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Autore: sangueoro    22/10/2017    2 recensioni
Le vicende si svolgono dopo il finale di The Vampire Diaries.
Nella scuola che Caroline decide di aprire, arriva una bambina speciale… che ha bisogno di “protezione e preparazione“…
Ma chi proteggerà e preparerà Caroline al ritorno di Klaus nella sua vita?
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Klaus, Nuovo personaggio, Rebekah Mikaelson | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Stanotte Oliver mi ha ridetto che mi ama» confessò con un sospiro Rebekah.

«E tu?» chiese Caroline.

Becca inclinò il capo con un sorriso imbarazzato.

«Sei arrossita? Tuo fratello ci teneva tanto a questo particolare» sorrise Care.

«Non ho dovuto fingere, mi è venuto naturale…» replicò l’Originale socchiudendo gli occhi e abbassando il capo.

Caroline l’abbracciò stretta «Non ci pensare, tesoro… ti ama! E te lo ha detto due volte! Pensa solo a questo! E goditi il momento»

Un leggero tossicchiare attirò la loro attenzione, Marcel era entrato nella cucina dove le due vampire stavano sorseggiando il caffè, era vestito di tutto punto e aveva un trolley.

«Non faccio in tempo a salutare Vincent e la nuova governante, anche se dovrebbero essere qui a momenti» disse guardando l’orologio «se non mi muovo immediatamente rischio di perdere il volo per New Orleans. Ho già salutato tutti ma ci tenevo a ringraziare in modo particolare te, Care… per la tua ospitalità.»

«Ci rivedremo quando sarà di nuovo il tuo turno di guardia!» replicò Caroline affabile.

«No non credo, per un po' mi toglierò dall’avvicendamento» sorrise Marcel «a meno che non serva la mia presenza, ovviamente… in caso di pericolo o di bisogno, ti prometto che tornerò immediatamente, non dubitarne Caroline»

La vampira annuì.

«Ciao Becks…» fece Marcel prima di girarsi, poi come se ci avesse ripensato la guardò di nuovo «Ti amo anche io… e ti aspetterò» sussurrò.

Rebekah si mise il volto tra le mani mentre Caroline stava per dire qualcosa ma poi si frenò.

«Non guardarmi così Care» le si rivolse il vampiro «so che tornerà da me prima o poi… lo ha sempre fatto. Rebekah è una Mikaelson, non è fatta per questa vita tranquilla e serena, sono combattenti! Hanno bisogno dell’adrenalina, dello scontro… anche per Lui è così! Non puoi davvero pensare che quello che prova per te lo abbia cambiato così tanto » Marcel scosse la testa, poi uscì dalla stanza.

«Non lo stare a sentire!» mormorò Rebekah.

«Facciamo così, non ascoltiamolo nessuna delle due» fece Caroline sorridendo all’amica.

 

Caroline, naturalmente, non poteva evitare di pensare a quello che le aveva detto Marcel e nervosamente cominciò ad aprire la corrispondenza. La lettera di uno studio legale attirò la sua attenzione, quando cominciò a leggerla rimase a bocca aperta, prese uno dei fascicoli che aveva in un cassetto e dopo aver trovato il numero che cercava, lo compose sul cordless che aveva sulla sua scrivania. Dopo qualche convenevole, Care chiese lumi al suo interlocutore, riguardo il contenuto della lettera, ne nacque una animata discussione e quando la vampira mise giù il telefono era più nervosa di prima!
Avvertendo un lieve bussare ringhiò un «Avanti!»

Elena fece capolino dalla porta «Sono arrivati…» annunciò titubante, prima di aprirla completamente.

Caroline prese un bel respiro e si alzò dalla sedia, per andargli incontro.

«Vincent! Che piacere averti di nuovo qui» disse abbracciando lo stregone «e lei deve essere Mrs Byrne» continuò tendendo la mano ad una donna sulla cinquantina, “ma con le streghe non si è mai sicuri“ pensò

«Ti prego, chiamami Emily» rispose cordiale la strega ricambiando la stretta di mano.

«Caroline…» replicò la vampira.

Emily Byrne aveva un aspetto un po’ austero e a prima vista confermava l’impressione che Care aveva avuto nelle loro conversazioni telefoniche, invece ora che l’aveva davanti poteva notare un sorriso gioioso che ti metteva a proprio agio, la vampira provò un’immediata simpatia per la strega e a giudicare dall’espressione della donna, il sentimento ero reciproco.

Vincent uscì dall’ufficio della direttrice per permettere a Caroline di spiegare a Emily i dettagli del lavoro e come avevano deciso di organizzare il passaggio di consegne.

Elena e Damon avrebbero affiancato la nuova governante nel primo periodo, per far sì che gli studenti imparassero a conoscerla e non sentissero troppo il distacco da quei “supplenti“ che avevano svolto il lavoro con entusiasmo, facendoli divertire un mondo.

Mrs Byrne sospirò rincuorata «Mi sembra un’ottima idea, ad essere sincera temevo la reazione dei ragazzi al mio arrivo. Freya mi ha raccontato delle molteplici attività che si sono fatte nell’ultimo periodo e non volevo che mi giudicassero come una guastafeste, anche perché mi farebbe molto piacere che si continuassero a svolgere, non credo nell’efficacia del pugno di ferro quando si parla di educazione e di ragazzi» spiegò

«Benvenuta Emily! Siamo sulla stessa lunghezza d’onda, collaboreremo benissimo insieme!» replicò Caroline con uno dei suoi sorrisi.

Care cominciò a passare alla nuova governante i fascicoli con i curriculum degli studenti, facendo una approfondita presentazione di ognuno di loro, passarono così buona parte della mattinata. 

Quando sembrava che avessero finito, Caroline tirò fuori dal suo cassetto altre tre fascicoli «Questi… sono casi un po' più particolari» disse piegando leggermente la testa.

La governante annuì

«Hope Marshall, è così che la dobbiamo chiamare qui, in realtà è Hope Mikaelson, la figlia di Niklaus e Hayley» disse aprendo il primo.

«Non credo che ci sia bisogno di aggiungere altro, so perfettamente chi sia» replicò Mrs Byrne

Caroline annuì, chiudendo il fascicolo e aprendone un altro.

«Felicity O’Neill, lei non è una strega… è un vampiro» disse guardando Emily che non fece una piega.

