Da
quando Robin aveva divorziato da Crocodile non aveva più
frequentato
nessun uomo. Non che avesse perso la fiducia nel genere maschile, ma
semplicemente voleva dedicare un pò di tempo a se stessa
dato che
durante il matrimonio aveva sempre dovuto anteporre i problemi e le
esigenze di Crocodile ai suoi.
Aveva
dei corteggiatori ma non dava loro alcun barlume di speranza visto
che voleva stare da sola per un pò di tempo.
Perfino
in quel bar in cui si trovava in quel momento, intenta a sorseggiare
il terzo caffè della mattinata mentre leggeva il giornale,
sentiva
su di se degli sguardi lascivi.
Possibile
che non trovasse pace neppure lì?
Già
era costretta a subire le avances prive di pudore di Brook e del suo
capo, il direttore del museo Spandam, ci mancavano solo i bifolchi da
bar.
Quando
stava per ordinare anche un croissant al cioccolato ricevette la
chiamata del suo avvocato, Madame Shirley.
-Buongiorno
Robin, spero di non disturbare con questa chiamata improvvisa ma ci
sono novità. Sono stata contattata dall'avvocato di
Crocodile e pare
proprio che suo ex marito abbia chiesto di mettersi in contatto con
lei.- fece una pausa per permettere alla sua cliente di assimilare la
notizia. -Cosa devo rispondere?-
Robin
deglutì a fatica. -Le ha detto cosa vuole esattamente?-
-No
purtroppo, ha solo detto che si trattava di qualcosa di urgente.
Senta, io ora ho un appuntamento con un cliente, la richiamo tra
un'ora circa così nel frattempo lei ci pensa per bene e mi
comunicherà la risposta che devo dare al collega.-
-La
ringrazio. A più tardi allora.-
Non
poteva credere che avesse il coraggio di rimettersi in contatto con
lei. Proprio lui che era stata la causa del loro divorzio.
Lui
che per lavoro non stava mai a casa, che si era fatto un'amante e che
non si curava mai della moglie.
Se
nel primo anno di matrimonio le cose erano andate bene, più
passava
il tempo e più la mora si accorgeva che c'erano numerose
cose che
iniziavano a non tornarle.
Aveva
chiuso un occhio quando aveva scoperto dei tradimenti di suo marito,
provando a recuperare un rapporto senza futuro, ma non poteva fare
finta di nulla davanti alle mancanze di colui che le aveva giurato
amore eterno e di rispettarla standole affianco per sempre.
Perché
trascorreva più tempo fuori per i suoi viaggi di lavoro che
con sua
moglie? Perché quando era in casa sembrava che di Robin non
gliene
importasse più?
Non
bastava solo l'attrazione fisica e le notti di passione per mandare
avanti quella farsa che loro continuavano a mandare avanti.
Ma
Robin non era una stupida e non era neppure disposta a calpestare il
suo amor proprio per stare insieme ad una persona che diventava
sempre più egoista e meschina.
Così
gli aveva presentato i moduli per la richiesta di divorzio senza che
lui se lo aspettasse. E aveva deciso che le avrebbe potuto parlare
solo tramite avvocato.
Ormai
non voleva più neppure vederlo. Tanto sapeva che le avrebbe
raccontato solo un mucchio di balle per convincerla a tornare con
lui.
Ora
però si chiese cosa potesse mai volere da lei. Aveva bisogno
di
soldi? Voleva che lei tornasse con lui? Aveva gravi problemi di
salute e aveva bisogno di lei? Ci si poteva aspettare di tutto da uno
del genere, anche una pugnalata alle spalle. Del resto era abitato a
calpestare chiunque e a non avere rispetto per nessuno.
-Mi
scusi posso sedermi qui?- le domandò qualcuno.
Robin
sollevò lo sguardo dalla pagine del quotidiano, che ormai
faceva
fatica a seguire, e si trovò di fronte ad una donna con
lunghi
capelli verdi ed un paio di occhiali da vista che nascondevano due
occhi color ambra calmi e intelligenti.
Teneva
in equilibrio precario un pila di libri sotto un braccio ed con una
mano un vassoio con un caffè ed un dolce.
-Ma
certo.- disse Robin liberando il tavolino dai suoi pesanti tomi che
lo occupavano quasi interamente.
