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Autore: MaryFangirl    18/10/2017    4 recensioni
Cosa succede dopo il matrimonio fallito? Akane decide che potrebbe aver bisogno di apportare alcuni cambiamenti e Ranma finalmente inizia a prendere una posizione.
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome, Un po' tutti
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Il mattino seguente al ballo, Akane si svegliò e si strofinò contro le coperte, un largo sorriso sul volto. La serata precedente era stata così meravigliosa che quasi le pareva un sogno. Non avrebbe mai pensato che lei e Ranma arrivassero al punto in cui si sarebbero baciati per davvero! Lo aveva sempre sperato e lo aveva sognato spesso, ma pensare che potesse accadere davvero?! Ridacchiò. Non poteva farne a meno. Era talmente felice. Quasi frastornata. Pensò alle proprie sensazioni e se ne rallegrò parecchio. Aveva amato le sue braccia attorno a sé. C'erano state alcune volte in cui erano stati fisicamente vicini e se le ricordava tutte chiaramente, rendendosi conto che combaciavano quasi alla perfezione. Quando Ranma aveva rischiato la sua vita offrendosi a Orochi, lo aveva bagnato di acqua calda e lui era saltato fuori dalla bocca del mostro, afferrandola a mezz'aria. Stavano cadendo da una notevole altezza, ma nel momento in cui lui l'aveva stretta a sé, lei si era sentita al sicuro. Poi quando finalmente ebbero battuto il mostro, lui si era preso un momento per stringerla contro il fianco. In quel momento lei aveva desiderato posare il capo sulla sua spalla, realizzando quanto sarebbe stato facile. 
Dopo la lotta per il dogi*, erano finiti sulla panchina di un parco insieme, lei seduta sulle sue gambe. Si era sorpresa per quanto si fosse sentita comoda e aveva, con titubanza, chiesto di poter rimanere in quel modo per un po'. Aveva voluto che lui l'abbracciasse e l'attirasse a sé, ma sapeva che allora non erano pronti per una cosa del genere. Passando a momenti più recenti, pensò a come si era sentita svegliandosi fra le sue braccia, perfino quando lui era nella sua forma femminile, e sembravano incastrarsi perfettamente. Anche se non era attratta dalle donne, era facile dimenticare il suo cambiamento fisico, perché a prescindere dal suo corpo, Ranma era sempre Ranma. Quindi quando si era svegliata con lui dietro 'a cucchiaio', le era parso meraviglioso. I loro corpi sembravano plasmarsi benissimo l'uno contro l'altro. Amava il suo odore, era sempre muschiato e così virile; un mix del sapone che usava combinato con il leggero sudore causato dal suo costante essere in movimento. Amava il suo sapore. Si leccò le labbra rendendosi conto di potersi davvero inebriare con la sua bocca. Amava particolarmente come si sentiva quando si sfregava contro di lui. Soltanto pensandoci faceva partire un formicolio in un'area molto intima. Per lei era ancora una nuova sensazione ma non le dispiaceva affatto. C'era una parte di lei che era un po' preoccupata a quello che lui poteva pensare. Aveva reagito così vigorosamente da essersi sorpresa da sola. Ma non era riuscita a fermarsi, tutto quello che lui le aveva fatto le aveva suscitato un mare di sensazioni. Sensazioni che non si era mai aspettata né che avrebbe potuto immaginare. Non si pentiva minimamente delle proprie azioni, anche se si chiedeva se lui non avrebbe avuto meno considerazione di lei per essere stata così...eccessiva, in mancanza di un termine migliore. Spazzò via quel dubbio e ghignò ricordandosi la sua 'grossa' reazione.
-No- pensò felicemente, -quello che ho fatto non gli è dispiaciuto neanche un po'.-
Scosse il capo quando si rese conto di sembrare una pervertita. Ma non ci diede peso perché era troppo felice. Gemette e si portò la coperta sopra la testa per l'imbarazzo mentre il suo corpo si accaldava al ricordo, la sensazione formicolante si diffuse dappertutto. Scattò sul letto un secondo dopo e guardò l'orologio freneticamente.
-Forza!-
Balzò già e si affrettò a mettersi i vestiti per andare a correre. Si era persa così tanto nei propri pensieri da essersi quasi dimenticata della corsa mattutina e dell'allenamento con Konatsu. Qualche minuto dopo lo incontrò, lui la stava pazientemente aspettando. Corsero normalmente in silenzio, i loro respiri e il suono dei loro piedi che colpiva il suolo crearono un rilassante ritmo. Finita la corsa, si fermarono nell'appezzamento vuoto vicino a casa di Akane. Iniziarono con un po' di stretching. Konatsu si congratulò con lei per la vittoria e le raccontò della propria serata. Qualche minuto dopo, la ragazza era a terra, senza fiato, le lacrime agli occhi.
"Oh, Konatsu! Stai scherzando, vero?" disse Akane, ancora ridendo.
Non aveva mai sentito una cosa più divertente di quello che Konatsu aveva combinato ai fratelli Kuno. Anche se trovò il racconto un po' disturbante, pensò che la punizione fosse onesta per i loro vari crimini.
"No. Spero che imparino la lezione, ma ne dubito" disse lui roteando gli occhi.
"Sì, non mi faccio illusioni" disse Akane un po' più calma.
"Allora, com'è finita la tua serata?" chiese Konatsu. Aveva deciso di non dirle del suo congedo in anticipo, non volendo spiegarle perché Ukyo era stata privata del suo ki.
"È-è andata bene!" squittì lei, impreparata alla domanda. Lui alzò le sopracciglia interrogativo quando lei arrossì con vigore e distolse lo sguardo. Tuttavia, non riuscì a nascondere l'ampio sorriso che le marcava la faccia, portandolo a una sola conclusione.
"Esattamente, quanto bene?" disse, muovendo le sopracciglia con aria provocatoria. I suoi sospetti erano stati confermati e lei arrossì ulteriormente. Sapeva che Akane non era una che rivelava certe cose, quindi aggiunse pragmaticamente, "Beh, spero che almeno abbiate usato le protezioni"
Lei spalancò gli occhi e si mise a farfugliare, "Non abbiamo...non è quello che...è stato solo un bacio!" e distolse lo sguardo, sapendo che non era stato solo un bacio. Scelse di non fare commenti sulle mani vagabonde di Ranma ma poi ragionò, non stava proprio mentendo, e il suo amico non aveva bisogno di conoscere tutti i dettagli. Konatsu ridacchiò per la sua indignazione e lui dovette ricordarsi che lei non era stata cresciuta come una kunoichi, era più riservata su certe cose. Anche se era deluso che non avessero concretizzato totalmente era contento che almeno avessero concluso la serata con un bacio. Tuttavia, dal modo in cui lei girovagava con gli occhi, pensò che non fosse successo solo quello.
"Beh, sono felice per te" disse sinceramente. Stava per far cadere l'argomento ma non resistette all'opportunità di stuzzicarla un altro po', e magari di darle anche un utile consiglio. Con un luccichio negli occhi e un sorrisetto, aggiunse, "Ma quando farai sesso con Ranma spero che ricorderai di usare una protezione. Preservativi o pillola"
Konatsu le fece l'occhiolino, poi osservò divertito i suoi farfugli incoerenti.

