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Autore: Arsax    07/11/2017    1 recensioni
Sequel di "The Bloody and Dark Princess"
Non potevo credere di averlo fatto. Non ci riuscivo. Non volevo. Sapevo di essere un mostro e le mie mani erano sporche del sangue di diverse persone già a venticinque anni, ma mai avrei pensato che la mia prossima vittima sarebbe stata lei.
Mi guardava con quegli occhi azzurri, sbarrati dalla sorpresa tanto quanto i miei. Volevo poter tornare indietro nel tempo e non compiere quel gesto, per impedire che si arrivasse a quel punto.
Avevo già perso la donna più importante della mia vita a soli sei anni e non volevo perdere anche lei.
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Capitolo 9


Era una mattina come tante, più o meno. Mio padre mi aveva chiamato la sera prima per dirmi che aveva in mente un piano per farmi apprezzare di più da Serena: le informazioni sulla prima de “Il mercante di Venezia” al “Burgtheater” di Vienna non erano arrivate volutamente alle orecchie di Wilhelm. Quel mattino avrei dovuto dire che ci sarebbe stata la prima dello spettacolo e che, sapendolo anche io all'ultimo, mi ero servito delle mie conoscenze per comprare i biglietti anche per loro.
Non capivo il senso di quel piano, ma avrei fatto esattamente come mi aveva detto. Era la prima chiamata di mio padre che avevo ricevuto dopo settimane e mi venne la nausea solo a sentire la sua voce. La lontananza da lui e dal nostro castello, mi aveva fatto capire quanto lo odiassi e quanto non sopportassi che trattasse Serena come un semplice mezzo per acquisire potere. Poteva farlo con me, ormai ci ero abituato, ma non avrei permesso che lo facesse anche con Serena.
Stavo aspettando che Serena si svegliasse prima di darle la notizia, ma Wilhelm entrò nell'appartamento trafelato e agitato.
-Buongiorno a tutti. Serena devo parlarti.- disse urgentemente alla nipote.
Lo osservò con occhi vacui e confusi e, dopo uno sbadiglio che avrebbe fatto invidia a un ippopotamo, si decise a rispondere.
-Che cosa succede?- biascicò.
-Devi preparare i bagagli. Abbiamo il volo tra quattro ore e dobbiamo affrettarci.
Serena lo guardò nuovamente con uno sguardo smarrito.
-Perché?
-Perché stasera devi partecipare alla prima dello spettacolo de "Il mercante di Venezia" al Burgtheater, il Teatro nazionale di Vienna. È un evento molto importante e non puoi mancare.- spiegò brevemente Wilhelm.
La vidi sbarrare gli occhi e per poco non gli sputò in faccia il caffè bollente.
-E perché non me l'hai detto prima?- chiese iniziando ad agitarsi come un topo in trappola.
-Perché l'ho saputo poco fa da Stefan.
Tutti i presenti si girarono verso di me e io sorrisi alla mia principessa. Avevo deciso di cambiare leggermente il mio piano, anche perché volevo che almeno Wilhelm fosse preparato per tempo e l'avevo informato quella mattina presto.
-Perché non me l'hai detto subito?- sbraitò Serena.
Aveva un'ottima ripresa quando si trattava di situazioni urgenti.
-Perché volevo aspettare che bevessi il tuo caffè e ritornassi lucida, altrimenti avrei rischiato grosso.- risposi soavemente.
-Adesso stai rischiando grosso.- rispose scattando in piedi e correndo in camera propria a fare la valigia.
Ci mise dieci minuti scarsi a preparare la valigia e a vestirsi e corse nuovamente in cucina.
-A che ora è questo dannatissimo spettacolo?- mi chiese Serena, trangugiando la sua colazione con una velocità e voracità che mi fece quasi paura.
-Alle nove di questa sera.
-Dobbiamo prenotare il volo, prendere i biglietti e...
La interruppi con un cenno della mano. Bevvi con calma il mio caffè, con l'intento di farla innervosire ancora di più e ci riuscii. Nel suo sguardo si poteva leggere tutta la sua voglia di strangolarmi. Terminato il caffè, estrassi dalla tasca cinque biglietti aerei e li porsi a Serena.