«E’ stata trasformata all’incirca un anno fa… da me» continuò Care con un sospiro «Non era una cosa voluta ovviamente… ci sono stati molti fatti contingenti, che con il tempo avrò modo di spiegarti, ma lei è parte di questa strana famiglia allargata che gestisce una scuola per ragazzi speciali, è stato naturale tenerla qui, per provvedere alla sua educazione e guidarla nell’accettazione della sua nuova natura»

Mrs Byrne sorrise rassicurante «Ed io sarò molto felice di aiutarvi a farlo» commentò.

«Grazie» replicò la direttrice «e ora il caso più complicato e recente, perché è qui da neanche due mesi: Damien Digne. Lui è uno stregone, la madre discende da una famiglia che vanta un albero genealogico di tutto rispetto nel mondo della stregoneria, il ragazzo è molto dotato ma quello che lo rende speciale è che suo padre gli ha trasmesso il gene della licantropia. E’ rimasto orfano di entrambi i genitori da pochissimo ed è stato affidato ad una zia materna che non se l’è sentita di provvedere a lui, intimorita da questa spada di Damocle che penzola sopra la sua testa.» Caroline sospirò, poi guardò la governante come se volesse aggiungere qualcosa… fece un sospiro ancora più profondo e continuò a spiegare «lo ha mandato qui perché non si sa cosa succederebbe se il gene venisse attivato, probabilmente perderebbe i suoi poteri e diventerebbe un lupo… ma c’è anche il rischio che si trasformi in una sorta di ibrido… il nostro compito, oltre ad istruirlo, è evitare che succeda…»

«Lo controlleremo con maggiore attenzione» rispose la governante annuendo.

Caroline sorrise “E’ troppo perfetta per essere vera!” stava pensando, invece guardando l’orologio esclamò «Le lezioni sono finite da qualche minuto, i ragazzi si stanno radunando nella mensa… pronta per fare la loro conoscenza?»

«Certamente!» rispose Mrs Byrne alzandosi.

 

I ragazzi guardavano la nuova arrivata un po' timorosi, al contrario erano molto entusiasti di rivedere Vincent, al quale riservarono una calorosa accoglienza.

«Ragazzi… un attimo di attenzione» esordì Caroline «Vi voglio presentare Mrs Emily Byrne, la vostra nuova governante che insieme a Miss Gilbert e Mr Salvatore si occuperà di voi»

Gli studenti si rianimarono e sui loro volti si dipinsero sorrisi sollevati.

Anche Damon ed Elena sorridevano, si erano affezionati a quei ragazzi e non erano pronti a passare la mano.

Il pranzo si svolse in un clima festoso e sereno, ma Care sembrava preoccupata.

«Che c’è, Love?» chiese Klaus.

«Quando abbiamo finito di mangiare, dobbiamo riunirci nel mio ufficio… ho una cosa importantissima da riferirvi» rispose prendendo il cellulare per mandare un messaggio a tutti gli interessati.

Gli studenti si guardarono intorno incuriositi dalla sequenza di “bip“, ma poi tornarono a chiacchierare tra di loro.

«Bene ragazzi» esclamò la direttrice «Vi lasciamo a fare conoscenza con Mrs Byrne, ci vediamo tra un po’» sorrise rassicurante.

 

«Che è successo?» chiese Bonnie chiudendo la porta.

Anche gli altri guardavano Caroline che si era appoggiata alla scrivania con un espressione che non lasciava presagire niente di buono.

«Si è venuta a creare una situazione molto grave…» esordì Care, prendendo la lettera dello studio legale. «L’ho ricevuta questa mattina, ci informano che Martha Corey, la zia di Damien, ha rinunciato alla custodia legale del nipote».

«Cosa?» esclamò Rebekah.

Caroline annuì «Ora il ragazzo è passato sotto la tutela dello stato e stanno cercando una famiglia affidataria» Caroline si passò la mano tra i capelli, con un sospiro. «Ho chiamato la signora Corey, ma non ha voluto sentire ragioni, mi ha raccontato che sua sorella è scappata con il padre del ragazzo e la famiglia non ha mai accettato il loro matrimonio… e neanche il “mezzosangue“, così l’ha definito, che è nato da quella relazione. Lei stessa è stata messa sotto accusa e allontanata perché aveva accettato l’affidamento del nipote… e visto che non vuole mettersi contro nessuno, ha deciso di non voler avere niente a che fare con Damien».

Tutti nella stanza erano sconvolti dalla notizia.

«Un qualsiasi ragazzo di quindici anni passerebbe i prossimi tre sballottato da una famiglia all’altra» stava riflettendo a voce alta Alaric «non oso pensare a quando gli affidatari si renderanno conto di avere preso in casa uno stregone! Figuriamoci se poi gli dovesse accadere di attivare il gene della licantropia»

Klaus era irrigidito e aveva uno sguardo inespressivo, Becca gli si avvicinò per prendergli una mano, solo in quel momento l’Ibrido sembrò ridestarsi per farle un mezzo sorriso.

Oliver invece, che era appoggiato al muro affianco all’amico, gli mise una mano su una spalla.

«Lo adottiamo noi» esclamò Damon.

Elena si girò a guardare il suo fidanzato a bocca aperta.

«E’ l’unica soluzione!» spiegò l’uomo «Parleremo direttamente con la zia e ce lo facciamo affidare. Klaus, Rebekah o Caroline lo renderanno possibile… da un punto di vista burocratico intendo».

«Non è quello il punto!» replicò Elena «E’ una decisione importante, una grande responsabilità… dovremmo parlarne… da soli» spiegò mettendo l’accento sull’ultima parola.

«Ne parliamo da quando siamo diventati umani, di mettere su famiglia» continuò imperterrito Damon senza curarsi degli sguardi degli altri presenti nella stanza «C’è un ragazzo in difficoltà… che ha bisogno di aiuto, chi meglio di due ex vampiri, possono capire la sua situazione?»

Elena stava riflettendo in silenzio.

«Certo ci dovremmo almeno sposare…» ponderò Damon «Per facilitare il lavoro ai nostri vampiri… »

Elena alzò lo sguardo.

«Per il momento lo faremo in comune, poi quando sarà sicuro… lo faremo per bene, con il rito e la festa che stavamo organizzando» continuò a spiegare l’uomo fissandola.

Elena lo guardò sospirando, poi fece un sorriso.

L’uomo le si avvicinò. «Allora amore mio, ci tuffiamo in questa nuova avventura? Magari le preoccupazioni da genitori ci consumeranno… ma lo faremo con passione… e chissà forse sarà anche pericoloso…» sussurrò facendole un occhiolino.

«E’ proprio tutto quello che desidero dalla vita» rispose Elena abbracciandolo.

