Cap. 2 – L’insolente Naruto
Era arrivato, ancora una volta, ancora un altro anno, il 14 Febbraio; niente di insolito all’apparenza ma dietro ogni angolo, in fondo ad ogni oscuro vicolo si nascondevano, pronti ad uscire dal loro letargo eterno ancora una volta per uccidere.
Fortunatamente Sakura era un asso con l’informatica e non a caso frequentava la facoltà di Scienze tecnologiche ed Informatiche in una delle più prestigiose facoltà della capitale; grazie alle sue abilità coma haker era riuscita ad intrufolarsi nei codici binari del sito nascosto dietro al negozio on-line dei ciondoli a cuore dedicati a San Valentino e a decodificare la lista di tutti i giocatori iscritti: non erano molti ma sufficienti a distruggere decine di vite ed era decisa a fermarli tutti fino all’ultimo.
Non li uccideva, li rendeva solo inoffensivi quel tanto che bastava a impedire loro di impugnare un’arma dopodiché li consegnava alla polizia, l’unico giocatore che intendeva uccidere veramente era colui che aveva rubato la vita e il cuore di suo fratello ed era intenzionata ad andare fino in fondo; in quattro anni aveva rintracciato ogni giocatore, non aveva notizie approfondite su di loro ma le bastava studiare e memoria le foto con i loro volti in modo da poterli riconoscere quando li incontrava per strada e consegnarli alla giustizia.
Non avrebbe mai immaginato che, oltre a lei, c’era qualcun altro che si divertiva a sfidare solamente i giocatori per rubare loro i trofei, un altro che come lei era entrato nel gioco con uno scopo, non uccidere solo per divertirsi ma a dimostrare chi era il più forte e proprio quella notte, l’ennesimo 14 Febbraio, Sakura si ritrovò faccia a faccia con un ragazzo dal carattere alquanto insolito e che sembrava più giovane rispetto alla sua età.
Si era indispettita dal trambusto che si era creato presso il “Laghetto degli Innamorati” , un angolo appartato sempre verde del più grande parco appena fuori dal centro cittadino; una coppia era stata sorpresa nella notte da un uomo corpulento armato di un grosso coltello da caccia ma all’improvviso era comparso dal nulla una figura non molto minuta e più agile che sapeva giostrarsi bene con ben tre spadini dalla lama corta. La coppia ne aveva approfittato per scappare mentre i due ingaggiavano una curiosa lotta che sapeva tanto di una danza di pagliacci ma il giovane più snello era piuttosto bravo e stava per avere la meglio, se non fosse per una specie di trappola nei quali il giovane inciampò ritrovandosi in un secondo appeso a testa in giù con una corda ben stretta alla caviglia che lo teneva penzolante su un ramo di un albero.
L’uomo più grosso si mise a ridere e a schernirlo ma oltre che con le armi il ragazzo era piuttosto bravo anche con le parole.
“Allora moccioso
come ti senti adesso con la testa all’ingiù? Ti senti ancora così arrogante? “
“Bhè di certo non avrei potuto pretendere di peggio da un
ciccione con la testa piena di sughero. A proposito lo sai che non dovresti
indossare berretti di larga misura se non hai niente da metterci dentro?”
“Ti piace fare lo
spiritoso, peccato che gli spiritosi non durano molto specie quando osano
intromettersi nelle faccende altrui. Mi hai fatto perdere una coppia, piccolo
insolente, oltre che infastidirmi con la tua lingua lunga, ma io sono tra i
migliori giocatori nella notte di San Valentino e quando vengo sfidato, i miei
avversari li uccido come maiali”
“Sì sì certo e poi
gli mangi il fegato con un bel piatto di fave ed un buon Chianti, bla bla bla.
Andiamo Hannibal Lecter,
non sai recitare meglio??”
“Rimpiangerai
quella linguaccia marmocchio…”
“Forse sarai tu a rimpiangere qualcosa
d’altro”
Una voce femminile si levò piano quasi silenziosa alle spalle dell’uomo, che non ebbe il tempo di girarsi a fronteggiare l’intrusa che si ritrovò con una profonda lacerazione nell’avambraccio destro che per poco non gli recise l’osso ma tale fu l’abilità e la precisione che rimase con il muscolo ed i tendini scoperti e non fu più in grado di tenere in mano la propria arma; silenziosa veloce ed inflessibile, Sakura assestò un calcio diretto al naso dell’uomo da fracassarglielo ed un altro dietro la nuca lo mise a nanna definitivamente sotto gli occhi increduli del ragazzo ancora appeso all’albero.