-Mi sono preso la briga di prenotare i biglietti aerei e i biglietti per lo spettacolo di questa sera. Fortunatamente ho qualche conoscenza che mi è tornata utile e sono riuscito ad avere ottimi posti. Anche io ho saputo di questo evento all'ultimo minuto. Spero che per te non sia un problema se vengono anche i tuoi genitori.- spiegai vittorioso.
Il suo sguardo mutò in parte e vidi un senso di gratitudine mescolarsi alla voglia di strangolarmi e la cosa mi fece sorridere ancora di più. Adoravo stuzzicarla.
-Non so come ringraziarti.- disse mio Wilhelm.
-Il sarto ha qualche vestito già pronto?- chiese Serena allo zio.
-Prima pensiamo a raggiungere l'aeroporto, poi pensiamo al resto.
Arrivammo giusto in tempo per il check-in e vidi Serena tirare un sospiro di sollievo quando prendemmo posto sull'aereo. Si era seduta tra me e Wilhelm e iniziammo subito a darle le informazioni da sapere su quella serata.
-Di solito la presenza dei sovrani dei clan più influenti d'Europa è richiesta alla prima degli spettacoli, soprattutto se si tengono al Burgtheater, ma non riesco a capire perché questa volta sia andata in modo differente. Stasera sarà una serata molto importante, poiché conoscerai qualche altro sovrano degli altri clan. Ho saputo che ci sarebbero stati solo poche ore fa.- spiegò brevemente Wilhelm.
-E' importante che vi partecipiamo per questioni burocratiche. Io conosco buona parte dei sovrani degli altri clan europei e non, ma tu no. Queste serate sono fatte più che altro per stringere alleanze o risolvere dissapori vari che si sono creati nei secoli, il tutto allietato da musica e da buon sangue.- aggiunsi.
-E, di solito, dopo lo spettacolo ci si riunisce in una sala privata del teatro nella quale si beve, si chiacchiera e si può anche suonare e cantare. Una soirée.- continuò Wilhelm.
La vidi parecchio confusa e sperai che le lezioni di pianoforte e canto fossero state proficue, così come quelle sulla politica e l'etichetta, o non sarebbe mai sopravvissuta a quella serata. Avrebbe potuto commettere numerosi errori e sperai vivamente per lei che fosse migliorata e che non avrebbe lodato Dracula.
Per tutto il volo parve piuttosto agitata, ma quando arrivammo alla tenuta dei Von Ziegler, Serena iniziò a dare ordini a destra e a manca camminando a passo veloce verso il laboratorio del sarto.
Prima di correre via, Serena aveva ordinato a una domestica di preparami una camera e questa eseguì prontamente. Abbandonato a me stesso, decisi di concedermi un lungo bagno ristoratore per schiarirmi i pensieri.
A quella serata ci sarebbero stati anche mio padre e mio zio e non avevo alcuna voglia di vederli. Mi ero sentito così bene in quei giorni che non avevo pensato quasi più a mio padre, nonostante mi facesse ancora male saperlo così indifferente nei miei confronti.
Mi feci la barba con cura, ordinai il pranzo utilizzando il telefono della camera e mi preparai a dovere. Volevo apparire al meglio per la mia principessa e quella sera avrei fatto di tutto per avvicinarmi un po' di più a lei. Ogni passo verso di lei, era una possibilità in più di conquistarla e di farmi amare a mia volta.
Indossai il completo e andai alla camera di Serena, che era adiacente alla mia. Bussai piano e mi aggiustai i gemelli.
-Serena, sei pronta?- domandai fuori dalla camera.
-Sì, entra pure.
Non appena entrai nella stanza, rimasi a occhi sbarrati. Era meravigliosa con quell'abito nero e blu scuro, tempestato di Swarovsky. La rispecchiava molto quell'abito e mi sarei saziato di quella vista per tutta la sera.
-Faccio così schifo?- domandò buttandola sul ridere, anche se era un po' imbarazzata.
Mi risvegliai dal mio stato di intontimento e le sorrisi.
-Sei meravigliosa.
