Crossover
Segui la storia  |       
Autore: Evil Ulquiorra    19/11/2017    4 recensioni
Cosa succede quando un'entità primordiale del calibro di IT entra in contatto con degli individui in grado di suscitare il suo interesse ?
Una raccolta di one-shot in cui il nostro Clown preferito interagisce o si ritrova a prendersi cura ,in un modo o nell'altro,di personaggi appartenenti a varie opere.
( IT - Stephen King x multi-crossover )
Genere: Fantasy, Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anime/Manga, Cartoni, Film, Fumetti, Telefilm
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Questo capitolo e il prossimo saranno necessari per realizzare un filo conduttore che colleghi molte delle novelle di cui sarà composta questa fan fiction. Detto questo, non tutte le one shot avverranno in ordine cronologico. Alcune, infatti, potrebbero essere ambientate nel passato o in un futuro prossimo rispetto al piano temporale più frequente.
Inoltre, ci tengo ad avvertirvi che, alla fine di ogni capitolo ,posterò un video dedicato ad ogni nuovo personaggio che comparirà nella storia, così da permettere ai lettori che non li conoscono di potersi relazione meglio con loro.
Buona lettura !

Two little pigs

Two mother pigs lived in a pen, they each had four little piglets, and that made ten.
All the little piglets loved to play. And they rolled, and they rolled in the mud all day.
At night, there mothers curled up in a Heep. They squealed, and they squealed, and then they went sleep.
And sleep well, for tomorrow…the axe shall fall.

 

20 Dicembre 2017

I giorni si trasformarono i settimane. Le settimane si trasformarono in mesi. E mentre il tempo passava,e la Guerra del Santo Grall attraversava i suoi atti finali,  il rapporto tra IT e l’ultima accoppiata alla sua vita domestica diventò sempre più…complicato, fu il primo termine che balzò alla mente della bestia.
Era cresciuto abituato alla presenza dell’infante ,tanto da considerarla quasi come una costante.
Attualmente, il servo in questione era intento a sgranocchiare una ciotola di pop corn, mentre l’entità con le sembianze da clown si dilettava nello sfilettare l’ultima cattura della squartatrice, con tanto di coltello e forchetta.
Data la natura di Pennywise, la quantità di energia che attraversava il legame tra servo e maestro era sufficiente non solo per sostenere la forma corporea di Jack a tempo indeterminato, ma anche tutte le sue abilità, rendendo superflua la ricerca di forza vitale aggiuntiva. Nonostante ciò, la bambina aveva trovato nei pop corn e in altri cibi da festa una vera e propria passione !
<< Papà, com’è la cena ?>>
Ah,sì,e poi c’era anche quella fastidiosa parola. Papà. Aveva cominciato a chiamarlo così circa un paio di mesi dopo il loro primo incontro. Non che la creatura ci avesse dato molto peso, all’inizio.
Sebbene fosse un’entità metafisica le cui origini potevano essere riconducibili agli albori dell’universo stesso, IT non era estraneo alla comprensione dei costumi sociali delle altre civiltà .
Conosci il tuo cibo, era il suo motto.
Gli umani e i loro titoli non smettevano mai di confondere la sua percezione della loro specie. E badate bene, ne aveva incontrate molte.
Ma tra tutte loro, solo gli umani erano riusciti a lasciare un’impronta duratura nell’infinita psiche che costituiva i suoi ricordi.
Eppure, quel semplice promemoria di parentela riusciva sempre a provocare…qualcosa di strano al suo organismo. Una sorta di calore. Una sensazione insolita, ma non del tutto sgradevole.
Dov’era rimasto ? Ah, sì, la sua domanda.
<< Uhmmmm…un po’ datata. Non sei riuscita a trovare niente di meglio ?>>ribattè a sua volta, il volto adornato da un leggero cipiglio.
 La reazione della bimba fu istantanea.
Abbassò la testa, le labbra arricciate in un broncio che chiunque altro non avrebbe esitato a definire “ adorabile ”.
<< Purtroppo no. Le prede stanno scarseggiando, qui intorno. Ormai restano solo persone vecchie e decrepite >>borbottò.
Pennywise inarcò un sopracciglio.
<< Dove hai imparato quella parola ?>>domandò incuriosito.
 L’utilizzo di termini complicati non era tipico di Jack, il cui dialogo era limitato a vocaboli molto più…infantili.
Il servo arricciò ambe le labbra in un sorriso smagliante.
 << In un libro ! >>esclamò ,gonfiando il petto con fare orgoglioso.
Il clown rilasciò un sospiro rassegnato.
<< Suppongo di non potertene fare una colpa. Se continua così saremo costretti a spostarci >>mormorò a se stesso.
<< Non prima di aver decorato l’albero ! >>ribattè l’altra, suscitando un’espressione visibilmente confusa da parte dell’entità aliena.
<< L’albero ?>>
La bambina annuì energicamente.
<< Ma certo ! Tra poco è Natale, dopotutto >>.
 Detto ciò, indicò il panorama che si stagliava oltre l’unica finestra presente nella sala da pranzo.
Pennywise notò che aveva cominciato a nevicare.
 Poggiò la testa sullo schienale della sedia, il volto chiuso in un cipiglio annoiato.
<< Ah, sì, mi ero quasi dimenticato di quella particolare…tradizione umana >>mormorò stizzito.
Era uno dei pochi periodi dell’anno in cui la felicità degli umani era così fitta da poter essere quasi tagliata con un coltello. Ugh, disgustoso.
Volse lo sguardo in direzione del servo.
<< Hai già pensato a qualche regalo ?>>domandò incuriosito.
Se ricordava bene, durante questa festa particolare era consuetudine che i membri più anziani della famiglia regalassero doni a quelli più giovani.
Jack si portò una mano sotto il mento, visibilmente pensierosa.
Dopo quasi un minuto buono, scosse prontamente la testa.
 << Nope, non ancora >>fu la sua risposta rassegnata.
Pennywise ridacchiò divertito.
<< Vedrai, qualcosa ti verrà in mente >>
Detto questo, si alzò in fretta e furia dal posto a sedere.
<< Tempo di andare a dormire !>>esclamò con voce allegra.
La bambina, d’altra parte, incrociò ambe le braccia sotto il petto.
<< No ! è tempo della storia !>>ribattè lei, con un broncio infantile.
Pennywise rilasciò uno sbuffo sconfitto.
<< A volte mi chiedo perché ti tengo ancora con me >>mormorò.
Jack si limitò a lanciargli un sorriso luminoso.
<< Perché mi ami !>>
<< Non spingere la fortuna, mocciosetta >>