 

Al dojo dei Tendo, Ranma stava compiendo alcuni complessi kata che costituivano il suo riscaldamento quotidiano. Ciò che avrebbe richiesto la totale concentrazione di chiunque altro facendolo sudare, lui lo eseguiva senza intoppi mentre la sua mente viaggiava a chilometri di distanza. Era contento che quelle mosse fossero naturali per lui perché non era mai stato meno concentrato sulle arti marziali in vita sua. E per una volta, non gli importava. Un sorriso sciocco si allargò sul suo volto, i suoi pensieri erano totalmente focalizzati su quanto accaduti la notte prima. Aveva per davvero baciato Akane! E a lei era piaciuto. Più che piaciuto, a giudicare dalla sua reazione. Il suo ego si gonfiò. Non riusciva ancora a credere che lei avesse ricambiato il suo bacio con tanto entusiasmo. Aveva pensato un sacco all'idea di baciarla, specialmente da dopo l'incidente di lui in versione gatto, e aveva sempre pensato che sarebbe stato dolce e innocente. Non aveva mai pensato di potersi lasciar trasportare così rapidamente. Ma a ripensarci, i fuochi d'artificio che c'erano sempre stati tra loro – a causa dei quali i loro litigi erano così accesi – prima o poi li avrebbero decisamente coinvolti in altro modo. Ma prima di allora non aveva capito cosa significasse veramente, non avendo esperienza su quello che davvero poteva succedere tra uomini e donne. Non era stupido, sapeva che c'era il sesso e che c'erano i baci ma non aveva mai provato nessuno dei due, quindi come poteva sapere che quei fuochi d'artificio si traducevano in passione? Ora che lo sapeva, non poteva essere più felice. Lasciò che la sua mente vagasse ad altre cose che loro due avrebbero potuto fare se non si fossero fermati. Non si pentiva di aver fermato le loro attività della sera precedente. Non davvero. Sapeva che era la cosa giusta da fare. Gli sarebbe piaciuto provare di più? Decisamente. Avrebbe amato lasciare una scia di baci lungo il suo collo. E, dopo aver sentito il suo seno contro la mano, era naturalmente curioso di scoprire se il suo lato b dava la stessa sensazione contro la stessa mano. O contro tutte e due le mani.
Okay, forse se ne pentiva un po'. Ma aveva fatto la cosa giusta. Solo leggermente sudato e affannato, più per i pensieri che per l'esercizio fisico, decise di aver fatto abbastanza per quel mattino e tornò in casa. Voleva fare un bagno prima che Akane tornasse dalla sua corsa e voleva prendersi un po' di tempo per vestirsi e farsi bello per lei. Pensò che magari usare un po' d'acqua fredda per riprendersi fosse una buona idea. I suoi pensieri erano sfuggiti al suo controllo e doveva placarsi. Ranma entrò in casa, nell'anticamera del furo e si spogliò automaticamente. Si gettò un asciugamano pulito sopra la spalla e aprì la porta. Entrò, chiudendo la porta. Sollevò lo sguardo e si bloccò, gli occhi spalancati per lo shock. Akane si era appena alzata dal suo bagno e notò che anche i suoi occhi si allargarono. Per quanto sapesse di dover mantenere lo sguardo sul suo viso, si abbassò da solo. La sua pelle cremosa brillava per via dell'acqua e fece scorrere gli occhi lungo il suo corpo, soffermandosi sul suo collo slanciato, sulle spalle per poi concentrarsi sui seni. Pensò vagamente che fossero cresciuti dall'ultima volta in cui li aveva visti. I suoi occhi si bloccarono su una particolare goccia che aveva cominciato a scivolare giù per la valle del petto e l'osservò strisciare lentamente in basso, diventando più grossa. La seguì con gli occhi mentre attraversava la vita snella, circolando l'ombelico. Quando sparì in un angolo di peluria scura, deglutì sentendo il proprio corpo reagire alla visione. Gli occhi schizzarono sul suo viso, sapendo che questa volta, sarebbe stato picchiato per essersi comportato da pervertito, e pensò di meritarselo. Ma fu sorpreso di vedere che gli occhi di lei, ancora larghi, non erano decisamente più fissi sul proprio volto.

