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Autore: Shanley    12/01/2018    4 recensioni
In questa mini-long racconterò un episodio della vita di Goku e Chichi durante le festività. Qualcosa porterà la coppia ad allontanarsi e, questa volta, non sarà il nostro sayan a doversi far perdonare.
Tratto dal primo capitolo:
"Dopo varie notti all'insegna dell’amore, quella sera i coniugi Son si erano messi a dormire senza scambiarsi le solite effusioni e per la prima volta da quando erano sposati, Goku fu preoccupato da quella distanza."
Secondo posto nel Contest "Come neve nella notte di Natale" indetto da Nede sul forum di Efp
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chichi, Goku, Un po' tutti, Yamcha | Coppie: Chichi/Goku
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2: Una spessa coltre di neve

 
 
Erano passati tre giorni da quella visita che tanto aveva turbato l’animo solitamente sereno e spensierato di Goku, ma da allora tutto era tornato alla normalità. Chichi aveva smesso di elogiare Yamcha in continuazione e lui era stato bene attento a non nominare mai l’amico per evitare di riportare a galla i malumori passati. I due coniugi Son avevano ripreso le loro abitudini e le loro serate romantiche. Quella mattina Goku si era alzato allegro come non mai. Nonostante la neve fosse caduta copiosa la sera precedente, splendeva il sole e lui già si pregustava i suoi allenamenti, sicuro che sarebbero andati alla grande. Scese le scale fischiettando quando l’inconfondibile profumo di una torta al cioccolato che si cuoce nel forno attirò la sua attenzione. Lo stomaco del sayan brontolò e, pregustando già quella delizia, si fiondò in cucina. Quando entrò, trovò Chichi intenta a regolare la temperatura del forno. Un sorriso si allargò sul suo viso e non poté non pensare quanto amasse quella donna e quanto lei, in tutti quegli anni, lo avesse cambiato in meglio.
-Buongiorno tesoro.- Le disse cingendola da dietro e baciandole il collo.
-Buongiorno caro.- Rispose lei felice di quella dimostrazione d’affetto.
L’attenzione di Goku si spostò sulla cucina e stupefatto sgranò gli occhi.
-Urca Chichi! Quanta roba hai preparato?- Le chiese guardando adorante la quantità industriale di impasti e stampi che attendevano solo di essere cotti.
-Sto facendo delle prove per la cena di Natale.- Rispose lei raggiante. Gli occhi luminosi come stelle. -Non so cosa scegliere per il menù e quindi ho deciso di preparare tutto quello che mi è passato per la testa e scartare man mano quello che non mi sembra adatto all’occasione.-
-Ti serve mica qualcuno che ti aiuti in questa scelta?- Le chiese Goku con la bava alla bocca immaginando già il sapore di quelle leccornie.
-No Goku, tu non puoi aiutarmi.- Rispose la donna divertita. -A te piace tutto. Non saresti di alcun aiuto.- Poi scostandosi dal suo abbraccio per accendere il fuoco sotto un tegame colmo di spezzatino aggiunse: -E poi ho già chi mi da una mano.-
-E chi è?- Chiese Goku alzando un sopracciglio curioso.
-Yamcha.- Rispose lei come se fosse la cosa più naturale del mondo.
L’orribile morsa allo stomaco che ormai il buon sayan pensava di essersi lasciato alle spalle, lo colpì come un pugno in piena faccia, riportando a galla insicurezze che Goku credeva di aver superato. Non ebbe nemmeno il tempo di far sentire alla moglie tutto il suo disappunto per quella situazione che il campanello suonò e Chichi, con aria un po’ troppo raggiante per i suoi gusti, si fiondò ad aprire. Goku se ne rimase in cucina a fissare la porta da cui sua moglie era appena uscita, con la mente in subbuglio. La sensazione di fastidio che si era andata a placare nei giorni precedenti era tornata più forte che mai ad assillarlo. Che cosa gli stava succedendo? Perché non riusciva a sopportare il fatto che Chichi, la sua Chichi, avesse deciso di frequentare un suo amico? In fondo era stato lui che per anni l’aveva assillata pregandola di dare una chance a Yamcha, allora perché ora che finalmente i due andavano d’accordo, lui non riusciva ad accettarlo? Perché nonostante sapesse perfettamente che non c’era alcun pericolo, percepiva dentro di sé un costante senso di minaccia?
Quando Yamcha e Chichi entrarono in cucina chiacchierando amabilmente, Goku prese una decisione che mai aveva preso nella sua vita e che fino a pochi minuti prima non avrebbe mai creduto fosse necessario prendere. Avrebbe rinunciato agli allenamenti e sarebbe rimasto a casa.
