Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Ms Mary Santiago    09/01/2018    7 recensioni
[STORIA INTERATTIVA – Conclusa]
L’addestramento per diventare degli Auror, si sa, è il più duro nel mondo magico e sono molti gli aspiranti che rinunciano prima di giungere al termine dei tre anni.
Ma com’è la vita in Accademia per dei ragazzi che inseguono il loro sogno?
Dal testo:
- Saranno tre anni d’inferno, non mentirò per indorarvi la pillola –, esordì Eric, - adesso guardate prima alla vostra destra e poi alla vostra sinistra. Al primo anno c’è sempre il pienone, alla fine dell’anno come minimo sarete dimezzati perciò con molta probabilità non rivedrete più i vostri vicini o perché saranno fuori o perché voi sarete fuori. –
Davvero molto incoraggiante.
- Non ci saranno trattamenti di favore qui dentro. Non mi interessa il vostro stato di sangue né con quanto vi siete diplomati a Hogwarts, tantomeno se mammina e papino sono i migliori amici del Ministro in persona. Chi viola le regole viene punito, chi prova a fare il lecchino si vede raddoppiata la punizione. Se vi fa stare meglio potete anche odiarmi, ma qui sono io che decido e le democrazie non mi sono mai piaciute – concluse.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Maghi fanfiction interattive, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'XO XO, Hogwarts with love'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 10

 

 

 

 

 

Quando Sarah aprì gli occhi impiegò qualche secondo a realizzare che era già mattino e che di lì a qualche minuto avrebbero dovuto recarsi al piano inferiore per incontrare i loro visitatori.

E ancora di più impiegò nel rendersi conto che il letto accanto a quello di lei ed Evelyn era vuoto e completamente rifatto.

Diede di gomito all’ex compagna di scuola finchè non la spinse ad aprire gli occhi.

- Eve … il letto di Cordelia è vuoto. –

- Sarà già scesa, lo sai che ama la puntualità – sospirò in risposta la mora, stropicciandosi gli occhi.

- Già, ma ci avrebbe svegliate prima di andare. –

Anche quello era vero.

Sparire in quel modo non era da Cordelia.

Spinse giù le coperte, uscendo dal dormitorio seguita a ruota dall’amica, e raggiunse la bacheca principale a tempo di record.

Vide che l’elenco degli ammessi al terzo modulo era già stato pubblicato … e tra coloro che erano passati non figurava né il nome di Cordelia né quello di Mathieu.

Sarah emise un sospiro profondo.

A quanto pareva Cordelia aveva preferito andarsene prima che loro si svegliassero piuttosto che affrontare saluti strappalacrime.

- Gran bel pigiama – commentò la voce di William, alle loro spalle, - Credo che mia cugina ne avesse uno simile quando aveva sei anni. –

Evelyn avvampò, pregando silenziosamente affinchè il pavimento si aprisse e la facesse scomparire.

Fu Sarah a salvarla d’impaccio, domandando al ragazzo: - Anche Mathieu se ne è andato senza dire nulla? –

William corrugò la fronte, sorpreso.

- No, perché avrebbe dovuto farlo? –

- Cordelia se ne è andata mentre dormivamo. –

- Ah … suppongo che ognuno reagisca all’eliminazione in modo differente. Dopotutto questo è quello a cui aspiriamo tutti quanti -, tacque mentre il vociare si espandeva nel corridoio, - Credo che siano arrivati i nostri ospiti, forse dovresti metterti qualcosa di più adatto – concluse con un mezzo sorriso.

- Decisamente. Ci vediamo più tardi. –

Evelyn tornò in dormitorio a passo di carica, seguita a ruota da Sarah che non versava certo in situazioni migliori delle sue.

Ormai da solo a William non rimase altro da fare che attendere che chiunque fosse venuto a trovarlo facesse la sua comparsa.

Intravide il profilo di suo padre all’orizzonte, che camminava guardandosi attorno lentamente come a voler memorizzare ogni dettaglio di quel posto, e che quando incrociò il suo sguardo esplose in un sorriso che traboccava affetto e nostalgia.

William sorrise a sua volta, accettando l’abbraccio nel quale suo padre lo strinse.

Dopodichè si guardò intorno alla ricerca di un altro volto familiare.

Inutilmente.

- Ho provato a dirle di venire … – cominciò suo padre, ma s’interruppe probabilmente cercando il modo migliore per confermagli quello che nel profondo aveva sempre sospettato: sua madre avrebbe continuato a deluderlo.

