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Autore: Lady Windermere    15/10/2017    2 recensioni
Giulia Pisani ha diciassette anni, una passione sfrenata per le serie Tv, una madre fervente cattolica e tanti altri problemi.
A questi si aggiunge il recente trasferimento in uno dei licei più prestigiosi di New York, dove, tra reginette frustrate, una fastidiosa gossip man, professori appena usciti dall'ultimo numero di Cosmopolitan, un nerd addominalato e i due ragazzi più ambiti da ogni individuo di sesso femminile nelle vicine cinquecento miglia, dovrà imparare la lezione più importante di tutte: per fare i popcorn non serve l'olio di palma.
Riuscirà la nostra protagonista a sopravvivere?
STORIA INTERROTTA
Genere: Azione, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Sembrare un topo morto is the new bellezza divina

 

 

"My life is a perfect graveyard of buried hopes."
Anne of green gables, L. M. Montgomery

 

 

Avevo le guance in fiamme e gli occhi annebbiati dalle lacrime che tentavo invano a trattenere.

Ma come aveva potuto, dopo tutto quello che ci eravamo detti? Ero pronta ad aprirgli il mio cuore, convinta che lui provasse qualcosa per me, ma non avrei potuto essere più lontana dalla verità.

Chissà quante risate si stava facendo con Shelly, in quel momento.

Percorsi i corridoi vuoti, sforzandomi di ignorare le urla di giubilo degli spettatori e soprattutto di dimenticare quello che avevo visto.

Avrei dovuto immaginarlo. Questa non era una stupida serie TV, dove al protagonista andava sempre tutto bene. Questa è la vita reale, la mia vita.

La mia schifosissima vita.

Non avrei mai creduto che quel posto fosse tanto grande. Mi accorsi di colpo di non sapere come tornare indietro. Non che lo volessi, ovviamente. In quel momento non desideravo altro che rinchiudermi in casa e non uscire mai più. Non avrei potuto sopportare i viscidi sguardi di vittoria che Shelly mi avrebbe lanciato da quel momento in avanti.

Respirai faticosamente, reprimendo i singhiozzi. Mi asciugai gli occhi con un fazzoletto e mi soffiai rumorosamente il naso. Non capivo dove mi trovavo, ma c'era uno specchio che faceva al caso mio.

Come diceva Kelly Clarkson, "what doesn't kill you make you stronger." Ebbene, anch'io sarei diventata forte.

Tirai su col naso.

Contegno, Giulia. Tu sei migliore di loro, mi ripetei davanti allo specchio. Gli occhi erano gonfi e arrossati dal pianto, non potevo uscire in quelle condizioni.

Inoltre, il trucco era colato, rendendomi un disgustoso mostro a colori pastello. Un gran cambiamento rispetto all'angelo creato da Grace quanto? Due ore prima?

Con il senno di poi, lo strappo alla gonna non era altro che un presagio. Avrei dovuto immaginare che, quando le cose vanno così male, c'è sempre sotto qualcosa.

Mi struccai in fretta con una salviettina umida, sistemando il sistemabile con pochi, rapidi tocchi.

Mi pettinai con le dita. Quasi mi sembrava di sentire la voce di Grace che mi elencava l'utilità di avere una spazzola sempre con sé.

Ero appena riuscita a rendermi tutto sommato presentabile quando sentii l'eco di voci lontane rimbombare nei corridoi.

Si avvicinarono troppo in fretta perché io potessi scappare, così non trovai soluzione migliore che chiudermi dietro alla prima porta che trovai.

Di colpo tutte le luci si accesero, permettendomi di distinguere chiaramente il luogo in cui mi trovavo.

Panche lunghe. Armadietti. Un prepotente fetore d'ascella sudata.

Ero nello spogliatoio.

Quello maschile, per la precisione.

Splendido.

Mi voltai e la più tremenda delle visioni mi si parò davanti agli occhi.

Ero intrappolata nelle docce.

Oh no, oh no, oh no! Così non va bene, non va per niente bene! Ovunque ma non qui!

