Anime & Manga > Yuri on Ice
Segui la storia  |       
Autore: syila    06/11/2017    8 recensioni
"... Se vorrai rivedermi dipenderà da te; posso fare molto di più che darti qualche consiglio via E-mail, togliere di torno la concorrenza o rapirti da un corteggiatore molesto. Posso darti lezioni di canto, di portamento e di dizione, posso fare di questa ballerina di fila una etoile di prima grandezza; posso farti innamorare di nuovo di questo mestiere, perché io vedo la passione che hai dentro e che invece tu pensi di avere perso"
Questa storia ha partecipato alla challenge di Halloween (Ripopoliamo i Fandom!) indetta dal gruppo facebook
Il Giardino di Efp e prende spunto da "Il Fantasma dell'Opera"
Genere: Angst, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Christophe Giacometti, Phichit Chulanont, Victor Nikiforov, Yuuri Katsuki
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Questa storia partecipa alla challenge di Halloween (Ripopoliamo i Fandom!) indetta dal gruppo facebook
Il Giardino di Efp e prende spunto da "Il Fantasma dell'Opera"

banner

Dicon ch'oltre mare
se cade in man dell'uom, ogni farfalla
da uno spillo è trafitta
ed in tavola infitta!

Un po' di vero c'è.
E tu lo sai perché?
Perché non fugga più.
Io t'ho ghermita...
ti serro palpitante.
Sei mia.

Sì, per la vita


Madama Butterfly - Atto Primo Scena Sesta (Duetto) - Puccini

Cho Cho san

“Guarda-guarda che sorpresa!”
La voce suonò così vicina al suo orecchio da farlo trasalire e nella frazione di secondo successiva realizzò che: primo, aveva già sentito quel tono petulante e querulo dal forte accento francese, secondo, il proprietario della voce era lo stesso che gli aveva piazzato una mano sul fondoschiena palpeggiandolo con impegno, come se si trattasse di un'attività particolarmente piacevole.
“M-monsieur Giacometti!” scattò Yuuri portandosi in un attimo fuori dall'area del palpeggiatore compulsivo, il quale, per inciso, non si mostrò sorpreso, accennando un brindisi verso il malcapitato col suo calice di champagne.
“Ebbene si, mi hai riconosciuto, nonostante la maschera” ridacchiò l'aitante uomo biondo.
Ti ho riconosciuto dal modo in cui mi hai toccato il culo, specie di maniaco! Avrebbe voluto dirgli.
Ma purtroppo il maniaco in questione era anche il figlio del Direttore dell'Operà e se il suo hobby era cosa nota e risaputa, era altrettanto vero che nessuno si sarebbe sognato di denunciarlo, pena il licenziamento in tronco e l'impossibilità di trovare un altro lavoro in qualsiasi teatro del pianeta degno di questo nome.
“Chi devo ringraziare per averti convinto a presenziare alla festa mon coeur? Ho spedito... Personalmente il tuo invito, tuttavia disperavo di vederti qui stasera”
“Ah... Si? I-invece eccomi”
“Oh, lo vedo” gli occhi verdi del suo interlocutore scintillarono felini dietro la maschera di velluto “E sono davvero” sottolineò la parola insinuando una sfumatura maliziosa nel resto del discorso “Contento che tu sia venuto, avremo modo di approfondire meglio la nostra conoscenza”
Che il titolato rampollo nutrisse un certo interesse nei suoi confronti lo aveva capito anche una persona timida e chiusa come Yuuri, tuttavia, fino a quel momento era stato bravissimo ad evitare ogni occasione che potesse dare adito ad equivoci e fraintendimenti.
“Veramente non sono da solo” iniziò il cantante mettendo subito le mani avanti “Aspetto che Phichit torni dal buffet e poi andremo a casa”
Christophe Giacometti inarcò un sopracciglio, probabilmente stava processando l'informazione nel tentativo di associare il nome dell'amico a un culo di sua conoscenza.
“Phichit... Il figlio di madame Chulanont, ma naturellement! Una delle nostre migliori sarte, lui è un apprendista costumista, dico bene?”
Le labbra di Yuuri si stirarono in una piega nervosa; per sua sfortuna Giacometti non era solo un gaudente libertino palpeggiatore, era anche una persona perspicace, astuta e intelligente.
Quelle parole dall'aria innocua nascondevano un messaggio preciso: di apprendisti ambiziosi Parigi è piena, la mamma è una risorsa preziosa per il teatro, però il figlio può essere tranquillamente licenziato dall'oggi al domani.
“Lo aspetteremo insieme, magari in un posto meno affollato, che ne dici?”
Accompagnò la sua proposta con un sorrisetto divertito, poi gli cinse le spalle col braccio e lo spinse dove il turbine della festa era meno intenso. Yuuri lanciò delle occhiate nervose in direzione del buffet, nella speranza di vedere la sagoma di Phichit sulla via del ritorno, ma l'amico sembrava essere stato inghiottito nella ressa attorno al tavolo del rinfresco.
“Devo ancora farti i complimenti per la tua esibizione di Sabato scorso, è stata... Superlativa, chéry
“Grazie monsieur Giacometti...” rispose l'altro palesemente a disagio in quella situazione; sentiva che presto il discorso avrebbe preso una piega sgradevole e si lambiccava le meningi alla disperata ricerca di una soluzione.
“Oh, ti prego chiamami Chris, come tutti”

