Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: hinata 92    07/12/2017    4 recensioni
Kaito Kuroba, alias Kaito Kid, è un abile prestigiatore, si sa... ma se fosse anche qualcosa di più?
Cinque anni di inspiegabile ritardo per una lettera che gli cambierà la vita, consegnatagli di persona da un misterioso Silente legato da un Voto Infrangibile di tanti anni prima... quale segreto nasconde il preside, che vuole a tutti i costi nascondere ai mangiamorte ancora in circolazione l'esistenza di Kaito?
Quale sarà il destino di Kaito, passato suo malgrado dai trucchi di prestigio alla magia vera? Riuscirà a vendicare suo padre distruggendo Pandora, la pietra della vita eterna, che nel mondo magico è chiamata più semplicemente... Pietra filosofale?
E se fosse arrivato troppo tardi?
Ripercorriamo insieme i libri del più famoso mago di Hogwarts da un punto di vista completamente nuovo!
Genere: Avventura, Comico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Fred Weasley, Harry Potter, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

S.O.S. Malandrini all’opera!

 

La professoressa Burbage sorrise soddisfatta: «Ottimo lavoro con quei circuiti elettrici, ragazzi! Ora saremo in grado di parlare della tecnologia babbana...»

I vari studenti salutarono educatamente l’insegnante e si allontanarono dall’aula, mentre Kaito venne trattenuto ancora per un attimo.

«Grazie per avermi procurato questo interessantissimo libro babbano

Il ragazzo sorrise: «Non è nulla, è solo un libro di scuola superiore.»

«Sto pensando di andare ad acquistare altri libri scolastici, sono molto pratici.»

«Mi sembra una buona idea. Adesso mi scusi, ma devo proprio andare.»

«Certo, certo. Arrivederci, Kuroba.»

Il ragazzo sospirò, uscendo dalla stanza. In un certo senso quelle lezioni erano per lui inutili, ma d’altra parte era un modo come un altro per avere un contatto con il mondo che lo attendeva a casa e che a volte gli mancava più che mai. Salì le scale di corsa, per tornare in fretta nella Sala Comune, ma al settimo piano si ritrovò i Malandrini con un foglio in mano e una faccia da funerale.

«Ragazzi, che succede?»

George non rispose, limitandosi a porgere il foglio. Era una pagina di giornale.

 

L'ERRORE GIGANTESCO DI SILENTE

Albus Silente, eccentrico Preside della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, non ha mai avuto paura di fare scelte discutibili in fatto di personale docente, scrive Rita Skeeter, inviato speciale. A settembre di quest'anno ha assunto Alastor «Malocchio» Moody, il noto ex Auror iettatore, per insegnare Difesa contro le Arti Oscure, una decisione che ha fatto aggrottare molte fronti al Ministero della Magia, data la ben nota abitudine di Moody di aggredire chiunque faccia un movimento brusco in sua presenza. Malocchio Moody, comunque, sembra gentile e responsabile, se confrontato con il semiumano che Silente ha assunto per insegnare Cura delle Creature Magiche.

Rubeus Hagrid, che ammette di essere stato espulso da Hogwarts al terzo anno, da allora si gode il posto di guardiacaccia, lavoro garantitogli da Silente. Lo scorso anno, però, Hagrid ha fatto uso della sua misteriosa influenza sul Preside per assicurarsi anche il posto di insegnante di Cura delle Creature Magiche, davanti a parecchi candidati con migliori credenziali.

Hagrid, decisamente enorme e feroce di aspetto, ha usato l'autorità da poco acquisita per terrorizzare gli studenti a lui affidati con una successione di orrende creature. Mentre Silente finge di non vedere, Hagrid ha causato menomazioni a parecchi allievi durante una serie di lezioni che molti ammettono essere state «decisamente spaventose». «Io sono stato aggredito da un Ippogrifo, e il mio amico Vìncent Tiger si è preso un brutto morso da un Vermicolo» dichiara Draco Malfoy, uno studente del quarto anno. «Tutti quanti detestiamo Hagrid, ma abbiamo troppa paura per parlare».