-La
ringrazio molto, non c'è un tavolino libero manco a pagarlo
oggi. E
personalmente odio stare al bancone quando faccio colazione.-
-Sarà
che oggi è lunedì e abbiamo tutti bisogno di
più caffè per
affrontare la settimana. E dammi pure del tu comunque.-
L'altra
le rivolse un sorriso di cortesia. -D'accordo. Io sono Monet.- disse
porgendole la mano.
-Robin.-
rispose la mora stringendole la mano. La verde aveva una stretta
forte e la mano era fredda come se fosse fatta di ghiaccio.
In
effetti vista la carnagione diafana e il tocco gelido poteva
tranquillamente passare per una donna delle nevi, una di quelle
bellissime che ti conquistano con il loro fascino e poi ti rubano
tutto il calore congelandoti dall'interno.
-Abbiamo
qualche interesse in comune vedo.- disse Monet prendendo un libro di
storia dalla pila di suoi libri di matematica, fisica e
chimica.
Doveva
aver notato che i libri di Robin parlavano tutti di storia, sia
moderna che antica, storia dell'arte e i grandi misteri irrisolti
della storia.
-Anche
a te affascina la storia?- le chiese la mora.
-Diciamo
che mi interessa soprattutto applicata alle materie scientifiche
visto che sono la mia vera passione. Sai le grandi scoperte di Newton
o di Pitagora e sull'impatto che le loro scoperte hanno avuto nelle
società in cui vivevano e come vivevano loro in quei
determinati
periodi storici.-
Robin
notò che la ragazza aveva una luce nuova negli occhi ora che
parlavano di qualcosa che le piaceva parecchio.
-E
tu? Come ti sei appassionata all'argomento?-
-Mia
madre era una insegnante di storia e fin da piccola mi ha trasmesso
l'amore per questa materia. Anche se la mia vera passione resta
l'archeologia.-
-Wow.
Io non ci capisco nulla di quella roba però ammiro molto il
lavoro
fatto dagli archeologi.-
-E'
un duro lavoro ma da infinite soddisfazioni. E tu che lavoro fai?-
domandò Robin. Non era da lei intrattenere lunghe
conversazioni con
perfetti sconosciuti ma quella donna aveva qualcosa di speciale e
desiderava saperne di più sul suo conto.
-Insegno
matematica e fisica in un liceo e biologia in una scuola media ora.
Tu?-
-Attualmente
lavoro come restauratrice nel museo cittadino. Quando finiremo
lì
dovremmo occuparci di alcune chiese invece.-
-Devo dire che sono sempre più colpita.- disse Monet guardandola stupita. Sembrava veramente interessata a quello che le diceva Robin come se assorbisse tutto quello che le diceva come una spugna. Non riusciva a smettere di parlare con quella donna e di sapere qualcosa in più sul suo conto. Solo, dopo che chiacchieravano amabilmente da almeno mezzora controllò l'ora e si stupì che avesse trascorso tutto quel tempo in compagnia della mora.
E dire che tutti la chiamavano Ghiacciolo proprio per il suo comportamento freddo e scostante.
-Cavolo,
è già così tardi? Scusami ma devo
scappare o mia sorella mi
ucciderà se non faccio la spesa neppure oggi. E' stato un
piacere
Robin e visto che ho occupato il tuo tavolino disturbandoti con le
mie domande ti offro io il caffè.-
-Non
devi tranquilla.-
-Insisto,
non mi manderà certo in rovina un caffè.-
-E
va bene ma solo se mi permetti di ricambiare la prossima volta.-
Non
sapeva spiegare bene cosa le stava passando per la testa ma
desiderava vedere nuovamente quella dona dai capelli
verdi.
-Volentieri.
Ecco questo è il mio numero allora. Quando ti va contattami
pure.-
le disse porgendole un post-it con il suo numero di telefono, poi
dopo averle rivolto un cenno di saluto si dileguò per pagare
il
conto e per immergersi tra la folla che circolava sui
marciapiedi.
Quando
Madame Shirley la richiamò, Robin disse che non era
interessata a
rivedere Crocodile. Aveva un caffè in sospeso ed altri
impegni che
non poteva rimandare per lui.
*
*
*
Bonney
odiava svegliarsi presto nel suo unico giorno libero, ma quel
maledetto del suo vicino di casa aveva deciso di usare il trapano
proprio di domenica mattina.