-Ehilà Goku!- Lo salutò gioviale Yamcha. -Come mai qui?-
-Questa è casa mia.- Rispose il sayan con un sopracciglio alzato.
-Credevo iniziassi gli allenamenti già alle prime luci dell’alba.- Rispose l’altro senza smettere di sorridere.
Era una sua impressione o Yamcha non lo voleva lì?
-Oggi ho deciso di rimanere a casa.- Lo informò Goku incrociando le braccia al petto sfidandolo a ribattere.
-Oh Goku, sei incredibile!- Lo rimproverò Chichi bonaria. -Cosa non faresti per il cibo!-
I due si lasciarono andare in una risata di scherno ai danni di Goku che, dal canto suo, era rimasto serio. Lo sguardo corrucciato fisso su Yamcha. Non gli piaceva affatto la complicità che si era andata a creare fra quei due. Prima che riuscisse a replicare ed informare sua moglie che rimaneva per lei e non per il cibo, il telefono iniziò a squillare. Con due falcate raggiunse la cornetta e rispose senza però staccare lo sguardo da quei due.
-Pronto?-
-Kakaroth devi venire subito qui!-
-Vegeta?- Goku si concentrò sull’amico dall’altro capo del telefono. -Perché? Che cosa è successo?- Chiese preoccupato percependo l’urgenza nella voce dell’altro sayan.
-Mi devi ancora un allenamento nella gravity room!- Lo rimproverò Vegeta seccato.
-Mi dispiace oggi non posso.- Rispose lui deciso a non allontanarsi di casa per nessun motivo.
-Sono stanco di aspettare Kakaroth! Teletrasportati subito qui e mantieni la tua parola!- Lo aggredì Vegeta.
-Non posso, devo aiutare Chichi.- Rispose ancora Goku attirando l’attenzione di sua moglie che ora lo guardava curiosa.
-Avevo capito che almeno la mattina potessi allenarti?- Insistette Vegeta.
-Sì, di solito è così ma oggi abbiamo da fare. Comunque ora glielo chiedo ma vedrai che mi dirà di no.- Appoggiando la mano sulla cornetta Goku guardò Chichi e conoscendo già la risposta le chiese: -Tesoro è Vegeta. Vorrebbe andassi ad allenarmi con lui ma se vuoi che resti qui e ti aiuti nella scelta rinuncio.-
-No, vai pure tesoro.-
Goku rimase a bocca aperta. Mai in tutti quegli anni di matrimonio lei aveva ceduto così in fretta alle richieste del marito di andare ad allenarsi. Di solito si lamentava e protestava per diversi minuti prima che Goku riuscisse a convincerla a lasciarlo andare e spesso il sayan, non essendo riuscito ad ottenere il suo permesso, doveva filarsela di nascosto.
-Sei sicura tesoro?- Insistette Goku nella speranza che lei cambiasse idea.
-Certo. Ti ho detto che ho già Yamcha ad aiutarmi, tu va e divertiti.-
-Si, Goku non preoccuparti.- Si intromise l’altro appoggiando una mano sulla spalla di Chichi. -Ci penso io qui.-
Rassegnato da quella decisione unanime ma senza riuscire a staccare lo sguardo dalla mano che Yamcha aveva appoggiato sulla spalla di Chichi, Goku si portò di nuovo il telefono all’orecchio e pronunciò le due parole che con tutto se stesso non avrebbe mai voluto dire.
-Arrivo subito.-
 
***
 
Vegeta colpì Goku alla bocca dello stomaco mandandolo a sbattere contro le pareti della gravity room. Frustrato il principe dei sayan osservò il suo compagno alzarsi a fatica e rimettersi in posizione. Che cosa era preso quel giorno a Kakaroth? Non era concentrato. Qualcosa turbava la mente del suo amico, Vegeta se n’era accorto subito, già dall’inizio del loro allenamento alcune ore prima. Già di per sé aveva trovato strano l’atteggiamento di Kakaroth al telefono. Mai prima di allora aveva voluto rinunciare ad un allenamento, perché lui l’aveva capito, non era Chichi a non volere che andasse, era proprio lui a voler rinunciare. Incrociò le braccia al petto e con la gentilezza e il tatto che da sempre lo caratterizzavano, decise di indagare.
-Che diavolo ti prende questa mattina, Kakaroth?! Sei più inetto del solito.-
Per tutta risposta Goku si sedette a terra sospirando.