Hagrid non intende comunque porre fine alla sua campagna intimidatoria. Nel corso della sua conversazione con un inviato della Gazzetta del Profeta il mese scorso, ha ammesso di allevare creature che ha battezzato «Schiopodi Sparacoda»: si tratta di un incrocio altamente pericoloso tra una Manticora e un Fiammagranchio. La creazione di nuove razze di creature magiche è, come tutti sanno, un'attività generalmente tenuta sotto stretto controllo dall'Ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Magiche. Hagrid, a quanto pare, si considera al di sopra di queste futili restrizioni.

«Mi stavo solo divertendo un po'» ha dichiarato prima di cambiare argomento in fretta e furia.

Come se non bastasse, la Gazzetta del Profeta ha ora scoperto le prove del fatto che Hagrid non è - come ha sempre finto di essere - un mago purosangue. In effetti non è nemmeno un umano purosangue. Siamo in grado di rivelare in esclusiva che sua madre è nientemeno che la gigantessa Fridwulfa, il cui domicilio è attualmente sconosciuto.

Sanguinari e violenti, i giganti sono arrivati alla soglia dell'estinzione combattendo gli uni contro gli altri nel corso dell'ultimo secolo. I pochi superstiti si sono uniti a Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato, e si sono macchiati di alcune delle più terribili stragi di Babbani del suo regno di terrore.

Mentre molti dei giganti che hanno servito Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato sono stati uccisi dagli Auror in lotta contro il Lato Oscuro, Fridwulfa non era tra di loro. È possibile che sia fuggita in una delle comunità di giganti ancora esistenti tra monti stranieri. Se le sue bizzarrie nel corso delle lezioni di Cura delle Creature Magiche significano qualcosa, comunque, il figlio di Fridwulfa sembra aver ereditato la sua natura violenta.

Per un bizzarro scherzo del fato, Hagrid pare aver stretto una salda amicizia con il ragazzo che ha provocato la caduta di Voi-Sapete-Chi, costringendo di conseguenza la propria stessa madre, come il resto dei sostenitori di Voi-Sapete-Chi, a nascondersi. Forse Harry Potter non conosce la sgradevole verità sul suo grosso amico: ma Albus Silente certo ha il dovere di garantire che Harry Potter, con i suoi compagni, sia messo in guardia contro i pericoli che corre chi frequenta Mezzigiganti.

 

Sheridan era molto abbattuta: «Edizione serale della Gazzetta del Profeta, credo che Aoko ne abbia una copia anche per te...»

Kaito era semplicemente sconvolto: «Rita Skeeter! Ancora lei! Ma con tutte le idiozie che scrive c’è qualcuno che la segue?»

Fred sospirò: «Moltissime persone, anche insospettabili, credono più a lei che a Silente.»

George annuì: «Tra cui nostra madre, che ci ha già chiesto di dis-iscriverci da Cura delle Creature Magiche.»

Kaito continuava a rileggere l’articolo scuotendo la testa: «È... è assurdo! Conosciamo Hagrid da anni, non è assolutamente nulla di quanto descritto in questo articolo!»

Sheridan fece una smorfia: «Forse Mezzogigante sì, però, questo dovrai ammetterlo.»

Il prestigiatore sbarrò gli occhi sconvolto: «E allora? Conosco babbani, maghi, streghe, fantasmi, folletti, Lupi Mannari, Animagus, Basilischi, Schiopodi Sparacoda, detective, bambini super intelligenti, fan girl assatanate, Gazza e Mrs Purr, non mi pare che sia un problema aggiungere alla lista anche un Mezzogigante! Credete davvero ancora alle fiabe con gli orchi che mangiano i bambini?»

