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Autore: hazelnocciola    27/12/2017    4 recensioni
[FANFICTION INTERATTIVA - ISCRIZIONI CHIUSE]
Chi ha detto che senza un Signore Oscuro da combattere i giovani maghi e le giovani streghe di Hogwarts possono vivere tranquillamente? Qui, i ragazzi della Scuola di Magia e Stregoneria si trovano ad affrontare un nemico ancora più temibile: l'adolescenza. Fra amori, amicizie, compiti in classe, gite ad Hogsmeade, burrobirre e il decidere che cosa fare del proprio futuro, i ragazzi di Hogwarts dovranno affrontare sfide molto più grandi.
In questa storia i vostri OC non affronteranno cani a tre teste o maghi senza naso, ma qualcosa di più spaventoso: la vita.
Spero di vedervi partecipare in tanti, ogni informazione si trova all'interno del capitolo.
Con questo vi saluto,
HN
Genere: Comico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Maghi fanfiction interattive, Nuova generazione di streghe e maghi, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Tredici personaggi in cerca d’autore

Capitolo 3 - Les toreadors

 

 

 

 

 

 

 

 

And so I wake in the morning and I step outside

And I take a deep breath and I get real high, and I

Scream from the top of my lungs

What's going on?

 

 

 

 

 

 

 

 

11 ottobre, 2017

 

15:12

 

Andy non era mai stato un grande frequentatore della Biblioteca di Hogwarts, le poche volte che ci era andato era perché o Holly o Ben ce lo avevano trascinato a fatica, ma ora, con le ripetizioni che dava a Reece  Waldegrave era molto più presente.

 

Non appena ci mise piede, la bibliotecaria assottigliò lo sguardo, come se Andy Grier fosse capace di fare qualche atto vandalico che avrebbe rovinato i suoi amatissimi libri.

 

Andy deglutì, come se fosse stata la Ogden a rivolgergli quell’occhiataccia.

 

Pensare alla Ogden lo fece tornare alla realtà. Quella maledettissima donna! O santissima, dipendeva dai punti di vista, anche perché se non fosse stato per lei, Andy non si sarebbe mai trovato nella posizione di aiutare Reece Waldegrave in Trasfigurazione.

 

Andy fece un respiro profondo e si sedette ad una delle scrivanie, tirò fuori pergamena e libro di Trasfigurazione e guardò l’orologio. Segnava le sedici e quattordici minuti. Ancora un minuto e Reece sarebbe arrivato. Ancora un minuto…

 

Che cazzo però! Quanto ci metteva quel Serpeverde?

 

Andy si portò una mano alla bocca e iniziò a mordersi le unghie, lo faceva sempre quando era in ansia.

 

Andiamo, andiamo, andiamo.

 

La lancetta dei minuti aveva appena toccato il numero sedici, prima che Reece varcasse la soglia.

 

Nel vedere il ragazzo, Andy sentì il cuore saltargli in gola. Rimase ad ammirarlo per qualche secondo, i capelli neri, gli occhi un po’ verdi e un po’ azzurri, il segno della mandibola così marcato…

 

Quando si rese conto che Reece si guardava intorno per cercarlo, Andy si riscosse e fece: «Reece! Sono qui!», un po’ troppo a voce alta e con la voce leggermente più acuta di come se la immaginava.

 

Reece Waldegrave si girò e gli sorrise, proprio nello stesso momento in cui la bibliotecaria lo zittiva.

 

«Ciao Andy, come va?» domandò Reece, una volta che si fu seduto.

 

Andy non era ancora riuscito a capire per quale motivo Reece Waldegrave continuasse a chiamarlo Andy e non Grier, come tutti i suoi compagni di scuola. Non che la cosa gli dispiacesse.

 

«Tutto bene» rispose il Tassorosso, sorridendo. Cazzo, cazzo, cazzo!

 

Reece rispose con un sorriso. «Senti volevo chiederti una cosa, se non ti dispiace.»

 

Sì, ti voglio sposare. «Certo, dimmi tutto.»

 

«Ti dispiace se finiamo un po’ prima oggi? Dato che iniziano i Club e ho chiesto di fare il regista per quello di teatro devo andare un po’ prima per i provini» spiegò Reece. Il preside aveva affermato che i Club sarebbero iniziati la settimana dopo l’inizio delle lezioni, ma evidentemente non si era reso conto della quantità di studenti di Hogwarts e per incastrare ogni studente con il proprio Club e orario ci era voluta la durata di un intero mese. Ancora non c’era una soluzione definitiva.

 

«Figurati non c’è problema.» Eccome se c’era un problema! Reece era nel Club di Teatro e Andy non si era iscritto a quello! «E… uhm, a quale altro Club sei iscritto?»