«Ma fate sul serio?» chiese Caroline che come gli altri aveva osservato la scena a bocca aperta.

«Certo» rispose Elena.

«Vabbè… siete impazziti!» replicò la vampira «Lui è sempre stato un pazzo… ma tu…»

«Tu più di chiunque altro dovresti sapere che si finisce sempre per assomigliare all’uomo di cui ti innamori…» la interruppe Elena ridendo.

Caroline e Bonnie si guardarono per poi scoppiare a ridere, gli altri si guardarono ancora più perplessi.

«Dimenticate… che c’è una persona che dovrebbe essere d'accordo con questa “soluzione“» disse Jeremy facendo il gesto delle virgolette con entrambe le mani.

«In effetti io avrei seri problemi ad accettare Damon come padre» commentò Becca.

Klaus sghignazzò, poi tornando serio «Se questi due sono veramente convinti di farlo» disse guardando Damon ed Elena «bisogna parlare con il ragazzo, prima… di avviare l’iter» continuò.

«E non abbiamo tempo da perdere, dobbiamo evitare che la pratica arrivi su qualche tavolino del dipartimento dei minori… da un punto di vista procedurale, rendere tutto più complicato» illustrò Oliver «sempre che non sia già troppo tardi».

«Vado a chiamare Damien?» chiese Bonnie.

Tutti guardarono Damon ed Elena, che annuirono.

 

«Vieni, accomodati» fece Bonnie facendogli strada nell’ufficio della direttrice.

Damien entrò nella stanza, in un primo momento guardò Caroline che era seduta dietro la sua scrivania, poi lentamente passò in rassegna tutti gli altri presenti che lo stavano fissando, si grattò dietro il collo e con una smorfia esclamò «Non sono stato io!»

Damon scoppiò a ridere.

«Già noto delle somiglianze» mormorò Alaric mettendo un braccio intorno alle spalle dell’amico.

Caroline cercò di rimanere seria «Non preoccuparti… non ti stiamo accusando di niente, volevamo parlati di una cosa molto importante» la vampira prese un respiro, avevano avuto poco tempo per decidere come spiegare la situazione al ragazzo.

Klaus aveva consigliato di dire la verità in maniera veloce e senza fronzoli. Era in piedi dietro Care, le mise una mano sulla spalla, la vampira si girò a guardarlo e poi riprese a parlare «Questa mattina abbiamo ricevuto una lettera che ti riguarda, viene da uno studio legale… tua zia, ha deciso di rinunciare alla custodia parentale»

«Quella non è mia zia… non è nessuno per me… meglio così!» ribatté Damien impassibile.

«No… tesoro» rispose Care «Non lo è… perché hai solo 15 anni e ora sei sotto la tutela dello stato, che ti sta cercando una famiglia affidataria»

«Dovrò andarmene?» chiese il ragazzo, che ora sembrava in preda al panico.

«Sai… non è mai semplice per una famiglia accogliere un ragazzo della tua età… nel tuo caso, potrebbe essere ancora più difficile, perché non tutti sono in grado di comprendere… » Caroline non riusciva a trovare le parole giuste.

«Ho capito, Miss Forbes…» annuì il ragazzo.

«Quindi sì… una famiglia che non ha mai avuto contatti con il nostro mondo, potrebbe decidere di farti lasciare la scuola, a meno che non si trovi una coppia che sa chi siamo… chi sei… ed è in grado di gestire la situazione con semplicità» spiegò Caroline con un sorriso, per poi girarsi a guardare Damon e Elena.

Damien aveva seguito lo sguardo della direttrice e ora guardava con curiosità la coppia che gli stava sorridendo, fu Damon a parlare.

«Ci abbiamo pensato, io e Elena riteniamo che la soluzione migliore sia che… potremmo essere noi due a chiedere di diventare la tua famiglia affidataria»

Damien sbarrò gli occhi, continuava a guardarli non sapendo che dire.

«Se ci vuoi riflettere… » disse Elena 

«Voi due quanto ci avete riflettuto?» chiese il ragazzo.

«Un paio di minuti…» rispose Damon

«Io sono un disastro…» mormorò il ragazzo.

«Sono stato un vampiro per 150 anni!» replicò l’uomo «Non ti bastano dieci vite per eguagliare i casini che ho combinato io… e lei» continuò guardando con amore Elena «è allenata a porci rimedio»

Damien sorrise «Va bene…» sussurrò guardando a terra.

«Ne sei sicuro?» chiese Elena.

«Se è sicura lei, Miss Gilbert» rispose il ragazzo sollevando appena lo sguardo.

«Credo proprio che dovresti cominciare a chiamarmi Elena» rispose la donna, continuando a sorridergli.

«Anche perché» esclamò Damon guardando l’orologio «Resterà Miss Gilbert ancora per poco… dobbiamo andare in comune, prima che chiuda…vuoi essere presente al nostro matrimonio Damien?»

Il ragazzo li guardò aggrottando la fronte.

«Non accoglieranno la nostra richiesta se prima non ci sposiamo» spiegò Elena allargando le braccia.

 

Elena entrò nel salone in braccio a Damon, che rideva felice. Oliver e Rebekah gli andarono incontro, ma furono sorpassati dalle gemelle che furiose si pararono davanti alla coppia di neo sposi.

«Zio Damon! Come hai potuto sposarti…» cominciò Josie «…senza di NOI!» concluse Lizzie.

L’interpellato mise giù sua moglie e tentò di spiegare alle ragazzine la situazione ma fu interrotto da Hope «Avevamo anche i vestiti!» disse la streghetta.

Klaus, Oliver e Rebekah erano rimasti a scuola per controllare gli studenti e spiegare alle bambine cosa stesse succedendo, si erano limitati a dire che Damon ed Elena si dovevano sposare per una questione burocratica, ma non erano scesi nei particolari che riguardavano Damien, avevano concordato di non farlo fino a che la situazione non si fosse sistemata.

«Ragazze… » disse Elena «quello di oggi è stato un matrimonio fatto solo per avere un timbro su un foglio di carta! Poi ci sarà quello vero! Dove io indosserò il mio bellissimo abito bianco e voi i vostri adorabili…» Elena stava continuando il discorso ma venne interrotta di nuovo da Hope.

«E LUI? PERCHE’ DAMIEN ERA AL VOSTRO MATRIMONIO?» urlò la ragazzina, scorgendo il ragazzo che stava entrando accanto a Caroline.

Anche Josie e Lizzie guardavano il loro compagno irritate.

