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Autore: Prettybene9816    17/10/2017    0 recensioni
E' il sequel di "Professore, scusi posso amarla?"
Se non avete letto il libro precedente ,non cambia nulla perchè i protagonisti sono diversi, ma per capire meglio il passato e le identità di questi nuovi personaggi, è consigliato di leggerlo.
Farid.
Farid punto e basta, è cosi' che si fa chiamare..non vuole che nessuno sappia il suo cognome, perchè lui stesso rifiuta quel cognome.
Ha vissuto e ha vissuto fin troppo per essere un uomo di soli 24 anni.
Per non pensarci ,si sfoga nel calcio e riesce a diventare ben presto un calciatore di fama mondiale,ma questo non gli basta .
Lui è sbagliato e anche la sua vita è sbagliata ed è maledettamente attratto dal peccato, perchè il peccato non si rifiuta mai.
Una caratteristica di lui?
Non ha paura di morire, ha paura di vivere.
*****************************************
Kemal.
Kemal Cortada.
Un rifiuto umano si soprannominava.
Cresciuto da terroristi che hanno sempre voluto da lui la violenza.
La sovrana violenza.
Dopo trent'anni ritrova suo fratello e finalmente viene a scoprire tutta la verità ma..lui è Kemal.
Il Kemal che è cresciuto nel male e che non conosce altro.
Una caratteristica di lui?
Convive con la solitudine e ama la sua gatta Luna.
Irrazionalità, piacere,
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Ignoti nulla cupido. Di ciò che non si conosce, non c'è desiderio. KEMAL' S POV: "No! No! E no!" Grida il professore di chimica. Mi guarda severo indicando la formula errata che ho scritto. Lo guardo male ma ci riprovo lo stesso.. Anche la pazienza non è tra le mie corde. "Neanche questa! Disastro! No!"grida ancora. Forse più del dovuto. "Ma lei non.." "Non ha studiato neanche oggi! È mai possibile che.." Ma muori. Scaravento per terra la penna e il quaderno e rialzandomi, esco dalla stanza ,borbottando "Vaffanculo " Lo sento gridare così tanto da far tremare le pareti della villa e far spaventata Keyla. Ennesima cameriera con vestiti succinti e intenzioni chiare. Penso che Omar le abbia recuperate tutte da un bordello. Keyla come previsto si riprende in un nano secondo e mi guarda mordendosi il labbro. Non le basta mai dio. "Ciao Keyla, come va?"chiedo appoggiandomi allo stipite della porta che pulisce, incrociando le gambe. "Buongiorno signore, mi sento carica"risponde squadrandomi da capo a piedi. Mi lascio sfuggire un sorrisetto che poi fungo per colpo di tosse e dico "Perfetto, ti servirà per pulire tutte queste porte" "Certo" dice semplicemente lei continuando a mangiarmi coi occhi. Annuisco con la testa e mi scrollo dallo stipite per andare in cucina ma lei si para di fronte a me e chiede 'Non le serve altro?" "Per ora no" dico sorridendole. Lei mi sorride a sua volta e io sorpassandola , vado dritto in cucina. In cucina non c'è fortunatamente nessuno e io aprendo il frigo, cerco la birra. Dopo l'episodio di chimica mi serve proprio. La trovo e poggiandola sul bancone, apro un cassetto in cerca di un cavatappi. Cambiamo così tante case che ogni volta è come una caccia al tesoro. Per ora siamo dispersi nel nulla in Olanda. Non ho idea di che città o paese ma l'importante è che sia più lontano possibile da Cuba. Sono passati 3 lunghi anni e Omar sembra aver tenuto parola alla promessa . A mia volta l'ho tenuta anch'io. Non ho mai provato a scappare o a mettere il muso fuori. Mi sono sempre spaccato la schiena seguendo i loro ordini e standomene al posto mio.. Almeno fino a cinque minuti fa. "Ma dove cazzo è? "Borbotto aprendo e chiudendo cassetti inutili. Sento qualcuno poggiare qualcosa alle mie spalle e girandomi vedo una ragazzina scura con capelli ricci neri e l'uniforme succinta per le cameriere che posa altre bottiglie di vetro sul bancone e borbotta seccata. È buffa. "Che hai da guardare? Eh?"chiede la ragazzina spiccata all'improvviso. Perbacco. "Non posso guardare adesso? "Chiedo alzando un sopracciglio. "Non pensarci neanche di venire a letto con me. Non sono come tutte le altre" Mi rimprovera lei mentre si fa una coda ai capelli. "Questo l'ho capito e..Io non stavo pensando a venire a letto con te" dico sbuffando. "Non si direbbe da come mi guardavi" borbotta lei. "Perche? Come ti guardavo? " "Come se volessi portarmi a letto, é chiaro " "Io non ti volevo portare a letto" dico perplesso. "Allora perché eri fermo come un baccalà a fissarmi?"chiede lei finendo di farsi la coda e afferrando delle bottiglie. "Sei l'unica che non vuole fare sesso o non mi guarda come se fosse pronta solo a soddisfarmi " rivelo. "Te l'ho detto. Non sono come tutte le altre" dice lei buttando le bottiglie. "Quanti anni hai? Sembri molto piccola rispetto alle altre" chiedo curioso. Lei sta in silenzio come se non avesse voglia di parlarmi e io rigirandomi, ricomincio a cercare il cavatappi. Non capisco perché ho voluto parlare con una persona.. Non l'ho più fatto da nuvola. "Che cerchi? "Chiede lei alle