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Autore: paige95    03/12/2017    3 recensioni
Vi sono piccole e grandi vicissitudini per una giovane coppia, ma qualcosa potrà sconvolgere profondamente la loro vita.
/La loro vita insieme, troppe volte sognata e a un passo dalla realizzazione, stava subendo nefasti colpi. Tutti i pensieri positivi di quella mattina, accompagnati dalla magia dell’alba, svanirono. Ora il sole in cielo era alto e, con esso, erano sorti nuovi problemi. Più che l’alba, in quell’esatto momento, Hermione la percepì come il tramonto del loro matrimonio. Non lo avrebbe lasciato, era stata sincera, ma temeva che con il tempo tutto si sarebbe distrutto da sé, di certo non avrebbero resistito in quel vortice in cui erano inconsapevolmente entrati, non era così sicura che il loro amore fosse talmente forte da contrastare quella nuova minaccia/
Dedicata con tanto affetto a HarryPotter394 e Longriffiths
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Lavanda Brown, Nuovo personaggio, Ron Weasley, Un po' tutti | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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La notizia  
 


Un’unione tanto desiderata si era finalmente consolidata. Avevano capito il valore di quella lunga attesa, durata interminabili anni. Avevano imparato ad aspettarsi, a cercarsi senza sfiorarsi, ad amarsi anche solo con il pensiero, rendendo quel sentimento profondamente radicato nel cuore e nell’anima.
 
Ma infondo ciò che realmente contava era stato il loro personale lieto fine. Dopo tanto sospirare, soffrire, palpitare silenziosamente, avevano congiunto formalmente il loro destino, il loro futuro, rendendo quel legame indissolubile.
 
Poche e semplici promesse si erano rivolti, ma niente che gli occhi non potessero sinceramente comunicare. Erano diventati marito e moglie, in una formula che suonava ancora strana ai due, benché fossero sposati ormai da qualche giorno.
 
Nuove emozioni, nuove sensazioni e nuovi desideri spalancarono le porte al futuro, prospettive che potevano essere realizzate solo con la persona amata al proprio fianco.
 
Avevano iniziato una vita insieme, loro che erano quasi sempre stati inseparabili, ma tra alti e bassi si erano sempre ritrovati. Due amici che alla lunga erano diventati due amati, il tempo non aveva affievolito quel sentimento, ma lo aveva rafforzato, dimostrando solo a chi ancora serbava dei dubbi - loro per primi - che quello che provavano poteva essere indiscutibilmente definito Vero Amore. Avevano interpretato male quel sentimento, era iniziato tutto con un’amicizia, o meglio, con un odio incondizionato, il classico inizio di una grande e importante storia d’amore. Credevano di essere compagni di avventura, ma forse su quel punto non avevano disatteso il destino, visto che il loro viaggio insieme era appena iniziato e mille avventure li attendevano in quella nuova vita.
 
Rimanevano comunque ciò che erano, due poli opposti che si attraevano. Lei era rimasta la solita “so-tutto-io” e lui lo stesso casinista, ma quando erano insieme ogni differenza si dissolveva come neve al sole, un’invisibile gabbia dorata li circondava, dove nulla entrava e tanto meno i loro contrasti e incomprensioni.
 
Pochi giorni non erano stati sufficienti a realizzare quanto la loro esistenza fosse cambiata da un momento all’altro. Che bisogno c’era di aspettare? Si amavano e il loro cuore sognava una vita insieme praticamente da sempre. Così un freddo pomeriggio di metà dicembre, sotto sottili e candidi fiocchi di neve, senza poter distinguere quanti fossero realmente creati magicamente dal nervosismo di lui o fossero naturali, Ron aveva consegnato in anticipo il suo regalo di Natale ad Hermione, le aveva donato il suo cuore, le aveva chiesto di condividere il resto della sua vita con lui, lasciandola profondamente sorpresa e totalmente colta alla sprovvista.
 
 Ho rischiato di perderti fin troppe volte e non voglio che accada di nuovo 
 
E non aveva nemmeno avuto bisogno di una esplicita risposta, perché gli occhi della ragazza si erano riempiti prontamente di lacrime di gioia, rivelando per chi il suo cuore palpitasse.
 
Dalla fine della Seconda Guerra Magica la loro vita aveva inspiegabilmente preso una piega differente. Si erano fidanzati, o meglio, da quel loro primo bacio se ne erano dati una serie di tanti altri, come se le loro labbra non attendessero altro da tempo immemore.
 
E l’amore non era nemmeno l’unico sogno che avevano coronato. Entrambi lavoravano al Ministero della Magia e la loro lunga carriera era appena all’inizio. Ron era - a detta della sua giovane consorte - diventato inspiegabilmente un Auror ed Hermione spesso e volentieri lo canzonava.
 
 Solo perché sei il migliore amico di Harry Potter 
 
Ma infondo era pienamente consapevole dell’insolita determinazione che il ragazzo aveva impiegato per raggiungere quella posizione.
 
Hermione portò avanti la sua strenua battaglia per la salvaguardia dei diritti degli elfi domestici, e, proprio per la tenacia con cui avvalorava la sua tesi, fu nominata capo del Dipartimento per la Regolazione e Controllo delle Creature Magiche.
 
Sembrava davvero andare tutto a gonfie vele, pace e serenità aleggiava sui due giovani. Gli unici pensieri che affollavano la loro mente riguardavano la nuova famiglia Weasley e tanta incredulità per essere scampati a quella sanguinaria Guerra e avere avuto la possibilità di condividere quella grande gioia.
 
***
 
In una limpida mattina di fine febbraio, i neosposi si apprestavano ad iniziare una lunga giornata lavorativa.
 
Il pallido sole invernale, che filtrava insidioso attraverso le fessure delle persiane appena alzate, illuminava l’oro della fede - ancora nuova e più lucida che mai -, da cui Hermione non riusciva a distogliere il suo sguardo affascinato. Le pareva ancora troppo bello per essere vero e contava di svegliarsi da un momento all’altro da quella splendida e inverosimile visione. Quella forte luce, che annunciava una nuova alba, rendeva quella nuova condizione maggiormente irrealistica, come se anche la natura fosse complice di quel sospirato idillio.
 
