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Autore: linea_carmensita94    25/10/2017    3 recensioni
Il padre di John Dolmayan, dopo essere sfuggito a un infarto, confessa al figlio di avere una sorella illegittima. John, grazie ai suoi amici, entrerà a far parte della vita di sua sorella, la quale conquisterà l'affetto e la simpatia dei ragazzi e non solo!
TRATTO DAL RACCONTO:
Tutti restano in silenzio non sapendo come poter aiutare l’amico. Solo Daron, dopo qualche minuto, rompe il ghiaccio tutto entusiasta:
< HO TROVATO, HO TROVATO! >
< Cosa vuoi dire? > chiede John:
< C’è un modo per avvicinarla senza che lei sospetti di nulla! Perché è questo che vuoi, conoscerla e costruire un rapporto con tua sorella per poi confessarle che sei suo fratello? >
< Hai capito bene. > risponde John:
< Possiamo usare il nostro tour! >
< Daron cosa stai tramando? > chiede Serj con un mezzo sorriso in quanto conosce bene il suo collega:
< Aspetta e vedrai … >
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daron Malakian, John Dolmayan, Nuovo personaggio
Note: Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Capitolo 20.  Quanto è bella la mia terra.
 
È giunto il giorno della partenza.
Sono le 7:00. Rodha ha terminato il check – in all’aeroporto di L. A.  ed è in attesa della chiamata del volo per Yerevan. In sua compagnia, ci sono i suoi amici, Emily, Nicole e Fuad.
<  [ … ] Tesoro, sii prudente e contattaci appena puoi!  > Si raccomanda Emily.
<  Mamma, stai tranquilla! A Yerevan, c’è John che mi aspetta insieme ai ragazzi.  > Mente Rodha, sa bene che i System arriveranno a Yerevan dopo di lei. Ma non vuole che sua madre si agiti.
<  Rodha ha ragione. E poi questo viaggio ti servirà per conoscere a fondo le tue radici.  > Commenta Fuad dando un abbraccio a sua figlia, stando al suo gioco.
<  Sorella, stai attenta a non combinare altri guai.  > Le bisbiglia Mia, in quanto è venuta a conoscenza dei fatti di San Diego. Rodha la rassicura ma con poca convinzione. Sa bene che starà a stretto contatto con Daron e ciò la spaventa.
<  Se penso che farai la diretta del concerto dei System of a Down per la radio armena, mi sento elettrizzato per te, ragazza mia!  > Commenta eccitato Lester.
<  è la prima volta che faccio la diretta di un concerto in radio e me la sto facendo sotto per l’ansia.  >
<  Rodha, non farti prendere dal panico! Ricordati che stai facendo un contributo per commemorare una disgrazia ai danni della tua gente.  >
<  So bene quanto valore ha il concerto del 23. Questo viaggio a Yerevan, sarà un arricchimento spirituale per me.  >
 
È in partenza il volo per Zvartnots – Yerevan !
 