Fred si rese subito conto che l’amico non era in grado di comprendere la gravità della situazione: «Forse per te è più facile proprio perché vieni dal mondo babbano, ma per un mago la cosa è più complicata... vedi, i Giganti hanno causato veramente molte vittime nella comunità magica e babbana

Kaito arrotolò il giornale nervosamente: «Ma è Hagrid! Lui ha mai fatto qualcosa di male? Non è neppure colpevole della propria espulsione! È ingenuo, vive in un mondo tutto suo fatto di bestie brutte e qualche volta pericolose, ma per i suoi studenti e amici è pronto a sacrificare se stesso.»

Fred annuì con un sorriso triste: «Lo sappiamo benissimo.»

Ripensò per un momento a quel giorno di tre anni prima, quando incontrò Hagrid all’aeroporto.

 

«Oh, Kaito, eccoti finalmente! E non osare mai più chiamarmi signore, chiaro? Sono Rubeus Hagrid, custode delle chiavi e dei luoghi di Hogwarts!»

«Ma avete tutti dei titoli così lunghi?»

«Nonostante il titolone, sono solo il guardiacaccia! E mi puoi chiamare tranquillamente Hagrid, come fanno tutti! Il professor Silente mi ha parlato molto bene di te, mi ha detto che sei uno in gamba…»

«Mi fa piacere!»

«… e che devo convincerti dell’esistenza della magia portandoti a Diagon Alley, altrimenti non verrai a Hogwarts! È una grossa responsabilità, ma io sono l’uomo di fiducia del preside e non mi tiro indietro! Avanti, allora, andiamo!»

 

Ed aveva mantenuto la parola, non si era mai tirato indietro. Fino a quel momento.

George disse: «Infatti abbiamo risposto a mamma che non ci interessa cosa scrive Rita Skeeter, ma solo quello che abbiamo vissuto con lui.»

Sheridan alzò le spalle: «I miei non seguono la Gazzetta, quindi non credo ci siano problemi.»

Kaito sorrise, cercando di recuperare la sua faccia da poker e porgendo loro le mani: «Che ne dite di fare una veloce visitina ad Hagrid, per vedere come sta?»

In un attimo i quattro si ritrovarono davanti alla porta della capanna di Hagrid. Tutte le tende erano tirate e s’intravvedeva solo la luce del caminetto.

Dopo un momento di esitazione, Kaito bussò alla porta: «Hagrid?»

Nessuna risposta. Riprovarono tutti, a turno, ma l’omone non rispose mai. Un po’ amareggiati, tornarono indietro, smaterializzandosi tutti in quell’aula abbandonata che spesso usavano come punto d’incontro. Kaito li lasciò andare e si buttò a sedere su un banco, un po’ corrucciato: «Me l’aspettavo, ma speravo che Hagrid fosse più forte di due parole su questa carta straccia.»

Futago sospirò: «Te l’avevo detto, Mangetsu, per i maghi la questione è più delicata.»

Il gemello continuò: «Un po’ più di un secolo fa ci fu una guerra fra giganti che fu una vera e propria catastrofe: babbani uccisi, villaggi distrutti, giganti e mezzo giganti che si trucidavano tra loro con la forza fisica o con la magia... oltre a questi danni materiali, ci furono anche gli ovvi problemi di segretezza. Insomma, un gigante è... bè... gigante, lo vede anche un babbano! Pensa a tanti giganti che si combattono!»

Momoka concluse: «Anche se la situazione si è calmata, i pregiudizi sui mezzo giganti sono rimasti, anche in virtù della natura non proprio pacifica del genitore.»

Mangetsu sbuffò: «E figurati se i pregiudizi spariscono...»

Una voce, accompagnata da una risata stridula, fece trasalire Kaito e Sheridan: «Già... non sono mica fantasmi!»

I gemelli, invece sospirarono rassegnati: «Ciao Pix! Anche tu da queste parti?»

Il poltergeist comparve in mezzo alla stanza: «Oh, io sono ovunque si complotti...»