Ovviamente anche lei si prese qualche secondo per osservarmi a dovere. Partì dalle mie scarpe tirate a lucido, fino ad arrivare alle mie labbra e indugiare per qualche millesimo di secondo di troppo, per poi passare agli occhi.
Erica aveva ragione, Serena adorava l'accostamento occhi chiari e capelli scuri.
-Ci conviene andare. Sei mai stata al Burgtheater?- domandai, interrompendo quel gioco di sguardi.
-Veramente no.
-Allora conviene avviarci, perché scommetto che resterai sbalordita.- risposi offrendole il braccio e sorridendole.
Non ci mettemmo molto ad arrivare e già solo alla vista della facciata, Serena era rimasta incantata. Sembrava una bambina appena arrivata al paese dei Balocchi e mi ritrovai a ridacchiare con Wilhelm per l'espressione della mia principessa.
-E' bellissimo.- sussurrò a bocca aperta.
-Aspetta di vedere l'interno. C'è una cosa in particolare che voglio mostrarti.- risposi sorridendole teneramente.
La guidai all'interno del teatro fino al punto desiderato e la vidi guardare in alto gli affreschi, gli stucchi e i quadri che ornavano quella parte del teatro. La presi per mano e l'aiutai a salire i gradini, dato che non faceva attenzione a dove metteva i piedi. Il suo sguardo colmo di meraviglia mi gonfiò il cuore di tenerezza e amore.
-Dovremmo andare a prendere posto. A breve arriveranno gli altri spettatori e non conviene che ti vedano così imbambolata.- dissi ridacchiando.
Mi guardò e sbatté un paio di volte le palpebre per riprendersi, per poi sorridermi grata per quella piccola sorpresa.
-Va bene.- rispose dolcemente.
La guidai nella sala principale del teatro e notai che guardava ogni angolo con attenzione, ma con discrezione. La condussi ai nostri posti in platea, nella prima fila per la precisione, e la vidi sorridere felice.
-Hai letto "Il mercante di Venezia"?- le chiesi all'orecchio.
-Sì, perché?
-Perché così non dovrò stare per tutto lo spettacolo a tradurre per te, dato che è in tedesco.- spiegai ridacchiando e lei mi dette una leggera gomitata nel costato.
Il nostro rapporto si stava evolvendo per il meglio e mi sentivo così felice e leggero, ma quelle emozioni durarono poco.
-Principessa Serena, quale onore avervi qui stasera.
Ci voltammo e vedemmo mio padre e mio zio. Tutti e cinque ci alzammo e riservammo un inchino a mio padre. Il fatto di averlo anche solo a un metro e mezzo di distanza mi provocò la nausea, ma spolverai la mia maschera di freddezza e la indossai.
-Re Ionut, sono lieta di sapere che anche voi assisterete allo spettacolo di questa sera.- rispose Serena, mentre mio padre le faceva il baciamano.
-Non potevo mancare, ma purtroppo non mi fermerò a fine spettacolo. I doveri mi chiamano.
-Oh... è un vero peccato.- rispose Serena falsamente dispiaciuta.
Ormai avevo capito dal tono della sua voce quando non era felice di vedere qualcuno. Sapevo che mio padre non era in cima alla lista delle persone che Serena apprezzava di più.
-Noto con piacere che voi e mio figlio siete diventati piuttosto intimi. Spero per lui che si stia comportando a dovere.- disse rivolgendosi a me, in tono piuttosto duro.
Sapevo che era un monito per me. Dovevo conquistare la principessa Serena il più in fretta possibile. Ormai era impaziente e non voleva attendere oltre.
-Certo padre, come mi avete insegnato voi. Non oserei mai trattarla in modo irrispettoso.- risposi rispettosamente e vidi Serena piuttosto sorpresa.
Lei non era abituata a dare del voi ai suoi genitori e doveva essere una cosa del tutto nuova per lei.
Dopo un altro baciamano di mio padre a Serena, se ne andò seguito da mio zio. Prendemmo posto e poco dopo lo spettacolo iniziò.