 

Agitata dai commenti di Konatsu, Akane era stata un disastro durante gli allenamenti di quel mattino. Konatsu era riuscito a trovarla velocemente durante il nascondino e a malapena era riuscita a colpire i bersagli con i kunai. Chiaramente incapace di concentrarsi, era tornata a casa in anticipo. Si era diretta subito in bagno, volendosi fare una doccia e tornare giù prima di colazione, sperando di riuscire a passare un po' di tempo con Ranma prima che lui andasse a lavorare. Finì velocemente e stava uscendo fuori dalla vasca quando sentì la porta aprirsi. La sua testa si alzò e vide Ranma che entrava, chiudendo la porta dietro di sé. Completamente nudo. Quando lui sollevò lo sguardo incontrando il suo, vide lo shock sul suo viso e capì immediatamente che non sapeva che lei fosse lì. Poi osservò i suoi occhi iniziare ad abbassarsi sul proprio corpo. La sua prima reazione fu di rabbia, ma quando anche i propri occhi iniziarono la discesa su di lui, dimenticò qualsiasi indignazione. Amava le sue spalle larghe, il suo petto definito, i muscoli del suo ventre delineati, e si domandava come sarebbe stato toccarli. I suoi occhi proseguirono più in basso e fissò completamente affascinata ciò che stava tra le sue gambe. Lo aveva già visto nudo prima di allora ma era sempre stata troppo sorpresa e sconvolta per catalogare davvero quello che stava vedendo. Con le loro attività della notte precedente e i commenti di Konatsu, si ritrovò rapida dalla visione. Quando lui iniziò ad eccitarsi davanti a lei, le fu impossibile distogliere lo sguardo. Non che ci stesse tentando per davvero, o affatto. Lo osservò finché fu pienamente eretto e orgoglioso. Deglutì e inconsciamente si leccò le labbra, stringendo le cosce nell'avvertire il proprio corpo reagire. Finalmente si destò dallo stordimento e lo vide pulsare. Tornò con gli occhi sul suo viso e vide che era rosso come una barbabietola.

 

Ecco. Sarebbe morto. Lei lo avrebbe ucciso. Era impossibile che le fosse sfuggita la reazione. Il fatto che i suoi capezzoli si stessero indurendo non era di aiuto. Né il modo con cui si leccava le labbra sensualmente. Avrebbe potuto giovare alla sua causa distoglierle gli occhi di dosso, ma a dover morire, voleva godersi la visuale ancora per qualche momento. Ne sarebbe valsa totalmente la pena.
"Mi...mi dispiace! Io non...il cartello..." riuscì Ranma a balbettare. Scorrendo ancora gli occhi su di lei, notò le sue gambe snelle e toniche. L'osservò chinarsi a prendere l'asciugamano dal bordo della vasca, avvolgendoselo rapidamente intorno. Si avvicinò a lui, il quale notò che il suo viso probabilmente era acceso tanto quanto il proprio e quella tonalità si era sparsa fin sul petto. Si preparò al colpo che era sicuro sarebbe arrivato ma fu sorpreso quando lei gli passò accanto.
"Va bene, c-capisco. Però...controlla la prossima volta" disse lei. Lui emise un sospiro di sollievo, sorpreso ma contento che non avesse reagito male. Gli sfuggì completamente lo sguardo di lei che si attardò sul suo sedere prima che uscisse dalla stanza. Si diresse allo sgabello per lavarsi e guardando in basso decise che sì, aveva decisamente bisogno di un po' di acqua fredda.

 