                                                                                                                                    * * *
 
Dopo aver sistemato la bambina nel letto della sua camera, IT afferrò un grosso libro dalla cima del comodino più vicino, porgendolo nelle mani di Jack.
<< Quale vuoi sentire, stasera ?>>domandò impaziente.
Il servo sembrò pensarci su e cominciò a sfogliare il mattone di carta. Alla fine ,trovò quello che stava cercando.
<< Questa qui ! >>esclamò ,indicando il titolo della storia.
Pennywise afferrò la raccolta di novelle ,mentre scrutò la pagina con attenzione.
Sulla cima erano scritte un totale di tre parole.
<< I tre porcellini >> lesse ad alta voce.
Rassegato, prese un respiro profondo e cominciò a narrare: << C'erano una volta tre porcellini che vivevano con i genitori. >>
Ugh,questa  sarebbe stata una di “ quelle ” storie, ne era sicuro.
<< I tre porcellini crebbero così in fretta che la loro madre un giorno li chiamò e disse loro: "Siete troppo grandi per rimanere ancora qui. Andate a costruirvi la vostra casa">> continuò ,utilizzando una voce vagamente femminile. Il cambio di  tono suscitò una piccola risatina da parte di Jack, cosa che fece allargare il sorriso del clown.
<< Prima di andarsene da casa, li avvisò di fare attenzione ad un grosso lupo che viveva nella foresta vicino al villaggio. "Vi prenderebbe per mangiarvi!" fu il suo avvertimento >>
Wow, davvero la madre dell’anno! I genitori sotto la sua influenza mentale sarebbero stati più responsabili.
<< E così, i tre porcellini se ne andarono. Presto la strada si divise in tre parti.
Il Porcellino più rande spiegò che ognuno di loro avrebbe dovuto scegliere una direzione. Li avvisò del lupo e poi andò a sinistra. Il Porcellino medio andò a destra e quello più piccolo nella via centrale.
Sulla sua strada il Porcellino più piccolo incontrò un uomo che portava della paglia.
"Per piacere, dammi un po' di paglia!" disse "Voglio costruirmi una casa".
In poco tempo costruì la sua casa e pensò di essere salvo dal lupo.
La casa non era molto bella e nemmeno fatta bene, ma a lui piaceva molto !
Gli altri due porcellini se ne andarono assieme e presto incontrarono un uomo che portava della legna.
"Costruirò la mia casa con il legno" disse il Porcellino medio "Il legno è più resistente della paglia. Adesso il lupo non mi prenderà e non mi mangerà" .
Il Porcellino più grande camminò per conto suo.
Presto incontrò un uomo che trasportava mattoni.
"Per piacere, dammi un po' di mattoni" disse il Porcellino più grande "Voglio costruirmi una casa."
Così l'uomo gli diede dei mattoni per costruire una bella casa. >>
Ma come cavolo facevano a guadagnare, queste persone ?!
<< "Ora il lupo non potrà prendermi per mangiarmi" pensò il suddetto Porcellino.
Il giorno dopo, il lupo arrivò alla casetta di paglia.
" Porcellino, porcellino, fammi entrare" gridò il lupo.
Ma il Porcellino più piccolo sapeva che era il lupo e non lo lasciò entrare.
Ma il lupo cominciò a sbuffare stizzito. E sbuffava e sbuffava e buttò giù la casetta del Porcellino più piccolo.
Poi se lo mangiò in un baleno.>>
