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Autore: Miss__Snape_03    19/12/2017    1 recensioni
In un afoso pomeriggio di fine Luglio Hermione Granger, nonchè la strega più brillante della su età viene rapita dai Mangiamorre
per avere informazioni su Harry Potter...
nelle oscure celle di Villa Malfoy viene sorvegliata da colui dal quale non si sarebbe mai aspettata nulla, Severus Piton. Ma il professore combatte dall parte sbagliata...o forse no?
Riuscira la piccola So/Tutto/Io a trovare uno spiraglio di luce in mezzo atutto quel buio della realtà che la circonda...e forse anche un po' nell'animo martoriato di quell' uomo dal mantello nero?
Amore,Suspence e tanto altro vi spettano in questa fan fiction che farà sciogliere anche il cuore più ghiacciato...
Genere: Fantasy, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aberforth Silente, Bellatrix Lestrange, Harry Potter, Hermione Granger, Severus Piton | Coppie: Hermione/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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2. Tutto questo non doveva succedere

 

Villa Malfoy, Salone delle Riunioni

 

Severus era attonito, perché mai Voldemort aveva rapito la Granger? Il suo obiettivo non era sempre stato Harry?
Si continuava a porre queste domande senza trovare risposta alcuna… Quando il silenzio dei suoi pensieri venne interrotto da una risata dannosa ai timpani.

Voldemort rideva, anzi, più che una risata era un ghigno prolungato, un verso inumano di quelli da far accapponare la pelle, uno di quei ghigni che Severus non avrebbe mai più scordato…

- Bellatrix, devo ammettere che lo apprezzo.- si complimentò, facendola arrossire e rabbrividire per il piacere. Cercò di esprimere la sua gratitudine, che Piton giudicò estremamente patetica, ma venne interrotta ancor prima di cominciare.

- Miei signori, guardate un po’ chi è venuto a farci compagnia.- sibilò il Signore Oscuro, - E… Oh! Pare che la nostra ospite sia svenuta.-

Eh, sì, il Signore Oscuro aveva il pallino di dover sempre fare osservazioni ovvie.

La sua maschera bianca simulò un’espressione puramente dispiaciuta.- E’ un vero peccato… Ci toccherà lo sgradito compito di svegliarla. Dopotutto, come potremmo accoglierla per bene se rimane incosciente?-

I Mangiamorte risero di gusto, Bellatrix aveva stampata in faccia un’espressione di estremo trionfo, come se da quando Voldemort l’aveva lodata fosse rinata, era talmente felice da far ribrezzo.

-Severus!- chiamò il re del terrore, - Vuoi avere l’onore di far destare la nostra piccola ospite dal suo sonnellino?- Piton per poco non lo fulminò con lo sguardo riservato a Silente quando si permetteva di precipitarsi nelle sue stanze senza avvisare o bussare.

Come avrebbe mai potuto lui fare del male a una ragazzina che per di più era anche una sua studentessa. “Per quanto petulante fosse”, aggiunse.

Ma non ebbe il tempo neanche di rispondere che già quella pazza esaltata maniaca era saltata in piedi e gli sputava contro: -Perché sempre lui, Mio Signore? Perché?! Sono io che vi ho portato la ragazza! Lui è solo uno spudorato bugiardo!-.

Voldemort la mise a tacere con un brusco cenno della mano, facendola indietreggiare.

Piton si arrese a quell’idea, l’idea di essere considerato un traditore…. Prima dall‘Ordine e ora perfino dagli stessi Mangiamorte… Che bella vita. Ma non gli potevano dare un po’ di tregua? Comunque non c’era tempo di abbattersi, in quel momento doveva pensare a come salvare la Granger, più tardi ci sarebbe stato tempo per l’autocommiserazione.

Bisognava che si inventasse qualcosa in fretta. Sapeva già che con “svegliare” il Signore Oscuro non intendeva certo qualche scossone, o svuotarle un catino di acqua gelata in testa. Magari.

La Maledizione Cruciatus, ecco cosa ci voleva, utile, semplice, veloce, e pulito.

Cosa poteva fare? Doveva trovare una soluzione e alla svelta… Sembrava non avere scelta. Ad un tratto, un’idea gli si balenò nella mente… Più che un’idea era un modo per guadagnare tempo e non sapeva neanche se avrebbe funzionato… Ma doveva provarci.