 

«Il giornalino, speravo di scrivere in attualità.»

 

Grandioso, due su zero.

 

«Tutto okay?» domandò Reece, vedendo il volto di Andy incupirsi.

 

Il Tassorosso rispose con un altro sorriso. «Certo. Cominciamo?»

 

 

·•·•·•·

 

16:25

 

Laertes non era mai stato un tipo troppo paziente. Si stava dondolando sui piedi avanti e indietro mentre lui e un’altra trentina di studenti aspettavano fuori da una grande porta chiusa in una delle torri del castello.

 

Insieme a lui c’era Freyja, che però non era di molta compagnia: era seduta sulla sua borsa accanto a lui e teneva le ginocchia vicine al petto, appoggiate a queste, una pergamena sulla quale stava scrivendo una lettera approfittando del tempo libero.

 

«Saluta tuo fratello da parte mia» le disse Laertes, sapendo a chi stava scrivendo. Ragnar, il gemello di Freyja, gli era sempre stato simpatico, anche perché da quello che la ragazza gli raccontava della sua famiglia, sembrava l’unico con un buon carattere, oltre alla sorellina.

 

«Mh-mh» fu la risposta di Freyja, che continuò a scrivere.

 

Laertes sospirò e iniziò a guardarsi intorno. Tra tutti i ragazzi riuscì a distinguerne alcuni che conosceva già, come Reece Waldegrave che sembrava il più agitato di tutti dato che continuava a guardare l’orologio. C’era anche il ragazzo di Cecilia Nott, del quale non ricordava il nome e il fratellino di Malorie Waverly, Elliot. Si domandò chi fra questi si sarebbe candidato come attore, ma nessuno dei presenti sembrava averne la presenza.

 

Si voltò di nuovo verso l’amica, pensando che forse avrebbe dovuto imitarla e scrivere anche lui a suo fratello maggiore, Alexander.

 

Prima che potesse muoversi per prendere un foglio, però improvvisamente da un altro corridoio sbucò fuori il professor Lonely che sorridendo ai ragazzi si fece avanti. «Buongiorno a tutti, ragazzi, scusate il mio ritardo ma ci sono stati alcuni problemi nell’aula professori.»

 

Laertes riuscì a percepire un coro, prevalentemente formato da ragazze, di sospiri sognanti.

 

Storse leggermente il naso quando si rese conto che anche Freyja ne aveva fatto parte.

 

«Be’, direi di non ritardare oltre» fece Lonely e con un rapido movimento di bacchetta fece aprire la porta.

 

La stanza era diversa dalle altre della scuola: i pavimenti erano in legno, invece che in pietra, il sole picchiava drittissimo attraverso delle enormi vetrate, un piccolo palchetto sempre in legno era in fondo all’aula e alcune sedie erano sparse un po’ ovunque. Tra le altre cose che notò ci fu anche l’enorme strato di polvere che ricopriva ogni cosa.

 

Laertes intuì che questa doveva essere da sempre stata la sala delle prove degli spettacoli che venivano presentati ad Hogwarts quando il preside la frequentava da studente.

 

«Ma che disastro» sentì commentare Lonely, che, ancora una volta, tra gli sguardi di ammirazione, ripulì l’aula con un altro incantesimo. «Molto meglio» fu il suo commento finale, prima di girarsi e battere le mani. «Come saprete, io sono qui esclusivamente per supervisionare ciò che farete, ma il resto sarà gestito completamente da voi, o meglio da uno di voi.»

 

Lonely allungò un braccio, indicando Reece Waldegrave che si fece avanti. Il Serpeverde si schiarì la voce prima di parlare, visibilmente imbarazzato. «Allora… Ho chiesto personalmente al preside di mettermi a capo dell’opera teatrale che presenteremo a fine anno e lui mi ha gentilmente accordato il ruolo di regista.»

 

Waldegrave si guardò intorno, sempre arrossendo sotto gli occhi di tutte quelle persone. Laertes ci aveva visto giusto: non aveva la stoffa di un attore.

 

«Prima di cominciare qualunque cosa ho bisogno che mi diciate che ruolo vorreste avere nella rappresentazione, se quello di attore, scenografo, meccanico o altro. Per quanto riguarda gli attori, posso dire che le audizioni per i ruoli avverranno la prossima volta e che ci sono due ruoli principali, uno maschile e uno femminile, in oltre…»

 

Laertes sorrise: quel ruolo era già suo.

