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Autore: LauraNinja18    18/11/2017    0 recensioni
Ella Davis è una ragazza come tutte le altre, all’apparenza, ma con un passato difficile ed oscuro alle spalle. In seguito alla morte della madre, si trasferisce a New York in cerca di fortuna ed un po’ di pace per il suo animo tormentato. Non sarà affatto facile per la fanciulla riuscire a seppellire i ricordi tanto dolorosi che troppo spesso tornano a galla, pronti a sommergerla. Ma cosa accadrà quando per caso incontrerà Devon?
I due sono gli antipodi per eccellenza, il buio e la luce, il giorno e la notte, il bene e il male, ma hanno in comune più di quanto pensino. Entrambi custodiscono un enorme segreto che riguarda il loro passato. Riusciranno ad abbattere i muri che li separano e a fidarsi l’uno dell’altra? O il destino renderà vani i loro sforzi dividendoli per sempre?
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Ella's pov

Delicate sfumature grigie costeggiano i duri tratti del carboncino impressi sul foglio bianco. Tocchi leggeri, quasi impercettibili, si susseguono uno dopo l'altro incapaci di fermarsi così come i miei pensieri. Butto sul foglio tutto ciò che non riesco a fare con le parole. È questo il mio modo di comunicare, o almeno è quello che mi riesce meglio. La mia aspirazione è di trasmettere agli altri ciò che provo quando disegno, le mie emozioni, i miei stati d'animo senza bisogno di esporli a parole. Un po' come il ballo, no? È anch'essa una forma d'arte capace di trasmetterti le più svariate sensazioni. La mano traccia onde sinuose che vanno a completare la mia piccola opera. La osservo per un tempo che sembra infinito. Non so cosa pensare di ciò che ho realizzato. Non è uno dei miei soliti disegni perciò mi alzo dal letto e lo infilo nella cartellina riservata ai ritratti "segreti", se così possiamo definirli. Ne ho anche un'altra per i miei lavori universitari che però contiene maggiormente paesaggi o opere astratte. 
Controllo l'orologio posto sulla scrivania e leggo le 3:27 di notte. Cavolo, come sempre mi estraneo completamente da ciò che mi circonda e perdo la concezione del tempo quando sfogo tutto il mio estro artistico. 
Velocemente torno a letto infilandomi sotto le coperte, sperando che Morfeo venga presto a prendermi o lo faranno i dubbi e le paure ma conto sulla mia stanchezza. È stata una giornata... diversa, direi. 

La mattina seguente arriva in fretta e sono costretta ad alzarmi alle otto di mattina. Se ho dormito cinque ore è anche troppo! Come uno zombie, mi infilo le pantofole e mi lancio sotto la doccia sperando che il getto freddo mi dia una svegliata. Che misero tentativo per poco non crollavo nella doccia! Quando esco dal box, infilo intimo e una maglia più larga e lunga più o meno fin sotto al sedere per fare colazione.

« Ella hai un aspetto orribile. » Mi dice Audrey non appena mi accomodo sulla sedia della cucina.

« Grazie, tutti questi complimenti a prima mattina mi commuovono. » Non tutte sembriamo uscite da una rivista come lei appena sveglie!

« No davvero. Sei stata di nuovo sveglia fino a tardi? » Quasi mi rimprovera come se fosse mia madre. Alzo gli occhi al cielo esasperata.

« Sto benissimo, non preoccuparti. » Forse mi gira un po' la testa ma è di certo è colpa della stanchezza questa volta, anche se sento ancora qualche fitta.

« Uff, faccio finta di crederti... Ma ieri mattina dove sei scappata? Per la felicità mi sono dimenticata di chiedertelo. » Ops. Dato che inventarmi una scusa sarebbe peggio, mi mordicchio il labbro e mi alzo per raggiungere il latte. Eh si, sto letteralmente prendendo tempo. Non voglio che si faccia film inutili.

« Avevo un impegno... » No, okay non è stata una buona idea. Adesso penserà che faccio la vaga perché le sto nascondendo qualcosa.

« Un impegno. Che tipo di impegno...? » Mi guarda confusa come se stessi parlando in aramaico. Come darle torto. Per fortuna Audrey è il tipo di ragazza che non insiste troppo, fatta eccezione in casi particolari.

« Te lo dico se prometti di non urlare. » Mi guarda ancora più accigliata e annuisce.

« Lo giuro solennemente. » Si posa una mano sul petto per essere teatrale.

