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Autore: Signorina Granger    15/10/2017    13 recensioni
INTERATTIVA || Conclusa
C’è un’area ristretta, protetta da una barriera inaccessibile, dove le persone vivono in armonia, nella ricchezza, ognuno ha il suo ruolo e vige la più totale giustizia.
L’opportunità di accedervi viene data a tutti, quando ogni quattro anni ha luogo un Processo di selezione, fatto di test e prove, al quale viene sottoposto chiunque abbia già compiuto vent’anni, dando a chi più se la merita la possibilità di vivere una vita migliore nell’Offshore.
L’occasione è una sola e se sprecata recuperarla è impossibile.
Benvenuti nel Processo.
[La storia prende ispirazione dalla serie “3%”]
Genere: Introspettivo, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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 Capitolo 2: I colloqui 



I colloqui. 
Quella era, forse, una delle pochissime certezze che tutti i candidati di ogni anno avevano riguardo al Processo: quella prima “prova” da superare era l’unica che, lo sapeva, avrebbero dovuto di certo affrontare, era stata presentata tutti gli anni da quel che aveva memoria. 

O almeno, stando a quello che aveva sentito. 

Ci aveva pensato spesso, a cosa dire e a cosa le avrebbero potuto chiedere, ma quando si mise in fila per aspettare il suo turno e sbirciò i ragazzi che stavano entrando per primi, Nymphea si rese conto che più che una stanza la sede dei colloqui somigliava più ad un corridoio estremamente buio e poco illuminato, con delle tenui luci artificiali poste sul soffitto. Due lunghe file parallele di sedie erano disposte fino alla fine del corridoio che aveva davanti, separate da dei tavoli scuri e un pannello di vetro. 

“Più che la sede di un colloquio sembrerebbe quella di un interrogatorio, non credi?” 

La ragazza condivise quelle parole ma quasi sobbalzò sentendo una voce  alle sue spalle, voltandosi di scatto per poter individuare la sua fonte: si ritrovò ad annuire debolmente dopo aver esitato per un attimo, trovandosi davanti un ragazzo dai capelli e occhi castani che la stavano osservando quasi con un luccichio divertito:

“Immagino di sì.” 
“Scusa, non volevo spaventarti, in effetti sembravi un po’ con la testa tra le nuvole… pensavi a cosa dirai?” 

“Anche, sì.” 

La Tassorosso annuì, piegando le labbra carnose in un sorriso gentile che il ragazzo che aveva davanti ricambiò, porgendole la mano:

“Beh, buona fortuna. Sono Phoebus. Non mi sembra di averti mai vista a scuola.” 
“Nymphea… Forse perché spesso finisco col passare abbastanza inosservata.” 

La ragazza si strinse debolmente nelle spalle, sperando vivamente che il ragazzo non le domandasse se non fosse troppo giovane per prendere parte al Professo, visto che a volte gli estranei le chiedevano persino se non frequentasse ancora Hogwarts. 

“Bel nome.” 
“Grazie. Anche il tuo.” 



“Ah, eccoti qui, ti avevo persa… oh, ciao.” 

Quando si fermò accanto all’amica gli occhi scuri di Berenice saettarono immediatamente sul ragazzo che Nymphea aveva di fronte, sorridendo appena mentre l’amica si voltava verso di lei:

“Ciao Nice… volevo “monitorare” la situazione prima di entrare.” 
“Beh, ormai non credo manchi molto perché tocchi a noi, gli esaminatori stanno mandando fuori un bel po’ di gente e le sedie rimangono vuote.” 

“Allora sarà meglio andare… buona fortuna, comunque.” 

La Tassorosso si rivolse un’ultima volta a Phoebus, che ricambiò l’augurio prima di guardarla allontanarsi insieme all’amica, appena prima di sentire la voce di Kieran:

“Hai puntato la tua prossima “vittima”, Phoebus?” 
“No, ci ho solo parlato per due minuti.”  

Il Serpeverde sbuffò leggermente, rivolgendo un’occhiata torva all’amico che invece sorrise con aria divertita:

“Oh, beh, con te una cosa vale l’altra. E poi è carina.” 
“Sì, è carina, ma pensa al colloquio imminente invece che alle ragazze, Kier.” 

“Guarda che lo dicevo per te, non per me!” 

Kieran sbuffò e decise di lasciar perdere, chiudendo la questione mentre Phoebus indugiava con lo sguardo sulla Tassorosso, guardandola in procinto di entrare per il suo colloquio. 