Quindi assunse un’aria tranquilla, risistemò la sua maschera di glaciale indifferenza e sperando che la sua idea funzionasse disse: -Se mi è concesso, mio Signore,- ignorando il lampo di furia nello sguardo di Bellatrix, -credo che sarebbe più saggio lasciare che la ragazza si risvegli da sola, in fondo se la torturassimo ancora non otterremo altro che un peggioramento della situazione e di conseguenza non sarebbe in grado di parlare neppure se lo volesse.-

A quel punto Bellatrix tornò ad attaccare:- Avete visto? Non vuole torturare la ragazza! Poverino, il Vermicolo ha paura di usare la sua bacchettina, non è vero?-  

Voldemort la guardò con fare omicida, i suoi occhi accesi di un fuoco nero e infernale, nessuno dei presenti osava emettere un sospiro. Piton iniziò a domandarsi se non avesse fatto male a parlare. Ma il Signore Oscuro sibilò, come a contenere la sua irritazione: - Lestrange… Un’altra parola contro Severus e te ne pentirai!

Ha ragione, ora che l’abbiamo presa non possiamo torturarla fino ad ucciderla…. Almeno  finché non si sveglia… Lucius!-

- Ehm… S-si mio Signore.- Rispose Malfoy intimidito da quel tono di voce.

- Rinchiudila nelle segrete, domani pomeriggio ci riuniremo di nuovo quando si sveglierà.

Fino ad allora qualcuno dovrà stare tutta la notte a sorvegliarla… Chi vuole avere l’onore?-

Sottolineò con estremo sarcasmo la parola, scorrendo lo sguardo da Mangiamorte a Mangiamorte.

Nessuno alzò la mano e sinceramente neanche Severus aveva molta voglia di sprecare quel tempo a fare da balia alla signorina Granger. Tuttavia, se non l’avesse protetta sia Silente che la sua coscienza glielo avrebbero rinfacciato per sempre.

Chissà cosa potrebbero fare gli altri se si mettessero a “sorvegliarla”. Insomma, la veglia è pur sempre noiosa.…

- Mi occuperò io stesso di questa piccola … seccatura, Mio Signore-, disse con tono sprezzante Severus.

-Sei sempre stato un servo fedele… -lo accarezzò viscidamente con lo sguardo, e senza aggiungere una parola in più, si Smaterializzò in una nube di fumo nero, seguito da tutti gli altri, Bellatrix per ultima.

Lucius rimase fermo e in silenzio, e dopo aver lanciato un’occhiata a Piton, sollevò con un’espressione di puro disgusto il leggero corpo femminile con la bacchetta e la trasportò giù, nelle segrete buie di Villa Malfoy.

Dopodiché prese per il braccio Narcissa e insieme si Smaterializzarono nella loro casa di campagna.

 

Villa Malfoy, Cella Sotterranea

 

Piton si dovette arrendere all’idea di passare la notte in quel lurido spazio angusto e sporco.

Senza badare alla figura accartocciata per terra, cercò di rendere la prigione più pulita e confortevole. Per quanto fosse possibile renderlo comodo senza destare sospetti.

Fece apparire una grande poltrona, morbida nonostante l’età e vi adagiò sopra la ragazza svenuta, raccolta in posizione fetale, che si abbracciava da sola, per paura o per il freddo. La scrutò un attimo, e si sentì dispiaciuto per le ferite che le percorrevano il corpo.

“Dopotutto è ancora una bambina…” si disse con rabbia, buttandole addosso una coperta di lana che sicuramente le avrebbe evitato un raffreddore, se non la febbre.

Fece passare la punta della bacchetta sulle profonde ferite sul viso pallido e sulle braccia scoperte della ragazza, mormorando degli incantesimi curativi per disinfettarle.

Poi rimase lì, in piedi, immobile, ignorando il freddo che se ne fregava del suo mantello nero e che si infilava tranquillamente sotto i vestiti. Si riscosse, sbuffando come un animale inferocito, e fece apparire una semplice sedia di legno, per poi cambiare idea, trasformandolo in una poltrona simile all’altra. Dopotutto la notte era ancora lunga.

Si buttò di peso sulla stoffa con un sospiro. Chiuse gli occhi, ancora più stanco di prima, e stava per appisolarsi quando quella maledetta vocina che lo tormentava di continuo non tardò a farsi sentire.

 

Severus, veramente, mi meraviglio di te! Ma ti sembra il momento di dormire? E se succedesse qualcosa? Non vuoi commettere di nuovo gli errori del passato, vero?

Ti prego, sta’ zitto per un attimo.

Ma Severus, ti rendi conto che stai dormendo con una prigioniera su una poltrona ricoperta da una coperta? Sai cosa ti succederebbe se ora arrivassero i Mangiamorte?

Grazie per avermelo ricordato, ma I MANGIAMORTE SE NE SONO APPENA ANDATI!

Ehi, non urlare!

Mi fai perdere il controllo, ogni volta!

Da quello che vedo non avresti neppure la forza di urlare.

Ti stupiresti se ti dicessi cosa sono capace di fare. Anche in queste condizioni.

Solo… Russare?

Ma che….?! Sì, va bene, solo russare, ma allora lasciamelo fare, no?

No, caro mio, hai qualcuno su cui vegliare…

Grazie mille. Me ne sono accorto.