Fissava l’anulare con un dolce e sincero sorriso sulle labbra, tenendo la mano mancina che aleggiava davanti i suoi occhi, stando ancora sotto le calde coperte. Aveva realizzato un sogno che conservava in un cassettino del suo cuore ormai da tempo immemore, perché, nonostante non si sarebbe mai azzardata a scommettere un pollice della sua bacchetta, ci sperava che quel giorno presto o tardi sarebbe arrivato. Voleva ardentemente diventare la signora Weasley e, a grande sorpresa, Ron le aveva fatto la proposta più importante.
 
Solo la voce di suo marito, intento a prepararsi davanti allo specchio del grande comò della loro stanza, consentì il ritorno alla realtà, che infondo era solo una prosecuzione di quell’incantevole visione.
 
 Tesoro, che c’è? È troppo larga? 
 
La ragazza lo guardò, sbattendo più volte le palpebre, cercando di capire il senso delle parole di lui, dato che, immersa com’era in quei sereni pensieri, aveva udito solo un sussurro indistinto.
 
 Mh? 
 
Il marito, impegnato ad abbottonarsi attentamente la sua divisa da Auror, infilando asola dopo asola in quella fitta trama di bottoni, si sedette pazientemente al suo fianco con un lieve sorriso malizioso, ammirandola senza alcun pudore. Ora poteva finalmente permettersi quell’azzardato gesto, senza più il bisogno di nascondere i suoi reali sentimenti, con la convinzione di essere ricambiato, e non vi era davvero sensazione migliore al mondo che lo facesse sentire più sereno e felice.
 
 Se la fede è troppo larga ho un rimedio naturale per farti ingrassare 
 
E così detto si avvicinò velocemente a lei con l’intento di porgerle un dolce bacio del buongiorno. Ma la moglie lo bloccò lievemente dispiaciuta, sistemandogli accuratamente il colletto dell’uniforme e stando attenta a non incrociare nel mentre di quel gesto gli occhi desiderosi del ragazzo.
 
Ron rimase palesemente deluso per quell’interruzione e il suo tono diventò tristemente ironico.
 
 Ora sono a posto? Posso baciarti?  
 
A quelle parole Hermione rispose con decisione, azzardandosi ad alzare lo sguardo su quegli occhi smeraldo, che tanto amava.
 
 No, non puoi, perché so dove vuoi andare a parare e noi dobbiamo andare al lavoro 
 
La ragazza, dopo aver rapidamente abbottonato gli ultimi bottoni che Ron aveva distrattamente lasciato aperti per concentrarsi sulla sua giovane sposa, si alzò velocemente, interrompendo quell’intenso contatto visivo. Indossò la vestaglia, scostando su un lato i suoi lunghi capelli, e si diresse verso il proprio guardaroba per scegliere gli abiti odierni.
 
Ron rimase a fissare ogni sua azione senza muoversi nemmeno di un centimetro da quella posizione, profondamente contrariato dai piani di lei, ma anche estasiato dalla sua figura. Sorrise al solo pensiero di aver ricevuto, ormai da qualche giorno, il privilegio di poter iniziare ogni mattina con la piacevole visione di sua moglie.
 
 Hermione, ti vorrei ricordare che siamo in luna di miele e questa giacca dovresti togliermela, non abbottonarla 
 
​Lei lo ispirava talmente tanto, lo faceva entrare in un travolgente vortice di sentimento, che non vi era più alcuno spazio per l'imbarazzo e il pudore. 

 Ed io ti vorrei ricordare, Ronald, che non ci possiamo permettere una vacanza 
 
Continuava a frugare nell’armadio, senza nemmeno degnarlo di uno sguardo, impegnando la sua attenzione in altro per non cedere alla tentazione di assecondare quell’attraente invito e per nascondere quel lieve rossore che aveva prontamente colorito il suo volto, al solo pensiero delle insinuazioni di suo marito e all'insolita audacia del ragazzo. Faceva persino ancora fatica a chiamarlo tale e non si era nemmeno ancora abituata alla repentina evoluzione della loro relazione.
 
 In realtà ricordo che Kingsley ci ha gentilmente offerto qualche giorno di ferie  la ragazza si voltò repentinamente, fulminandolo, ma lui ignorò quel familiare sguardo contrariato  E poi come pensi di allargare la famiglia se lavoriamo sempre? 
 
Quella considerazione, forse un po’ azzardata, che suonava tanto come una dolce provocazione alla sua rinomata diligenza, la portò a fissarlo nuovamente sempre più incredula e notevolmente imbarazzata.
 
 Ron, ci siamo sposati da quattro giorni! Non credi sia un po’ presto per pensare a certe...cose? 
 
Il marito però ignorò con convinzione quella pertinente considerazione e quell’invito a rallentare i programmi.
 
 No, se vogliamo una media di sei bambini 
 
Hermione si bloccò per l’ennesima volta e si girò verso di lui decisamente spaventata a quell'idea.
 
 Chi vuole sei bambini?? 
 
 Noi 
 
E come era arrivato a quella certezza se non ne avevano mai parlato? Ad Hermione sembrava una decisione davvero troppo delicata da prendere così a cuor leggero e soprattutto senza nemmeno consultare l'altra parte chiamata in causa.

 No, tu! 
 
Lui si corresse deluso dopo quella palese disapprovazione.
 
 E va bene, facciamo cinque 
 
 Tre 
 
‘Deve essere totalmente impazzito!’

Possibile che non trovassero un accordo nemmeno su quella questione?
 
 Quattro 
 
‘Non capisco davvero quale sia il problema, io sono cresciuto benissimo in una famiglia numerosa’

Hermione abbassò prudentemente e astutamente il tiro, per provare ad uscire indenne da quell'incresciosa situazione.

 Uno 
 
 Due  infondo con quel verdetto aveva cercato di andare incontro alle esigenze di sua moglie, si era sforzato di trovare un compromesso, non avrebbe di certo potuto evitare di apprezzare i suoi sforzi  E dai, Hermione, almeno due, un maschio e una femmina. Desidero davvero una bimba che sia bella come te 
 
E poi infondo sapeva impiegare le aromentazioni giuste. Le sorrise dolcemente e lei fece davvero fatica a ribattere seriamente a quelle considerazioni per riuscire a mantenere il giusto atteggiamento distaccato, al fine di far valere le sue ragioni. 
 
 E chi ti dice che saranno un maschio e una femmina? 
 