“Ti mollo due minuti e tu attacchi bottone? Non è da te!” 

“E infatti non ho attaccato bottone… preoccupiamoci del colloquio, per favore.” 
“Come si chiama?’ 
“Non lo ricordo.” 

“Inutile dissimulare, non puoi averlo già dimenticato! Non credo di ricordarlo a scuola, probabilmente è più grande di noi… glielo hai chiesto?” 
“No! Non mi piace ficcanasare, e smettiamola di parlarne per favore.” 

La Grifondoro sorrise appena, quasi lieta di avere qualcosa da pensare con cui distrarsi: si stava praticamente crogiolando nell’ansia da quando aveva sentito la parola “colloquio”. 
Berenice non si era sbagliata e ben presto arrivò anche il turno di Nymphea, che prima di entrare si voltò un’ultima volta verso l’amica, ricevendo un sorriso incoraggiante:

“Vai a conquistali Nym.” 
“Oh, lo spero tanto…” 
“Lo farai, sfrutta il tuo faccino da bambolina!” 

La Tassorosso sorrise e annuì leggermente, quasi a volerla ringraziare silenziosamente prima di voltarsi ed entrare, dirigendosi verso la sedia vuota più vicina. 


*


“Chissà che cosa ci chiederanno… da una parte spero che il mio turno arrivi in fretta, dall’altra penso che potrei anche scappare invece di sedermi.” 

Mairne sbuffò, continuando a tamburellare con impazienza un piede sul pavimento mentre, dietro di lei, Lilian annuiva con aria grave, lanciando un’occhiata cupa alla considerevole porzione di fila che le divideva dall’ingresso:

“Già… quanti pensi che ne abbiano già scartati?” 
“Non li ho contati, sono troppo nervosa, ma ne abbiamo visti tornare indietro già parecchi… credo almeno una quindidicina. Non voglio otrnwre a casa così presto!” 

“Neanche io… ma basterà respirare, rilassarsi e riflettere prima di rispondere. Lo spero, almeno.” 

“E io spero che tu abbia ragione, Lily.”


*


“La tua famiglia che cosa pensa del tuo ingresso nel Processo? Spera di vederti trionfare o tornare a casa da loro? Per dei genitori dev’essere difficile.” 

“Immagino che lo sia, ma non so rispondere a questa domanda a livello personale.” 

Theodore rimase impassibile, parlando senza battere ciglio di fronte alla domanda è all’espressione leggermente perplessa che aveva preso forma sul volto della strega che aveva di fronte al sentire la sua risposta:

“Non hai mai parlato del Processo con I tuoi genitori?” 
“Temo di no. Non ho molti ricordi di loro… immagino che nel vostro piccolo mondo perfetto non accada, ma in quello reale alcuno non hanno i mezzi per prendersi cura dei propri figli, così pensano bene di abbandonarli.” 

Theodore si strinse nelle spalle, continuando a parlare con un tono piuttosto neutro mentre la sua esaminatrice lo osservava con attenzione:

“Quindi come sei cresciuto?” 
“Ho imparato a cavarmela. Alcuni devono crescere più in fretta di altri.” 


“Quindi speri di passare il Processo per avere, finalmente, una vita più semplice?” 
“Forse non più semplice, solo più serena. Voi volete elementi validi, no? Che contribuiscano attivamente alla “prosperità” della vostra parte. Io sono abituato a non stare mai con le mani in mano.” 

Il Corvonero si strinse nuovamente nelle spalle, distogliendo gli occhi blu dal volto dell’esaminatrice, che annuì distrattamente prima di restare in silenzio per qualche istante. E poi, mentre Theodore quasi pregava mentalmente, parlò di nuovo:

“Idoneo.” 


*


“Pensi di passare la selezione? Onestamente.” 
“Ovviamente sì, altrimenti credo che non sarei seduta qui, di fronte a lei.” 

Erza sfoggiò un piccolo sorriso mentre, seduta con le gambe accavallate, teneva gli occhi fissi sul volto del sul esaminatore, apparemete rilassatissima e piuttosto a suo agio:

“Quindi credi di arrivare fino in fondo?” 
“Sì. Insomma, il nostro scopo, ora, è convincervi che siamo in grado di andare avanti nel Processo, di essere “degni” dell’Offshore. Come si può convincere qualcuno di qualcosa se per primi non ci si crede? Se non ne fossi convinta, non starei nemmeno qui a farle perdere tempo.” 

