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Autore: pokepony10    05/01/2018    0 recensioni
Alex è un ragazzo calmo è totalmente nella norma, bravo a scuola e circondato spesso dal suo ristretto gruppo di amici. Molte volte però viene perseguitato da una strana ragazza conosciuta da tutti col nome di Morte Bianca. Molti eventi coinvolgono i due in un mistero che ha le sue radici a molti secoli fa. Riusciranno a scoprire il segreto di questo mistero o moriranno provandoci?
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dei, demoni e amore '
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POV Morte Bianca
 
 Mi sveglia, guardai l'orologio, erano quasi le 6.
 
Mi alzai, mi sistemai i vestiti e uscii di casa nascondendo bene la pistola sotto la maglia.
 
Corsi verso la scuola, erano le 6 appena entrai nell'edificio. Salì di corsa le scale per evitare di fare tardi all'appuntamento dato a doppia p.
 
Me la trovai davanti che beffarda mi disse di essere sorpresa dalla mia presenza. Sembrava essere desiderosa di concludere la questione poiché mi attaccò quasi subito.
 
Cercavo dentro di me un modo per difendermi senza farle male, non lo volevo, desideravo solo risolvere la questione civilmente. Sentivo la rabbia pian piano crescere, non verso doppia p, ma verso di me, mi sentivo un'incapace che non riusciva a risolvere una situazione stupida come quella.
 
La rabbia cresceva mentre io cercavo di schivare i colpi del nemico. Mi stufai presto della situazione e decisi di lasciarmi andare alla furia.
 
Buttai a terra doppia p e iniziai a premere forte sulle sue costole, dentro di me iniziò a salire come uno stato di compiacimento a quella sofferenza, più la vedevo ribellarsi più spingevo. Pian piano però, sentì la rabbia diminuire e uno stato di civiltà tornare, stavo per lasciarla andare quando vidi Alex venirmi incontro.
 
Lasciai andare il coltellino e tentai di fermare Alex, ma nulla, lui mi trafisse all'addome. Sentì un dolore terribile e il sangue scendere, rimasi a occhi spalancati e caddi a terra. Di colpo mi ritrovai al buio, cercai con le mani di toccare qualcosa ma ciò che sentivo era solo il pavimento. Di colpo una luce, vicino ad una specchio, mi alzai e mi avvicinai.
 
Non doveva essere reale, doveva essere solo un sogno, forse era attraverso lo specchio che poi la mia anima avrebbe vagato per sempre nel mondo dei vivi. Mi avvicinai fino a riconoscere nel vetro una sagoma umana, la studiai, non ero io. La persona che vidi aveva i capelli bianchi, come gli occhi, vestiva di un abito che non saprei descrivere. Di colpo lei parlò -avvicinati…- io spaventata feci cenno di no e tremante feci un passo indietro -fallo…- sussurrò lei, io indietreggiai di nuovo, sentì qualcosa sfiorarmi la gamba, mi girai. Urlai a vedere un serpente avvolgermi la gamba -che diamine succede…- sussurrai - se vuoi te lo dico io - disse la ragazza cacciando una mano dallo specchio. L'altra segue a ruota la prima, poi la testa, vedo i suoi occhi vuoti cercare il mio sguardo -non aver paura, non puoi fare altro. Io sono il tuo destino, dammi la mano e finalmente smetterai di soffrire, te lo prometto-. Guardai la mano poi gli occhi, vidi riflesse in quello pupille tutta la mia vita mandata avanti come un disco alla dodicesima velocità -potrai essere felice, credi in me morte bianca, fallo, il tuo sogno più grande diverrà realtà: sarai di nuovo padrona della tua gioia-. Vedere la mia vita in quei occhi così vuoti mi fece scendere sul volto una lacrima.
 
