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Autore: Medeafire    14/11/2017    4 recensioni
Sakura vive ad Argo con i suoi genitori, il padre è richiamato per prendere parte ad una lotta ma la figliola decide di stravolgere un po' la situazione.. cosa c'entra Sasuke in questa storia? scopritelo!
sarà una storia avventurosa, frenetica, piccante ma anche sentimentale, giusto per equilibrare il tutto!
mi chiamo medeachan29 e questa è la mia prima storia, la mia prima long con rating arancio, in pratica la mia prima volta! alzerò il rating durante il corso della storia se lo riterrete opportuno
Genere: Avventura, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Nuovo Personaggio, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Suigetsu | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Capitolo 10. 

 

Di base sono una persona attaccata al proprio nido, e una volta abbandonato il primo difficilmente credevo di poterne trovare un altro, e invece con mio sommo stupore lo avevo ritrovato in Naruto, Suigetsu, perfino in Juugo... in Sasuke. 

Sasuke... 

Troppo spesso durante la giornata mi ritrovavo a pensare a lui, a cosa stesse facendo, a come stesse andando avanti, se avesse terminato la sua odiosissima missione e se ogni tanto pensasse un po' a me; non che potessi lamentarmi, evidentemente davvero aveva fatto tutto il possibile perché lì dentro nessuno osava mancarmi di rispetto, la fazione era davvero tranquilla -nonché dispersa nel nulla- e a fine giornata non arrivavo con il magone, avrei dovuto gioirne, il comandante tra l'altro era un alla mano e spesso anche dopo gli allenamenti si fermava a chiacchierare con noi, non potevo lamentarmi di nulla, davvero. 

Ma non potevo fare a meno di sentire la mancanza di Argo, non avevo ritrovato lo stesso affetto fraterno di Suigetsu, non mi ero persa negli occhi del mio comandante né tantomeno ne ero rimasta intimorita, semplicemente le giornate trascorrevano senza che io le vivessi realmente, mi mancava tutto di Argo, mi mancava lui. Avrei voluto chiedergli a che punto eravamo noi, cosa io significassi per lui, cosa potevo essere io per lui, ma sarebbero state domande poste al vento perché non avrei mai avuto l'occasione di porgergliele; non credevo di potermi sentire così tanto un pesce fuor d'acqua senza di lui, ero equidistante da casa mia ma mi sentivo molto più lontana, non mi sentivo protetta, il comandante non è che ispirasse così tanta fiducia, diciamo che mentre Sasuke era più un 'Ettore' omerico, questo sembrava più un 'Giasone' di Rodio. 

-Satsushi tutto bene? -  benché non fossero iperprotettivi come Naruto e Suigetsu, anche i miei attuali compagni di squadra si preoccupavano di me –almeno mi chiamavano in modo corretto –  

-Si va molto meglio, grazie – ironia della sorte durante l'ultima missione – l'unica – mi ero ferita la braccio, quasi nello stesso punto dell'ultima volta, per salvare un mio compagno – una donna che salva un uomo, ma questo loro non devono saperlo – nessuno aveva saputo darmi aiuto, nessuno si era interessato più di tanto a me, così avevo dovuto fasciarmi il braccio da sola, macchiando quella fascia, probabilmente era solo suggestione ma durante la notte mi ero sentita come cullata dal suo profumo...  

 

 

' -È stato un piacere fare scortare mia nipote da te Sasuke, ho apprezzato davvero la tua scelta, sono sicuro che non te ne pentirai –  

-Ne sono certo anch'io. - ' 

 

 

Avendo il braccio ancora abbastanza indolenzito, avevano deciso di farmi restare all'accampamento, non poteva capitarmi occasione migliore.  

Ho bisogno di farmi una doccia e di riapplicare l'unguento che sta già sbiadendo – il clima qui è molto più caldo e umido e questo rende l'unguento meno resistente – devo anche risistemare la fascia al seno, è troppo stretta e ho tutto il seno indolenzito – da quando Sasuke mi aveva scoperto, tendevo ad usarla di meno – ridestandomi da pensieri un po' troppo femminei, mi dirigo alle docce.  

Mi sento rinata grazie alla doccia e a questo momento dove ci sono solo io con la mia femminilità; sebbene questa fazione sia più tranquilla di quella di Argo, non vorrei rischiare di essere vista in questo stato e quindi comincio ad applicare la fascia, un colpo di tosse attira l'attenzione su di sé - tutto questo mi sa di dejà vu – 

Anche se quella volta era tutto frutto del mio sogno. 