Al sentire tali parole ,Jack simulò un espressione scioccata, mentre si portò una mano alla bocca.
<< Il giorno seguente, il lupo andò a casa del Porcellino medio e bussò alla sua porta.
"Chi è?" chiese.
"Tuo fratello" rispose il lupo.
Ma il Porcellino Medio sapeva che non si trattava del fratello e non aprì al lupo.
Così questi sbuffò stizzito e buttò giù la casa del Porcellino medio.
La casa di legno cadde e il lupo se lo mangiò.>>
Questa storia stava cominciando a piacergli.
Con ambe le labbra arricciate in un sorriso felino, Pennywise riprese a narrare.
<< Il giorno dopo, il lupo arrivò alla casa di mattoni e gridò: "Porcellino, Porcellino, fammi entrare!"
Ma il Porcellino Grande rispose: "No, non ti farò entrare!" quando improvvisamente sentì bussare nuovamente alla porta.
"Apri la porta e vedrai chi sono!" disse il lupo con una vocetta. Quindi il lupo cominciò a sbuffare e sbuffare ma non riuscì a buttare giù la casa.
Il lupo era furibondo e gridò" Porcellino, Porcellino, scenderò giù per il camino e ti mangerò!">>
Wow, alla faccia dell’attacco a sorpresa. Un minimo di autoconservazione, no ?
<< Il Porcellino era spaventato ma non rispose.
Dentro casa c'era una grossa pentola sopra il fuoco del camino. L'acqua stava per bollire.
Il lupo si calò dal camino.
Siccome non c'era il coperchio sulla pentola il lupo vi ruzzolò dentro e finì nell'acqua bollente.
Una volta che il lupo fu morto, il porcellino prese un accetta e gli aprì la pancia ,dalla quale uscirono i suoi fratellini sani e salvi.
E questa fu la fine del lupo cattivo e la storia di tre piccoli porcellini >> terminò con un leggero sbuffo. Chiuse il libro, volgendo lo sguardo in direzione di Jack.
<< Morale della storia, ragazzina ? Se devi entrare nella casa di qualcuno per mangiarlo…passa sempre per lo scarico ! >>esclamò, suscitando una risatina da parte della bambina.
Il servo chiuse gli occhi, accoccolandosi nelle coperte.
<< Ehi,papà. Ho deciso cosa voglio per natale >>sussurrò con voce flebile.
 Il clown inarcò un sopracciglio ma decise di rimanere in silenzio, aspettando che l’infante continuasse.
<< Vorrei un fratellino…o una sorellina >>
e ,detto questo, l’Assassin crollò in un sonno senza sogni.
Pennywise rimase fermo e immobile, nel tentativo di assimilare le parole del servo.
Un bambino. Le aveva appena chiesto di portarle un dannatissimo bambino !
Sospirò, portandosi una mano alla fronte. Perché gli umani dovevano essere sempre così dannatamente difficili ?
Certo, non era obbligato a portarle niente. Ma se non l’avesse fatto…quali sarebbero state le conseguenze ?
 Poteva perdere la sua fedeltà, dissipare il legame di fiducia reciproca che erano riusciti a stabilire nei mesi passati.
La ragazzina era utile, su questo non c’era alcun dubbio. Erano anni che non aveva così tanto tempo libero per se stesso !
In più…era divertente averla in giro. Non che lo avrebbe mai ammesso a se stesso, sia chiaro.
Rassegnato, prese un respiro profondo e chiuse gli occhi, mentre cominciò a scrutare la mente di ogni singolo essere umano presente sul pianeta.
Se doveva proprio ospitare un altro bambino in casa sua, bhe…tanto valeva sceglierne uno speciale.
 
