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Autore: lithium    27/11/2017    0 recensioni
Prequel, Sequel, Missing Moments dalla mia fiction su Harry Potter "Il caso Mackenzie", una raccolta di one shots che raccontano momenti o eventi che ho solo sfiorato nel racconto principale e volevo raccontare. Si accettano volentieri suggerimenti per il tema dei capitoli successivi. Non è in alcun modo necessario aver letto la storia principale per comprendere il contenuto di questi piccoli racconti. Se fosse necessario un breve riassunto per seguire meglio la storia lo metterò nell'introduzione del capitolo. Le mie storie seguono quanto più fedelmente possibile il canon di JKR e i libri.
Genere: Azione, Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hannah Abbott, Hermione Granger, Neville Paciock, Nuovo personaggio, Ron Weasley | Coppie: Audrey/Percy, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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- Questa storia fa parte della serie 'Il caso Mackenzie serie'
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MANDRAGOLE E STUFATO DI ZUCCA

** * **

Neville Paciock si levò il paraorecchie di pelo e ripulì con il guanto da giardinaggio un baffo di terra che aveva sul volto. Era il periodo ideale per reinvasare le mandragole e l’indomani mattina gli studenti del secondo anno avrebbero avuto il loro primo incontro con quelle curiose piante dalle radici a forma di bruttissimi neonati.

Neville ricordava ancora la prima volta in cui aveva avuto a che fare con uno di quei bambinetti combattivi, proprio qui nella serra due sotto l’occhio vigile della Professoressa Sprite. Ne era passato di tempo, ne erano cambiate di cose, ma soprattutto era cambiato lui: quel bambino impacciato ed insicuro era cresciuto e maturato sino a diventare a sua volta un Professore di Erbologia, a guadagnarsi un Ordine di Merlino. E per questo Neville non poteva che ringraziare le persone che avevano creduto in lui finché non aveva capito di poter credere a se stesso: la professoressa Sprite, Hermione Granger, Luna Lovegood, la sua splendida Hannah e sì, persino sua nonna, la formidabile Augusta Paciock.

Sorrise e ripose i guanti da lavoro in un cassetto. Sperava che domani nessuno degli studenti svenisse per il canto delle mandragole. L’anno precedente una piccola Tassorosso non aveva sistemato bene il paraorecchie e bum! aveva passato mezza giornata in infermeria. Madama Chips non era stata per niente contenta di lui. Eppure pensava di essere stato chiaro nelle istruzioni agli studenti. Evidentemente la notoria laboriosità dei Tassorosso doveva aver avuto la meglio sulla loro prudenza. Quanto era stato complicato spiegare per lettera a dei genitori babbani cosa fosse successo alla loro figliola. Neville sapeva che anche i Babbani avevano una pianta che chiamavano mandragola: l’aveva letto su un erbario babbano che Hermione e Ron gli avevano regalato per Natale qualche anno prima. Era stato uno dei libri più affascinanti ed assurdi che avesse mai letto. La mandragola babbana aveva proprietà anestetiche e, se fioriva d’autunno, era tossica. C’erano persino accenni misteriosi a non meglio spiegabili proprietà afrodisiache: non esattamente qualcosa che Neville avrebbe presentato ad un’aula di dodicenni ancora in gran parte ignari dell’imminente crisi ormonale che li avrebbe colti di lì a poco. Era stranamente rassicurante poter osservare l’adolescenza altrui sapendo di essere scampati a quel periodo. Nel suo caso in maniera più letterale che in altri.

Neville scosse la testa per allontanare i pensieri cupi che si stagliavano come nuvole a margine del sole e cercò nelle tasche le pesanti chiavi della serra. Aveva fame. Sperava intensamente che quella sera Hannah avesse proposto lo stufato di zucca nel menù del paiolo magico, il suo piatto favorito. Aveva appositamente lavorato sino a tardi e saltato la cena in sala comune. Si guardò le unghie, mentre camminava verso il castello e verso il focolare dell’ufficio della Preside dal quale avrebbe potuto raggiungere Diagon Alley. Alla luce della bacchetta si vedeva chiaramente che per quanto spazzolasse, un po’ di terriccio rimaneva sempre incastrato sotto le unghie. Avrebbe dovuto nuovamente lavarsi le mani, ma… Non voleva aspettare. Hannah non aveva mai badato troppo a certe cose, Hannah con il suo sorriso gentile e l’atteggiamento incoraggiante dal primo giorno in cui l’aveva conosciuto. Maneggiò distrattamente la scatolina che aveva in tasca, mentre saliva le scale. Bussò alla porta aperta dell’Ufficio della Preside, McGranitt.