 Me lo sento  le sorrise sinceramente speranzoso  E poi al massimo pensiamo al terzo  

​Il ragazzo proferì l'ultima frase tutta d'un fiato con la speranza di non dare alla giovane consorte la possibilità di ribattere.

 Ron! 

Lui sapeva di avere un solo modo per uscire indenne da quel battibecco, possedeva lui solo quell'asso nella manica ed era intenzionato a giocarselo nel migliore dei modi. Senza nemmeno che lei se ne accorgesse, presa com'era dalla conversazione, le si era lentamente avvicinato nel vano tentativo di convincerla e di iniziare a realizzare i loro progetti. Era chiaro che a quel punto Hermione non sarebbe riuscita a trovare altre argomentazioni per rimandare i suoi doveri coniugali.
 
Le spostò dolcemente una ciocca di capelli, che era scesa sugli occhi nocciola, sfiorandole la guancia in segno di carezza, giusto per avvalorare la tesi di poco prima. La attirò delicatamente a sé, cingendole i fianchi e lasciandosi circondare il collo dalle esili braccia di lei. Approfittando di quel momento di vulnerabilità, avvicinò audacemente le labbra al viso della ragazza e proprio quando furono un centimetro di distanza l’uno dall’altra, qualcuno alla porta interruppe quel magico momento.
 
Ron aprì gli occhi irritato e sussurrò senza allontanarsi da lei.
 
 Salvata dal campanello 
 
Solo quando il marito si fu allontanato e il loro contatto si fu sciolto, la ragazza riprese a respirare, conscia del batticuore che le provocava ogni volta una semplice sua temeraria vicinanza.
 
***
 
Ron corse ad aprire all’insistente persona che non accennava a smettere di suonare. Era proprio curioso di scoprire chi aveva avuto, alle prime luci dell’alba, la brillante idea di citofonare a quella porta, disturbando la sacrosanta quiete che precedeva un’intesa e caotica giornata lavorativa. Rifletté mentalmente sui possibili impertinenti che avessero potuto pensare ad una simile invadente trovata.
 
Abbassò la maniglia con decisione convinto che fosse Harry, che aveva avuto la disgraziata idea di interrompere lui ed Hermione, ma quell’ostinazione non faceva ben sperare. La giornata era iniziata splendidamente come sempre, ma dava davvero l’impressione di essere in procinto di precipitare.
 
 Sto arrivando, un momen 
 
Non fece nemmeno in tempo a terminare la frase che una figura, che non aveva nulla a che fare con il suo migliore amico, si palesò davanti ai suoi occhi: una ragazza dai lunghi e dorati capelli, meno crespi di quando si conobbero e raccolti sobriamente in una coda. Era una vecchia conoscenza e il vederla dopo tanto tempo, senza avere la più pallida idea della ragione di quella misteriosa apparizione, lo mise in agitazione. Il viso della giovane era tutt’altro che rilassato, di certo non era una visita di cortesia. Ron notò inoltre una strana luce nei suoi occhi, non vi era davvero nulla del carattere sbarazzino e a tratti ingenuo, dava davvero l’impressione di una donna vissuta, molto più matura della sua età, il suo abbigliamento era insolitamente misurato. La riconobbe, forse da quegli infondibili occhi color del cielo, ma ciò che era in passato non aveva lasciato alcuna traccia di sé.
 
Trovò, in quell’insensato attimo di panico, dettato da una strana sensazione, opportuno uscire e chiudere la porta alle sue spalle, di certo un incontro tra sua moglie e quella ragazza sarebbe stato poco gradito per tutti, nonostante il suo differente aspetto, che non avrebbe di certo cancellato il sedimentato astio che correva tra le due.
 
 L-Lavanda, che ci fai qui? 
 
 Ciao, Ron. Speravo mi aprissi tu 
 
Persino la sua voce fu percepita dal ragazzo differente, pacata, profonda, estremamente seria e composta. Lo scrutava pensierosa, forse cercava solo le parole giuste da impiegare per rivelare il motivo di quell’incontro.
 
Ci fu un interminabile minuto di silenzio tra i due, nel quale l’Auror poté comprendere dall’atteggiamento della ragazza di non essere l’unico in forte soggezione. Lo sguardo di Lavanda vagò sul campanello che aveva appena suonato con ostinazione, per poi tornare a posarsi su di lui, arrivando ad una semplice e scontata considerazione. Ron percepì trasparire un forte moto di accusa e dispiacere dai suoi occhi azzurri.
 
 Ti sei sposato con la Granger 
 
 Sì, qualche giorno fa  un sorriso di circostanza si delineò sul suo volto, forse nel vano tentativo di giustificarsi, per smorzare quella tensione e per la gratitudine di aver squarciato quello snervante velo di silenzio che era calato tra i due  Quindi capirai se non ti invito ad entrare 
 
La ragazza prese un respiro, sbatté le palpebre, per allontanare dalla mente quel sospetto diventato presto certezza, estrasse dalla borsetta un foglio piegato in due, sotto gli occhi perplessi di lui, quasi ignorando quell'ultima infelice battuta, e glielo porse, desiderava concludere quella conversazione velocemente, sicuramente almeno tanto quanto lui. Ron rimase un momento interdetto ed indugiò ad accettare quel pezzo di carta, la fissò stranito, sentiva aria di guai, ma, nonostante le sensazioni poco favorevoli, accettò quell’invito e lo aprì lentamente. Maneggiò quel foglio come se fosse stata una bomba, lo lesse persino con cautela, facendo scorrere lo sguardo con diffidenza su quell’inchiostro colorato, con il palese timore della rivelazione a cui stava inesorabilmente andando incontro. Era l’opera di un bambino relativamente piccolo, che recitava poche semplici, ma accorate, parole, scritte in una calligrafia tremolante e grossolana.

 
Caro papà,
non so dove sei e se mi vuoi bene, ma mi manchi e ti vorrei tanto conoscere.
Sebastian
 
 
Il ragazzo alzò lo sguardo su Lavanda ancora con quell'accentuata nota di perlessità e lei, che aveva seguito attentamente la reazione di lui, cogliendo i suoi dubbi, vi rispose.
 
 È mio figlio 
 
Lui fece vagare lo sguardo sulle mani di Lavanda, ma non notò l’ombra della fede, così tentò con qualche altra ipotesi per saperne di più. L'istinto gli dettò di restituire, quasi involtariamente, quella letterina nell'attesa di ricevere ulteriori spiegazioni, con la netta sensazione di essere estraneo ai fatti, oppure semplicemente con l'intima speranza di esserlo sul serio. Lavanda fece vagare  su quel foglio bianco uno sguardo malinconico, senza però assecondare il gesto di lui. 
 