Mi avrebbero scoperta prima ancora che avessi potuto fiatare e a quel punto non sarebbe stata solo Shelly il mio problema, ma l'intera Trinity!

Già mi immaginavo i titoli del giornalino scolastico: "Ragazza nuova si imbuca come una pervertita...", con l'aggiunta dei commenti di Chismokens. Ma come avevo fatto a finire in quel vespaio?

Nel frattempo l'intera squadra era entrata. Li sentivo ridere e gridare come se fossero stati al mercato.

Uno scroscio di applausi precedette un coro «C-h-r-i-s! C-h-r-i-s!»

Il mio cuore perse un battito. Lui no. Non doveva vedermi qui.

Non volevo offrirgli altre occasioni per ridere di me.

Mi guardai intorno alla ricerca di una disperata via di fuga, ma era tutto inutile. Lì c'erano solo docce e docce e... aspetta un secondo, ma quella è una presa d'aria!

Volai verso la mia unica speranza di salvezza.

Era abbastanza larga da farmi passare e conduceva direttamente all'esterno, ma per aprirla mi serviva del tempo che non avevo. Ciò nonostante, non sarei stata certo io ad arrendermi.

Energia al massimo!

Tirai la maniglia con tutta la forza che avevo in corpo, ma quella non si smosse neanche di un millimetro. Le mani mi facevano male, ma io dovevo aprire quella finestra.

«Sei un grande, Chris!»

«Ed Harry? È stato mi-ti-co.»

«Voglio partorire i suoi bambini!»

Di tutte le esultanze, l'ultima mi disturbò un poco. Non dovetti essere l'unica a pensarlo, perché calò il silenzio.

Tuttavia fu un attimo, perché immediatamente sentii il fragore di una porta che si spalancava. Mi girai in preda al panico, rendendomi conto con estremo sollievo che non si trattava della mia. Dovevo sbrigarmi, pensai, raddoppiando gli sforzi.

«Ecco i miei campioni!» esordì un'insopportabile vocetta femminile.

«Uh, Sheila Stephens ci degna della sua presenza!» commentò qualcuno, scatenando l'ilarità generale.

«Non è che ci porteresti anche le altre cheerleader?» domandò una seconda voce, sovrastando il rumore.

Shelly ridacchiò e rispose con tono malizioso «Perché? Non vi basto io?»

Lo spogliatoio fu invaso da gridolini eccitati e divertiti.

«Che ci fai qui, Shelly? Le ragazze non possono entrare.»

Era la voce di Chris.

«Smettila di comportarti così, tesoruccio» rispose lei.

Non so perché ma non potei fare a meno di immaginare Shelly avvicinarsi e passare il suo dito perfetto sulle quattro file di addominali di Chris. La sola immagine mi fece infuriare talmente tanto che sbloccai la maniglia.

Ce l'ho fatta? Ce l'ho fatta!

Spalancai la finestra e venni subito avvolta da una piacevole corrente di aria fredda.

Non avrei mai immaginato che avrei dovuto aspettare di essere a casa per festeggiare.

«Le vostre stronzate non mi interessano» era la voce di Harry «Io vado a farmi una bella doccia.»

Non potei fare niente, se non restare immobile ad osservare la porta aprirsi piano e dare inizio alla mia rovina.

Ma tra tutte le docce proprio in questa doveva venire?

Chiusi gli occhi e sperai in un miracolo.

Sentii la porta richiudersi. Sbirciai con discrezione.

Devo dire che non ero assolutamente preparata a quello che stavo per vedere.

Harry, in piedi, completamente nudo, tranne che per un piccolo asciugamano arrotolato intorno ai fianchi, che mi fissava.

Sbatté gli occhi come se avesse visto un fantasma, impallidì e si portò subito una mano all'asciugamano, come se temesse che avrei potuto strapparglielo di dosso. Cosa che, ci tengo a precisare, non avevo assolutamente intenzione di fare.

Chissà come dovevo sembrargli. Molto probabilmente c'erano profughi di guerra messi meglio di me in quel momento.