 

 

·•·•·•·
 

16:35

 

Questo era ciò che Benjamin non si aspettava. Come poteva? Conosceva Ormerond da sette lunghissimi anni e in tutto quel tempo era convinto che non esistesse assolutamente niente sotto quegli strati di pelle avvizzita e barba bianca spennata, e invece ora? Tutto il suo mondo veniva ribaltato!

 

Dopo ben dieci minuti passati alla prima lezione di Alchimia Avanzata, quel vecchiaccio sembrava quasi avere… un’anima?

 

Aveva passato cinque minuti a dire che dovevano preparare dell’Amortentia e gli altri cinque a ridere mentre girovagava tra i gruppi.

 

Ben, che da Settembre era diventato la nuova vittima preferita di Ormerond (colpa di Holly), si stava salvando rimanendo in gruppo con i suoi due migliori amici Holly e Andy: Andy era tra i più bravi e Holly aveva la fama di bravissima studentessa.

 

«Guardalo» fece Holly, mentre Andy cerchiava le quantità di materiale che gli servivano per la pozione. «Sembra che si stia divertendo.»

 

Ormerond era improvvisamente scoppiato a ridere insieme ad Elizabeth Gaunt, quella ragazza aveva un qualcosa di magico che le consentiva di avvicinarsi a chiunque, non importava che tipo di carattere avessero.

 

«Guardate chi c’è» fece Ben, accorgendosi di un ragazzo che prima non avevano notato. Gli altri due si girarono e in lontananza videro Michael Harris che guardava dritto verso di loro, il Grifondoro fece un occhiolino a Holly e questa rispose con uno dei suoi soliti sguardi fulminanti.

 

Quello era uno dei battitori di Grifondoro, il più sleale che Holly avesse mai avuto il dispiacere di incontrare. La ragazza segnava ogni volta i suoi falli e per qualche strana ragione Harris aveva preso queste attenzioni come positive e credeva che la Corvonero fosse interessata a lui. Non c’è da dire che tutti e tre l’avevano preso in antipatia.

 

«Benissimo» esclamò improvvisamente Ormerond, facendo saltare in aria la maggior parte dei ragazzi che stava tutta tranquilla. «Come saprete» - qui scoccò un’occhiataccia a Ben - «l’Amortentia è la pozione d’amore per eccellenza, nonostante questo non può far nascere l’amore vero, ma solamente un’infatuazione o, per meglio dire, ossessione.» A questo punto il vecchio ridacchio sotto i baffi.

 

Ben non stava davvero ascoltando quello che stava dicendo Ormerond, qualcosa riguardo ad un vapore a spirale o robe simili. Si trovò più impegnato a vagare con la mente attorno alla stanza, per poi finire sui capelli biondi di Holly. Fece per dire qualcosa, quando questa alzò la testa di scatto e gli sorrise, poi insieme a Andy iniziò a buttare diversi ingredienti nel calderone.

 

Di già? Per quanto tempo era rimasto incantato?

 

Continuarono così per una buona mezz’ora, Ben più che altro seguendo le indicazioni di Holly, che aveva iniziato a comandare sia lui che il Tassorosso a bacchetta.

 

«Dovremmo aver finito» fece Andy, buttando un ultimo petalo di rosa. La pozione fece un leggero sbuffo prima di illuminarsi e calmarsi di nuovo.

 

Ben, arricciò il naso, non appena un particolare odore della pelle di cui erano rivestiti i palloni di Quidditch, forse arance e anche un aggiunta di caffè.

 

Voltandosi verso i suoi amici vide che Andy era completamente perso, con la faccia sognante e la mente da un’altra parte. Incrociando gli occhi di Holly, lei li sgranò prima di voltarsi e arrossire leggermente.

 

Ben deglutì, forse iniziava a capire qualcosa.

 

 

·•·•·•·


16:45

 

A Bebe non dispiaceva Difesa Contro le Arti Oscure, nonostante non fosse la sua materia preferita, ma aveva deciso di far parte del Club dei Duellanti principalmente perché sapeva che il professor Malew avrebbe coordinato il tutto.

 

Bebe era accompagnata da Carter, i due avevano insistito con Ofélia perché anche lei si iscrivesse al loro stesso Club, ma infondo sapevano che l’indole così gentile della ragazza le impediva di venire con loro.

 

Quando era entrata nell’aula aveva visto il professor Malew intento a sistemare due diversi palchetti, che saranno stati lunghi circa una quindicina di metri ciascuno.

 

Sfortunatamente per loro erano arrivati tardi e c’era un’infinita coda di ragazzi che aspettava il proprio turno per combattere.

 

Bebe propose di andare ad appoggiarsi su una delle pareti, mentre aspettavano il loro turno.

 

«Le cose qui si mettono male» aveva sentito dire Carter.