-È solo che oggi non mi va di allenarmi. Tutti qui.- Rispose l’altro accennando ad un sorriso.
-Mi credi forse uno stupido?!- Vegeta cominciava ad irritarsi. O quello sciocco sputava il rospo o lo avrebbe fatto parlare lui a suon di pugni!
-Certo che no.- Rispose Goku stanco.
-E allora parla!- Gli ordinò il suo principe. -Non ho tutto il giorno!-
Vegeta guardò l’altro sayan per diversi minuti e sul suo volto vi lesse un’infinità di emozioni. Stava valutando se confidarsi o meno quindi lui attese nonostante l’impazienza. Alla fine Goku sospirò e passandosi una mano tra i capelli confessò all’amico cosa in quei giorni l’avesse turbato.
-Yamcha è a casa mia.-
-E allora?- Vegeta inarcò un sopracciglio irritato. -Preferisci passare del tempo con quell’inutile terrestre piuttosto che allenarti con me?-
-Cosa?- Goku sembrava confuso dalla conclusione a cui era giunto Vegeta. -Non centra niente questo.- Si grattò la testa mentre cercava di dire a parole quello che in quei giorni aveva sentito nell’animo. -Yamcha non è venuto per me. È venuto per Chichi.-
-Non ti seguo.- Rispose Vegeta che davvero non capiva dove l’altro volesse arrivare. La perspicacia non era mai stata una delle caratteristiche primarie della razza sayan e pure il principe, sebbene fosse più brillante del suo compagno di mille avventure, ne era sprovvisto.
Con pazienza e snervante lentezza, Goku si decise a raccontare a Vegeta tutto quello che era accaduto in quei giorni, dalla prima visita di Yamcha fino a quella mattina. Spiegando al principe la strana sensazione di fastidio che la continua presenza dell’uomo in casa sua e il rapporto che si era andato a creare in così poco tempo tra sua moglie e Yamcha, gli avevano provocato.
-E questo è quanto.- Concluse Goku puntando lo sguardo in quello del suo interlocutore e aspettandosi che Vegeta risolvesse il problema come se fosse qualcosa causato dal suo essere un sayan.
Vegeta fissò il compagno per svariati minuti impassibile ed in silenzio finché non riuscì più a trattenersi e gli scoppiò a ridere in faccia. Goku incrociò le braccia al petto contrariato. Era una cosa seria quella! Che ci trovava di tanto divertente? Notando l’espressione seccata di Goku, Vegeta cercò di trattenersi dal continuare a ridere, mantenendo però un sorriso di scherno.
-Sei uno spassom Kakaroth.- Affermò alla fine il principe. -Possibile che tu non lo capisca?-
-Capire che cosa?- Chiese il buon sayan che non riusciva a trovare nulla di divertente nella sua storia.
-Sei geloso.- Rispose semplicemente Vegeta.
-Geloso?- Goku inarcò un sopracciglio confuso provocando uno sbuffo esasperato nell’altro.
-Non dirmi che non sai cosa significa?-
-Certo che lo so!- Protestò Goku offeso dalla poca fiducia che l’altro riponeva nel suo intelletto. Era sempre stato un ingenuo, questo era vero, ma sapeva perfettamente cosa fosse la gelosia. -Il fatto è che non l’ho mai provata prima e non credo che sia questo il caso.- Concluse sicuro. -Ci dev’essere un altro motivo che spieghi il mio malessere.- Goku si portò pollice e indice sul mento e rifletté. -Qualcosa che centri con la mia natura di sayan.-
-Senti una morsa allo stomaco ogni volta che vedi quei due insieme?- Goku annuì. -Senti il bisogno di dimostrare che Chichi è tua moglie nonostante la cosa sia ovvia e avresti voglia di prendere a calci quell’inutile terrestre?- Goku arrossì imbarazzato ma annuì ancora. -Sei geloso.- Convenne ancora Vegeta.
-Io mi fido di Chichi.- Sostenne Goku distogliendo lo sguardo dal principe.
-La fiducia non centra nulla.- Vegeta scosse il capo. Kakaroth era proprio una causa persa. -Senti minacciato il tuo territorio e agisci di conseguenza. La gelosia non si può controllare. È un’emozione inconscia.-
-Credi dovrei preoccuparmi?- Chiese ancora Goku che, nonostante l’iniziale scetticismo, aveva accettato la teoria di Vegeta.