E allora?! SEVERUS!

 

Non gli dava tregua! Perché mai la sua coscienza doveva farsi sentire anche quando era sfinito? I sensi di colpa non avevano pietá per lui pensò ringhiando leggermente…. Non voleva dormire… Voleva solo rilassarsi. Solo un minuto e poi sarebbe stato vigile tutta la notte….e con questi pensieri chiuse gli occhi rilassando totalmente ogni minima parte del suo corpo… Per una volta….

Dopotutto la Granger non si sarebbe svegliata, nessuno poteva riprendersi così presto da tutte le torture che le erano state inferte ….. E convincendosi il Pozionista si abbandonò finalmente alle braccia di Morfeo. O quasi.

 

Hermione si destò con un brivido. Sentiva un un mal di testa martellante, un gusto amaro in bocca, il respiro affannoso ma nonostante tutto era al caldo. E sì, era distesa su qualcosa di incredibilmente morbido rispetto al pavimento ghiacciato che si era aspettata. Inoltre sentiva un sentore di muffa e di umidità.

Aprì a malavoglia gli occhi, lentamente, come se non osasse apprendere quel ch’era successo.

Ma… Sul serio aveva una coperta addosso?

Ed era su una poltrona? No, decisamente non si era aspettata un trattamento del genere.

Si mise seduta molto faticosamente, e rinchiuse di nuovo gli occhi. Era sfinita.

Si passò una mano su una guancia calda, tastando timorosamente con le dita irrigidite dal freddo le ferite che Bellatrix Lestrange le aveva inflitto la sera precedente. Per accorgersi che si erano cicatrizzate bene.

Aprì gli occhi ancora una volta, stavolta decisa di sapere il perché di tutte quelle cure.

Fece un po’ di fatica a mettere a fuoco, ma una volta riuscita la scena non la sorprese poco.

Era in una cella, spaziosa per essere riservata ad un prigioniero. Il soffitto era basso e ammuffito, le pareti presentavano dei graffi e delle crepe dappertutto.

E di fronte a lei c’era Piton, il suo professore di Pozioni, seduto su una poltrona, gambe accavallate, mani in grembo, strette attorno alla sua bacchetta, gli occhi chiusi.

Appena Hermione lo vide richiuse subito gli occhi pregando che forse solo un sogno.

Non poteva essere vero… Piton non aveva nulla a che fare con i Mangiamorte.

Questo significava solo che non era più dai Mangiamorte. E con questo si spiegava la poltrona e la coperta e Piton, soprattutto. Ma le sbarre…?

No, non poteva essere.

Giusto? Non aveva senso, Piton era amico di Silente, lui faceva parte dell’ Ordine, e allora perché si trovava in quella cella? Che fosse imprigionato anche lui assieme a lei?

Rabbrividì di nuovo al pensiero. Se nemmeno uno dei maghi più temuti e abili dell’Inghilterra fosse riuscito a sfuggire alla cattura, voleva dire solo che erano spacciati.

Assolutamente.

Definitivamente.

Si tastò le tasche in cerca dell’amata e utile bacchetta. Ovviamente invano.

Ah, che peccato. A quanto pareva i Mangiamorte erano meno stupidi di quanto si pensasse.

Allora provò ad alzarsi in piedi.

La testa inizió a girarle vorticosamente, le gambe si rifiutavano di mantenere una posizione eretta, ogni muscolo del suo corpo era intorpidito, si sentiva totalmente inerme, gli occhi bruciavano e lacrimavano. Il corpo le urlò di porre fine a quell’agonia, e nemmeno il cervello aveva la forza di opporsi.

Ripiombò pesantemente sulla poltrona, rischiando di spaccarsi l’osso sacro cadendo per terra. Rinchiuse ancora una volta gli occhi, sospirando. Non si era mai sentita così impotente.

Tuttavia, debolezze a parte, era sempre Hermione, Hermione Granger. La strega più brillante della sua età. Estremamente brillante. Anche se in quel momento si sentiva tutto meno che brillante.

Spazzò via le lacrime bollenti dalle guance, forzò le palpebre umide e si guardò attorno con gli occhi arrossati, senza trovare la minima traccia di una via di fuga.

Gemette, frustata, sentendo il panico che gli si montava dentro.

 

Calma, Hermione.

Ma calma un corno!

Ehi, così non risolvi un bel nulla.

E grazie tante.

Usare il cervello?

Ce l’ho bloccato, dannazione!

CALMA!

Come faccio a mantenere la calma?

Pensa.

Molto semplice dirlo. Ho la testa in fiamme, ricordi?

Hermione Granger, stai raggiungendo il limite.

Grazie ancora. Come farei senza di te?

Rivolgiti a Piton.

Magnifica idea. Corro a svegliarlo con un bacio del buongiorno. Ma che idee ti vengono?!