Tutti chi? I suoi amanti probabilmente!

Lo svizzero aveva di certo colto l'imbarazzo del suo interlocutore e sembrava intenzionato a goderne il più a lungo possibile.
“Avevamo un simile gioiello in casa e nessuno lo sapeva...” intanto continuava imperterrito il suo ragionamento “Ne parlavo giusto un paio di sere fa con mon père a cena... Come potremmo valorizzarti? Insomma quella era solo una sostituzione mon dieu! Bisogna ragionare su qualcosa di più sostanzioso; dei concerti, un'intera stagione lirica... Che te ne pare?”
“Ah... I-io sono lusingato e-e stupito... Solo che è tutto così improvviso...” balbettò il giovane addossandosi alla colonna dove si era messo in trappola da solo, perché la via di fuga era sbarrata da un metro e ottantacinque di muscoli cresciuti a latte, cioccolato ed Emmenthal.
“Abbiamo tutto il tempo, che ne diresti di proseguire questa discussione con calma nel mio loft?” ma per Yuuri diventava difficile rispondere se l'altro provava a mettergli la lingua in bocca.



“Ah-ehm”
La salvezza si annunciò con un discreto colpo di tosse alle spalle di Christophe, tuttavia non aveva le fattezze familiari dell'amico; la nuova presenza lasciò l'importuno di stucco e Yuuri letteralmente pietrificato.
“Madame...”
Lo svizzero fu il primo a riprendersi dallo sbalordimento, il savoir-faire non gli difettava e la signora davanti a lui rientrava a buon diritto nella categoria di donne con le quali avrebbe flirtato volentieri, perché, come un'ape, riteneva di doversi posare di fiore in fiore senza far torto a nessuno.
La figura fece un passo avanti e il suo kimono produsse un armonico fruscio di seta; il costume da geisha si drappeggiava attorno al suo corpo in linee eleganti e ieratiche, mentre il suo volto esprimeva l'astratta metafora di un sorriso: enigmatico, indecifrabile, dipinto, come quello della Gioconda, sulla sottile pellicola di cartapesta di una maschera di scena.
Il fatto che fosse alta quasi quanto lui non trattenne Christophe da rivolgerle qualche galante smanceria e dal prodursi in un perfetto baciamano a cui la misteriosa dama abbandonò la destra, mentre con la sinistra continuava ad agitare mollemente un raffinato ventaglio sensu di carta di riso.
“Si è persa madame? Posso rendermi utile?”
“Lei? No grazie” rispose pacata, la voce usciva soffocata a causa della maschera e oltre ad essere profonda e vagamente roca era difficile stabilire se avesse un timbro maschile o femmile “Monsieur Kastuki invece si, mi ha promesso un ballo e poi si è dileguato subito dopo, lasciandomi da sola”
“Oh, imperdonabile da parte tua chéry” lo rimproverò bonariamente il giovane biondo, anche se il suo sorriso si era alquanto raffreddato “Non si illude in questo modo una donna... E nemmeno un uomo” gli sussurrò spingendolo verso di lei “ Tranquillo mon petit rossignol, riprenderemo molto presto il nostro discorso...”