mie spalle. Mi sto zitto ricambiando il suo silenzio precedente ma dopo due minuti lei mi posa in mano un cavatappi e mormora "16 appena fatti" La guardo sorpreso e dico "Ma sei troppo piccola per per.." "Lo so. In realtà prendevano solo ragazze adulte e che sapessero bene il fatto loro, in qualche maniera devo mangiare quindi ho detto di essere adulta e mi hanno subito presa" dice lei appoggiandosi al bancone. "Ad occhio si vede che non sei adulta " "Sarà il signore che mi ha assunta cieco allora" dice lei divertita. Sorrido anch'io e aprendo finalmente la birra , ne bevo immediatamente la metà mentre lei continua a buttare bottiglie di vetro. "Ti devo ricordare io che tra mezz'ora sarà ora di pranzo e non ti conviene presentarti ubriaco?" Dice lei dandomi le spalle. Alzo gli occhi al cielo e dico "Non pranzerò, non ne ho voglia" "Come se tu potessi non presentarti "dice lei distrattamente. Io alzo un sopracciglio e prima che io parli, lei dice "Non ci vuole un genio per capire che il capo é un tipo rompiballe che vuole che sia tutto perfetto e tutti i suoi soldatini siano al loro posto" Tipa attenta. "Da quanto sei qui? Non ti ho mai vista" dico sedendomi sul bancone. "Forse sono io che non volevo essere vista da te..Comunque da più o meno un mese"dice lei prendendo un panno e facendomi il segno di scendere dal bancone. Scendo lasciando che lei pulisca e chiedo curioso "E prima dove lavoravi?" Lei fa una smorfia e dice spruzzando dello sgrassatore "Diciamo che non sono affari tuoi" Alzo una mano divertito e dico "Non sia mai!" Anche lei ridacchia divertita e fa il giro del bancone per pulire. "Come ti chiami?"chiedo buttando la bottiglia di birra. "Diciamo che anche questi non sono affari tuoi" dice lei facendomi scoppiare a ridere. Faccio per dire il mio nome ma a quanto pare qualcunaltro decide di dirlo gridando "Kemaaalll !!" Lei fa una smorfia dispiaciuta e mormora "Paparino si è incazzato.." "Sei troppo piccola per le parolacce "dico io invece. "Vieni immediatamente qui!!!" Continua a gridare Omar. "E tu troppo grande per andare in punizione "dice lei lavando il panno. Sbuffo e decido di uscire dalla cucina "Ti prego portami il pranzo in camera..Sto morendo di fame" mormoro prima di uscire. "Cosa? Sei impazzito? Vuoi farmi licenziare?!" Sbotta lei. "Che musica ascolti?"chiedo improvvisamente. Lei mi guarda perplessa ma risponde "Amo la musica francese, il trap o.." "Dovrei avere l'ultimo album di Stromae, potrei fartelo ascoltare, so che qua è proibito ascoltare musica e non avrai con te nessun disco " dico indicando la casa. Lei mi guarda male ma cede e dice " Se mi licenziano ,ti spedisco a Bratislava e scommetto che non sai neanche dove si trova" Scuoto la testa divertito e dico "Capitale di Slovacchia, ho 10 in geografia. Ci vediamo a pranzo " per poi uscire definitivamente dalla cucina. Sento ancora le urla di Omar ma con calma salgo le scale. Urla così spesso che ormai ci sono abituato. Raggiungo il corridoio e faccio per bussare alla porta ma Keyla mi raggiunge e mi sorride maliziosa. Allontano il pugno dalla porta e chiedo "Ti serve qualcosa Keyla?" Lei mi guarda perversa e afferrandomi per mano, mi fa segno di seguirla nella lavanderia. Mi faccio trascinare da lei e una volta che chiude la porta, la sento aprire la fibbia della cintura e sbottonarmi i jeans. È sempre così efficiente. Abbassa immediatamente i jeans e la sento gemere quando si accorge che sotto non ho boxer e ha il via libera. Gemo anch'io quando lavora per bene con la bocca e la lingua e quando sono a un passo dal venire, la faccio rialzare e mettendola a novanta, la penetrò immediatamente. Lei mugola di piacere mentre io dopo poche stoccate vengo e continuo a penetrare finché viene anche lei. Quando abbiamo finito mi rialzo immediatamente i jeans e aggiustandomi la patta, lascio una sculacciata a Keyla in segno di ringraziamento per poi uscire dalla lavanderia. Mi riavvio i capelli che sono cresciuti sproporzionatamente in questi vent'anni e schiarendomi la voce, busso alla porta di Omar. Spero solo che abbia sentito che ho appena scopato nella stanza accanto al suo studio. Lui grida di venire avanti e io entro tranquillamente. "Ah sei tu"dice lui come se si fosse dimenticato che ha urlato per tutta la casa il mio nome. "Hai urlato come un pazzo il mio nome meno di un minuto fa" Gli ricordo. Lui mi fulmina immediatamente con lo sguardo e lanciandomi il quaderno di chimica, chiede severo "Mi spieghi dove vuoi arrivare con questo atteggiamento? " Mi butto sulla poltrona davanti a lui e dico seccato "È quello stronzo che non mi lascia in pace. Non mi dà neanche il tempo di ragionare che inizia a gridare come un idiota" Omar mi guarda sempre più severo e dice "Modera questo linguaggio Kemal." "È la verità..