-E io che ne so?- Rispose seccato Vegeta. -Non sono mica il tuo strizzacervelli!- Notando l’espressione affranta del compagno, Vegeta sospirò rassegnato. Non aveva nessuna voglia di confortarlo. E allora perché vederlo così giù lo spingeva a dire qualcosa per riportare il sorriso sulla faccia di quello sciocco? Quello stupido di un Kakaroth! -Credo di no.- Concesse alla fine.
-Cosa?-
-Credo di no.- Sbuffò il principe scocciato di doversi ripetere. -Chichi non ti tradirebbe mai.-
-Tradire?- Il panico colmò lo sguardo di Goku che scattò in piedi. -Chi ha mai parlato di tradire? È una cosa che potrebbe succedere?-
Vegeta sospirò. Quello sciocco era proprio una causa persa. Non aveva capito nulla di cosa fosse la gelosia e delle paure che questo sentimento portava con sé.
-Se ti rendesse più tranquillo, oggi te ne puoi tornare a casa. Tanto mi sei inutile.- Il viso di Goku si illuminò di gioia. -Ma sappi che questo non lo conto come allenamento. Me ne devi ancora uno serio.- Lo ammonì Vegeta.
-Certo!- Rispose l’altro sayan felice di potersi congedare. Portò due dita alla fronte, pronto per tornare a casa, ma prima, un sorriso divertito si fece largo sul suo volto. -Dalla nostra chiacchierata ho capito che prima anche tu eri geloso.-
-Di che diavolo stai parlando, Kakaroth?- Chiese il principe inarcando un sopracciglio confuso.
-Quando credevi che preferissi passare il mio tempo con Yamcha piuttosto che allenarmi con te.- Spiegò Goku con un sorrisetto beffardo stampato in faccia.
-Non dire assurdità!- Gli gridò contro Vegeta arrossendo. -Sai che mi importa con chi passi il tuo tempo!-
-Ti ringrazio per oggi e sappi che anche per me sei un caro amico.-
-Non sono tuo amico! Non farti strane idee!- Sbraitò Vegeta rosso come un pomodoro, nonostante ormai Goku fosse scomparso. Tsk, lui era il principe dei sayan ed erano gli altri a dover essere onorati di passare del tempo con lui, non il contrario. Vegeta uscì dalla gravity room offeso ma, non lo avrebbe ammesso nemmeno a se stesso, una parte di lui era seriamente preoccupata per il suo amico.
 
***
 
Il ventitré dicembre era arrivato. Mancava solo un giorno alla Vigilia di Natale e alla cena che Chichi aveva organizzato a casa loro. Era passata una settimana da quando Goku aveva parlato con Vegeta che gli aveva aperto gli occhi sulla sua situazione, e il continuo fastidio che la gelosia portava con sé non lo aveva lasciato nemmeno per un secondo durante quella che per lui era stata la settimana più lunga della sua vita. Da quando aveva aiutato Chichi nella scelta del menù per la cena di Natale, Yamcha si era presentato tutti i giorni a casa loro già dalla mattina, rimanendo pure a pranzo, sempre con una scusa diversa. Un giorno gli era venuta in mente una grande idea su come servire il dessert; il giorno dopo voleva mostrare degli abiti favolosi che secondo lui a Chichi sarebbero stati benissimo; poi aveva trovato un vino fantastico che Chichi doveva assolutamente assaggiare e che secondo lui avrebbe fatto colpo sugli ospiti. Goku si era reso conto, man mano che i giorni passavano, di essere sempre più nervoso ed intrattabile, ma soprattutto di non sopportare più la presenza di quell’uomo a casa sua. Per educazione e soprattutto perché vedeva la felicità di Chichi nel avere qualcuno che si interessasse così tanto alla sua festa, Goku non aveva ancora detto nulla. Quel giorno però, avrebbe voluto prendere a calci Yamcha da lì fino a Città dell’Ovest. Dopo le sue solite ore di allenamento mattutino, era tornato a casa e si era subito reso conto dell’assenza di sua moglie. Entrando in cucina aveva trovato un biglietto e nonostante l’avesse letto almeno cento volte, non riusciva a capacitarsene.
 
Sono dovuta tornare al centro commerciale con Yamcha per gli ultimi acquisti. Saremo di ritorno il prima possibile. Hai il pranzo pronto da scaldare nel frigo’.