Kaito alzò gli occhi al cielo. Non aveva avuto troppe occasioni per interagire con Pix, ma la sua fama era rinomata, e i suoi scherzi malandrini ancora di più.

«... e voi quattro complottate veramente tanto! Siete divertenti voi Malandrini!»

Uno sguardo preoccupato passò fra gli occhi di tre Malandrini su quattro. Se Pix era a conoscenza delle loro attività, tutto il loro lavoro era potenzialmente a rischio. Kaito, come sempre, mantenne la sua faccia da poker, anzi, sorrise persino divertito.

«Allora, Pix, cosa vuoi da noi? Se ci segui da così tanto tempo e non ci hai detto o fatto niente finora, significa che qualcosa è cambiato.»

Pix fece un inchino molto sgraziato: «Non ti si può nascondere nulla, Mangetsu. Mi servirebbe un aiutino per un bello scherzo che voglio fare a Gazza, e penso che voi possiate darmelo.»

«In cambio del tuo silenzio.»

«In cambio del mio silenzio e di un nome in codice!»

Kaito alzò un sopracciglio, divertito: «Non pensavo ti interessassero queste cose!»

Il poltergeist ridacchiò: «Mi interessa tutto ciò che è divertente.»

Fred e George si scambiarono uno sguardo d’intesa e proposero in coro: «Abbiamo un’offerta ancora migliore!»

Pix si sfregò le mani: «Sentiamo!»

«Se ce lo chiedi, ti copriremo per i tuoi scherzi...»

«... ma se te lo chiediamo, tu farai lo stesso per i nostri.»

Sheridan annuì: «Mi pare un buon affare. Ci stai?»

Pix afferrò le mani di tutti i presenti: «Andata! Allora, il mio nome da Malandrino?»

Kaito ci pensò un po’ su, poi rispose: «Gōsuto. Significa fantasma in giapponese, ma non c’è un vero e proprio nome per il poltergeist, credo sia quello che si avvicini di più...»

Pix alzò le spalle: «Va bene. Vi darò presto mie notizie!»

E sparì ridacchiando sguaiatamente. Rimasti soli, i Malandrini sospirarono.

«Perché ho l’impressione di aver appena fatto l’idiozia più grossa della mia vita?»

«Forse no. Con tutto quello che abbiamo in programma un aiuto in più penso possa servire.»

Sheridan scosse la testa: «Che abbiamo in agenda oltre l’aiutare i Campioni e Hagrid?»

Kaito fece un’espressione estremamente malandrina: «E una vendetta contro la Skeeter

Momoka lo guardò sorpresa: «Ma Mangestu! Quello era compreso nel pacchetto di aiuto ad Hagrid!»

I gemelli risero: «E allora direi che siamo a posto.»

 

Qualche giorno dopo Kaito, Sheridan, Stephen, Ginny e Colin si avviarono verso la capanna di Hagrid. Le lezioni di Cura delle Creature Magiche non erano mai state annullate, nonostante il guardiacaccia non fosse mai uscito dalla sua casupola. Kaito era estremamente preoccupato, era andato ogni giorno a controllare che l’amico stesse bene, persino quando aveva saltato l’uscita ad Hosmegade per studiare, ma non aveva mai avuto risposta e piombargli direttamente in casa, per quanto fosse in suo potere, gli sembrava anche tremendamente maleducato e irrispettoso.

Sheridan sembrava abbattuta: «Secondo te questa volta verrà a farci lezione?»

Ginny scosse la testa: «Penso ci sarà ancora la supplente...»

Stephen fece una smorfia: «Se Hagrid non esce nemmeno per controllare gli Schiopodi, allora la situazione è proprio grave.»

Colin invece non disse nulla, stringendo con forza la sua borsa. Kaito non poté non notare la stranezza del suo comportamento. Nessun commento, nemmeno sulla possibilità di poter fare qualche foto?

