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Autore: cristinaquaroni    14/12/2017    0 recensioni
Non avrei mai immaginato di poter ritrovare il suo sguardo su di me, i suoi occhi castani mescolarsi al mio verde bosco; eppure eccolo davanti a me con il respiro affannato e i capelli scompigliati. Dov'eri finito per tutto questo tempo?
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La notte era calda di un agosto pieno di aspettative, me ne restavo semplicemente seduta sulla vecchia altalena davanti ad una scuola elementare che avevo frequantato anche io. Il cielo era limpido e le stelle se ne stavano in cielo disperse con una larghezza precisa tra di loro, la luna era enorme questa sera: fiera di illuminare questa notte, circondata dalle sue fidate stelle. Il rumore di alcuni ragazzi si facevano sempre più vicini e catturarono la mia attenzione. 
Mi girai nella direzione dove proveniva il rumore di ruote di motorini e bici sulla ghiaia; ed è li che lo rividi in tutto il suo magnifivo aspetto. I miei amici accorsero a salutarli uno per uno e una stretta al cuore si fece violenta. La mia migliore amica mi scosse il braccio riportandomi alla realtà: tutto questo non era un sogno. Mi alzai facendo cigolare l'altalena dove ero seduta e mi avvicinai a salutarli; Arrivò il suo turno: 
"Ciao". Dissi.
"Ciao". Mi rispose. L'aria si fece immediatamenete pesante. Una ventata d'aria tiepida mi spompigliò i capelli biondi e fece girare nell'aria il suo profumo dove fui immediatamente attirata. Quel profumo glielo regalai io quel Natale che mi sembrava il Natale più bello della mia vita. Avevamo cenato tutti insieme e alla sera io, lui e tutti i nostri amici ci mettemmo davanti al camino della casa sul lago dei miei a mangiare cioccolata e finire addormentati uno sull'altro. Ora mi domando dove sia finita tutta quella felicità che ci circondava...
"Ragazzi che ne dite di fare un giro giù per il centro?" Alessandra, la mia migliore amica; ruppe il silenzio formatosi e acconsentimmo tutti alla sua proposta. Il nostri sguardi erano in lotta, come se stessimo combattendo a chi lo abbassava per primo. Mi girai lentamente dandogli la visuale delle mie spalle e raggiunsi gli altri. Lo sentii confabulare qualcosa dietro di me e prese subito da parte gaia, amica di entrambi, e le disse qualcosa che sentì solo lei.
"Cri, scusami, non pensavo ci fosse anche lui questa sera, anzi, non pensavo che venisse tutta questa gente". Si scusò Alessandra.
"Non ti preoccupare, sto bene". Feci un grande respiro e continuai a camminare di fianco a lei che mi distrasse con qualche discorso stupido. 

"Ci prendiamo un gelato?" La sua voce risuonò più forte delle altre e tutti, compresa me, ci girammo dalla sua parte. Ed ecco ripartire di nuovo la battaglia di sguardi, ma questa volta girai immediatamente il mio dalla parte opposta. Più lo guardavo, più il mio battito cardiaco accellereva dalla rabbia che mi sormontava dentro. I ricordi di quelle ultime settimane si facevano sempre più vividi nella mia mente come se fossero più reali che mai. 
Dopo che tutti furono d'accordo alla sua idea ci dirigemmo in un bar abbastanza piccolo dove presero tutti un gelato tranne me. 
"Dai su prendilo! Non diventi una barca se ne mangi solo uno".
"Non mi va, davvero, mi si è chiuso lo stomaco". Risposi abbastanza acida. Andai a sedermi su una panchina a rispondere a diversi messaggi mentre Alessandra e gli altri entravano a comprarsi un gelato. 
"Non te lo aspettavi vero?" La sua voce mi fece salire un brivido lungo la schiena e mi voltai dalla sua parte: Aveva un sorrisino sghembo, quasi incerto di dire o fare qualcosa di sbagliato.
"Aspettarmi che cosa? Che dopo mesi ti avrei rivisto?"
"Si".
"Beh no, prima o poi ti avrei ritrovato da qualche parte". Cercavo in qualsiasi modo di farlo andare via e mettere fine a questa conversazione, ma invano. 
"Perchè non prendi niente?" Mi domanda.
"Non ne ho voglia". Continuai a guardare il telefono mentre se ne stava in piedi a farmi mille domande, cercai di dimostrarmi il più indifferente possibile anche se ero tutto tranne che impassibile alla sua presenza. 
"Colpa mia?"
"Non sei al centro del mio mondo Andrea"
"Vorresti dire... non più. Giusto Cristina?" Sapevo che mi stava mettendo alla prova, sospirai e non risposi.
"E tu? Non prendi nulla?"
"Non ne ho voglia". Mi rispose con le stesse parole e tono in cui gli avevo risposto io, un piccolo sorriso nacque sul mio volto che nascosi subito senza farmi notare. Misi i miei capelli davanti alla faccia per non mostrargli il mio volto ansioso di non sapere cosa fare. Volevo mostrarmi impassibile, era la promessa che mi ero fatta quando un giorno lo avrei rivisto, ma mi rende vulnerabile, ancora, nonostante siano passati mesi dal nostro ultimo incontro di quella notte tempestosa.
"Che cosa vuoi da me Andrea?"
"Parlare, con te". 

 
   
 
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