Sbuffò
infastidita prima di rotolare su un fianco cercando di riprendere
sonno.
Ma
era tutto inutile. Quel dannato non si decideva a piantarla e
pensò
di andare a casa sua per fargli un bel buco in testa con il suo
fottuto trapano.
Accanto
a lei Law continuava a dormire ignaro dei propositi omicidi della
ragazza.
La
rosa rotolò fino a distendersi completamente sopra il moro.
-Non
è mai abbastanza presto per te vero?- le domandò
lui aprendo gli
occhi.
-Allora
sei sveglio?- disse lei dandogli un bacio sul collo.
-Non
ti hanno insegnato che non si risponde ad una domanda con un'altra
domanda. E poi come faccio a dormire con un tale peso
addosso.-
-Saranno
le tette.- disse accarezzandogli il tatuaggio che il ragazzo aveva
sul petto.
-Forse.-
disse lui rotolando per invertire le posizioni.
Le
diede un bacio per evitare che la rosa rispondesse con qualche altra
cazzata e lei gli cinse i fianchi con le sue gambe lunghe. Proprio in
quel momento lo stomaco di Bonney produsse un rumore simile al
ruggito di un leone.
-Tu
si che sai come essere romantica Bon-ya.-
-Beh
ho fame, del resto non ho ancora toccato cibo. Sai che faccio? Vado a
prendere delle paste.- disse mentre lui rotolava nuovamente nella sua
parte di letto e lei si vestiva. Solitamente dormiva con addosso solo
la biancheria così prese i primi vestiti che trovo
nell'armadio e,
dopo essere andata in bagno, partì verso la pasticceria.
Una
volta arrivata lì prese un vassoio con una dozzina di paste,
il cui
novanta per cento erano destinate a lei, un vassoio di pizzette ed
uno di biscotti di pasta sfoglia.
Mentre
tornava a casa soddisfatta e canticchiava allegramente qualcuno la
urtò facendole cadere le buste.
-Razza
di idiota, guarda un pò dove vai.- disse lei sperando che le
paste
non si fossero rovinate.
-Ti
chiedo scusa.- disse mentre la aiutava raccogliere il tutto una voce
maschile bassa che sembrava provenire dall'oltretomba o che comunque
non sembrava appartenere ad un uomo normale. -Bonney?-
La
rosa sollevò lo sguardo e si ritrovò faccia a
faccia con il suo ex,
Basil Hawkins.
-Hawkins,
quanto tempo.- fece lei.
Dopo
il suo trasferimento Water 7 per motivi di lavoro, la ragazza
aveva sempre pensato che non lo avrebbe più rivisto. Era
tale e
quale a come lo ricordava. Lunghi capelli biondi, sguardo severo e
gli immancabili tarocchi nella tasca dei pantaloni.
-Ti
trovo bene.- rispose lui.
-Si
anche tu non dai così schifo. Come mai da queste parti?-
-Sono
venuto qui per il matrimonio di Drake, ti ricordi di mio fratello
vero? Ma tra un mese tornerò qua in pianta stabile. Ormai
abbiamo
terminato il nostro lavoro a Water 7.-
-Davvero
fantastico. Scusami ma avrei un pò di fretta.- disse lei
già quasi
voltata.
-E'
stato bello rivederti. Dovremmo proprio festeggiare il mio ritorno in
questi giorni.-
-Non
lo so, sono sempre molto impegnata.- disse lei.
-Fammi
sapere allora. Tanto il mio numero ce l'hai.-
Peccato
che lei lo avesse cancellato da tempo. Perché diavolo
avrebbe dovuto
tenerlo il suo numero? Si erano lasciati e neanche troppo bene quindi
Bonney aveva cercato di cancellare ogni cosa potesse riguardare il
biondo.
-Certo.
Lo dirò al mio fidanzato.- disse lei per studiare la sua
espressione
nell'apprendere la notizia. Voleva capire che effetto gli facesse
sapere che lo aveva dimenticato da parecchio.
-Puoi
portare chi vuoi ovviamente. Non vedo l'ora di conoscerlo.-
Peccato
che lei non avesse nessuna intenzione di farli conoscere. Erano due
persone che riguardavano due capitoli della sua vita completamente
diversi e mescolarli non le pareva una buona idea, non quando con Law
le cose andavano alla grande.