La Serpeverde si strinse debolmente nelle spalle e l’uomo le sorrise appena, quasi come se truccasse le sue parole divertenti:

“E perché dovresti arrivare nell’Offshore? Che cosa ti rende diversa e superiore a così tanti altri ragazzi della tua età?” 
“Suppongo che sarete voi a dirlo, se deciderà di farmi andare avanti.” 


Un paio di minuti dopo Erza si alzò con un sorriso soddisfatto stampato sul bel volto, attraversando il corridoio e superando tutte le sedie dove gli altri candidati stavano subendo il colloquio dopo che il suo esaminatore l’aveva decretata “idonea”.

E il suo sorriso non potè che aumentare quando, giunta nell’enorme sala, ovviamente quasi interamente bianca, si trovò davanti ad una ragazza decisamente familiare, che le sorrise quando la rossa le si avvicinò:

“Ero sicura quasi al 100% che ti avrei vista qui.” 
“Anche io, in effetti… e non è stato neanche troppo difficile, non credi Pippy?” 


*


“Come ti immagini l’Offshore? Voi non l’avete mai potuto nemmeno vedere.” 

“Non saprei.” Margaret sfoggiò un sorriso tirato, stringendosi nelle spalle prima di parlare di nuovo, sforzandosi di apparire il più rilassata possibile:

“Credo molto… pulito. E pieno di verde… un bel posto.” 
“Che cosa daresti per vederlo?” 

“Tutto. Cresciamo con quest’unico obbiettivo, al di là della scuola, al di là di tutto… c’è questo. Il Processo, e l’Offshore.” 
“C’è qualcuno della tua famiglia nell’Offshore?” 

“No, I mie fateli non sono passati… io spero di essere diversa.” 
“E l’idea di non vederli più ti rattrista?” 

Margaret annuì, facendo attenzione a non distogliere lo sguardo dagli occhi dell’esaminatrice, mantenendo il contatto visivo: sapeva benissimo quanto quella domanda avrebbe inciso sulla sua decisione di farla passare o meno e doveva mostrarsi il più sicura possibile:

“Sì, certo. Ma la mia vita dipende da questo… ed è più importante. Non tornerei indietro.” 
“Se passassi non saresti tentata di farlo?” 

“No. È la mia vita… e vale più di tutto. So per certo che loro la pensano allo stesso modo, sarebbero felici per me.” 


*


“Hai lasciato qualcuno di molto importante per il Processo? Qualcuno a cui tieni molto.” 

“Mia sorella minore.” 
Noah annuì leggermente, cercando di ignorare il groppo che gli si stava formando in gola mentre la sua esaminatrice continuava a studiarlo con un paio di penetranti occhi scuri:

“E se passerai non potrai rivederla per un po’… se va bene, finché non passerà il Processo a sua volta.” 
“È quello che speriamo, ovviamente.” 

“Ha qualcuno che si prende cura di lei?” 
“Sì, ma preferirei comunque averla con me.” 

“E se non dovessi rivederla, nell’Offshore… ti sfiorerebbe l’idea di tornare indietro per lei?” 

Sì, che mostro sarei se dicessi il contrario? 

Era ciò che pensava ma, Noah lo sapeva, non era quella la risposta corretta da dare, non in quel momento. 
Così si costrinse a scuotere il capo con un cenno quasi impercettibile, parlando con un tono neutro senza battere ciglio:

“No. Se dovessi entrare nell’Offshore sarebbe quella la mia vita… I miei primi 21 anni diventerebbero solo una piccola parentesi.”

“Una parentesi che dimenticheresti?” 
“No. La ricorderei per non scordare mai com’era la mia vita prima di avere la fortuna e il merito di averne una migliore.” 


*


Quando aveva messo piede nella stanza aveva dovuto trattenersi dall’iniziare a saltare per la gioia o saccheggiare la grande quantità di cibo che, probabilmente, aspettava I candidati che avrebbero superato la scrematura dei colloqui: si era trovato in una specie di “mensa” quando aveva lasciato il corridoio e ora, seduto su una sedia, non faceva che sorridere, gli occhi fissi sull’apertura del muro da cui uscivano i candidati “idonei” e sperando di vedere Jeremy raggiungerlo. 