« Ho fatto colazione con.... Devon perché volevo ringraziarlo per il suo aiuto. » Le dico tutto d'un fiato nascondendo la faccia nel frigorifero. Non voglio vedere la sua espressione.

« OH WOW ELLA! Ops, sto urlando... OK mi calmo... E com'è andata? » Prendo praticamente tutto ciò che c'è nel frigo e torno al tavolo evitando il suo sguardo indagatore.

« Bene(?) Non è successo niente di che comunque... » Beh in effetti è vero.

« Mh... ho capito. E quindi? Non vi vedrete più? » La odio quando è così intuitiva.

«Non lo so... forse sì, forse no chi può saperlo? » Ridacchio nervosa facendo spallucce, dandole la conferma ai suoi sospetti in questo modo, ma la cosa è più complicata di quanto sembri o almeno io lo sono.

« Io spero di si! » Mi fa l'occhiolino per poi alzarsi. Sparecchia ciò che ha usato per fare colazione e mi lascia sola con i miei dubbi esistenziali.

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« Dovresti venire a prendermi più spesso, Richard! La tua macchina è comodissima, quasi mi stavo addormentando. » Ridacchio scendendo dalla vettura rossa fiammante del mio amico. Rick mi sorride scuotendo la testa.

« Ah quindi neanche mi ascoltavi mentre ti parlavo? » Mi accusa ed un bip segnala la chiusura dell'auto.

« Certo che ti ascoltavo... quindi, alla fine, hanno accettato quell'offerta...? » Lo vedo sbuffare.

« Ma te l'ho detto prima! Vedi che non mi ascolti? Non ti vengo a più a prendere, sappilo. » Mette il broncio appoggiandosi alla portiera.

« Sto scherzando! Ti ho ascoltato. Hanno accettato, anche se hai dovuto usare tutte le tue doti persuasive. Potresti andare a prendere Audrey se non ti vado bene. » Gli faccio la linguaccia ed in cambio ricevo un'occhiataccia.

« La smetti di dire stupidaggini? » Ride di me incrociando le braccia al petto.

« Vuoi salire? Devo parlarti di una cosa. »

« Mi devo preoccupare? Hai ucciso qualcuno e non sai come nascondere il cadavere..? » Alzo gli occhi al cielo.

« Adesso chi è che sta dicendo un mucchio di stupidaggini? Dai andiamo. » Lo afferro per un braccio e lo trascino di sopra nel mio appartamento.

« Ehi, se volevi portarmi a casa tua bastava chiedere, bellezza! »

« Avanti, smettila! » Scoppio a ridere e apro la porta per farlo entrare.

« Fai come se fossi a casa tua, anche se immagino sia grande il triplo di questa... » Faccio spallucce e vado a prendere del thè freddo per entrambi. Mi accomodo poi sul divano accanto a lui.

« Di cosa volevi parlarmi? » Mi domanda perplesso prendendo un sorso del suo thè al limone.

« Devo dirti due cose, in realtà. La prima è: per caso fra due settimane ospiterai l'after party di uno spettacolo teatrale..? » Mi sistemo meglio sul divano sorseggiando la bevanda.

« Oh.. sì sì! Ecco cosa dovevo dirti, esatto l'Astoria darà un grande party! Ma tu come lo sai? » Chiede posando la bibita sul tavolino.

« Si da il caso che sia amica del produttore di questo spettacolo. » Fingo un'aria altezzosa per poi scoppiare a ridere.

« Eh brava Ella! Quindi ci sarai anche tu? »

« Esatto, anche Audrey e altri miei amici. » Annuisce con aria pensierosa abbozzando poi un sorriso.

« L'altra cosa che volevi dirmi, invece? » Oh, bene ci siamo. Devo parlarne con lui, almeno.

« Si... ehm, stamattina ho chiesto a Devon di fare colazione insieme e ha accettato. » Sgrana gli occhi sorridendo come un ebete.

« Davvero? E come è andata? » Domanda curioso ed interessato versandosi altro thè.

« Direi bene, abbiamo chiacchierato e mi ha detto qualche cosa su di lui. » Ammetto torturandomi le dita.

« Sconvolgente, è molto difficile che parli di se stesso. » Fa spallucce meravigliato.

« Beh, mi ha detto solo qualche sciocchezza tipo che suona il piano, non farti film... » Alzo gli occhi al cielo, di nuovo, per poi puntarli su di lui che sorride.