 Non sapevo fossi fidanzata 
 
 Non ho alcun fidanzato 
 
Ron era sempre più dubbioso, non riusciva a comprendere la presenza di Lavanda e nemmeno perché gli avesse mostrato quella lettera. Forse cercava aiuto per ritrovare il padre di Sebastian?
 
 E allora chi è il bastardo che ti ha lasciata sola con un bambino? 
 
La ragazza gli rivolse un sofferente sguardo, prima di abbassarlo, non riusciva, contro ogni aspettativa, a guardarlo in faccia mentre gli sconvolgeva la vita. Lei lo aveva amato davvero e, nonostante ora lui stesse con un’altra donna, si sentiva profondamente in colpa per quello che stava per fare. Rispose con un sussurro a quella domanda carica di disprezzo contro un essere agli occhi di lui totalmente ignoto.
 
 Tu 
 
Quella singola sillaba fece scendere il gelo tra i due. Lavanda tornò ad alzare gli occhi su di lui, convinta che fosse svenuto, dato che non percepiva nemmeno il suo respiro. Incontrò i suoi grandi e vitrei occhi sbarrati su di lei e le labbra lievemente dischiuse in segno di stupore. Il suo cuore minacciava visibilmente di esplodergli nel petto, era immobilizzato, se non fosse stato per quei brividi che gli percorsero la schiena minacciando mancamenti. Lentamente riacquistò il dono della parola, deglutendo per azionare nuovamente la salivazione.
 
 C-come, scusa? 
 
La ragazza ribatté con tono più deciso e convinto, a scanso di equivoci.
 
 Sebastian è tuo figlio 
 
Ron riguardò velocemente quelle poche righe di testo con sconcerto, in effetti quel bambino non poteva avere più di sei anni. Voltò lentamente lo sguardo verso di lei con la netta sensazione che quella non fosse la realtà, ma semplicemente un incubo che stava vivendo ad occhi aperti. Qualche mese di relazione non poteva aver davvero dato origine ad una nuova vita, se non fosse stato per l’unico rapporto intimo che si era verificato tra i due. Aveva sempre sostenuto essere stato un errore, si era pentito l’istante successivo di aver vissuto la sua prima volta con una ragazza per cui provava semplicemente un amore per nulla sincero, dettato dalla rabbia e dalla consapevolezza di non poter ottenere ciò che realmente desiderava.
 
 Ma perché diamine me lo stai dicendo solo ora?? 
 
Aveva alzato involontariamente la voce, sprigionata da quella nuova rabbia che sentiva nascere dentro di lui, provocata da un’omissione così importante, ma anche perché quell’errore, che ancora pesava sul suo cuore, fosse stato ulteriormente rincarato da quella notizia. Si voltò verso la porta per verificare che Hermione non lo avesse sentito, ma era consapevole del fatto che non avrebbe potuto nasconderle tanto facilmente di avere un figlio di 6 anni, anche se al ragazzo era stato totalmente sconosciuto fino a quel momento.
 
 Perché avevamo 16 anni ed io non ero così sicura che volessi un figlio a quell’età. Avrei dovuto rischiare di accettare un tuo nuovo rifiuto, che sicuramente mi avrebbe fatto più male?! Ho preferito lasciarmi il beneficio del dubbio, se non te lo avessi detto, non avrei mai ricevuto conferme o smentite, ma soprattutto non ti avrei dato l'occasione di ferirmi di nuovo. E poi erano tempi difficili, non era davvero il momento giusto per nascere e nascondertelo lo rendeva meno reale in un mondo così orribile 

 
 Certo che non lo volevo, non ci avevo nemmeno mai pensato, ma avevo il diritto di esserne informato, per la miseria! 
 
Quella notizia aveva esternato una strana sensazione di responsabilità in lui, quel bambino era sangue del suo sangue, ma Ron ne veniva a conoscenza solo dopo anni. Sentì un forte colpo all’orgoglio per quella menzogna così ben nascosta e non credeva affatto che Lavanda avesse agito in quel modo per salvaguardarlo o per salvaguardarsi da una nuova sofferenza, piuttosto per fargli pagare di averla lasciata per un’altra donna.
 
 Lavanda, ma ti rendi conto di quello che hai fatto?? Questo bambino è mio figlio e non mi dici nulla?! È un Weasley! 
 
I toni si stavano alzando, ma Lavanda non aveva alcuna voglia di litigare, era lì solo per quel bambino, così cercò di placarsi davanti alle palesi accuse di Ron.
 
 No, posso garantirti che non ha preso nulla da te. E poi non è un Weasley, perché tu non lo hai mai riconosciuto 
 
La ragazza proferì quelle parole con grande nostalgia, avrebbe davvero desiderato che la loro relazione fosse finita in altro modo, che quel bambino li avesse uniti, ma lui l’aveva lasciata e una vocina nel suo cuore le aveva suggerito di lasciar perdere, di non confonderlo e legarlo a sé solo perché presto avrebbero avuto un figlio. Sarebbe stata una vigliaccata e lei non sarebbe arrivata a tanto, sapendo di non essere ricambiata. Se il suo cuore non batteva per lei, non se la sentiva di averlo al proprio fianco, anche se sapeva che quella scelta avrebbe condannato Sebastian a crescere senza un padre.
 
 E per colpa di chi?? 
 
 Senti, se Sebastian non fosse tornato da scuola con quel biglietto una settimana fa, esprimendo il desiderio di conoscere suo padre, io non ti avrei nemmeno cercato. Lo so che, per te, tra noi è stato un errore  le stava venendo da piangere, ma cercò di trattenere quel dolore, si era già umiliata a sufficienza Ogni bambino doveva scrivere una letterina per la festa del papà, ma, come puoi immaginare, lui non aveva molte argomentazioni da portare. Non me la sono sentita di promettergli nulla e tanto meno che avresti voluto conoscerlo. Quando mi ha dato la lettera, chiedendomi perché lui un papà non l’avesse, l’ho semplicemente abbracciato. È davvero troppo piccolo per comprendere 
 
Non sapeva cosa fare o dire davanti alla sofferenza di quella donna, ma la percepiva e mai come in quel momento riusciva a concordare con lei sul fatto che quel bambino non sapesse nemmeno cosa volesse dire avere un padre al proprio fianco. Un dettaglio nelle parole di Lavanda attirò la sua attenzione, Ron non ricordava di aver mai sentito parlare di simili feste da bambino e un'illuminazione si fece largo nella sua mente.
 
