ITALIA PROLETARIA
L’Italia proletaria
che si dà battaglia
tra i banchi dei tribunali,
con parole magistrali;
l’Italia dei ragazzi,
come razzi,
che s’impattano contro muri alti,
di borghesi ottocenteschi fatti e
finiti.
Una guerra senza confini,
tra finti vizi e vizi finti,
con macabri aguzzini,
la strada costellata da strozzini;
come un tour,
in giro, mon amour,
solo morte, pace falsa,
vita che collassa;
odio e rancore,
grigiore,
perduto splendore
affisso sui muri di case in
putrefazione;
come sgorbi,
botte da orbi,
paura di non restare a galla,
poiché prima o poi si esplode;
sia questione di un giorno, o poco
più.
Si vive attaccati alla tivù,
a credere che laggiù
la vita sia migliore,
quand’invece è pure peggiore.
Il vero è che si soffre,
si nasce e si muore,
nel frattempo son solo delusioni,
sono solo cicatrici e abrasioni.
L’Italia proletaria
è come burro che si squaglia,
nella teglia,
nella veglia,
c’è chi piange e chi non vuole,
a chi il cuore duole,
nella veglia di mezzanotte
sembra di vivere un sogno di mezza
estate.
C’è che fa caldo,
fa secco,
non piove; deserto,
arido di sentimento.
L’Italia proletaria
combatte con rabbia;
combatte una guerra sui social, sui
giornali,
nei più bui vicoli
della coscienza umana,
e par tutta una panzana,
a chi sullo scranno sta seduto,
muto,
a guardare il popolo che assorbe
tutto, quasi fosse una fossa piena di
mollicce torbe.
C’è che un’Italia proletaria,
per protesta, vorrebbe bloccare anche
la Salaria;
ma cosa cambia, tanto,
sembra che nulla abbia un senso;
e più ci penso,
meno sembra che tutto
abbia un qualcosa di arguto;
di riflettuto,
sotto i riflettori,
solo i veri signori,
i padroni,
soldi e anelloni
d’oro nelle dita delle mani,
adesivi e tatuaggi
d’alti e antichi lignaggi;
cadono le stelle,
e non solo parcelle,
particelle,
si spengono le luci, si ammutolisce
il cellulare,
il cane smette di abbaiare,
l’Italia proletaria durante la notte
se ne sta
nei propri letti senza se e senza ma,
e allora tutti sotto le coperte,
che domani è un altro giorno, pieno
di amare scoperte.
NOTA DELL’AUTORE
Ehm ^^ ah ah, questa volta non so neanch’io come commentare
per bene questo piccolo testo che avete appena letto xD
Spero non mi lapiderete. Comunque, questa poesia non ha
alcuna pretesa e non vuole assolutamente far politica o quant’altro; si tratta
solo di qualche verso che ho scritto due giorni fa, sempre in un momento di
svago, quando la mia testa va da tutte le parti, tranne quelle che hanno un
senso.
Nelle ultime settimane sono ancora in fissa con Comunisti col
Rolex, di J-ax e Fedez, e credo che ciò mi abbia un po’ influenzato nella
scrittura di questo componimento, anche se tutto quello che è scritto qui è
totalmente originale e indipendente da quest’opera.
Si tratta solo di un po’ di rime sparse e di giochi di
parole, nulla di più ^^
Grazie, carissimi amici, e grazie, carissime amiche ^^