adesso?» domandò poi lui, facendosi per un attimo più serio e abbandonando l'aria spensierata che caratterizzava quel pomeriggio.

Ashley non ebbe bisogno di chiedergli a cosa stesse facendo riferimento perché dietro quella domanda, all'apparenza banale, si nascondevano una serie di problemi e sentimenti non indifferenti e dai quali dipendeva la sorte del loro rapporto tempestoso.

Abbassò per un istante lo sguardo, poi lo incatenò agli occhi di Matt, vigili e un pizzico nervosi, ansiosi quanto lei di trovare una risposta.

«Credo sia giusto quello che hai detto prima. Tra di noi è successo tutto così in fretta, probabilmente abbiamo accelerato troppo e questo non ha fatto altro che aggiungere confusione a una situazione già abbastanza complicata. Potremmo cercare di rallentare e capire meglio...» gli propose con la voce colorata da una sfumatura di agitazione dovuta al fatto che, implicitamente, con quelle parole aveva finito per ammettere che da parte di entrambi stava nascendo un dolce sentimento sempre più evidente.

«Sì, è la soluzione migliore, vieni da un periodo difficile di delusioni e cambiamenti e...la situazione che vivi a casa non è delle più semplici...abbiamo bisogno di tempo perché tutto ci appaia più chiaro» confermò lui, cingendole teneramente la schiena con le braccia.

Ashley sorrise poi lo abbracciò stretto, socchiudendo gli occhi e lasciandosi cullare da quel nuovo senso di pace ed equilibrio che pareva essersi ristabilito nela sua vita e che sperava potesse durare il più possibile.

«Tra Luke e Melissa sembra andare tutto per il meglio, finalmente» mormorò lei, dopo qualche minuto di silenzio, allontanandosi di poco da lui.

«Già, si sono addirittura baciati! Ti rendi conto? Capisci che è un traguardo storico?» commentò subito lui, con un tono volutamente esagerato e accennando delle risate che contagiarono anche Ashley.

«Non li prendere in giro, dai! Ognuno ha i propri tempi, non è così? - obiettò Ashley, sorridendo, il significato di quelle parole poteva anche riferirsi alla loro situazione e Matt lo comprese, finendo per annuire silenziosamente – Comunque sono belli insieme! Certo, lui è un po' svitato ma lei per fortuna lo compensa e mi sembrano davvero una coppia che può funzionare!» esclamò poi, recuperando la sua tazza di cioccolata ormai tiepida e affrettandosi a finirla.

«Lo credo anch'io» ammise Matt, leggermente assorto.

Per un attimo si chiese se anche loro, in un ipotetico universo in cui potevano formare una normale coppia, sarebbero stati capaci di gestire i loro sentimenti e instaurare una relazione stabile.

Era buffo constatare di essere passato dal farsi troppe paranoie sulla natura dell'attrazione che lo legava d Ashley ad aver quasi passivamente accettato di provare per lei qualcosa di profondo che ormai non poteva essere cancellato e che lo faceva viaggiare con la mente fin troppo lontano, verso mete che pensava di non poter immaginare con lei accanto.

«Si è fatto tardi, mi sa che adesso vado!» lo riscosse da quei pensieri la rossa, che scivolò via dalle sue ginocchia rapidamente, lasciando quasi un vuoto quando il suo peso lo abbandonò, e si avviò per prendere il cappotto e la borsa.

«Sta ancora diluviando, ti accompagno io» la avvertì Matt dopo aver lanciato un'occhiata veloce alla finestra, cominciando a sua volta a recuperare il suo giubbotto e a mettere via parte del lavoro di quel giorno.

«Ma non c'è bisogno! É solo un po' di pioggia, ho l'ombrello con me e..» provò a rifiutare lei, avviandosi verso la porta e trafficando dentro la tracolla per trovare l'oggetto senza il quale altrimenti avrebbe fatto una bella doccia prima di arrivare a casa.

Matt però la interruppe, fermò con dolcezza il suo polso e le sorrise.

«Non dire sciocchezze, prendo la macchina, non mi costa nulla e poi per oggi non penso di continuare a lavorare, sono quasi le 8 e ho proprio voglia di tornare a casa» le spiegò con già le chiavi dell'auto in mano.

«Ma...» provò a obiettare Ashley, imbarazzata e quasi in colpa per averlo costretto a interrompere tutto e uscire con quelle condizioni metereologiche.

«Niente ma, mi fa piacere accompagnarti, va bene?» insistette, avvicinandosi a lei e baciandola sulle labbra, sorridendo internamente nel momento in cui l'aveva sentita sussultare per quel contatto inaspettato ma poi rilassarsi e ricambiare il bacio.

Si arrese Ashley.

Al bacio, al passaggio in macchina e per quella sera anche al suo cuore.