Quel mattino la colazione sarebbe stata solo un po' imbarazzante per Ranma e Akane. Dopo il bacio, entrambi erano diventati insicuri su come interagire tra loro dopo un cambio così radicale nella loro relazione. Ma dopo l'incidente al bagno, i due riuscirono a malapena a guardarsi. Quando si ritrovarono faccia a faccia, si fermarono sui loro passi e spalancarono gli occhi, arrossendo. Distolsero lo sguardo e si affrettarono ad accomodarsi ai rispettivi posti. Entrambi volevano sedersi vicini ma nessuno dei due osava colmare il piccolo spazio fra loro. Invece, rimasero rigidi, le facce rivolte verso il basso mentre si sbirciavano a vicenda con la coda dell'occhio. Tentarono di calmare i nervi e il rossore quando il resto della famiglia entrò. Gli altri, o meglio le donne, non poterono evitare di notare il loro strano comportamento ma per una volta decisero di lasciarli in pace. Nodoka pensò, per via del rossore – oltre che per la distinta mancanza di grida e per le posture rigide – che qualcosa doveva essere accaduto la sera prima e anche se era curiosa, non li avrebbe provocati. Si stava anche dando delle pacche sulla schiena mentalmente per aver dato una mano nello spingerli l'uno verso l'altra. Nabiki se n'era andata appena dopo che i due avevano ballato e pensò che fossero ancora imbarazzati per aver ballato stando così vicini. In pubblico, per di più. Fece una smorfia per la loro marcata timidezza e pensò fosse meglio non pungolarli, sapendo per esperienza che avrebbe portato soltanto negazioni. Kasumi non aveva idea di ciò che era accaduto, era soltanto contenta che si limitassero ad essere imbarazzati senza recuperare i vecchi atteggiamenti che includevano danni materiali. I loro padri mangiavano, ignari come sempre, Soun si perse tutte le interazioni rimanendo nascosto dietro il suo giornale e l'attenzione di Genma rimase unicamente sul cibo. Dopo la colazione, tutti si separarono per le diverse attività, lasciando i due da soli. Ranma fu il primo a spezzare il silenzio.
"Uhm...allora, cosa fai oggi?"
"Non ho alcun piano e dovrò fare i compiti" replicò lei senza guardarlo negli occhi. "E tu? Vai al lavoro?"
"Sì, infatti, vado un po' presto per aiutare Mousse a preparare"
Il capo di Akane si abbassò leggermente mentre veniva invasa dalla delusione. Voleva tanto trascorrere del tempo con lui quel giorno ma a quanto pare non sarebbe successo. Ancora peggio, il poco tempo che avevano avuto insieme era stato imbarazzante. Sospirò.
Anche Ranma era deluso e disse, prima di pensarci, "Beh, quando torno, ti va di...?"
Akane sollevò lo sguardo in attesa, sorridendo appena. Ranma si bloccò. Non ci aveva pensato. Sapeva solo di voler passare del tempo con lei ma non sapeva cosa fare. Si scervellò prima di buttare fuori, "Aiutarmi con i compiti?"
Akane sollevò un sopracciglio e lo guardò con aria strana. Probabilmente quella era la prima volta da quando conosceva Ranma che lui si offriva volontario per fare i compiti. Pensò che magari voleva soltanto passare del tempo con lei e arrossì all'idea.
"Sì, okay" disse piano.
Ranma le sorrise e uscì diretto al Neko Hanten. Più tardi, quella sera, tornò a casa stanco, odorando di sudore e cibo. Dopo un rapido bagno, si mise i suoi soliti pantaloni neri e la canottiera bianca prima di recuperare i libri e andare in camera di Akane, trovando la porta già aperta. Akane era seduta sul letto mentre leggeva una rivista, i libri sul tavolo, pronta per la sessione di studio. Ranma si prese un attimo per guardarla e sorrise. Era stesa sul fianco, la testa appoggiata sulla mano destra mentre sfogliava la rivista con la sinistra. Era così carina sdraiata in quel modo, con una canotta e una gonna corta. Si consentì di godersi il modo con cui la gonna mostrava le sue lunghe e armoniose gambe. Il modo in cui la sua canotta metteva in mostra i seni e la sua meravigliosa scollatura. Stava per bussare alla porta quando lei prese la rivista e si stese di schiena, portandosi il giornale davanti al viso. Sollevò le gambe e lui osservò la gonna lentamente scivolare lungo le cosce, coprendole a malapena il sedere. Dalla sua posizione alla porta, colse un barlume della sua biancheria intima. Si rese conto di aver avuto totalmente torto in passato, le mutandine blu a pois le stavano bene. Ranma deglutì e chiuse gli occhi. Akane stesa sulla schiena, sul letto, era un'immagine troppo vicina alle altre che gli riempivano la testa da tutto il giorno.
Aveva sempre fantasticato sulle ragazze – era un adolescente, dopotutto – ma ultimamente sembrava aver perso il controllo sul momento in cui certe immagini lo colpivano e sulla conseguente reazione. Quando era arrivato a Nerima, all'inizio aveva pensato occasionalmente ad Akane. Anche se lo negava, non aveva potuto fare a meno di notare quanto fosse carina. Quindi naturalmente aveva immaginato come sarebbe stato baciarla. Shan Pu era di tanto in tanto sbucata nei suoi pensieri, specialmente dopo essersi spogliata di fronte a lui. I sogni su di lei si presentavano spesso dopo una delle tante volte in cui si era presentata nella vasca o nel suo letto, ma quale adolescente non avrebbe avuto certi sogni dopo essere rimasto esposto a un corpo del genere? Shan Pu era una di quelle ragazze fatte per portare i ragazzi a pensare al sesso, era tutta curve. Ricordava come il suo cuore aveva battuto velocemente quando aveva tentato di salvarla da Maomolin dandole un bacio. Sapeva che si trattava di una reazione fisica legata più all'atto – visto che si trattava del suo primo bacio – che alla persona a cui lo avrebbe dato. Conoscendola meglio, aveva capito che Shan Pu non era altro che un bel viso e un corpo sexy. Anche se era attratto fisicamente da lei, non gli piaceva la persona che celava.