Lui invece era semplicemente divino. L'avevo sempre pensato magro, ma non avrei mai immaginato che sotto quelle magliette da rockstar si nascondesse un fisico così ben tornito.

E quei tatuaggi sparsi sul petto. Avrebbe potuto farsi o mettersi qualsiasi cosa, sarebbe risultato strafigo comunque.

Giulia, se sbavi adesso sarà la fine della tua vita sociale.

Ma come si poteva rimanere indifferenti di fronte a tutto quel ben di Dio?

Se fosse rimasto un minuto di più ero certo che sarei scoppiata a piangere dalla vergogna.

Lo supplicai con gli occhi, certa che le lacrime dovessero essere già ben più che visibili.

Mi guardò a sua volta, a metà tra lo sconvolto, lo stupito e l'indeciso. Si morse le labbra, ma non distolse lo sguardo.

E poi fece qualcosa che non mi sarei mai aspettata dall'Harry che conoscevo, o meglio, che credevo di conoscere.

Richiuse la porta.

«Che succede?» gli chiese qualcuno.

«Le docce sono uno schifo. Non so chi sia il responsabile di tutto questo, ma non rientrerei lì neanche se mi pagassero. Sembra quasi ci sia un animale morto. Uno di quei grossi ratti schifosi.»

Grazie di considerarmi un ratto schifoso, Harry.

Non avrei sprecato la possibilità che mi era stata data. Con un salto raggiunsi la finestra e, non senza difficoltà, mi calai fuori nel chiarore della sera, ringraziando tutte le volte in cui ero uscita di nascosto da mia madre.

Avrei voluto richiudere la finestra per coprire il misfatto, ma non mi sembrò saggio sfidare la sorte ancora una volta.

Mi tolsi i tacchi e corsi via nell'erba umida.

Arrivai sotto casa in un tempo più breve del previsto, ma conciata peggio di quanto avrei voluto. Mi dispiaceva per Grace, ma ora i suoi preziosi abiti erano da buttare. Rabbrividii: come minimo mi avrebbe ucciso.

Ringraziai mentalmente chiunque avesse piantato l'edera sulla facciata della casa che dava sulla mia camera ed iniziai ad arrampicarmi faticosamente.

Non c'era modo di farlo tenendo le scarpe, che fui costretta a nascondere tra i cespugli del giardino.

La finestra era aperta come l'avevo lasciata e così anche i cuscini arrotolati sul letto. Un caldo senso di sollievo mi scaldò il petto: almeno mia madre non si era accorta di nulla.

Mi cambiai, lanciando i vestiti martoriati su una sedia: me ne sarei occupata più tardi, l'indomani mattina.

Entrai sotto le coperte più morta che viva, sentendomi uno straccio come mai prima di allora.

Non riuscii più a trattenermi e scoppiai di nuovo in lacrime. Piansi tanto quella notte e mi fermai solo quando, esausta, crollai nel sonno.
 

 

N.d.A: Hi guyz! Innanzitutto ci tengo a ringraziare tutti coloro che leggono/recensiscono la storia. Non può che farmi piacere :)

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, se non è così provvedete subito a dirmelo! :)

Giulia piange e si dispera, riuscirà in qualche modo ad avere una gioia nella sua miserabile vita? Mmm, io non credo. So che il capitolo è un po' cortino, ma accorpato a quello dopo veniva lungo come l'epopea di Gilgamesh per cui...

Ma venendo a cose più piacevoli, "il figo del giorno è..." (rullo di tamburi)


TOM HOLLAND!

Perché è figo. Perché è divertente. Perché è un po' nerd e questo non guasta mai. E perché mi ha fatto amare di nuovo Spiderman (il quale dopo la parabola trash di Peter Parker truzzo in Spiderman 3 mi era molto caduto in basso).

Cioè non so se vi ricordate...

Direi che non ci sono paragoni

Direi che non ci sono paragoni.

Al prossimo capitolo! E mi raccomando, ricordate sempre, "da una grande fighezza derivano sempre grandi responsabilità".

LadyWindermere<3

  
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