Si costrinse a sorridere come se non gli importasse nulla dell’ennesima delusione che sua madre gli dava.

- Non fa nulla, l’importante è che ci sia tu. –

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

Andrew attese accanto a Uriel pazientemente.

Era lì più perché tutti i suoi compagni di corso si erano prestati alla cosa che per altro. Dopotutto lui non aveva dei genitori che avrebbero potuto essere lì né qualche altro parente che tenesse a lui abbastanza da presenziare.

- Sono sicuro che qualcuno verrà – asserì Uriel, quasi avesse percepito i suoi pensieri.

Sorrise lievemente, scuotendo il capo.

Non aveva importanza, era abituato a essere solo.

Eppure sembrava che l’ex Grifondoro avesse davvero ragione, perché la donna paffuta e solare che avanzava verso di loro era decisamente lì per lui.

Riconobbe all’istante Pomona Sprout, la direttrice della sua ex Casa, che quando lo vide sorrise in modo ancora più accentuato.

- Andrew Ross, sembra che l’addestramento Auror ti abbia fatto sciupare più del solito, sei sicuro di mangiare? –

Sorrise divertito, accettando l’abbraccio della donna.

- Quanto basta, ma le cucine di Hogwarts sono un ricordo nostalgico. –

- Lo credo bene, è la migliore cucina della storia del mondo magico. –

Continuarono a ridere e scherzare mentre Uriel si defilava con tatto e veniva poco dopo letteralmente sommerso dai suoi due fratellini.

Raphael e Thomas infatti si erano fatti largo tra gli ospiti con impeto, saltando addosso al fratello maggiore non appena lo ebbero individuato.

- Ci sei mancato tantissimo – asserì Raphael, mentre Thomas annuiva con vigore.

- Mi siete mancati molto anche voi due, piccoli terremoti. –

- Allora, sei al terzo modulo, questo significa che diventerai davvero un Auror? –

- Suppongo che sia ancora presto per dirlo con certezza, ma i presupposti sono buoni. –

- Farai meglio a sperare che sia così, altrimenti ci avresti costretti a starti lontano per mesi senza motivo. –

Scompigliò i capelli di entrambi.

- Se la mettete così allora non potrò fare a meno di mettercela tutta per diventare davvero un effettivo. –

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

- Ti ho già detto che non voglio vederla, Floyd – decretò Joss, incrociando le braccia al petto con sguardo deciso.

- Joss, è venuta qui per te, potresti almeno dirle ciao. –

- Tu andrai a incontrare tuo padre? – rilanciò lei.

Bella domanda.

Aveva seriamente pensato di evitarlo a sua volta, ma dopotutto quella era l’ultima volta prima di cambiare definitivamente vita.

Un nuovo inizio implicava lasciarsi alle spalle tutto quello che era accaduto nel corso degli anni precedenti, compresi tutti i problemi della sua adolescenza.

E lo stesso valeva per Joss.

- Troviamo un compromesso -, disse per tutta risposta, - Io incontrerò mio padre e tu farai altrettanto con tua madre. –

- Non so nemmeno se sia abbastanza lucida da incontrarmi – commentò aspramente.

- Sono piuttosto sicuro che non si sia presentata qui completamente fatta. Se noi due abbiamo smesso, Joss, allora può averlo fatto anche lei. Se così non fosse sarebbe comunque l’ultima volta che la incontreresti. –

Joss tentennò.

Dopotutto se lui poteva accettare l’idea di incontrare di nuovo suo padre, nonostante tutte le botte e gli abusi subiti, allora lei poteva essere altrettanto forte da fare lo stesso.

- D’accordo -, cedette, - lo farò. –

Floyd le tese la mano, sorridendole.

- Sei pronta ad andare? –

La prese, intrecciando le dita alle sue, - Solo se lo sei anche tu. –

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

Reine storse il naso non appena vide il ragazzo che l’attendeva a qualche metro di distanza.

Jacob, al suo fianco, le rivolse un’occhiata interrogativa.

- Che succede? –

- Lui, ecco cosa succede. –

Seguì il suo sguardo, individuando la fonte del problema.

Lo conosceva di fama.

Liam, figlio di un ricco imprenditore, ex fidanzato di Reine.