La rappresentazione teatrale durò molto e mi annoiai un po', ma dovevo stare attento per tradurre a Serena ciò che stavano dicendo gli attori. Serena, dal canto suo, era entusiasta di partecipare a quello spettacolo e quando terminò, ci alzammo tutti per applaudire gli attori.
-Ti sei divertita?- chiese Wilhelm sorridente alla nipote.
-Sì, non ho mai avuto dei posti così belli. Per la prima volta sono riuscita a vedere la faccia degli attori.- rispose facendo scoppiare a ridere Wilhelm e ridacchiare me.
Andammo nella sala che era stata dedicata alla nostra serata e Serena si guardò intorno un po' a disagio. Wilhelm le sussurrò qualcosa all'orecchio e salutammo Paola e Andrea.
Serena e Wilhelm iniziarono a girare per la sala salutando tutti gli ospiti, mentre io fui immediatamente assalito dalle signorine presenti nella sala, compresa Valerie Lacroix.
-Stefan, che onore rivedervi.- mi salutò riservandomi uno sguardo melenso.
-E' un onore anche per me, ma sono un po' seccato da ciò che è successo al castello Von Ziegler.- risposi freddamente.
-E' stato un incidente. Vostro zio Lucian mi ha vista uscire da camera vostra e ha minacciato di distruggermi se non avessi detto la verità. Vi chiedo umilmente perdono.- spiegò chinando la testa. -Potete fare di me ciò che volete.- aggiunse con malizia.
-Non sono...
Non riuscii a terminare la frase, perché vidi Serena dirigersi verso il pianoforte a coda nero. Guardò i tasti per qualche secondo e poi iniziò a suonare “Sonata al chiaro di luna” con una maestria che mi lasciò spiazzato. Solo poco tempo prima era incerta e in quel momento suonava come se non avesse fatto altro per tutta la vita. Era meravigliosa, anche la melodia non era male. Suonò l'ultima nota e tutti scoppiarono in un caloroso applauso, me compreso. Ero notevolmente colpito.
Mi avvicinai a lei, ignorando completamente Valerie.
-Sei stata meravigliosa.- le dissi sedendomi accanto a lei.
Serena sorrise e iniziò a suonare “Per Elisa”. Sorrisi a mia volta e iniziai a suonare con lei. Subito il duetto si trasformò in una competizione nella quale ci rubavamo a vicenda i tasti da suonare, ma non perdemmo mai il ritmo o sbagliammo una nota. Quando anche quella canzone finì, tutti scoppiarono nuovamente in un applauso.
-Mi hai rubato gli accordi.- mi accusò ridendo.
-Eri tu che rubavi gli accordi a me, ladruncola.- risposi e ridacchiammo come ragazzini.
Non appena vedemmo che i presenti ci stavano osservando, ritornammo seri.
-Sei stata molto brava, principessa.- mi complimentai, cercando di restare serio.
-Anche tu non sei andato male, principe.
Serena si alzò e si diresse da suo zio. Non ebbi il tempo di muovere un solo muscolo che Valerie mi si avvicinò lodandomi e adularmi. La ringraziai per quei complimenti, anche se mi importavano ben poco. Gli unici complimenti che avevano importanza, erano quelli della mia principessa.
-Vedo che sapete usare le mani anche per suonare, principe Stefan.- disse lasciva e io scoppiai a ridere di gusto.
Non potevo credere che stesse ancora flirtando con me, nonostante avessi dimostrato il mio disinteresse più totale. Se avessi voluto passare la nottata con lei, glielo avrei fatto capire immantinente, ma non ero interessato.
-Anche io non sono male, sapete?- aggiunse sedendosi accanto a me e iniziando a suonare un pezzo de “Il lago dei cigni”.
La accompagnai soltanto perché mi piaceva suonare e perché volevo fare colpo su Serena. Non mi interessava altro. Guardai fugacemente Serena e la sorpresi a guardarmi con irritazione. Avevo forse fatto qualcosa di male?
Wilhelm si avvicinò al piano e gli lasciammo il posto. Non sapevo che intenzioni avesse e iniziò a suonare “I dreamed a dream” del musical “ Les misérables”. Non mi era piaciuto granché, men che meno il film che avevano fatto, ma dovetti ricredermi quando Serena iniziò a cantare e rimasi sbalordito.