-Tu saresti? - uno dei miei compagni è tornato prima e non so proprio perché. Non mi è mai sembrato molto sveglio quindi posso giocare d'astuzia: 

-Oh grazie al cielo è arrivato qualcuno, credo di essermi persa – dico con voce melliflua, fortunatamente non avevo ancora applicato l'unguento e quindi i miei capelli avevano un aspetto decisamente "rosa". 

-Dovrebbe esserci un mio compagno qui, perché ti sei persa proprio in una fazione? - tanto stupido non deve esserlo perché mi pone delle domande abbastanza sospettose.  

-Non ho trovato nessuno qui, fazione? Cosa intendi per fazione? È questa casetta qui che si chiama fazione? - non mi resta che giocarmi la carta dell'ignorante e tonta. 

-Tu non sai cosa sia una fazione? Come ti chiami, da dove vieni? -  

-Kasura, mi chiamo Kasura – avevo anagrammato il mio nome in pochi secondi e ne era uscito quell'obbrobrio –  

-Da dove vieni? -  

-È.… un piccolo villaggio a nord –  

-A nord di cosa? -  

Ma quante cose vuole sapere?!  

-Non so, io non sono una parte attiva della città, sono una sacerdotessa –  

Prego soltanto che lui sia molto stupido perché quella che ho detto è una delle più grandi cavolate che potessi dire, le sacerdotesse al contrario sono una parte molto attiva della società, non hanno bisogno della protezione di un uomo, si occupano dei templi e addirittura le è riservato un posto al teatro, però sono protette dagli dei e quindi devono rimanere vergini per il periodo della loro carica, per questo avevo tirato in ballo questa scusa.  

-Una sacerdotessa non si perde e sa cos'è una fazione – si era pericolosamente avvicinato a me e mi aveva avviluppato in una stretta dolorosa dalla quale era difficile anche per me divincolarmi.  

A quanto pare era un debole solo con gli uomini e non con le donne. 

-Ma cosa fai?! Lasciami! - avevo cominciato a dimenarmi quando aveva cominciato a toccarmi con una certa insistenza, mi aveva poi spinta sul letto inserendo una sua gamba tra le mie e avevo temuto il peggio, avevo strizzato gli occhi e con le braccia avevo cercato ancora di divincolarmi ma ad un certo punto non avevo sentito nessun peso incombere su di me ed ero rimasta ancora un po' con gli occhi serrati e le braccia in aria, poi lentamente li avevo aperti per capire cosa fosse successo. 

Il mio "compagno" giaceva a terra privo di sensi e dietro di lui si stagliava... Juugo?! 

-Juugo! - avevo esclamato, mi ero pentita subito dopo di quello che avevo detto perché nessuno conosceva la mia vera identità a parte Sasuke. 

-Kasura, ciao – mi dice lui ridendo gentilmente – sono venuto per riportarti ad Argo –  

-Ci dev'essere un equivoco – dico per salvare l'insalvabile  

-Mi ha chiesto Sasuke di venirti a prendere, lui aveva un impegno improrogabile –  

-Ma che stai dicendo? - sono confusa 

-Andiamo, vestiti, così quei due babbei di Naruto e Suigetsu non si accorgeranno di niente, evita di colorarti i capelli, non sono credibili –  

Avevo fatto come mi aveva detto ed avevamo abbandonato il campo. Juugo mi aveva spiegato che la loro missione era giunta al termine e quindi io potevo essere riammesso come componente; mi aveva confessato di aver capito subito che ero una donna, era stato per quello che la prima volta aveva perso il controllo con me, voleva andare a dirlo a Sasuke, ma aveva capito poi che gli volevo davvero bene ed ero disposta a proteggerlo, e così aveva lasciato perdere. 

-Quando Sasuke mi ha chiesto di venirti a riprendere non mi aveva detto nulla riguardo la tua vera identità, ma poi ha capito che io sapevo –  

 

 

'-Prendi Satsushi e per favore riportalo qui, la missione è conclusa e non mi va che stia lontano da noi, è troppo giovane e corre troppi rischi – 

-Soprattutto per una donna –  

-Cosa? -  

-So che non dovrei dirtelo, ma Satsushi non è quello che credi sia – 

-E tu come lo sai? -  

 troppo delicata nei movimenti, è sentimentale, mi sono accorto subito d lei, volevo dirtelo perché non capivo cosa ci facesse qui una donna, ma poi ho visto come ti guardava, come ti ascoltava, come ti ammirava, e quindi ritenevo inutile rovinarla, so quanto puoi essere duro, perciò ti chiedo di essere magnanimo con lei –  

-Sembra che ti sia accorto di qualcosa di cui io mi sono accorto troppo tardi –  

-Quindi tu... -  

-Juugo, riportala da me per favore. - ' 