 Sta frequentando una scuola babbana?? 
 
 Sì, perché tanto lui non andrà ad Hogwarts, non dopo tutto quello che abbiamo vissuto in quella scuola con quella terribile Guerra. Voglio che Sebastian sia sereno 
 
Ron, a quelle nuove informazioni, mise da parte la commozione che si stava impossessando di lui per il vuoto che aveva inconsapevolmente lasciato in quel bambino, e si infervorò un'altra volta, tentando di far valere le sue ragioni.
 
 Scusa?? E questo chi l’avrebbe deciso? Nostro figlio è un mago, è un Purosangue! La magia fa parte di lui e non puoi privarlo della possibilità di studiare ad Hogwarts. Lavanda, la guerra è finita e posso garantirti che non c’è davvero posto più sicuro
 
 L’ho deciso io, perché sono sua madre! E non mi sembra tu abbia il diritto parlare, perché ti ricordo che mi hai lasciata. E se non te l’ho detto è stato solo per non obbligarti al mio fianco, visto che avevi altre prospettive per la mente  non l’aveva lasciata indifferente quell’accorato interesse di Ron per l’istruzione di Sebastian, benché avesse scoperto della sua esistenza solo una manciata di minuti prima, e questo contribuì solamente a farla stare peggio  Ho rischiato la vita lì dentro e non voglio nel modo più assoluto che a quel bambino - la cosa più preziosa che io abbia a questo mondo - capiti qualcosa. Quindi lui resterà fuori dal Mondo Magico, non sa di essere un mago e mai lo saprà. Mi hai capita, Ron? Ringrazia Hermione, se non mi avesse salvata durante la battaglia, probabilmete a quest'ora Sebastian sarebbe orfano e anche Harry per aver regalato un futuro migliore a mio figlio. Se ti va di conoscerlo sono certa che troverai il modo di contattarmi 
 
Lo lasciò senza parole quel discorso, supportato da insolite convinzioni. Era irriconoscibile, aveva tirato fuori una parte di sé a lui totalmente sconosciuta. Aveva dato a lui una diversa possibilità per il futuro e con sofferenza lo aveva lasciato andare per la sua strada. Gli aveva dimostrato amore e lui non poté fare altro che prenderne atto.
 
Non sapeva cosa dirle, lo aveva ammutolito e non conosceva in quel momento il giusto modo di dissuaderla e, forse, non era nemmeno così convinto di averne il diritto, come giustamente sosteneva lei. Lavanda, davanti a quell’attimo di incertezza, girò i tacchi e si allontanò, lasciandolo solo in compagnia di quella notizia, che gli era precipitata addosso come una doccia fredda. Solo una semplice considerazione uscì spontanea dal cuore di Ron.
 
 Nostro figlio, Lavanda. Sebastian è nostro figlio 
 
Poche parole che consentirono a lui di incominciare ad accettare quella sconvolgente notizia e a lei di ricevere un forte colpo per aver privato quel bambino del sincero amore di un padre.
 
***
 
Dopo infiniti attimi di riflessione, decise di rientrare con ancora quel foglietto fra le mani. L’allegra voce di sua moglie lo riportò ad una più rassicurante realtà.
 
 Ron. Chi era alla porta? 
 
Fissò il viso di lei con dispiacere, le avrebbe sicuramente frantumato il cuore in mille pezzi. Quella con Lavanda era una vecchia storia appartenente ad un passato funesto, se non fosse che la profonda conoscenza che aveva investito i due in quei mesi era rimasta nascosta a chiunque, meno che ai diretti interessati. Il ragazzo non era mai riuscito a comunicarlo nemmeno ad Harry e tanto meno ad Hermione, sia per paura di perderla sia perché annunciare quell’errore equivaleva ad un’ammissione di colpa insostenibile.
 
Il ragazzo infilò velocemente il biglietto in tasca, sotto lo sguardo perplesso di Hermione, e le rispose senza nemmeno prendersi il disturbo di dissimulare serenità. Non riusciva più a mentirle, su quel fronte aveva esaurito le energie, e non era nemmeno in grado di arrestare la folle corsa di quel fiume in piena che lo aveva travolto e che sicuramente avrebbe presto travolto entrambi.
 
 Nessuno 
 
La moglie decisamente e giustamente poco convinta, dato che lui non le aveva dato modo di pensare il contrario, infilò la mano nella tasca della sua uniforme senza distogliere lo sguardo dai suoi occhi. Aprì quel pezzo di carta e lo lesse velocemente.
 
 È-è di mio nipote 
 
Solo una flebile involontaria giustificazione uscì dalle labbra del ragazzo, ma si stava sentendo male, le forze lo stavano abbandonando. E dopo quella breve intensa discussione con Lavanda, l’apatia e la passività si stavano impossessando di lui.
 
 Ronald, tu non hai alcun nipote di nome Sebastian  una terribile idea attraversò la mente di Hermione, portandola a guardarlo con occhi sconcertati e a rivolgersi a lui con irritazione  Ron, che significa? 
 
 Hermione, ti prego, non ho la forza ora di discutere con te. Possiamo rimandare? Sono scosso anch’io 
 
Le passò accanto, lasciandola spiazzata, e si andò ad accomodare su una sedia. Si portò le mani in volto nel tentativo di cancellare l’ultimo quarto d’ora della sua vita o semplicemente per eliminare dalla linea temporale quei sei lunghi anni, che gli sembrarono all’improvviso tutti una gigantesca menzogna.
 
La ragazza si voltò nella direzione di suo marito, ma non cessò di esaminare quel pezzo di carta con la speranza di trovare anche solo un impercettibile indizio che le annunciasse di aver commesso un errore di interpretazione, dopotutto Ron non aveva ancora confermato o smentito nulla.
 
 Questo bambino può avere come minimo sei anni  il marito l’ascoltava, con la netta sensazione che sarebbe arrivata da sola alle giuste conclusioni  Sei anni fa era  un nuovo terrore si dipinse sul suo viso  No, non può essere. Ron, dimmi che mi sto sbagliando. Chi era alla porta? 
 
