Per le mie preziose lettrici,
soprattutto per sis Andreia
e Minny che lo hanno richiesto, una one shot Olicity volante e
matematica :-)
"No, e' inutile, non ce la faccio!
Non ce la
faccio!"
William e' perso, confuso.
Disperato per il test di
matematica. E non riesco ad aiutarlo.
Del resto non sono mai stato una
cima a scuola. Avevo D
in Algebra, come qualcuno mi ha scherzosamente
ricordato stamattina. Pero' mi
aveva anche detto che se
mi fosse importanto davvero della scuola sarei andato bene.
Ma adesso non riesco ad aiutare
mio figlio con frazioni e
decimali. E' imbarazzante. E pensare che stamattina ero cosi' fiducioso.
Felicity mi aveva rincuorato, mi
aveva rassenerato, che
potevo farcela. Con lei tutto diventa facile. Non meno complicato ma
piu'
facile da affrontare. E' sempre stato cosi' con lei. La mia Felicity,
piena di
luce. Che mi illuminava per l'ennesima volta.
La scusa del Big Belly Burger era
per andare a chiederle
aiuto, ma sotto sotto avevo una grande voglia di vederla. Di sentire la
sua
voce, di rimirare la sua bellezza, il suo corpo minuto e armonioso. I
suoi
occhi, la sua pelle di velluto, i suoi morbidi capelli. Sentire la sua
voce, la
piu' bella melodia per le mie orecchie.
Ero uscito dal loft pieno di
baldanzoso coraggio per
affrontare un altro giorno con mio figlio. Un passo avanti e due
indietro, come
le avevo raccontato. Ma ero deciso a vincerla quella battaglia. Per
lui. E per
me.
E adesso siamo qui, tutti e due al
tavolo, lui con il
quaderno aperto dove le cancellature non si contano piu'. E io non so
che fare.
"Non ci capisco niente. Inutile,
la matematica non
fa per me."
A chi lo dice.
"Nemmeno un genio matematico che
la farebbe, e il
test e' dopodomani!"
Inutile perdere altro tempo. Mi
arrendo. E decido di
agire
"Si da’ il caso che io
un genio matematico lo
conosco"
William mi guarda scettico. Non si
fida ancora di me.
Estraggo il cellulare dalla
giacca, la chiamo
"Ciao, sono io"
"Non e' il momento piu' adatto!"
riesco a
sentire fin da qua il ticchettio delle sue agili dita sulla tastiera
del
computer. Le vedo letteralmente
volare
sulla tastiera. Deve essere al covo, il ronzio dei server le fa da
sottofondo.
"Ehm, Houston abbiamo un problema"
"Di che genere?"
"Del genere frazioni, decimali ed
equazioni di primo
grado"
"William? E' agitato per il test?"
"Decisamente!" non aggiungo altro
Silenzio. Un silenzio assordante.
"Felicity, ti prego" cerco di non
sembrare
implorante. Lei e' l'unica possibilita' di salvezza.
"OK, fra un'ora" e chiude di
scatto la
telefonata
Sospiro. Di sollievo. Guardo mio
figlio, sempre piu'
abbattuto.
"Tranquillo. Adesso risolviamo
tutto"
Mi guarda dubbioso. Sorrido.
Andra' bene. Lo spero.
Il cellulare suona. Mi chiamano
dal Municipio.
Dannazione, quella inaugurazione al parco. Me l'ero scordato! Tento di
ritardare ma niente da
fare. Devo andare. Mi perdero'
l'incontro tra la donna
della mia vita e mio figlio. E mi dispiace. Cerco di essere autorevole.
"Mi hanno chiamato dal Municipio,
devo andare. Ma
tra meno di un'ora arrivera' una mia grande amica. E' molto brava ed
intelligente, un vero genio. Ti aiutera', vedrai. E'davvero brava.
Avviso Raisa
cosi' la fara' entrare. Tu stai qui, con lei ce la farai sicuramente."
Vorrei accarezzargli i capelli. O
dargli un bacio. Ma non
ci provo nemmeno. E' sempre piuttosto restio. Respinge anche il minimo
gesto
d'affetto
da parte mia. Sembra sempre un
animaletto spaventato,
pronto a scappare. Sono suo padre ma ancora non mi conosce. Deve ancora
imparare a fidarsi di me.
Esco dal mio appartamento un
po'amareggiato. Sono il
sindaco, devo fare il mio dovere. E invece volevo restare qui. Volevo
essere
presente.
Per lui. E per lei. Non so come
andra'. Spero bene. Lo
spero con tutto il cuore.
Che le due persone piu' importanti
della mia vita si
piacciano. E vadano d'accordo.
