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Autore: JEANPAGET    26/10/2017    1 recensioni
Inauguro ufficialmente la raccolta dei miei scleri per la nuova stagione
Genere: Angst, Drammatico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, Oliver Queen, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Per le mie preziose lettrici, soprattutto per sis Andreia e Minny che lo hanno richiesto, una one shot Olicity volante e matematica :-)

 

"No, e' inutile, non ce la faccio! Non ce la faccio!"

 

William e' perso, confuso. Disperato per il test di matematica. E non riesco ad aiutarlo.

Del resto non sono mai stato una cima a scuola. Avevo D in Algebra, come qualcuno mi ha scherzosamente

ricordato stamattina. Pero' mi aveva anche detto che se mi fosse importanto davvero della scuola sarei andato bene.

Ma adesso non riesco ad aiutare mio figlio con frazioni e decimali. E' imbarazzante. E pensare che stamattina ero cosi' fiducioso.

Felicity mi aveva rincuorato, mi aveva rassenerato, che potevo farcela. Con lei tutto diventa facile. Non meno complicato ma piu' facile da affrontare. E' sempre stato cosi' con lei. La mia Felicity, piena di luce. Che mi illuminava per l'ennesima volta.

La scusa del Big Belly Burger era per andare a chiederle aiuto, ma sotto sotto avevo una grande voglia di vederla. Di sentire la sua voce, di rimirare la sua bellezza, il suo corpo minuto e armonioso. I suoi occhi, la sua pelle di velluto, i suoi morbidi capelli. Sentire la sua voce, la piu' bella melodia per le mie orecchie.

 

Ero uscito dal loft pieno di baldanzoso coraggio per affrontare un altro giorno con mio figlio. Un passo avanti e due indietro, come le avevo raccontato. Ma ero deciso a vincerla quella battaglia. Per lui. E per me.

 

E adesso siamo qui, tutti e due al tavolo, lui con il quaderno aperto dove le cancellature non si contano piu'. E io non so che fare.

 

"Non ci capisco niente. Inutile, la matematica non fa per me."

A chi lo dice.

"Nemmeno un genio matematico che la farebbe, e il test e' dopodomani!"

Inutile perdere altro tempo. Mi arrendo. E decido di agire

"Si da’ il caso che io un genio matematico lo conosco"

William mi guarda scettico. Non si fida ancora di me.

Estraggo il cellulare dalla giacca, la chiamo

"Ciao, sono io"

"Non e' il momento piu' adatto!" riesco a sentire fin da qua il ticchettio delle sue agili dita sulla tastiera del computer. Le vedo  letteralmente volare sulla tastiera. Deve essere al covo, il ronzio dei server le fa da sottofondo.

"Ehm, Houston abbiamo un problema"

"Di che genere?"

"Del genere frazioni, decimali ed equazioni di primo grado"

"William? E' agitato per il test?"

"Decisamente!" non aggiungo altro

Silenzio. Un silenzio assordante.

"Felicity, ti prego" cerco di non sembrare implorante. Lei e' l'unica possibilita' di salvezza.

"OK, fra un'ora" e chiude di scatto la telefonata

Sospiro. Di sollievo. Guardo mio figlio, sempre piu' abbattuto.

"Tranquillo. Adesso risolviamo tutto"

Mi guarda dubbioso. Sorrido. Andra' bene. Lo spero.

Il cellulare suona. Mi chiamano dal Municipio. Dannazione, quella inaugurazione al parco. Me l'ero scordato! Tento di ritardare ma niente da

fare. Devo andare. Mi perdero' l'incontro tra la donna della mia vita e mio figlio. E mi dispiace. Cerco di essere autorevole.

"Mi hanno chiamato dal Municipio, devo andare. Ma tra meno di un'ora arrivera' una mia grande amica. E' molto brava ed intelligente, un vero genio. Ti aiutera', vedrai. E'davvero brava. Avviso Raisa cosi' la fara' entrare. Tu stai qui, con lei ce la farai sicuramente."

Vorrei accarezzargli i capelli. O dargli un bacio. Ma non ci provo nemmeno. E' sempre piuttosto restio. Respinge anche il minimo gesto d'affetto

da parte mia. Sembra sempre un animaletto spaventato, pronto a scappare. Sono suo padre ma ancora non mi conosce. Deve ancora imparare a fidarsi di me.

Esco dal mio appartamento un po'amareggiato. Sono il sindaco, devo fare il mio dovere. E invece volevo restare qui. Volevo essere presente.