Insieme si strinsero sotto l'ombrello e corsero tra la pioggia, ridendo mentre cercavano di schivare le pozzanghere qua e là e niente, nemmeno quell'orribile tempaccio, avrebbe potuto rovinare la gioia e la spensieratezza di quel momento.

 

 

Carol fece pagare una cliente, accennò uno sbadiglio accuratamente nascosto da una mano e ritornò ad annoiarsi davanti al computer.

Quel pomeriggio era da sola in negozio, Ashley aveva preso una giornata libera per poter sostenere un esame all'università e lei si era stranamente trovata a sentire la mancanza della sua collega sebbene con lei non potesse certo vantare un rapporto proprio idilliaco.

«Ciao!» la distrasse una giovane voce femminile al di là del bancone.

Carol si raddrizzò immediatamente sulla sedia e sporse la testa da dietro il pc per prepararsi ad aiutare l'ennesima cliente di quell'intenso pomeriggio.

«Ciao! Come posso aiutarti?» chiese subito, come se stesse ripetendo meccanicamente una frase registrata.

«Ero indecisa tra un paio di libri, tu quale mi consiglieresti?» fece la misteriosa ragazza, porgendole due volumi.

Carol diede un'occhiata ai titoli e poi sollevò lo sguardo sulla giovane cliente, che attendeva pacata con un sorriso educato sul viso, lunghi capelli castani e un paio di grandi occhi color cioccolato.

Aggrottò le sopracciglia: quel volto non le era nuovo solo che non ricordava bene dove l'avesse visto prima così, per non sembrare troppo invadente nel fissare quella ragazza con troppa attenzione, si schiarì la voce e cercò di accontentare la sua richiesta.

«Dipende da cosa desideri leggere! Questo qui è il classico romanzo romantico che si sviluppa su una trama molto lineare e qualche gioco degli equivoci, l'altro è più un racconto introspettivo dove l'elemento amoroso è presente ma non è così centrale come si crede e viene dato spazio anche ad altre tematiche! Diciamo che il primo è una lettura più leggera, il secondo, invece, richiede più concentrazione!» le spiegò con molta professionalità.

«Beh, in tal caso scelgo il secondo, le storie sdolcinate non mi sono mai piaciute!» affermò la ragazza con molta sicurezza, lisciandosi la lunga chioma castana e preparandosi a estrarre il portafoglio dall'elegante borsetta.

«Perfetto!» esclamò Carol, inserì il libro scelto in un sacchetto di carta e diede il resto alla cliente.

«Non mi hai riconosciuta, vero?» domandò allora la ragazza, dopo aver preso la busta sotto gli occhi stupiti di Carol.

«Veramente no, anche se...è da quando sei arrivata che mi chiedo dove ti ho già vista, perdonami ma non sto ricordando!» si scusò Carol, assottigliando gli occhi e cercando di squadrare meglio la ragazza.

«Non preoccuparti, è che non ci vediamo da molto tempo! Sono Michelle, l'amica di tua sorella!» si presentò allora la castana, sorridendo con garbo.

Carol spalancò gli occhi e si portò le mani sulla bocca come mortificata per non aver capito subito di chi si trattasse.

Michelle non la vedeva da forse due anni, all'incirca da quando sua sorella aveva finito il liceo e non aveva più frequentato assiduamente come prima le vecchie amicizie. Ne sentiva parlare abbastanza, visto che era la coinquilina di Ashley ed era stato proprio grazie alla sua mediazione e al tramite di sua sorella minore se la rossa aveva trovato quel lavoro. Lei però non aveva avuto direttamente a che fare con Michelle perciò non riusciva proprio a ricordarla fisicamente.

«Scusami, è vero! Sei cresciuta in due anni...fatti guardare! Wow, sembri già una donna in carriera e faticavo a riconoscerti!» esclamò Carol, sporgendosi dalla scrivania per scrutarla meglio e sprecandosi in complimenti.

«Tranquilla, non fa nulla! É che non ero mai passata in negozio ma oggi mi trovavo nei paraggi e mi è venuta un'improvvisa voglia di leggere qualcosa!» disse, con un tono alquanto artefatto e un sorriso finto che pareva nascondere qualcos'altro.

«Capisco, proprio oggi che non c'è Ashley!» osservò ingenuamente Carol, senza rendersi conto di aver proprio centrato il vero motivo per il quale Michelle era passata da lì.

Non si era trattato, come aveva spiegato alla bionda, di una passeggiata casuale, piuttosto la sua era stata una visita pianificata e con un obiettivo specifico.

Michelle sapeva benissimo che Ashley quel giorno aveva un esame e che non si sarebbe presentata a lavoro e aveva approfittato per compiere qualche piccola indagine.

Era passata circa una settimana dal ritrovamento di quel test di gravidanza e a lei non era ancora andata giù quella storia. Doveva capire, doveva sapere se Ashley aveva preso in giro suo fratello mentre si divertiva in giro, fregandosene dei suoi sentimenti e di tutto quello che lui aveva fatto quando lei si era trovata in difficoltà.