Torno dopo 3 ore. Guardo la porta
di quella che adesso e'
casa mia quasi con sospetto. La casa c'e' ancora, non e' saltata per
aria.
Bene. Apro ed entro.
"Sono tornato!"
Sento parlottare a bassa voce di
la' mentre Raisa mi
viene incontro nel corridoio. Sorride e accenna con fare ammiccante con
la
testa verso il soggiorno. Raisa che sorride e' gia' di buon auspicio.
Mi affaccio sulla porta e rimango
li'. Mi appoggio allo
stipite e rimango fermo a guardare. A guardare lo spettacolo piu' bello
del
mondo.
Felicity e William. Insieme.
Seduti al tavolo, uno
accanto all'altra, il quaderno a quadretti aperto tra di loro.
Lei parla a voce non tanto alta ma
animatamente mentre
gesticola con le mani, facendo come una specie di balletto. Gli sta
spiegando
le frazioni con le dita.
Lui la guarda come incantato, la
matita in bocca. Non si
perde un gesto. Poi annuisce e scrive sul quaderno.
Anche lei si china sul quaderno e
con un dito gli indica
di correggere un punto di quel che sta scrivendo.
Quella mano. Piccola. Le unghie
corte laccate di rosa. Il
suo dolce tocco. Lieve, carezzevole. Confortante. Non ricordo piu'
quante volte
le sue mani mi hanno dato forza. Calore. Affetto. Amore. Passione. A
come si
sono sempre intrecciate alle mie con naturalezza, si sono cercate
d'istinto,
trovate e saldate.
So di cosa sono capaci le sue
mani. A volte non riesco a
credere che non ci siamo quasi piu' toccati per piu' di un anno. Non so
come
sono riuscito a farne
quasi a meno.
"Quindi William se il
fruttivendolo ha comprato 20
meloni e ne ha rotti un terzo.."
"Quel fruttivendolo non sa fare
bene il suo lavoro
se ne rompe cosi' tanti" la interrompo con tono leggero. Ma il mio
sguardo. Li ho raccolti in un'unico sguardo. Quello dell'amore.
Alzano tutti e due la testa. Lei
e' incerta, quasi
titubante nel ricambiare il mio sguardo perche' ne ha capito la
portata. Mi conosce.
Meglio di chiunque altro. Lui ridiventa serio, composto. Perche' gli
faccio
questo effetto? Quasi di paura. Non deve aver paura di me.
Resto appoggiato allo stipite.
"Come va? Meglio?"
"Beh abbiamo fatto un po' di
conoscenza approfondita
con le frazioni, vero?" risponde Felicity
Williamo annuisce e basta. Si e'
come ammutolito.
"Hai fatto merenda?" gli chiedo
"Oh scusa William, con tutte le
mie chiacchiere
matematiche me ne sono scordata" Fai la faccia triste, colpevole. Amore
mio, non ti preoccupare. Non e' colpa tua.
Conosco il tuo fervore, quello che
ti anima e ti fa
superare le montagne. Nella vita, nel lavoro, nel cuore. L'impegno che
ci
metti, in tutto. Che ti fa dimenticare di te'stessa.
"E' che quando parlo di matematica
sono felice"
William la guarda serio "Come fai
a essere felice di
parlare di matematica? Per me sono solo numeri tediosi"
Ahi. E adesso come te le caverai
Overwatch?
Ma lei risponde, serena "Beh la
matematica e' come
la musica. Devi imparare a padroneggiare le note per poter suonare
bene. Serve
tanto esercizio. E la musica piu' bella si puo' esprimere con i numeri.
La
musica e' figlia della matematica"
William sembra soppesare le sue
parole.
"Musica tipo le canzoni?" le chiede
"Si."
"Anche quella di Post Malone,
Rockstar?"
Come diavolo fa a conoscere quella
canzone?! E' .. non e'
certo adatta ad un bambino. Mi sto inalberando ma uno sguardo di lei mi
ferma.
Sicuramente lei pensava a una
qualche sinfonia di
Beethoven e non ai rapper, ma non si scompone piu' di tanto.
"Si, anche quella"
"Che ne dite se mentre risolvete
il problema del
fruttivendolo vi preparo qualcosa da mangiare?"
"Ucciderei per uno dei tuoi muffin
al
cioccolato!" dice Felicity
"Siii!" esclama mio figlio,
improvvisamente
animato "Cioe'... andrebbe bene anche per me" si corregge
immediatamente, riprendendo la sua aria seria
Sorrido "E muffin al cioccolato
siano"
Mi allontano per andare in cucina.