                                                                                                                              * * *
 
22 Dicembre 2017

La madre di Carrie White, Margaret, diede alla luce sua figlia il 21 settembre 2006, in circostanze che si possono definire perlomeno strane.
Infatti, chiunque conoscesse Carrie White ne ritraeva soprattutto questa impressione: che Carrie era l'unico germoglio di una delle famiglie più strane ad aver mai messo piede sul suolo americano.
Ralph White morì nel febbraio del 2006, colpito accidentalmente da una trave d'acciaio, in un cantiere edile di Portland.
La signora White continuò a vivere sola nel bungalow della periferia di Chamberlain.
A causa delle rigide idee religiose dei White, che rasentavano il fanatismo, non ci fu un'anima che andasse a trovare Margaret White durante il periodo del lutto. Non aveva amici. E quando le vennero le doglie, sette mesi più tardi, era sola.
Era circa l'una e mezzo del 21 settembre quando i vicini udirono delle grida provenire dal bungalow dei White.
Tuttavia, la polizia non venne chiamata sul posto se non dopo le sei.
Non abbiamo che due alternative, entrambe sgradevoli, per spiegare questo ritardo: o i vicini della signora White non volevano essere coinvolti in un'indagine di polizia, o la loro antipatia per la donna era diventata
tanto forte da indurli a starsene alla larga comunque.
La signora Georgia McLaughlin, l'unica delle tre persone ancora abitanti in quella strada
, disse ai giornali che non chiamò la polizia perché pensava che le urla avessero a che fare con qualche «stupidaggine sacra».
Quando la polizia arrivò, alle sei e ventidue, le urla si erano calmate.
 La signora White era nel suo letto al piano di sopra, e l'agente che la trovò, Thomas G. Mearton, in un primo momento pensò che fosse stata vittima di un'aggressione: il letto era inzuppato di sangue, e sul pavimento c'era un coltello da macellaio.
Ma poi l'agente si accorse della bambina, ancora parzialmente avvolta nella membrana placentale, attaccata al petto della signora White.
A quanto pare, aveva tagliato lei stessa il cordone ombelicale col coltello.
Passati 11 anni, la piccola Carrie White era diventata una fanciulla incantevole.
Attualmente, poggiava di fronte alla madre Margareth, il volto adornato da un cipiglio spaventato.
Aveva una faccia più rotonda che ovale, e gli occhi erano così scuri che sembravano gettare un'ombra sul suo stesso viso.
I suoi capelli erano biondo scuro, leggermente crespi, tirati indietro in uno chignon che non le si addiceva. Le labbra erano piene, quasi tumide, i denti di un bianco naturale. Il suo corpo era impossibile da giudicare: un maglione informe ne nascondeva ogni sembianza. Una gonna, colorata ma bruttissima, le scendeva fino a metà polpaccio, in una goffa e strana linea stile 1958.
Margarth volse alla figlia un’espressione irata.
 << Che cosa stavi facendo con il pino in giardino ? Lo stavi decorando, non è vero ?>>
Carrie sentiva la sua faccia contrarsi e torcersi ,ma non poteva impedirlo.
<< Mamma,mi dispiace ! >> gridò. << Volevo solo avere un Natale come tutte le altre famiglie normali !
>> 
La donna, intanto, le si era avvicinata.
La sua mano scattò improvvisa come una molla: una mano dura, muscolosa, indurita dai calli della lavanderia.
La colpì di rovescio alla mascella, e Carrie cadde all'indietro nel vano della porta, tra l'anticamera e il soggiorno, piangendo rumorosamente.
<< Osi pronunciare il nome di quel rito pagano in mia presenza >> sibilò velenosamente.
<<  Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per esser tentato dal diavolo >> cominciò con tono irato. Un paio di lenti senza montatura ingrandivano i suoi occhi, che sembravano due uova in camicia.
 Le diede un calcio e Carrie strillò di dolore.
<< Alzati, sciagurata. Andiamo a pregare. Preghiamo Gesù per le nostre anime di femmine deboli, viziose e peccatrici >>
