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Autore: Bay Stallion    03/01/2018    1 recensioni
E’ l’inizio del sesto anno e Draco ha una missione importante da svolgere per il Signore Oscuro, se fallisce lui e la sua famiglia verranno uccisi. Solo una persona può aiutarli a fuggire e permettergli così di salvarsi…
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Lucius Malfoy, Tom Riddle/Voldermort | Coppie: Draco/Hermione
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da V libro alternativo
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Uscendo vide Draco in fondo al corridoio, che camminava da solo, tenendo basso lo sguardo.
<< Draco! Draco! >> fregandosene degli sguardi increduli degli studenti che passavano cominciò ad agitare il braccio per attirare la sua attenzione.
Il ragazzo alzò lo sguardo, mentre si avvicinava a lei, ma non si fermò << Lasciami in pace, Granger >> disse mentre la superava.
Ormai però era tardi per fare finta di nulla, salì di corsa le scale, diretta al suo dormitorio. Segnò sul suo quaderno gli incantesimi di Vitious, per non dimenticarli.
Il giorno dopo avrebbe avuto Difesa Contro le Arti Oscure con Piton, e avrebbe ottenuto le risposte che cercava. Quella era di turno per la pattuglia dei corridoi. Mentre si aggirava per il castello buio e silenzioso pensava a ciò che l’aspettava l’indomani mattina.
Draco era arrabbiato con lei, avrebbe voluto dirgli quello che aveva scoperto, parlargli del nuovo piano, ma da quel che aveva visto, si rifiutava anche di ascoltarla. “E’ così permaloso
Questa volta sapeva perfettamente cosa fare: doveva procurarsi tutti gli incantesimi necessari per eludere la sicurezza del castello. Draco sarebbe fuggito, si sarebbe messo in salvo. Si fermò a riflettere per un po’. Probabilmente non lo avrebbe mai più rivisto. Il ragazzo che aveva creduto di odiare per così tanto tempo stava per sparire dalla sua vita, per eclissarsi come se non fosse mai esistito.
Neanche lei riusciva a spiegarsi quella strana sensazione che provava all’idea di non rivederlo. Uno stranissimo senso di vuoto, come una mancanza.
 Sapeva però che sarebbe stato al sicuro, e quello le bastava.
Aveva ancora la questione del Marchio Nero da risolvere, ma sentiva di essere sulla buona strada. Era certa che la soluzione sarebbe saltata fuori da uno dei libri presi dall’ufficio di Silente.
Incantesimi, Marchio, Fuga
Incantesimi, Marchio, Fuga
 
Incantesimi, Marchio, Fuga
Ripeteva il suo mantra mentre il suono dei suoi passi riecheggiava nel castello ormai dormiente.
La mattina seguente si svegliò più ottimista del solito. Sorrideva mentre di gran carriera si avviava verso la Sala Grande. Dubitava che avrebbe incontrato grandi difficoltà nel recuperare ciò che le occorreva. Adesso che aveva scoperto degli incantesimi si sentiva invincibile.
Draco era nuovamente assente a colazione, ma non se ne curò molto, visto che avrebbe pensato lei a tutto quanto.
La lezione di Piton sembrò protendersi all’infinito in un’ora che ad Hermione parve come se fossero state dieci.
L’insegnante si stava dilungando in uno dei suoi soliti discorsi su quanto fossero affascinanti le Arti Oscure e di come maghi molto più abili di loro avessero ottenuto un grande potere basandosi su di esse, come se sottomettere altre persone fosse una bella cosa…
Alla fine dell’ora gli studenti si affrettarono ad uscire, Piton però non si mosse, anzi si accomodò con fare disinvolto dietro la sua scrivania.
<< Qualche problema, signorina Granger? >> chiese Piton senza alzare lo sguardo dal suo libro, notando che Hermione si stava attardando.
<< Nessun problema, signore >> rispose d’istinto, capì che non c’era nulla da fare lì ed uscì in silenzio. Avrebbe tentato di nuovo in seguito.
A lezione di Trasfigurazione, entrando, notò Draco seduto in fondo all’aula. Non si era aspettata di trovarlo lì. Tentò di avvicinarsi ma non appena si accorse di lei, lui abbassò lo sguardo sul suo banco, ignorandola.
Anche la McGrannit sembrava decisa a rimanere nella sua classe quel giorno, Hermione si chiese se tutti gli insegnanti non fossero stati avvertiti che qualcuno stava cercando di rubare gli incantesimi. Questa volta però la ragazza aveva pensato ad un diversivo.