Per lui. E per lei. Non so come andra'. Spero bene. Lo spero con tutto il cuore.

Che le due persone piu' importanti della mia vita si piacciano. E vadano d'accordo.

 

Torno dopo 3 ore. Guardo la porta di quella che adesso e' casa mia quasi con sospetto. La casa c'e' ancora, non e' saltata per aria.

Bene. Apro ed entro.

"Sono tornato!"

Sento parlottare a bassa voce di la' mentre Raisa mi viene incontro nel corridoio. Sorride e accenna con fare ammiccante con la testa verso il soggiorno. Raisa che sorride e' gia' di buon auspicio.

Mi affaccio sulla porta e rimango li'. Mi appoggio allo stipite e rimango fermo a guardare. A guardare lo spettacolo piu' bello del mondo.

Felicity e William. Insieme. Seduti al tavolo, uno accanto all'altra, il quaderno a quadretti aperto tra di loro.

Lei parla a voce non tanto alta ma animatamente mentre gesticola con le mani, facendo come una specie di balletto. Gli sta spiegando le frazioni con le dita.

Lui la guarda come incantato, la matita in bocca. Non si perde un gesto. Poi annuisce e scrive sul quaderno.

Anche lei si china sul quaderno e con un dito gli indica di correggere un punto di quel che sta scrivendo.

Quella mano. Piccola. Le unghie corte laccate di rosa. Il suo dolce tocco. Lieve, carezzevole. Confortante. Non ricordo piu' quante volte le sue mani mi hanno dato forza. Calore. Affetto. Amore. Passione. A come si sono sempre intrecciate alle mie con naturalezza, si sono cercate d'istinto, trovate e saldate.

So di cosa sono capaci le sue mani. A volte non riesco a credere che non ci siamo quasi piu' toccati per piu' di un anno. Non so come sono riuscito a  farne quasi a meno.

"Quindi William se il fruttivendolo ha comprato 20 meloni e ne ha rotti un terzo.."

"Quel fruttivendolo non sa fare bene il suo lavoro se ne rompe cosi' tanti" la interrompo con tono leggero. Ma il mio sguardo. Li ho raccolti in un'unico sguardo. Quello dell'amore.

Alzano tutti e due la testa. Lei e' incerta, quasi titubante nel ricambiare il mio sguardo perche' ne ha capito la portata. Mi conosce. Meglio di chiunque altro. Lui ridiventa serio, composto. Perche' gli faccio questo effetto? Quasi di paura. Non deve aver paura di me.

Resto appoggiato allo stipite.

"Come va? Meglio?"

"Beh abbiamo fatto un po' di conoscenza approfondita con le frazioni, vero?" risponde Felicity

Williamo annuisce e basta. Si e' come ammutolito.

"Hai fatto merenda?" gli chiedo

"Oh scusa William, con tutte le mie chiacchiere matematiche me ne sono scordata" Fai la faccia triste, colpevole. Amore mio, non ti preoccupare. Non e' colpa tua.

Conosco il tuo fervore, quello che ti anima e ti fa superare le montagne. Nella vita, nel lavoro, nel cuore. L'impegno che ci metti, in tutto. Che ti fa dimenticare di te'stessa.

"E' che quando parlo di matematica sono felice"

William la guarda serio "Come fai a essere felice di parlare di matematica? Per me sono solo numeri tediosi"

Ahi. E adesso come te le caverai Overwatch?

Ma lei risponde, serena "Beh la matematica e' come la musica. Devi imparare a padroneggiare le note per poter suonare bene. Serve tanto esercizio. E la musica piu' bella si puo' esprimere con i numeri. La musica e' figlia della matematica"

William sembra soppesare le sue parole.

"Musica tipo le canzoni?" le chiede

"Si."

"Anche quella di Post Malone, Rockstar?"

Come diavolo fa a conoscere quella canzone?! E' .. non e' certo adatta ad un bambino. Mi sto inalberando ma uno sguardo di lei mi ferma.

Sicuramente lei pensava a una qualche sinfonia di Beethoven e non ai rapper, ma non si scompone piu' di tanto.

"Si, anche quella"

"Che ne dite se mentre risolvete il problema del fruttivendolo vi preparo qualcosa da mangiare?"

"Ucciderei per uno dei tuoi muffin al cioccolato!" dice Felicity

"Siii!" esclama mio figlio, improvvisamente animato "Cioe'... andrebbe bene anche per me" si corregge immediatamente, riprendendo la sua aria seria

Sorrido "E muffin al cioccolato siano"

Mi allontano per andare in cucina. Mentre mi allontano sento che battono il cinque con le mani. Mi sento leggero. Con lei parla. Si e' un po' sciolto alla menzione del muffin. Bene. Molto bene. Improvvisamente quel peso che sentivo sulle spalle e' scivolato via. Puo' succedere. Puo' funzionare.

