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Autore: Jadis_    25/10/2017    1 recensioni
Due mondi stanno per incontrarsi: l'arrivo di una ragazza tra le mura di Hogwarts scombussolerà tutto il mondo magico.
Dal testo:
"La tempesta si stava calmando, permettendole di vedere meglio il sentiero, ma allo stesso tempo condannandola allo scoperto. Il cavallo cedette di schianto, facendola volare dalla sella, e mandandola con la faccia nella neve gelida: si era rotto una zampa. "Maledizione!" urlò, battendo i pugni per terra. Si rimise in piedi e si scrollò di dosso la neve, ma ormai parte dei vestiti era bagnata. "
Crossover tra "Le Cronache di Narnia " e "Harry Potter"
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Altro personaggio, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Voldemort
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Il Ballo del Ceppo
 

"La smetti di andare di qua e di là, per favore?" esclamò Ron al limite della sopportazione.

"Sono in ansia, non rompere!" rispose urlando Harry.

"La stai facendo venire anche a me! Harry, calmati, arriverà!"

"Ho paura che decida di non venire..."

"Harry, è obbligata, ricordi?"

"Ah, giusto! Ma non riesco a stare calmo lo stesso."

Ron emise un lungo sospiro.
 


 
Era seduta a terra con mezza schiena appoggiata al muro, le gambe raccolte contro il torace, le braccia incrociate sulle ginocchia , con adagiatavi la fronte. Stava piangendo e non riusciva a smettere. Non poteva trattarla in questo modo, non aveva alcun diritto di farlo; eppure, era rinchiusa dentro quella stanza ben sorvegliata da ore. Jadis si morse il labbro, maledicendosi mentalmente per non essere riuscita a tenergli testa come avrebbe voluto.
 

 
Hermione iniziò a scendere le scale dell'ingresso principale, sotto gli sguardi esterrefatti dei compagni. Indossava un abito rosa con lo scollo a “v”, tenuto alla vita da un sottile nastro di seta dello stesso colore. Era stupenda, anzi, bellissima, e Ron non poté che rimanerne ammaliato. Peccato, però, che quella sera lei avrebbe danzato con quel dannato bulgaro.

"È una principessa..." disse sottovoce Ron.

"Già" ammise Harry.

"Cosa ci trova in lui?"

"Non ne ho idea."

"Me la sono fatta portare via da uno stupido bulgaro" pronunciò a denti stretti.

"Non ti abbattere, Ron" cercò di consolarlo il Prescelto.
 

 
Sirius l'aveva trovata raggomitolata contro il muro. Era la prima volta che la vedeva così fragile e indifesa. Posò il vassoio con la cena sopra al piccolo tavolo al centro dell'enorme camera, la quale era a malapena illuminata da qualche candela e dal fuoco quasi del tutto spento del camino. Si avvicinò a quest'ultimo e mise due pezzi di legno al suo interno in modo da far rinvigorire la fiamma.

"Vattene. Non ho bisogno di te." disse Jadis al compagno, vedendo che non accennava ad andarsene.

"A me non sembra."

"Vattene!" ribatté lei con rabbia, alzando la testa per guardarlo in faccia. 

Felpato notò subito, anche con quella poca luce, gli occhi rossi e ancora lucidi della donna. Non poté non sentirsi in colpa: sapeva bene che la causa di quelle lacrime era lui.

"Sei sordo, per caso? Vai fuori da questa stanza!"

"No! Non me ne vado. Io e te dobbiamo chiarire."

"Cosa, di grazia?"

"Lo sai bene."

"Per me è tutto già chiarito."

"Per me no."

"Per me sì! Non voglio discutere oltre con te!"

"Devi, invece!"

"Devo?! Non credo proprio."

"Jadis, è per il bene di nostra figlia!"

"Non dirmi cos'è meglio per lei!"

"Certo, perché tu lo sai!"

"Molto più di te!" gridò la regina, stringendo le mani a pugno.

"Ma davvero?" rispose Sirius in tono sarcastico.

"L'ho cresciuta io, non tu!"

"Infatti è uguale a te: testarda come un mulo..."

"L'hai sempre saputo che ero testarda."

"Già..." sospirò l'uomo. "Ma non mi arrendo."
 

 
Alexandra si era fermata poco prima dell'inizio della rampa di scale. Avrebbe voluto tornare in dormitorio e restare lì fino alla mattina successiva, ma per colpa di quel maledetto Torneo era costretta a partecipare al ballo. I quattro campioni avrebbero aperto le danze, e lei, purtroppo, era una di loro. Deglutì, prima di farsi coraggio e iniziare a scendere i gradini.

"Uff... ma quanto ci mette?" chiese il Prescelto.

"Era dietro di me, ne sono sicura" gli rispose con dolcezza Hermione.

Ron sospirò per l'ennesima volta.

"Sai solo sospirare, tu?" chiese la Grifondoro.

"E che altro dovrei fare, Hermione?"

"Magari aiutarmi!"

"È più di un'ora che provo a farlo stare calmo, ma come vedi non funziona nulla!"

"Be', immagino come tu possa averlo consolato..." rispose sarcastica.

"Ehi! Cosa vorresti dire?!"

"Nulla, solo che hai la delicatezza di un rinoceronte!"