Quei semplici calcoli le avevano consentito di arrivare alla conclusione che non vi era stato alcun reale tradimento, loro non stavano effettivamente insieme all’epoca, ma era comunque presente una grande menzogna, la cui possibile certezza le faceva mancare il respiro.
 
 Hermione, per favore, ho bisogno di elaborare questa notizia, poi se vuoi ne parliamo, ma ora non riesco 
 
Ma lei sembrava ignorare quelle sofferenti richieste, per il semplice fatto che iniziava ad essere lei per prima fortemente instabile moralmente e così ciò che aveva saputo le impedì di essere sensibile davanti alla confusione e alle necessità di Ron.
 
 Era Lavanda, vero? 
 
Lo guardò con ribrezzo, lanciando quel foglio sul tavolo sotto gli occhi di lui e fece per avviarsi verso le scale. Il solo ricordo di quell'anno le faceva venire il voltastomaco, ma il pensiero di eventuali conseguenze la fece sentire anche peggio. Ron la bloccò prontamente, ostacolando i suoi passi con un braccio.
 
 Hermione, aspetta! 
 
 Non mi toccare! 
 
Le rivolse uno sguardo di supplica. Non era così forte da lottare su due fronti che lo stavano inesorabilmente schiacciando, ma tutto avrebbe voluto tranne che distruggere il suo matrimonio per uno sconsiderato e incosciente gesto.
 
 Non te ne andare, ho solo bisogno di un istante per riprendermi 
 
 Hai un figlio con Lavanda?!   era una domanda che rivolgeva più a sé che al marito, per tentare di accettarlo, perché tanto non vi era davvero più nulla da smentire  Cosa c’è da aspettare?! Vuoi il tuo attimo di riflessione? Bè, anche io voglio il mio. Ma credo che a me ci vorrà più di un istante per assimilare tutto questo. Mi hai mentito, dicendomi che non c’era stato nulla di serio con lei, che ero stata la prima e l’unica per te. Che ciò che provavi per me non l’avevi mai provato per nessuna. Eri così preoccupato la nostra prima notte di nozze. Ma che stupida che sono, mi hai solo preso in giro. L’unica inesperta e ingenua ero io 
 
Lo guardò fisso negli occhi, cercando di riscoprire quel batticuore che solo lui sapeva regalarle, ma in quel momento un’atroce certezza soffocò quell’atmosfera romantica. Dopo quel breve ma intenso sfogo, scostò con disappunto il braccio di lui e proseguì nel suo cammino. Quella mancata negazione era stata avvertita da lei peggio di una coltellata in pieno petto. Troppe verità si erano insidiate nella sua mente e troppe sincere manifestazioni d’amore accompagnate da vuote parole erano diventate amare menzogne. Se solo l'avesse lasciata passare, senza bloccarle il passaggio, probabilmente non gli avrebbe nemmeno sputato in faccia tutte quelle terribili parole, ma non era riuscita a soffocare la rabbia, era stato più forte di lei. E poi perché mai avrebbe dovuto? Forse perché lo amava più di se stessa e quella notizia l'aveva moralmente annientata, aveva squarciato quell'idillio dentro di lei. Ma forse era stato proprio quel grande amore ad averle fatto percepire quella novità come un colpo estremamente forte, con la percezione e il timore di perderlo per sempre.   
 
Le lacrime di Ron non tardarono a scorrere difronte a quel rifiuto, prese in mano quel biglietto, con ancora la flebile speranza che presto o tardi si sarebbe svegliato e una nuova giornata sarebbe iniziata nel migliore dei modi. Sentiva sensi di colpa colpirlo ovunque, ma non poteva cedere sotto i potenti colpi di quei macigni, doveva pensare ad un problema per volta e ciò che in quel momento gli premeva di più era il rapporto con Hermione, che non poteva credere di aver già rovinato dopo solo quattro giorni di matrimonio. Si asciugò rapidamente le lacrime, alzandosi per correrle dietro ed evitare che facesse qualche follia dettata dall’impulsività e dalla rabbia. Ma come faceva ora a dirle che tutto quello che il suo cuore le aveva sempre comunicato era dannatamente sincero? Si sentì una carogna, non solo per non aver pensato alle possibili conseguenze di quel gesto, ma lo aveva anche omesso all’unica persona a cui avrebbe dovuto comunicarlo. Forse, se l’avesse preparata, la reazione sarebbe stata più comprensiva e l’avrebbe delusa in misura minore. Ma erano tutte ipotesi, visto che Hermione aveva cercato in tutti i modi di fargli capire quanto fosse sbagliata quella relazione, però il suo dannato orgoglio non aveva voluto prestarle attenzione.
 
Salì rapidamente le scale e la trovò in procinto di rinchiudersi nella loro camera. Tentò di bloccarla con la voce.
 
 Tesoro, non lo sapevo! Ho scoperto anche io da poco di avere un figlio. Hermione, quella notte ero preoccupato veramente, perché quello che c’è stato con Lavanda non ha significato nulla per me  aveva il fiato corto, le ultime energie le aveva impiegate per raggiungerla e convincerla a non lasciarlo. Le si avvicinò lentamente, cercando nel frattempo di riacquistare un ritmo cardiaco regolare   Era con te che ho sempre voluto stare. Ho sbagliato, lo so! 
 
Hermione lo guardò affranta, leggeva tanta sincerità nei suoi occhi, ma tutta quella onestà era arrivata davvero troppo tardi e non era nemmeno stata dettata da un gesto volontario, ma solo dalle circostanze, che lui si era trovato a fronteggiare, volente o nolente.
 
 Non osare mai più chiamarmi tesoro! Perché, da quanto mi hai sempre detto, lo ero anche quando sei stato con lei ed ora mi viene particolarmente difficile crederlo. Mi dispiace allora per te se hai sbagliato stanza, peccato che quell’errore ti stia costando caro 
 
L’umore del ragazzo rasentava la sfinitezza, sospirò, cercando di mantenere i nervi saldi, e quell’attimo di riflessione, che aveva gentilmente richiesto alla sua sposa, aveva il semplice fine di evitare di proferire parole sbagliate, che mai avrebbe anche solo pensato.
 