“Ah, Professor Paciock … Neville entra. Serata fuori?”

Neville arrossì, suo malgrado.

“E sì, è una sera d’autunno tanto bella. Il vento ha spazzato via quasi tutte le nuvole e la luna è così limpida. Volevo usare il vostro camino.”

Minerva McGranitt sorrise, nonostante l’espressione arcigna che le rimaneva sempre sul volto anche nei momenti più rilassati, allungò la mano verso una scatola di shortbread che aveva sulla scrivania.

“Fa pure. Solo ricorda di fare piano se tornerai molto tardi. Non vogliamo svegliare gli studenti, ovviamente. Buonanotte Neville e … Buonanotte alla Signorina Abbott, immagino.” Disse, raddrizzandosi gli occhiali ed addentando il biscotto.

Imbarazzato Neville salutò, afferrò il barattolo della metropolvere dal camino, ne tirò una manciata nel focolare e scandì bene la sua destinazione. Qualche secondo dopo comparse nel camino del Paiolo Magico. Un odorino confortante di stufato di zucca lo avvolse come un abbraccio e, dietro il bancone, osservò Hannah sorridere ad un cliente, mentre gli porgeva un boccale di Burrobirra. Il suo sorriso si fece più ampio quando la giovane si accorse che Neville si stava spazzolando la fuliggine di dosso e avvicinando al bancone. Indossava un vestito a fiorellini rossi con maniche arrotolate sino ai gomiti che secondo Neville le donava un sacco. Ma Neville non sapeva niente di moda. Eppure aveva la certezza che ad Hannah sarebbe donato qualsiasi vestito o nessun vestito, se è per questo. Il palmo delle mani gli sudava un po’. Si spostò lungo il bancone finché non trovò uno sgabello vuoto.

“Buonanotte, Neville.”

“Buonanotte, Hannah.”

“Abbiamo lo stufato di zucca. So che è il tuo preferito! Un piatto? E’ ancora bollente.”

“Sì, grazie, ed una Burrobirra per favore.”

Hannah si allontanò un secondo, mosse la bacchetta verso la cucina, mentre con la sinistra spillava un boccale spumoso di Burrobirra. Il piatto, colmo e fumante, arrivò fluttuando gentilmente dalla cucina, evitando gli ostacoli, e posandosi davanti a Neville con perfetto sincronismo con il bicchiere che Hannah gli poneva di fronte.

Neville rise. “Non ho mai capito come tu ci riesca!”

Hannah si strinse nelle spalle. “Pratica.” Lo osservò intenta mentre intingeva il cucchiaio nel sugo ed assaggiava. “Allora?”

“Mmm… Una meraviglia, come al solito.”

Il sorriso della ragazza si fece, se possibile, più ampio e brillante, prima che lei si spostasse per dar retta ad un altro avventore.

Neville la fermò. “Hannah, aspetta, ho una domanda da farti.”

La strega fece cenno al cliente di attendere un momento.

Neville si umettò le labbra. Certo lei avrebbe meritato ben altro, ma… Insomma lui era un tipo così e lei lo sapeva… E non avrebbe saputo come, altrimenti. E si stava agitando e se si fosse messo a pensare troppo, avrebbe perso il coraggio, proprio ora che aveva deciso. Spostò la destra verso la scatola e cercò d’aprirla con una mano sola, senza fortuna. Lottò per un attimo con il contenitore, mentre gli occhi di Hannah si sgranavano. Infine ebbe la meglio: la scatola s’aprì. Il piccolo anello scintillò alla luce artificiale del pub.

“Sposami.” Le disse con tutta la voce che gli restava. La salivazione completamente scomparsa.

Hannah s’asciugò le mani nello strofinaccio che aveva sulla spalla e lo appoggiò sul bancone. Lo guardò un momento, improvvisamente seria. “Rimetti in tasca la scatola. L’indosserò più tardi. Ti sposerò, Neville Paciock.” Aveva un sorriso quasi imperscrutabile su quelle labbra adorabili.

Neville le sorrise a sua volta, riprese in mano il cucchiaio e lo intinse di nuovo con gusto nello stufato.

Hannah raggiunse il suo cliente.

Neville adorava la semplicità delle notti ventose d’autunno, il sapore dello stufato di zucca di Hannah, la confortante ripetitività delle lezioni di Erbologia.

 

 

   
 
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