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Autore: Lady Samhain    29/12/2017    2 recensioni
// Sesta parte della serie "La strada di casa"//
Dopo un anno di convivenza e a dispetto di tutti, Percival e Credence sono ancora insieme.
E, pare che nessuno dei due abbia intenzione di tirarsi indietro.
Un'altro anno per conoscere frammenti della loro vita, della loro storia e della loro famiglia.
Un 1931 vissuto attraverso frammenti sparsi, tutti diversi tra di loro, come le figure in un caleidoscopio.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'La strada di casa'
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Sleeping beauty

Lunedì 26 gennaio 1931


Nella vita non si finisce mai di imparare.

Dopo un anno che stava con Credence, Percival aveva imparato che l'amore esisteva, che durava più di quanto lui avesse creduto possibile, e che non aveva nessun limite.

Aveva imparato anche che i week end gli sembravano troppo brevi e che avrebbe desiderato una domenica in più per stare con Credence.

Aveva anche imparato quanto fosse bello restare a poltrire a letto quando si aveva la fortuna di svegliarsi qualche minuto prima dell'Incanto Surgeo.

Credence si era già alzato, ma il materasso aveva ancora l'impronta calda del suo corpo.

Percival restò ad indugiare e ad accarezzare la forma invisibile con le mani, mentre un sorriso affiorava dalla sua espressione ancora insonnolita.

C'era pochissima luce fuori, in quella fredda mattina di fine gennaio. Il tempo doveva essere coperto. Forse avrebbe nevicato.

Tempo di formulare questo pensiero e l'Incanto Surgeo diede la sveglia con delle note basse e calme prese in modo casuale dalla sua raccolta personale di musica classica.

Percival sospirò e si rigirò tra le coperte.

Aveva anche imparato che i lunedì non gli piacevano.

E tuttavia, finché qualcuno non avesse modificato il calendario, a lui toccava alzarsi per andare al lavoro.

Con un gesto della mano fece tacere il piccolo globo di vetro che ancora suonava allegramente e poi si dedicò a cercare qualcosa con cui vestirsi.

Si infilò la casacca del pigiama ed un paio di boxer presi dallo sgabello dal suo lato del letto, ma al momento di completare il tutto con un paio di pantaloni scoprì che non erano dove li lasciava lui ogni sera.

Perché lui, aveva la decenza di preparare un pigiama o altro indumento che servisse a fare colazione con addosso qualcos'altro oltre la propria pelle, Credence invece no.

E spesso Percival si era trovato a dover andare in giro in mutande o a dover prendere un pigiama completo dal cassetto nonostante ne avesse preparato uno la sera prima.

Perché, ormai aveva imparato anche questo: Credence prendeva sempre i pantaloni.

Percival gli aveva chiesto più volte di prendere la vestaglia, così sarebbero stati coperti entrambi, e Credence l'aveva trovata un'ottima idea, ma poi, al dunque, la mattina finiva per prendersi i suoi pantaloni.

Troppo assonnato per aprire il cassetto e prendere un'altro pigiama ed anche per togliersi la giacca che senza il pantalone era inutile, Percival si infilò la vestaglia; se fosse stato più coscente si sarebbe reso conto di quanto era ridicolo, ma in quel momento il suo cervello non era ancora completamente connesso. Il sonno sembrava volergli restare appiccicato addosso più del solito quel lunedì, ed iniziare la settimana con le cosce al vento non era la sua idea di un buon inizio.

Ne avrebbe riparlato con Credence, chiedendogli se, per favore poteva evitare di lasciarlo in quelle miserevoli condizioni.

Arrivato in cucina però il malumore che lo aveva colto si scontrò con qualcos'altro, perché Credence, la peste con cui viveva, la meraviglia di ventisei anni di cui lui era innamorato, era chino sul tavolo e stava scrivendo.

Tipico di Credence. Si era svegliato prima di lui ed aveva già in mente una delle sue fantasie da rincorrere.

E scriveva con gli occhi ancora semichiusi, a torso nudo e con i suoi pantaloni di pigiama che gli stavano larghi e scendevano appena un po' sotto la linea dei fianchi.