 

«Come?» domandò Bebe, poi, seguendo il cenno fattole dall’amico, si rese conto che c’erano altre persone che conosceva lì e non erano niente di meno che la sorellastra di Carter e Malorie Waverly. «Ahia» fece.

 

«Proprio così. Cecilia mi ha detto che dopo il loro ultimo scontro sono state costrette a passare insieme le serate a pulire le aule, e senza incantesimi!» raccontò Carter, mentre i due aspettavano ancora il loro turno per combattere.

 

Bebe sorrise. «Per noi era stato divertente» ricordò, pensando alla punizione che avevano preso quando avevano fatto prendere un colpo ad uno dei fantasmi del Castello, facendogli credere che avesse cambiato sesso con un semplice Incantesimo di Illusione.

 

Anche Carter si unì a lei. «Uno dei nostri migliori scherzi. Il Barone era finito nell’ufficio del preside gridando di essere stato stregato.»

 

I ragazzi risero.

 

Dopo circa una trentina di minuti, finalmente, Malew li chiamò e i due salirono sul palchetto.

 

«Valgono le stesse regole» disse Malew. «Il combattimento finisce quando l’avversario riesce a prendere la vostra bacchetta. Nessun Incantesimo che vi possa danneggiare gravemente e nessun Incantesimo che coinvolga gli spettatori. Cercate di non dar fuoco a niente» - qui Malew scoccò un’occhiata di intesa a entrambi, probabilmente ricordando quando i due durante il loro secondo anno avevano “accidentalmente” fatto prendere fuoco a tutti i quadri del primo piano - «e, soprattutto, divertitevi.»

 

Detto questo, Malew scese dal palchetto, lasciando libero spazio ai due.

 

«Fatti sotto, Serpe» soffiò Carter, mettendosi in posizione.

 

«Attento alle penne, Grifone» fu la risposta di Bebe, mentre imitava l’amico.

 

Il primo attacco fu quello di Carter: «Impedimenta!» gridò il ragazzo, ma prima che la sottile linea bianca scagliata dalla sua bacchetta potesse colpire Bebe, questa l’aveva già schivata con un Incantesimo di Rimbalzo.

 

Per fortuna di Carter, il suo attacco non era stato troppo potente e si ritrovò bloccato per soli cinque secondi, ma il tempo bastò a Bebe per eseguire il seguente Incantesimo: «Rictusempra!».

 

A quel punto un raggio rosa sbucò fuori dalla bacchetta di Bebe e colpì l’addome di Carter, che fu costretto a gettarsi a terra a causa dell’improvviso attacco di solletico che l’aveva preso.

 

Bebe scoppiò a ridere e si avvicinò piano a Carter. «Expelliarmus!» fece, e la bacchetta di Carter le volò in mano.

 

La Serpeverde sorrise vittoriosa: «Ho vinto».

 

 

·•·•·•·


17:13

 

Cecilia camminava verso l’aula che sapeva essere stata promessa agli studenti come redazione della nuova Gazzetta. Era la sua occasione, quell’anno avrebbe vinto la Coppa delle Case per il suo secondo anno di fila, Grifondoro avrebbe battuto di nuovo tutte le altre Case alla Coppa di Quidditch, sarebbe stata la redattrice del giornalino e una volta finita Hogwarts avrebbe finalmente incominciato a giocare seriamente a Quidditch, il suo Josh avrebbe iniziato a studiare Erbologia e in poco tempo si sarebbero sposati.

 

Sarebbe stato tutto perfetto.

 

C’era solamente un piccolo problema: quando Cecilia raggiunse l’aula, scoprì che sulle venticinque persone che si erano iscritte al giornalino, ne erano presenti sei, compresa lei.

 

Cecilia passò velocemente lo sguardo sui presenti. Il primo che notò era Laertes Charrinton-Abbey, il quale era seduto con le gambe stese lungo un banco. Non appena la vide, sul suo volto comparve un sorrisetto enigmatico e, almeno così parve a Cecilia, alquanto strafottente.

 

Tra gli altri presenti riconobbe Reece Waldegrave, che stava leggendo un libro, Holly Warren, in piedi accanto a Laertes e Lance Torres, che la guardava con occhi sognanti appoggiato allo schienale della sedia.

 

L’ultima persona che vide era una ragazza scura, che si teneva più in disparte degli altri.

 

«Ben ritrovata, Cecilia» la salutò Torres.

 

Cecilia fece un verso esasperato, alzò gli occhi al cielo e infine disse: «Dove diavolo sono tutti gli altri?»

 

«Siamo solo noi, a quanto pare» fece la Warren.

 

«Non possiamo gestire un intero giornalino con sole sei persone» ribatté Cecilia.