 Ma certo che lo eri. Hermione, è successo solo una volta, non puoi condannarmi per il resto della vita per un singolo stupido errore! Non stavamo nemmeno insieme. Cosa avrei dovuto fare secondo te, aspettarti per tutta la vita?! 
 
Sua moglie però non rendeva quelle nobili intenzioni di facile realizzazione.
 
 A me non risulta proprio che sia stato uno stupido errore, date le conseguenze. Ed ora magari mi verrai anche a dire che è stata colpa mia, che sei stato con lei perché ti ho respinto io 
 
I vecchi rancori non tardarono a venire alla luce, spinti dalla pressione di quelle pesanti circostanze.
 
 Bè, lo è! Ti ricordo che ti sei messa con Krum. Ero frustrato, ok? Tu non volevi stare con me, era chiaro senza che me lo dicessi, ed io ero vulnerabile. Sapevo che tra noi non ci sarebbe potuto essere mai niente 
 
 Eravamo destinati e te lo avrebbe confermato chiunque in quella scuola. Ron, dovevi solo chiedermi di andare a quel dannato ballo prima che lo facesse lui. Avresti solo dovuto tenermi come prima scelta ed io ti sarei saltata in braccio dalla gioia. Perché ci siamo dovuti rovinare l’esistenza per una stupida incomprensione?! Sono solo stata una cretina a fare il primo passo, avrei semplicemente dovuto aspettare un miracolo che non sarebbe mai avvenuto 
 
 Destinati o no, ti sei messa con lui, quindi perché non sei stata con quell’idiota, se eri tanto convinta che non volessi stare con te?! Sai che ti dico, mia cara, hai proprio sbagliato, hai fatto male i conti, ma dopotutto anche i geni come te possono sbagliare, o no? 
 
Lo guardò delusa dopo quelle parole. No, non vi era davvero più lo sguardo dolce che la scrutava quella mattina, mentre progettava con aria sognante il futuro insieme a lei. Riprese il cammino, perché tanto, dopo quello che le aveva appena sputato in faccia, non vi era davvero più molto da dire.
 
 No, dai, Hermione, n-non volevo dire questo, non penso una sola parola di quello che ho detto. Fermati! 
 
La prese per un braccio, ma lei per l’ennesima volta lo respinse.
 
 Ti ho detto di tenere giù le mani! Io non ci sono andata a letto, dannazione!
 
 Hermione, evidentemente tu sei più virtuosa di me 
 
Quella considerazione placò la furia di tentare di prevaricare con la sua ragione, così abbassò il tono e rassegnata proferì un’ultima battuta, con un nodo di dolore alla gola, che solo un forte colpo ad un sincero e profondo sentimento poteva provocare.
 
 No, Ronald, evidentemente io ti amo di più e non ho mai pensato di stare con qualcuno che non fossi tu. Sei stato la mia prima esperienza e puoi contarci che sarai l’ultima. Ora vai dalla tua famiglia, perché io non mi prenderò la responsabilità di far crescere ancora quel bambino senza un padre 
 
La delusione che lesse negli occhi di sua moglie gli tolse un altro pezzo di anima.
 
Hermione abbassò la maniglia della porta della stanza, ma il suo furtivo gesto di richiuderla fu intercettato prontamente dal marito.
 
 Non lo puoi pensare veramente, io non ho mai amato nessun’altra come amo te e tanto meno Lavanda. Sei tu la mia famiglia ed ero sincero prima quando ti parlavo di bambini. Hermione, io ho bisogno di te in questo momento, non mi chiudere fuori dalla tua vita. Ho un disperato bisogno dei consigli della mia saggia amica. Non so cosa fare 
 
La ragazza fissò quegli occhi supplichevoli e lucidi, immortalata nel vano tentativo di cercare un attimo di raccoglimento dopo aver incassato un colpo così potente. Distolse lo sguardo per non farsi ammaliare, sapeva essere una sua debolezza e giocò prudentemente d’anticipo.
 
 Non siamo più solo amici, Ron, io e te siamo sposati. Sono tua moglie e non puoi pensare che mi lasci indifferente tutto questo, pensare che mi hai mentito per tutti questi anni, credevo davvero di essere stata l’unica per te e invece me lo hai solo fatto credere. Sono stata stupidamente ingenua a credere che saremmo semplicemente diventati genitori insieme, ma il destino aveva per noi in serbo qualcosa di diverso, vero?  una lacrima solcò il suo volto davanti a quella triste e amara certezza  Non sono davvero la persona più adatta a cui chiedere consiglio. Scusami 
 
Hermione cessò di contrastare la pressione del marito sulla porta ed entrò nella stanza, lanciandosi alla ricerca della sua giaccia. Frugò nell’armadio con la palese intenzione di occupare la mente e accantonare nei meandri più oscuri quella nuova situazione. Si sentiva nella posizione più scomoda possibile e i loro trascorsi non sarebbero di certo stati d'aiuto. Infondo, per quale ragione Ron non avrebbe dovuto avere l'impulso di chiederle un parere, dato che lei era sempre stata presente per lui ed Harry e li aveva sempre salvati dai guai? In quel momento non riusciva, anche se sapeva quanto il suo nuovo status le imponesse di affiancarlo in ogni tipo di situazione. Si erano promessi nella buona e nella cattiva sorte, ma quello stesso destino che pendeva su di loro non era facile da accettare e contrastare così lucidamente come era sempre stata in grado di fare. Quella menzogna le impediva di stargli accanto come avrebbe voluto e quel bambino le sembrò solo un attacco al loro rapporto. Se non fosse che il suo buon cuore le suggeriva di vedere quel piccolo come un essere innocente, che era stato privato di affetto da chi avrebbe dovuto dargliene, di certo non avrebbe potuto negare questo e tanto meno allontare Ron da lui per un mero aspetto egoistico. 
 
Il ragazzo seguì mortificato i suoi compulsivi gesti con attenzione e solo dopo qualche istante, anche lui palesemente provato, notò l’indumento, che sicuramente lei stava cercando, sul letto.
 
 Tesoro, è lì la tua giacca 
 
Non la voleva aiutare ad andarsene, ma quell’accortezza rivolta alla sua sposa gli venne spontanea. Lei si voltò nel punto indicato, la afferrò e si diresse a passo celere verso il corridoio. Ron le bloccò la strada, senza nemmeno sfiorarla, in memoria dell’effetto che aveva poco prima sortito quel contatto.
 