Aveva anche pensato vagamente a Kodachi; era difficile non notare il suo corpo in quella tutina striminzita. Specialmente quando balzava dappertutto, e il pensiero non era riferita al modo in cui correva. Ma per quanto fosse anche lei fisicamente attraente, lo terrorizzava col suo comportamento psicotico.
L'unica ragazza sulla quale non aveva mai fantasticato era Ukyo, in parte perché era spesso vestita come un ragazzo ma soprattutto perché, anche se era carina, pensava ancora a lei più come a un ragazzo che a una ragazza. I ricordi della sua infanzia adombravano ogni altra cosa. Col tempo che trascorreva e dopo aver conosciuto meglio tutte le ragazze, i suoi pensieri si erano sempre più accentrati su Akane. All'inizio aveva ritenuto che fosse dovuto semplicemente al fatto di stare con lei più che con le altre. Ma lentamente – molto lentamente – aveva cominciato ad ammettere i propri sentimenti per lei (almeno a se stesso), rendendosi conto che il desiderio che provava aumentava insieme all'amore. Ancora adocchiava le altre ragazze, ma nessuna di loro aveva lo stesso effetto di Akane.
Quando sua madre lo aveva scoperto vestito con il completino alla marinara (grazie ad Happosai), era rimasto sconvolto che Akane avesse acconsentito a permettergli di sbirciarla per aiutarlo a dimostrare la sua virilità. Non aveva capito la logica di sua madre secondo la quale sbirciare una ragazza avrebbe dimostrato la sua virilità, tuttavia non solo era stato disposto ad accettare il piano per salvarsi dal seppuku, ma non aveva potuto credere alla propria fortuna di aver essenzialmente ricevuto il permesso di guardare Akane. Nuda! 
Quando lei lo aveva ingannato indossando un costume da bagno, non aveva nascosto di essere deluso perché ci era rimasto veramente male. Non aveva mai trascorso una notte così priva di sonno come quella, la sua mente riempiva da sola l'immagine che si era perso. Quando era finalmente riuscito ad addormentarsi, i suoi sogni erano stati pieni di carica sessuale e riguardanti la sua fidanzata. Dopo quel giorno, si era ritrovato a pensare al suo corpo più spesso, riuscendo però a controllarsi, per non diventare il pervertito che lei lo accusava di essere.
Tuttavia, dopo il bacio della notte precedente, quel giorno non poteva fare a meno di pensare a lei. Fin da prima dell'incidente in bagno. Ma dopo quello, la sua mente aveva iniziato ad immaginare tutte le cose che avrebbero potuto fare contro la porta d'ingresso la sera prima. O nell'acqua calda e fumante del furo quel mattino. O sul tavolo della colazione dopo che tutti li avevano lasciati da soli. La sua immaginazione era continuamente spronata e ispirata dal sapere esattamente com'era lei nuda e completamente bagnata. Dopo tutte le sensazioni che aveva scoperto la sera precedente, i suoi pensieri erano diventati frenetici. Così tanto che quel giorno aveva quasi fatto cadere diverse scodelle di noodles per quanto era stato distratto. Era sicuro che Akane non avrebbe fermato le loro attività se non l'avesse fatto lui. Il pensiero lo rese felice nel comprendere che lei si era lasciata coinvolgere così tanto in quello che stavano facendo, fidandosi di lui abbastanza da abbandonare le proprie inibizioni.
Ma parte di sé si domandava se la meritasse. Le insicurezze provate quando aveva pensato che preferisse Sota, o perfino Shinnosuke, tornarono a galla. Non c'era molto altro che potesse offrire a parte se stesso e anche se sembrava sicuro di sé, aveva dei dubbi come chiunque altro. L'unica cosa nella sua vita di cui fosse veramente certo erano le arti marziali e perfino quelle avevano subito un contraccolpo durante la battaglia con Safulan. Era stato così vicino dal perderla, dal lasciarla...morire.
No, probabilmente non la meritava ma non aveva importanza, dato che pensava di non poter vivere senza di lei. A Jusendo aveva pensato due volte che fosse morta e per qualche momento l'idea di vivere senza di lei era stata troppo dolorosa da sopportare. Quindi, sapendo di non poterle stare lontano, doveva soltanto provare a fare del suo meglio per essere l'uomo che lei meritava.
Finalmente scuotendosi da quei tortuosi pensieri, Ranma bussò e fu salutato da Akane che si sedette sul letto, con un ampio sorriso.
"Yo" disse lui, più calmo di quanto non fosse in realtà.
"Ciao! Sei appena tornato?"
"No, sono tornato un po' di tempo fa, prima mi serviva un bagno" sentendosi leggermente imbarazzato, agitò i libri, "Pronta a studiare?"
"Certo"
Akane scese dal letto e Ranma tentò di non fissare le sue gambe e la gonna che si sollevò ancora di più. Distolse lo sguardo e si diresse rapidamente alla scrivania. Lei lo raggiunse subito e si sedette, lasciando più spazio tra loro del necessario. Ranma realizzò che doveva sentirsi ancora imbarazzata a causa di quella mattina. Lavorarono per un po' e Ranma la guardò con la coda dell'occhio, capendo che non avrebbe parlato del loro incontro nel bagno, e ne era grato. Lui non voleva parlarne, ma ci avrebbe pensato. Un sacco. Da solo.