<  Devo andare. Ciao a tutti!  > Saluta Rodha correndo verso la fila per il suo aereo.
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Durante il volo, Rodha legge un capitolo del libro ‘ Alta fedeltà ‘. Lo aveva comprato qualche giorno prima della partenza e il racconto ha talmente preso Rodha che lo ha quasi finito. La storia di Rob, della sua vita mediocre di venditore di dischi, i suoi fallimenti sentimentali e la sua storia tormentata con Laura, hanno fatto aggrovigliare il cervello di Rodha.
“  Più vado avanti con la storia, più tutto ciò mi sembra assurdo!  Rob che non riflette su i suoi errori commessi nei confronti di Laura e quest’ultima che se la fa con il vicino di casa per ripicca.  Per non parlare del bipolarismo di Rob: prima si bea del suo ritorno nel mondo dei single, poi rimpiange la sua ex quando scopre che se la fa con un altro e tutto questo mentre lui prova a portarsi a letto, con successo, Marie, la cantante.  Bah!  “  Pensa.
Inevitabilmente, questo romanzo, spinge Rodha a riflettere sul suo rapporto  con Daron.
“  Perché è così difficile rimuoverlo dalla testa?!  Ho avuto solo grane da quando lo conosco … però ha un potere troppo grande su di me. 
Basta!
Devo scordarmelo e guardare avanti. Solo amici e nulla più!   “
**********************************
Dopo un tempo interminabile,  Rodha raggiunge l’aeroporto di Zvartnots alle 23:00. Dal finestrino, Rodha intravede il Monte Ararat con le sue punte bianche e le luci della città, la quale, invece, sembra spenta e tetra come la maggior parte delle città dei paesi del Urss.
Dopo l’atterraggio, appena uscita dal suo aereo, Rodha sente la brezza gelida, tipica delle zone di montagna. Una volta recuperata la valigia, Rodha attraversa Zvartnots in cerca di del suo autista, colui che la porterà in hotel. I System hanno pensato a tutto!  
C’è molta confusione  ma dopo una decina di minuti, Rodha intravede un cartello con scritto il suo nome in caratteri occidentali, tenuto stretto da un ragazzo robusto sulla trentina con i capelli neri, la barba in ricrescita e gli occhi castani.  Guarda Rodha con un sorriso genuino e spontaneo.
<  La signorina Rodha Evans?  > Chiede il ragazzo con fare accogliente.
“  Meno male, parla la mia lingua!  >  Pensa Rodha, sollevata.
<  Si, sono io. Buonasera, Signor?  >
<  Haik, mi dia del tu, non si preoccupi.  >  Risponde il ragazzo, stringendole la mano.
<  Allora dammi del tu anche te. Piacere di conoscerti e mi dispiace  per l’ora.  >
<  è il mio lavoro e poi questo paese è nel vecchio continente, quindi è normale che il viaggio sia così lungo.  Andiamo verso la navetta, sarai stanca.  Te li porto io i bagagli.  > Dice afferrando la valigia e il bagaglio a mano di Rodha.
 
<  Grazie mille, Haik. Sei un vero gentiluomo!  >
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Durante il viaggio, Rodha osserva i locali notturni illuminati per le strade della capitale e ne resta affascinata.
<  è la tua prima volta, qui?  >  Chiede Haik improvvisamente.
<  Si. Farò una diretta del concerto dei ragazzi per la vostra radio.  >
<  Spero che il tuo breve soggiorno a Yerevan, sarà piacevole. Posso assicurarti che la gente è molto accogliente e socievole, non resterai delusa!  >
<  Uh, mi fa piacere saperlo …  > Commenta Rodha trovando molto piacevole la compagnia di Haik.
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Arrivati in hotel, Haik porta le valige di Rodha fino all’entrata, dove c’è il portiere di notte che si fa avanti e aiuta Rodha con le sue cose.
<  A domani, Haik. Grazie per la compagnia!  >
<  Di nulla, Rodha. A domani!  >
Dopo aver sbrigato le varie procedure alla reception,  dopo aver scoperto che John le ha pagato il pernottamento in hotel, Rodha si reca nella sua camera , sistema le valige  in un angolo e si prepara per fare una doccia, prima di andare a letto. Prima di tutto manda un messaggio a sua madre per avvisarla  e nel mentre, riceve un messaggio da parte di John.
 