Non ci fu però il tempo di approfondire, perché davanti alla capanna si ritrovarono una vecchia strega coi capelli grigi tagliati cortissimi e il mento molto pronunciato.

«Muovetevi, allora, la campana è suonata cinque minuti fa.»

Ormai avevano imparato a conoscere lo stile della professoressa Caporal, quindi i Grifondoro si affrettarono a raggiungerla. L’insegnante avanzò lungo il recinto degli enormi cavalli di Beauxbatons, che tremavano di freddo, mentre gli studenti le andavano dietro in silenzio, in fila indiana, come paperelle dietro alla mamma. Qualcuno lanciò uno sguardo malinconico alle proprie spalle, come per controllare se Hagrid si fosse affacciato alla finestra, ma poi sospirando tornarono a seguire la nuova docente. Si fermarono solo quando giunsero a un albero al limitare della Foresta, dov'era legato un grosso, bell'esemplare di unicorno. Un coro di ammirazione si levò dalle ragazze. L'unicorno era di un bianco cosi splendente che a confronto la neve sembrava grigia. Grattava il suolo nervosamente con gli zoccoli d'oro, gettando indietro la testa cornuta.

La professoressa Caporal tese un braccio «I ragazzi stiano indietro! Preferiscono il tocco femminile, gli unicorni. Le ragazze davanti, e avvicinatevi con cautela. Avanti, adagio!»

Lei e le ragazze avanzarono lentamente verso l'unicorno, lasciando i ragazzi indietro, vicino alla staccionata, a guardare.

Kaito rifletté ad alta voce: «Che strano, anche Harry mi aveva parlato di unicorni... ci fanno la stessa lezione?»

Stephen alzò le spalle: «Evidentemente la professoressa avrà ritenuto che fossero indietro col programma.»

Il prestigiatore rimase un attimo in silenzio, poi trasalì. Il compagno lo guardò preoccupato: «Che succede?»

«Ragiona per un momento, Stephen! Abbiamo davanti a noi una creatura magica bellissima, rara da vedere e immobilizzata... non ti sembra che manchi qualcosa?»

Il ragazzo non rispose, sempre più perplesso e Kaito sussurrò all’orecchio: «Un flash, ad esempio?»

Solo a quel punto Stephen capì e sbarrò gli occhi: «Dov’è Colin?»

Il prestigiatore sospirò: «Aspetta qui, lo vado a cercare.»

«Vengo anch’io.»

«No, se spariscono tutti i Grifondoro la Caporal se ne accorgerà! E poi sono abituato a mettermi nei guai, tu cerca di tenerti la fedina penale pulita finché puoi.»

Stephen, riluttante, annuì: «D’accordo.»

E con nonchalance Kaito arretrò sempre di più, fino a sparire alla vista della Caporal, poi si voltò e si mise a correre. Dove poteva essere andato Colin? Cosa poteva esserci di più interessante di un unicorno da fotografare?

Un grido lo fece trasalire. Proveniva dalla foresta. Senza riflettere ulteriormente, Kaito si diresse da quella parte. Un altro grido gli confermò i suoi peggiori timori.

«Colin!»

Il grido aumentò ancora, per poi placarsi di colpo. La faccia da poker di Kaito fu messa a durissima prova in quei pochi secondi necessari a fargli raggiungere la zona, ma quello che vide lo lasciò per un attimo immobilizzato. Colin era a terra, spaventato, mentre Hagrid allontanava a forza un ragno grande come il ragazzino. La macchina fotografica era stata spiaccicata su un albero come una frittella.

D’istinto Kaito afferrò la bacchetta e gridò: «Wingardium Leviosa!»

Il ragno si sollevò da Hagrid e rimase a fluttuare a mezz’aria, agitandosi un po’. Per un paio di secondi sembrò che qualcuno avesse premuto il pulsante del fermo immagine, poi Kaito sospirò: «State bene?»

Colin annuì in modo frenetico e Hagrid rispose sommessamente: «Sì, grazie.»