“Allucinante.
Cavoli sei una forza della natura. Ma non aspettarti ringraziamenti però,
potevo sbarazzarmi di lui anche meglio di te!”
“Così appeso come
un salame non immagino come ragazzino”
“Ma fatti un
bell’anfiteatro di fattacci tuoi sono in grado di cavarmela da solo sono già
maggiorenne io. ”
“Ma davvero?
Scusami tanto non intendevo certo ferire il tuo “orgoglio maschile””.
Mentre discutevano Sakura rovistò tra le tasche dell’uomo e trovò il sacchetto con i ciondoli a cuore, ne aveva parecchi ma, osservandoli bene uno ad uno, nessuno di quelli era quello di suo fratello; tempo sprecato, ma almeno aveva tolto di mezzo un altro giocatore e tempo pochi minuti la polizia lo avrebbe arrestato.
Si rimise in cammino ma lo voce del ragazzo dietro di lei la chiamò con insistenza.
“Ehi ma dove stai
andando? Non vorrai lasciarmi qui? Tirami giù!”
“E perché dovrei
farlo non hai appena detto che sei in grado di cavartela da solo?”
“Ti piacerebbe che
ti implorassi, ma non ci sperare bellezza, solo perché sei una donna tosta non
significa che ti sia debitore”
“Come se te lo
avessi chiesto. Non mi interessano i ragazzini!”
“Vuoi smetterla
zitella acida che non sei altro, ti ho già detto che non sono un ragazzino!!”
Con uno solo dei tre coltelli che aveva a disposizione, il ragazzo si liberò facilmente dalla corda e con un’abile capriola ricadde a terra senza danno, dopotutto il ramo dell’albero non era così alto.
“Mi chiamo Naruto ma all’interno del giro sono famoso come
“l’insolente”, e penso avrai anche capito il perché”
“Perché sei
stupido?”
“Nooo!Dannata gallinaccia! Perché sono bravo con le lame
corte, infastidisco gli altri giocatori facendo loro perdere le vittime
sacrificali, li sfido a duello e mi diverto a metterli KO rubando i loro
trofei. A proposito se non li prendi tu i cuori del grassone posso averli io??”
“Tieniteli, a me
interessa un cuore soltanto e qui non c’è. Ma fammi capire, se non uccidi innamorati
innocenti e nemmeno i tuoi avversari, per quale motivo sei nel gioco?”
“E’ solo un specie
di prova di abilità, voglio diventare il più forte di tutti!”
“E quando li avrai
battuti tutti cosa farai, diventerai l’ultimo degli immortali?”
“Bhè veramente spero di poter sfidare i numeri uno di tutto
il Valentine’s Game ed è per questo che voglio
diventare il più forte per poterli battere. E tu invece? Non mi hai detto il
tuo nome, sei nel gioco anche tu vero? Magari potremmo sfidarci così scopriremo
chi di noi due è il migliore, non ho mai sfidato una ragazza e tu saresti la
prima. Che dici ci stai?”
“Il mio nome è Sakura
e sarebbe meglio che tu non ci provassi nemmeno a sfidarmi anche se fossi
l’unica ragazza di tutto il gioco. Meglio per te se torni a casa a giocare con
i videogame”
“Non sarai mica la
Rosa del Ciliegio vero? Cavolo, non credevo che ti avrei incontrato di persona,
il tuo nome è diventato leggenda negli ultimi anni.”