Aveva una voce bellissima, soave e potente. Era la creatura più bella che avessi mai visto e in quel momento me ne innamorai una terza volta, ma non era facile quella canzone e sapevo che la strofa più difficile non era ancora arrivata. Cantò “ And they turn your dream to shame” e restai letteralmente a bocca aperta. Se ci fossero stati mio padre e mio zio, me l'avrebbero richiusa con un violento colpo alla mandibola, perché non era da sovrani restare impalati in quel modo, ma non potevo farci nulla. Non aveva stonato neanche una volta.
Terminata la canzone, tutti i presenti la applaudirono con foga e i sovrani del clan magrebino andarono a complimentarsi con lei.
-Non mi avevi detto di essere così brava, principessa.- dissi avvicinandomi ancora sbalordito.
Guardò me e poi Valerie, che sapevo essere a pochi passi da me, e poi mi sorrise compiaciuta. Non ne capii il motivo, ma non ci feci tanto caso.
-Non lo credevo nemmeno io.- mi rispose teneramente.

Fu una serata piuttosto divertente e non avrei mai creduto di potermi divertire così tanto a un ricevimento formale. Erano diventati noiosi, ma da quando avevo conosciuto Serena nulla era più noioso. Ogni cosa intorno a me aveva assunto un nuovo colore, un nuovo interesse. La mia principessa aveva portato felicità, spensieratezza e colore nel mio mondo bianco, nero e rosso sangue.
Risi come non mai con Serena e stavamo tornando al castello continuando a punzecchiarci. Wilhelm si offrì di accompagnare Serena in camera sua, ma avevo intenzione di restare ancora un po' di tempo con lei.
-Non preoccuparti, ci penso io a scortare la principessa fino alla sua camera. Abbiamo le camere adiacenti, perciò vai pure a riposarti.- dissi con gentilezza, ma ciò non impedì a Wilhelm di guardare la nipote leggermente preoccupato.
Augurò comunque la buonanotte a entrambi e si congedò, lasciandoci finalmente da soli.
-Sei stata veramente grandiosa. Quando ti hanno convinta a cantare, pensavo che avresti fatto venire un'otite a tutti e invece mi hai sorpreso. Chissà se anche ai vampiri può venire l'otite.- la canzonai facendola sorridere.
-E tu perché non hai cantato?- mi chiese con tono di sfida.
-Be', perché avrei fatto cadere ai miei piedi ogni donna presente e non volevo mancarti di rispetto.
-Ma piantala! E poi ho notato che la rossa non ti si staccava un solo istante. Ti guardava come io guarderei un bignè alla crema e cioccolato.- ribatté col medesimo sguardo che mi aveva lanciato quando avevo suonato con Valerie.
-Valerie? È solo una donna alla ricerca di un marito, ma sa perfettamente che non sono disponibile.- risposi divertito.
-Non mi sembrava che la cosa l'avesse scoraggiata dal buttarsi addosso a te più volte.- borbottò con veleno e in quel momento capii tutto.
Serena era gelosa di Valerie e ciò mi fece moltissimo piacere.
-Sei gelosa?- chiesi con un sopracciglio alzato.
-Io? E perché dovrei?- domandò col suo solito tono acuto da agitazione
-Il tuo tono acuto dice il contrario.
-Ti dico di no.
Scoppiai nuovamente a ridere e poco dopo la mia principessa mi seguì. Quella era stata la serata più bella della mia vita e non avrei mai creduto che mi sarei sentito così leggero come quel giorno.
Arrivammo davanti alla porta della camera di Serena e la vidi andare in confusione. Stava lì, a guardarsi intorno senza sapere cosa fare.
-Be'... buonanotte Stefan, e grazie per la bella serata.- disse imbarazzata, voltandosi poi per entrare in camera propria.
La trattenni per un braccio e la girai delicatamente verso di me.
-Non mi dai neanche il bacio della buonanotte?- chiesi fingendo di essere offeso.
-Piantala di fare l'idiota.- borbottò imbarazzata, con le gote che le si erano colorate di rosa scuro.