I capelli, che non aveva mai tagliato nell'ultimo anno, erano liberi e gli sarebbero caduti attorno al viso se non li avesse tenuti raccolti con una mano mentre con l'altra scriveva chissà cosa.

Percival decise di farsi notare. A modo suo. Gli era fin troppo facile giocare sleale e sorprendere Credence, ma aspettò un momento in cui lui ebbe posato la penna per stropicciarsi gli occhi stanchi.

Allora Percival stese gentilmente la mano e dovette sforzarsi pochissimo per sentire la pelle di Credence.

Dall'altro lato della stanza, la reazione fu il suo compagno che sussultava e rimaneva inarcato all'indietro con le labbra leggermente dischiuse in un ansito.

Era bellissimo in quel momento, e Percival si sentiva un po' più disposto a perdonargli il fatto di averlo lasciato per l'ennesima volta in mutande.

-Buon giorno, enfant terrible- Gli disse non appena lo ebbe raggiunto ed ebbe sostituito al tocco magico il vero tocco della sua mano.

-Buon giorno anche a te-

Credence si alzò e, nel tentativo di avvicinarsi per baciarlo, quasi gli cadde addosso e dovettero aggrapparsi entrambi al tavolo della cucina per non rovinare a terra.

-Siamo ancora addormentati- rise Credence -Che ne dici, torniamo a letto?-

-Non tentarmi, enfant terrible. Ho una classe a cui dare il buon esempio-

-Capisco... in questo caso...- Credence stese la mano ed una cuccuma fumante si sollevò dal fornello per avvicinarsi al tavolo della cucina, seguita con grazia da una tazza -Caffé?-

Percival riuscì solo ad annuire.

Perché Credence aveva fatto il caffé apposta per lui ed aveva avuto la premura di versarglielo, perché lui era tremendamente sensibile a questo genere di attenzioni e perché dopo essersene privato per tanto tempo non le dava per scontate, anzi lo emozionavano ancora di più.

Per un attimo ebbe l'idea di come dovessero apparire: due idioti mezzi addormentati e troppo storditi persino per pomiciare come si deve.

Prese la tazza che lo aspettava a mezz'aria ma prima riuscì a passare un braccio attorno alla vita di Credence e di fare attenzione nell'attirarlo a sé per baciarlo.

-Grazie-

-Di niente. A proposito, scusami: credo di averti di nuovo preso i pantaloni. Giuro che non lo faccio apposta-

Percival scosse la testa.

-Lascia perdere. Anzi, sai che ti dico? Prendili tutte le volte che vuoi-

Perché non gliene importava niente di essere un idiota rimasto in mutande, non se Credence lo amava anche in quelle condizioni e gli faceva trovare pronta una tazza di caffè.


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Nel Cerchio della Strega


Salve, sono io! Sono tornata! Ero in viaggio intorno al mondo insieme a Newt, ma poi questi due idioti innamorati mi mancavano troppo e allora sono tornata da loro.

Ormai sono distante milioni di anni luce dal canon, lo so, ma appunto perché sono tanto lontana, tantovale... giusto?

Il brano di oggi è "Il valzer della Bella Addormentata" https://www.youtube.com/watch?v=2Sb8WCPjPDs .

La canzone della Disney che tutti conosciamo è basata su uno dei movimenti del valzer composto da Čajkowsky, ed a me è sembrata adatta perché mi piaceva presentare Credence e Percival come due "begli addormentati".


Per quanto riguarda questa nuova parte della serie ho due cose da dire:

1- L'aggiornamento non sarà costante. Scusate, ma non potrei mantenere l'appuntamento fisso della domenica e allo stesso tempo fare un buon lavoro, per cui vi chiedo pazienza.

2- Non è una storia con trama. Accadranno delle cose che legano i vari capitoli, ma più come slice of life che come una trama ordinata che inizia e finisce.

3- All'inizio di ogni capitolo c'è la data, e le date sono tutte vere. Sto consultando il solito calendario.

4- Si comincia così, con tanto domestic fluff e tanta dolcezza, e quindi state attenti. Cave inimucum.


Grazie per esservi aggregati a questa nuova parte della serie.


Lady Samhain


Ps: vi lascio Percival e Credence belli e addormentati. E con il caffè. In una fanart che non è mia e di cui lascio tutto il credito all'autore.



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