Fece
il resto della strada di pessimo umore. Non che provasse ancora
qualcosa per quel cretino del suo ex ma era convinta di non doverci
avere più nulla a che fare. Il solo pensiero di sapere di
poterlo
incontrare mentre passeggiava per la città la disturbava nel
profondo.
Tornò
a casa con una strana sensazione sulla pelle. Cosa sarebbe successo
se il suo ex e il suo attuale fidanzato si fossero
incontrati?
Probabilmente
nulla e si stava mettendo troppi problemi ma comunque avrebbe evitato
di farli incontrare.
Law
aveva già preparato il caffè, con la panna da
sopra e la nutella
sul fondo della tazza per lei e normale per lui e mentre si sedevano
sugli sgabelli che stavano davanti alla penisola, Bonney lo
baciò.
Non c'era per lei medicina migliore quando aveva delle brutte
giornate o le succedeva qualcosa di brutto.
Gli
mordicchiò il lobo dell'orecchio mentre il moro faceva
scivolare le
mani lungo i fianchi tondi della rosa. Le piaceva da matti
ripercorrere con una serie di baci il profilo dei suoi tatuaggi e
leccare quella pelle scurita dall'inchiostro.
-E'
successo qualcosa?- le sussurrò in un orecchio
facendole venire
brividi di piacere che le attraversarono tutto il corpo come una
scarica elettrica.
-Perché
deve succedere per forza qualcosa se mi vien voglia di baciarti o
altro?-
-No
ma solitamente la tua fame è più forte della tua
lussuria anche se
è strano anche dirlo.- disse lui con un sorriso storto sul
viso.
Bonney
roteò gli occhi al cielo mentre iniziava a divorare le pasta
e
pensava che se lei avesse dovuto incontrare una delle ex di Law non
gliene sarebbe fregato nulla visto che erano cose che appartenevano
al passato.
E
allora perché non voleva accettare l'invito di Hawkins?
Forse aveva
più paura di se stessa che dei due ragazzi. E se avesse
preso a
pugni Hawkins? Del resto non aveva ancora digerito il modo in cui
l'aveva scaricata e aveva anteposto se stesso e il suo avanzamento di
carriera alla loro relazione. Era lui che aveva deciso di andare in
giro per il mondo per lavoro abbandonandola neanche fosse un
cane.
Raccontò
l'accaduto nel gruppo Whatsapp che aveva con le sue amiche -Pudding,
Nami, Robin e Bibi- per avere un loro consiglio.
Quasi
tuttte le consigliarono di provare ad andare e semplicemente
andarsene se la situazione fosse degenerata. Solo Pudding le disse
invece di non andare e di non salutarlo neppure quando lo vedeva per
la strada.
In
fondo non era da lei tentennare così tanto così
decise di fare la
solita pazzia.
-Prima
rientrando ho visto Hawkins e diceva di volerci invitare a bere un
drink insieme a lui visto che torna definitivamente qua.-
-Basil
Hawkins dici?-
-Si,
lo conosci?- disse fermando la pasta a mezz'aria decisamente
sorpresa.
-Eravamo
nella stessa classe al liceo e ho frequentato anche un anno
all'università con lui prima che scomparisse
chissà dove. Era un
tipo un pò strano.-
-Non
ha più frequentato l'università perché
ha iniziato a lavorare per
una ditta che si occupa di costruire navi per la marina.-
-E
tu come fai a saperlo?- disse lui terminando di mangiare un krapfen
con la marmellata.
-Lo
so perché è un mio ex.-
Law
la fissò per qualche secondo senza nascondere la sorpresa.
-Tu sei
stata con quel tipo che se ne va in giro con i tarocchi e con al
seguito uno stuolo di gatti neri?-ridacchiò divertito.
Bonney
gli diede un pugno alla spalla. -Che cazzo hai da ridere?-
-Niente
solo che è un pò troppo strano anche per te
quello.-
-Vaffanculo.
La prossima volta non ti dico nulla.- disse lei mettendo il broncio.
E non mi vedrai più nuda per almeno un mese.-
-In
quel caso saresti tu la prima a venire a supplicami in ginocchio.-
disse il moro.
-
Si.- probabilmente hai ragione.- disse mentre ingurgitava una decina
di pizzette tutte insieme e Law le accarezzava la coscia.