Raisa mi guarda intenta mentre le ordino di sgombrare la cucina e tiro fuori tutti gli ingredienti. Questi muffin dovranno essere il massimo della bonta’.

Sorride e mi dice "Simpatica la signorina Smoak. Sembra in gamba" Annuisco e basta, come mio figlio. E penso "Non ne hai idea Raisa. Non ne hai idea"

I muffin sono stati un successo. Tutti e due li hanno divorati. Io non ho mangiato. Avevo lo stomaco annodato. Ma il cuore pieno. Vederli insieme e' la cosa piu' bella del mondo.

Poi William e' tornato ai suoi altri compiti e Felicity e' andata. Ci siamo salutati un po' formalmente nel corridoio. Raisa era nei paraggi. L'ho ringraziata.

Non le ho detto cosa avevo intenzione di fare. Quello che mi era nato nel cuore dopo quei bei momenti. Quell'idea che minuto dopo minuto prendeva forma, sostanza.

Luce. Promessa.

 

La sera sono tornato al loft. Mi ha aperto un po' sorpresa. Non si aspettava di vedermi ancora quel giorno.

Avevo in mano il mio pacchetto. Gliel'ho dato.

"Un regalo?"

"Non proprio. Un anticipo piuttosto."

Mi hai guardato. Dubbiosa, come William

Metto le braccia conserte "Volevo davvero ringraziarti per oggi. Per William intendo. Adesso e' piu' sereno. E come sempre "your math is always right"

"Non dirlo neanche. Quando vuoi. E'stato bello. Piacevole. E' un ragazzino intelligente. Deve solo applicarsi un po' di piu'. Come suo padre"

Sorridi sorniona. Hai ragione.

"Beh non lo apri?"

Lo fai. Lo scarti. E rimani ferma. Guardi nel pacchetto. Non ti muovi. Lentamente prendi in mano il contenuto. Una chiave. La chiave di casa mia.

Si, e' ora che tu abbia la chiave di casa mia.

"Cosa.. cos'e'?" mi chiedi. La tua voce trema. Tesoro mio. Il mio cuore trema con te.

"E'una chiave. La chiave di casa nostra. Cosi potrai andare e venire quando vorrai. Spero che vorrai"

I tuoi occhi da allegri diventano seri. Scintilla qualcosa nei tuoi occhi.

"Oliver, io.."

"Sai cosa mi ha detto William di te?"

"No..."

"Che sei carina. Intelligente. Anche se non capisce come fai ad amare la matematica, ha detto che sei una 'a posto'"

"Oh"

"E'piuttosto positivo. Non mi ha mai detto tante parole tutte insieme nei riguardi di un'altra persona prima d'ora. L'hai colpito."

"Beh, e' perche' l'ho aiutato con la matematica, non per altro" Amore mio, tenti alleggerire il peso che ho nel cuore nei miei continui sforzi, a volte senza esito, nel tentare di stabilire un contatto con mio figlio.

E ti amo ancora di piu' per questo.

"E sai cosa mi ha anche chiesto?"

Scuoti la testa

"Se ti avevo gia' baciato"

Mi avvicino a te lentamente

"Perche' gli hanno sempre detto che dare un bacio e' il miglior modo di esprimere quel che senti senza dire tante parole"

Un altro passo verso di te

"E lo sai, ha proprio ragione"

Ti prendo tra le braccia. Mi chino su di te. Ho fame e sete di te. Delle tue labbra. Di stringerti a me. Di sentire il tuo corpo snello incollarsi al mio.

Sento il tuo braccio risalire il mio collo. Il tuo morbido seno schiacciato sul mio petto.

Ti bacio. Ti bacio finalmente, dopo tanto tempo. Ed e' come tornare a casa. Finalmente a casa. Quella casa di cui solo tu possiedi la chiave, da quando ti ho conosciuto.

 

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Visto lo spezzone Olicity sulla 6x03? Lei che lo stuzzica, lui ha sempre quello sguardo, anche quando lei lo prende in giro sulla scuola e lui si inalbera per poi cedere quasi subito.

E che Thea sarebbe una zia fantasticamente badass e' la pura verita'.

Un bacio a tutte SIS e buona Arrow Night! E dolci sogni amelliosi rickardosi baciosi :-)

   
 
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