Gli adulti si lanciarono un’occhiata.

Felicity, che era rimasta in disparte, aveva capito che non sapevano bene cosa rispondere così si avvicinò per abbracciare Damon e Elena «Congratulazioni» gli disse sorridente.

«Grazie tesoro! » ricambiò l’abbraccio Elena.

Damon le diede un bacio su una tempia «Visto come si fa?» disse rivolto alla gemelle e a Hope che continuavano a guardarlo in cagnesco «Ora venite immediatamente qui! Tutte e tre! E mi date un bacio e un abbraccio! E ci fate gli auguri!» Ordinò con un piglio severo, che fece scoppiare a ridere le tre ragazzine, che gli si fiondarono addosso facendogli perdere l’equilibrio… si ritrovarono tutte e quattro a terra a farsi i dispetti e il solletico.

«Le hai spaventate a morte» commentò Jeremy superandoli.

«La personificazione dell’autorità» rincarò la dose Alaric scuotendo la testa.

«Gli servirebbe a lui una famiglia affidataria» diede il colpo di grazia Klaus.

Damien osservava la scena divertito.

Le bambine, che erano troppo occupate a fare la lotta con Damon, non sentirono il commento dell’Ibrido, Felicity invece spostava lo sguardo dal ragazzo all’uomo a terra e viceversa.

 

Caroline era andata a scusarsi con la nuova governante, dicendole che era sorto un problema e avevano dovuto risolverlo «Non era così che doveva andare il suo primo giorno di lavoro » le stava dicendo

«Non avevamo concordato di darci del tu?» la interruppe Mrs Byrne «Non preoccuparti! Anzi… è andata meglio così, ho avuto modo di chiacchierare con i ragazzi e conoscerli, senza la presenza autoritaria del collegio docenti al gran completo»

Care approfittò della gentilezza di Emily per informarla che quella sera avevano un evento molto importante da festeggiare in famiglia, quindi, continuando a scusarsi, le chiese di occuparsi dei ragazzi da sola, informandola anche che Damien avrebbe cenato con loro.

«Tranquilla… fate pure! » rispose Mr Byrne accomodante.

«E poi ci sarò io ad aiutarla» disse Vincent che aveva seguito l’ultima parte del discorso.

«A dire il vero, volevamo chiederti di unirti a noi!» esclamò Caroline

«E’ una festa di famiglia… io starò benissimo con Emily e i ragazzi, inoltre ho una partita di Risiko in sospeso con tre di loro» spiegò lo stregone.

Care annuì, poi dopo averli ringraziati un altra volta, li salutò.

 

Damien entrò in camera sua e si gettò sul letto.

«Dove sei finito tutto il pomeriggio? Io e le ragazze credevamo che ti avessero sospeso!» esclamò Wade, il suo compagno di stanza che si stava preparando per la cena.

«E’ una lunga storia» replicò il ragazzo «ora non posso raccontartela, perché mi devo preparare anche io, avverti tu Laurel e Zoe che non mangerò alla mensa con voi stasera, io cenerò di là con… gli insegnanti.» Damien fece una pausa non sapendo bene come giustificare una cosa così inusuale «Ci sono dei problemi con la mia famiglia e ne dobbiamo parlare» si affrettò poi a spiegare.

Wade lo guardava a bocca aperta «Ci sarà anche Miss Gilbert?» chiese mentre seguiva con lo sguardo Damien che si era alzato ed era diretto in bagno.

«Certo…» rispose il ragazzo.

«Non posso venire con te? Sono invidioso! A cena nella zona privata, magari vicino a lei… che ti sorride e ti passa l’acqua…» sospirò Wade.

«Se gliela chiedi, Elena te la passa anche alla mensa l’acqua!» rispose Damien chiudendo la porta.

«Elena? Da quando chiami Miss Gilbert per nome? Te lo ha dato lei il permesso?» chiese a voce alta l’amico per farsi sentire.

Damien si strofinò gli occhi nervoso, poi aprì l’acqua della doccia.

 

«Ehi peldicarota! Se non la finisci di usare tutto quel sale, ti vengono le corna e la barbetta come le caprette!» esclamò Damon all’indirizzo di Hope.

«Beeee Beeee» rispose impertinente la ragazzina.

«In Siria ne ho viste di carine, tutte rosse ma senza corna, in effetti… una somiglianza…» stava ponderando Klaus squadrando la figlia da più angolazioni.

Felicity rideva di gusto, poi con una mossa lesta impedì a Lizzie di rovesciare un bicchiere.

«Che riflessi, tesoro!» commentò Rebekah «Migliori ogni giorno di più»

«Dovresti cambiare sport… tipo il tennis!» considerò Oliver.

«Non se ne parla… potrei fare il portiere però!» rifletté con una smorfia compiaciuta la giovane vampira, come se avesse avuto un’illuminazione.

Damien guardava la sua compagna, non l’aveva mai vista così allegra e spontanea, in classe se ne stava sempre in silenzio all’ultimo banco e non partecipava mai alle attività pomeridiane del gruppo dei ragazzi più grandi, preferendo stare con Hope e le gemelle.

«Lizzie, mi puoi passare il purè di patate, quando hai finito di servirti?» chiese Care alla figlia.

«Certo» rispose la bambina, poi la guardò con un sorriso da furbetta, afferrò il braccio di Felicity che le sedeva accanto e fece volare il piatto da portata fino alla madre.

«Lizzie!» la rimproverò Bonnie.

«Non si fa così sorella…» rispose Josie, prendendo una mano di Hope e facendo tornare il piatto al punto di partenza.

«Josie!» urlò ancora Bonnie.

«Zia Bonnie!» si lamentò Lizzie «Qui non ci vede nessuno! Facci divertire un po’!»

«Ma si Bon Bon lasciale fare…» fece Damon facendo un occhiolino alle gemelle «Però scimmiette, prima di usare Hope e Felicity come delle batterie… sarebbe carino chiedere il permesso»

«Loro che chiedono prima di agire? E’ una causa persa!» commentò Alaric.

«Ma a Hope e Felicity non importa» risposero le gemelle in coro con un’alzata di spalle.

Jeremy scoppiando a ridere, prese la mira e tirò due tovaglioli che colpirono perfettamente le gemelline «A me non serve la magia per far volare le cose!» commentò, scatenando l’ilarità generale.