 

«A quanto pare dovrai accontentarti così» disse Laertes, senza togliersi il sorriso dal volto.

 

«Non farmi neanche cominciare, Charrington» lo minacciò Cecilia.

 

Laertes si alzò e si fece avanti. «Bene, direi che ora che sei arrivata, possiamo cominciare a lavorare alla redazione, o mia caporedattrice. Oh, quasi dimenticavo: scriverò articoli quasi sempre diversi, critiche sociali per così dire.»

 

Cecilia sbuffò di nuovo. Come poteva mettere insieme un giornalino intero con così pochi scrittori? E se ci fossero state delle rubriche vuote? Chi ci avrebbe pensato? Lei? «E va bene. Avete vinto. In che cosa pensavate di scrivere voi altri?» chiese, tirando fuori dalla borsa che portava a tracolla una pergamena.

 

Se bisognava fare le cose, tanto valeva farle bene.

 

«Io vorrei fare recensioni di libri» dichiarò Holly Warren, mentre Cecilia passava ad appuntarselo.

 

«Io scriverò la cronaca sportiva» fece Torres, tirandosi in piedi. Cecilia se lo aspettava: era anche grazie a quel ragazzino se avrebbero vinto la Coppa. Torres aveva proprio la grinta che serviva a Grifondoro.

 

Waldegrave si schiarì la voce: «Mi piacerebbe scrivere in attualità del Mondo Magico».

 

Elettrizzante, pensò Cecilia. Poi si volò verso l’unica ragazza che non aveva parlato. «E tu?»

 

La Tassorosso sorrise. «Mi piacerebbe rispondere a delle lettere mandate dagli studenti. Come dire… che chiedono consiglio. Una rubrica anonima.»

 

«Lettere del cuore?»

 

«Certo… Ma non solo. È un’idea troppo strana?» fece infine, stringendosi le spalle.

 

Cecilia ci pensò. «No, anzi mi piace molto. Come hai detto che ti chiami?»

 

«Ofélia.»

 

«Bene, è ora di mettersi al lavoro» annunciò la Grifondoro.

 

«Tu in cosa scriverai, luce dei miei occhi?» fece Lance Torres.

 

Cecilia sorrise. «Sarà una sorpresa, Torres.»

 

Questo era certo, nessuno a Hogwarts avrebbe smesso di parlare di Cecilia Nott, una volta uscito il primo numero.

 

 

·•·•·•·

 

17:17

 

Freyja e Effy si erano date appuntamento davanti all’aula di Musica, così da poter entrare insieme per la prima lezione, ma sfortunatamente Effy non aveva accennato a Freyja il fatto che fosse una ritardatrice cronica.

 

La Corvonero si appoggiò ad uno dei muri in pietra, dondolandosi avanti e indietro, annoiata dal fatto che in quella giornata si fosse trovata così tante volte a dover aspettare.

 

Guardò il suo orologio da polso e poi di nuovo per i corridoi, quando finalmente la Serpeverde decise di spuntare fuori.

 

«Oh, Fry! Eccoti!» esclamò la ragazza, una volta arrivata da lei senza fiato.

 

«Figurati, hai solo… quindici minuti di ritardo.» Normalmente le avrebbe dato fastidio, ma una volta incrociato la sguardo gentile di Effy, non poté che sorridere anche lei. «Be’, direi che è ora di entrare.»

 

Quando aprirono la porta, le due ragazze non si erano preparate a tutti quegli occhi puntati su di loro.

 

Ora che ci pensava, le due ragazze dovevano apparire strane a chiunque le vedesse insieme, dato che erano state praticamente ribattezzate le due pazze della scuola. A Freyja non dispiaceva tanto, sapeva che quello era un modo che la differenziava da tutti ed era abbastanza sicura che Effy fosse talmente persa nel suo mondo da non rendersene neanche conto.

 

Almeno non erano le uniche due persone strane lì dentro: oltre ai ragazzi seduti con ognuno in braccio il proprio strumento, Freyja capì che il direttore della nascente Orchestra di Hogwarts era niente di meno che il professor Mortemore.

 

Quel pomeriggio aveva deciso di sfoggiare un mantello di velluto blu notte con ricamati dei motivi in argento. Era l’abito più sobrio che gli avesse mai visto indossare.

 

«Be’, tu devi essere la mia arpista» disse Mortemore, diretto verso Freyja.

 

La ragazza si sentì presa in contropiede. «Io… sì, suppongo di sì.»

 

Mortemore sorrise. «Elizabeth» disse poi con voce dolce, a Effy. «Tu sei la mia prima flautista! Oh, ma prendete posto, su, su! Stiamo perdendo tempo.»