Il prestigiatore rispose con calma: «Bene. Hagrid, come posso fare atterrare questo ragno senza che ci salti nuovamente addosso?»

«Basterà uscire dalla Foresta, ci considera intrusi nel suo territorio. O almeno, considera voi due degli intrusi nel suo territorio, mi conosce ma non si fida di voi.»

«D’accordo. Colin vieni, andiamo via.»

Il ragazzino si alzò e velocemente si allontanò, mentre Kaito arretrava lentamente, mantenendo l’incantesimo. Non appena Hagrid diede il segnale, il prestigiatore lasciò andare il ragno, che zampettò via velocemente. Il tempo di tirare un sospiro di sollievo e si voltò subito verso Colin: «Cos’è successo?»

Il ragazzo sembrava sull’orlo di una crisi di pianto: «Io... io volevo solo aiutare Hagrid a stare un po’ meglio... ho pensato che se rimaneva sempre chiuso in casa magari non sapeva come stessero gli animali, così volevo fotografarli e passargli le foto da sotto la porta...»

Hagrid si avvicinò, mentre Colin continuava a parlare, come un fiume in piena: «Sono andato dagli Schiopodi Sparacoda ed è andato tutto bene, così ho provato ad avvicinarmi alla Foresta... non volevo avventurarmi troppo, ho fatto attenzione a non perdermi, ma non ho pensato che il flash potesse spaventare quel ragno... poi Hagrid deve avermi sentito urlare, è uscito e...»

Senza lasciargli il tempo di concludere, il guardiacaccia lo sollevò di peso e lo strinse a sé con delicatezza: «Grazie. È stato un pensiero bellissimo, ma non ti devi mai più metterti in pericolo per me.»

Colin ricambiò l’abbraccio: «E tu non devi chiuderti in casa, non è giusto, non hai fatto niente di male.»

Senza lasciarlo Hagrid rispose: «Lo so, lo so... ci sono venuti Harry, Ron, Hermione e persino il professor Silente ieri sera a dirmelo... ma ero ancora un po’ indeciso.»

Kaito si decise a intervenire: «E adesso?»

Finalmente il guardiacaccia tornò a posare Colin a terra: «Adesso so che a voi ci servo ancora.»

Il piccolo Canon lo guardò speranzoso: «Tornerai a fare lezione?»

Hagrid annuì: «Ora vi conviene tornare, o finite entrambi in punizione. Ci vediamo dopo in Sala Grande.»

«Lo prometti?»

«Promesso. Andate, andate.»

Colin tornò sui suoi passi con un sorrisone, incurante della perdita della sua macchina fotografica, e il prestigiatore gli andò dietro.

«Ah, Kaito?»

Il ragazzo si voltò: «Sì?»

Hagrid aveva l’aria un po’ imbarazzata: «Grazie anche a te.»

Kaito alzò le spalle: «Figurati, per un Wingardium Leviosa...»

Il guardiacaccia scosse la testa: «Per essere venuto tutti i giorni a trovarmi anche se non ti aprivo mai.»

Kaito gli rivolse un sorriso malinconico: «Tu mi hai fatto entrare in questo mondo, farti tornare fra noi era il minimo. Per fortuna sei uscito prima che tentassi di scassinare la porta.»

E con un cenno della testa da parte di entrambi si congedarono.

 

Sheridan abbassò il libro mentre, finalmente, Colin, Kaito e Stephen tornavano nel dormitorio, completamente sporchi da qualcosa di indefinito ma sicuramente puzzolente e non piacevole.

«Bentornati. Tutto bene?»

Stephen fece una smorfia: «Non ho capito perché la Caporal ha messo in punizione pure me.»

Kaito sospirò: «Perché sei un pessimo alibi. Metterti a balbettare mentre ti chiedeva dove fossimo finiti era la cosa peggiore che potessi fare.»

Il compagno arrossì, tanto che le sue lentiggini quasi scomparvero: «Non sono bravo a mentire se mi prendono di sorpresa...»

