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Autore: emme30    14/12/2017    4 recensioni
[Bokuto/Akaashi] [Kuroo/Kenma]
E’ solo il primo giorno e Akaashi già non ce la sta più facendo.
Di fronte a lui, la tragedia del secolo: Bokuto e Kuroo abbracciati stretti e con due espressioni contrite in volto. Bokuto viene addirittura scosso da qualche singhiozzo, ogni tanto.
Akaashi sospira per quella che è la centesima volta negli ultimi dieci minuti.
Kuroo si allontana da Bokuto e gli mette le mani sulle spalle. “Bro,” lo chiama, utilizzando quello stupido nickname che si sono affibbiati l’un l’altro durante il loro primo anno di università. “Devo andare.”
“Ma bro!” replica lui, imitando l’amico e prendendolo per le spalle. “Sappi che mi mancherai tantissimo.”
“Anche tu, bro… anche tu,” replica Kuroo con identica sofferenza.
“Ci sarà sempre un posto sul mio divano per te,” Bokuto si porta una mano sul cuore e Akaashi si schiarisce la gola. “Sul nostro divano,” si corregge, ma Akaashi fa un altro verso. “Basta che prima avvisi,” conclude, voltandosi verso il compagno per vedere la sua espressione. Akaashi si limita a far roteare gli occhi.
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Keiji Akaashi, Koutaro Bokuto, Kozune Kenma, Tetsurou Kuroo
Note: Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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12. Il Raffreddore
 


“Akaashi, te lo giuro, sento che sto per morire.”

Akaashi sospira e si avvicina al divano con fare paziente. “Non morirai, Bokuto-san,” dice, porgendogli il palmo della mano e con un tono di voce calmo e composto.

Bokuto tira su col naso ed estrae il termometro da sotto l’ascella prima di coprirsi anche il capo con la coperta di pile che ha avvolta attorno alle spalle e schiacciare i ciuffi neri e grigi sulla fronte. Ha un’espressione sconsolata e le gote arrossate - Akaashi deve trattenersi dal ridacchiare.

“Vediamo quanto hai,” mormora, muovendo il piccolo strumento tra le mani per visualizzare la lunghezza della colonnina di mercurio.

“E’ alta, vero?” Bokuto si porta una mano in fronte ed estrae un altro fazzoletto dalla piccola scatola appoggiata sul bracciolo del divano, per poi soffiarsi rumorosamente il naso.

“Trentasette e mezzo,” commenta Akaashi. “Sei praticamente moribondo.”

Bokuto arriccia le labbra e alza le sopracciglia offeso. “Akaashi, ma perché mi prendi in giro? Sto malissimo! Sto davvero, davvero male.”

Akaashi sospira e appoggia il termometro sul mobiletto accanto alla tv, poi si avvicina al proprio ragazzo, che ancora non ha avuto occasione di salutare da quando è tornato a casa dall’università. Bokuto lo ha accolto già avvolto nella coperta come un salame e convintissimo di essere in punto di morte.

Gli scopre il capo e si avvicina per lasciargli un bacio sulle labbra, però Bokuto lo ferma e gli copre la bocca col proprio palmo.

“Akaashi, ma cosa fai?” esclama, allontanandolo e coprendosi il capo con la coperta. “Potrei infettarti, potresti stare malissimo pure tu!”

Akaashi ridacchia davanti alla sua sentita preoccupazione. “E’ solo un raffreddore, Bokuto-san... guarirò.”

Bokuto scuote comunque la testa, allontanandolo. “Non potrei mai infettarti consapevolmente, Akaashi. Niente baci per te questo pomeriggio.”

Un po’ gli fa tenerezza quel grande bambinone che ci tiene a non fargli prendere il raffreddore, per cui gli fa un  bel sorriso e opta per lasciargli un piccolo bacio sulla fronte. “Come desideri, Bokuto-san.”

Bokuto apre la bocca per parlare, ma non riesce a dire nulla, visto che lo coglie un sonoro starnuto. Si soffia nuovamente il naso e si lascia cadere sul divano, guardando nel vuoto di fronte a sé. “Sto borendo Akaashi, be lo sento.”

