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Autore: LatazzadiTea    10/10/2017    6 recensioni
Oscar inizia a rendersi conto di ciò che prova, quando André smette di parlarle come faceva un tempo. Ora che tutto sembra cambiato, lei cercherà di ritrovare se stessa aprendo il suo cuore a un nuovo sentimento. Il suo amore per lui cresce dentro al suo cuore facendosi strada giorno per giorno, divendo sempre più intenso e opprimente, quanto il silenzio che la circonda senza il suono della sua voce.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alain de Soisson, André Grandier, Oscar François de Jarjayes, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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- Così, sono questi i vostri sentimenti... - esordì turbato il generale Jarjayes.

- Sì padre, sono questi - ammise Oscar sedendosi davanti alla grande scrivania del suo studio privato.

Era quasi il tramonto, dopo l'intensa calura di quel primo giorno di luglio, Oscar era tornata a casa da sola anche quella sera. Era in attesa di André e del suo imminente ritorno: in ogni istante avrebbe potuto rivederlo, avrebbe potuto risentire la sua voce e ritrovarsi nel suo sguardo, che ora aveva la certezza di ritrovare acceso di una nuova luce. Con quella speranza nel cuore si aggirò per un momento fra quelle mura ancora così rassicuranti e accoglienti, prima di raggiungere il padre che aveva chiesto di vederla.

Conosceva a menadito ogni angolo di quella casa, e le scappò un sorriso ripensando a tutti i ricordi che quegli ambienti così familiari custodivano. In quell'angolo lei e André si erano nascosti da Marie dopo averle rubato un intera torta di lamponi appena sfornata. In quella stanza avevano rovesciato un intero vaso di fiori mentre giocavano a incorrersi. E in quell'altra, mandato in frantumi un intero servizio di fine porcellana. Un breve momento di gioia a cui presto però, seguì lo sconforto. Non poté evitare di sospirare: era arrivata al limite. Non poteva più sopportare quell'assenza, ormai, al solo pensiero di passare di un altro giorno senza di lui le mancava il respiro.

- Povera Nanny, eravamo proprio due piccole pesti da bambini... - mormorò Oscar fra sé e sé salendo quelle poche rampe di scale.

Il generale Jarjayes aveva letto a sua insaputa la lettera di André a l'aveva fatta chiamare.

Che preso dall'ira, aveva poi accartocciato e gettato nel fuoco del camino ancora acceso, senza che lei potesse in nessun modo impedirgli di farlo. Ma stranamente, Oscar non provò nulla nel vederlo compiere una simile azione; quelle poche parole che gli aveva sentito pronunciare con tanta amarezza, aleggiavano ancora nell'aria, ma lei non sentiva niente. La mente altrove, le emozioni come intorpidite. Poi lo aveva visto tornare sui i suoi passi, e infine, sedersi di nuovo alla propria scrivania, in silenzio, come sconfitto. Riuscendo solo a pensare che quell'espressione abbattuta e tormentata, non gli si addicesse affatto.

- Fra qualche giorno, entrambe i nostri reggimenti potrebbero doversi trovare a fronteggiare i rivoltosi. L'ordine arriverà presto Oscar. Cosa pensavi di fare al riguardo? - le domandò solo suo padre.

- Non sparerò mai sulla folla, non mi macchierò di una simile infamia. Ormai mi sembra chiaro. non punterò le armi contro il popolo francese, ma state tranquillo Padre, non infangherò ancora il buon nome dei Jarjayes ... - gli rispose Oscar.

- E Andrè? Sai quali sono le sue intenzioni? - la interruppe il generale.

- Sono quasi certa che mi chiederà di unirmi a lui e di lottare al suo fianco, per proteggere più persone possibili da questo inammissibile attacco della famiglia reale al proprio popolo. Sapete meglio di me come andrà a finire, Padre... - disse Oscar cercando un po di comprensione nel suo sguardo.

- Sarebbe una follia, sopratutto per via delle sue condizioni. André dice di non avere garanzie di recuperare del tutto la vista, potrebbe non essere in grado di proteggere se stesso, figuriamoci te - replicò suo padre.

- Mi avete addestrata bene Padre. Se André non fosse in grado di difendersi, allora sarò io a farlo. Non permetterò a nessuno di spargere al suolo il sangue dell'uomo che amo, e certamente, farò di tutto per non gettare al vento la vita che mi avete donato. Perché devo, e voglio vivere Padre. Questo posso giurarvelo! - controbatté Oscar con gli occhi lucidi.