Harry, nel frattempo, si era fermato di colpo, con lo sguardo rivolto verso le scale. Non riusciva a credere ai suoi occhi: Alexandra era bellissima. La ragazza indossava uno splendido abito bianco come la neve, il cui corpetto con scollo a “v” era decorato da vari ghirigori in argento; la gonna aveva un leggero spacco. I capelli erano raccolti in una treccia non molto stretta e adagiata sulla spalla destra. I suoi occhi, grazie al trucco molto leggero, risaltavano ancora di più rispetto al solito.  Il Prescelto si avvicinò alle scale, e da buon cavaliere le porse il braccio.

"Ciao" lo salutò sorridendo la ragazza.

"Ciao, sei bellissima" rispose Harry.

"Grazie, Harry. Stai bene vestito così" gli rispose lei, lievemente in imbarazzo.

"Grazie" sorrise il ragazzo.

"Litigano di nuovo?" chiese Alexandra, indicando Ron e Hermione.

"Già..." sospirò Harry.
 

 
"Allora, te ne vai? Sprechi solo fiato."

"Tu dici? Io non credo."

"Sirius, sai benissimo che non cederò!"

"Ne dubito."

"Sei un illuso" ridacchiò Jadis, appoggiando la testa al muro.

"Sono semplicemente uno che non si arrende."

"Vedremo."

"Non chiedo poi molto..."

"No, chiedi sin troppo!"
 

 
Alexandra pregò che Harry fosse riuscito a imparare a ballare: non voleva farsi calpestare per l'ennesima volta i piedi , ma la partenza non si auspicava delle migliori. Il Prescelto era in ansia, e deglutì una ventina di volte prima che l'orchestra si decidesse finalmente a suonare. 

"Segui me e andrà tutto bene" gli sussurrò lei.

"Non è ballare che mi mette a disagio..."

"Ah, no?"

"No. Possibile che tu non ti sia accorta di avere tutti gli sguardi puntati addosso?"

"Mh... no."

Effettivamente era stata così presa dagli addobbi della Sala Grande che non aveva fatto minimamente caso agli sguardi dei suoi compagni, ma ora che Harry gliel'aveva fatto notare iniziò a comprendere pienamente la sua sensazione di disagio. Neanche lei era abituata ad avere così tanta attenzione, e la cosa non le piaceva per niente, ma per quella sera avrebbe resistito.
 

 
"Te ne vai, sì o no?"

"No."

Jadis sbuffò. "Sei insopportabile."

"Mai quanto te."

"Che spiritoso..."

"Dovresti saperlo."

"Già, mi ero dimenticata di questo tuo lato idiota!"

"Mi hai sposato principalmente per il mio lato idiota."

"Non me lo ricordare..."

"Mi odi così tanto?"

Avrebbe voluto dirgli che non lo odiava, non del tutto almeno, ma non riuscì a mandare giù il suo orgoglio: non avrebbe ceduto facilmente a quei dannati occhi argentei.

"Sì. Cos'altro ti aspettavi?"

"Be', non mi aspettavo un responso così negativo."

"Mi spiace per te, ma non puoi pretendere che ritorni tutto come un tempo."

"Non chiedo questo. Ti chiedo solo di darmi un'altra possibilità."

"Pensi davvero di meritarla?"

"Forse no..."

"Appunto."

"Non puoi essere cambiata così tanto..." 

"Le persone cambiano."

"Non così" rispose Sirius, avvicinandosi a lei e prendendole il viso tra le mani.

"Tu cerchi una me che non c'è più."

"Io credo che ci sia ancora" sorrise l'uomo.
 

 
Avevano ballato e si erano divertiti parecchio, fino a quando Ron e Hermione non avevano litigato nuovamente e quest'ultima era scappata dalla Sala Grande. Alexandra era andata alla sua ricerca, mentre Harry era rimasto con l'amico.
"Sono un vero idiota!" esclamò con rabbia Ron.

"Menomale che te lo dici da solo" sospirò il Prescelto.

"Sei davvero di gran conforto..."

"Ron, dovresti dirle che la ami."

"E se mi rifiutasse?"

"È un rischio che devi correre."

"Non voglio rovinare tutto..."

"Credi che così sia meglio? L'ha capito tutta la scuola che la ami."

"L'hanno capito tutti, tranne lei" lo corresse il Grifondoro.  

"Tu credi?"

"Sì..." sospirò.

"Mai le confesserai i tuoi sentimenti e mai lo saprai."

"Lo stesso penso che valga per te."

"Per me?"

"Harry, credi che non mi sia accorto di come guardi Alexandra? E della gelosia che hai provato quando ha accettato di ballare con Malfoy?"

"Lei non mi guarda come la guardo io..."

"Ne sei sicuro?"

"Sì" disse con amarezza.
 

 
L'aveva trovata sulle scale che piangeva. Alexandra si sedette accanto ad Hermione senza dire una parola.

"Perché è così idiota?" le chiese l'amica.

"Perché è innamorato, e anche tu lo sei."

La Grifondoro la fissò esterrefatta.

"Hermione, lui non se ne sarà reso conto, ma io sì."

"Non ti sfugge mai nulla, eh?"

"Osservo sempre, ma non intervengo. Queste sono questioni vostre."

"Lo so..."

"Comunque, se lo ami, dovresti dirglielo."

"Ci penserò su..."









Note dell'autrice:

Salve a tutti! Chiedo scusa per la lunga assenza, ma ho dovuto affrontare l'ennesimo periodo difficile. Come vede le cose tra Jadis e Sirius si stanno pian piano aggiustando,mentre il nostro quartetto affronta dei problemi di cuore non inddifferenti. Spero di aggiornare il più presto possibile. 

Un Bacio <3  
   
 
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