Il ragazzo sospira nuovamente sconsolato prima di afferrare il cellulare e mandare un messaggio a Kenma.

Avete del paracetamolo in casa? Qui stiamo facendo testamento.

La risposta dell’amico è fulminea, esattamente come si aspetta.

Yup, te lo mando.

Neanche mezzo minuto dopo, sente un leggero bussare alla porta e se ne stupisce. Allora la strigliata della settimana precedente sulle buone maniere e il bussare è servita davvero a qualcosa! Non ci avrebbe scommesso neanche uno yen.

Apre l’uscio e cerca di non mettersi a ridere davanti allo sguardo preoccupatissimo di Kuroo.

“Mi dispiace, Bokuto è malato e non può uscire fuori a giocare,” dice con un piccolo ghigno.

Kuroo fa una smorfia e gli porge la scatola di medicinali. “Come sta?”

Prima che Akaashi possa rispondere, un rantolo di agonia giunge dal divano.

“Sto malissimo, bro… sento che sto morendo.”

Akaashi sospira e si volta leggermente. “Non stai morendo, Bokuto-san. Hai solo un leggero raffreddore,” esclama, per poi tornare a guardare Kuroo. “Ha solo un leggero raffreddore,” ripete, come se la cosa non fosse chiara.

Il ragazzo annuisce, ma non sembra convinto; cerca addirittura di sbirciare oltre la spalla di Akaashi per constatare che il proprio migliore amico non sia in fin di vita.

“Vuoi entrare e constatare quanto è moribondo?” chiede a quel punto Akaashi, spostandosi dall’uscio con un sorriso sulle labbra.

“Uhm, no... non vorrei prendermi qualcosa e rischiare di attaccarlo a Kenma,” afferma, portandosi una mano tra i capelli e facendo un passo indietro. “Lo sai che è di salute cagionevole.”

Akaashi alza gli occhi al cielo, ma sorride a Kuroo, il quale torna in casa propria con una smorfia un po’ abbattuta, chiudendo la porta dolcemente.

Bokuto è ancora sdraiato sul divano con la coperta avviluppata addosso, intento a tirare su col naso. Akaashi gli direbbe pure che è adorabile se solo non fosse consapevole del fatto che poi non farebbe più vita dopo tale dichiarazione.

Prende una pastiglia dalla confezione e gliela porge insieme a un bicchier d’acqua. Lui fa solo una piccola smorfia e non replica, tornando poi a raggomitolarsi sul divano e a soffiarsi il naso.

Ci mette solo un paio di minuti ad addormentarsi e Akaashi approfitta del silenzio per portarsi avanti con lo studio, controllando ogni tanto la fronte di Bokuto e che la temperatura non si alzi.

Qualche ora dopo, sta preparando la cena quando avverte due mani calde sfiorargli i fianchi e un bacio sulla guancia.

“Akaashi, è successo il miracolo! Mi hai guarito!” urla Bokuto, stringendolo forte a sé.

“Certo,” Akaashi ridacchia e si appoggia al suo petto, continuando a girare la minestra calda con il mestolo. “Sono stato io a farti guarire, mica la medicina.”

Bokuto gli lascia un altro bacio sulla guancia. “Quando sono malato, tu sei l’unica medicina di cui ho bisogno.”

E, a quel punto, anche se a Bokuto ancora un po’ il naso cola, Akaashi pensa si sia meritato un bacio come si deve.

Anche se poi passerà una settimana col raffreddore.


 

Ieri proprio non sono riuscita ad aggiornare questa raccolta, ma oggi ecco a voi ♥
Vi informo che questo è il penultimo capitolo (di quelli che ho già scritto) e dopo la settimana prossima gli aggiornamenti non saranno più regolari, almeno finchè non mi metto a scrivere altro! Spero che l'ispirazione per questi quattro broccoloni torni presto ♥
Grazie grande a chi legge ♥

Beta reading: Ilaria
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