Era a dir poco euforico di essere passato, sapeva di essere solo all’inizio ma era comunque un passo in più verso l’obbiettivo finale… anche se, lanciandosi un’occhiata ai piedi, non poté fare a meno di odiare profondamente l’organizzazione del Processo per averli costretti a cambiare vestiti: già rimpiangeva profondamente i suoi amati anfibi.

Il Grifondoro, mentre gran parte dei candidati che lo circondavano stavano conversando tra loro, forse ipotizzando la prima vera prova o interrogandosi a vicenda sulle domande subite durante il colloquio, era seduto in un angolo ad aspettare, ma non era l’unico: una ragazza bionda era impegnata nella sua stessa operazione, tanto che, per distrarsi, ke si rivolse con un lieve sorriso:

“Speri di vedere qualcuno?”
“Già… I miei migliori amici.” 
“Anche io.” 

Kay abbozzò un sorriso, annuendo mentre Mairne, anche lei seduta su una sedia, continuava a pregare mentalmente, sperando di vedere Lilian e Noah uscire… Era stata raggiunta solo da Milo, fino a quel momento. 


“Immagino che sarà difficile… insomma, quante probabilità ci sono di riuscire a passare insieme a qualcuno a cui tieni?” 

Alle parole del ragazzo Mairne si rabbuiò, annuendo leggermente mentre abbassava lo sguardo, fissando gli occhi chiari sui propri piedi:

“Molto poche, ma io ci spero comunque. Sarebbe bello.”

Avevano passato ore a fantasticare sull’Offshore, lei e Noah… a scuola, sul treno, quando passavano un po’ di tempo insieme tra una lezione e l’altra. Fantasie che erano andate facendosi sempre più vacillanti da parte di Noah, come se crescendo avesse iniziato a vedere quel luogo come un’immagine utopistica e irraggiungibile… ma per lei non lo era e continuava a sperare ardentemente di poter vivere nell’Offshore, magari proprio accanto al suo migliore amico. 

Faticava molto, ormai, ad immaginare la sua vita senza Noah. 


E per questo motivo quando lo vide oltrepassare quella soglia un’enorme sorriso spontenaoe le si dipinse sul volto, alzandosi subito dopo per correre dal Grifondoro e quasi travolgerlo con un abbraccio:

“Ce l’hai fatta! In realtà ne ero sicura, hai una faccia troppo adorabile per non farti passare… sono davvero felice.” 

Anche Noah sorrise mentre, annuendo, ricambiava la stretta, lasciando che i capelli color grano della ragazza gli solleticassero il volto:

“Anche io sono felice di vederti qui Mairne… e di essere passato, ovviamente. In realtà cominciavo a non sperarci più, ad un certo punto pensavo mi avrebbero mandato via a calci. Hai visto Milo?” 
“Sì, è qui in giro, vai a cercarlo, io aspetto Lily.” 


Quando Noah, dopo averle rivolto un ultimo sorriso, si fu allontanato la bionda si rivolse a Kay, sorridendogli allegramente:

“Serpeverde che anche il tuo amico ce la faccia. A proposito, sono Mairne, molto piacere.” 
“Kay Arik Platinum. E sì, lo spero tanto anche io.” 


Pochi minuti dopo, mentre Mairne aspettava e sperava di vedere anche Lilian, Kay si ritrovò effettivamente a sorridere a sua volta, alzandosi quando vide Jeremy per andare incontro al Corvonero e sorridergli:

“Sei passato! Insomma, non avevo dubbi su di me, ma su di te sì, qualcuno…” 
"Ti ringrazio sentitamente Kap, sempre in vena di complimenti verso il tuo migliore amico.” 


*


“Che cos’è quella collana?” 

“Come?” 
“Ho notato che la sfiori spesso.” 

Lilian, a quelle parole, allontano le mani dal ciondolo che indossava quasi come se l’avesse scottata, deglutendo prima di parlare:

“Sì, ci tengo molto.” 
“Allora presumo sia un regalo.” 
“Di mia sorella minore… è una specie di portafortuna, per me.” 

Lilian annuì distrattamente, abbassando lo sguardo e cercando di non pensare a quando aveva dovuto salutare tutti i suoi fratelli, oltre che ai genitori: essendo la maggior era stato molto difficile per tutti, specialmente quando Lindsay, che quello stesso giorno sarebbe andata ad Hogwarts per la prima volta, aveva iniziato a piangere a dirotto. 