Non riusciva ad accettarlo e, anche se era sicura che Terence sarebbe stato contrario, aveva deciso di indagare.

«Già, oggi Ashley era impegnata! Quella ragazza è tutta casa, lavoro e università, a volte mi chiedo se abbia il tempo di pensare anche ad altro, a svagarsi o magari a un ragazzo!» disse strategicamente, facendo leva sulla proverbiale attitudine al pettegolezzo di Carol, più volte sbandierata a casa dalla stessa Ashley.

«Oh, me lo chiedo spesso anche io, anche se...credo che i ragazzi non le manchino!» si fece scappare Carol, che ovviamente nulla sospettava del vero motivo dietro la visita di Michelle.

Alla castana brillarono gli occhi a quella frase mentre quasi gioiva vittoriosa per essere sulla strada giusta.

Cercò di contenere un sorriso sfrontato che premeva per uscire e finse una innocente curiosità.

«Ma dai, sul serio? Lei è sempre così riservata a casa che non abbiamo mai capito se avesse qualche storiella in corso!» commentò raggiante, simulando una sincera curiosità senza doppi fini e scatenando così l'animo da gossip di Carol.

«Beh, non ne ho la certezza matematica ma, oltre a tuo fratello, c'era un ragazzo che la aspettava qualche volta all'uscita da lavoro. È successo fino all'altro giorno e pare ci fosse in corso qualcosa di serio tra i due. Ashley di solito si innervosiva se facevo qualche battutina innocua su loro due invece quella volta...non so...sembrava non avere la voglia di farlo. Ho capito che si trattava di una questione cruciale e non ho infierito oltre.» le spiegò, parlando sottovoce come stesse rivelando un segreto.

Michelle ghignò internamente. Forse stava arrivando ad avere la prova decisiva delle sue supposizioni.

«Un ragazzo? E lo conosci?» domandò, ansiosa di conoscere la sua identità misteriosa.

Carol, però, deluse le sue aspettative e scosse la testa con espressione affranta.

«No, non l'avevo mai visto prima! É biondo, non ho guardato da vicino ma credo che abbia gli occhi chiari e poi ha un'aria anticonformista...non so. Di certo è un gran bel ragazzo e pare tenerci a lei, non capisco per quale motivo Ashley sembri fare la preziosa» fu la descrizione di Carol, alla quale Michelle rispose con un'espressione sconcertata e soddisfatta allo stesso tempo.

Allora era vero, c'era un ragazzo nella vita di Ashley e chissà da quanto tempo andava avanti quella storia e quante volte lei aveva prolungato l'attesa di suo fratello pur avendo quella tresca in corso.

Strinse i pugni senza farsi vedere da Carol, rischiando di distruggere il sacchetto col libro, e si sforzò di non farsi oscurare il viso da un'aria rabbiosa anche se dentro ribolliva.

«Capisco...beh, chissà che le passa per la testa! - dichiarò secca, cercando di chiudere un discorso che adesso la infastidiva – allora ti saluto Carol, mi ha fatto piacere rivederti! Buona serata!» aggiunse con voce squillante, sfoggiando il suo migliore sorriso preconfezionato e facendo un garbato cenno con la mano.

La sua espressione pacata e gentile svanì di colpo quando la castana voltò le spalle e si strinse nel suo cappotto, diventando estremamente seria e tirata.

Nella sua mente vorticavano tante domande che chiedevano risposta.

Chi era questo misterioso giovane biondo che Ashley aveva preferito a suo fratello e per quale motivo continuava a tenere tutto questo riserbo?

Probabilmente la questione seria di cui aveva parlato Carol era proprio quella della gravidanza mancata e ciò lasciava intendere che la storia fra i due fosse ancora fresca, forse era ancora in atto e lei continuava a mentire a tutte loro.

Le dava un certo fastidio sapere che Ashley, accolta da loro fin da subito come una del gruppo, celava nascosti nell'ombra tutti quei segreti e agiva alle loro spalle senza essere trasparente e parlare come facevano più o meno le altre.

Avrebbe dovuto esserle solo grata e comportarsi da amica invece di nasconderle le cose e confabulare con Melissa.

Adesso che ci pensava, la brunetta passava molto tempo insieme a lei e chissà che non fosse già al corrente di tutto. Magari avrebbe potuto chiederle, anzi, sicuramente l'avrebbe fatto, quella faccenda cominciava a infastidirla e magari le circostanze favorevoli e un po' della fortuna che l'accompagnava sempre le avrebbero permesso prima o poi di risolvere tutti i nodi di quella strana matassa.

Una cosa era certa: nessuno mancava di rispetto a Michelle e, se solo avesse scoperto qualcosa di spiacevole, Ashley poteva star certa che, quando meno se l'aspettava, l'avrebbe pagata.

 

  
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