Mi avvicinai a lei lentamente. Il suo profumo mi mandò completamente in estasi e avrei voluto baciarla, conoscere il sapore delle sue labbra e sentire la morbidezza del suo corpo contro il mio, ma non volevo andare troppo in fretta. Sentii il suo respiro accelerare come il mio, ma lo ignorai. Le detti un delicato bacio sulla guancia e sentii il suo viso in fiamme sotto le mie labbra.
-Buonanotte, Serena.- sussurrai al suo orecchio, inspirando un poco il suo profumo inebriante.
-Buonanotte, Stefan.- borbottò in preda all'agitazione ed entrando velocemente in camera sua.
Un sorriso involontario mi si formò sul viso. Un sorriso di gioia e soddisfazione per quel passo avanti che avevo fatto. Il cuore batteva ancora a una velocità esorbitante e quella sensazione mi fece stare bene. Quel semplice bacio sulla guancia mi aveva mandato in fibrillazione.
Non avevo sonno. Mi sentivo come se... avessi potuto spaccare una montagna a mani nude e non mi dispiaceva per niente.

“Dimitri,
ho capito ciò che intendevi quando affermavi che l'amore può darti una forza disarmante. L'ho capito stasera e avevi ragione. Avevi ragione su tutti i fronti! Sono troppo entusiasta per prendere sonno e non avevo la pazienza di aspettare la tua risposta.
Mi sento così pieno di vita! Se vuoi provare nuovamente quest'emozione, ti posso presentare Erica, l'amica di Serena di cui ti ho scritto qualche giorno fa. Sono convinto che andreste d'accordo ;)
Ma tornando alle cose serie, hai scoperto qualcosa? Ho bisogno di risposte, mio caro amico, e temo che la mia principessa non sia al sicuro con mio padre nei dintorni. Entrambi lo conosciamo bene e Serena non è in grado di capire appieno quanto possa essere spregevole. Sono preoccupato per lei.
Fammi sapere al più presto qualcosa, ti prego. Conto su di te.
Tuo preoccupato
Stefan.”


Stavo guardando il mio profilo “Facebook” originale senza interesse. Serena ed Erica avevano insistito per crearmelo e alla fine avevo ceduto. Erano riuscite a scattarmi una foto senza che me ne rendessi conto e l'avevano caricata come mia foto profilo. Dopo poche ore, avevo ricevuto un sacco di richieste d'amicizia da numerose ragazze, ma a me non interessava nessuna di loro.
Stavo rispondendo a un post di Erica, quando sentii Serena urlare con terrore puro. Indossai una maglietta e mi precipitai immediatamente in camera da lei. Bussai alla porta, mandando via la guardia ed entrai preoccupato, guardandomi intorno.
-Tutto bene?- domandai ansioso.
Il terrore negli occhi di Serena si poteva leggere benissimo. Aveva gli occhi lucidi e se li strofinò con foga, cercando di rallentare il respiro accelerato.
-Sì, solo un brutto incubo.- rispose in un soffio.
-Sicura? Perché ti ho sentita urlare dalla mia camera e non sembrava...
-Sto bene, davvero. Anche se non penso che riuscirò a riaddormentarmi.- sussurrò esausta, come se avesse appena corso una maratona.
-Vuoi che resti qui a farti compagnia? Nemmeno io penso che riuscirò ad addormentarmi, soprattutto dopo aver sentito il tuo urlo disumano.- domandai con sincerità.
Era vero che non sarei riuscito ad addormentarmi dopo il suo urlo agghiacciante, ma volevo anche proteggerla. Mi guardò indecisa.
-Non ti mangio mica.- la incalzai sorridendo e risvegliandola dai suoi pensieri.
-Non vorrei disturbarti.
-Nessun disturbo. Posso?
Annuì e mi sedetti accanto a lei sul letto, cercando di chiacchierare per allontanare i brutti pensieri dalla sua mente. Era una piccola creatura indifesa, ma che poteva dimostrarsi forte quando meno lo si aspettava.
