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Autore: bahir    26/12/2017    1 recensioni
“Quello che penso è che a un certo punto siamo scesi dal treno”
“Che dici?”
“No. Lo dico davvero. Io dovevo avere Atsu accanto. Non capisco perché ci siamo separati. Sai quando sei piccolo e ti dicono che se sei buono, ti comporti bene e sei corretto ti succederanno solo cose belle?”
“Si”
“In realtà sono cazzate, lo abbiamo imparato tutti. Ma quando sei piccolo nessuno ha il coraggio di dirtelo”
“…In effetti sarebbe diseducativo”
“Lo è anche capire che quello che ti hanno insegnato è sbagliato. Che il modo in cui vivi non ti offre nessuna garanzia di evitare il disastro.”
“E allora?”
“Non lo so, forse dovremmo dire ai nostri figli di comportarsi bene ma che nella vita questo non è sufficiente. Che ci vuole anche fortuna. Che non tutto dipende da noi. Che a volte le cose vanno male perché la divinità quel giorno guardava altrove…cose così”
“Forse hai ragione ma che c’entra con quello che dicevamo prima?”
“C’entra che quando perdi fiducia nel modo di vivere che ti hanno insegnato e capisci che sei seduto su un treno e che la felicità è tutta nell’arrivare alla stazione successiva…tu scendi dal treno”
“Ah!”
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Mi sveglio contemporaneamente alla suoneria della sveglia ma con la fastidiosa sensazione che sia solo una coincidenza.
Il cuore mi sta schizzando fuori dal petto mentre il suono che ho nelle orecchie si indebolisce e poi scompare senza che io sia riuscito a individuarlo. 
O Raphael mi prescrive dei beta bloccanti o me li procuro da solo.
Mentre mi lavo la faccia decido che un giorno sarò un vecchio che non avrà più voglia di andare da nessuna parte e allora mi prenderò un cane che come me sarà vecchio e non avrà più voglia di andare da nessuna parte e non avremo bisogno di guinzagli.
La prospettiva non so perché mi rasserena molto. A colazione ho una gradevole sorpresa: mio padre ha fatto i pancakes. Solo che lo sciroppo (con cui ha tentato di disegnare una faccetta sorridente) è colato in modo inquietante e più che un caloroso buongiorno sembra la rappresentazione di un'ematemesi massiva.
Reprimo il pensiero inopportuno mentre Raphael infila una siringa nel contenitore dello sciroppo d'acero, aspira e inietta direttamente nello spessore della mia frittella con un unico, fluido movimento. Perché invece che penne nel taschino quest'uomo ha siringhe da emogasanalisi?
Lo guardo. "Aveva bisogno con urgenza di una trasfusione" replica severo Raphael.
Il mio pancake ha un aspetto orribile adesso. 
Causa eccessiva rapidità di infusione lo sciroppo d'acero cola fuori gorgogliando. "Finiscila di giocare al dottore. Ma non te li fanno rimborsare i materiali che usi per queste cazzate?"
Mangio la mia colazione mentre Atsu, fresca come una rosa mi avverte che la moto di Kainu è di nuovo in riparazione.
La guardo con curiosità. "Sei sveglia adesso? Ieri eri davvero in coma, sai?"
Atsu mi guarda perplessa "Sto bene. Ieri non potevo fare a meno di dormire...era insopportabile resistere. Ho sognato un sacco"
Strano, Atsu non sogna mai. "E cosa sognavi?"
Non mi guarda mentre risponde "Cose di quando eravamo piccoli. Di tanto tempo fa...io piangevo spesso, vero?"
La guardo. Vorrei dirle che piangeva tanto spesso che il suono mi si è scolpito nella mente in modo indelebile.
Per un paio di secondi sono indeciso, poi abbandono l'idea.
"Tutte le ragazzine piangono. Esattamente come tutti i ragazzini fanno a botte"
"Stai cercando di giustificarti? Voi ragazzi avete tanta rabbia in corpo che il sangue vi scorre al contrario! Forse è colpa di noi ragazze che piangiamo in modo inconsolabile. Non sapete che fare e vi arrabbiate"
"Teoria interessante. Ora muoviti, passiamo a prendere anche la ragazzina di nebbia che hai incontrato ieri"
"Aspetta, non hai sentito la parte migliore del mio sogno!"
Mentre sollevo la borsa dei libri mi parte una tachicardia imbarazzante per l'adrenalina che in un momento mi intossica il sangue. "Ah, sì?"
"C'erano cinque giardini a cui si poteva accedere da una ripidissima gradinata di mattonelle rosse...il primo giardino era una lunga strada costeggiata da alberi e immensa nella luce dorata del pomeriggio più perfetto che puoi immaginare; il secondo giardino era uno scorcio trai monti imbiancati di neve verniciati da un tramonto rosso sangue; il terzo giardino era un lungo sentiero di ciottoli immerso nel nulla e che si estendeva all'infinito; il quarto giardino era un aggrovigliarsi di stradine e botteguccie che vendevano cose incredibili......il quinto giardino era un albero gigantesco di pietra vivente la cui sommità era immersa in una tempesta di neve perenne!" Mentre il mio battito cardiaco torna nell'intervallo di normalità chiedo ad Atsu qualche particolare del suo sogno per dimostrarle che la stavo ascoltando.