è uno stronzo" "Kemal!"sbotta lui battendo un pugno sulla scrivania. Lo guardo divertito e lui dice "Non ti azzardare mai più a fare una cosa del genere. Tu devi portare rispetto ai tuoi insegnanti! " Chiudo gli occhi esasperato e chiedo rialzandomi "Ok..Qual'è la punizione? Non posso pranzare? Devo pulire le stalle? Devo levare il letame e togliere le erbacce?" "Kemal questo tuo tono di parlarmi non mi piace per niente "Mi avverte lui. Io mi scaldo troppo e appoggiandomi alla scrivania , sibilo "E a me invece avete tutti rotto il cazzo" Omar mi guarda scioccato e grida "Portami rispetto subito!" "Ma vaffanculo "borbotto riavviandomi i capelli e decidendo di uscire dalla stanza. Mi sono proprio seccato. Faccio per aprire la porta ma Omar mi lancia qualcosa e quando mi volto per insultarlo pesantemente, mi paralizzo. "Guarda che fa, studia. Potresti prendere esempio da lei" dice lui mentre io mi abbasso per prendere la foto e la fisso . È una ragazza di spalle che studia in biblioteca con una coda ai capelli lunghi castani e le è scivolato il cardigan sulla spalla sinistra che rivela una voglia a forma di Nuvola. "Non è possibile..non..lei.."Farfuglio col cuore in gola. Osservo la linea del collo delicata , la sua mano destra che sorregge la testa e la pelle lucida sulla spalla sinistra. Gliela bacerai tutta. Che divinità è diventata? Alzo lo sguardo a Omar e dico con voce furente "Mi avevi promesso che non l'avresti cercata! " Lui fa un sorriso divertito e dice " Ogni tuo gesto avrà una conseguenza. Sappilo" Stringo in un pugno la mano libera e sibilo "Me lo avevi promesso." "Tu pure hai fatto promesse che non hai tenuto" risponde lui. Sono sul punto di strozzarlo ma mi calmo e dico a denti stretti "Non sono mai scappato. Non ho mai disobbedito a tutti voi, non ho mai.." "Non mi pare che tu ti sia comportato da studente modello adesso" Mi zittisce lui. "Non è giusto quello che mi stai facendo" Gli ringhio. "Tu devi essere grato del fatto che non l'abbia ancora sgozzata" Non ci vedo più e sporgendomi sulla scrivania, lo prendo per la tunica per poi sibilare "Giuro sulla mia anima che se le torcerai anche solo un capello, faccio una cazzo di strage mi hai capito ?" Omar nonostante tutto mi guarda un po' intimorito e dice "Se non mi lasci immediatamente, sarò costretto a farlo" Lo guardo ancora un po' minacciosamente per poi lasciare la presa e raggiungere veloce la porta prima che lo sgozzi io. Esco sbattendo la porta e mi precipito in stanza. Mi accascio contro la porta e gli occhi cadono immediatamente sulla foto. Tocco con le dita tutta la sua figura e un conato improvviso di vomito sale. Mi hanno in pugno. Se faccio solo un passo sbagliato, lei è.. Mi alzo subito ed entrando in bagno, mi affaccio al water per poi vomitare. Vomito tutta la birra e la poca colazione di stamattina. Vomito tutta la nausea di questa situazione. Vomito perché non possono toccarmela. M'incazzo solo perché le hanno scattato una fottuta foto! Mi appoggio al water e guardo il soffitto esausto. È viva. E se avessero usato un photoshop? La voglia sembrava essere sua poi.. I capelli erano ramati come quando li aveva da piccola. Solo erano molto più corti di adesso. Riafferro la foto che non ha mai lasciato la mia mano e continuo a guardarla di spalle mentre è concentrata su un libro e la spalla denudata distrattamente, mi fa venire voglia di leccarla tutta e assaporare ogni centimetro di quella pelle così lucida e..così morbida solo a guardarla. Maledico il fotografo che non le abbia scattato una foto in faccia e abbasso lo sguardo alla voglia. È marroncina quasi violacea e sfuma di poco come una nuvola. È proprio quella. Tocco con le dita la sua voglia e mi soffermo al suo accenno di seno. Ha un seno abbondante,quasi una terza e la canottiera color crema le accarezza perfettamente quella dolce curva. È fatta grande. A occhio posso dire che ha sedici o diciassette anni. È una ragazza ormai non più la mia bimba. Mi alzo lentamente e appoggiandomi al lavandino, mi lavo dallo schifo del vomito e quando mi sto strofinando la faccia con un panno, inizio a piangere. Non lo faccio da molto,troppo tempo ma in questo momento sto morendo di paura. Se è veramente lei, Omar e gli altri l'avranno sempre sott'occhio e questo significa che un mio solo passo falso, può essere fatale per lei. Mi sono già dannato per anni per essermi alzato quella notte per cercare acqua e adesso se penso che per un mio capriccio, potrebbero farle seriamente del male, mi viene di nuovo da vomitare. Non è possibile che la vita sia così ingiusta. Perché martoriare così delle persone? Vogliono vedere a che punto arriviamo? O a che punto cediamo? Che grande presa per il culo è la vita. Prima ti dà e poi ti toglie nella maniera più crudele possibile. A questo punto avrei preferito non incontrare mai nuvola . Lei avrebbe una vita al sicuro e io sarei ancora spensierato anziché andarmene in giro a scopare immaginandomi ogni santa volta lei sotto di me. Sento improvvisamente bussare ma neanche il tempo di riprendermi che sento la porta aprirsi e rinchiudersi immediatamente. Che cazzo vuole ancora