“Hai molti fratelli?” 
“Siamo in sette, io sono la maggiore.” 

“Per I tuoi genitori non deve essere semplice… e nemmeno per te, immagino.” 
“No, non è mai stato facile, ma voglio molto bene ai miei fratelli. Spero di passare anche per loro, per non essere più un peso.” 

Lilian si strinse nelle spalle e il suo esaminatore annuì, esitando prima di parlare di nuovo:

“Toglila. Togli la collana e lasciala sul tavolo.” 
“Perché?” 

La ragazza strabuzzò gli occhi, sollevando istintivamente una mano per portarsela al ciondolo, sfiorandolo con le dita e ripensando al sorriso allegro con cui la piccola Lindsey glie l’aveva regalata, sostenendo che fosse “la sua sorellona preferita”. 

“Hai detto che non vuoi più essere un peso per la tua famiglia… se passerai il Processo, se vivrai nell’Offshore, dovrai tagliare i ponti con loro. Fammi capire se ci tieni davvero, se l’Offshore è davvero importante per te.” 
“Certo che lo è.” 

“Allora fallo: inizia a tagliare i ponti.” 


Lilian esitò, guardando l’uomo che aveva di fronte come a volersi assicurare che non stesse scherzando. Ma il suo esaminatore non battè ciglio e la ragazza capì che sì, doveva farlo. 

Così, dopo qualche secondo, sciolse con dita quasi tremanti il nodo è lasciò la collana sul tavolo, guardando il ciondolo a forma di stella e scusandosi mentalmente con la sorellina. 


“Idonea.” 


*



Quando mise piede in quella che classificò come una specie di “mensa” la prima cosa che Louella fece fu guardarsi intorno per cercare qualche traccia di Margaret, sorridendo con evidente sollievo quando posò gli occhi sull’ex compagna di scuola:

“Meggie, sono felice di vederti… è un sollievo averlo passato, ne hanno eliminati già quasi una ventina.” 
La Grifondoro si avvicinò all’amica, che annuì e le sorrise a sua volta, visibilmente sollevata:

“Ho intravisto anche Kay poco fa, è passato anche lui… speriamo solo di durare, a questo punto.” 
“Pensa positivo, ce la caveremo. Ora… che cosa ci facciamo qui?” 

“Immagino che ci diranno che cosa fare quando tutti avranno finito, ossia a breve, penso, non sono rimasti in molti.” 


Margaret si strinse nelle spalle mentre, a pochi metri di distanza, Lilian andava incontro a Mairne con un enorme sorriso stampato sul volto e anche Nymphea accoglieva Berenice in un sorriso, avvicinandosi all’amica:

“Hey… com’è andata?” 
“Bene, a quanto sembra… sono piuttosto sollevata, mi sembra di aver perso un macigno che mi premeva lo stomaco.”

“Lo immagino. Il primo passo è andato, ora cerchiamo solo di non farsi buttare fuori tanto in fretta. Vieni, andiamo a sederci.” 

Nymphea sorrise prima di prendere l’amica sottobraccio e condurla verso un paio di sedie vuote, sinceramente sollevata che anche Berenice fosse riuscita a passare il colloquio. 
C’era solo da chiedersi che cosa avrebbero dovuto affrontare in seguito. 


*


“Vedo che ce l’hai fatta.” 
“Speravi forse di non vedermi?” 

Alastair prese posto accanto a Theodore, tra lui e Kieran, rivolgendo un lieve sorriso all’amico alla sua domanda:

“No Theo, sono felice di vederti… Phoebus è ancora dentro, Kier?” 
“Sembra di sì… o almeno lo spero.” 

“Io spero ne abbiano eliminati parecchi… sono sempre avversari in meno.” 

Theodore inarcò un sopracciglio, continuando a tenere le braccia conserte e gli occhi fissi sull’apertura ad arco del muro da cui entravano i candidati che avevano superato i colloqui, mentre Kieran e Alastair facevano altrettanto, sperando di vedere Phoebus. 

E quando videro effettivamente il Serpeverde lasciare il corridoio con un sorriso soddisfatto sul volto Kieran gli rivolse un cenno, sorridendo a sua volta con aria sollevata:

“Cominciavo a tenere che ti avessero sbattuto fuori a calci, sai?” 
“Come puoi pensarlo Night, non possono certo farsi sfuggire un elemento come me… ma sono felice di vedervi tutti. Penso che ci divertiremo.” 