Sentì la sua mano fredda sfiorarmi la guancia -non meriti di soffrire, lascia che io metta fine alle tue lacrime…- mi disse, io chinai il capo, notai che lei stava per andarsene probabilmente arresa al mio rifiuto. Prima che staccasse la mano dal mio volto io la afferrai -davvero sei il mio destino?- le chiesi con occhi lucidi -se tu vorrai, si- mi rispose. Io mi buttai tra le sue braccia supplicandola in lacrime di aiutarmi.
 
Spalancai gli occhi, il celo era blu, sentivo la mia mano sfiorare qualcosa di bagnato, abbassai lo sguardo, era sangue. Mi alzai, davanti a e c'erano Alex e doppia p, sentì una voce parlarmi -sei pronta?- riconobbi al mio fianco la stessa sagoma vista poco prima -si…- dissi un pò sorpresa, mi sentì la mano sfiorare e un forte bruciore invadermi il corpo. Dentro di me qualcosa cambiò per sempre. Mi avvicinai all'orecchio di Alex e lo spaventai, giusto per divertirmi un pò poi lo attaccai.
 
Lo feci finire contro il vetro di un'aula che si affacciava sul tetto e poi gli diedi il colpo finale. Mi midi con un piede su di lui e cacciai il coltello da dentro di me, stranamente non sentì nessun dolore. Guardai per un attimo la lama e poi accoltellai Alex nello stesso punto in cui lui aveva accoltellato me.
 
Lasciai il suo corpo a dissanguarsi mentre lui si lamentava come un dannato. -allora doppia p? non reagisci neanche se ti sto uccidendo il ragazzo? - le chiesi con tono sarcastico, lei non rispose, rimase a fissare la finestra rotta a bocca spalancata mentre delle lacrime iniziarono a scendere dal suo volto -come hai potuto?- mi urlò la ragazza – così…- le dissi correndole incontro, afferrai da terra il coltellino e la presi allo stomaco, poi tirai in su con la lama aprendo di più la ferita, lei stringeva i denti mentre le lacrime continuavano ascendere il suo volto. -fa male he?- le chiesi andando più in fondo, lei gemette -ora si ragiona…- le dissi con un sadico sorriso, iniziai ad andare ancora più in fondo poi lasciai il coltello, caricai un pugno e feci entrare persino il manico nel corpo della ragazza.
 
Lei cadde in ginocchio, non mi guardava in faccia continuava a fissare il corpo di Alex - allora? Quanto di fa male ?- le chiesi - lei alzò il volto e mi fissò -non più di quanto ti farò io…- mi disse alzandosi. Riuscì in qualche modo a cacciare il coltello dal suo addome e lo buttò a terra, una luce rossa accecante fece rimarginare la ferita -hai toccato la cosa che mi è più preziosa, ora scoprirai cosa può fare una dea col cuore infranto- mi attaccò con un calcio al quale io non mi ero opposta, le parole che aveva appena formulato facevano più male.
 
-tu? Tu col cuore infranto? Tu ti rendi conto di cosa abbia provato io dopo che hai scelto di abbandonarmi alla maledizione di questo collare? Tu sei stata un'egoista senza confini, e dopo tutto ciò che mi hai fatto patire nei panni di un essere umano te lo devo ancora far pagare-. Una luce mi circondò, non sentì più nulla sotto i piedi, poi un dolore allucinante al collo.
 
Sentì qualcosa sfiorarmi le braccia, la schiena e anche le gambe. Tornai con i piedi a terra, mi guardai le braccia e le gambe, erano circondate da dei serpenti di colore grigio, molto grandi anche. Le loro teste poggiavano sulle mie mani e sui lati delle caviglie. Cercai di capire da dove provenivano, poi capì -il… mio… collare? - mi chiesi ma non ebbi tempo per sorprendermi che il corpo di doppia p si illuminò -quindi questo è il potere del collare, per me va benissimo- mi disse.
 