- Credi che voglia chiederti di tornare insieme? –

La ragazza annuì, allontanando una ciocca scura dal bel volto, - Quello … e molto probabilmente di lasciar perdere questa storia dell’Auror, che per lui e la mia famiglia è una follia o peggio ancora solo un capriccio, e tornare a casa con lui. –

- Sembra un bell’imbecille. –

Ridacchiò. – Oh, credimi, lo è decisamente. E per giunta è un illuso se pensa di essere il benvenuto o che io possa anche solo pensare di tornare indietro su una delle due decisioni che ho preso. –

- Già, immagino di non conoscere una persona più testarda di te -, riconobbe Jacob, - Quasi quasi quel poveretto mi fa pena, non sa con cosa sta per scontrarsi. –

Reine si voltò verso di lui, inarcando un sopracciglio.

- Non c’è nessuno per te? –

Jacob scosse il capo.

- Non direi. Immagino che mio padre non abbia permesso a mia madre di venirmi a trovare. –

- Non approva la tua decisione? –

Emise una risata secca.

- Direi che questo è l’eufemismo del secolo. Mio padre ha scelto da che parte stare … e siamo su due fronti opposti. –

Reine non seppe come replicare, perciò si limitò ad allungare una mano per accarezzargli il volto, alzandosi in punta di piedi per depositargli un casto bacio a fior di labbra.

Lo vide sgranare le iridi color del carbone, sorpreso da quel gesto, prima di voltarsi verso Liam che aveva l’aria di uno in procinto di esplodere.

- Questo era per farlo ingelosire, giusto? –

Reine scrollò elegantemente le spalle.

- In parte … ma mi andava anche di farlo. –

Prima che potesse replicare la vide puntare verso Liam con espressione battagliera.

Non avrebbe voluto essere in lui in quel momento, poco ma sicuro.

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

- Quindi quello è uno dei tuoi istruttori? – chiese sua zia, osservando Eric con la coda dell’occhio, - Devo ammettere che non è per niente male. Ai miei tempi non erano così gli Auror. –

Suo zio alzò gli occhi al cielo, sorridendo davanti alla consueta sfacciataggine della sorella.

- Avrà la metà dei tuoi anni, Zelda. –

- E questo cosa dovrebbe significarmi, Oz? –

- Che è decisamente fuori dalla tua portata. –

- Ma non da quella di nostra nipote … e se il mio sesto senso la dice giusta credo proprio che la nostra Eve non gli sia indifferente. –

- O magari guarda da questa parte perché si domanda chi diavolo sia la matta che lo sta fissando come se non avesse mai visto un uomo prima. –

Zia Zelda gli affibbiò una gomitata, facendolo gemere.

- Razza di cafone! –

Evelyn scoppiò a ridere, interrompendo il loro battibecco, e li abbracciò con vigore.

Le erano mancati così tanto quei loro battibecchi.

 

 

 

 

*

 

 

 

 

- Romeo, sembrerebbe proprio che il tuo Giulietto sia qui – esordì Jezebeth, dando di gomito a Timoty e indicandogli il magiavvocato che se ne stava leggermente in disparte.

Le iridi blu di Timoty luccicarono non appena incontrarono lo sguardo del fidanzato.

Con tutto quello che stava accadendo nell’ultimo periodo le occasioni per vedersi erano state ridotte al minimo e Tobias gli era mancato tremendamente.

Lanciò un’occhiata sardonica alla collega.

- Sai Jez, le tue battutine questa volta mi lasciano del tutto indifferente. Sono troppo entusiasta della cosa. –

- Ah, dritti in camera da letto quindi, non posso dire altro se non che approvo in pieno! –

Questa volta la voce della donna fu abbastanza alta da attirare l’attenzione dei più vicini e anche qualche risatina.

Per contro Timoty alzò una mano per chiamare Mason, il fratello e collega Auror di Willow, - Ehy, Mason, non hai ancora salutato Jezebeth immagino. È proprio qui! –

Mason aveva la propensione, come tutta la famiglia Booth del resto, agli abbracci spaccaossa e al cameratismo eccessivo.

Cose che Jezebeth cercava sempre di rifuggire, lei che amava tenere il contatto fisico al minimo se non era proprio strettamente personale o non si trattava di Willow.

L’Auror si fece avanti, mentre Timoty raggiungeva il suo fidanzato sorridendo divertito, e prese d’assalto la cognata stringendola in un abbraccio mozzafiato.

- Mason, potresti perlomeno farmi respirare? Devo rimanere in vita per schiacciare una certa Mosca – protestò, lanciando un’occhiata complice al collega.

Timoty scosse la testa, ammiccando in risposta.

Era in quei momenti che tra di loro scattava quella bonaria presa in giro che, a modo loro, era indice di cameratismo.