Mentre mi allontano
sento che battono il cinque con le mani. Mi sento leggero. Con lei
parla. Si e'
un po' sciolto alla menzione del muffin. Bene. Molto bene.
Improvvisamente quel
peso che sentivo sulle spalle e' scivolato via. Puo' succedere. Puo'
funzionare.
Raisa mi guarda intenta mentre le
ordino di sgombrare la
cucina e tiro fuori tutti gli ingredienti. Questi muffin dovranno
essere il
massimo della bonta’.
Sorride e mi dice "Simpatica la
signorina Smoak.
Sembra in gamba" Annuisco e basta, come mio figlio. E penso "Non ne
hai idea Raisa. Non ne hai idea"
I muffin sono stati un successo.
Tutti e due li hanno
divorati. Io non ho mangiato. Avevo lo stomaco annodato. Ma il cuore
pieno.
Vederli insieme e' la cosa piu' bella del mondo.
Poi William e' tornato ai suoi
altri compiti e Felicity
e' andata. Ci siamo salutati un po' formalmente nel corridoio. Raisa
era nei
paraggi. L'ho ringraziata.
Non le ho detto cosa avevo
intenzione di fare. Quello che
mi era nato nel cuore dopo quei bei momenti. Quell'idea che minuto dopo
minuto
prendeva forma, sostanza.
Luce. Promessa.
La sera sono tornato al loft. Mi
ha aperto un po'
sorpresa. Non si aspettava di vedermi ancora quel giorno.
Avevo in mano il mio pacchetto.
Gliel'ho dato.
"Un regalo?"
"Non proprio. Un anticipo
piuttosto."
Mi hai guardato. Dubbiosa, come
William
Metto le braccia conserte "Volevo
davvero
ringraziarti per oggi. Per William intendo. Adesso e' piu' sereno. E
come
sempre "your math is always right"
"Non dirlo neanche. Quando vuoi.
E'stato bello.
Piacevole. E' un ragazzino intelligente. Deve solo applicarsi un po' di
piu'.
Come suo padre"
Sorridi sorniona. Hai ragione.
"Beh non lo apri?"
Lo fai. Lo scarti. E rimani ferma.
Guardi nel pacchetto.
Non ti muovi. Lentamente prendi in mano il contenuto. Una chiave. La
chiave di
casa mia.
Si, e' ora che tu abbia la chiave
di casa mia.
"Cosa.. cos'e'?" mi chiedi. La tua
voce trema.
Tesoro mio. Il mio cuore trema con te.
"E'una chiave. La chiave di casa
nostra. Cosi potrai
andare e venire quando vorrai. Spero che vorrai"
I tuoi occhi da allegri diventano
seri. Scintilla
qualcosa nei tuoi occhi.
"Oliver, io.."
"Sai cosa mi ha detto William di
te?"
"No..."
"Che sei carina. Intelligente.
Anche se non capisce
come fai ad amare la matematica, ha detto che sei una 'a posto'"
"Oh"
"E'piuttosto positivo. Non mi ha
mai detto tante
parole tutte insieme nei riguardi di un'altra persona prima d'ora.
L'hai
colpito."
"Beh, e' perche' l'ho aiutato con
la matematica, non
per altro" Amore mio, tenti alleggerire il peso che ho nel cuore nei
miei
continui sforzi, a volte senza esito, nel tentare di stabilire un
contatto con
mio figlio.
E ti amo ancora di piu' per questo.
"E sai cosa mi ha anche chiesto?"
Scuoti la testa
"Se ti avevo gia' baciato"
Mi avvicino a te lentamente
"Perche' gli hanno sempre detto
che dare un bacio e'
il miglior modo di esprimere quel che senti senza dire tante parole"
Un altro passo verso di te
"E lo sai, ha proprio ragione"
Ti prendo tra le braccia. Mi chino
su di te. Ho fame e
sete di te. Delle tue labbra. Di stringerti a me. Di sentire il tuo
corpo
snello incollarsi al mio.
Sento il tuo braccio risalire il
mio collo. Il tuo
morbido seno schiacciato sul mio petto.
Ti bacio. Ti bacio finalmente,
dopo tanto tempo. Ed e' come
tornare a casa. Finalmente a casa. Quella casa di cui solo tu possiedi
la
chiave, da quando ti ho conosciuto.
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Visto lo spezzone Olicity sulla
6x03? Lei che lo
stuzzica, lui ha sempre quello sguardo, anche quando lei lo prende in
giro
sulla scuola e lui si inalbera per poi cedere quasi subito.
E che Thea sarebbe una zia
fantasticamente badass e' la
pura verita'.
Un bacio a tutte SIS e buona Arrow
Night! E dolci sogni
amelliosi rickardosi baciosi :-)