 

Le due ragazze si affrettarono a sedersi accanto agli unici strumenti che erano rimasti vuoti.

 

Freyja, una volta arrivata tirò fuori lo spartito da arpista e, buttando un occhio sulla pagina della persona accanto a lei, arrivò a quella giusta. Dopodiché, iniziò a suonare.

 

 

·•·•·•·

 

18:45

 

Reece era tornato nella Sala Comune dei Serpeverde, si era tolto lo scomodo mantello della divisa e si era seduto su uno dei divani in pelle, prima di tirare fuori il suo quaderno e iniziare a scrivere: doveva iniziare a ragionare come voleva che fosse rappresentata l’opera prima di tutto.

 

Continuò così per una buona mezz’oretta prima che qualcuno arrivasse a disturbare la sua pace.

 

«Ehi Waldegrave, sei con noi per la festa di Halloween, spero» fece Malorie Waverly, distraendo Reece da quello che stava facendo.

 

Reece alzò lo sguardo e vide i due fratelli Waverly che lo guardavano. Malorie teneva i rossi capelli lisci legati in una coda alta, la divisa di Serpeverde ben lisciata in ogni suo punto. Reece osservò che stava indossando delle scarpe con i tacchi, certamente non regolamentari.

 

Suo fratello, Elliot, teneva le braccia incrociate, le maniche della camicia erano tirate su e lasciavano in bella vista i muscoli fatti grazie al Quidditch. Non sembrava contento quanto la sorella di essere lì.

 

«Questa credo di essermela persa» disse Reece, chiudendo il quaderno sul quale stava scrivendo. «Di che festa parli?»

 

«Andiamo, Waldegrave, per una volta che un Caposcuola è un Serpeverde. Non vorrai perderti l’occasione di partecipare alla nostra festa.»

 

«Tua festa» la corresse Elliot. «Io non c’entro assolutamente niente.»

 

«Ne parliamo dopo, fratellino» gli chiuse la bocca Malorie, per poi spostare di nuovo la su attenzione verso Reece. «Sarà una festa tranquilla. Stiamo pensando già agli incantesimi da mettere per insonorizzare la stanza.»

 

«Chi ci sarebbe?» domandò Reece.

 

«Be’, tutti naturalmente. Quelli del settimo e sesto anno, principalmente. Ma non discrimineremo le altre Case: soprattutto Grifondoro, voglio proprio vedere la faccia di Cecilia Nott quando vedrà che festa magnifica ho organizzato.»

 

Reece decise che era saggio non commentare quest’ultima cosa.

 

«Bene, sei dei nostri allora» disse infine Cecilia, mentre Reece provava a spiegarle che non aveva accettato, Elliot la corresse di nuovo: «Dei tuoi».

 

Malorie fece uno dei suoi soliti sorrisi smaglianti. «Porta pure chi vuoi, Waldegrave, meglio se carini e etero.» Dopodiché i due fratelli Waverly se ne andarono, Malorie ancheggiando sui suoi tacchi e Elliot massaggiandosi il collo.

 

Reece non era sorpreso da ciò che era appena accaduto: i due fratelli lasciavano sempre senza parole.

 

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20:17

 

Carter attraversò il portone della Sala Grande e subito si voltò dove sapeva che Bebe e Ofélia lo aspettavano per la cena.

 

«Ciao, ragazze» disse, mentre si sedeva davanti a loro.

 

«Ciao, Carter!» fecero in coro. «Bebe mi stava raccontando del Club dei Duellanti» disse Ofélia, ridacchiando.

 

Carter storse il naso. «Qualunque cosa ti abbia detto, non è andata così.»

 

Le ragazze risero e il Grifondoro alzò gli occhi al cielo. Riportando giù lo sguardo, si accorse che Elliot Waverly era appena entrato nella Sala Grande. Carter lo richiamò, invitandolo a sedersi con loro.

 

Il rosso sembrò preso da un attimo di indecisione, ma poi venne comunque da loro. Carter si rese conto che non lo aveva visto spesso mangiare con qualcuno, nonostante fosse il fratellino di una delle ragazze più popolari di tutta Hogwarts.

 

«Ciao» fece un po’ in imbarazzo il Serpeverde, una volta arrivato al loro tavolo.

 

«Ehi, Waverly» lo salutò carter stringendogli il braccio e invitandolo a sedersi accanto a lui. «Lei è Ofélia» presentò Carter, sapendo che lui e Berenice si conoscevano già.

 

«Ci stavamo raccontando di come ho battuto oggi il piccolo Dallas nel nostro scontro» fece Bebe, con sguardo di sfida.