Dal canto suo, Akane aveva deciso di togliersi tutto dalla testa. Si era trattato ovviamente di un incidente, lui non aveva voluto causare nulla di male. Parte di sé si sentiva agitata per essere stata beccata nuda da lui, di nuovo, ma perlopiù era imbarazzata per averlo fissato tanto a lungo. Ma non si sarebbe sentita dispiaciuta. Né avrebbe dimenticato l'immagine di lui, eccitato. Ranma aveva un corpo meraviglioso, ogni sua singola parte era definita. Visto quant'era attivo, non c'era da sorprendersi. Non era una cosa a cui aveva pensato molto, perché lui tendeva a indossare maglie molto larghe, che lo nascondevano bene. Troppo bene, a suo parere. Ora che lo aveva visto in tutta la sua gloria, capì esattamente cosa si era persa. Aveva, ovviamente, visto parti del suo corpo quando se ne andava in giro con le sue canotte di cotone ma quelle metteva in mostra soltanto le sue braccia forti e muscolose e le spalle ampie. Non davano mai spazio ai suoi addominali di cui ora Akane conosceva l'esistenza. Né davano spazio al suo sedere nascosto sotto ai pantaloni larghi.
Aveva trascorso una buona parte del giorno a perdersi in pensieri su quanto aveva visto, tali pensieri si intrufolavano quando meno se l'aspettava. Guardandolo mentre fingeva di pensare a un problema, la sua mente iniziò di nuovo a vagare e dovette forzarsi per tornare sul libro. Iniziava a pensare di star diventando una pervertita. Forse era stata contagiata dai ragazzi che aveva battuto, pensò sarcasticamente. Ma l'idea di essere contagiata in alcun modo da quegli idioti le provocò la nausea e riuscì a concentrarsi di nuovo sui compiti. Mentre lavoravano, si fecero più vicini fino a sfiorarsi. Volendole stare il più vicino possibile, Ranma aveva tirato fuori i compiti di matematica, fingendo di avere bisogno di aiuto per le equazioni, portando lei ad abbassarsi e a condividere il libro.
"Ti è chiaro?" chiese lei dopo avergli spiegato un problema.
"Sì" rispose lui.
Si domandò perché lei lo stesse guardando con aria di attesa e infine comprese che voleva che risolvesse il problema. Guardò la pagina ansiosamente, era stato così impegnato a guardarla da non averla ascoltata. Fu sollevato quando vide che il problema era comprensibile e riuscì a risolverlo in fretta. Akane si abbassò per controllare e fu contenta che ce l'avesse fatta. Inclinò il viso verso di lui e lo graziò con un sorriso.
"Perfetto! Ce l'hai fatta piuttosto facilmente"
Fu allora che lei si rese conto di quanto i loro visi fossero vicini e che lui aveva un'espressione vista solo una volta prima d'ora. Si morse inconsciamente il labbro.
"Beh, ho avuto una buona insegnante" disse lui con tono basso e roco, inviandole un brivido lungo la spina dorsale. Lo sguardo di Ranma si abbassò sulla sua bocca, osservandola mentre continuava a mordersi il labbro, mentre un leggero rossore si formava sul suo naso.
"Ma sei tu che hai svolto il lavoro" disse lei piano.
"Uhm...allora forse...mi merito un premio?" chiese lui speranzoso.
"Beh, a cosa pensavi?" chiese lei, guardandogli le labbra mentre gli si avvicinava.
"Io pensavo a..."
Ranma non terminò la frase e si abbassò per posare dolcemente le labbra sulle sue. Chiuse gli occhi e si godette la sensazione delle sue labbra morbide. Gli occhi di Akane si chiusero prima che le loro labbra si toccassero e sospirò mentre una sensazione formicolante le attraversava tutto il corpo a causa di quel tocco leggero come una piuma. Quando lui si scostò, Akane aprì gli occhi e gli sorrise prima di abbassare timidamente lo sguardo sul foglio e spostandosi i capelli dietro l'orecchio. Con un altro sorriso scemo, Ranma tornò a completare il resto dei compiti. Poco dopo, entrambi avevano finito. Chiusero i libri e rimasero lì imbarazzati, domandandosi come allungare il tempo insieme. Non si erano mai frequentati per davvero – gli appuntamenti facenti parte di schemi, vendette o ricatti non contavano per davvero – quindi quello era un territorio inesplorato per loro ed erano insicuri su come agire.
"Beh, sarà meglio che vada a letto" disse Ranma, finalmente interrompendo il silenzio.
"Sì" replicò Akane, tentando di evitare che la delusione trasparisse dalla voce. Ranma si alzò e radunò le sue cose in una mano, dirigendosi verso la porta. Si fermò quando la raggiunse e si voltò scoprendo che lei lo aveva seguito, rimanendogli di fronte. Lui le si avvicinò.
"Grazie per l'aiuto"
"Quando vuoi"
Il ragazzo col codino sollevò una mano e le portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio prima di abbassarsi e baciarla ancora. Pur essendo ancora insicuro, dare il via ai baci con la sua fidanzata era ora meno spaventoso, sapendo che li apprezzava. Da parte sua, Akane – che apprezzava immensamente quelle attività ed era felice di ripeterle tutte le volte che lui voleva – s'inoltrò nel bacio e gli mise le mani sul petto, muovendo la bocca contro la sua. Il bacio fu diverso da quello condiviso la notte precedente. Mentre quello aveva lasciato libera la foga dovuta ad anni di tensione irrisolta, questo fu più conoscitivo. Le loro labbra si mossero piano prima che Ranma usasse la lingua per tracciare il contorno della sua bocca. Lei l'aprì. Le loro lingue danzarono insieme a un ritmo lento. Ognuno si godette la sensazione di essere insieme, imparando quanto piacere un bacio potesse suscitare. Questa volta fu Akane a fermarsi, ma non si allontanò. Gli posò il capo sulla spalla mentre lui la stringeva in un fermo abbraccio. Aveva ancora i libri saldamente tenuti con una mano, così da non avere la tentazione di trasformare il bacio in qualcos'altro. Rimasero così per un altro momento prima di separarsi.
"Notte, Akane"
"Buonanotte, Ranma"
Lei chiuse la porta e saltò sul letto, sorridendo rivolta verso il soffitto. Non ricordava di essere mai stata così felice. Si prese un momento per crogiolarsi in quella sensazione prima di mettere a posto le sue cose e prepararsi per andare a letto.

