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Autore: Audrien    28/11/2017    1 recensioni
Storia ambientata nell'estate dopo il 5° anno del trio.
Tratto dal primo capitolo: -Abbraccio?- propose Fred aprendo le braccia. Hermione lo guardò con un sopracciglio alzato, ma poi sorrise e lo strinse all'altezza della vita, con l'orecchio appoggiato sul suo petto sentiva i battiti del suo cuore. La testa aveva smesso di girare.
Dal capitolo 11:
–Ho bisogno di parlarti.- annunciò quando Molly uscì fuori in giardino per posare degli utensili.
-Credo che tu abbia già detto abbastanza.-
La ragazza restò a guardarlo mentre si portava il pollice tra le labbra e leccava un po’ di marmellata rimasta attaccata al polpastrello. Arrossì, lui lo notò e le fece l’occhiolino. –Vuoi favorire anche tu, Granger?- indicandosi il dito.
-No, grazie. Weasley.-
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Fred Weasley, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger, Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Quella notte Hermione dormì un sonno agitato, non come quelli precedenti fatti di preoccupazioni ed ansie, ma per l’eccitazione per il giorno seguente. Pensò molto alle parole di Ginny e decise che sì, ci avrebbe provato. Avrebbe rischiato.
Il mattino dopo, finalmente, si alzò di ottimo umore e scese a colazione quasi saltellando sugli scalini.
-‘giorno!- disse ad una Molly come sempre indaffarata. –Sono la prima?-
-Eh si, Hermione cara, alla buon’ora. Siediti fra poco scenderanno tutti. Quali sono i programmi per la giornata? Andrai ad aiutare anche oggi i ragazzi al negozio?- chiese la signora Weasley.
-Assolutamente no- rispose subito Hermione. Poi si accorse che alla sua voce si era apposta anche quella di un’altra persona. Fred entrò nella stanza in quel momento. –Non ce la voglio un altro giorno nel negozio, chiuderemo di certo e tutti i nostri sacrifici saranno stati vani!-
-Hey! Non è colpa mia se abbiamo vedute diverse. Neanche io muoio dalla voglia di stare lì. E comunque… Non sono così pessima!- si difese Hermione.
-Ma per favore! Ti ho vista quando cercavi di convincere dei ragazzini che i nostri prodotti fossero maledetti!- esclamò il ragazzo divertito. Gli spuntò sul viso il suo solito sorriso e il cuore di Hermione perse un battito.
“Quanto diamine… è bello, Merlino?!” pensò. Si tappò la bocca con le mani e sbiancò. –L’ho detto ad alta voce?- chiese preoccupata.
-Cosa? Che sono bellissimo? No.. ma so che l’hai pensato, quindi è come se l’avessi detto mi dispiace. Ma ti ringrazio lo stesso.- disse Fred rilassato, spalmandosi marmellata su delle fette biscottate.
Ad Hermione le si formò un cipiglio. –Ho bisogno di parlarti.- annunciò quando Molly uscì fuori in giardino per posare degli utensili.
-Credo che tu abbia già detto abbastanza.-
La ragazza restò a guardarlo mentre si portava il pollice tra le labbra e leccava un po’ di marmellata rimasta attaccata al polpastrello. Arrossì, lui lo notò e le fece l’occhiolino. –Vuoi favorire anche tu, Granger?- indicandosi il dito.
-No, grazie. Weasley.-
-Hey, hey, hey. Qui le acque sono mosse, quasi quasi me ne torno di sopra.- intervenne una Ginny molto assonnata e con i capelli sparati da tutte le parti. Si sedette e poco dopo entrarono in cucina anche Harry, Ron e George.
Ginny prese a mangiare il suo porridge e lanciava occhiate curiose ad Hermione ogni volta che poteva, mentre l’altra si guardava intorno facendo finta di nulla. Presto i ragazzi, compresa Ginny, cominciarono a parlare di Quidditch, e lei, annoiata si alzò per seguire Molly in giardino.
-C’è qualcosa che posso fare, signora Weasley?- chiese.
-Oh, potresti posarmi quei secchi e quelle scope nello sgabuzzino qui fuori, Hermione cara?-
La ragazza eseguì. Ripose i secchi l’uno nell’altro spingendoli nello sgabuzzino e ammassando le scope in un angolo.
-Allora, dovevi parlarmi?-
Hermione lanciò un urlo e si girò di scatto. Fred la guardava dall’alto del suo metro e ottanta circa. –Non hai da lavorare oggi?!- domandò stizzita.
-George mi ha dato un giorno libero, prenderà il mio posto Ginny oggi. Che c’è? Ti dispiace?- chiese divertito lui.
-Onestamente sì.- rispose acida. –Anzi no, me ne starò in camera mia a fare quello che più mi piace, studiare. Perché io sono una persona noiosa, no? Sono un’insopportabile secchiona so-tutto-io saccente! Vero?! Non è così?-
Fred non smetteva di sorridere. –Devo dedurre, quindi, che l’appuntamento con Cormac non è andato una meraviglia, giusto?-
-Ti interessa?- ribatté Hermione incrociando le braccia al petto.