“  Io e i ragazzi arriveremo a Yerevan  alle 10:00. A domani, sorellina!  “
 
Rodha sorride felice  e corre in bagno a prepararsi per la notte. Non vede l’ora che sia domani.
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Il giorno dopo, Rodha è di nuovo in aeroporto con  Haik, in attesa dei ragazzi. Indossa una maglietta rosa antico di cotone con i jeans con il risvoltino, un paio di stivali neri in pelle e una giacca nera, anche essa di pelle. Dopo una mezz’ora buona, Rodha intravede un faccia famigliare in mezzo alla gente. È John con i ragazzi!
Rodha corre verso di loro e saluta tutti quanti.
<  Ciao a tutti!  >
<  è andato tutto bene durante il viaggio?  >  Chiede John dando un abbraccia alla sorella.
<  Tutto bene, grazie.  Questa notte ho dormito bene e questa mattina ho provato il lavash ripieno di uovo come colazione. Ho visto in televisione i vostri live e siete stati forti!  >
<  Grazie mille. Adesso siamo giunti alla tappa più importante!  >  Commenta Shavo con emozione.
<  Ah, scusate! Lui è Haik, il nostro autista.  >  Lo presenta Rodha.
<  Piacere, è davvero un onore per me poter lavorare per voi in questi giorni. Vi ringrazio per questo concerto, è importante per noi armeni, soprattutto per i giovani, il vostro impegno per spingere il mondo a riconoscere il Grande Male  che hanno subito i nostri antenati.  >
<  Grazie mille Haik. Noi siamo armeni di origine, è nostro dovere usare la nostra musica per tale scopo …  >  Risponde John stringendo la mano a Haik, insieme al resto del gruppo.
<  Andiamo verso il nostro hotel.  > Dice Rodha. Tutti escono dall’aeroporto e raggiungono la navetta del gruppo.
<  Sei emozionata?  > Chiede John, durante il breve viaggio.
<  Molto. Il paesaggio intorno alla città, è così bello. Anche le strade della città di notte non sono male!  >
<  E aspetta di visitare la città.  In questi due giorni, gireremo la città e il paesaggio naturale che la circonda, contenta?  > Interviene Shavo.
<  Fantastico! Per me, tutto questo ha un grande valore e sono felice di condividere questa esperienza con voi …  >
Rodha può notare Daron, seduto in fondo, immerso nei suoi pensieri. 
“  Chissà a cosa sta pensando?  “ Pensa Rodha, accorgendosi di quanto il cambiamento di Daron sia mutato da quando si sono conosciuti.
<  Vi andrebbe di fare un giro della città, più tardi?  Vi concedo il tempo di restaurarvi e riposarvi dopo il viaggio. >
<  Oh, Rodha! Sei così premurosa.  >  Risponde Serj, scherzoso.
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Dopo un quarto d’ora, il gruppo raggiunge il suo Hotel. John scopre di avere la camera vicino a quella di Rodha.
<  Ci vediamo tra poco.   > Dice Rodha salutando suo fratello.
<  Se non sono in camera,  sarò sicuramente nella hall con  Haik.  >
<  Ok, a dopo! E non infastidire troppo il nostro autista.  > Si raccomanda John entrando in camera e prepara il suo occorrente per farsi una doccia e cambiarsi.
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Shavo, notando un comportamento strano da parte del chitarrista, decide di restare con lui in camera e indagare, sicuro che c’entri Rodha in qualche modo.
<   Il fatto che Rodha sia qui, è un problema per te, vero?  >  Chiede Shavo, dopo un lungo e insopportabile silenzio ma senza ricevere risposta da quest’ultimo: girato dall’altra parte del letto mentre armeggia la sua chitarra.
<  Daron, sarò anche un bassista ma non mi prendi per il culo! Quella chitarra è accordata e perfetta, non ha alcun problema.  >  Sbotta Shavo.