 Hermione, non posso pensare di aver rovinato il nostro rapporto, ma ho veramente poche scuse. Se non alcuna. Sono una carogna per non averti detto la verità, ma avevo l’atroce timore di perderti. Ma è esattamente quello che sta accadendo, vero? Amore mio, non ti biasimo se vorrai lasciarmi, ma io prego che tu non lo faccia, che mi dia la possibilità di rimediare nel limite del possibile, perché so già che non si cancella l’errore che ho commesso 
 
Lo guardò, cercando di riacquistare un ritmo cardiaco più sereno, ma comunque poco tranquillo. Era arrabbiata, anzi infuriata, ma capì che quel drastico cambiamento nella loro vita, forse il più radicale dopo il matrimonio, aveva segnato profondamente nell’anima anche lui.
 
 Non hai rovinato nulla, non ho alcuna intenzione di lasciarti, ma ora devo andare da Kingsley, mi ha convocata 
 
Ed era sincera, il suo amore non era mutato di una virgola, solo tanta paura si era insinuata in lei per il futuro che attendeva loro.
 
 E perché il Ministro ti ha convocata? 
 
L'attenzione di Ron si spostò dagli eventi di quella mattina all'inaspettata notizia appena uscita dalle labbra di sua moglie. Hermione sembrò particolarmente turbata e in pena difronte a quella domanda.
 
 Non lo so, mi ha mandato un gufo ieri sera, dicendo che era urgente 
 
 E non mi dici nulla??  

​Non era di certo la persona più indicata per rivolgerle quella predica.
 
 Dormivi già, eri stanco e sei crollato. Contavo di dirtelo stamattina, ma poi 
 
Non riusciva nemmeno a dare un nome a ciò che li aveva travolti nel giro di poco tempo. Si infilò lentamente la giaccia a testa bassa, ancora incredula delle innumerevoli minacce, certe o potenziali, che incombevano su di loro. Gli lanciò solo un’ultima infelice occhiata prima di passargli accanto, sfiorandolo leggermente.
 
 Hermione  sussurrò il suo nome, voltandosi verso di lei, sentiva la vaga percezione di aver trasgredito a qualche ulteriore obbligo nei suoi confronti, non standole accanto in un momento che infondeva a lei preoccupazione, concetrato e travolto com'era dalla notizia di Lavanda  Sono sicuro che non sia nulla di così grave, stai tranquilla  lei gli porse un leggero provato sorriso  Mi fai sapere com’è andata? 
 
 Ti mando un gufo 
 
 Passo da te più tardi. Ed hai ragione, avrei dovuto invitarti a quel ballo. Sono certo che a quest’ora non saremmo in questo pasticcio. È solo colpa mia, tu hai solo reagito di conseguenza, me lo sono meritato e mi dispiace solo che ora ne stia soffrendo anche tu 
 
Non ribatté alla preoccupata insistenza di suo marito e a quelle ammissioni di colpa, che, come al solito, uscivano dalla sua bocca troppo tardi.
 
 Ronald, mi hai chiesto un consiglio e secondo me dovresti riconoscere quel bambino, dopotutto lui non ha alcuna colpa in tutti i casini che abbiamo creato noi, è solo una vittima innocente. Anzi, la vera vittima è lui, non io 
 
Gli lanciò un’ultima accorata occhiata, prima di uscire dalla porta e imboccare velocemente le scale. Desiderava solo lasciarsi alle spalle tutto, ma delle lacrime non riuscì proprio a liberarsi. Gli aveva chiesto di far entrare quel bambino nella loro vita, ritenendola la scelta migliore per quella creatura, ma non certamente per la loro relazione, perché al suo seguito ci sarebbe stata inevitabilmente Lavanda.
 
La loro vita insieme, troppe volte sognata e a un passo dalla realizzazione, stava subendo nefasti colpi. Tutti i pensieri positivi di quella mattina, accompagnati dalla magia dell’alba, svanirono. Ora il sole in cielo era alto e, con esso, erano sorti nuovi problemi. Più che l’alba, in quell’esatto momento, Hermione la percepì come il tramonto del loro matrimonio. Non lo avrebbe lasciato, era stata sincera, ma temeva che con il tempo tutto si sarebbe distrutto da sé, di certo non avrebbero resistito in quel vortice in cui erano inconsapevolmente entrati, non era così sicura che il loro amore fosse talmente forte da contrastare quella nuova minaccia.
 
Appena fuori, la fresca aria invernale entrò in contatto con i pesanti rivoli salmastri carichi di dolore e tensione, raggelandola fino all’anima.
 
Non aveva idea di cosa quella mattina l’avrebbe aspettata, ma qualsiasi cosa fosse stata non le avrebbe di certo fatto più male della certezza che aveva appena ricevuto.

 
 
 
Spazio dell’autrice
 
Ciao cari lettori!
 
Sono tornata con una nuova follia e come sempre inizio con il cataclisma XD Chi mi conosce lo sa già, io amo la Romione, quindi tutto questo lentamente e tra alti e bassi si risolverà ;)
 
Spero di non avervi traumatizzato, perché in effetti sono andata un pochino sul pesante e ho inserito un bel po’ di suspance XD Il titolo della storia non è casuale, siccome io ritengo che Ron abbia commesso l’errore più grande della sua vita mettendosi con Lavanda, ho giusto un pochino enfatizzato :D
 
So che può sembrare, ma non ho in mente alcun triangolo amoroso, proprio per questo non è stata segnalata da me la coppia Ron/Lavanda. Già da questo primo capitolo ho cercato di descrivere una Lavanda diversa da quella che conosciamo e decisamente più matura. Nonostante comunque i suoi sentimenti non siano per nulla cambiati, metterà sicuramente al primo posto il benessere di suo figlio. Nelle mie storie, spesso e volentieri, i personaggi che abbiamo sempre odiato non restano tali per molto ;)
 
La storia comunque resterà incentrata su Ron e Hermione e come insieme faranno fronte a questo grande ostacolo per il loro rapporto.
 
Ci tenevo davvero a precisare un paio di cose per far comprende la linea che intendo prendere, stando ovviamente attenta a non anticiparvi nulla ;)
 
HarryPotter394 e Longriffiths vi dedico questa storia con la speranza che l’apprezziate e con la promessa in un lieto fine per la nostra cara coppia! <3
 
Se vi va, alla prossima :)
Baci
-Vale
   
 
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