 

-Davvero ti chiami Kasura? -  

-No, mi chiamo Sakura, ma mica potevo dirgli il mio vero nome –  

-Mi dispiace non essere arrivato prima, avrei potuto evitartelo –  

-Ma per fortuna non è successo nulla di irreparabile, Juugo... grazie. - 

 

Eravamo arrivati a notte inoltrata, ci trovavamo di nuovo nel campo iniziale, io ero esausta ma non ero potuta andare nei dormitori, sarebbe stato davvero rischioso, così Juugo mi aveva condotto nella tenda di Sasuke, speravo di trovarlo lì ma quando questa risultò vuota, non riuscii a reprimere un moto di delusione, era passato così tanto tempo. 

Avevo cercato di aspettare ancora un po' ma il sonno aveva vinto su di me e stavo per appisolarmi quando una chioma nera era stata catturata dai miei occhi assonnati, mi ero nuovamente drizzata sul letto e me lo ero trovato a pochi centimetri da me più bello che mai. 

-Sasuke... -  

Avevo paura di quello che avrei trovato quando ci saremmo rivisti, ma quello sguardo così intenso, quegli occhi così belli guardavano me, volevano me. 

-Ti sono mancato? - mi aveva ghignato a pochi millimetri dalle labbra 

Non gli avevo dato il tempo di fare altro che lo avevo baciato, lui mi aveva subito attirata a sé e aveva posto una mano dietro la mia testa per approfondire il bacio, ci eravamo distesi all'unisono sul letto e lui aveva cominciato a baciarmi le gote, il collo, i capelli ed era più bello di quanto avessi sognato. 

 Sentivo di essere come sotto incantesimo mentre gli sfilavo la maglia nera e sentivo il suo petto a contatto con il mio, avevo solo una veste e lui sembrava indugiare ma io ero pronta, sentivo di esserlo, così gli avevo preso delicatamente le mani e gliele avevo fatte depositare sui miei fianchi, aveva capito ciò che volevo dirgli e così ero rimasta quasi nuda sotto di lui. Aveva poi cominciato a toccarmi nella mia parte più sensibile ed io mi ero stretta a lui alla ricerca di un appiglio per contenere la mia vergogna e il mio desiderio 

-Guardami – mi aveva sussurrato roco e io avevo puntato i miei occhi sui suoi, ci eravamo di nuovo baciati, mi ero persa in quella dimensione formata soltanto da me e da lui, avevo sentito a malapena il suo membro a contatto con la mia femminilità e quando aveva cominciato a spingere in me avevo sentito un pizzicorio intenso che era andato via via sparendo lasciando spazio solo ad un sublime piacere. 

Entrambi avevamo preso ad ansimare, lui tremava leggermente mentre io mi inarcavo ad ogni spinta più veemente... 

 

-Cos'è successo dopo che sono stata elegantemente cacciata? - ancora con un battito non regolare ed avvinghiata al suo petto, cerco di capire cosa abbia tramato quella lì, ma niente, lui è serafico ed ha uno strano sorriso stampato in volto. 

-Non è che sei andato a cercare calore vero?! - gli dico, riferendomi a ciò che mi aveva detto tempo addietro  

-No no – si affretta a precisare – solo uno stupido inconveniente –  

 

' -… Io voglio che lei sposi Tarpea. -  

-Come scusi? -  

-Ha capito bene, avrebbe tanti vantaggi, ad esempio sarebbe sotto il mio diretto comando, i suoi uomini diverrebbero comandanti di fazioni di tutto rispetto, non dovrebbe più prendere parte a rischiosissime missioni – 

-Quindi diventerei un mobile da esposizione -  

-Ma... -  

-Ma la mia risposta è no, ho svolto la missione perché ho rispetto della sua persona, non si pieghi ai capricci di sua nipote, lei è più nobile di così - 

-Lei è davvero degno della mia stima, comandante, mi aiuti ad avanzare una scusa così da non sentirla frignare –  

-Non so, le dica che mi ha spedito in una terra remota ed altamente pericolosa e, perché no, mi ha anche tolto l'incarico di comandante –  

-È stato un piacere fare scortare mia nipote da te Sasuke, ho apprezzato davvero la tua scelta, sono sicuro che non te ne pentirai –  

-Ne sono certo anch'io. - ' 

 

Nonostante mi fossi ripromessa di estorcergli informazioni, la stanchezza post viaggio e post... mi avevano spossata ed ero caduta come una pera cotta.  

