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Autore: Alixia700    06/10/2017    3 recensioni
Il vicolo sporco rispecchiava perfettamente lo stato pietoso in cui verteva il mio umore.
Accasciato contro il muro di mattoni, perso nell'estasi alcolica, mi ritrovai a tratteggiare una lucida e dettagliata rappresentazione delle persone della mia vita.
E fu con infinita meraviglia che mi accorsi di quanto l'umano fosse accostabile all'animale, e quanta immane bellezza fosse in grado di sprigionare la banalità di un paragone vangato e rivangato da secoli di letteratura e saggezza popolare.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Peacock Vanity.

 

La guardò mentre arricciava il naso in quella maniera un po' buffa, un po' spocchiosa, che sapeva dargli sui nervi. Intuiva come quel gesto solitamente spontaneo assumesse un significato totalmente diverso in quell'occasione, ma d'altra parte non riusciva a capacitarsi di come il cambio di scenario nella loro storia avesse potuto portarli a diventare due perfetti sconosciuti.
Fissava come ipnotizzato quelle labbra carnose, che fin dal loro primo incontro gli avevano ispirato le più vivide fantasie, assottigliarsi fino a quasi sparire in una piega crudele, mentre sputavano veleno su tutto quello che fino a poche ore prima avrebbe definito un sentimento comune.

Non riusciva a reagire a quella valanga di recriminazioni, rimpianti ed insulti, troppo concentrato sui movimenti nervosi e scattanti delle sue mani, dalle unghie mangiate fino alla carne.

- … e forse se avessi provato a capire anche le mie esigenze -

- Cosa hai fatto ai capelli? -

La fissò scioccato, incapace di proferir altro.
La sua informe massa di boccoli, sinonimo di vanto da quando la conoscesse, ricadeva lungo le esili spalle appiattita, ordinaria.
Quei capelli selvaggi che aveva imparato ad amare nonostante gli invadessero la bocca nei momenti più inopportuni, quelle ciocche per le quali aveva combattuto strenuamente quando lei gli aveva rivelato la sua intenzione di rasarsi a zero per essergli più vicina, insensato gesto romantico che non aveva esitato un attimo a sbandierare ai quattro venti nonostante alla fine non l'avesse mai compiuto, erano spariti, domati.

- In un momento come questo l'unica cosa che sei in grado di dire riguarda il mio stupido taglio di capelli? Comunque visto che ti interessa tanto saperlo, volevo cambiare, essere diversa -

Per lui.

Si morse le labbra a sangue per non vomitarle addosso quella risposta acida, per evitare di trasformare i tormenti e vaneggiamenti di persona ferita in accuse di tradimento; in fondo poteva esserci un'altra spiegazione a quel nuovo taglio, a quell'insolito profumo muschiato che sentiva sui suoi vestiti, a quei giorni di totale silenzio.
Conosceva da sempre il bisogno dell'altra di non sentirsi chiusa in gabbia, di non essere soffocata dalle responsabilità delle proprie azioni. Per questo aveva voluto parlarle chiaro fin dal giorno della diagnosi, perché sapeva quanto fosse ingiusto incatenarla ad una relazione le cui regole erano cambiate in corso di gioco.
Le aveva chiesto, tremante, di finirla lì, per il bene di entrambi.
E lei lo aveva rassicurato, si era aggrappata a lui con maggior trasporto, nella sciocca ed illusoria convinzione che quella potesse essere un'interessante piega di un rapporto, che come nelle migliori storie d'amore dei romanzetti rosa che leggeva si sarebbe risolta in un lieto fine, in cui l'eroina ha strenuamente fatto sfoggio di tutta la sua forza d'animo e buon cuore, in cui l'eroe sopravvive incolume al mostro di turno.
Ma come amaramente avevano potuto constatare, i tumori non non sono un mostro così facile da sconfiggere, e gli umani spesso si sopravvalutano.

E ora eccoli lì, due perfetti sconosciuti aggrappati al fantasma di un fugace sentimento ormai smarrito, inafferrabile, incapaci di andare avanti, impossibilitati a tornare indietro.

In balia delle proprie mancanze, puntando il dito su quelle dell'altro.

Soli.

   
 
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