Il suo corpo fu circondato da una fascio di 5 colori, le sue mani, gambe e corpo furono coperte da un'armatura dorata, sulla fronte portava una specie di corona di allori con al centro il ciondolo della collana -ha dalla mia parte molto più potere di te, ho dalla mia i poteri delle gemme, ma soprattutto un buon motivo per lottare - disse attaccandomi.
 
Io fermai il suo pugno -e cioè?- le chiesi rispondendo con un calcio -vendicarmi…- disse sorridendo -vendicarmi di ciò che hai fatto ad Alex- parò il mio calcio e me ne diede uno a me , credevo di essere stata colpita ma i 4 serpenti mi avevano difesa. Erano cobra reali, li riconobbi dalla forma particolare.
 
-quindi questo è il potere eh?- pensai con un sorriso. Riattaccai con un pugno ma lei si piegò all'indietro schivandolo, il serpente dalla mia mano partì e la prese al collo buttandola a terra. Strinsi il pugno e la tirai a me dandole poi un calcio quando mi venne incontro, la lasciai cadere mentre tossiva -dannazione…- sussurrò -tutto bene sfigatella?- le chiesi -ti faccio vedere io chi è la sfigata- mi disse, si sfiorò il ciondolo e una spada si materializzò da una forte luce.
 
Mi attaccò mentre io cercavo di schivare i fendenti affascinata dalla spada. -tocca a me…- dissi. Poggiai la mano sull'ultima borchia, quella davanti, l'unica che non si era trasformata in serpente. Iniziai a tirare e pian piano riuscì a strappare la borchia dal collare, scoprì finalmente come faceva a risucchiarmi la vita.
 
Le borchie erano tutte collegate al mio corpo, erano come integrate nel mio corpo. Il foro l'asciato dalla borchia iniziò a sanguinare mentre io provavo la strana sensazione di respirare dal collo più che dalla bocca.
 
Doppia p rimase un pò sorpresa a vedere quella scena, forse anche inorridita, però si riprese subito e mi riattaccò. Schivavo agilmente i colpi mentre i miei serpenti paravano i colpi che non notavo. Guardai la borchia, non volevo farle del male, ma doppia p mi stava costringendo, lanciai la borchia a terra e questa materializzò un'asta attaccata alla punta del mio collare. Ebbi tra le mani una lancia ed iniziai ad attaccare, con quell'arma avevo molti vantaggi, potevo colpire anche tenendo a distanza il nemico e poiché l'asta era solida potevo anche usarla per saltare.
 
Iniziai a desiderare dentro di me di trasformare doppia p in uno spiedino, ma lei aveva un'arma dalla sua, il ciondolo. Vidi i suoi occhi trasformarsi in verdi e lei colpì il terreno con la lama, senti qualcosa stringermi dalle gambe, guardai in basso, erano delle piante rampicanti. Mi dimenai ma queste mi coprirono fio al collo, poi si strinsero per non farmi più respirare -ti ho detto tante volte che non avevi speranze contro di me- mi disse -tu non sai cosa significa cercare di aiutare qualcuno e vedere che quella persona a parte non apprezzarti ti cerca anche di uccidere- mi disse. Io pensai subito ad Alex, in realtà conoscevo bene la sensazione che lei descriveva -uccidermi non è un modo per aiutarmi- dissi con un filo di voce -mi dispiace ma non c'è altro modo- rispose abbassando lo sguardo mentre le piante si stringevano ancora di più.
 