*


“Perché vuoi passare il Processo?” 
“Per lo stesso motivo per cui l’ha voluto lei a suo tempo, immagino: avere una vita migliore. Scoprire cosa c’è dietro quella barriera che nessuno può oltrepassare.” 

Zavannah si strinse leggermente nelle spalle, parlando con un tono piuttosto rilassato mentre il suo esaminatore annuiva distrattamente, continuando a studiare il volto della bionda:

“E sei disposta a tutto pur di riuscirci?” 
“Immagino di sì.” 
“L’Offshore è persino più importante della vita che hai condotto fino ad ora? Già sai che la perderai.” 

“Ovviamente… bisogna fare una scelta. E se ne avrò l’occasione, io sceglierò di coglierla.” 

“Quindi non ti frena nemmeno lontanamente l’idea di perdere la tua famiglia, i tuoi amici… magari il tuo fidanzato?” 
“Non mi frena. E non ho comunque più un fidanzato. Non mi dispiace l’idea di ricominciare.” 

La Tassorosso si strinse nelle spalle, giocherellando distrattamente con il bordo della maglietta grigia che indossava mentre il suo esaminatore inarcava un sopracciglio:

“Quindi è solo questo? Solo voglia di provare qualcosa di nuovo? Bisogna volerlo davvero, Zavannah, c’é chi ucciderebbe per poter vivere nell’Offshore. Sono qui da anni, e ho visto ragazzi togliersi la vita dopo essere stati eliminati.” 
“Beh, mi dispiace per loro… io non reagirei così male, la mia vita non sarebbe comunque finita, ma voglio cambiare, esattamente come gli altri. Voglio qualcosa di migliore per me stessa.” 

E per renderti fiero di me, Jared


*


Hailey era seduta su una sedia, gli occhi fissi sul ristretto gruppo di esaminatori che stavano parlando a bassa voce in un angolo, tenendosi alla larga dal brusio creato dai candidati. 
La Corvonero si stava chiedendo che cosa sarebbe successo a quel punto, ora che I colloqui erano praticamente terminati, quando una familiare ragazza dai capelli scuri le si avvicinò, sorridendo leggermente:

“Vedo che ce l’hai fatta anche tu Ley…” 
“Pare di sì. C’era qualcun altro prima di te?” 

Hailey puntò gli occhi su Alethea che, in piedi di fronte a lei, si limitò a scuotere il capo:

“Solo un ragazzo e una ragazza, ma entrambi sono stati scartati… l’ultima ad essere passata sono io, abbiamo finito.” 

Hailey annuì, sinceramente sollevata che quell’attesa estenuante fosse cessata: lei era stata tra I primi ad entrare e prima era seduta lì da parecchio, anche se non sapeva che ore fossero vista l’assenza di orologi nei paraggi. 

Alethea fece per prendere posto accanto a lei quando si bloccò e la sua attenzione si catalizzò su uno degli esami tori, che si era appena schiarito sonoramente la voce:

“Congratulazioni per aver superato i colloqui, candidati, ma temo che il vostro percorso sia soltanto all’inizio… ora avete un’ora e mezza di pausa per il pranzo e poi ci sarà la prima vera prova, verremo a chiamarvi noi. Siete rimasti in 177.” 


“23 avversari in meno… niente male, immagino.” 
Già… ora ne mancano solo 167.” 









……………………………………………………………………………….
Angolo Autrice:

Buonasera! 
Questa volta ci ho messo meno ad aggiornare, ma mi scuso per non aver risposto a molte delle vostre recensioni… diciamo che le ultime tre giornate sono state molto molto piene, quindi non sono riuscita a farlo, ma vi ringrazio per la rapidità con cui avete commentato il capitolo: più siete veloci a recensire e prima arriva il capitolo successivo, molto probabilmente. Anche se, avendo al momento solo una storia in corso, pensavo di tenere come giorni “fissi” per gli aggiornamenti la domenica e il mercoledì/giovedì. 

Ad ogni modo, alla fine ho deciso di non eliminare nessuno in questo capitolo per darvi modo di iniziare a conoscere più o meno tutti, ma nel prossimo un paio di eliminazioni ci saranno sicuramente, non adagiatevi sugli allori :P

Vi auguro un buon inizio settimana, se il lunedì potrà mai essere buono! 
Signorina Granger 


 

   
 
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