E Willow, unendosi all’abbraccio spaccaossa, sorrise nel ripensare a quanti momenti del genere avevano passato e quanti altri ancora ce ne sarebbero stati.

Guerra o non guerra, quelli erano la sua famiglia prima ancora di essere colleghi.

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

- Quelli erano i tuoi genitori? –

Evelyn si voltò di scatto sentendo la voce di Eric, scuotendo il capo poco dopo.

- No, erano i miei zii. Mia madre purtroppo non ce l’ha fatta a venirmi a trovare, era in America per lavoro, così sono venuti loro. –

- Capisco … e tuo padre? –

Evelyn tentennò, abbassando lo sguardo, ed Eric si diede mentalmente dell’idiota per averlo chiesto.

Se gli avesse voluto parlare di lui l’avrebbe fatto e invece non ne aveva mai fatto nemmeno il minimo accenno.

- Scusa, se è una domanda indiscreta non devi rispondere … -

- No, va bene. Mio padre è in Irlanda … con la sua ex amante, e attuale moglie, e i due gemelli che hanno avuto cinque anni fa. Non lo vedo da allora. –

- Ah. –

Cosa si diceva in momenti come quello?

Mi dispiace sembrava scontato.

Capisco come ti senti a dir poco ridicolo.

- Tuo padre deve essere un bello stronzo. –

Lo disse prima ancora che il suo cervello si rendesse conto che aveva effettivamente detto quelle parole invece di limitarsi a pensarle.

Tuttavia Evelyn non sembrava minimamente toccata da quel commento.

- Già, puoi dirlo forte. –

Rimasero in silenzio finchè la mano di Eric non le asciugò uno zigomo, mostrandole la punta umida dell’indice.

Fu solo allora che realizzò che alcune lacrime le stava scorrendo lungo il volto.

- Magnifico, devo avere l’aspetto di un panda, si sarà sciolto tutto il trucco – bofonchiò, cambiando argomento imbarazzata.

Eppure Eric non accennava a lasciarle andare il volto e continuava a fissarla con un’intensità assoluta.

Lo vide chinarsi verso di lei per poi baciarla.

Il suo cervello impiegò qualche istante a mettere a fuoco la scena.

Eric Murter, il suo istruttore, la stava baciando.

E lei stava rispondendo al bacio.

E qualcuno avrebbe potuto vederli … ed era forse contro il regolamento una cosa del genere?

Di sicuro non era appropriato.

Quando si separarono la sua testa era ancora affollata dalle domande, ma Eric le dissipò tutte con le sue parole.

- Questa è proprio una pessima idea … veramente pessima. Non avrei mai dovuto baciarti, io … non so cosa mi sia preso ma non avrei dovuto farlo. –

- Rischiamo qualcosa? – sussurrò sottovoce.

- No, non c’è nulla nel regolamento che lo vieti esplicitamente. Ma non dovrebbe comunque esserci un legame del genere tra un istruttore e un aspirante. –

- Capisco … -

- No, non capisci -, la contraddì, - perlomeno non quello che intendo. Ho desiderato di baciarti dalla prima volta che sei venuta a lezione, quando hai mostrato una forza e un carattere che non mi sarei mai aspettato da uno scricciolo come te, ma pensavo di riuscire a contenermi almeno finchè non fossi diventata un’allieva a tutti gli effetti. Solo che … -

Lo zittì, baciandolo a sua volta.

- Se quello che stai dicendo è che dobbiamo tenercelo per noi almeno per il momento allora a me sta bene. –

Le iridi grigie la scrutarono speranzose.

- Ne sei sicura? –

Sì, lo era, almeno quanto il fatto che volesse diventare un Auror.

- Mai stata più sicura. –

Questa volta il bacio di Eric non la sorprese né lo fece l’intensità con il quale le avvinse i fianchi e la attirò verso di sé, la schiena poggiata contro la fredda parete in muratura dell’ingresso della palestra.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Salve!

So che il capitolo è un po’ cortino, ma è di transizione perciò non ho ritenuto di allungarlo troppo visto che il prossimo sarà decisamente più completo.

Alcune precisazioni: Michael, Madeleine ed Ezekiel non sono comparsi in questo capitolo perché non ho ricevuto le risposte delle loro creatrici. Per quanto riguarda Cordelia e Mathieu, invece, essendo un mese che la loro creatrice non si fa sentire come avrete intuito sono stati eliminati dalla storia.

Per ora è tutto.

Al prossimo aggiornamento.

Stay tuned.

XO XO,

Mary

   
 
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Ms Mary Santiago