Fu un lampo e Fred annullò le distanze tra di loro, schiacciandola contro la porta di legno dello sgabuzzino e poggiandoci sopra le mani. -Ovviamente.- sibilò. La ragazza ebbe un fremito di paura, ma non scostò gli occhi dai suoi. Non si era mai sentita così viva. Ginny aveva ragione.
-E’ vero quello che mi hai detto l’altro ieri? In.. in magazzino?- chiese.
Fred si avvicinò di più al suo viso, non sorrideva. –Sì. E ti odio per questo.-
Fu il turno di Hermione a sorridere. –Tu hai paura.-
Lui abbassò gli occhi, ma li rialzò quando lei continuò. –Anch’io ho paura, Fred.-
-Hermione!! Hai finito con quelle scope?- urlò la signora Weasley dall’altro lato del giardino.
Il ragazzo si spostò da lei come se l’avesse scottato, poi scosse la testa sorridendo. –Vai, parliamo più tardi.-

Hermione passò tutta la mattinata con Harry e Ron e li costrinse a fare i compiti. Ogni tanto azzardò un’occhiata giù in cucina, fuggendo via subito per la presenza di Fleur. All’ora di pranzo scesero tutti e lei prese posto fra i suoi due amici, giusto per assicurarsi che nessuno che le avrebbe imbarazzata a morte le si sarebbe seduto accanto. Ma non fu così. Harry scelse proprio quel giorno per fare il romanticone, quindi si alzò e si sedette accanto a Ginny, che sollevò le sopracciglia, sorpresa, ma non disse niente. In men che non si dica, il posto, adesso vuoto, di Harry fu occupato subito da uno dei gemelli. La ragazza non volle girarsi per vedere chi dei due fosse. La scarica elettrica che però le aveva provocato le fece capire che era Fred; assottigliò lo sguardo in direzione di Harry, quasi a fargli un malocchio silenzioso. Leggermente imbarazzata non si voltò per tutta la durata del pranzo verso il gemello, finché Fred, di proposito, lo sapeva, fece cadere un bicchiere di acqua, che si rovesciò tutto sui blue jeans di Hermione.
-Oh mi dispiace, Granger, rimedio subito.- disse lui fintamente addolorato. Prese dei tovagliolini di carta e cominciò a strofinarli sulla gamba di Hermione mettendoci sopra anche l’altra mano per tenerla ferma. Hermione era imbarazzatissima, cosa stava facendo quell’imbecille? Davanti a tutti poi! –Perché non utilizzi la bacchetta, genio?-
-Ah..vuoi che usi la mia bacchetta? Proprio la mia?- le parole di Fred arrivarono in un sussurro, in modo che solo lei potesse sentire. La ragazza avvampò dalla vergogna, scacciò la mano di Fred dalla sua gamba e si alzò, diretta in camera sua. La signora Weasley rimproverò il figlio. –Vai a chiederle scusa! SUBITO!-
-Come vuoi ma’!- non aspettava altro che andare in camera sua e stare un po’ da solo con lei. Guardò Ginny per assicurarsi che non venisse a ficcare il naso mentre lui era di sopra e poi si avviò.

Entrò senza bussare e trovò Hermione di spalle intenta a saltellare per infilarsi i jeans. Finita l’operazione, lei si voltò e sbarrò gli occhi alla vista di Fred, il quale sfilò in fretta la bacchetta dalla cintura e zittì il suo urlo imminente con l’incantesimo Silencio. Hermione, inviperita, si lanciò con i pugni alzati contro di lui che, per tutta risposta, si diede una spinta in avanti, con l’unico risultato di cozzare come sacchi di patate. Rimbalzarono e, allontanati, si guardavano: Hermione in cagnesco, Fred divertito.
-Giuro, ti levo l’incantesimo se prometti di non sbraitare.- affermò il ragazzo.
Suoni indistinti si levarono dalla gola di Hermione, avevano un che di minaccioso.
–Cosa? Non capisco.. Potresti spiegarti meglio?- scherzò lui, ancora.
Lei agitò le braccia e gli puntò un dito contro, quasi a volerlo minacciare. Fred rise e si avvicinò un po’. –Prometti.-
Hermione alzò le mani, i palmi aperti, lo sguardo furioso. Lui agitò la bacchetta.
-Ringrazia Merlino che non possa usare la magia fuori da Hogwarts stupido Weasley!- esclamò arrabbiata. –Che cosa ci fai qui? Esci, è la mia camera! E tra l’altro, non si bussa?- rossa in viso, si gettava le mani tra i capelli assumendo un’aria isterica. –Tu mi farai impazzire lo so.. Oh, io lo so…- borbottava.
-Dai sono venuto a chiederti scusa! Propongo di sederci sul letto e parlare.-
-Io propongo di cacciarti via a calci, non ci siamo.-
-Va bene, allora me ne vado, tanti saluti!- Fred fece per uscire.
-Aspetta!- lo chiamò Hermione.
-Sì?- si guardarono, lei non sapeva perché l’avesse fermato.