 

Ranma fischiettava mentre usciva per il pranzo, ignorando gli sguardi consapevoli e i sussurri che lo seguivano. Nonostante avessero mantenuto il silenzio sul progresso della loro relazione, gli studenti del Furinkan non avevano potuto fare a meno di notare un cambiamento nella coppia a loro più nota. Per prima cosa, nessuno dei due obiettava più quando venivano definiti una coppia. Seconda cosa, erano cambiati un sacco dopo il ballo. Non litigavano più, bisticciavano ma mancava decisamente l'ostilità di un tempo, ora sembravano semplicemente provocarsi. Se so fosse trattato di un'altra coppia, si sarebbe parlato di flirt. A nessuno poteva sfuggire il sorriso ingessato sulle loro facce o gli sguardi che si lanciavano a lezione. Per una volta, al ragazzo col codino non importava di quello che la gente pensava o diceva perché era stata la settimana più bella della sua vita. Sorrise pensando a tutte le sere in cui lui e Akane avevano 'studiato' in camera di lei. Sarebbe stato perfettamente felice a ignorare i compiti e a trascorrere tutto il tempo con lei, ma la sua fidanzata era una studentessa troppo diligente per lasciar perdere il dovere. Quindi avevano lavorato ogni sera, sconvolgendo tutti gli insegnanti visto che per ogni materia aveva svolto tutti i compiti correttamente (erano rimasti tutti sorpresi dalla qualità del suo lavoro). Quello che non sapevano era che Ranma veniva ricompensato magnificamente da Akane. Aveva deciso di mantenere il sistema del premio della prima sera, ma con qualche cambiamento. Lo baciava solo dopo aver completato un intero compito. All'inizio lui si era affrettato per l'impazienza ma quando aveva scoperto che lei avrebbe corretto i suoi errori, aveva deciso di dedicare più tempo al lavoro. Quando lei era finalmente soddisfatta, facevano una 'pausa' prima di cominciare con un altro compito. Dopo aver finito tutto, di solito lei lo ricompensava con più baci. La seconda sera, le cose avevano cominciato a scaldarsi e, dopo un po' di esitazione, lui l'aveva sollevata fino a farla sedere sulle proprie gambe. Lei era riuscita ad abbracciargli il collo, giocando con i suoi capelli. O facendo scorrere le mani su e giù per le sue braccia prima di afferrargli le spalle. Da quella posizione, lui aveva lasciato che una delle sue mani esplorasse il suo corpo. Prendendo coraggio, le aveva lentamente infilato le mani sotto la maglietta prima di afferrare i suoi seni pieni, massaggiandoli delicatamente attraverso il reggiseno. Quell'azione la portava sempre a strofinare il sedere contro di lui e la sua eccitazione.
La terza sera, era rimasto sorpreso quando era entrato in camera sua trovandola con addosso i pantaloncini più adorabili e corti mai visti, abbinati a una semplice magliettina di cotone. Amava il suo nuovo pigiama perché la faceva apparire non solo adorabile, ma sexy da morire. Dopo aver ricevuto risposte tanto positive da lei, era diventato più sicuro di se stesso e dopo aver finito i compiti, l'aveva disposta sulle proprie gambe prima di poter chiudere i libri. L'apprezzamento per i suoi nuovi vestiti era soltanto aumentato quando aveva capito di poter far scorrere le mani sulle sue gambe, sentendo tutta la sua pelle morbida e setosa. Quando aveva messo le mani sotto la maglietta, si era stupito di non trovare barriere davanti ai suoi seni prosperosi e sodi. Si era scostato leggermente guardandola con aria sorpresa e interrogativa. Lei aveva replicato arrossendo furiosamente e andandogli ancora più incontro, prendendogli il viso fra le mani e baciandolo con vigore. Non avevano fatto molto altro a parte quello ma Ranma era follemente compiaciuto. Era finalmente in grado di toccarla quando voleva, che si trattasse di una semplice carezza affettuosa o di qualcosa di più appassionato. Ma ciò che lo rendeva davvero felice era che lei era così ricettiva. Non solo, ma anche incoraggiante. Per via di un accordo silente evitavano il letto, non erano sicuri di potersi fermare prima di andare troppo oltre. L'intensità del primo bacio permaneva in entrambe le loro menti e più tempo trascorreva con lei, più sapeva che sarebbe stato difficile arretrare dalla tentazione. Ma quello che gli piaceva andava oltre le pomiciate; le piccole cose che condividevano mentre si avvicinavano di più. Lei sembrava abbassare la guardia quando erano soli; l'aveva sentita ridere più in quella settimana che in tutti e due gli anni di conoscenza. C'era la casualità con cui si toccavano, mai lontanamente sognata prima di baciarsi. Quando tutti pensavano che andassero a letto, sgattaiolavano sul tetto e parlavano. Lui condivideva con lei storie dei suoi viaggi con suo padre e lei condivideva storie della sua vita a casa. Lui non rimpiangeva la propria infanzia, sapeva che lo aveva reso l'artista marziale che era ora, ma invidiava la sua vita stabile e i fatto che le sue amiche d'infanzia fossero sempre accanto a lei, a supportarla. Sembrava che i suoi amici d'infanzia invece volessero tutti ucciderlo a un certo punto, o almeno mettere in scena una qualche vendetta. Forse con quei pensieri si attirò da solo il malocchio. Mentre stava raggiungendo l'albero presso cui avrebbe incontrato Akane – che era rimasta indietro a parlare con un insegnante – i suoi sensi del pericolo vennero stuzzicati e balzò prima che la terra su cui era appena stato esplodesse.
"Ranma Saotome, preparati a morire!!!"
Il ragazzo col codino guardò con aria passiva un ombrello pesante e nero puntato sulla sua faccia da un ragazzo dotato di zanne vestito di giallo, con la sua caratteristica bandana. Ranma roteò gli occhi.
"Diamine, razza di maiale. Che diamine ti ho fatto adesso?" gridò Ranma irritato. 
Ranma fu sorpreso quando Ryoga abbassò l'ombrello e sorrise prima di scrollare le spalle.
"Niente. Ma avvicinarsi a te e dire soltanto 'Ehi Ranma' suonava male"
Ranma rise rendendosi conto che era vero. Nonostante la frequenza con cui Ryoga lo attaccava e desiderava fargli del male, il ragazzo col codino lo aveva sempre considerato un amico. I loro combattimenti si facevano davvero polemici soltanto quando c'era di mezzo una certa ragazza. Pur essendo seccato dal fatto che Ryoga fosse così innamorato della sua ragazza, Ranma non poteva biasimare i suoi gusti, ma soltanto la sua persistenza. Incolpava Ryoga perché usava la sua maledizione per avvicinarsi ad Akane. La maledizione di Ranma lo aveva sempre fatto arrabbiare per aver causato tanti problemi con la sua fidanzata, ma Ryoga usava la sua forma trasformata per avvicinarsi a lei, provocando spesso una lite fra la coppia. Ma in Ryoga aveva avvertito un cambiamento dopo Jusendo. Quando si era presentato al matrimonio, era parso interamente concentrato sulla Nan Ni Chuan, senza menzionare affatto le nozze. Data la sua assenza a Nerima, Ranma aveva sperato che finalmente si fosse arreso con Akane, e dato il saluto appena ricevuto, forse significava che c'era una buona possibilità a riguardo. Ma non poteva ignorare l'idea che Ryoga si fosse semplicemente perso e che avesse vagato per tutto il tempo. La sua successiva domanda serviva a provare quella teoria.
"Allora, dove sei stato? Ti sei perso di nuovo?" chiese disinvolto.
"Taci, Ranma!" gridò Ryoga, diventando rosso per l'irritazione, chiaro segno che si era perso. Il ragazzo abbassò il capo e borbottò qualcosa sfregandosi dietro il collo.
"Che hai detto?"
"Ho detto che sono stati alla fattoria di Akari. La stavo aiutando e stamattina mi sono perso, okay?" gridò imbarazzato. Ryoga odiava la propria maledizione, ma odiava di più quando quando se ne ricordava. Specialmente a causa di Ranma.
Ranma ridacchiò e scosse il capo per la risposta che si era aspettato ma si soffermò su un commento che gli faceva piacere.
"Allooooora, Akari, eh?" indagò inarcando un sopracciglio. Il ragazzo col codino osservò il viso dell'amico arrossire.
"Sì. Sono rimasto lì da...da un po'. Aiuto con i lavori nella fattoria"
Ryoga voleva evitare di pensare al matrimonio. Pur avendo finalmente accettato che Akane non provava gli stessi sentimenti per lui e invece ne provava in abbondanza per Ranma, ancora la consapevolezza lo feriva. 
"E come vanno le cose con Akari?"
"Bene" replicò con un'espressione distante.
"Significa che ti sei arreso con...?"
"Sì" Ryoga lo guardò negli occhi e aggiunse, "Non ho mai avuto speranze con lei. L'ho capito...bene, dopo Jusendo. Non interferirò più" Ryoga guardò verso il suolo e disse, con voce più bassa, "Non è la prima volta che mi trovo a Nerima dopo il matrimonio. Ma non appena mi rendo conto di dove sono, me ne vado subito."
Ranma sorrise, sollevato di non dover più preoccuparsi della cotta di Ryoga sulla sua Akane ma si accigliò quando gli venne in mente un'ovvia domanda.
"Come sei riuscito ad andartene senza perderti o senza che nessuno ti trovasse?" Quando Ryoga borbottò di nuovo guardando il cielo, Ranma chiese, "Cosa?"
"Dannazione a te, Ranma! Ho detto che ho fatto del mio meglio per trovare il dojo dei Tendo per poi scoprire di ritrovarmi a Nagasaki o a Sapporo! Contento adesso?" gridò Ryoga con una vena che pulsava sulla sua fronte. Si era perso diverse volte dopo il matrimonio e si era ritrovato spesso a Nerima, e sarebbe stato contento se avesse davvero voluto trovare Ranma e Akane. Ma la sua maledizione sembrava volerlo allontanare dal suo obiettivo, che si trattasse di evitare un posto o di trovarlo. Poi aveva avuto quello che riteneva un colpo di genio. Se avesse davvero voluto trovare Akane, indubbiamente si sarebbe perso. Quindi, con un'immagine della bellissima ragazza in mente, si era concentrato il più possibile iniziando a camminare e aveva funzionato, facendolo uscire dalla città prima di rendersene conto.
Ranma soppresse una risata. A malapena. Tossì e chiese, "Allora, ti serve una mano a tornare indietro?"
"Sì, se riesci ad accompagnarmi alla stazione del treno, ti sarei grato" disse impacciato.
"Certo! Ti ci porto subito, non voglio che te ne scappi mentre sono a lezione. Ma dato che sei qui, che ne dici di un combattimento? È da un po' che non sfido qualcuno" Ranma fece una pausa di un secondo prima di aggiungere, "Non che ti abbia mai considerato una sfida"
L'ultima parte pungolò Ryoga spingendolo alla lotta e Ranma fu ricompensato quando il suo amico reagì prevedibilmente, balzando verso di lui.