Daron si volta verso il bassista.
<  Perché eviti l’argomento? Serj e John sono nella hall e la camera di Rodha è a due porte dalla tua. Siamo soli, nessuno ci sta ascoltando.   > Continua Shavo, con un tono di voce più pacato.
<  Non so come comportarmi …   >  Risponde infine Daron.
<  Oh, oh!  Daron Vartan Malakian mostra le sue insicurezze!  > Lo punzecchia Shavo.
<  Bravo, ridi pure di me, pelatone!  >
<  Ora ti riconosco. Cosa vuoi dire che non sai come comportarti?  >
<  Vedi,  quando siamo usciti insieme l’ultima volta, ho parlato a quattrocchi con Rodha e mi sono scusato per tutto il casino successo e … per  un’altra cazzata che ho fatto in precedenza.  >
<  Ma non mi dire … cosa hai fatto?  >
<  Il giorno in cui Rodha è venuta in studio a salutarci prima del suo viaggio con mio padre, le ho parlato in privato e le ho detto che era un’avventuriera e che avrebbe dovuto darsi una calmata con mio padre in viaggio.  >
<  Ha parlato quello che dalla fine della sua ultima relazione seria, si scopa qualunque cosa respiri!  >
<  Shavo, ero arrabbiato e frustrato. Dopo il casino con John, una sera ho aspettato Rodha sotto casa sua per scusarmi ed è rientrata con un uomo e io ho fatto una scenata stupida. E anche una scazzottata  con questo tizio che ho scoperto essere suo fratello.  Rodha mi ha detto che volevo vendicarmi nei suoi confronti perché non c’è mai stata. Dopo quella scenata, avevo scoperto da voi che ci provava con qualunque essere vivente di sesso maschile in cerca di notti di fuoco. Non sapevo cosa pensare …  >
<  Sei di nuovo alle prese con la gelosia, eh? Aspetta un momento! Questo significa che hai già provato a sedurre Rodha in più occasioni?  > Chiede Shavo guardando basito il chitarrista.
<  Esplicitamente, una volta sola. Quando Angela ha partorito. Però le ho fatto capire in diverse occasioni che mi attrae.  >
Shavo si batte una mano sul viso e scuote la testa.
<  Non potevi scegliere momento più adatto! Hai altro da aggiungere alla  matassa delle tue stronzate, per caso?  >
<  Dopo la sua partenza con papà, le ho telefonato per scusarmi di quella scenata fuori luogo che ti ho appena detto. Lei è stata così fredda e risoluta, mi ha criticato e ha riattaccato il telefono in faccia … però quando ci siamo incontrati quella sera al Cherry Pie, lei mi ha perdonato. Ma … io non so come comportarmi adesso.  > Risponde Daron, riponendo la chitarra nella sua custodia.
<  Posso solo dirti di essere te stesso, cerca di comportarti con lei come faresti con noi. Però voglio darti un consiglio: se non vuoi combinare altri casini, lasciala stare. È meglio per entrambi.  >
<  Non c’era bisogno di aggiungerlo. Non sono alla sua altezza, ci sono arrivato da me …  >  Risponde Daron, sconsolato. Shavo fa un mezzo sorriso e con scatto felino, afferra il capo del chitarrista a comincia a grattarlo con le nocche delle mani.
<  Ma che tenerone che sei, nanerottolo mio!!  > Lo stuzzica Shavo, riportando allegria nella stanza. Daron si libera e lo rincorre per la stanza.
<  Te lo faccio vedere  io cosa ti fa il tenerone, adesso!  > Replica il chitarrista , grato a Shavo per averlo ascoltato, ma non lo ammetterà mai ad alta voce.
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Dopo quasi un ora, i System si recano verso la hall, nella quale trovano Rodha che discute con Haik di chissà cosa.
<  Vi siete già ripresi?  >  Chiede Rodha.