Omar? Esco di scatto dal bagno e faccio per cacciarlo dalla stanza ma mi ammutolisco nel vedere che è la ragazzina di prima e sta poggiando un vassoio col mio pranzo sul mio comodino. Si gira per andarsene accorgendosi che non c'è nessuno ma si paralizza a vedermi davanti alla porta del bagno. Scende con gli occhi a vedere l'asciugamano che stringo in mano e mormora "Ho sentito la vostra litigata..Ti ho solo lasciato il pranzo e capisco se non hai voglia di farmi ascoltare il nuovo album di.." "No..Resta "dico chiudendo la porta del bagno. Lei si abbassa a disagio la sua uniforme troppo corta e io afferrando dal letto una mia felpa, gliela lancio. Lei non si fa pregare e la indossa immediatamente. Non le andava proprio bene l'uniforme. Non ringrazia ma si limita a fissarmi e io fuggendo dal suo sguardo, vado alla ricerca dell' album di stromae. Tempo fa ho stretto un accordo con Ahmed che se avessi frequentato i suoi corsi di combattimento, avrei avuto la possibilità di tenermi in stanza qualche album musicale. Lui all'inizio era titubante perché contrariato al fatto che non mi accontentassi di ascoltare il corano ma poi ha ceduto. So giocare bene le mie carte. Trovo subito l'album di Stromae e inserendolo nello stereo, faccio partire la prima canzone. La stanza è insonorizzata ,tutte le mie stanze sono insonorizzate. Omar non ne poteva più di sentirmi piangere e forse perché preferiva non essere svegliato dalle urla della mia scopata ogni mattina. Ha fatto bene. La ragazzina si illumina e correndo allo stereo, si eclissa nelle note di Stromae. Io mi allontano lasciandole spazio mentre mi siedo sul letto e afferrando il mio panino, incomincio a mangiare. Sembra che sappia i miei gusti perché ha fatto un panino con mozzarella, pomodori e origano. Stando qua ho sempre imparato a mangiare sano tranne quelle volte in cui mi scappa qualche barretta di cioccolato. Prendo pure il succo di pera e alternandomi col panino, finisco subito di mangiare. La ragazzina intanto non si è mossa dallo stereo e io la guardo stranito. Allora davvero voleva solo ascoltare Stromae.. Ero convinto che con la scusa di stromae si sarebbe prestata anche lei alle mie esigenze. A quanto pare non sono tutte così. Lei come se sentisse il mio sguardo su di lei, si gira e dice "Oh certo..Mi sono scordata di ringraziarti. Non posso permettermi il nuovo album e avevo sentito solo alcune canzoni che aveva messo su youtube" Poso il bicchiere di vetro vuoto sul vassoio e dico "Te lo regalo, io posso procurarmene altri mille" Lei spalanca gli occhi e chiede "Davvero? Cioè..posso davvero?" Io annuisco la testa mentre lei mi sorride e abbassa leggermente il volume. Continuo a fissarla mentre lei mi indica col mento la mano sinistra e chiede "Lei chi è? Stringi la foto come se fosse la tua ancóra di salvezza" Abbasso lo sguardo alla mia mano che stringe la foto e girandola in modo che non la possa vedere, dico "Nessuno.." Lei mi sorride improvvisamente e dice "Va bene se non vuoi dirmelo ma a me sembra che sia molto importante per te" La guardo ancora perplesso e chiedo "Perché lavori così piccola? La tua famiglia è tanto povera da non poterti mantenere?" Lei si gira scuotendo la testa ed estraendo il cd dallo stereo, dice "Non ho una famiglia..Sono io la mia famiglia " per poi mettere il cd dentro l'album e chiudere lo stereo. Mi rivedo molto nelle sue parole e chiedo "Come? Sono morti?" Lei si toglie la mia felpa e mormora porgendomela "Non lo so sinceramente..nessuno mi ha mai detto nulla" Cosa? "Ma com'è possibile..tu.." "Devo andare, grazie per questo" Mi zittisce lei sventolando l'album. Io la seguo con lo sguardo mentre afferra il vassoio ed esce dalla stanza. Faccio per uscire anch'io per sgranchirmi le gambe e quando apro la porta, sento delle voci dal corridoio. "Si signore, mi dica" dice la ragazzina. M'immobilisco ad ascoltare e sento la voce di Ahmed che dice "Da domani sarai trasferita in Francia. Partirai stanotte alle 2 quindi fatti trovare pronta con le valigie entro mezzanotte, hai capito?" "Si sgnore" dice automaticamente lei. Non sento più nulla e quando mi affaccio vedo Ahmed entrare in studio e la ragazzina scendere le scale. Peccato. Mi sarebbe piaciuto instaurare un rapporto d'amicizia con lei. Decido di rientrare in stanza e togliendomi le scarpe,mi metto sotto le coperte. Prendo fuori dalle tasche la foto e poggiandola al fianco della mia guancia, sorrido. "Sogni d'oro piccola nuvola" mormoro prima di chiudere gli occhi , portandomi la foto all'altezza del cuore. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Oggi. "Non mi sembra il caso Ilaria..Non sono a casa mia e mi sento a disagio" mormoro mentre lei mi trascina per un corridoio e aprendo una porta, mi trascina dentro. "Sono stata parecchie volte a casa di Massimiliano..qua non può entrare nessuno e..Se facciamo veloce, non se ne accorgerà nessuno" dice lei incominciando a slacciarmi i pantaloni. Siamo appena arrivati insieme dopo l'ennesima imboscata a casa mia e Ilaria vuole il secondo round. Sono sinceramente seccato dal suo atteggiamento e faccio per dirle che vorrei uscire ma lei me lo ha già preso in mano e il secondo dopo me lo prende in bocca. Sembra un'aspirapolvere. Mi appoggio al muro lasciando che lei me lo succhi per bene e quando vengo, lei pretende che la prendi da dietro. "No Ilaria "sbotto irritato rialzandomi boxer e pantaloni. Come mi sia venuto in mente di mettermi una camicia blu scura sotto pantaloni neri eleganti , proprio non so. Lei insiste mentre si sistema i capelli e si ripulisce le labbra dai miei succhi. Le ho sempre detto di tirarsi indietro quando vengo ma lei si ostina a ingoiare tutto. Sbuffo e mentre mi rimetto la cintura hogan ed apro la porta, dico "Non mi va Ila.." Mi paralizzo nel vedere esattamente di fronte a me Massimiliano e Melisa. Melisa scatta a vedere la mia mano che inserisce velocemente la cintura e tanto per peggiorare la situazione esce dietro di me Ilaria che si sistema il rossetto appena messo e sorridendo a Melisa, passa velocemente una mano per sistemarmi i capelli. Mi scosto immediatamente da Ilaria e fulminandola male, sento dire Massimiliano "Quindi manca solo Eleonora" Melisa si schiarisce la voce e lasciandosi la sua gonna di pelle nera, mormora " starà arrivando " La osservo con un top a un quarto di maniche giallo sotto una gonna nera di pelle e ai piedi dei stivaletti sempre di pelle neri. Ha i capelli tirati indietro da due treccioline e sulle labbra un lucidalabbra della stessa tonalità delle sue labbra che serve solo a renderle più lucide e immaginarle mentre si piega e me lo.. "Kemal?" Chiede Massimiliano mentre io scuoto la testa e chiedo "Si? Cosa?" "No..Ho solo detto che potremmo aspettare Eleonora in salone, per te va bene?"chiede lui. Io annuisco con la testa mentre Massimiliano passa una mano sulla schiena di Melisa e la fa passare davanti a me. Faccio spazio ad entrambi ma rischio di soffocarmi con la saliva quando vedo un vertiginoso scollo sulla sua schiena che rivela una una pelle liscia e morbida solo a vederla. La mano di Massimiliano esattamente sulla pelle scoperta, non va. Non va proprio. "Ciao anche a te Melisa" dice Ilaria a Melisa che sta già scappando. Inaspettatamente si gira e raggiungendo Ilaria ,le lascia un bacio sulla guancia. "Ciao Ilaria " dice sorridendole. La cosa mi scombussola un po' perché si è visto chiaramente che siamo usciti dal camerino dopo non un'esplorazione di lavatrici ma rimetto la mia espressione seria e m'incammino verso il salone con Massimiliano. Cosa mi abbia portato a fare tutto ciò proprio non so.. Anzi.. "Ilaria hai portato i documenti che mi hai detto che avresti portato?"chiedo girandomi. Ilaria fruga immediatamente dentro la sua borsa e sventolandomi delle carte, dice "Ecco tutto" La raggiungo per prendere i fogli e dico "Bene allora io posso anche congedarmi..Buona ce.." All'improvviso qualcuno suona e Massimiliano vola ad aprire. Sentiamo fino dal corridoio una voce femminile e Melisa subito s'illumina. "Meli!"grida la stessa voce dietro di noi. Ci giriamo tutti e Meli corre ad abbracciare Eleonora. Ha un semplice tubino color glicine e dei tacchi neri ai piedi. "Questo colore ti dona!"esclama Melisa abbracciandola. Io intanto osservo l'intera schiena scoperta di Melisa e per poco non le vedo le mutandine. Questa dannata gonna di pelle è più corta del dovuto. Se fossi stato Adil, l'avrei rinchiusa in casa finché non avesse indossato un girocollo e delle calze scure sotto la gonna. "Woo! Questo top è quello che abbiamo preso insieme da Zara,vero?" Chiede Ele. "Sii! Anche se qui non copre nulla.." rivela toccandosi la schiena. Avrei voglia di darle ragione per una volta ma mi zittisco e mi riavvio i capelli. Io me ne dovevo andare. "Ciao Ila! "Saluta Ele abbracciando Ilaria. Ilaria ricambia l'abbraccio e si fanno i complimenti per i capelli mentre io cerco di svignarmela ma Ele mi becca e dice "Ciao Kemal, tutto a posto? " Stringo i fogli e dico "Si Eleonora..tu?' "Tutto bene, stai bene vestito con la camicia blu" dice lei con una smorfia per poi aggiungere "Bene ,ho solo un'ora di tempo con voi! Che facciamo?" "Andiamo in sala pranzo che è già pronto tutto!" Dice Massimiliano indicando l'ultima porta del corridoio. "Io andrei.." dico invece incamminandomi ma Ilaria dice "È appena arrivata Eleonora! È solo una cena..dai vieni" "No io in realtà.." "Vai dopo cena, ormai la cameriera ha apparecchiato per cinque e vogliamo che tu ci sia assolutamente "dice con la mano sul fianco di Melisa. Certo. Chissà perché è così gentile mentre la stringe sul fianco. Alzo lo sguardo da quella mano di merda e annuisco con la testa. Ci dovevo pensare prima a rifiutare la cena.. Sempre il solito idiota sono. C'incamminiamo tutti in sala pranzo e vediamo il menù interamente di pesce. Io odio il pesce. Faccio una smorfia con la bocca e becco Melisa a guardarmi divertita