<< Professoressa>> la McGrannit la mise a fuoco da dietro gli occhiali squadrati << Anthony Goldstein mi ha detto che Pix sta creando disordine in biblioteca, molti ragazzi non riescono a studiare >> e non era del tutto una cosa inventata, tuttavia aveva omesso di dire era che in realtà Anthony Goldestein le aveva detto di Pix due giorni prima.
<< Oh, non di nuovo! >> la McGrannit continuò a borbottare rimproveri nei confronti di Pix mentre usciva dall’aula e i suoi passi si confondevano con quelli degli altri studenti nel corridoio.
<< Colloportus! >> disse Hermione puntando la bacchetta verso la porta.
Nella fretta di andare via la McGrannit non aveva chiuso il cassetto della sua scrivania, Hermione pensò di avere la fortuna dalla sua parte per una volta.
Si avvicinò per cercare la cartellina, ma con sua grande sorpresa, nell’aprire l’ultimo cassetto, si accorse che questo era completamente vuoto, fatta eccezione per alcune vecchie penne d’oca ammuffite.
Questa non ci voleva proprio. Decise di setacciare l’intera stanza per essere sicura che non fosse nascosta altrove. Controllò nell’armadio, sotto il tappeto, tri i libri sugli scaffali, ma non trovò nulla.
C’era un altro posto in cui avrebbe potuto trovarsi, si disse, ma sarebbe stato più rischioso, eppure decise di dover tentare.
Probabilmente la McGrannit aveva pensato che la sua aula non fosse un posto abbastanza sicuro e aveva deciso di tenere la cartella più vicina a sé, trattandosi di un documento tanto importante.
L’ufficio della McGrannit si trovava un piano più in alto. Mentre saliva le scale sentì la voce dell’insegnante di Trasfigurazione che andava alla ricerca del poltergeist. Aveva ancora un po’ di tempo.
Giunse alla porta del suo ufficio << Alohomora! >> << Colloportus! >> lesta come una saetta si diresse alla scrivania, stando ben attenta a non toccare nulla. Aprì l’ultimo cassetto con l’aiuto della bacchetta.
Ed eccola lì, la stessa cartellina di pergamena che si trovava nell’ufficio di Vitious. Cominciò a sfogliarla, leggendo tutti gli incantesimi, e nel frattempo tentava di memorizzarli, così che più tardi avrebbe potuto scriverli sul suo quaderno.
Accadde tutto in un attimo. Un rumore di passi fuori dal corridoio. Il pomello della porta che si muove. Senza pensarci su neanche un istante Hermione si fiondò sotto la scrivania, pregando con tutta sé stessa che la McGrannit non avesse intenzione di fermarsi troppo a lungo nel suo ufficio.
Se qualcuno l’avesse vista in quel momento avrebbe tranquillamente potuto scambiarla per una statua, tanto stava immobile. Aveva addirittura smesso di respirare per paura di essere sentita.
<< Gliela farò vedere io a quel poltergeist! Vado a parlare con il Barone. Vedrai se non la smette >> Prese dal suo armadietto una campanella, che Hermione immaginò servisse a chiamare il Barone Sanguinario, l’unico di cui Pix avesse avesse paura.
Uscì dall’aula richiudendosi la porta alle spalle. Hermione tornò finalmente a respirare. Aspettò che il rumore dei passi dell’insegnante venisse smorzato dalla distanza, dopo di che uscì dal suo nascondiglio e senza ulteriori indugi, rimise tutto al proprio posto e andò dritta nel suo dormitorio, per scrivere gli incantesimi che aveva appena letto.
 
Non poteva più aspettare per parlare con Draco. Aveva bisogno di vederlo immediatamente. Prese il finto galeone dalla tasca e gli chiese di raggiungerla sul ponte di pietra il prima possibile.
Saltò il pranzo perché aveva lo stomaco chiuso, tanta era l’agitazione. Non sapeva perché fosse così nervosa, ma l’idea di parlare con Draco dopo tutto quel tempo le sembrava surreale. Da cosa sarebbe dovuta partire? Dal fatto che il senso di colpa la stava divorando? Dal fatto che aveva deliberatamente ignorato ciò che lui le aveva detto di fare, ossia di non immischiarsi? O dal fatto che era dall’ultima volta che si erano visti che lei non riusciva a smettere di pensare a lui?