<  Siamo troppo eccitati per riposarci ancora. Andiamo a  visitare questa città.  >  Risponde Serj per tutti, raggiante.  Daron guarda Rodha e Haik con perplessità e un pizzico di gelosia, sentimento che il chitarrista pensava di non sapere più cosa fosse!
<  Quanto entusiasmo!  Allora, Haik, dove ci consigli di andare per cominciare?  >  Chiede Rodha.
<  Scusala, Haik, è la sua prima volta qui. Sappiamo già da dove iniziare, cara. Da Piazza della Repubblica!  > Interviene Shavo divertito sotto il finto sguardo offeso della ragazza. Ma appena guarda il chitarrista, il quale guarda  Rodha di nascosto, l’allegria si trasforma in preoccupazione.
“  La faccenda è più complicata di quello che credevo.  “  Pensa tra sé.
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Dopo dieci minuti, Haik  raggiunge  Piazza della Repubblica. I ragazzi scendono e ammirano emozionati la gigantesca piazza con le sue fontane d’acqua musicali,  circondata da edifici colonnati.
<  Questa piazza è … immensa.  E guarda quell’edificio, è meraviglioso!   >  Commenta Rodha, stupefatta, guardando in direzione di un edificio colonnare con la statua di un uomo seduto di fronte alla sua entrata.
<  Quello è il Matenadaran. Al suo interno, c’è una raccolta di manoscritti risalenti al V Secolo D. C.  Nel corso della storia, i suoi manoscritti  sono stati trasferiti in diversi posti fino a quando, nel 1962, fu terminata la costruzione di quel edificio, fatto a posta per custodire i manoscritti. La statua di fronte al edificio è stata creata in onore del inventore dell’ alfabeto armeno, Mesrop Mashtots. Contiene più di 17.000 manoscritti, inerenti a tutte le branche del sapere.  >  Le espone Daron, lasciando Rodha di stucco.
<  Però, sei preparato!  > Commenta divertita.
<  Anche io ho sono acculturato!  >  Replica Daron ricambiando il sorriso della ragazza.
“  Forse, posso riuscire a stare in suo compagnia.  “  Pensa Rodha, la quale ha scoperta un altro volto del chitarrista.
<  Questo è il punto di riferimento per visitare le principali attrazioni turistiche di Yerevan. Salendo, troviamo la Cascata e Parco della Vittoria; scendendo, invece, troviamo il Teatro dell’Opera e il Parco degli Innamorati. A Est, c’è il Museo della Storia dell’Armenia e a Ovest, c’è il Museo del genocidio.  >  La informa John, con in mano la guida turistica della capitale.
<  Accipicchia, ne abbiamo di posti da visitare in questi due giorni.  >
<  John, ti sei dimenticato di menzionare la nostra escursione nel bosco!  >  Gli rammenta  Shavo. Rodha sorride al pensiero, ha sempre apprezzato i boschi.
<  Cosa non gradita dal nostro chitarrista …  >  Commenta Serj, notando la sorpresa nel volto di Daron .
<  Hey! Non era nei nostri piani!  >  Protesta.
<  Andiamo, non può farti male camminare. E poi non puoi stare a Yerevan senza farti una bella passeggiata in montagna!  >  Commenta John divertito.
<  Allora dobbiamo solo decidere da dove iniziare?  >  Chiede Rodha, troppo indecisa da dove cominciare le sue visite turistiche.
<  Io propongo di iniziare da sud. Il Complesso della Cascata è meglio visitarlo di sera. È più bello e poi fanno concerti all’aperto.  > Propone Shavo.
<  Forse, è meglio! È quasi ora di pranzo, oggi non potremo visitare tanti posti ma ci rifaremo domani, va bene Rodha?  > Chiede John alla sorella.
<  Certo, fratellone!  >
Detto ciò, i ragazzi si incammina verso il sud. Rodha, nel cammino, può notare che l’architettura del posto, risale al tempo dell’ Unione Sovietica.  Arrivati a destinazione, Rodha  ammira la grande struttura circolare colonnare.