Sentì sulla mia pelle qualcosa muoversi e vidi lentamente le piante seccarsi, guardai la mia arma, la punta si illuminava di vari colori -non sei l'unica ad usare questi poteri- dissi. I miei occhi si illuminarono di azzurro, colpì anche io il terreno con la lancia e un'enorme ondata di ghiaccio si schiantò contro doppia p bloccandola a terra -tu sei peggio del ghiaccio che ti blocca, sei fredda e senza scrupoli- le dissi -io? No, tu non puoi immaginare quanto io abbia invidiato la tua vita, quanto io abbia cercato un modo per poter continuare a vivere come metà solo perché non volevo ucciderti, ma… ma non si può, il tuo destino è un altro, lontano da questo mondo- mi disse cercando un modo per liberarsi -tu invidiosa di me?- le chiesi -ovvio, sai quanto io abbia amato Alex? Troppo, ma sapevo che lui non era parte del mio futuro per quanto io mi ostinassi a desiderarlo- disse arrendendosi. Due lacrime le scesero dal visi ghiacciandosi quasi subito.
 
Io sentì la mia rabbia diminuire e lasciai il ghiaccio sciogliersi. Lei si liberò, ma rimase a terra -non sei l'unica che ha provato invidia, tu hai qualcosa che io non potrò mai avere… tu hai…- non terminai la frase che sentì qualcosa trafiggermi, sentì un forte bruciore e delle fiamme mi carbonizzarono lentamente i vestiti. Sentì i serpenti andare incontro a doppia p mente lei andava più infondo con la spada. Presi la mia arma e colpì la ragazza al volto lasciandole un taglio -e pensare che sembravi così sincera…- dissi togliendomi la lama della spada dal corpo.
 
Lanciai l'arma di doppia p distante, i miei occhi si illuminarono di viola mentre sentì i serpenti andare contro il nemico, lei li schivava, decisi di aiutare i miei piccoli amici striscianti. Colpì il terreno con la lancia e i miei occhi si illuminarono anche di verde, delle piante uscirono da sotto al cemento bloccarono per il tempo gusto e necessario doppia p. i serpenti le salirono le gambe e le braccia mordendola sulle parti non coperte dell'armatura. La vidi indietreggiare, il mio collo mi faceva sempre più male ogni volta che i serpenti si allontanava da me. Aspettai che lei indietreggiasse fino a toccare il muro, fino a rimanere bloccata -non ho tutti i poteri che hai tu, non ho il controllo del fuoco, ma tu, tu non puoi controllare le creature divine di medusa, mentre io si- strinsi i denti mentre i serpenti si avvinghiavano sempre di più sul suo corpo. -non mi fermerai mai- disse dimenandosi, sentivo sulla mia pelle il male che faceva a quelle creature così eleganti ed intelligenti, non lo sopportavo, decisi di reagire. Corsi verso di lei e saltai, portai l'arma al celo che si scurì d'improvviso e un fulmine mi colpì -ciò che ci ha separate…- dissi caricando di elettricità la lancia -…ci riunirà!- conclusi tirando l'arma. -no ti prego, non lo fare, distruggeresti solo la mia anima… distruggeresti i miei sogni… il mio amor…- disse in lacrime, ma prima che finisse la frase la punta si illuminò di 4 colori diversi per poi colpire al cuore doppia p.
 
Tirai a me i serpenti -non distruggerò solo la tua anima, distruggerò anche la mia, siamo due metà e meritiamo lo stesso destino- bisbigliai. L'altra parte della lancia mi colpì poco più giù del cuore, rimasi ad occhi spalancati, caddi a terra.
 
Presi il coraggio di guardare doppia p che a fatica respirava -d… davvero vuoi la mia stessa fine?- mi chiese a fatica - come vedi, anche io sono impalata a questa lancia- le risposi con un debole sorriso -scusa per tutte le sofferenze che ti ho causato- mi disse iniziando a singhiozzare. Io la osservai sorpresa mentre sentivo le calde lacrime asciugarsi sulla mia maglietta, con le poche forze la strinsi a me -tu sei perfetta, sono orgogliosa di morire per mano tua- disse lasciandosi stringere da me -sono imperfetta doppia p, se fossi stata perfetta non saremmo mai arrivati a questo- le dissi. Lei fece un timido sorriso, mi strinse forte e poi fece il suo ultimo respiro.
   
 
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