 

«Non mi hai battuto, hai solamente scagliato l’ultimo Schiantesimo prima che finisse la lezione!» protestò Carter, indignato del fatto che le sue migliori amiche si fossero coalizzate contro di lui.

 

Mise su la sua solita espressione offesa, arricciando il naso e le ragazze scoppiarono a ridere. Carter si voltò verso Elliot, in cerca di un po’ di solidarietà maschile, lo ritrovò a sorrider timidamente con gli occhi fisse sul piatto.

 

«Tu che dici, Elliot?» fece Ofélia, sorridendo gentile.

 

Il Serpeverde alzò lo sguardo sorpreso, ma sorrise ancora. «Be’, credo proprio di dover dare ragione alla mia compagna di Casa» disse, fingendosi dispiaciuto nei confronti del Grifondoro.

 

«E io che ero convinto che sarebbe stato meglio avere un altro ragazzo nel gruppo» sospirò Carter , fingendosi sconfitto. Questo provocò la risata di tutti e quattro.

 

 

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20:34

 

«E al giornalino? Com’è andata?» chiese Andy, mentre versava l’acqua nei bicchieri dei suoi amici.

 

Holly storse il naso. «La redattrice è Cecilia Nott» fu l’unico commento della Corvonero.

 

Ben, che aveva appena bevuto, si strozzò con l’acqua. Andy, sapendo che era tutta una recita, alzò gli occhi al cielo. «Non è così male, quella ragazza» disse, rimproverandolo.

 

Ben spalancò gli occhi. «Non è così male? Hai idea di quante volte Grifondoro ha battuto Corvonero nelle partite di Quidditch? Non venire a dirmi che è bravura, qui c’è sotto qualcosa!»

 

Per tutta risposta il Tassorosso si mise una mano sulla fronte, a sentire l’ultimo commento complottista del suo migliore amico.

 

«Nonostante la cosa non mi piaccia, devo dire che non ti alleni troppo come portiere» fece Holly, in direzione di Ben.

 

«In più Grifondoro è sempre più forte.» I tre ragazzi si girarono in direzione di chi aveva parlato e si ritrovarono davanti Laertes Charrington-Abbey, in compagnia di Freyja Wellington. «Non stavo origliando, avete solamente colto la mia attenzione» si difese subito il Grifondoro, con un sorriso smagliante.

 

Holly vide Ben assottigliare lo sguardo: sapeva che quel ragazzo non gli era mai andato a genio, troppo enigmatico per i suoi gusti.

 

Holly fece per parlare, ma fu bloccata da un’altra persona: «Tutti quelli che cercavo, che fortuna!», fu infatti l’esclamazione di Malorie Waverly, che con un sorriso smagliante arrivava verso di loro. «In quanto vostra Caposcuola preferita…»

 

«Ehi!» fu la risposta di Andy, leggermente ferito dal commento.

 

Malorie alzò gli occhi al cielo. «In quanto una dei vostri Caposcuola preferiti, ho deciso di organizzare una festa per Halloween, Sala Comune dei Serpeverde e mi aspetto di vedervi tutti quanti.»

 

«Noi ci saremo» poté affermare Laertes, mettendo una mano sulla spalla di Freyja.

 

«Anche noi» rispose Holly, a nome di tutti e tre.

 

«Sapevo di poter contare su di voi. Potete portare chi volete, naturalmente fate in modo che la voce si sparga solo fra le persone giuste. Non voglio che la festa venga rovinata da qualche noioso professore.» Detto questo, la rossa girò i tacchi, in direzione di un gruppo di Serpeverde.

 

Lartes e Freyja fecero un ultimo saluto ai tre, prima di andarsene anche loro al proprio posto.

 

Holly si voltò verso i suoi amici e vide che Andy aveva gli occhi sgranati e lo sguardo fisso su un punto davanti a sé. «Tutto bene, Grier?»

 

«Reece sarà a quella festa, non è vero?»

 

Ben e Holly si guardano, si scambiarono uno sguardo di intesa e si alzarono. Quando il Tassorosso si rese conto che i suoi due migliori amici lo stavano abbandonando così, scattò in piedi. «Ehi!» gridò, prima di inseguirli dietro le loro risate.

 

·•·•·•·

 

22:48

 

Era strano per lui, ritrovarsi a pensare così tanto, ma in quel periodo per Elliot era praticamente impossibile far tacere i propri pensieri.

 

Si era allontanato dalla Sala Comune ed era uscito dal Castello (conosceva bene i turni dei prefetti e sapeva quando non erano di ronda), non andava a fare niente di male alla fine: voleva solo raggiungere il campo da quidditch e farsi un po’ di giri del castello volando.

 

Così, per distrarsi.