Colin chiese: «Hagrid c’era a pranzo?»

Sheridan sorrise: «Sì, è venuto.»

Kaito si stiracchiò: «E allora è valsa la pena strigliare e sistemare le stalle dei cavalli di Beauxbatons. Io vado a darmi una lavata!»

Sheridan lo fermò e gli sussurrò: «Ah, a proposito di bagno... dopo riunione extra dei Malandrini.»

Kaito la guardò di storto: «E che c’entra il bagno?»

«Lo scoprirai.»

Dopo l’indispensabile ripulita e la gradita cena, Fred, George e Kaito pendevano dalle labbra di Sheridan.

«Mentre voi eravate... impegnati, oggi pomeriggio...»

Futago diede una gomitata a Mangetsu: «Tu cosa facevi di bello?»

«Spalavo il letame dei cavalli di Beauxbatons per aver salvato Colin da un ragno gigante nella Foresta.»

Soseiji lo guardò ammirato: «Wow, abbiamo un eroe tra noi! Sì, bè, a parte la questione del letame...»

Mangetsu alzò gli occhi al cielo divertito: «E voi?»

«Lanciavamo Caccabomba nei sotterranei per distrarre Gazza e permettere a... Gosuto, giusto?»

Kaito sospirò, decidendo di lasciare perdere la pronuncia: «Sì, il soprannome di Pix è quello.»

«A Pix, appunto, di smontare tutte le armature del quarto piano per creare la riproduzione in scala 1:1 di un Erumpent e dare la carica ai poveracci che passavano di lì... piuttosto divertente, devo ammetterlo.»

Momoka tossicchiò nervosamente e tutti i maschi si zittirono.

«Grazie. Dicevo, mentre eravate impegnati, chi in un modo, chi nell’altro, io ho trovato il modo di aiutare Harry.»

Kaito la guardò sorpresa: «Davvero? E come hai fatto?»

La ragazza li guardò con aria veramente malandrina e soddisfatta: «Ho pedinato Fleur Delacour mentre armeggiava con l’Uovo d’oro. Ah, Kaito, spero che non ti dispiaccia, per passare inosservata ho preso dal tuo baule una parrucca e una delle tue maschere.»

I gemelli si guardarono ridendo: «Ehi, attenzione! Ha rubato a un ladro!»

«Brutto colpo per Kaito Kid, signori!»

Il prestigiatore li guardò con aria fintamente arrabbiata, poi rispose: «Hai fatto bene, te le avrei date io se ci fossi stato. Cos’hai scoperto?»

«L’uovo va aperto in acqua, in questo modo i versi striduli che emette normalmente si trasformano in un canto melodioso che contiene indizi.»

«Hai sentito cosa ha detto?»

Momoka arrossì leggermente: «Purtroppo il messaggio era in francese, e io in quella lingua conosco giusto buon jour...»

Mangetsu schioccò le dita per disappunto: «Accidenti, se ci fossi stato lo avrei tradotto senza problemi... non ti ricordi proprio nulla?»

La ragazza scosse la testa e Futago rifletté: «Bè, in fondo ha senso, hanno personalizzato l’Uovo per ogni Campione. Probabilmente solo quelli di Diggory ed Harry sono uguali.»

Soseiji sbottò: «Bè, cominciamo a dire questo ad Harry, poi probabilmente troverà un modo per capire cosa gli verrà detto, alla peggio può chiedere a noi, oppure ancora meglio ad Hermione.»

«Che facciamo, andiamo e glielo diciamo così?»

Fred scosse la testa: «Credo che qualcosa abbia intuito da solo, perché l’ho sentito complottare con Ron per uscire domani notte per andare al bagno.»

Kaito ridacchiò: «E se ci limitassimo a dargli un... libretto d’istruzioni? Giusto per essere sicuri.»

Sheridan lo guardò di storto: «Vuoi stampare un manuale?»