ma poi lo maschera per un colpo di tosse Sa perfettamente che mi fa schifo il pesce. Gliel'avevo rivelato a Barcellona quando eravamo ancora.. Cosa eravamo? " Gradite tutti il pesce ragazzi?" Chiede Massimiliano sedendosi accanto a Melisa. Io mi giro verso un mobile per posare i documenti e per evitare di rispondere alle sua domanda stupida. Che cazzo mangio stasera? "Amo il pesce e..Quella è aragosta?"chiede Ilaria.. Ovviamente. Mi rigiro per sedermi e vedo che l'unico posto disponibile è accanto a Melisa a capotavola. Mi siedo a disagio mentre osservo accanto a me sulla destra Ilaria e accanto a Melisa ,Massimiliano. Non ha perso tempo. Ele è di fronte a Massimiliano accanto ad Ilaria e chiede qualcosa di strano a Melisa che le sorride e annuisce. "Prego servitevi pure!" Dice Massimiliano. Guardo con orrore la tavola piena di pesce ma in mezzo a tutto vedo del pane e un'insalata russa probabilmente per accompagnare il pesce. Prendo anche un po d' acqua e mi preparo mentalmente a sopportare questa tortura. Mentre bevo ,Melisa si sporge per prendere delle polpette di granchio e nel farlo un profumo di miele caldo investe le mie narici. Cazzo perché non riesco neanche a tenere a freno le mie narici? Tutti si servono da mangiare e nessuno accuratamente sceglie di non chiedere almeno per il momento perché mangio pane ed insalata. "Quindi Eleonora che cosa fai esattamente?"chiede Massimiliano mentre si porta in bocca un pezzo di pesce spada fritto. "Sto mangiando?"chiede lei perplessa. Tutti scoppiano a ridere e anch' io mi lascio scappare un sorrisetto. "Intendevo nel campo lavorativo"dice lui divertito. "Lo sapevo a cosa ti riferivi " dice Eleonora facendo un sorriso furbo e portandosi un pezzo di gambero in bocca. "Allora perché hai.." "Mi diverto a prendervi in giro" zittisce Massimiliano immediatamente che a sua volta la guarda sorpreso. "Carino da parte tua offendere il proprietario di casa" dice lui non facendogliela passare liscia. "Si ma è pur vero che l'ospite ha sempre ragione " ribatte Eleonora. Massimiliano alza immediatamente le mani in segno di resa ed Ele gli sorride mentre prende il pepe. "Ti assicuro Massi che è dolce" dice Melisa ridendo a lui. "Siamo arrivati a Massi.." borbotto piano mentre spezzo il pane. Massimiliano le passa una mano sulla schiena e accarezzandogliela, dice "È tua amica, non ne avevo dubbi" Io abbasso lo sguardo alla mia insalata mentre Eleonora dice "Seguo il mio mentore che al momento è Ilaria. È una specie di particantato prima di essere a tutti gli effetti un'avvocatessa " " Interessante" dice Massimiliano. "E da dove è nata questa tua passione per la legge?"aggiunge lui. Lei inizia a raccontargli aneddoti ed Ilaria interviene avvolte. Non sia mai che non sia al centro dell'attenzione. Io intanto finisco il mio pane per l'insalata e mangiando solo l'insalata con la forchetta, sento Melisa mormorare "Ilaria mi passi il ketchup?" Ilaria non le dà ascolto e Melisa cerca ancora di attirare la sua attenzione ma invano perché cerca ancora di chiamarla senza risultati. Inizio a pensare che Ilaria lo stia facendo a posta. Afferro il ketchup e in silenzio lo metto di fronte al piatto di Melisa. Non alzo neanche lo sguardo e ritorno a mangiare l'insalata. Il sale non esiste completamente. Sento Melisa mormora un 'grazie' ma faccio finta di non aver sentito e bevo un po' d'acqua. Non sia mai che la terrorizzi e lo vada a dire al suo fratellone. Credevo di averle suscitato la stessa fiducia che pensavo di avere io di lei. Mi ero sbagliato e non ci penso più a sbagliare ancora. L'ho sempre detto che io e Luna ci bastiamo e avanziamo. "E tu invece? Se non sbaglio lavori nella palestra di Bilel e Kemal" chiede Eleonora. "Ehm si..tengo corsi di pilates e Zumba" specifica Massimiliano. "Oltre a questo fa anche il cardiologo!" Dice Melisa intervenendo. Tutti si girano ad osservare straniti Massimiliano e lui mormora quasi a disagio. "Uhm..Non esattamente ma mi piacerebbe tanto esserlo" Melisa lo guarda stranita e io scuoto la testa. L'avevo avvertita e se sapesse veramente cosa fa Massimiliano a quest'ora non gli starebbe neanche rivolgendo la parola. Ilaria incomincia a parlare di un suo cliente imprenditore che è stato così stupido da lasciare il raccoglitore con tutti i conti in nero che fa sulla scrivania durante una perquisizione della polizia ed Eleonora chiede ridendo "E tu come lo hai difeso?" "Ho giocato la carta dell'ovvietà! Ho detto al giudice che il raccoglitore non conteneva in realtà documenti di conti in nero e che era ovvio che se l'imprenditore avesse avuto realmente un raccoglitore con conti in nero, lo avrebbe di certo messo sulla scrivania sotto l'occhio della polizia" "Cosa? E il giudice ci ha creduto?"chiede Massimiliano esterrefatto. "In pieno! Però ha richiesto una seconda perquisizione" Commentano tutti insieme la stupidità dell'imprenditore e io tirando fuori il cellulare, messaggio con Bilel accettando il suo invito alla serata in discoteca venerdì sera. Potrò bere e scopare a volontà. "Bene gente! La cena è stata buonissima ma io devo scappare! "Annuncia Eleonora alzandosi. " Ma non è ancora passata un'ora! " dice Melisa con lo sguardo disperato. "È passata un'ora e mezza! "Dice lei ridendo. Melisa fa una smorfia ma si offre di accompagnare Eleonora insieme a Massimiliano. Rimaniamo in sala solo io ed Ilaria e lei allungando la mano, la posa sulla mia gamba. Respingo immediatamente la mano e borbotto "Ilaria no..