 

-Juugo –  

-Dimmi Sasuke –  

-Voglio parlare con il comandante di quella fazione del cazzo dov'era stata mandata Sakura –  

 

 

Dopo quella notte passata insieme, il mio tempo alla fazione di Argo era giunto al termine, come soldato dovevo ritornare a casa, la guerra si era infatti placata e non era più necessario il servizio di tutti quegli uomini. 

-E tu, tu cosa farai adesso? - 

-Ho un sacco di faccende burocratiche da sbrigare, poi torno a casa anch'io –  

-Dalla tua famiglia? - gli avevo chiesto timorosa  

-Se per famiglia intendi madre, padre e fratello, allora sì - mi aveva detto ridendo lui – sicura che non vuoi che ti accompagni? - aveva aggiunto serio 

-No, sarebbe troppo rischioso anche per un tipo come te, non vorrei ci scoprissero proprio alla fine – nonostante volessi con tutta me stessa averlo accanto, non potevo rischiare di metterlo in pericolo 

-Sasuke? Noi ci rivedremo? -  

-Aspettami, solo questo –  

 

Un mese dopo 

 

Non so perché avevo creduto alle sue parole in quel momento, ma ogni tanto, non lo nego, mi sorgevano dei dubbi immensi. 

Tornare a casa era stato meraviglioso, ero stata accolta tra la rabbia, la gioia e l'orgoglio dei miei genitori, gli avevo raccontato solo a grandi linee della mia avventura, omettendo il bel comandante ovviamente - quello era un dettaglio che poteva aspettare –  

Non so per quale assurdo motivo, ma con la scusa di dover prendere delle medicine particolari, ero andata ad Argo,. 

"Voglio solo vedere la città" mi ero detta, ma sapevo benissimo di essere mentalmente alla ricerca di qualcun altro, camminavo guardandomi intorno, mi ero addentrata nell'agorà e mi sentivo già un pesce fuor d'acqua.  

-Perché sei sempre al posto sbagliato nel momento sbagliato? - avevo sentito, prima di essere presa da un braccio, avevo avuto paura solo un istante, il tempo di ricollegare quella voce a quella della persona per cui ero arrivata fin lì. 

-Sasuke! - avevo esclamato felice 

-Non mi ricordavo fossi di Argo – aveva detto lui divertito 

-Sono venuta qui per comprare delle medicine che da me non si trovano –  

-Medicine? - adesso era serio e anche preoccupato  

-Per mio padre, per la gamba –  

-E sei venuta da sola? -  

-Sono un soldato dopotutto – gli avevo sussurrato all'orecchio, lui mi aveva guardata a metà tra l'irritato e il divertito  

-Sei sparita – mi aveva poi accusata 

-Io? Sei tu ad aver detto di aspettarti –  

-Ma come facevo a trovarti se non mi hai mai detto da dove venivi? - ecco qual era il problema, stupida io ad essermi fatta così tanti problemi  

-Io sono di... -  

-Micene – conclude lui con tono ovvio 

-Ma allora lo sai già! -  

-Mi sono fatto dare i registri dei soldati che avevano preso parte alla mia fazione, non sapevo neanche quale fosse il tuo cognome, però fortunatamente conoscevo la maggior parte dei restanti soldati e non è stato difficile capire chi fossi tra quelli – davvero aveva fatto tutto quello per... me? 

-E quando l'hai saputo? -  

-Stamattina – mi dice, sventolandomi un foglio davanti gli occhi  

-Mi hai aspettato – e gli sorrido  

-Ti ho aspettato – conferma lui con quel sorriso e quello sguardo rivolti a ME. 

Avevo intrapreso quella folle avventura per salvare una persona speciale per me, ma durante il viaggio ne avevo trovata un'altra ed ero certa che difficilmente avrei potuto dimenticare.  

 

Fine. 

 

 

Angolo autrice 

Ho finito la storia, ho finito la storia. Non posso crederci! Sono felice perché me la portavo dietro da troppo tempo, ma sono anche triste perché questa è stata la prima storia che ho pubblicato, la prima parte di me del mondo della scrittura, purtroppo per un lungo periodo ho perso l'interesse per questa fan, ma grazie a voi mi sono ricreduta e sono così riuscita a concluderla finalmente. Non sono molto contenta del capitolo, non è impostato come io vorrei – diciamo che non sono quasi mai soddisfatta di ciò che scrivo –  

Volevo però ringraziare tutti coloro che mi hanno pazientemente seguito ed aspettato, soprattutto il mio grazie va' a coloro che anche con due semplici righe mi hanno fatto sentire la loro vicinanza, adesso posso finalmente chiudere soddisfatta questo capitolo, grazie a tutti quanti. 

Medeafire. 

   
 
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