« Secondo me state facendo amicizia, mi fa piacere! Adesso devo lasciarti... ho una cosa importante da fare. Grazie per il thè. » Si alza dal divano sistemandosi il completo.

« Ehi! Dammi un abbraccio. » Metto il broncio e Richard torna indietro assecondandomi. Si china per cingermi con le sue braccia forti e poi mi lascia andare dopo poco.

« Grazie Rick. » Gli sorrido e lo accompagno alla porta.

« Di nulla, ci sentiamo. » Mi fa l'occhiolino e sparisce dal mio campo visivo così mi affretto a rientrare. Parlare con Richard mi fa sempre bene. Forse non se ne rende conto, ma ha un potere rigenerante su di me, è un buon amico meglio di quanto mi aspettassi o desiderassi. Vorrei tanto poter essere un'amica anche per Devon, ha sempre un'aria così malinconica e credo che oltre a Rick e quella Summer, non si svaghi abbastanza. Posso comprenderlo, un tempo ero anche io così subito dopo la morte di mia madre. Per anni mi sono sentita in colpa e andata da psicologi e psichiatri per curarmi fino a quando ho deciso che non ne potevo più e che dovevo riprendermi. Ancora oggi, e sono passati sei anni, ho incubi al riguardo ma non come all'inizio. Sto cercando di superarlo definitivamente.

Devon's pov

Non devo pensare a mia madre... due-tre... non ci devo assolutamente pensare... quattro-cinque... se lo faccio esco fuori di testa... sei-sette-otto. Per non parlare di Summer... nove-dieci. 
Poso il bilanciere sull'apposito sostegno e mi asciugo la fronte ed il petto sudato prendendo dei grossi respiri. Neanche l'allenamento riesce a distogliermi dai miei continui pensieri malsani. Sono davvero così stressato? Incredibile, ho raggiunto livelli epocali.

Incazzato con me stesso, mi fiondo nella doccia aprendo il getto d'acqua. Questo si che è rilassante. Lascio che il liquido mi scorra su tutto il corpo lavando via non solo lo sporco, ma anche i problemi. Per un secondo o due riesco ad estraniarmi ed è magnifico. Vorrei che questa sensazione durasse in eterno, ma appena chiudo il getto d'acqua, la realtà torna a colpirmi in pieno viso. 
Avvolgo un asciugamano intorno al bacino e guardo il mio riflesso allo specchio. Le occhiaie non mi donano per niente, direi, ma non posso farci niente se ho i turni di notte da fare, non che senza di essi riuscirei a dormire. Vado nella mia stanza e controllo l'orologio sul comodino che segna le quattro di pomeriggio. È presto ma tanto ho di nuovo il turno notturno oggi quindi non mi faccio troppi problemi. Infilo la biancheria e un paio di pantaloni quando mi squilla il cellulare. Timoroso che sia mia madre, lo afferro titubante e leggo il nome sul display. Grazie a dio.

« Ehi amico! Ti disturbo? » La voce di Richard risuona dall'altro lato.

« Rick quale onore. A cosa devo il piacere? Non disturbi comunque. » Lo prendo in giro. Sono contento che abbia chiamato, anzi ho proprio bisogno dei suoi consigli.

« Perfetto perché sono quasi da te, fammi trovare un goccio di whiskey con il ghiaccio mi raccomando. » Ah bene, mi ha letto nel pensiero evidentemente! Sorrido e cerco una maglia da indossare nel cassetto. Martha, la domestica, è davvero una maniaca dell'ordine perciò non impiego molto a trovarla.

« In cambio chiedo qualche consiglio, allora. »

« Va benissimo, arrivo. » Attacca e mi infilo subito la maglia recandomi nel mio studio per recuperare la bottiglia di whiskey. Non devo attendere molto per udire il suono del campanello.

« Martha vado io, non preoccuparti! » Alzo la voce per farmi sentire, dovunque lei sia, e accolgo il mio amico a braccia aperte.

« Eccoti qui, entra pure. » Gli faccio spazio per poi richiudere la porta alle nostre spalle. Ci salutiamo con una stretta di mano e un abbraccio come nostro solito. Sono davvero felice che sia qui.

« Andiamo nella sala da pranzo, vieni. » Lo guido nei meandri della mia dimora fino a condurlo al divano. Ci sediamo uno di fronte all'altra con il liquore alla mano. Ci servirà sicuramente.

« Dimmi tutto, caro Devon » Prendo un grosso respiro prima di buttare fuori tutti i miei pensieri.

