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Autore: Marauder Juggernaut    30/11/2017    4 recensioni
Abbiamo ricevuto dalla nostra famiglia le idee di cui viviamo così come la malattia di cui moriremo.
(Marcel Proust)

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La famiglia sono quelle persone che sono presenti sempre, in ogni momento della tua vita, pronte a rassicurarti, consolarti, sgridarti, amarti al di sopra di tutto e nonostante tutto. Per quanto poco convenzionale possa essere.
Slice of life crude, genuine, sincere della controversa famiglia dell'unica imperatrice donna.
Perché la famiglia Charlotte conosce il meglio e il peggio dei propri componenti, ma di certo non si biasima per questo.
Genere: Angst, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Big Mom, Charlotte Cracker, Charlotte Katakuri, Charlotte Pudding
Note: OOC, Raccolta | Avvertimenti: Violenza
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Note autrice: purtroppo domani non posso pubblicare, quindi lo faccio stasera. OOC a catinelle, quindi preparate gli ombrelli. Un grazie a _Dreamer97, John Spangler e a xxib_emme che hanno commentato lo scorso capitolo. La canzone in fondo "We are (family)" appartiene a Keke Palmer e non detengo alcun diritto.
M.J.


Parola

I nostri fratelli e sorelle sono lì con noi dall’alba delle nostre storie personali fino all’inevitabile crepuscolo.
(Susan Scarf Merrell)

 
La piccola Pudding si agitò ancora di più sul seggiolone, minacciando di cadere. Per fortuna, la mano ferma di Daifuku aveva bloccato la seduta in plastica per evitare che quella creaturina di due anni facesse un brutto volo. Lei mise il broncio, ma non pianse. Era quasi adorabile. Forse un po’ troppo strana con quel suo terzo occhio, ma comunque quasi adorabile.
A Mama non piaceva Pudding.
Cracker invece che se ne stava a divertirsi lì tenendole un dolcetto sollevato, troppo in alto perché le sue braccine potessero prenderlo.
Pudding si sporse ancora, non raggiungendo nemmeno quella volta il delizioso pasticcino che il maggiore teneva tra le mani.
Mama non sopportava vedere quel terzo occhio sulla fronte di Pudding.
« Sai essere davvero perfido a volte, eh, Cracker? ».
« Ma certo, Chiffon, altrimenti non sarei io… » disse, senza nemmeno guardare la sorella, più interessato a quei vani tentativi di Pudding di sollevarsi sulle gambine.
« Povera Pudding! Se non la smetti lo dico a Mama! ».
« Non oseresti, Joscarpone! » Cracker guardò la ventinovesima sorella, provando ad allontanarla con un movimento della gamba.
« Attento, Cracker! » l’urlo di Opera non sarebbe riuscito però a tenere in piedi il seggiolone che il decimo fratello aveva inavvertitamente urtato con forza.
La piccola Pudding urlò, ma l’impatto non avvenne: due forti braccia avevano preso al volo la bambina e la seduta prima che fracassasse a terra con un rumore fastidioso.
Katakuri rimise in piedi la seduta e vi posò dentro Pudding, dandole un buffetto sulla testa con la mano. Passata la paura, la bambina batté le mani sorridendo.
Il secondogenito la guardò e impercettibilmente i suoi occhi si addolcirono.
Katakuri l’adorava; diversa quanto lui.
Si voltò poi verso Cracker, guardandolo con rimprovero e prendendo il bignè dalla sua mano prima di dargli uno scappellotto sulla nuca. Si lamentò, ma non aveva davvero il coraggio di ribattere le perentorie decisioni del maggiore, che stava porgendo il dolcetto a Pudding. La bambina ridacchiò, Katakuri sbuffò quasi divertito e fece per andarsene.
« Papà ».
Tutti i presenti si congelarono a quella parola e si voltarono verso la bambina con la bocca sporca di cioccolato. La prima parola di Charlotte Pudding; e non era esattamente una che si sentiva spesso nella famiglia Charlotte. Katakuri sbatté le palpebre, sorpreso, avvicinandosi a quella bambina che tendeva le manine.
Il secondogenito sentì una fitta allo stomaco.
In fondo era lui, insieme a Prospero, che teneva in piedi la famiglia; che impediva di crollare sotto il peso di una Madre che non era mai davvero cresciuta e maturata per mantenere dei figli; che non li riconosceva se aveva uno dei suoi attacchi di fame o che li rinnegava se non le piacevano o non la compiacevano.
La sua facciata di perfezione non mostrò agli altri fratelli presenti come a lui si fosse mozzato il respiro di fronte a quella responsabilità. Lui che doveva dimostrarsi inarrivabile in qualsiasi occasione, nonostante in parte volesse essere ancora infantile e spensierato. Non poteva più da tempo, ormai.
Katakuri, inginocchiandosi di fronte alla sorellina per essere quasi alla sua altezza, posò la fronte contro i suoi capelli soffici come piume.
« No, Pudding, non è così. Ti spiego tutto quando sei più grande ».
Pudding non aveva capito; lo avrebbe fatto poi, col tempo. Katakuri non aveva mai avuto voglia di spiegare.



 
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