<< Mamma...>>
Singhiozzava troppo per riuscire a dire altro. La crisi isterica, finora latente, esplose in ghigni e farfugliamenti.
Non riuscì a rialzarsi in piedi, poté solo strisciare a carponi nel soggiorno coi capelli sulla faccia, ragliando rauchi singhiozzi.
A ogni passo, la mamma la colpiva col piede. E così attraversarono il soggiorno fino alla stanza dell'altare, che una volta era stata una piccola camera da letto.
<< E dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, ebbe fame. Il tentatore allora gli si accostò e gli disse: "Se sei Figlio di Dio, dì che questi sassi diventino pane" !>>
<< Mamma, aiutami ti prego...>>
Il piede scattò, e Carrie lanciò un grido.
<< Ma egli rispose: "Sta scritto: Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio" >> continuò la donna << Allora il diavolo lo condusse con sé nella città santa, lo depose sul pinnacolo del tempio e gli disse: "Se sei Figlio di Dio, gettati giù, poiché sta scritto: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo, ed essi ti sorreggeranno con le loro mani, perché non abbia a urtare contro un sasso il tuo piede">>.
Il piede scattò e colpì Carrie nel didietro.
La bambina strisciò col naso sul pavimento di legno.
Stavano entrando nella stanza dell'altare.
C'era una croce sopra un tavolo coperto da una tovaglia di seta ricamata.
 Da entrambi i lati della croce c'erano delle candele bianche.
Dietro c'erano molte immaginette di Gesù e dei Suoi apostoli. E a destra c'era il posto peggiore di tutti, la
dimora del terrore, l'antro dove ogni speranza, ogni resistenza al volere della mamma venivano soffocate.
Lo spiraglio della porta dello sgabuzzino la fissava malignamente.
 Dentro, sotto una lampadina azzurra perennemente accesa, c'era l'interpretazione di Derrault del famoso sermone di Jonathan Edwards ,Peccatori tra le mani di un Dio Infuriato.
<< Gesù gli rispose: "Sta scritto anche: Non tentare il Signore Dio tuo" !>>
Ora la mamma la stava trascinando, mezzo in piedi e mezzo a carponi, verso l'altare, dove caddero tutte e due in ginocchio.
La donna stringeva forte il polso di Carrie.
<<  Di nuovo il diavolo lo condusse con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria e gli disse: "Tutte queste cose io ti darò, se, prostrandoti, mi adorerai". Ma Gesù gli rispose: "Vattene, satana! Sta scritto: Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto". Allora il diavolo lo lasciò ed ecco angeli gli si accostarono e lo servivano ! >>
<< Mamma!>> gridò Carrie. << Mamma, ascoltami, ti prego! Non ho fatto niente di male !>>
<< Tu hai fallito la prova, sciagurata ! China la testa ! >> ordinò la donna. << Preghiamo >>
<< Non volevo! Mi dispiace ! >>
Margareth calò la mano sulla nuca della bambina, con tutta la forza dei muscoli sviluppati da undici anni passati a sollevare pesanti sacchi da lavanderia e a trasportare carrelli carichi di lenzuola bagnate.
La faccia di Carrie, con gli occhi fuori dalle orbite, venne spinta in avanti e la sua fronte sbatté contro
l'altare, facendo tremolare le candele.
<< Preghiamo ! >> disse la mamma con voce sommessa e implacabile.
Piangendo e tirando su col naso, Carrie chinò la testa. Una candela di muco le pendeva dal naso e lei se la pulì via col dorso della mano.
<< O Signore !>> declamò la donna con voce tonante, la testa buttata all'indietro, << aiuta questa peccatrice di fianco a me a scorgere il suo peccato. Mostrale la via della salvezza  ! I demoni pagani hanno tentato di plagiare la sua mente !>>
<< No! Lasciami andare! >>
Lottando cercò di rialzarsi in piedi, ma la mano della mamma, forte e spietata come una morsa d'acciaio, la costrinse di nuovo a mettersi in ginocchio.
<< e io sono la tua messaggera ! colei che le  farà percorrere lo stretto e diritto cammino da qui alla fine, se vorrà evitare l'agonia fiammeggiante dell'Eterno Abisso! Amen >>