“Vi succede spesso monsieur Katsuki ?”
Yuuri si lasciò trasportare dalla dama al centro della pista da ballo, ricreata per l'occasione nel magnifico atrio del Teatro, senza opporre resistenza; era ancora troppo scioccato dalla sua apparizione improvvisa e dalle avances di quel cialtrone di Giacometti per reagire.
“...”
La geisha prese atto della mancata risposta e sistemò la mano destra del giovane sul fianco, sollevando la sinistra nella sua, doveva condurre lui nella coppia, questo era un postulato imprescindibile di un valzer; poco importava che il cavaliere fosse un po' più basso e ostentasse una rigidità paragonabile al rigor mortis.
“Dicevo, vi succede spesso di trovare sulla vostra strada quel genere di bellimbusti?”
“Cho-cho... San?” rantolò Yuuri incredulo.
“È da maleducati rispondere ad una domanda con un'altra domanda, tuttavia se vi rassicura saperlo: si”
“I-io...”
La sua ballerina constatò l'impossibilità del suo partner di continuare a guidare la coppia e, con invidiabile noncuranza, ribaltò i ruoli mettendosi saldamente al comando.
“È anche disdicevole svenire in pista, ma vi posso assicurare che vi prenderei al volo prima di toccare terra”
“S-si ma...”
“Pensate di riuscire a reggere una conversazione più articolata di qualche monosillabo monsieur Katsuki?”
“La immaginavo... Diversa!”
“Ah, spunto interessante, continuate”
“E pensavo che non volesse più avere niente a che fare con me dopo... Lo spettacolo della Tosca della settimana scorsa”
Yuuri scorgeva solo il leggiadro sorriso dipinto sulla maschera, ma poteva giurare che la misteriosa Madame Butterfly stesse sorridendo a sua volta.
O meglio: i suoi occhi sorridevano; occhi insoliti per una geisha, di un punto d'azzurro particolare, che un pittore avrebbe definito “pervinca”.
Come insolito era il colore dei suoi capelli raccolti da elaborati kanzashi floreali e fermati da un prezioso pettine d'avorio; sotto la luce dei lampadari prendevano una sfumatura color platino.
Notò che aveva dei morbidi guanti di raso, calzati su dita lunghe, affusolate e parimenti una sciarpa di seta avvolta in uno sbuffo di stoffa impalpabile al collo.
Due licenze poetiche al costume tradizionale, di contro assolutamente impeccabile, che il giovane tenore motivò col timore di prendere freddo.
“Se fosse così non sarei qui stasera”
“S-si ecco è per questo che sono rimasto senza parole!”
“Sono riuscita a sorprendervi quindi...”
“Direi...”
La presa sulla mano di Yuuri si fece più forte, mentre lo sguardo nell'ombra della maschera si addolcì per un momento.
L'attimo dopo, però, s'incupì diventando severo, inflessibile.
“Anche io sono molto sorpresa di trovarvi qui”

Ai margini della pista due persone li tenevano d'occhio, con intenti diversi; Phichit li osservava trasognato; Christophe Giacometti, poco distante, masticava amaro e preparava la riscossa; quel maledetto valzer doveva pur finire prima o poi!
“Sembrano essere in confidenza” disse rivolto al thailandese “Conosci la signora con cui sta ballando?”
“Chi? Cho-cho san?” il ragazzo corvino sgranò un sorriso “Non di persona, lei e Yuuri si scambiano delle e-mail... Io me lo sentivo che l'avrebbe incontrata! Ah! È così romantico!” concluse gongolante senza avvedersi dell'espressione contrariata dello svizzero.