è solo colpa tua se sono rimasto a questa messa in scena" Lei mi sorride divertita nonostante tutto e mormora allungandosi al mio orecchio "Sicuro che non sei irritato dal fatto che Massimiliano stia appiccicato a Melisa come una sanguisuga?" Cosa cazz..? "Ma che problemi hai? Non me ne importa un cazzo di loro ok?"chiedo posando bruscamente il cellulare sul tavolo. Ilaria fa finta di credermi e si porta il bicchiere di vino in bocca. Non la sopporto più. "Finiscila immediatamente di guardarmi così. Io e Melisa non siamo nulla e non m'importa avere un rapporto con lei " sbotto infastidito. Ilaria annuisce con la testa e aggiustandosi la piega, mormora "L'importante è che tu ci creda Kemal" "Cos'è che non hai capito della frase.." "Wohoo di che parlate ? "Chiede Massimiliano rientrando in sala con Melisa al suo fianco. Massimiliano allontana la sedia di Melisa per poi riavvicinarla come un galantuomo e la cosa mi irrita più del dovuto. Devo andarmene immediatamente. Melisa gli sorride ringraziandolo e ritorna a mangiare le sue polpette. Sembra una bimba mentre immerge le polpette nel ketchup e le morsica felice. Cos.. No! Che stai dicendo! Santo cielo smettila! "Stavamo parlando di quelle persone stupide che credono ad una cosa e ne fanno un'altra "dice Ilaria mentre io la fulmino con lo sguardo. Perché deve essere così irritante? Butto un bicchiere di vino in un sorso e riposo il bicchiere seccato. Mi dà tutto letteralmente fastidio. "E tu Meli? Come va con l'università? "Chiede Massimiliano a Melisa. Melisa finisce di mangiucchiare una polpetta e riavviandosi una ciocca di capelli , dice "In questi giorni non ho completamente avuto la testa per lo studio " Beve un po' d'acqua subito dopo mentre Ilaria dice che dato abbiamo tutti finito di cenare, potremmo andare in salone. Annuiscono tutti e io mi alzo di mio malgrado. Devo congedarmi al più presto. Ci incamminiamo lungo il corridoio e Massimiliano riportando la mano sulla schiena di Melisa, chiede "Cosa hai fatto per tutto il tempo che mi hai abbandonato?" Melisa scuote la testa divertita e dice "Ma io non ti ho abbandonato! " Lui le stringe i fianchi e dice ridendo "Tu rispondi alla mia domanda sirena!" Sirena. Tra un po' vomito. "Te l'ho detto..Ho avuto uno ecco.." Lancia uno sguardo dietro a sé esattamente a me e dice rigirandosi veloce "Stage..Un impegnativo stage" "Oh e di cosa?"chiede Ilaria interrogandola. "Di recitazione "dico quasi tagliente. Tutti si girano a guardarmi mentre Massimiliano chiede "Davvero? Vuoi fare l'attrice? Pensavo che fossi appassionata di farmaceutica " "Lo fa già..Fa l'attrice ogni giorno" dico non riuscendo a tapparmi la bocca. Le sputerei in faccia tutto il male che mi ha fatto quando mi ha lasciato solo e non si è neanche preso la briga di ringraziarmi perché le ho salvato la vita. Ha fatto passare me per l'orco cattivo della situazione e la cosa peggiore è che me lo sentivo veramente. Pensavo e ripensavo a cosa avessi sbagliato con Melisa. Mi tormentava nei sogni e mi svegliavo sempre pentito di qualcosa che non avevo mai fatto e ora sbuca dal nulla come un fungo e pretende che io annuisca a tutte le sue cazzate come un fottuto cagnolino. Ma che vada a fottersi. Melisa come previsto mi guarda male ma riprendendosi subito dice "Lui scherza..e comunque no. Non era uno stage di recitazione " "Come no? Certo! Era uno stage per un'associazione che si occupa di persone con problemi mentali e seriamente colpiti dalla sindrome di bipolarismo che le porta a dire una cosa e farne l'esatto opposto. Aiutano persone codarde con neanche un briciolo di pietà nel cuore e vogliosi di divertirsi a scapito di altre persone. Aiutano persone che non hanno le palle di dire le cose in faccia e illudono, illudono , illudono! " quasi grido l'ultima parola. Faccio per girarmi e andarmene da questa situazione spiacevole ma come un uragano Melisa mi punta il dito contro e perforandomi quasi il petto, sibila "No ti sbagli. Era un stage per un'associazione che si occupa di persone meschine, che non sanno andare avanti e non vogliono andare avanti! Era un'associazione che si occupa di persone sadiche che si divertono a burattinare la vita altrui e stanno in silenzio in attesa che il burattino cedi complemente! Persone che sanno la verità ma non la dicono perché codarde! Esattamente come.." "Di che cazzo di verità parli?! Io sarei sadico? Melisa sul serio?! Io mi divertirei a burattinarti? Hai