Damien era stato tutta la serata in silenzio a studiare quelle persone che conosceva da due mesi, ma che stasera vedeva con una luce diversa. Lo aveva messo in preventivo ovviamente… ogni individuo si conforma al ruolo e alla situazione quando è in un contesto formale, per conoscere il vero carattere bisogna frequentarlo in un ambito familiare e confidenziale.
Ma alcune cose erano state una rivelazione, tipo Felicity che scherzava con Klaus Marshall… da quando l’uomo era arrivato, era diventato una sorta di mito tra i ragazzi, che erano suggestionati dal suo carisma, ma ne erano intimoriti… o vedere la direttrice Forbes e Miss Bennet che piangevano al matrimonio di Damon ed Elena, per poi abbracciarsi a lungo tutte e tre alla fine della cerimonia, o Mr Salvatore… che era adorato da tutti gli studenti per il suo carattere schietto e divertente, ma davanti all’ufficiale del comune aveva perso tutta la sua spavalderia e aveva risposto alle domande di rito con una voce rotta dall’emozione, guardando Miss Gilbert con occhi umidi ed innamorati… ma questo poteva capirlo, tutti gli studenti maschi della scuola erano infatuati di Elena, compreso lui!

Damien si era distratto, perso nei suoi pensieri, non aveva visto Miss Bennet e la direttrice che si erano alzate da tavola alla fine della cena, ma ora le stava guardando tornare, la strega aveva tra le mani una torta nuziale in miniatura mentre la vampira aveva un vassoio con dei calici e Mr Saltzman stava uscendo dalla cucina con una bottiglia di champagne «Stasera niente Bourbon… vabbè forse più tardi» chiarì sorridente.

«Prima di brindare» disse Bonnie scambiando uno sguardo con Caroline «dobbiamo fare una cosa… avevamo pensato di riservala al dopocena, in privato… ma poi abbiamo capito di non poter privare Damon della presenza della sua mogliettina stasera! Lo vai a prendere Care?» disse rivolta all’amica che annuì sfrecciando via «Tu Elena vieni qui, meglio che ti sposti da accanto alla torta! Portati la sedia…» chiese.

Elena fece come le era stato detto, ma quando vide Caroline tornare con un oggetto familiare in mano, si mise seduta e si prese il volto tra le mani iniziando a commuoversi.

Bonnie ruppe la stoffa e iniziò a spargere il contenuto intorno alla sedia di Elena, Caroline invece fece un cenno a Rebekah e andò a prendere per mano tutte le altre ragazze.

«Questo è stato il primo incantesimo che ho fatto…» iniziò a spiegare Bonnie «e l’ho fatto davanti a lei.
Elena aveva appena conosciuto Damon e ne era terrorizzata… giustamente» aggiunse guardando l’uomo, che stava sorridendo «poi lo abbiamo ripetuto altre volte, in momenti particolari… quando ne sentivamo il bisogno, è diventato una sorta di rito, non potevamo non compierlo anche stasera»

Caroline con Rebekah e le altre ragazze, si misero accanto a Bonnie, che con gli occhi lucidi, alzò lentamente le braccia, facendo volare le piume intorno ad Elena che piangeva.

«Auguri amica mia… testarda e caparbia come poche! Non so cosa avevi visto da subito in lui… ma ti sono grata che l’hai percepito, le nostre vite… la mia vita… non sarebbe la stessa senza quel pazzo che oggi ti sei sposata!» Poi facendo un occhiolino alle gemelle e a Hope, si presero tutte per mano e le piume cominciarono a roteare in maniera vorticosa, tre le grida di giubilo di tutte.

«Guardati intorno, tesoro» esclamò alzando la voce Caroline, abbracciata a Becca ed a Felicity «eravamo tre bambine che giocavano nel parco, sognavano di diventare grandi, innamorarci ed avere una famiglia… direi che abbiamo fatto un ottimo lavoro!»

Alaric fece saltare il tappo dello champagne e cominciò a versarlo nei calici.

«Auguri sorellina» fece Jeremy commosso, prendendo e alzando uno dei bicchieri «Auguri a te e a questo scriteriato che ha atteso più di dieci anni per far di te una donna onesta! Ma forse era troppo impegnato a farmi da fratello maggiore…» concluse rivolto a Damon

«Ad un amore tanto potente da sovvertire tutte le leggi soprannaturali e dell’universo!» esclamò Klaus alzando il suo di calice «Anche perché… e ringraziamo la nostra buona stella… di Damon ne basta uno a questo mondo!»

Oliver sorrideva, ma guardava perplesso l’Ibrido non comprendendo il suo brindisi, mentre tutti gli altri annuivano divertiti.
«Voi due siete stati i primi che ho conosciuto quella sera» cominciò a parlare Oliver «Mi avevate promesso che ci sareste sempre stati per me e Felicity, e avete mantenuto la parola… perché siete due persone meravigliose e generose e oggi ne avete dato un’ulteriore prova, meritate tutta la felicità di questo mondo… auguri… Salvatore’s Family!»

«Beh… » disse Alaric «quando oramai quasi quindici anni fa, mi sono messo alla ricerca del vampiro che credevo avesse distrutto la mia vita… mai avrei pensato di trovarmi qui, con questo calice in mano a brindare al suo matrimonio» Ric sorrise «e non solo! Ha anche sposato la ragazza che amo come una figlia… e sapete bene che ho tentato di farglielo dimenticare!»

Bonnie e Caroline scoppiarono a ridere abbracciando Elena.

«You got the girl, Man» fece Alaric sorridendo al suo migliore amico, alzando il calice.

«I got the girl» rispose Damon.

«Now don't screw it up» replicò Alaric.

Damon annui «Te lo prometto Ric… anche perché questa volta ci sarai tu a controllarmi!»

«Ci puoi giurare!» ribatté l’amico.

Damien aveva visto ed ascoltato tutto e sembrava sereno e a proprio agio, Damon gli si avvicinò per porgergli uno dei calici, il ragazzo sorrise e lo prese, poi lo alzò verso l’ex vampiro «Auguri…» sussurrò prima di iniziare a bere.

«Damon!» sibilò Elena avvicinandosi.

«Ha quindici anni! Pensi davvero che è il primo bicchiere di alcol che beve?» esclamò il marito.

«Ha ragione…» intervenne Oliver «Ma è meglio che questa cosa non gliela diciamo agli assistenti sociali»

«Come desidera avvocato» rispose Damon scambiandosi un sorrisetto complice con il ragazzo.

 

«C’è qualcosa di strano…» mormorò Hope a Felicity «Prima lui va al matrimonio… e noi no! Poi è qui con noi stasera…»

«Hai ragione» rispose la vampira «ma è meglio non fare domande… hai notato tuo padre e Caroline?» continuò per cercare di distrarla.