« Mia madre vuole che torni a Londra per il solito convegno che si tiene ogni anno.... e indovina? Ci sarà pure Charlotte. » Osservo la reazione del mio amico che si trattiene per non ridermi in faccia. Che idiota che è...

« Magari stavolta riesce a fartela sposare sul serio! È un anno che tenta... » Scuote la testa divertito mandando giù il suo whiskey.

« Grazie mille Rick, tu si che sai come consolarmi! » Sbuffo sorseggiando il drink.

« Dai stavo scherzando, però credo che tu debba andarci senza, come dire, lasciarti coinvolgere troppo. »

« Lo sai che è impossibile, vero? Mi faccio sempre prendere troppo dalle situazioni ed il bello è che me ne rendo conto ma non posso evitarlo... » 
È un mio grande difetto. Non riesco mai ed estraniarmi del tutto da ciò che succede intorno a me e ciò mi devasta ogni volta. Mi incazzo per un nonnulla ed è la fine.

« Devon, te lo dico con il cuore in mano, devi distrarti un pochino. Ti propongo una cosa. Fra due settimane ospiterò all'Astoria l'after party di uno spettacolo. Dovresti venire, è una buona occasione per lasciarti un po' andare. Te lo meriti. »
Mi da una pacca sulla spalla e mi dedica uno dei suoi sorrisi sinceri. In passato sono stato proprio io ad aiutarlo a causa di ciò che gli era successo quindi ci capiamo perfettamente e mi fido dei suoi consigli.

« Se lo dici tu... posso almeno pensarci? » Vorrei rifletterci un po' prima di accettare, anche se so che sarebbe la cosa migliore da fare.

« Certo, hai due settimane di tempo per decidere, anzi un po' meno perché siamo già a venerdì e la festa è di mercoledì. » Fa spallucce per poi sistemarsi la giacca sulle spalle.

« Allora ci penserò grazie Rick. » Lo credo sul serio, è un grande amico. Mi fa un occhiolino in risposta.

« L'altra cosa che mi dovevi dire, comunque? » Ah quasi dimenticavo!

« Già, si. Si tratta di Summer. È a dir poco ossessiva e si ingelosisce per tutto. »

« Perché si ingelosisce...? Comunque è una palla al piede quella donna, con tutto il rispetto ma... » Alza gli occhi al cielo esasperato quasi più di me. Non la sopporta molto.

« Perché si fa dei film mentali assurdi. Mi ha fatto una scenata in ospedale anche...» Che ricordi quella scena. Ancora sono basito a ripensarci.

« Perché ti ha fatto una scenata? Raccontami per bene altrimenti non capisco. »

« Perché la mattina le avevo detto che non doveva aspettarsi nulla e poi in ospedale si è incazzata prendendosela anche con Ella che in quel momento era lì con noi. » Lo osservo sorridere e lo fulmino con lo sguardo. So perfettamente a cosa sta pensando.

« Rick ti prego, non ti ci mettere anche tu. » Lo avverto prima che proferisca qualsiasi parola. Alza le mani in segno di resa ridacchiando.

« Non penso proprio a nulla, Devon. Credo solo che Summer sia una pazza. » Finge un'aria innocente annuendo per dare veridicità alle sue parole.

« Mh... va bene. » Lascio perdere l'argomento ma credo anche io che Summer abbia qualche rotella fuori posto, o semplicemente cerca di attirare l'attenzione in qualsiasi modo possibile fallendo comunque.

« Amico mio, è giunta l'ora che faccia ritorno al mio hotel. Ci sentiamo. » Ci alziamo e lo accompagno alla porta dopo averlo salutato. 
Una volta chiusa, sprofondo nuovamente nella solitudine, la stessa che alberga nel mio cuore spezzato da troppo tempo. Forse ha ragione Richard e dovrei dare una svolta alla mia vita iniziando ad andare a quel party di cui mi ha parlato oppure andare a Londra senza fare troppe storie e cercare di andare più d'accordo con Summer. Posso farcela, devo riprendermi la vita che mi è stata rubata troppo presto, non ho altra scelta se voglio davvero vivere.





















Angolo autrice:


Salve a tutti! E siamo giunti al 14esimo capitolo. Come sta procendendo la storia secondo voi? Avete qualche teoria/ipotesi in generale sui vari personaggi? Fatemi sapere! A meroledì per il continuo.
Kisses.

   
 
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