Mentre camminiamo penso sovrappensiero che Kainu non è con noi. Forse ha già raggiunto Materia.
Mentre giro l'angolo e li vedo, lei seduta distrattamente sui gradini di una scala e lui subito dietro di lei non posso fare a meno di stupirmi di come lei si sia rapidamente infilata nella nostra vita. Come se ci fossimo dimenticati di lei per un po’ per poi semplicemente ritrovarla al posto giusto.
Io sono una persona diffidente, Atsu persino paranoica con gli estranei. Materia sembra meno densa degli altri esseri umani. Forse è per questo che dà l'impressione di esserci sempre stata.
Kainu mi saluta e comincia a raccontarmi della sua moto. Atsu e Materia camminano vicine e parlano a bassa voce. 
Come fanno a capirsi? Io sono due passi dietro di loro e le sento appena bisbigliare.
Mentre con un orecchio seguo il brusio delle loro voci, con l'altro ascolto Kainu che mi racconta dell'ennesima riparazione necessaria al motore di Penelope.
Tipico di Kainu....chiedetegli in che circostanze ha perso la verginità e si lancerà in una serie di ipotesi attendibili quanto le promesse di un ubriaco ma anche addormentato si ricorderebbe quante volte ha sostituito le candele di Penelope. Questa riparazione gli costerà un occhio della testa, d'altronde tra poco Atsu compirà gli anni e io ho un progetto ambizioso: siccome regalarle un anello è fuori discussione a meno di non voler essere costretto a un cambio di residenza, l'unica soluzione è comprarle un kimono.
Un kimono di seta pura completo di obi in broccato e sottoveste costa una fortuna. Per questo aspetto con ansia ottobre.
Mio fratello tornerà dalle vacanze e riaprirà il ristorante. 
Ci sono due cose che mio fratello adora fare: nell'ordine cucinare e rompermi le palle. Quando lavoro per lui come cameriere ha modo di fare entrambe le cose contemporaneamente e so che non resisterà.
Inoltre nel suo ristorante io sono una celebrità e alcune persone prenotano solo i tavoli di cui mi occupo io.
Se Penelope ha bisogno di riparazioni anche Kainu sarà costretto ad accettare il lavoro e in due sarà ancora più divertente.
Chiaramente mio fratello non vede l'ora di reclutarmi ma il nostro rapporto è troppo lirico perché lui mi possa offrire il lavoro in modo ragionevole. 
Prima litigheremo, poi ci copriremo di insulti facendo vaghi accenni alle virtù delle rispettive madri e infine ci metteremo d'accordo su una cifra che mi costringerà ad orari interminabili, tali che Raphael sarà costretto di tanto in tanto a venirmi a ripescare nella dispensa del ristorante dove finirò per appisolarmi.
A questo punto Raphael lascerà cadere dall'alto accenni e spunti di riflessione sull'argomento "sfruttamento minorile". Il mio stipendio crescerà di pari passo con l'irritazione del mio fratellastro e guadagnerò nell'ultimo mese più soldi di quanti non mi siano necessari.
Questo è il grande piano. Salvo contrattempi.
Quando qualche giorno dopo mio fratello torna dalle vacanze il mio piano sembra un bel sogno che come una nuvoletta si dissolve di fronte alla prosaica, violenta, rivendicativa ed infinitamente irritante realtà.
Atsu si chiude in camera sua (anche se Akira al riguardo ha qualcosa da ridire), la peonia appassisce e Raphael indossa gli occhiali con la montatura in acciaio per mettere una distanza tra sé e lo spettacolo che gli si para davanti. 
Il giornale lo legge in soggiorno, non posso più appoggiare la testa sulle sue ginocchia.
Il tè si materializza davanti alla porta di camera mia per le cinque, contenuto dentro a un termos.
È tè solubile, una vera porcheria. Molto, molto inquietante.
Alla sera sul divano del salotto trovo un piumino d'oca e un cuscino. È da almeno un decennio che non dorme più in questa casa...le terre emerse cominciano ad apparirmi un po’ inospitali.
Odio modificare le mie abitudini. Ma odio di più mio fratello. L'aria è distesa quanto una pallina di carta stagnola. È questo l'effetto che fa Akira.
Sposto i miei libri sul tavolo della cucina e mentre mi siedo Raphael stacca un momento gli occhi dall'articolo che sta leggendo e li solleva verso di me. 
Un sorriso rapido come un raggio di luna tra le nubi gli attraversa il viso. 
Quando Atsu esce dalla sua stanza per andare in bagno le faccio notare che sono le cinque e un quarto. 
Me lo devo fare da solo questo diavolo di tè? Oppure devo bere quella brodaglia immonda nel thermos?
Quando sento queste parole uscire dalla mia bocca non credo alle mie orecchie. Mentre l'acqua bolle l'atmosfera sembra distendersi. 