«Cosa? Che hanno fatto?» chiese la streghetta avvicinandosi curiosa.

«Non ti pare che si guardino e si sorridano un po' di più, ultimamente?» 

«Si che l’ho notato! Ma non te l’ho detto… perché poi tu mi dici che sono matta!»

Felicity abbracciò la sua amica «Sei un po' matta… e ti voglio bene anche di più, per questo!»

«Pensi che io ci sarò al tuo matrimonio? Che resteremo amiche per sempre?» domandò Hope ricambiando l’abbraccio.

«Sul matrimonio, non ci conterei! Per il resto… certo che saremo amiche per sempre» rispose la giovane vampira.

 

Il cellulare di Caroline vibrò di nuovo, come quello di Alaric… di Bonnie… e degli altri adulti presenti! Vani erano stati i messaggi nei quali rispondevano di stare tranquille, che la situazione era sotto controllo e che poi gli avrebbero spiegato tutto.

«Non si può più rimandare… rischiamo di ritrovarcele tutte e quattro qui con una scusa!» mormorò Caroline all’orecchio di Klaus.

L’ibrido annuì divertito «Mandiamo a dormire le ragazze e Damien, e prepariamoci ad una riunione epica!»

Una mezzora dopo, erano tutti nel sottopassaggio che conduceva al quartier generale delle vigilanti.

«Ma si può sapere che state combinando?» gli venne incontro Emma appena entrarono.

«Con calma… » disse Klaus «vi chiariremo tutto» poi iniziò a spiegare cosa fosse accaduto.

Le anziane vampire ascoltarono attente e stranamente in silenzio, sorrisero orgogliose a Damon e Elena nel momento in cui l’Ibrido illustrò come si era deciso di risolvere la situazione, ma ad un certo punto sgranarono gli occhi.

«Ma allora vi siete sposati per davvero!» esclamò sconvolta Donna.

«Ma potevate soggiogare qualcuno e fare finta!» sbraitò Emma.

«Volevamo vedervi… mentre vi sposavate» si lamentò Lucy delusa, abbassando la testa.

«Abbiamo litigato per mesi! Su chi di noi quattro aveva più diritto ad accompagnare Damon all’altare! Anche se sapevamo che non sarebbe mai successo! Così… solo per ipotesi! Perché sapevamo che sarebbe stata Bonnie a farlo!» esclamò furiosa Cristina.

«E parlando ipoteticamente… chi avevate deciso» chiese Damon tra lo stupito e il commosso.

«Che domande…» sbottò Cristina «Io naturalmente…»

«Non eravamo ancora arrivate ad una decisione…» chiarì Donna

«Beh avete tempo per farlo…» disse Elena «il matrimonio come lo avevamo organizzato si farà ancora! Io voglio indossare l’abito bianco e voglio tutte le mie damigelle! E voglio anche percorrere la navata al braccio di Jeremy… Non è cambiato niente!»

«E vi promettiamo che voi sarete lì, in prima fila… a guardare me… che accompagno Damon» chiarì Bonnie.

 

La mattina dopo, di buon’ora, quando tutti gli studenti si stavano ancora preparando per andare a fare colazione e iniziare le lezioni, Felicity era nella stanza delle gemelle e stava sistemando il fermaglio tra i capelli di Josie, quando notò Damien che, senza divisa e trascinando un trolley, stava camminando lungo il corridoio, diede un bacio alla bambina «Sei a posto ora» le disse uscendo dalla camera.

«Dove stai andando?» chiese rincorrendo il ragazzo.

«Mi aspettano di là…» rispose titubante Damien, poi alzando gli occhi le indicò Caroline e Rebekah che stavano venendo verso di loro.

«Ma si può sapere che succede?» mormorò Felicity, quando la zia e Care li avevano raggiunti «Non ho detto niente davanti alle altre… ma è evidente che sta succedendo qualcosa!»

«E’ lunga da spiegare, tesoro…» rispose Caroline «Ma eravamo venute proprio ad informarti che Rebekah e tuo fratello si assenteranno insieme ad Elena e Damon per qualche giorno e Damien andrà con loro… devono sistemare alcune faccende che lo riguardano» spiegò alzando gli occhi sul ragazzo.

«Ma tornerà a scuola?» chiese Felicity.

«Lo speriamo…» rispose Rebekah «E faremo del tutto per riportarlo qui»

La giovane vampira annui.

«Vieni con noi… così saluti Oliver» la incoraggiò Care.

 

Quando Felicity scorse il fratello che stava parlando con Klaus, un ampio sorriso illuminò il suo volto «Sei bellissimo…» gli disse.

«Non dirlo a me!» concordò Becca «Quando l’ho visto uscire dalla camera da letto… per poco non mi prende un colpo»

«La cravatta mi da un po' fastidio, non ci sono più abituato» fece Oliver sistemandosi il nodo.

«Devo darvi ragione» commentò Klaus «Vestito così sembra proprio un avvocato!»

Oliver indossava un completo Blu di Prussia, scurissimo quasi tendente al nero, si vedeva che era su misura e di ottima fattura, enfatizzava il suo fisico snello e slanciato e faceva risaltare i suoi occhi, la barba che aveva sistemato e definito gli dava un aspetto ricercato e sexy. Caroline gli aveva tagliato leggermente i capelli, che ora erano pettinati ed ordinati… avrebbe fatto sfigurare persino Harvey Specter e Mike Ross della serie Suits!

«Però io ti preferisco più selvaggio…» fece Becca passandogli le mani sulle guance e dandogli un lieve bacio a fior di labbra.

«Ricrescerà amore…» la rassicurò l’uomo.

 

Quando anche Damon e Elena scesero nel salone pronti per partire, Oliver diede un bacio alla sorella. «Torno presto, comportati bene…» si raccomandò.

Felicity annuì e poi lo abbracciò piano «Non voglio sciuparti il vestito» si giustificò, poi si incamminarono con gli altri verso il portone, Damien si era affiancato a Felicity nel farlo.

«Se per risolvere il tuo problema hai bisogno di un avvocato… beh hai il migliore» gli disse la ragazza annuendo.

«Forse sei un po' di parte» sorrise il ragazzo.

«Lo è sul serio!» rispose piccata la vampira.

«Stavo scherzando!» esclamò Damien «Sento che mi posso fidare di loro… di tutti quanti» rifletté poi con un sospiro.

«Ciecamente» concordò Felicity «Hai avvisato… i tuoi amici?» chiese poi.