Naruto si mise a raccontarle di come girasse voce nel gioco di una ragazza soprannominata “La Rosa del Ciliegio”, per via dei suoi capelli rosa, che non uccideva le coppie e neppure gli avversari; li rendeva inabili quanto bastava e li consegnava alla polizia, per alcuni era considerata estremamente pericolosa tanto che fra le file più agguerrite si stavano preparando ed armando con armi sempre più pericolose e quel che peggio è che c’era un’altra persona che si stava interessando a lei, tra tutti i giocatori era considerato il migliore se non il più temibile. Dopo di lui c’era un’altra donna e fu allora che Sakura apprese di non essere l’unica, nei file criptati i nomi originali non erano presenti, solo i soprannomi e di alcuni mancavano le foto e non vi era modo di poterli localizzare subito, ma grazie a quel giovane sbarbatello, sebbene non vi fosse un’immagine di lei, sapeva ora qual’era il suo soprannome.
“La chiamano
l’Angelo della Morte. Ne ha uccisi più lei della peste medioevale credimi, non
è seconda a nessuno tranne a quello di cui ti parlavo prima, l’unico che abbia
la faccia tosta di andare in giro con il suo vero nome, Sasuke;
fidati se lo incontri per strada gira al largo, lui gli avversari li uccide
seriamente non certo come noi che facciamo finta. Ma esattamente tu cosa ci fai
nel gioco? Sei così’ carina, se ti sfido e ti batto senza farti male potremmo
uscire insieme, che ne dici?”
“Lascia perdere,
non avresti speranze in ogni caso io sono più intelligente e più esperta di te”
“Certo che sei
proprio una gran scorbutica, volevo solo essere gentile.”
“Sono entrata nel
gioco solo per smembrarlo una volta per tutte e
l’unica persona che intendo uccidere è colui che ha ucciso mio fratello
e la sua ragazza. Non ho avuto fortuna in questi ultimi quattro anni ma se mi
intralci sarò costretta a fare un’eccezione ed eliminare anche te”
Il ragazzo rimase perplesso, fermo dove si trovava mentre lei si allontanava dandogli di spalle, non uno sguardo indietro, austera e pacata e il ragazzo si rese conto che il gioco era cambiato e forse era giunto il momento di dare una svolta e cambiare un po’ le regole.
La seguì a distanza fino a quando non raggiunsero entrambi una tavola calda che rimaneva aperta fino a tarda notte; quando Sakura entrò lui la seguì e si sedette tranquillamente vicino a lei davanti al bancone ordinando un frullato al cioccolato, Sakura aveva davanti a sé una semplice tazza di thè.
Lei continuava ad ignorarlo ma poi lui cominciò a parlare in tono pacato e con grande sincerità.
“Senti, capisco
perfettamente le tue intenzioni e non intendo certo mettermi in mezzo; anche io
ho perso alcuni compagni di scuola la notte di San Valentino, mi sono sempre
considerato uno spaccone ed anche abbastanza furbo, in fondo anche io a mio
modo sto cambiando le regole del gioco e prima poi terminerà di questo sono
sicuro. Però penso che non potrai farcela da sola, anche se hai dato prova di
saper cavartela egregiamente e sebbene so per certo che non accetterai vorrei
comunque aiutarti, in fondo sei la prima che mi abbia rivolto la parola senza
alcuna intenzione di volermi uccidere, quindi perché non formiamo una squadra.
Sono piuttosto bravo anche a raccogliere informazioni utili, riusciresti a
trovare prima la persona che stai cercando”
“Non starai
parlando sul serio vero?”
Sakura lo guardò con sguardo enigmatico, non era certa di aver capito bene la proposta di Naruto che, a parte la goffaggine e la sfrontatezza, in definitiva non era una schiappa a combattere e sapeva il fatto suo; continuò a fissarlo seria per alcuni istanti e capì che non la stava prendendo in giro e forse era l’occasione per dare una svolta alla sua caccia, l’unione fa lo forza dicevano quindi perché non provare.
“D’accordo ma a
condizione che farai tutto quello che ti dirò senza obiettare e soprattutto
evita di metterti nei guai, non ho abbastanza tempo per guardarti le spalle e
salvarti il culo ogni volta, ci siamo capiti vero?”
“Ci sto! Una bella
stretta di mano capo?”
Sakura gli strinse la mano che lui aveva allungato e per la prima volta dopo tanto tempo il suo viso si rilassò ritornando a sorridere; non era stata capace di proteggere suo fratello, con l’aiuto di Naruto ora avrebbe avuto qualcun altro da proteggere.