“Perché? Non faccio niente di male...” sotto lo sguardo di riprovazione della sua partner Yuuri sentì il bisogno di giustificarsi, come se fosse ancora a scuola davanti al maestro.
“Perché questo ambiente non fa per te” sentenziò la misteriosa interlocutrice passando dal distacco della seconda persona plurale alla diretta informalità della seconda singolare “Sono persone false, superficiali, disposte ad adularti oggi e a pugnalarti alla schiena domani. Guardati attorno...” aggiunse alludendo alla folla “Sono gli stessi che ti avrebbero seppellito di fischi e insulti nel caso la tua performance fosse stata deludente”
“Ma non lo è stata” di fronte a parole tanto denigratorie il giovane ritrovò un briciolo di amor proprio e sfidò la sua dama in un gioco di sguardi.
“No. Perché io a differenza loro, del Direttore e di quel libertino di suo figlio non ho mai avuto dubbi riguardo alle tue capacità, ti mancava solo l'occasione per dimostrarle e mi sono premurata di crearne una su misura per te”
“Che... Cosa sta dicendo?” mormorò Yuuri confuso.
“Parlo dell'infortunio a quel pallone gonfiato canadese, pensi sia stata solo una... Sfortunata coincidenza?”
Il giovane si sentì gelare il sangue.
Andò con la memoria al giorno delle prove: Jean Jeaques Leroy, nel ruolo del pittore Cavaradossi, era all'opera sull'affresco in chiesa nella prima scena; uno dei pioli della scala su cui poggiava aveva ceduto all'improvviso e il cantante era caduto giù come un sacco di patate rimediando una slogatura alla caviglia, un mese di lontananza forzata dai concerti e un cospicuo risarcimento dall'assicurazione del Teatro.
I periti avevano stabilito che il piolo era vecchio e logoro e non sarebbe riuscito a reggere il peso del tenore.
Tuttavia nulla vietava di ipotizzare che una sega avesse dato un piccolo aiuto al pezzo di legno già malandato.
“È stato... Un incidente” ribadì Yuuri pallido sotto la maschera.
All'improvviso l'idea della stalker pericolosa tornò ad affacciarsi di prepotenza tra i suoi pensieri, fece per allontanarsi, ma la sua dama non sembrava intenzionata a lasciarlo andare.
“Allora lo chiameremo così: un incidente. Sarà il nostro piccolo segreto” convenne sibillina lei, stringendolo a sé “Dove vuoi andare Yuuri? Il valzer non è ancora finito e tra poco suonerà la Mezzanotte”
“Per favore... Phichit mi starà cercando” piagnucolò guardandosi attorno.
“Dal tono si direbbe quasi che tu abbia paura di me. Ti faccio paura forse?”
“N-no” articolò con un tono che voleva dire l'esatto contrario.
“Bene, perché per avere davvero paura di me dovresti conoscermi meglio...”