«Mi hanno raccomandato di non parlarne, così ho detto a Wade che devo tornare a casa per qualche giorno» spiegò il ragazzo «Ci penserà lui ad avvertire tutti…»

«Ci vediamo allora…» sussurrò la giovane vampira, evitando di guardalo.

«Speriamo…» chiosò Damien avvicinandosi alla macchina.

 

«Come abbiamo concordato, restate qui e fate parlare sempre e solo me!» disse Oliver serio, salendo i gradini che portavano alla veranda della casa di Mrs Corey insieme a Rebekah, poi suonò il campanello.

«Buon pomeriggio, cercavamo Mrs Corey… è in casa?» fece Oliver appena una donna aprì la porta.

«Sono io… » rispose la donna cercando di guardare alle spalle dell’uomo e della donna che aveva di fronte.

«Sono Oliver O’Neill, un avvocato… e rappresento la Salvatore Boarding School for the Young & Gifted e di conseguenza suo nipote Damien Digne.» annunciò l’uomo in maniera formale, poi sia lui che Rebekah si spostano leggermente per fargli vedere Damien che era in piedi in fondo alle scale tra Damon ed Elena.

«Vorremmo parlarle in modo informale, per suggerire una soluzione alla sua richiesta di rinuncia alla custodia legale di suo nipote» continuò Oliver.

Martha Corey sembrò riflettere, poi fissò Rebekah «Accomodatevi…» rispose con un sospiro «Potete entrare tutti…» aggiunse continuando a guardare Becca. «Ma se volete farmi cambiare idea, vi dico subito che state sprecando il vostro tempo… e potevate anche evitare di portarmi qui lui, non cambierà le cose» continuò a parlare mentre gli faceva strada nel salotto.

Elena prese una mano di Damien che rimaneva in silenzio guardando il pavimento, il ragazzo gliela strinse leggermente, ma non alzò gli occhi da terra.

«Non vogliamo farle cambiare idea… tutt’altro» disse Oliver «Le voglio presentare i signori Salvatore, Damon ed Elena… sono i responsabili del convitto del nostro istituto, si occupano dei nostri studenti quando non sono a lezione, hanno un modo di approcciarsi ai ragazzi molto spontaneo, istaurando con loro un rapporto sincero e familiare, prendendosene amorevolmente cura… è questo il tipo di rapporto che hanno costruito anche con suo nipote negli ultimi due mesi, siamo qui per chiederle di suggerire al tribunale dei minori di affidare a loro due la custodia legale di Damien.»

Martha Corey sussultò leggermente ascoltando l’ultima parte del discorso dell’uomo, poi girandosi a guardare il nipote, vide Damon che con fare protettivo gli aveva messo una braccio intorno alle spalle, mentre Elena continuava a tenergli una mano, come gli aveva suggerito Oliver non proferirono parola, limitandosi a sostenere lo sguardo della donna.

«Per me non fa nessuna differenza» rispose la donna «Lei chi è?» chiese rivolta a Rebekah.

«Miss Rebekah Marshall» rispose Oliver «Una delle nostre insegnanti, è qui in vece della nostra direttrice Mrs Caroline Forbes Salvatore, che non è potuta essere presente per impegni improrogabili»

Damien, quando sentì il nome esteso della loro direttrice sgranò gli occhi, stava per dire qualcosa… ma Elena gli strinse un po' la mano.

«Ssshhh» mormorò Damon, poi avvicinandosi al suo orecchio sussurrò «Più tardi ti spieghiamo tutto l’albero genealogico della tua strampalata nuova famiglia…»

Il ragazzo sorrise.

La zia guardò il nipote, poi respirando a fondo riportò lo sguardo su Rebekah «Sulla brochure che ho letto, c’era scritto che i docenti erano molto preparati e competenti, ma non credevo così tanto… competenti» asserì continuando a studiare Becca «Ci scrivono tante stupidaggini su quei cosi!… Posso?» chiese prendendole una mano senza aspettare la risposta, la lasciò subito come se scottasse «Santo cielo…» esclamò «Anche tu sei una delle insegnanti di Damien?» le domandò.

«Certo…» rispose Rebekah, poi vedendo lo sguardo di Oliver smise di parlare.

«Si, è la sua insegnate di lettere antiche» spiegò Oliver.

«Hai intenzione di lasciare la scuola nel prossimo futuro?» continuò a domandare la donna, rivolgendosi sempre direttamente a Becca.

Ma fu sempre Oliver a rispondere «Miss Marshall, come suggeriscono le nostre brochure, è una persona seria e professionale, non ha in programma di interrompere la collaborazione con il nostro istituto»

«Se questa vampira, così antica… lavora nella scuola…» affermò Mrs Corey continuando a guardare Rebekah «firmerò tutti i documenti che volete»

Oliver non se lo fece ripetere due volte, aprì la ventiquattrore e prese dei fogli, li lesse e li spiegò alla donna che ascoltava attenta, poi dopo averle indicato dove apporre la propria firma, le passò una penna, Martha Corey firmò senza nessuna esitazione.

«Buona fortuna» disse rivolta al nipote.

 

«Il prossimo passo è depositare la domanda in tribunale, poi dobbiamo convincere l’assistente sociale che ci verrà assegnato che questi due saranno degli ottimi genitori» spiegò Oliver sedendosi in macchina «E’ stato più facile del previsto convincere Mrs Corey» rifletté, prima di girare la chiave nel cruscotto.

Rebekah, che era seduta accanto a lui, annuì pensierosa, non la convinceva una strega che era felice che suo nipote fosse protetto da un vampiro.

Un’ora più tardi stavano uscendo dal tribunale, Oliver aveva presentato la domanda e Rebekah era “riuscita” ad avere un appuntamento con l’assistente sociale per la mattina dopo.

Damon, Elena e Damien li stavano attendendo in un locale sulla baia.

Erano arrivati a Boston all’ora di pranzo, giusto il tempo di fare la registrazione in albergo e mangiare qualcosa, prima di andare a fare visita alla zia del ragazzo.

Avevano scelto il Four Seasons che era in pieno centro, nonostante Mrs Corey vivesse in un quartiere alla estrema periferia nord, la collocazione dell’hotel gli sarebbe stata infinitamente più utile nella seconda fase, quella dell’iter burocratico.

Si erano fatti riservare una spaziosa suite, dove avrebbe alloggiato Damien e due lussuose camere ai suoi lati, entrambe comunicanti con il soggiorno che sarebbe servito da ufficio e area comune.

