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Autore: mari05    19/11/2017    0 recensioni
Sono semplicemente delle riflessioni su l'anno scolastico che sta passando dal punto di vista di una ragazza con molti pensieri ed ansie inutili... essendo la mia prima storia siate clementi! ;-)
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non avrei dovuto.
Non avrei dovuto mettermi a piangere, durante l’ora di storia, appena finita la verifica di grammatica.
Lei sapeva che non sarei riuscita a completarla. Lei ne era consapevole, ma nonostante questo mi ha dato lo stesso il testo da analizzare, bensì avesse notato più di una volta il mio sguardo che la pregava come a dire “Lasciami, più tempo, te ne prego!” ha lasciato che le consegnassi il mio compito non completato.
Sono cosciente del fatto che lunedì continueremo a farlo, e il fatto che non sono riuscita a finirlo in quei venticinque minuti che ci aveva assegnato sarebbe andato dimenticato, ma nonostante ciò c’è qualcosa, o meglio qualcuno,lei, che continua a spingere sulle mie spalle, continua a spingere, spingere, spingere…
E fu proprio per questo che piansi, durante l’ora di storia, appena finita l’ora di grammatica.
Di solito le lacrime escono, ma non si vedono mai. Escono ma rimangono dentro, tra il cuore e i polmoni; mai sono arrivate così lontano, perché io sono sempre stata in grado di… di asciugarle.
“Ehi, tutto apposto?” mi chiede lui, mentre mi vede piangere.
Mi piace il legame che ho stretto con lui, soprattutto perché finalmente ha trovato una persona vera che lo aiuti.
Ma in quel momento non ho bisogno di lui. Ho bisogno di piangere.
“Niente, non ho niente…”mormoro a bassissima voce, mentre tutti gli altri si girano e spalancano gli occhi.
Tutti. TUTTI.
“Dai, non fare così!”
“è solo un compito, dai…”
“Ma che succede?”
“Non preoccuparti…”
Non li ascolto. Nelle mie orecchie ci sono solamente tutte le critiche, i commenti negativi…
Non è brutto… solo non è come volevo.
Non mi sembra che l’abbia scritto tu… sicura di non averlo copiato?
Troppo pesante… non credo possa piacere ad un pubblico.

In quel momento, mentre la prof di storia cerca di calmarmi dicendomi che non c’è bisogno di piangere per una cosa del genere, è come se assieme alle lacrime stiano uscendo anche i ricordi.
E le urla.
E le grida.
E i sussulti.
Vorrei dire alla prof che non sto piangendo perché non ho finito il compito, o meglio, è quello che può sembrare, ma sto piangendo semplicemente perché so che lei saprà, che si ricorderà per sempre che non l’ho finito.
“NON MI IMPORTA SE SI AGGIUSTERÀ TUTTO. VOGLIO SOLO CHE LEI NON SAPPIA CHE NON L’HO FINITO.”
Ma lei lo sa. Il danno è fatto. La ferita è stata aperta, e tutto il sangue sta schizzando fuori.
Mentre cerco di calmarmi e di sembrare una persona normale che piange solo per un compito, succede una cosa straordinaria.
Lei apre la porta.
E mi vede.
L’ho vista! Sono stata la prima persona su cui ha posato gli occhi! Le sta vedendo? Sì, le sta vedendo, le lacrime? Spero di sì.
Ma, quando penso che si avvicinerà a me e mi dirà che sono la migliore e che non c’è bisogno di preoccuparsi, lei si gira dall’altra parte e chiede se i 3 ragazzi assenti hanno portato le firme dell’avviso.
Ho sperato.
Per quell’attimo, ho sperato che lei lo avesse saputo.
Ma è sempre uguale. Il peso è sempre lì. E i suoi occhi, i suoi occhi bellissimi e profondi e meravigliosi sono ancora lì.
Sì, per questo mi sono messa a piangere, durante l’ora di storia, dopo il compito di grammatica.

   
 
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