<  Hanno impiegato ventitre anni per completare definitivamente la costruzione del Teatro dell’Opera.  >  Commenta Serj, ammirando anche lui il teatro.
<  All’interno, il teatro è diviso in due sale: la sala del concerto e la sala da ballo. È stato un punto di partenza per tanti compositori armeni.  > Continua.
<  Quando è stato costruito?  > Chiede Rodha.
<  Nel 1930. È stato costruito in occasione del decimo anniversario dell’Armenia sovietica.  > Risponde John.
<  Ho avuto modo di notare che questa nazione è stata segnata dal regime sovietico …  >
<  L’Armenia è una repubblica da soli ventiquattro anni.  Da quando esiste il mondo, il nostro popolo ha sempre lottato per la sua indipendenza e non solo contro i russi ...  > Commenta Shavo con un sospiro. I pensieri di Rodha vanno verso il genocidio del 1915.
<  Il Parco degli Innamorati è qui vicino, giusto?  > Chiede Rodha,  cercando di cambiare argomento.
<  Si, andiamo. C’è anche un bar, così possiamo anche mettere qualcosa sotto i denti.  > Risponde John.
<  Meno male! Ho una fame discreta …  >  Commenta Daron contento.
<  Certo! Perché hai camminato tanto, vero?  > Chiede Shavo con ironia.
<  Vaffanculo!  >
<  Calmatevi ragazzi. Deve essere una gita piacevole!  > Dice Rodha  divertita.
Arrivata al Parco degli Innamorati, Rodha si gira intorno con meraviglia ammirando il verde così accesso del prato, l’acqua cristallina passante sui vari ripiani, le sculture presenti in vari punti del parco e  le fontane.
<  Per quale motivo questo è stato chiamato Parco degli Innamorati?  > Chiede Rodha mentre scatta delle foto.
<  A dire la verità, non è sempre stato il suo nome. Inizialmente, il suo nome era Kozern Park, poi fu cambiato con Pushkin Park, in onore del poeta Alexander Pushkin. Negli anni 70’, è stato ribattezzato  Barekamutyun, che in armeno vuol dire amicizia,come omaggio all’amicizia di tutte le nazioni dell’Unione Sovietica. Quando è crollata, al parco è stato dato il suo nome attuale, visto che era un luogo di appuntamento prediletto di tante coppiette.  >  Spiega John.
<  Molto romantico.  > Risponde Rodha attraversando un piccolo ponte di legno.
Dopo mezz’ora  di passeggiata, i ragazzi trovano la caffetteria.
<  Ecco, questo deve essere il bar! > Dice Serj indicando il posto.
<  Wooow, finalmenteeeeeeee!!!!!!!!!  > Urla Daron correndo verso la caffetteria. Rodha non può fare a meno di ridere di fronte a tale scena.
<  Daron è irrecuperabile.  > Commenta John scuotendo il capo.
Il gruppo si siede all’esterno, dopo aver ordinato tre kebab al montone e un lavash con verdure miste e yogurt per Serj.
<  Buon appetito, ragazzi!  > Augura Serj, ricambiato dal gruppo.
Dopo aver dato due morsi al suo kebab, accompagnato da verdure e riso, Rodha prova una grande emozione: quel cibo e quel giardino così naturale e artistico, hanno risvegliato in lei un lato patriottico che non sapeva nemmeno di avere. Persino l’acqua che sta sorseggiando ha un sapore nuovo, mai provato!
<  Daron, cerca di mangiare con moderazione! Hai dimenticato che c’è anche Rodha con noi?  > Lo rimprovera Serj, notando con quanta indelicatezza Daron si sta ingozzando.
<  Mhhh! Questo kebab è squisito. Non sai cosa ti perdi, Serj!  > Risponde Daron divertito.
<  Piantala, razza di carnivoro preistorico!  > Replica Serj.
<   Posso dire in difesa del carnivoro che questo kebab è davvero ottimo. Mai mangiato un kebab così buono!  >  Si intromette Rodha.
<  Stai attenta a difendere Daron, potrebbe ritornarti contro.  > La mette in guardia Shavo, anche lui divertito per questo dibattito sul kebab.