«Voi potete andare» esordì Rebekah entrando e sedendosi sul divano, rivolta a Damon e Elena «Ci occuperemo io ed Oliver di Damien… in fin dei conti siete in luna di miele, una bella cena romantica a lume di candela è d’obbligo»

«Non occorre» rispose Elena.

«E poi domani incontriamo l’assistente sociale, non farebbe una buona impressione se uscisse fuori che lo lasciamo con le tate, per andarci a divertire…» spiegò Damon.

«Perché tu credi che gli permetterò di fare una vera perizia su di te?» sbottò a ridere Becca «Dopo 10 minuti, capirebbero di non poterti affidare neanche un pesce rosso!»

«Ma finiscila!»esclamò Elena ridendo «Che poi Damien ci crede!»

«Lo spero!» ribatté Rebekah «Deve essere consapevole del guaio in cui si sta cacciando!»

«Gli ho promesso che gli avrei illustrato il nostro albero genealogico» spiegò Damon lanciando uno sguardo fintamente contrariato alla vampira, per poi guardare il ragazzo.

«Beh, allora forse è meglio se vi lasciamo soli» intervenne Oliver.

«Se volete uscire a divertirvi, fate pure… ma se lo fate per noi, non è necessario! Non sono segreti… inconfessabili» disse Damon che sembrava un po' ansia.

«Avevamo pensato che potremmo farci servire la cena qui e rilassarci… domani ci aspetta un’altra giornata impegnativa e siamo tutti un po' stanchi» spiegò infatti Elena lanciandogli uno sguardo.

Rebekah ed Oliver annuirono sorridendo «Perfetto…» disse l’umano.

Ordinarono la cena e si misero seduti bevendo qualcosa.

«Facci tu le domande, Damien… cosa vuoi sapere?» iniziò a parlare Damon.

«Perché la direttrice si chiama Salvatore?» iniziò a chiedere il ragazzo allargando le braccia.

«Perché era sposata con mio fratello Stefan» rispose l’ex vampiro «che è deceduto qualche anno fa»

«Mi spiace…» ribatté il ragazzo.

«Grazie… gli saresti piaciuto molto… »

«Di dove siete?»

«Siamo entrambi nati e cresciuti a Mystic Falls» rispose Elena «Io molti… moltissimi anni dopo di lui!»

«Eravate dei vampiri… come mai ora siete umani?»

Elena spiegò sommariamente al ragazzo tutta la storia della cura.

Damien ascoltava affascinato «Che avventura!» commentò «E come vi siete conosciuti?»

Fu Damon a raccontare la loro storia, Elena interveniva di tanto in tanto, Oliver e Damien seguivano divertiti e a tratti sbalorditi il racconto, Rebekah che conosceva bene tutta la storia, avendola vissuta, stava apprendendo dei particolari che le mancavano, quindi commentava alla sua maniera scuotendo la testa, facendo sbellicare dal ridere il ragazzo e il suo fidanzato.

Nel frattempo era arrivata la loro cena, quindi si erano seduti a tavola.

«Hai rubato la fidanzata a tuo fratello!» osservò Damien ridendo alla fine del racconto, addentando un pezzo di carne, ma non sembrava un giudizio era più un apprezzamento.

«Non è stato un capriccio… eravamo veramente innamorati» spiegò Damon abbracciando la moglie.

«Beh… alla fine» rifletté il ragazzo «Non è che a tuo fratello gli è andata male con la direttrice Forbes!»

Damon lo guardò sollevando un sopracciglio

«Siamo ragazzi!» spiegò Damien «Si occupano di noi delle donne bellissime, ognuno ha la sua preferita…»

«E la tua è Caroline?» chiese Elena.

«Onestamente?» domandò il ragazzo guardandola con la coda dell’occhio «No… ma ora mi sembra più opportuno che lo diventi» spiegò arrossendo.

Damon e Oliver scoppiarono a ridere

«Tienitelo per te però… rischi di venire sbattuto contro un muro!» commentò Oliver.

Gli altri lo guardarono perplessi e l’uomo raccontò degli operai che facevano commenti inopportuni mentre lavoravano, senza fare nomi… anche perché tutti tranne Damien sapevano esattamente di chi stava parlando, riferì del poveretto dall’accento del sud che era stato sbatacchiato contro il muro e convinto che il suo tipo di donna fossero le brunette.

«Bastardo…» commentò Damon «Tu al cantiere non ci vai più» disse poi rivolto alla moglie.

«Povero Lavon!» commentò Elena sorridendo.

Oliver la guardò sbarrando gli occhi «Si, proprio lui…»

«Caroline non sarà molto contenta quando lo saprà…» rifletté Elena.

Oliver e Damon la guardavano confusi.

«Dì al tuo amico, di stare lontano dal mio Colin!» esclamò Becca puntando un dito contro il suo fidanzato «Sai quel bel ragazzone irlandese dai capelli rossi? Lui mi vale sempre punti doppi! Perché è il più sfacciato di tutti!»

Gli uomini continuavano a guardarle aggrottando la fronte.

«Ma andiamo! Credete che una donna non si accorga di ogni singolo sguardo? Ammiccamento o… vabbè avete capito!» sbottò Rebekah rivolta ai due uomini «Ci abbiamo organizzato sopra un torneo a punti! Fino ad ora io e Caroline ce la stavamo battagliando per le prime posizioni, con Elena che ci tallonava! Bonnie li spaventa con quel suo sguardo che sembra incenerire! Ma ora Care è stata messa fuori gioco! Rimaniamo noi due…» guardò poi con aria di sfida la sua amica, inarcando un sopracciglio.

«Fatti sotto bellezza…» replicò Elena, guardandola allo stesso modo.

«Siamo circondati da delle pazze!» commentò Damon sbattendo le mani e aggirandole unite.

«Il bue che dice cornuto all’asino!» ribatté Becca.

Damien aveva seguito tutto il discorso ed era piegato in due dal ridere.




Ho voluto fare un banner, per presentarvi i volti dei ragazzi della storia
Hope e le gemelle ovviamente le conosciamo tutti
Mentre Felicity e Damien, essendo di mia invenzione...
Eccoli qui!
Felicity mora e con dei bellissimi e grandi occhi blu... identici a quelli del fratello
E il biondo Damien
Spero vi piacciano.
Ora anche voi potete prefiguravi il loro volto mentre leggete, come faccio io mentre scrivo di loro
Se siete arrivati a questo punto... è segno che avete letto il capitolo!
Quindi vi ringrazio!
Al prossimo aggiornamento...





 
   
 
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