- Quindi, lo ami davvero? - chiese quasi stupito suo padre.

- Sì, e con tutto me stessa! - asserì Oscar con tutta la convinzione possibile.

Davanti agli occhi del generale Jarjayes passarono le immagini di quei due cuori cresciuti l'uno al suono del battito dell'altro. Ora quelle due anime così diverse, e al contempo così simili e affini, erano unite come fossero una sola. Malgrado tutto però, il generale Jarjayes finalmente sorrise. Il suo più grande timore aveva preso forma, plasmandosi anno dopo anno sotto i suoi occhi, e nulla, né tutte le sue obbiezioni né tutte le sue remore, avrebbero mai potuto cambiare quel dato di fatto.

- So che il fratello di André si è offerto di restarti vicino. Userò tutta la mia influenza per ritardare l'ordine di partenza per Parigi agli uomini del tuo comando, almeno finché André non sarà tornato. Non lascerò niente di intentato per aiutarvi Oscar, in fin dei conti, sei sempre mia figlia, non è così? - le chiese il padre con altrettanta commozione.

Era la seconda volta che l'orgogliosissimo generale Jarjayes cedeva ai propri sentimenti, in tutti quegli anni Oscar non l'aveva mai visto piangere, ne scomporsi così tanto, mentre ora...

- Certamente Padre, sono vostra figlia, e lo sarò sempre! - gli confermò Oscar riuscendo finalmente a rivolgersi a lui con un tono più intimo e meno formale.








Nel primo pomeriggio del giorno dopo, Oscar scese al piano inferiore della casa per la consueta seduta col pittore. Il suo ritratto era quasi terminato, e per un momento, sperò che André arrivasse in tempo per vedere l'artista apporre l'ultima pennellata di colore sulla tela. I raggi del sole filtravano attraverso le fronde agitate dal vento, proiettando ovunque piccole chiazze scure in movimento. Quella danza di luci e ombre catturò la sua attenzione, aleggiava una strana calma nell'aria; come una gradevole sensazione di sospensione, irreale e ovattata. Le sembrò quasi di essere tornata indietro nel tempo, quando ancora tutto intorno a lei era sicuro. Quando quei tempi difficili non erano ancora all'orizzonte, e la bastava uno sguardo per ritrovarselo intorno. André era sempre stato al suo fianco, lo rivide seduto sotto il porticato ricoperto di glicine fiorito con una mela in mano, che puntualmente poi divideva col suo cavallo o con César. E poi le sembrò di vederlo ancora, lì, in piedi contro la grande vetrata, avvolto in un tenebroso silenzio e con le mani strette dietro la schiena, con la sua uniforme blu da soldato. Era bello il suo André, tanto da toglierle il fiato. Rimase catturata dal verde incredibile del suo unico occhio, così intenso e brillante, e un altro ricordo le balenò in mente. Rivide quella bocca scorrerle addosso, sentì quasi il suo respiro caldo sulla pelle candida e delicata del collo, ricordava con nitidezza e trasporto ogni momento, e quel famelico desiderio del suo corpo, alimentato da ogni gesto di lui.

- Madamigella Oscar, vi sentite bene? - le domandò il pittore preoccupato dall'insolito pallore.

- Sì, scusatemi Monsieur. Ero solo sovrappensiero... - si scusò lei.

Lo sguardo lucido e azzurro si spostò verso la porta che si aprì, Oscar vide entrare più di due persone nel salone illuminato dal sole.

- Oscar!? André, presto vieni... - esclamò Marie rendendo ancora più realistico quello strano sogno ad occhi aperti.

Aveva la febbre altissima e stentò a reggersi quando le chiesero di alzarsi, ma l'André della sua visione la sostenne, sollevandola come se non avesse peso.

- Portiamola nella mia stanza è più vicina... - disse poi lui.

Oscar chiuse gli occhi aspirando a pieni polmoni quel profumo dolce e speziato che ormai associava solo ad André: quello reale, non a quello che la sua mente sconvolta dalla febbre le stava facendo vedere.

- Edgard presto, ha bisogno d'aiuto! - aveva aggiunto il giovane.

- Sei davvero qui? Sei veramente tu? - gli aveva chiesto ancora incredula.

André indossava un cappello, e portava i capelli raccolti dietro la nuca. La barba era lunga e un po incolta, la cicatrice sull'occhio sinistro in bella mostra. Oscar lo aveva riconosciuto a stento, e benché fosse realmente di fronte a lei, mentre quell'altro strano figuro in sua compagnia la visitava, si domandò che fine avesse fatto il giovane uomo che aveva lasciato quella casa solo qualche settimana prima.