 

Indossava la sua tuta personale, la giacca e le scarpe, dunque correre giù per il prato non si rivelò difficile. Una volta arrivato saltò sul scopa e si tirò subito su in aria. Era così piacevole, sentire il freddo vento del primo autunno colpirgli la faccia e ammirare le luci del castello.

 

Non voleva pensarci, certo che non voleva. Non sapeva chi era e a confronto qualunque altro problema che avesse affrontato fino ad allora sembrava effimero. Questa parola gliela aveva insegnata Malorie, lei sì che era una intelligente.

 

E lui, il suo amato fratello, le stava mentendo.

 

Scacciò questo pensiero dalla mente e decise di pensare a qualcosa di più piacevole, come la serata che aveva trascorso.

 

Era stato bello passare del tempo con Carter, Ofélia e Berenice. Non voleva pensare a cose troppo affrettate ma era come se avesse trovato degli amici, per una volta. O magari qualcosa di più.

 

“È bello avere un altro ragazzo nel gruppo”, così aveva detto Carter, se la memoria non ingannava Elliot. Cosa significava? Che Carter voleva passare del tempo con Elliot? Che Elliot era stato accettato nel loro gruppo di amici?

 

Merda, pensò. Cosa diavolo stai combinando, Waverly?

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

 

Cosa? Avevo detto che avrei postato un capitolo ogni due settimane? E mi avete anche creduto!

 

Be’ come state? È un po’ che non ci si sente.

 

Scusatemi! Davvero tanto, davvero davvero tanto. Non avete idea di quanto io sia mortificata, ma quest’estate, quando ho progettato l’idea di postare ogni due settimane, non avevo idea della mole di lavoro che mi avrebbe assalito una volta iniziato settembre.

 

Ma non ho intenzione di mollare la storia, se è questo che temete. Ci tengo e tengo a questi personaggi. Purtroppo non posso promettervi una regolarità per le pubblicazioni, potrebbero volerci mesi come una settimana a postare un capitolo.

 

Spero che nonostante la mia negligenza vogliate comunque continuare a leggere questa storia. Mi fareste molto felice.

 

Ma ciancio alle bande, parliamo del capitolo! C’è da dire che non sono riuscita come avrei voluto a portare di molto in avanti le relazioni, questo per un semplice motivo: ho ancora dei dubbi per quanto riguarda la resa di alcuni personaggi, dunque vi chiederei per messaggio privato di dirmi come avreste voluto che un vostro personaggio fosse stato reso in una determinata situazione, nella speranza che io riesca ad orientarmi anche in quelle future.

 

In generale questo capitolo è stato più corto dei precedenti e ci sono dei POV mancanti, tutto ciò è dovuto al fatto che mi dispiaceva non portarvi il terzo capitolo per così tanto tempo e ho voluto farvi questo regalo di Natale, in (quasi) orario. Nel quarto capitolo cercherò di dare più spazio ai personaggi che in questo non lo hanno avuto, come Effy, Ofélia e Josh. Mi scuso moltissimo con le autrici di questi personaggi, ma mi farò perdonare!

 

Nel prossimo capitolo le cose dovrebbero farsi un po’ più piccanti: come sappiamo alle festa facciamo cose di cui ci potremmo pentire…

 

Le richieste che vi faccio sono un paio di domande:

 

1. Cosa ne pensa l’OC della festa? Ne è contento? Gli piacciono le feste? Si ubriacherà completamente o sarà il “guidatore prestabilito”?

2. Cosa vorreste che facesse o che gli succedesse di particolare?

3. Che cosa indosserà?

 

Per la terza domanda vi chiedo di inviarmi una foto del vestito indossato dall’OC. Se fosse anche un vestito indossato una qualche volta dal prestavolto, sarebbe perfetto. Il dress-code è semplice: vestito corto ed elegante per le ragazze, niente smoking ma nemmeno pantaloni strappati per i ragazzi.

 

Le risposte dovranno essere mandate via messaggio privato e non nella recensione, con come oggetto il nome dell’OC e “Risposte capitolo 3” (es. Andy Grier - Risposte Capitolo 3).

 

Direi che mi sono dilungata abbastanza, ci vediamo al prossimo capitolo (si spero presto)!

 

 

 

HN

 

 

 

 

 

 

Riferimenti: Il titolo è preso dall’opera la Carmen di Georges Bizet.

 

La citazione all’inizio è invece presa dalla canzone dei 4 Non Blondes, What’s Up, che io però ho conosciuto grazie alla cover di Lady Gaga (che se non avete ancora sentito, vi consiglio di darci un’orecchio!)

 

 

Nuovi Personaggi:

 

 

Michael Harris, Grifondoro, VII anno.









 

  
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