<  Oh, Rodha, non ascoltare questi babbani, tu si che sei un’amica.  >  Dice Daron con fare umile. Entrambi si sciolgono e possono godersi al meglio questa giornata.
***********************************  
È sera.  I ragazzi, dopo aver cenato in hotel, raggiungono la Cascata.
<  [ … ] La zuppa di ceci e pollo era davvero ottima! Anche l’antipasto, aspetta, come si chiamavano quegli involtini di riso e uvette?  >  Chiede Rodha a John.
<  Dolma. Sono deliziosi, vero?  >
<  è vero. Questa breve gita mi sta coinvolgendo un casino. Peccato che mia madre e i miei fratelli non siano qui …  >
<  Ti capisco. Anche io vorrei mia moglie qui con me. È lo svantaggio della nostra vita.  >  Commenta John, stringendo a se Rodha.
<  Eccoci, siamo arrivati.  >  Annuncia Serj e tutti ammirano la grossa scalinata di erba che dovranno percorrere.
<  Questa è la Cascata?  Pensavo fosse vera …  > Commenta Rodha ingenuamente.
<  Il complesso è stata chiamato così perché ricorda una cascata.  >  Risponde Daron facendo l’occhiolino a Rodha, la quale trasale.
“  Come faccio a resistergli?  “  Pensa.
I ragazzi prendono le scale mobili in discesa e si godono il panorama del centro della città, oltre che i vari livelli della Cascata, nei quali, sono presenti fontane e sculture di vari artisti diversi.
<  All’interno di questi livelli, ci sono delle camere che compongono insieme il Museo dell’Arte.  >  Spiega Shavo a Rodha.
<  C’è anche un museo dentro?  Colui che ha creato la Cascata, ci avrà impiegato una vita!  >
<  Una vita no, solo nove anni. È stata costruita nei primi anni 70’ ed è stata terminata nel 1980. Nel corso degli anni, è stata ristrutturata.  > Commenta Serj con ironia.
Più i ragazzi si avvicinano al piano terra, più il suono della musica proveniente dal basso diventa forte. Una folla gigantesca è radunata intorno a un palchetto nel quale si esibisce un gruppo bluse.
<  Andiamo a ballare, ragazzi?  >  Chiede Rodha  guardando i suoi amici con entusiasmo.
<  E lo chiedi anche? Dove c’è festa, c’è il sottoscritto!  >  Si fa avanti Daron afferrando il polso di Rodha e trascinandola verso il palchetto.
<  Aspettateci!  C’è tanta gente!  >  Li corre dietro John.  Shavo e Serj restano a guardare la scena allibiti. 
<  è cotto!  > Commenta Serj sovrappensiero. Shavo si volta di scatto verso il cantante.
<  Anche tu lo sai?! Da quanto?   >   Sbotta Shavo. Serj inizialmente è sorpreso, poi però vuota il sacco.
<  Da prima della partenza. Te?  >  Chiede Serj.
<  Da sempre. Secondo te, che succederà?  >  Chiede Shavo guardando i due innamorati inconsapevoli che ballano con John nel mezzo.
<  Spero non il peggio.  >  Commenta Serj, poco convinto della sua affermazione.
************************************* 
La festa continua, tutti si divertono e bevono la rinfrescante birra  del bar vicino al palchetto ma cosa più sorprendente, i System riescono a passare inosservati … o quasi!
Il gruppo suona una cover della celebre canzone d’amore armena Nazelié e tutte le coppie presenti tra la folla, ballano stringendosi stretti l’una a l’altra e si scambiano baci appassionati come segno del loro amore.
<  Mi concedi un lento?  >  Chiede Daron a Rodha, inizialmente imbarazzata per via di John, ma lo desidera così tanto che …
<  Va bene.  >  Risponde  Rodha con esitazione.  John è andato a comprare una birra, Shavo e Serj si fanno un selfie sulla statua della donna con il sigaro, quindi ha il via libera. E il romanticismo della canzone si estende ...