«No, voglio fornirgli qualcuno in grado di fargli un bel tutorial.»

George alzò le spalle: «Ok, chi va?»

«Nessuno di noi. Ron ha parlato di un bagno, vero?»

«Sì...»

George sbarrò gli occhi: «Ho capito!»

Il prestigiatore fece un occhiolino: «Aspettatemi un attimo, vado a fare una visitina al bagno delle ragazze al secondo piano e torno subito.»

Nel giro di dieci minuti Kaito riapparì con aria soddisfatta: «Ecco fatto! Mirtilla ci farà volentieri da complice, dopotutto anche lei ci tiene ad Harry.»

Fred era leggermente perplesso: «Saprà recitare bene la parte o dirà che glielo abbiamo detto noi?»

Mangetsu scoppiò a ridere: «Non conosco nessuno con un talento teatrale drammatico grande come quello di Mirtilla Malcontenta!»

«Giusta osservazione.»

«Vi dispiace solo se la vendetta per la Skeeter la sistemiamo un’altra volta? Sono stanco morto e non vedo l’ora di andare a dormire...»

«È dura spalare, eh?»

«Zitti, voi. Volete che vi riporti in dormitorio?»

«No, tranquillo, rimaniamo ancora un po’. Buona notte, a domani.»

«Grazie, anche a voi.»

In attimo Kaito si ritrovò nel dormitorio, pronto ad infilarsi sotto le coperte. Stava già per infilarsi il pigiama, quando sentì qualcosa picchiettare con forza a una finestra. Si voltò. Era un uccello che Kaito non aveva mai visto, ma che aveva una lettera legata alla zampa.

Il prestigiatore gli aprì: «Cercavi me?»

L’uccello agitò la zampa e il ragazzo lo prese per un sì. Gli slegò il messaggio e lo srotolò:

 

Ciao Kaito,

è un po’ che non ci sentiamo. Volevo chiederti se ti era successo qualcosa di particolare ultimamente. Ammetto che non sono tranquillo, con tutto quello che sta succedendo ad Hogwarts in questo periodo. Sono preoccupato per il mio figlioccio, ma anche per te.

Felpato

 

Kaito sbarrò gli occhi dalla sorpresa. Sirius! Di certo l’ultima persona da cui si sarebbe aspettato notizie. L’uccello rimase lì, immobile, evidentemente aspettando una risposta. Rassegnato a dover rimandare il tanto agognato riposo, Kaito con una rapida mossa del polso fece apparire una penna delle sue e cominciò a scrivere sul retro della pergamena:

 

Ciao Felpato,

in effetti sì, qualcosa di particolare è successo. Hai presente il Ballo del Ceppo? Ecco, durante la festa ho ricevuto una curiosa visita da casa...

 

 

 

... e il contenuto della lettera lo conosciamo già.

E rieccomi di nuovo, così con l’acqua alla gola da dover “approfittare” di una gastroenterite per poter pubblicare, che tristezza. In ogni caso, come ho già rassicurato, non temete che prima o poi arrivo.

Dunque, non sapendo se riuscirò a pubblicare nuovamente, ne approfitto per farvi già in anticipo gli auguri di Natale e di un felice anno nuovo. Tra i buoni propositi metterò quello di cercare di pubblicare almeno una volta ogni due mesi, spero che il lavoro mi permetta di mantenerlo. Intanto tra non molto vorrei pubblicare una storia che ho scritto qualche tempo fa su Animali Fantastici e dove trovarli, se volete rimanere nel mondo potteriano con una mia storia può essere una buona occasione.

Ovviamente ringrazio chi ha commentato lo scorso capitolo, ovvero fenris, SuorMaddy2012, Lunaby, _happy_04 e Valedd32.

Prossimo capitolo? La seconda prova, il lago delle sirene e i Malandrini che continueranno a mettere il loro zampino...

Alla prossima!

CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 

Hinata 92

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: hinata 92