Forse è merito del vapore ma Atsu si siede accanto a me e rimaniamo seduti a tavola fino all'ora di cena.
Il giorno dopo mio padre svela l'arcano. Mio fratello ha deciso di tinteggiare il suo appartamento e starà un paio di giorni da noi in attesa che la pittura sia asciutta. 
Per me può bersela tutta la sua cazzo di vernice.
Basta che porti il suo maledetto culo fuori da qui. Appena posso lancio un'occhiata al napalm a mio padre.
Questa è la mia casa. Non accetto l'atmosfera di desolazione che spira in casa in queste ore.
"Potevi avvertirmi!" gli sibilo in faccia.
"Michail finiscila. Tuo fratello qui può tornare quando vuole. Argomento chiuso"
"....."
 
La mattina dopo Akira viene a cercarmi in salotto. Pensavo che almeno fossimo d'accordo sul rimanere in acque internazionali. Questa è una vera e propria invasione di campo.
Mi giro immediatamente verso di lui. Mi ha sorpreso alle spalle troppe volte, oramai ho imparato che uno come Akira è meglio averlo davanti alla faccia piuttosto che dietro alla schiena.
"Ciao fratellino"
"Akira"
"Rilassati Michelino. Non ho voglia di scatenare una rissa" Fantastico. 
Siamo già passati ai diminutivi. Riguardo alla sua dichiarazione il vero significato è 'se volessi potrei farlo e tu non potresti farci proprio nulla'.
Cerco di rilassarmi. Sta cercando di innervosirmi e io voglio quel dannato lavoro. Ripenso alla mia prima immersione subacquea. Il trucco è mantenere il controllo, il resto è una sciocchezza.
Prendo un bel respiro e mi preparo a staccare il boccaglio. Manners. Semplicissimo.
"Alla tua età dovrebbe esserti passata la voglia di corpo a corpo con altri maschi"
Ma che diavolo sto dicendo?!?
Akira mi guarda prima stupito, poi perplesso. Sulla mia faccia ci sono più o meno le stesse espressioni.
Mi fissa indeciso se pestarmi o chiedermi se va tutto bene. Ho voglia di chiudermi in un barattolo di conserva per il resto della mia vita.
Dopo avermi dato una lunga occhiata mi informa che tra due settimane il ristorante riaprirà. 
Io non faccio commenti. Se sarò io a chiedergli di assumermi si sentirà in diritto di mercanteggiare. Mentre ci fissiamo io sto valutando come rispondergli.
“Allora, sei disponibile?” mi chiede con malagrazia.
“Devo consultare la mia agenda” gli soffio in faccia. Non posso credere di averlo detto davvero! Adesso basta, esci dal mio corpo!
Akira mi fissa perplesso e sul suo bel volto orientale si fa largo un dubbio: che il suo fratello acquisito abbia iniziato ad alzare il gomito.
“Quando la hai consultata, fammi sapere”. A questo punto esce dalla stanza, non prima di aver spento la sua sigaretta nel vaso dove tengo la mia piantina grassa. Tanto la piantina Atsu adora la cenere.
A cena stiamo già discutendo dei dettagli; probabilmente alcuni clienti hanno già prenotato i tavoli affidati a me. Per questo le trattative sono state inaspettatamente semplici. 
In effetti al ristorante ci copriamo di insulti in modo ricercato ed elegante e molti clienti vengono per assistere a questi siparietti. 
Anche il fatto che il mio fratello acquisito ed il suo socio di nome Santiago siano dei draghi a cucinare il pesce ovviamente ha il suo peso. 
Quando lavoro lì mi sento sereno: stare solo con Akira sarebbe davvero ansiogeno. Mentre Santiago è un bel ragazzo cileno, di buon carattere e dalla risata facile. 
Anche nei momenti di maggior carico riesce sempre a lavorare serenamente. Con una risata ridimensiona qualsiasi problema. 
Vederli lavorare uno accanto all’altro mi ha fatto rivalutare mio fratello che ho sempre ritenuto un uomo aggressivo e buono a nulla. 
Ho il sospetto che siano innamorati perciò mi vergogno come un cane per ciò che ho detto alcuni minuti fa. Ma in realtà non lo so: il rapporto tra me ed Akira è così difficile che non sono nella posizione di indagare la sua vita privata.
CAPITOLO 6 …MAKING OF
Buon Natale a tutti! A breve vedremo Michail alle prese col suo lavoro part-time e soprattutto col suo esigentissimo datore di lavoro. Akira non ha un ruolo enorme nella storia ma lui e Santiago mi sono molto cari. 
Difatti dedico addirittura due capitoli a quella che è una piccola parentesi che ha il solo scopo di mettere in luce i rapporti tra Michelino ed il fratello acquisito.
Il personaggio di Santiago nasce a dodici metri di profondità e prende le mosse da un ragazzo cileno che faceva immersioni subacquee. 
Mi sono riservata di inserirlo nella storia, qualora fossi sopravvissuta all’immersione.  
   
 
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