E’ l’unico essere vivente presente qui. Un essere umano che può aiutarti.

Sicura che sia umano?

Hermione, non è il momento.

Invece è il momento di andare a svegliarlo, secondo te?

Sì.

Altro che brillante. Questa è follia! Suicidio!

Cosa ti costa andare lì, scuoterlo per bene e avviare l’interrogatorio?

Tu non hai idea di quanto mi costi, tesoro.

Evidentemente a questo punto non ti servo, Hermione. Te la caverai.

Ehi? C’è qualcuno?

Addio, Hermione, stammi bene. Avviami quando ti servirò sul serio.

Ehi? Ma dove sei finita? Ehi?

Aaaargh, ci seiii?

Ti sto chiamando! Ehi!

Pronto? Ehi, ma dove sei sparita?

Ci seiiii? Mi serviiii!

 

...Come farò senza di te?...

 

Hermione si rassegnò totalmente. Era fritta e spacciata. Abbandonata da tutti. Chissà se Harry la stava cercando. Magari era ancora immerso nella bolla di felicità che gli aveva creato Ginny. Ginny. Le mancava. Le mancava tutti quanti, da morire.

“Ora, però, mi devo tirare fuori da questo incubo E subito.”

Scrutò la figura scura che le stava di fronte, ancora addormentata.

Non aveva mai visto il suo professore dormire. Nonostante alcune rughe d’espressione e il grigiore insano del volto, la sua espressione non era così distaccata e odiosa come quand’era sveglio. Era rilassato, placido ma sempre controllato.

Beh, dopotutto era sempre Piton.

I capelli lisci gli ricadevano stancamente sulle guance, e ogni tanto scuoteva la testa per scuoterli via, come se stesse scacciando qualche pensiero irritante.

Per il resto rimaneva immobile. Im-mo-bi-le, con le dita strette attorno alla sua bacchetta.

Bacchetta. Come aveva fatto a non notarla? Beh, civile o incivile, ne aveva bisogno per andarsene. Si alzò, ancora traballante, scoprendo con soddisfazione di avere abbastanza forza per fare quei due passi che li separava senza schiantarsi per terra.

Fece un passo incerto in direzione della bacchetta, sentendosi le ginocchia che cedeveno sotto il peso del corpo. Imprecò silenziosamente, ripiombando giù sulla poltrona, facendo cigolare le molle, e tenendo sempre lo sguardo fisso sul volto di Piton, sperando di svegliarlo.

Continuó a fissare il suo professore per alcuni minuti sperando forse in una qualche strana magia che gli facesse aprire gli occhi sentendo i pensieri di Hermione…

 

Ma sei totalmente impazzita Hermione Granger?

Dov'era finito il tuo buon senso in situazioni del genere?

Pensa, Hermione pensa!!!

Ma perché era così difficile? Diamine!!!

 

Sbuffó sistemandosi cautamente le selvagge ciocche che le ricadevano ribelli sul volto pallido per le continue emicranie, chiuse gli occhi e massaggiandosi le tempie ragionó con tutto il suo senso logico cercando di trovare una qualsivoglia soluzione a quell'imbarazzante  e allo stesso tempo inquietante situazione

Nella quale si trovava…

Non c’era altra soluzione… Doveva riprovare ad alzarsi… Prese una profonda boccata d'aria e raccogliendo anche gli ultimi frammenti delle sue forze mise cautamente un piede a terra subito seguito dall'altro e spostò tutto il suo peso su di essi… E miracolosamente non era ancora crollata! Ce la poteva fare, quella era la volta buona, cercó di frenare l'entusiasmo dato dalla  sua improvvisa acquisizione di sicurezza e forza d'animo e proseguì  verso la grande poltrona nera che dava riposo al suo professore di Pozioni…

“Basta mettere un piede davanti all'altro….”si disse con aria decisa.

Avanzò lentamente appoggiandosi alle fredde e irregolari pareti di pietra della sua orrenda prigione, fermandosi di tanto in tanto per controllare i suoi giramenti di testa che si erano molto acquietati rispetto a pochi minuti fa…. Sì, ce la poteva fare…

Era arrivata davanti alla poltrona, ancora un passo e sarebbe arrivata a prendere la tanto desiderata bacchetta, prese un profondo respiro e…

Un giramento improvviso la stordí a tal punto da farle annebbiare la vista e le fece perdere l'equilibrio in avanti…..

Ahia!

… Ma aspetta, non fa cosí tanto male... Cadere sulla pietra non era doloroso come si aspettava….

- Ci stiamo divertendo, signorina Granger?- Disse una voce profonda.

Hermione rabbrividì realizzando dov’ era realmente caduta. Diamine. Maledizione. Aaaaaargh!

Tutto questo non doveva succedere…

   
 
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