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Autore: reggina    04/11/2017    5 recensioni
Si dice che i gemelli abbiano un legame misterioso, speciale e invidiabile.
James e Jason , forse incatenati allo stesso destino, imparano da subito di non essere il centro del mondo.
Si guardano le spalle, si proteggono e si difendono l'un l'altro. Sempre.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gemelli, Tachibana/Derrick
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Nel cuore della notte James si è alzato, ha preso una dose doppia di antidolorifici, è tornato a letto e ha chiuso gli occhi sperando che il dolore gli desse tregua.

La sveglia suona all’improvviso nel peggiore dei modi e dei momenti possibili: ingoia la saliva amara, tentando di controllare la tempesta che gli imperversa dentro e gli arriva fin nelle viscere, di distogliersi dai pensieri che lo risucchiano come un vortice.

“Alzati, è ora!”

Guarda quel corpo identico al suo, cercando un appiglio per riagganciarsi alla realtà.

Jason, il viso rasato di fresco e già vestito di tutto punto, è in piedi di fianco al suo letto . In una mattina ordinaria, James lo prenderebbe in giro per la sua immutabile collezione di t-shirt blue, di camicie bianche un po’ sgualcite e, soprattutto, per il suo gilet di maglia e per i capelli ispidi dritti sulla testa. Adesso, invece, nella stanza silenziosa serra forte i denti e farfuglia qualcosa che il gemello non riesce a capire poi, rassegnato, si alza.

Escono di casa senza far colazione e, per loro fortuna, non c’è la mamma a rimbeccarli che è una pessima idea saltarla!

Kin, il massiccio e affettuoso akita inu della famiglia Derrick , si avvicina ai ragazzi e punta i suoi occhi piccoli e scuri sul padrone, sfregando contro i suoi jeans il tartufo nero che ha per naso. Quasi percepisse la tristezza e la tensione che aleggiano nella mattina che profuma di fieno fresco, non fa le feste con mille scodinzolii ma si accontenta di coccole molto più discrete.

“Ok dammi le chiavi, guido io!”

James obbedisce senza fiatare e si siede dal lato del passeggero. Suo fratello guida bene e lui si lascia cullare.


Jason tiene lo sguardo dritto sulla strada , anche se a quell’ora c’è poco traffico, ma in realtà è concentrato sulle sue emozioni.

Per la prima volta James si sente in imbarazzo perché ha permesso che ci fossero dei segreti tra loro, e anche se suo fratello ha l’aria di uno che non vuol parlare e lui non vorrebbe infastidirlo, inizia a svuotare il suo cuore inquieto, partendo dal principio con orgoglio e dignità.

“Sono già un paio di mesi che sento un dolore e un senso di pesantezza all’inguine, soprattutto se sto molto in piedi. La prima volta che ho tastato questa specie di pallina dura è stato sotto la doccia…Allora ho iniziato a preoccuparmi davvero!”

Per un momento Jason lascia la presa sul volante e si volta verso di lui.

“Perché non mi hai detto prima che c’è qualcosa che non va. La tempestività è tutto quando c’è in gioco la salute e perdere tempo è la cosa più stupida che tu potessi fare!”

“Non è facile mettere al bando imbarazzi e pudori!”

“ Ti vergognavi di me ? Noi siamo più che fratelli, tu sei l’altro me! Jamie siamo sempre stati in simbiosi: abbiamo trascorso nove mesi uniti nel pancione di mamma e quando siamo venuti al mondo, quando ci hanno messo uno di fianco all’altro, ci siamo stretti le manine e non ce le siamo più lasciate!”

Ha ragione: c’è sempre stato qualcuno pronto a spalleggiarlo, a consolarlo, a spronarlo, a proteggerlo e a difenderlo e non sa cosa replicare.

Quando arrivano a destinazione, Jason tira dritto come un mulo tanto che James fatica a stargli dietro: oltrepassa le auto nel parcheggio a pagamento, le ambulanze con il loro lampeggiare blu, non si lascia aggredire dal caos del pronto soccorso e dal viavai di barelle.

Suo fratello ha il fiatone un po’ per il passo veloce e un po’ per l’inquietudine che lo sta divorando e che diventa imbarazzo puro quando deve seguire la dottoressa di turno per il lungo e piccolo corridoio che conduce alla sala-visite.


Rimasto da solo, Jason si avvicina al distributore e prende una bibita: le mani, però, gli tremano così tanto che ne versa un po’ sul tavolino della sala- d’attesa che ripulisce prontamente in maniera maldestra.

L’ansia gli monta dentro come un soufflé e in men che non si dica si trova a digitare i primi numeri della sua rubrica sul cellulare.

Non sa quanto tempo passi prima che Sumire prenda un fazzoletto dalla borsa e glielo strofini sulle mani appiccicose, nonostante l’ansia le si sia infilata nel cuore come una spada.

Si sente più forte adesso insieme a sua madre e a Jimon pensieroso, nella sua tuta da lavoro bisunta e, nonostante tutto, gli angoli della bocca gli disegnano un sorriso.


Dopo circa mezz’ora James è seduto nello studio dell’urologa: ha i capelli un po’ scompigliati e il viso vermiglio per la visita a cui si è appena sottoposto ma riesce ad abbozzare un sorriso quando vede entrare la sua famiglia.

Forse si è agitato per niente, forse il suo spavento è stato eccessivo…

Ci sono soltanto altre due poltroncine che occupano i suoi genitori mentre la dottoressa va a prendere uno sgabello per Jason che si sistema affianco a suo padre: è così impacciato perché non è abituato a bazzicare studi di professori della medicina che a suo fratello quasi scappa da ridere.

La tensione, invece, prende il sopravvento perché sa che il suo futuro dipende da quella donna precisa e con i capelli tirati indietro, con il rossetto rosa, le scarpe a mezzo tacco e il camice bianco.

“All’inizio sospettavamo una semplice varicocele ma l’ecografia ha mostrato una formazione nodulare. Faremo ulteriori analisi per escludere che il tumore abbia già dato metastasi ai linfonodi dell’addome…”


Si dice che il momento emotivamente più duro è quello della scoperta: James e tutta la famiglia Derrick vengono assaliti da uno sconforto incredibile e non riescono a darsi delle risposte.

Il pensiero che gli martella in testa è chiedersi come è possibile che tutto questo stia accadendo a lui, a loro.

La dottoressa si accorge del loro smarrimento e cerca di rassicurarli con la sua voce leggera.

“Hai ottime chance di guarire. Questa è la neoplasia più frequente tra i giovani maschi e non c’è nessun motivo per temere il peggio: anche se dovesse nascere qualche imprevisto abbiamo molte frecce al nostro arco!”

In questo momento, però, James non riesce ad essere ottimista: in una sola giornata tutto si è capovolto e la sua vita è cambiata. Per sempre.

   
 
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