-Ehm.. si.. forse tu… Forse tu avevi ragione, dai, sediamoci. Parliamone.-
-Bene!-
-Bene!-
Si sedettero sul letto, uno di fronte all’altro. Fred aveva uno sguardo luminoso. –Allora?-
-Allora cosa?-
-Hai detto parliamone.-
-L’hai detto anche tu!-
-Oh be’, in questo caso io volevo semplicemente chiederti scusa, mi ha mandato mamma qui a farlo.-
-Ah sì? E da quando tu fai quello che ti dice di fare tua madre?-
-Tu non sei mai stata così chiacchierona.-
-Tu non sai cosa sono io!-
-Sei un troll?-
-No!-
-Un gigante?-
-Fred..-
-Un doxy?-
-Fred ti prego..-
-Ci sono, ci sono! Un folletto della Cornovaglia!-
-Per la barba di Silente, Fred, smettila! Mi farai venire un’emicrania!-
-Uffa, ma quanto ti agiti..-
-I nostri caratteri non sono uguali..- mormorò. –Non può funzionare.- disse a voce ancora più bassa, calando il capo.
Fred le sollevò il viso con una mano e la guardò intensamente. –Non sono uguali, è vero. E menomale! Non trovi anche tu che combacino in un certo senso? E comunque per rispondere alla tua domanda di oggi, non sei noiosa. Anche tu sei divertente a modo tuo. Certo, non quanto me, ma lo sei.-
Hermione si sentì a suo agio quando la mano di Fred prese ad accarezzarle la nuca. -Posso farti una domanda?- gli chiese. –Molly mi disse che tu e George avevate affittato una casa sopra al negozio.. Perché non ci siete mai e siete sempre qui?-
-Be’.. in realtà perché vorremmo darle il tempo di abituarsi alla nostra assenza..-
-Oh.-
-Che c’è? Tu non la gradisci la nostra presenza?-
Hermione alzò gli occhi al cielo. –Sei esasperante Fred Weasley. E comunque vi vedo solo a pranzo e a cena, quindi.-
-Vorresti vederci più spesso allora?-
-Basta ci rinunciò!- Hermione si lasciò cadere all’indietro sul letto, le mani a coprire il viso.
Fred rise tantissimo. -Che cosa fai oggi, Granger?-
-Non so.. Ho finito tutti i compiti..-
-Esci con Cormac?-
-NO!- urlò lei scoprendosi il viso. Si mise a sedere. –Tu invece cosa farai in questo giorno libero?-
-Non so, speravo di passarlo con te.-
Hermione non riuscì a trattenere le sue sopracciglia, che andarono verso l’alto. –A fare cosa, esattamente?-
-Mhm.. Potremmo conoscerci meglio.-
Fu lei a ridere questa volta. –Fred, ci conosciamo da sei anni quasi.-
-Vero, eppure non so quasi nulla di te, a parte che avevi una cotta per mio fratello Ronnino.-
La ragazza avvampò. –Come fai a.. E perché hai detto avevi? Io…-
-Oh e sono anche convinto che hai almeno una terza come taglia di reggiseno, sai quando ti vidi con quella camicetta..-
Fred si beccò una serie di pugni sulla spalla e sul braccio sinistro.
-Ci vediamo più tardi, Granger.-
-Vai a quel paese Weasley!-

Sentiva un disperato bisogno di parlare con la sua migliore amica, Ginny. Aveva lo stomaco in subbuglio e percorreva a grandi falcate la camera tenendosi il mento con una mano: una vasta gamma di emozioni la pervadeva. Era eccitata al pensiero di passare un pomeriggio con Fred, chissà cosa avrebbero fatto, dove sarebbero stati, che cosa avrebbe detto lui… Però era anche turbata e impaurita sempre per la sua promessa… E poi era anche preoccupata e insicura: doveva farsi trovare pronta in qualche modo? Doveva indossare qualcosa di più carino o magari.. sexy?
Pensò scioccamente di mandare un gufo a Ginny tanta l’agitazione, prima di accorgersi che era veramente una cosa stupida. Avendo finito tutti i compiti non aveva proprio un bel niente da fare. Molte volte si ritrovò a fissare la sua figura nello specchio, facendo diminuire sempre di più la propria autostima. Alla fine decise di passare un po’ di tempo con Harry e Ron, al quale quasi supplicò di fare una partita a scacchi. Fu la peggiore delle sconfitte mai ricevute da Ron. Stava per chiedere una rivincita quando…
-Hey Hermione, sei qui! Andiamo?- Fred aprì la porta della camera dei ragazzi, raggiante.
I ragazzi perplessi guardarono prima il gemello, poi Hermione, che arrossì molto, ma annuì decisa.
-Dove vai?- chiese Ron. –Se andate al negozio vogliamo venire anche noi.-
-Non andiamo al negozio Ronnie.-
-E allora?-
-Perché devi sempre ficcare il naso Ron? Fatti gli affari tuoi.- ribatté il fratello facendo uscire Hermione per poi sbattere la porta dietro di lui.
Si rivolse alla ragazza. –Alla fine hai acconsentito, ti meriti un premio: oggi sono tutto tuo.-
Hermione lo guardò scocciata. –W-o-w.-
Fred non perse il suo sorriso. –Allora cominciamo.-
  
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