-Se vuoi posso cantarti una ninnananna, ma se lo facessi ti farei cadere ai miei piedi alla prima strofa.- affermai ridacchiando.
-Ma smettila di tirartela. Probabilmente sei più stonato di me.- rispose ridacchiando.
-Allora cosa vuoi che canti?
-Vuoi cantare davvero?- chiese sorpresa.
-Mi hai sfidato e non posso rifiutare.
-Io non ti ho sfidato.
-E invece sì. Allora, cosa devo cantare?
-Mmh... “Chop suey!” dei “System Of A Down”?- propose.
-Vuoi davvero farmi cantare una canzone metal?- chiesi alzando le sopracciglia.
-Allora se fai tanto lo schizzinoso, scegli tu.
A bassa voce le cantai “I dreamed a dream” e vidi il suo sguardo diventare meravigliato nota dopo nota. Mi guardava come se non avesse mai sentito cantare nessuno e mi interruppi ridacchiando della sua espressione.
-Te l'avevo detto che ti avrei fatta cadere ai miei piedi.- affermai soddisfatto.
-Affatto. Sono solo... rimasta sorpresa. Non mi aspettavo che nelle tue lezioni per diventare principe, ci fossero anche lezioni di canto e di pianoforte.
-Devo saper fare tutto per occasioni simili a quella di questa sera.- risposi sorridendo.
Parlammo tutta la notte, soprattutto di libri. Ogni tanto provò a farmi domande sulla mia infanzia, ma prontamente sviavo il discorso incentrandolo su di lei. Mi osservava con curiosità ogni volta che sviavo il discorso, ma non le avrei rivelato il mio oscuro passato. Almeno per il momento.
Era quasi l'alba e stavamo discutendo su “Cime tempestose” quando mi accorsi che si era addormentata. Rimasi a osservarla per qualche minuto, notando quanto la sua espressione si addolcisse nel sonno. Le detti un dolce e delicato bacio sulla fronte e tornai in camera mia.
Non avevo mai passato la notte a parlare con una donna, ma quella fu una delle notti più belle della mia vita.

“Carissimo Stefan,
sono contento che tu abbia finalmente provato sulla tua pelle ciò che intendevo. Devo dire che questa donna ti ha cambiato parecchio, hai addirittura messo una faccina! °O°
A ogni modo, ho scoperto qualche informazione che non potrebbe piacerti affatto. Ci hai visto giusto, la principessa è in pericolo. Tuo padre sta decidendo assieme ai membri della tua famiglia come farla sparire. Tutti sono sicuri che la stai conquistando e probabilmente lasceranno questo viscido compito a te. Stanno decidendo se farlo prima o dopo le nozze e io sto cercando di convincere tuo zio Lucian che è meglio farlo dopo le nozze. Non allarmarti, ho un piano.
Quando tu e la principessa avrete celebrato le nozze, sarete ufficialmente
sovrani e ciò sta a indicare che tuo padre passerà la corona a te. Non dovrai più sottostare ai suoi orripilanti ordini e potrai difendere la principessa a dovere, ma ti lascio con un quesito: saresti pronto a fare qualsiasi cosa, anche a uccidere il tuo stesso padre per difendere la tua principessa? Spero che la tua risposta sia affermativa, perché altrimenti non potrai fare molto per difenderla.
Mi dispiace scriverti questa notizia così delicata via e-mail, ma quando verrete in Romania, cercheremo di parlare a quattr'occhi e ti spiegherò meglio ogni dettaglio. Sii cauto, amico mio.
La tua spia
Dimitri.
PS: com'è questa Erica? Sarei interessato a vederla di persona.”

Angolo autrice.
Buonasera a tutti! 
Le cose fra i nostri due protagonisti vanno bene, come avrete intuito, ma un'ombra oscura i pensieri gioiosi e pieni d'amore del nostro amico Stefan. Le cose stanno prendendo una piega decisamente diversa a da quella che si era immaginato, ma vedrete come si evolverà l'intera faccenda.
Vi ringrazio di cuore per aver messo la storia tra le recensite/preferite e per le vostre recensioni.
Vi mando un bacione enorme e vi aspetto al prossimo capitolo!
Arsax <3
  
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