Girò gli occhi scintillanti e ingranditi dalle lenti verso sua figlia.
<< Vai nello sgabuzzino, adesso >>
<< No!>> esclamò l’infante. Sentì il fiato ispessirsi per il terrore.
<< Vai nello sgabuzzino. Prega in segreto. Chiedi perdono per il tuo peccato >>
<< Non ho peccato, mamma! >>
Di nuovo le sembrò di vedere un lampo di paura passare negli occhi della mamma, come un lampo estivo che sparisce subito senza esser seguito dal tuono.
La donna cominciò a trascinare Carrie verso il bagliore blu dello sgabuzzino.
Ma prima che potesse compiere anche solo un altro passo, una stretta poderosa le afferrò la spalla sinistra, costringendola a fermarsi.
Si voltò di scatto e, a mala pena, riuscì a trattenere un grido di terrore.
Di fronte a lei, infatti, aveva appena preso posto la figura di un clown alto quasi un metro e 90,vestito in abiti di fattura vittoriana.
 Aveva il volto adornato da un paio di labbra rosse come il sangue, chiuse in un sorriso diabolico.
Il cuore della donna mancò un battito.
<< Oh,mio Dio >>
<< No…solo io >>ribattè il demone.
Non appena ebbe pronunciato tali parole, gli occhi della creatura parvero illuminarsi.
 La donna fu visibilmente tentata di urlare ma i suoi istinti vennero prontamente surclassati dall’ ondata di shock che le balenò in corpo, non appena il volto di Pennywise cominciò a mutare in un immagine distorta e irriconoscibile.
Le pupille si ridussero a un paio di linee sottili come quelle di un serpente e un paio di fauci irte di denti affilati come lame, gocciolanti saliva, si materializzarono dal nulla, al posto della maggior parte del viso.
 La White non ebbe neanche il tempo di elaborare la situazione. La testa dell’entità si porse in avanti affondando le mascelle sulla testa della donna, staccandogliela di netto.
Il corpo di Margareth White crollò  a terra, dimenandosi in un breve serie si spasmi e convulsioni.
Il clown si leccò le labbra, per poi chiudere il volto in una smorfia grottesca.
 << Ugh, odio i fanatici religiosi. Sanno sempre di spazzatura >> borbottò a se stesso.
Fatto ciò, volse la propria attenzione nei confronti dell’unico altro occupante presente nella stanza. Nascosta in un angolo, Carrie White cercò di farsi più piccola, nel tentativo di scampare alla vista della creatura che aveva appena ucciso sua madre.
Non che fosse triste di ciò che era capitato alla donna, sia chiaro. Se l’era andata a cercare !
Tuttavia,era sicura che presto lo stesso destino sarebbe toccato a lei.
 I suoi timori parvero concretizzarsi, non appena il pagliaccio cominciò a incamminarsi verso la sua posizione ,fino a fermarsi ad appena un paio di passi dal suo corpo piccolo e malnutrito.
 La bimba chiuse gli occhi, aspettando il fato inevitabile. E aspettò. E aspettò ancora. Eppure…non accadde nulla.
Lentamente, quasi con esitazione, dilatò le palpebre.
Pennywise era rimasto fermo e immobile di fronte a lei e aveva cominciato a scrutarla con fare  contemplativo.
Poi, come dal nulla ,il clown afferrò il colletto del maglione e issò la bambina fino alla sua faccia.
Un’ondata di puro terrore cominciò a percuotere il corpo di Carrie.
Ecco, pensò. Adesso mi mangerà !
 La creatura, tuttavia, non diede alcun segno di voler intraprendere una tale azione e si limitò ad osservarla. Occasionalmente ,la punzecchiò con l’indice dalla mano libera, suscitando una risatina involontaria da parte dell’infante.
Dopo quasi un minuto buono, la creatura terminò il suo esame, concludendo con una rapida annusata ai capelli di Carrie. Sembra quasi un cane,fu il primo pensiero che attraversò la mente della fanciulla. Pennywise annuì a se stesso.
<< Sì tu sei sicuramente una bimba molto speciale >> dichiarò con voce stridula.
L’undicenne inarcò un sopracciglio.
Lei non era mai stata speciale. Era solo…Carrie.
Poco prima che potesse contestare le parole del clown, tuttavia,udì uno strattone, e tutto divenne un vorticare di luci e colori.
 