 

Akane aveva trascorso più tempo del previsto con l'insegnante, col risultato che metà dell'ora di pranzo se n'era andata. Camminò il più velocemente possibile per incontrare Ranma e iniziò a correre quando udì voci di un combattimento, pensando riguardasse il suo fidanzato. Corse fino a vedere Ryoga e Ranma e roteò gli occhi. Non avrebbe mai capito perché quei due si ritrovavano sempre a lottare. Di sicuro avevano un passato riguardante quella ridicola lotta per il pranzo ma sembrava esserci di più. Non era mai riuscita a capire cosa fosse. Ma mentre si avvicinava notò che i due sembravano...divertiti. Si attaccavano ma ridevano. Sorrise, sperando che finalmente avessero superato le loro divergenze. Trovò una figura familiare seduta sull'erba e si avvicinò per mettersi vicino a Taro, che probabilmente aspettava Nabiki.
"Da quanto stanno andando avanti?" chiese Akane.
"Non so, da dieci minuti" disse Taro. "Non è divertente come pensavo. Sembra che se la stiano prendendo con calma"
"Beh, ne sono contenta. Lottano già fin troppo"
Taro non rispose e roteò gli occhi, Akane era un'artista marziale ma era troppo femminile a volte.
"Mi domando perché Ryoga sia qui. Probabilmente si è perso di nuovo" aggiunse lei con compassione. Si sentiva sempre male per Ryoga, pensando che doveva essere molto solo.
"Non ne ho idea ma...dannazione, lo vedi? Il porcellino sta battendo la fiacca. Il tuo ragazzo avrebbe potuto fargli davvero male con l'ultimo pugno"
"Non direi"
Taro sollevò un sopracciglio, sorpreso che lei avesse fatto un tale commento verso Ranma visto che prima si era rivelata molto protettiva. Notando la sua espressione, Akane roteò gli occhi quando capì come poteva essere recepito il suo commento. "Intendo dire che Ryoga è tosto. Ha superato l'addestramento per il Bakusai Tenketsu, venendo letteralmente colpito da macigni. Ci ha messo molto prima di rimanere seriamente ferito", Akane si sistemò e rifletté su quello che Taro aveva detto, prima finalmente di raccapezzarsi. Guardandolo di nuovo, chiese, "Perché tu e Ranma fate così? Perché vi rivolgete a lui con soprannomi relativi ai maiali?"
"Pensavo fosse ovvio", quando Akane lo guardò confusa, lui aggiunse lentamente, come se stesse parlando a un bambino piccolo, "È per via della sua maledizione" Taro, che era esageratamente orgoglioso della sua forma alternativa, rise di scherno, "Dev'essere la maledizione più debole di sempre. Ranma diventa una ragazza ma può sempre lottare. Shan Pu diventa un gatto ma ha artigli e può usarli per difendersi. Perfino il ragazzo-papera ha le ali per volare via dai pericoli, potrebbe perfino beccare gli avversari fino a ucciderli. Ma come fa un maiale in miniatura a difendersi? Sono sorpreso che nessuno se lo sia ancora mangiato!" gridò, ridendo all'idea e non sapendo quanto fosse vicino alla verità. Tornò a guardare il combattimento, divertito, non notando che la sua amica si era alzata e se n'era andata.

 

Il ragazzo col codino si stava divertendo. Era passato davvero tanto tempo da quando aveva potuto combattere con tutte le sue forze. Non voleva fare male a Ryoga quindi doveva comunque trattenersi, ma sapeva per esperienza che Ryoga era tosto e poteva sopportare qualche colpo. Era saltato in aria, dirigendo un calcio verso Ryoga quando d'improvviso si ritrovò nella sua forma di ragazza dai capelli rossi, fradicia. Il corpo del suo avversario, non più dov'era poco prima, si era ridotto di un metro, così lui scalciò e atterrò incoampando. L'acqua lo fece scivolare, sbattendo la testa contro una parete e mettendolo k.o. Ranma batté le palpebre e riaprì gli occhi qualche momento dopo. La sensazione dell'acqua calda sulla testa lo scosse dal forzato pisolino. Si mise in piedi e notò un Ryoga nudo che scuoteva il capo. Ranma sollevò lo sguardo e vide Taro, con un thermos vuoto in mano.
"Che diamine, Taro? Perché ci hai bagnati nel mezzo di un combattimento?" gridò Ranma, mettendosi una mano sulla testa che pulsava.
"Beh, non c'è di che, stronzi ingrati! È l'ultima volta che uso la mia acqua calda per aiutarvi!"
"È il minimo che tu possa fare visto che sei stato tu a bagnarci!"
"Non sono stato io! È stata Akane! Perché diamine dovrei voler fermare la vostra noiosa lotta?!
Ranma stava per rispondere e difendere il combattimento quando iniziò ad assorbire quello che Taro aveva detto, spalancando gli occhi. Akane lo aveva bagnato? Guardò Ryoga e si rese conto che era nudo.
-No...no!-
Significava che lo aveva visto, anzi no, LI aveva visti trasformarsi. Lei sapeva. Alla fine, lo aveva scoperto.

 

*uniforme usata nelle arti marziali, penso vi ricordiate l'episodio della tutina magica!

  
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