- Sì Oscar, sono qui! - le confermò dolcemente lui.

L'immenso calore di quella voce piena d'amore e d'affetto le riscaldò il cuore, dandole quasi la sensazione di sentirsi meglio.

- Prendile la mano, la crisi è piuttosto grave fratello mio, non so se... - disse il fratellastro piuttosto preoccupato.

Edgard si allontanò per un attimo e dopo aver bagnato una pezza di stoffa nell'acqua fresca, gliela mise sulla fronte per abbassarle la temperatura. Oscar era sempre rimasta cosciente e questo lo fece sperare.

- Certo... - rispose André sedendole accanto.

- Perché non me l'hai detto? Non sarei mai partito, e di sicuro, non ti avrei mai lasciata sola ad affrontare tutto questo - le disse André intrecciando le proprie dita con le sue.

- Esattamente per questo. Hai sacrificato così tanto per me, non potevo chiederti di più - ammise Oscar affascinata dal suo nuovo aspetto.

- La tua vista è apposto sembra... - continuò lei accarezzandogli il viso.

- Sì Oscar, più che apposto. Edgard è un ottimo dottore, il migliore - la rassicurò lui stentando a nascondere quell'espressione angosciata che gli si era disegnata in volto.

- Oh Oscar, i tuoi capelli, il tuo viso, i tuoi occhi, la tua bocca... Rivederti di nuovo amore mio, è una gioia immensa. Perciò... perciò ti prego, non lasciarmi. Non mi lasciare proprio adesso! - aggiunse André cedendo alle lacrime.

- Io non vorrei mai lasciarti... André, c'è una cosa importante che devo dirti... - replicò lei.

Oscar notò uno scintillio provenire da un ciondolo che Andrè aveva al collo, avrebbe voluto parlargli del loro bambino ma titubò. Se non c'è l'avesse fatta a sopravvivere, avrebbe aggiunto a quel dolore uno più grande.

- E' molto bello, sembra d'oro - constatò lei cercando di distrarlo.

La disperazione di lui l'aveva turbata al punto da farla credere che forse, la sua lotta stava per finire.

- E' un regalo di mia madre Oscar. Contiene il suo ritratto, vuoi vederlo? - le domandò André cercando di farsi coraggio.

- Certamente - tossicchiò Oscar.

- Mio dio è bellissima... sei molto fortunato André - disse lei ansimando appena.

- Bellissima sì, come lo sei tu amore mio, e più di quanto ricordassi. Ora ascoltami Oscar, non ti permetterò di arrenderti, non ti perdonerò mai se lo fai, hai capito? -

- Certo, ho capito... - gli rispose lei stringendo con più forza le dita fra le sue.

André restò al suo capezzale per ore, senza muovere un muscolo quando la crisi si era fatta più violenta. L'aveva sentita tossire e tremare, squassata da brividi tremendi.

- André, fa freddo, fa molto freddo... - le aveva sentito mormorare nel delirio.

- E' luglio amore mio, non puoi sentire freddo! - aveva ingenuamente risposto lui con lo sguardo perso nel vuoto di quel lungo pomeriggio senza fine.

Edgard le toccò il polso, i battiti si era fatti più regolari e la febbre era scesa. André guardò il viso del fratello rilassarsi, e quando le labbra di lui si allungarono in lieve sorriso di soddisfazione, capì che la sua Oscar era salva.

Verso la fine della settimana, Oscar riuscì ad alzarsi. Lei e André avevano deciso di comune accordo di tornare fra i soldati della guardia francese per comunicare loro le ultime novità, e le decisioni prese dopo quei giorni di attesa, in vista dei nuovi ordini in procinto di arrivare. Edgard e Alexander avevano scelto di restare a Parigi, il primo per assistere Oscar fino a che non si fosse del tutto rimessa, il secondo per rimanere al fianco dei suoi fratelli, e aiutarli in quanto soldato e ufficiale, nel caso che gli eventi fossero precipitati, come del resto era più che probabile che presto sarebbe accaduto.








Dopo aver rivisto Alain e insieme a lui, tutti gli altri suoi compagni, André riuscì di nuovo a sentirsi a casa, malgrado la sua decisione di farsi congedare dall'esercito. Decisione presa anche da Oscar, che si sarebbe tolta i gradi e rinunciato al titolo nobiliare, per potergli stare accanto.