“Che stanno combinando quei due?”
Christophe grazie alla sua altezza riusciva a seguire il movimenti della coppia; Phichit invece se allungava il collo vedeva solo una marea agitata di piume, cappelli e maschere.
Mancava una manciata di secondi a Mezzanotte e tutti volevano assicurarsi una coppa di champagne per brindare al nuovo anno in compagnia degli amici.
“Non saprei monsieur Giacometti, qualcosa non va?”
“Puoi scommetterci ragazzo”
Il giovane svizzero cominciò a fendere la folla deciso a raggiungere la coppia in cui il suo cantante, quello sul quale era intenzionato a mettere le mani e anche qualcos'altro, appariva in palese difficoltà: la geisha lo stava strattonando per i polsi ed erano entrambi impegnati in un concitato alterco.
Posto che esistevano donne più forti e muscolose di lui e che il giapponese fosse un articolo di rara goffaggine l'andazzo di quella discussione lo impensieriva.
“Madame devo chiedervi di lasciare monsieur Katsuki, state... Sgualcendo la nostra futura etoile dell'Operà”
Yuuri mai avrebbe pensato di gioire dell'arrivo di Giacometti, mentre Phichit, lo seguiva a ruota preoccupato e perplesso.
“Yuuri! Tutto bene?” chiese nel notare che la situazione nella coppia era radicalmente mutata; il suo amico sembrava impaurito e Cho-cho san lo tratteneva malamente per un braccio.
“Non un passo di più signori, o il vostro Teatro dovrà cercare un altro usignolo, dopo che a questo avrò tagliato la gola...”
La geisha, affatto limitata dai movimenti del kimono si trasse da parte portandosi velocemente alle spalle del giovane giapponese e gli puntò un sottile stiletto al collo.
Doveva averlo tenuto nascosto nell'ampia manica o forse nell'obi, di certo la lama era affilata e non si trattava di un semplice oggetto di scena.
Merde!” esclamò Christophe fermandosi a pochi passi da loro.
Subito dopo scoppiò il finimondo.
Nel foyer gli ospiti stavano scandendo il conto alla rovescia e allo scoccare della Mezzanotte saltarono i tappi delle bottiglie e cadde una copiosa nevicata di coriandoli e stelle filanti.
L'atrio si tinse dell'azzurro, rosso, oro dello spettacolo pirotecnico che illuminava il cielo di Parigi.
Gli invitati si precipitarono alle vetriate, i più audaci sfidarono la serata rigida uscendo lungo il colonnato ad ammirare i fuochi artificiali, il cui concerto di fischi e scoppi finì per coprire le grida di acclamazione.
La confusione era all'apice e nessuno faceva caso alla surreale vicenda che si stava svolgendo ai margini della pista da ballo.
L'enigmatica dama, rivelatasi piuttosto energica, lungi dal lasciare libero il suo ostaggio retrocedeva pian piano verso l'interno seguita a distanza da Christophe e dal Thailandese.
“Yuuri! Per favore, lo lasci andare madame!” esclamò Phichit già col telefono in mano pronto a chiamare la polizia.
“Ah-ha! Giù quell'affare giovanotto” la voce della donna sotto la maschera restava calma, determinata “Il signor Katsuki è senz'altro ferrato in cultura giapponese e potrà assicurarvi che questa lama è piccola, ma letale in mano ad una persona esperta”
“È... Un wakiwashi... Phichit fai come dice!” esclamò Yuuri spaventato.
“Che intenzioni ha?” ringhiò Christophe costretto a tenersi a distanza.
“Bella domanda detta da chi, appena dieci minuti fa, pensava di portarselo a letto e poi scaricarlo una volta goduto di lui, monsieur. Vi risponderò che non sono affari vostri”
Pute Bâtarde!
“Ah-ha! Vi sembra questo il modo di rivolgervi ad una signora?” la punta d'acciaio sfiorò la pelle del giovane tenore e ne uscì una piccola goccia di sangue “Vedete? Mi fate innervosire e il vostro protetto ne subisce le conseguenze”
Un boato più fragoroso degli altri, seguito da un bagliore accecante illuminò a giorno l'atrio e costrinse per un attimo i due a distogliere lo sguardo.
Quando aprirono gli occhi, Yuuri e la donna misteriosa erano scomparsi.


Fine Seconda parte


† La voce della coscienza †

L'ingresso in scena di Christophe è stato... Da manuale.
Per un estimatore del lato B come lui il fondoschiena di Yuuri rappresenta un'attrattiva irresistibile!
Peccato però che non voglia limitarsi ad una palpatina e le sue intenzioni vadano direttamente al fine serata, complice la sua posizione di erede del Direttore dell'Operà, che intende far valere per portarsi a letto il giappino.
A salvare il tenore da una situazione a dir poco... Scomoda arriva a sorpresa... La nostra affascinante e misteriosa geisha, che nel breve volgere di qualche giro di valzer lo salva, lo cazzia e lo sequestra, lasciando Phichit e Christophe con un palmo di naso!
Presumo che ora i sospetti sulla sua identità comincino a diradarsi, ma cosa vorrà davvero lo strano personaggio?
Che sia pericoloso è fuori di dubbio, per sgombrare la strada a Yuuri non ha esitato a provocare un incidente di scena al povero JJ togliendolo di mezzo e non si è fatto scrupoli nel puntargli un pugnale alla gola e a rapirlo nel pieno della festa.
Per scoprire i suoi piani e soprattutto la reazione di Yuuri restate sintonizzate sul prossimo (ed ultimo, almeno per ora) aggiornamento!

Annotazioni varie:
Il ventaglio sensu è il tipico ventaglio pieghevole giapponese con stecche di bambù e carta di riso finemente decorata. E' spesso impiegato nel teatro e nella danza tradizionali.
Il wakiwashi è la spada corta giapponese, usata dai samurai in coppia con la Katana, viene detta anche "Guardiana dell'onore" perché era utilizzata per commettere seppuku. Alcune fonti la citano anche come arma di difesa delle geishe, perché piccola, leggera e molto maneggevole.
I Kanzashi sono i tipici ornamenti floreali che adornano le acconciature delle donne giapponesi.


   
 
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Yuri on Ice / Vai alla pagina dell'autore: syila