fatto tu tutto questo a me! Sei stata tu a.." grido ma lei grida a sua volta "Io cosa ti avrei fatto?! Ah no! Questa no! Quando ti avrei burattinato? Quando durante le cene a casa di Beni mi sono sempre mostrata gentile con te? Quando quella notte in discoteca io sono stata male e tu mi hai riportato a casa? Quando il giorno dopo ho suonato a casa tua con una torta al cioccolato mortificata? Quando mi sono subita tutti i tuoi insulti solo perché ero ingenua e non stronza come te? Quando quella sera mi hai promesso che saremmo rimasti a galla insieme? Quando siamo scappati insieme e abbiamo dormito su una panca sotto le stelle felici? Quando ho sempre accettato di seguirti ovunque? Quando mi sono fidata e sono salita in motore con te sul campo? Quando a mare abbiamo riso insieme? Quando mi hai baciata e poi illusa perché per te ero solo divertimento? Quando in quello schifo di bagno a Barcellona tu mi ha preso le mani e mi hai chiesto di rimanere ancora amici e.." "Esatto! Cos'altro ti ho chiesto in quel bagno? Cosa cazzo ti ho chiesto Melisa!"grido fuori di me "Mi hai chiesto di non abbandonarti ma.." "E tu cos'hai fatto?! Eh? Melisa cosa cazzo hai fatto dopo neanche un giorno?" Chiedo furioso. "Io non ti ho mai abbandonato! Lo hai voluto solo.." Perdo completamente la testa e afferrando tra le dita le sue guance, la sbatto contro il muro sotto di me e le assalgo le labbra. Erano lì, lucide come la rugiada, mi gridavano contro ,mi odiavano, mi disprezzavano ma come facevo a non assaggiarle? Con la mano libera le circonda la vita e poggio tutto il mio palmo sulla schiena nuda. Ho voluto farlo fin dalla prima volta in cui l'ho vista. Le stringo la carne sulla schiena e gemo sulle sue labbra nell'accarezzarne la morbidezza e il liscio. Sembra seta. Muovo le labbra come terribilmente assetate delle labbra di Melisa e sento il profumo di miele caldo che mi fa tremare il petto. Stringo di meno le guance e continuo a muovere le labbra sulle sue. Lei si lascia andare ma non troppo perché muove la schiena come scottata dal mio tocco e si limita a poggiare i palmi sul mio petto. Perché piccola mi hai mentito? Perché sei scappata da me? Perché mi fai così male? Mi stacco con affanno dalle sue labbra e continuando a stringere le sue guance, sibilo fissandola negli occhi "Sta zitta" Non voglio che capisca che mi fa andare in bestia e ha un potere immenso su di me. Non voglio che capisca che la trascinerei su uno stanzino qualsiasi e le toglierei questa magliettina per poterla accarezzare meglio. Voglio che capisca che mi ha fatto troppo male, che la odio, la odio per averle dato così tanta fiducia da essere stato ad un passo da riverarle tutto di nuvola. Voglio che capisca che non ha nessun effetto su di me e che sono e sarò per sempre quell'orco che ha descritto a tutti con così tanta enfasi. Lei rimane con le labbra schiuse e gli occhi lucidi e richiamando il mio ultimo briciolo di controllo, le do le spalle e afferrando il documenti, raggiungo la porta per poi uscire e sbatterla alle mie spalle. Scendo dei gradini e furioso salgo sulla mia moto. Indosso il cascone e faccio per accendere il motore ma qualcuno mi spinge e il secondo dopo sono per terra con la moto poco più distante da me. Mi levo immediatamente il casco e alzandomi, sono pronto a far fuori chiunque sia stato ma mi paralizzo nel vedere che è Melisa. È furiosa e col respiro corto. Irritato mi lecco le labbra ricordandomi il suo sapore di miele e dolci caldi e dico "E ora siamo a due. Stavolta i risarcimenti dovrai pagarmeli tu" Lei non muove un passo e grida indicando la porta "Non ti permetto di umiliarmi in quella maniera e poi andartene!" "Che altro avrei dovuto fare? Ah capisco..vuoi questo" dico indicando la mia patta. Come previsto Melisa spalanca gli occhi ma inaspettamente si avvicina a me e senza darmi avviso, mi molla uno schiaffo. Rimango sorpreso da questa sua audacia mentre lei mi sibila in faccia "Mi avevi fatto promettere di tenerla nascosta. Non sarà più così, io non sono più tua" Cos..? "Di che stai parlando? Tenerla nascosta? Cosa? "Chiedo a raffica non capendo. "Lascia perdere, vuoi continuare a giocare ma io mi sono stancata. Fa quel che vuoi, io mi tiro indietro " dice lei dandomi le spalle e incamminandosi verso il portone. "Cosa devi tenere nascosto? Melisa di che stai parlando? "Grido ma lei grida a sua volta solo un " Vedrai venerdì " e si chiude la porta alle spalle. Avrei voglia di rientrare e chiedere più informazioni ma mi ricordo solo adesso di essermi lasciato andare davanti a quei due idioti e che non sarebbe virile affrontarli in questo momento. Col dubbio rialzo la moto e ci salgo sopra dopo averla accesa. Indosso velocemente il casco ed esco dalla villa con due domande che rieccheggiano in testa. Cosa deve tenere nascosta? E perché ho il cuore che batte all'impazzata e non vuole saperne di darsi una calmata?
   
 
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