                                                                                                                                     * * *

Pennywise riapparve direttamente al centro della camera di Jack.
La bambina in questione era inginocchiata sul pavimento, intenta a disegnare una riproduzione in miniatura della villetta. Sorpresa dall’entrata improvvisa del suo “ tutore” ,volse al clown un espressione leggermente scioccata.
La creatura si limitò a rilasciare per terra un piccolo fagotto che teneva tra le braccia.
Ci vollero a Jack a mala pena un paio di secondi per rendersi conto che il suddetto fagotto era, in realtà, una bambina dai capelli biondi, probabilmente di età non superiore alla sua.
La nuova arrivata tentò di mantenersi in equilibrio, ma cadde pesantemente sulle assi del pavimento. Evidentemente, il metodo di viaggio utilizzato da Pennywise doveva averla scombussolata un bel po’.
Carrie, nel frattempo, cercò di mettere a fuoco la zona circostante. Stava per vomitare, ne era sicura !
Quando divenne consapevole dei suoi dintorni, a stento riuscì a trattenere la sua sorpresa.
La camera era bianca come la neve, disseminata di fogli, bambole  e mobiletti di fattura vittoriana.
 Un letto multicolore si stagliava lungo il lato nord della stanza, arricchito dalla presenza di un lucernario in argento.
DI fronte a lei, infine, vi era una bambina dai corti capelli grigi e gli occhi dorati, vestita in un pallida camicetta da notte.
Jack fissò Carrie con un cipiglio confuso, per poi di volgere la propria attenzione nei confronti di Pennywise.
<< Papà,chi è lei ?>> domandò con tono incerto.
Al sentire tali parole, Carrie non potè fare altro che rilasciare un sonoro sussulto.
Questa …creatura….era…era suo padre ?!
IT, nel frattempo, si limitò ad arricciare ambe le labbra in un sorriso ferino.
<< Jackie ti presento Carrie !>> esclamò, pattando la testolina della bionda.
<< Carrie, ti presento Jackie…la tua nuova sorellina >>.
Il tempo parve fermarsi. Per un attimo, la piccola White credette di aver sentito male.
La paura venne presto sostituita da un’ondata di puro shock.
<< C-co…cos…>>
poco prima che potesse formulare quella parola, un proiettile di capelli grigi l’avvolse in un abbraccio serrato.
Il cuore di Carrie sussultò.
Nessuno l’aveva mai abbracciata in quel modo. Era un abbraccio caldo e gentile. Non come quelli di sua madre, che erano scomodi, possessivi o dominanti.
Si sentiva…comoda…e al sicuro.
Pennywise ridacchiò divertito, mentre cominciò a incamminarsi al di fuori della stanza.
<< Vi lascio sole. Approfittatene per conoscervi !>>
E, detto questo, chiuse la porta della cameretta.

Un silenzio scomodo, quasi imbarazzante, sembrò calare nelle profondità della villetta.
 In tutta onestà, Carrie non sapeva bene come avrebbe dovuto comportarsi.
La sua vita era passata da 0 a 100 in appena mezz’ora !
Jack, al contrario, sembrava avere le idee molto più chiare.
<< Vuoi aiutarmi a decorare l’albero di Natale ?>>domandò con fare speranzoso.
In tutta risposta, Carrie si limitò a lanciargli un sorriso timido.
Forse stare qui non sarebbe stato così male, dopotutto.




Com'era ? Spero bello ! Ecco i video per i personaggi apparsi fin'ora.

Pennywise ( IT ) : 
https://www.youtube.com/watch?v=lfWQaOpSW58

Jack lo squartatore ( Fate / Apocrypha ) : https://www.youtube.com/watch?v=sX-V95oYir0

Carrie White ( Carrie ) : https://www.youtube.com/watch?v=bc3SqoY9vB8
 

 
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Crossover / Vai alla pagina dell'autore: Evil Ulquiorra