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Autore: gabryTheGift    17/11/2017    13 recensioni
Oscar e André tornano a palazzo dopo essersi scontrati contro i primi tumulti di Parigi, dopo la scena in cui André ha protetto la sua donna (come al buon Alain piace sottolineare). I due protagonisti, fianco a fianco, tornano a casa mentre Oscar cerca di capire quale sia adesso il suo rapporto con il suo amico di sempre e cosa sia rimasto della loro vita vissuta insieme. Un missing moment, la voce di una Oscar che ancora non capisce il sussurro del suo cuore.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Cavalchiamo verso casa insieme, ancora una volta.
Non credevo potesse accadere di nuovo.
Ormai era abituata a percorrerle sola queste strade a noi tanto conosciute.
Ero rassegnata a tornare a casa sola, insieme solo ai miei pensieri, senza la tua discreta compagnia.
Invece siamo di nuovo qui, ancora una volta, grazie ai tumulti che invadono la mia bella Parigi.
Siamo ancora qui, tu ed io Andrè, ed è come se fossimo tornati indietro nel tempo eppure nulla è come prima.
Cavalchiamo fianco a fianco senza parlarci, senza nemmeno guardarci.
Troppe cose non dette aleggiano su di noi e troppe parole pronunciate in modo errato fermano quelle che desiderano trovare solo una via d'uscita.
Sono stanca.. Sono così stanca di non parlarti eppure non riesco ad abbattere il muro che ho eretto.
È così tremendamente desolante tutto questo.
Non posso chiederti aiuto Andrè, non dopo tutto quello che ci è accaduto.
Non dopo il tuo volermi stare accanto sempre, a dispetto della mia testa dura.
Non dopo tutte le volte che mi hai chiesto silenziosamente scusa mentre ero immobile davanti al tuo silenzioso richiamo.
E chissà forse questo tuo volermi continuamente proteggere, anche qualche ora fa quando sull'erba, durante l'esplosione, hai cinto il mio braccio nella presa forte della tua mano, forse anche quello era un tuo modo per fare ammenda, per riparare a quel tremendo errore che ha cambiato tutto tra di noi.
Forse ti muove solo questo e magari quel sentimento che hai gridato in silenzio, tra le mura della mia camera, nemmeno lo provi più.
Forse era solo una chimera.
Quanto silenzio aleggia tra di noi Andrè.
Silenzio, silenzio, silenzio... è un silenzio che stordisce e che mi impedisce di tornare da te.
Non so più cosa pensare di me, di te.. di noi.
Questo maledetto silenzio è un muro, così spesso e invalicabile che sembra l'unico colpevole possibile.
L'unico colpevole delle nostre ferite mai realmente sanate.
Possibile che ci abbia davvero diviso questo maledetto silenzio?
Possibile che ci abbia diviso molto più delle nostre azioni?
Che non sia rimasto nulla della nostra vita, del nostro vivere fianco a fianco.. che tutto sia stato frantumato e spazzato via da questo incessante silenzio? È così André?
Non so quale strada percorrere, sia con te che con me stessa, è questa la verità.
Intanto siamo arrivati a palazzo, nelle scuderie, per lasciare che i nostri cavalli trovino finalmente riposo.
Intanto tu Andrè, ti occupi di loro con solerzia, come sempre.
Certe cose non cambiano mai.
Ed io non posso proprio fare a meno di tentare di ringraziarti per avermi protetta, a modo tuo, su quel prato.

"André volevo ringraziarti.. per prima"
Il tuo sguardo mi risponde ancora prima della tua bocca.
"Non ho fatto nulla e poi non devi ringraziarmi Oscar, non c’è bisogno"

Il perfetto André. Sempre così dannatamente impeccabile. Sempre così dannatamente.. compìto..
La risposta giusta al momento giusto.
Non c'è davvero più nulla, André?
"D'accordo, bene.. io vado allora"
Occhi dolci, sguardo rassicurante.. chissà forse mette in scena questa sua "commedia" per farmi sparire il prima possibile.
Conosce la mia anima, sa perfettamente cosa mi turba.
Sa che quel tono di voce dolce e rassicurante mi paralizza.
Mi stordisce.
Non capisco come faccia ad essere sempre così dolce e gentile.
Disgustosamente perfetto.
Mi fa sentire strana e incapace.
Mi fa sentire come se da un momento all'altro dovessi arrossire come una stupida educanda. Insopportabile!
È vero, certe cose non cambiano proprio mai.
Intanto entro in cucina e vedo Nanny che si destreggia tra una pentola e l'altra.
Eccomi a casa finalmente.

"Oscar bambina è successo qualcosa? Mi sembri stravolta"
Non so come riesca ad accorgersene mentre gira nella stanza come una trottola.
"Nulla Nanny, tranquilla"
"Ma Oscar sei tutta rossa, stai bene?" Maledizione!
"Mai stata meglio, figurati! Volevo solo avvisarti che insieme a me è tornato anche André!"
"Benedetti ragazzi, questa vostra malsana voglia di giocare a fare i militari vi distruggerà!"

Eccolo, è entrato anche lui.
I suoi passi riecheggiano in cucina. Li riconoscerei tra mille.
"Nonna hai visto? Sono tornato!" "Ecco il mio nipote degenerato!"

Le loro risate riempiono la stanza ed io, come troppo spesso accade negli ultimi tempi, mi sento di troppo.
Fuori posto, non degna di farne parte.
La mia voce ferma e dura li interrompe subito: "Fammi preparare un bagno caldo Nanny, per favore" "Subito bambina"

Fuggire è sempre l'unica soluzione, da tanto tempo ormai.
Non posso certo rischiare che lui capisca il mio imbarazzo, sarebbe così umiliante.
Mentre mi allontano sento le loro voci allegre che si salutano e si ritrovano.
Sono contenta per loro.
Finalmente queste mura potranno respirare un po' di calore.
Vorrei poter essere anch'io così spontanea.
Non vorrei tutte queste medaglie sul mio petto.
Sono così pesanti, mi impediscono di parlare, mi impediscono di essere e di sentirmi libera.
Non so cosa mi succede.
So solo che sentire le loro voci che scherzano mi conducono lentamente a casa, la mia vera casa.
Ma preferisco tenere questo segreto per me.
Non potrei mai rivelarlo, non potrei mai rivelarmi.
Percorro le scale che conducono al piano di sopra, immaginandoli insieme. Immaginando le bonarie prediche di Nanny, che guarda affascinata suo nipote.. e immagino lui: fiero, dallo sguardo dolce e attento, con i suoi grandi occhi verdi luminosi per la gioia di ritrovare sua nonna perfetta, proprio come l'aveva lasciata l'ultima volta.
Che mi succede? Non è da me perdermi in tante smancerie.
Forse un buon bagno distenderà i miei nervi e il lavorio incessante della mia testa confusa.
  
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