Non seppe dire quanto tempo passò, mentre camminava su e giù lungo il ponte, mordicchiandosi le dita per l’agitazione. Il suo sguardo continuava a volgersi verso la porta, ma di Draco neanche l’ombra. Per la prima volta guardò l’orizzonte, il cielo aveva assunto una sfumatura rossastra, con qualche accenno di viola qua e là. Era già il tramonto.
Osservò il profilo del castello che imponeva su di lei, poi guardò il lago, dove la piovra gigante schizzava pigramente gocce verso la riva. Il suo sguardo cadde più in basso, verso il Platano Picchiatore, i cui rami oscillavano minacciosamente, e seduto poco più avanti, riconobbe gli inconfondibili capelli biondi di Draco Malfoy, resi disordinati dal vento.
Come una furia ridiscese le scale, urtando un paio di studenti. Uscì di nuovo nella fredda aria invernale diretta da lui.
Draco parve aspettarsi di vederla, la squadrò da capo a piedi senza dire una parola.
<< Hai idea quanto tempo abbia passato ad aspettarti? Io cerco di parlarti e tu mi respingi, rifiuti il mio aiuto, non rispondi ai miei messaggi, mi dici che cosa devo fare? >>
Lui restò impassibile di fronte alla sua rabbia, continuò a starsene seduto sul prato, mentre si rigirava un filo d’erba tra le dita.
<< Sai cosa? Sono stanca di questo silenzio. Dì qualcosa! >> gli urlò, puntandosi le mani sui fianchi.
<< Non ho niente da dirti. Hai detto di non volermi più aiutare, nemici come prima >> si mise in piedi, intenzionato ad andare via, ma Hermione gli bloccava la strada.
<< Sul serio? Dopo tutto quello che è successo vorresti tornare a come eravamo prima? >> non riusciva a credere che avesse davvero dimenticato tutto così in fretta
<< Perché, che cosa è successo? >> la sua voce non riuscì a nascondere la rabbia che aveva dentro. Hermione sapeva che si stava riferendo al quasi bacio di qualche tempo prima
<< Come non detto >> era stanca dei suoi giochetti << Allora ci si vede, Malfoy >> gli voltò le spalle per andarsene
<< Spero che tu sia felice con Weasley >> Hermione si fermò di colpo, chiedendosi se avesse capito bene. Tornò nuovamente verso di lui, che a giudicare dall’espressione, si stava pentendo di ciò che aveva appena detto.
<< Sei geloso di Ron? >> una risata isterica si impadronì di lei. Era la cosa più assurda a cui si potesse pensare. Draco si avvicinò, stavano uno di fronte all’altra adesso
<< La cosa ti diverte? >> Hermione tornò seria
<< Tu vorresti farmi credere che la ragione per cui mi stai ignorando da giorni, per cui mi hai dato buca questo pomeriggio e per cui non vuoi più il mio aiuto, è che sei geloso di Ron? >> detto ad alta voce era ancora più assurdo
<< Tu sei la persona più strana che abbia mai conosciuto >> Si sentiva talmente esasperata che quasi le veniva voglia di prenderlo a pugni
 << Quando finalmente ti deciderai a fare pace con il tuo cervello ti sarei davvero grata se la smettessi di fare tanto lo... >> le labbra di Draco sulle sue le impedirono di continuare. Hermione, presa totalmente alla sprovvista, ci mise qualche istante a realizzare quello che stava accadendo. Dimenticò tutto ciò che era successo, tutta la rabbia che aveva accumulato sembrò sparire in un secondo. Poggiò le mani sulle braccia di lui, avvicinandolo a sè. Draco teneva una mano tra i suoi capelli, mentre con l’altra le cingeva i fianchi.  
Per tutto quel tempo non si era resa conto che era esattamente ciò di cui aveva bisogno. Anche Draco si stava lasciando andare, Hermione sentì i suoi muscoli rilassarsi sotto il tocco della sue dita. Fu un bacio carico di desiderio, di parole non dette. In quel momento era come se entrambi si spogliassero della maschera che portavano davanti agli altri. Lo strinse maggiormente a sé. Poi lui si staccò, rompendo la piccola bolla che si era creata. La guardò intensamente negli occhi, per la prima volta dopo tanto tempo << Raccontalo pure a Weasley quando lo vedrai >>
Le sue mani si staccarono dolcemente dal suo corpo, provocandole un brivido. Draco rientrò nel castello, Hermione invece rimase lì, in piedi, rivivendo quel momento per un tempo che sembrò infinito, sorridendo.
   
 
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