- Dal momento che vi schiererete dalla parte della povera gente di Parigi, non avete motivo di smettere di darci ordini, comandante Oscar. Quando arriverà quel giorno, quello in cui ci ordineranno di sparare sulle nostre famiglie o suoi nostri amici, noi diserteremo insieme comandante, unendoci a voi e al popolo in rivolta - le annunciò Alain in nome suo e di molti altri suoi compagni d'armi.

A fine giornata finalmente poterono tornare di nuovo a casa e con una nuova consapevolezza nel cuore, quella di un futuro insieme, sebbene incerto.

- Alain mi ha raccontato dell'aggressione a Saint Antoine, e di come lui e Fersen ti abbiamo salvato... avrei dovuto esserci io al tuo fianco - esordì André mentre la carrozza li riportava a casa.

- Se ci fossi stato tu al suo posto, a quest'ora saresti morto - replicò lei sorridendogli di sbieco.

- Non sei divertente! - sbottò André accarezzandosi il viso sbarbato e liscio.

- Sembravi un altra persona con quella barba, quando sei partito non c'è l'avevi, e in più, i capelli sciolti sulle spalle ti donavano di più. Voglio al mio fianco il vecchio André, esattamente come ricordavo che fosse - ribadì Oscar addolcendo il tono.

- A sì? - le chiese André maliziosamente.

- Sì! - gli rispose Oscar sedendogli comodamente accanto.

Oscar gli infilo le mani fra i capelli bruni, sfilando via quel nastro azzurro che li costringeva dietro la nuca, lasciando che gli ricadessero liberi sulle spalle ampie e robuste. Annientando con un bacio intenso, lungo e passionale, tutta la distanza che li aveva separati. Anche lui le passò una mano fra i capelli lucidi e setosi, e lei ansimò, gemendo nella sua bocca avida.

- Credo di essermi rimessa abbastanza in forze, credevo che non avrei mai più potuto... - Oscar si sentì rinfrancata e il cuore le si riempì di gioia ma aveva un groppo in gola che le impediva di parlare ed esprimersi liberamente.

- Ti riprenderai completamente vedrai, è solo questione di tempo - le rispose lui con tono comprensivo.

- Lo spero anche perché presto ci saranno novità importanti... c'è una cosa che devo dirti da tempo André, una cosa fondamentale - le gambe le tremavano e le sembrò che qualcosa stesse per esploderle nel petto.

- Sei il cuore André... - aggiunse tremando fra le sue braccia.

- E tu sei il mio - le rispose lui facendole scorrere un dito sul labbro inferiore e gustandosi la perfezione di quel momento unico e meraviglioso.

- Tu sei il mio cuore Andrè e ti amo... vi amo entrambe - gli ridisse Oscar facendo poi ricorso a tutto il suo coraggio.

- Entrambe? - le chiese André fingendo di essere stupito.

- Sì, tu e nostro figlio. E vi amo, vi amo, vi amo André, vi amo più di qualsiasi altra cosa! - gli ripeté lei scandendo ogni parola.

André gli fece uno dei suoi sorrisi unici e incandescenti.

- Speravo tanto che me lo dicessi - le rispose lui ammettendo quasi di esserne già al corrente.

- Se avessi saputo che sollievo sarebbe stato dirtelo, lo avrei fatto molto prima - sospirò lei prendendogli il viso fra le mani.

Oscar diede ad André il bacio che entrambe aspettavano da tempo, quello che avrebbe sancito un nuovo inizio per loro. Quello di un uomo che amava la sua donna, e quello di una donna, che amava il suo uomo.










Siamo alla fine ragazze mie, manca solo l'epilogo, giuro che arriverà presto. Approfitto per ringraziare tutte le persone che mi hanno letto, sia recensendo che mettendo la storia fra le seguite. Una menzione speciale a Lady Michi 1, a Garakame, Tedite e Lenovo per il loro incredibile affetto. E un abbraccio a tutte le altre, come Hikarigatokage, Rory Jackson, Emmeffe71, Saratiz e Oscar. , gr _ Lady 863 e Serenity 93. Che dire, mi avete aiutato e incoraggiato, sia con belle parole che con giuste e sacrosante considerazioni che mi hanno fatto migliorare. Mi scuso se non sempre ho risposto alle vostre recensioni, vi garantisco che le ho apprezzate tutte! Con infinita gratitudine, Tea.

   
 
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