 
Ma ke bo me hile, hile
naze naze, nazelije
Bone bone sikur flije
në takim mos t'vije
 
Ma ke bo me hile, hile
naze naze, nazelije
Bone bone sikur flije
në takim mos t'vije
 
Dola në takim
erdha pa makinë
Koha iku shpejt
mora, spo ma çel
 
Mbeta n'lokal krejt vet
asnjë s'tjep muhabet
Duhet me u çu me ik
dritat sot mi ke fik
 
Ma ke bo me hile, hile
naze naze, nazelije
Bone bone sikur flije
në takim mos t'vije
 
Ma ke bo me hile, hile
naze naze, nazelije
Bone bone sikur flije
në takim mos t'vije
 
Kam 1 orë qe t'marr
dukem si i marrë
Nis me veten fol
me mu çfarë po ndodh
 
Mbeta n'lokal krejt vet
asnje s'tjep muhabet
Duhet me u çu me ik
dritat sot mi ke fik
 
Ma ke bo me hile, hile
naze naze, nazelije
Bone bone sikur flije
në takim mos t'vije
 
Ma ke bo me hile, hile
naze naze, nazelije
Bone bone sikur flije
në takim mos t'vije
 
I due si avvicinano e Daron guida Rodha nel ballo,  guardandola in un  modo che non aveva mai fatto. Rodha se ne accorge e la sua paura  sale, ma non ha il coraggio di mettere fine a questo momento così intimo tra loro, tanto sospirato e atteso. Daron da un’ occhiata furtiva ai suoi jeans chiari attillati e strappati ma soprattutto alla maglietta bianca di pizzo della ragazza, con la scritta Los Angeles su una striscia di cotone bianca che le copre a malapena il reggiseno e ciò lo eccita. Vorrebbe baciarla in quel preciso istante, ma qualcuno richiama la sua attenzione.
<  Ma tu sei Daron Malakian!  > Squittisce un’ armena  bruna, truccata eccessivamente e  con un vestito nero dalla scollatura discutibile.  Daron cerca di non mostrarsi infastidito mentre Rodha si riprende dal dolce sogno a occhi aperti.
<  Ciao, vuoi una foto, un autografo?  >  Chiede Daron in armeno, con un sorriso terribilmente falso ma cercando di non sembrare scortese.
<  Oh, si. Vorrei una foto con te! Ti adoro, il tuo modo di suonare la chitarra è divino!  Il mio nome è Méliné … > Risponde la ragazza con sensualità e provocazione sfacciata.   
 “  Non conosco la lingua armena ma non ci vuole un interprete per capire che questa groupie da strapazzo ci sta provando con Daron.  “  Pensa Rodha, irritata.
Daron si mette in posa per la foto e Méliné, armata con il bastone da selfie, si stringe al chitarrista in modo che i suoi seni prosperosi si struscino sul petto del chitarrista, il quale è imbarazzato da morire per la situazione.
“  Mesi fa, non mi sarei fatto alcuno problema a trascinarmela nel bagno del bar e sbatterla sopra il cesso. Ma ora è diverso … Oddio! Lo sguardo di Rodha non promette nulla di buono. “ Pensa il chitarrista, non sapendo cosa pensa Rodha.
Finito il selfie, la ragazza da al chitarrista un bacio a stampo  nel suo orecchio e raggiunge il suo gruppo di amiche, divertita.  Daron non sa cosa dire, il suo imbarazzo è alle stelle.
<  Potevi approfittarne, no? La  ragazza era molto disponibile!  >  Commenta Rodha con fastidio.
<  M-ma … Ho solo fatto un selfie con una fan.  >  Cerca di giustificarsi Daron.
<  Perché ti giustifichi? Non ce ne motivo.  >
<  E tu perché te la prendi? Non ne hai motivo.  > Replica Daron.
Tra i due, cala il silenzio, spezzato da Shavo, il quale, li raggiunge con Serj e John.
<  Hey, chi era quella tipa niente male?  > Chiede John, dando una gomitata al suo amico.
<  Una groupie.  >  Risponde Rodha per Daron con un sorriso beffardo.
<  Oh, che seccatura! E pensare che gli armeni sono molto cattolici.  >  Commenta Serj, il quale proprio non può schiattare di vedere quel genere di ragazze.
<  Le puttane ci sono di mondo in mondo. Hey, cosa è questo mortorio? Facciamo festa!!!!!!!!  >  Incita Shavo e tutti riprendono a ballare.
Ma la mente di Daron e Rodha è altrove …



Ciao a tutti!!!!!!!!! Sono tornata con il capitolo 20. Mi dispiace avervi fatto preoccupare ma ci tenevo a particolarmente questo capitolo e ho cercato di rappresentare al meglio ciò che sta provando la nostra Rodha.
Il libro che Rodha ha letto durante il viaggio, Alta fedeltà, è un romanzo di Nick Hornby, molto frizzante e allegro, ve lo consiglio!
Non ho bisgno di parlarvi di Nazilié, chi stolkerizza i System attraverso Youtube, conosce bene questa canzone ;).
Spero di non annoiarvi con i vari riferimenti storici che troverete in questo capitolo e spero di aver rappresentato al meglio le principali attrazioni di Yerevan. So che questo capitolo è abbastanza lungo ma non potevo proprio dividerlo!!
Vi ringrtazio per il sostegno e per il supporto che continuate a dare alla mia storia.
Alla prossima! 
  
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