 
Goku teneva stretto quel pezzo di carta sentendo la rabbia crescere dentro di lui. Questo era davvero troppo. Avevano superato il limite. Appallottolò il messaggio con rabbia e lo gettò a terra. Gli era passata la fame. Col broncio, si sedette sul divano immobile a pensare. Le braccia incrociate al petto e l’espressione contrariata. Non capiva perché quel messaggio gli avesse dato così tanto fastidio, rispetto a quello che aveva sopportato durante la settimana era nulla. Almeno se quei due erano al centro commerciale non avrebbe dovuto sorbirsi la costante presenza di Yamcha a casa sua e vedere la strana complicità che era andata a crearsi tra lui e sua moglie. Di una cosa era certo però: era stufo che Yamcha passasse così tanto tempo con Chichi, la sua Chichi. Da una parte capiva che l’uomo si sentisse solo durante le festività e che probabilmente era quello il reale motivo per il suo ossessivo interesse per quella stupida cena. Forse voleva solo tenersi impegnato, se non ricordava male era quello il periodo in cui Bulma lo aveva lasciato tanti anni prima. Ma allo stesso tempo Goku non ne poteva più della sua costante presenza e delle continue frecciatine che l’uomo gli lanciava. Goten era rimasto a dormire da Trunks apposta per dare ai suoi genitori qualche giorno di privacy, e Chichi gli aveva ripetuto fino alla nausea che sarebbero rimasti soli e avrebbero potuto passare le giornate come due novelli sposi e quanto lei ci tenesse, ma da quando Yamcha aveva imposto loro la sua presenza, sembrava che sua moglie si fosse dimenticata di quel desiderio preferendo passare le sue giornate con l’altro. Goku corrugò le sopracciglia irritato. Non si sarebbe mosso da lì finché quei due non fossero tornati a casa.
Si svegliò dopo essersi assopito dopo le lunghe ore di attesa, sentendo la porta d’ingresso aprirsi. Le risate dei due che stavano entrando in casa gli fecero salire il sangue al cervello. Guardò l’orologio a parete che aveva di fronte. Le otto passate… Si alzò e con passo deciso si diresse verso la cucina dove i due si erano rifugiati. Sbirciò all’interno e il suo cuore perse un battito nel notare la strana atmosfera che si era creata. Deglutì a disagio rimanendo lì impalato a fissare quei due ridere tra loro, sentendosi il terzo incomodo e senza riuscire a dire nulla tanto aveva la gola secca. Fu sua moglie a notare la sua presenza, anche se era quasi certo che Yamcha avesse percepito la sua aura ma che lo stesse volutamente ignorando.
-Ciao tesoro.- Lo salutò lei sorridendo.
-Avete fatto tardi.- Fece notare il sayan con una punta di acidità nella voce.
-Scusa Goku ma non ci siamo accorti dell’ora.- Rispose Chichi ancora ridacchiando. -Ti fermi a cena?- Chiese rivolta a Yamcha.
-Ecco io non vorrei disturbare.- Rispose l’uomo che si era accorto del malumore di Goku.
-Insisto! Devo ripagarti in qualche modo per avermi aiutato così tanto questa settimana.- Insistette Chichi.
-Forse Yamcha se ne vuole andare a casa sua e magari non ha voglia di passare tutte le sue giornate a casa degli altri.- Intervenne Goku freddo senza dare il tempo all’amico di rispondere a sua moglie.
-Goku! Non essere scortese!- Lo rimproverò Chichi mettendo le mani sui fianchi.
-Dico solo che magari Yamcha ha altro da fare che passare tutte le sue giornate qui.- Continuò Goku che non aveva nessuna intenzione di tacere.
-Hai ragione Goku.- Intervenne Yamcha a disagio per la situazione che si era creata. -È meglio che vada. Ciao Chichi.-
-Domani vieni lo stesso ad aiutarmi nell’allestimento della festa?- Lo bloccò Chichi sulla porta.
-Certo.- Rispose l’uomo guardando di sottecchi Goku che non disse nulla ma la cui espressione la diceva lunga. -Sempre se non disturbo.-
-Certo che no! Non dire sciocchezze, sei sempre il benvenuto!- Lo rassicurò Chichi con un sorriso, accompagnandolo alla porta.
Goku sentì il rumore della porta d’ingresso che si chiudeva e si preparò alla sfuriata che di certo sua moglie gli avrebbe fatto. Sapeva di essere stato scortese ma in quel momento era talmente arrabbiato per quella situazione, che non gli importava. Odiava il rapporto che si era creato in quei giorni tra Chichi e Yamcha e non aveva alcuna intenzione di sopportarlo ancora. Chichi entrò in cucina furiosa.
-Che cosa ti è preso Goku?!- Se si potesse incenerire qualcuno soltanto guardandolo, Chichi ci sarebbe riuscita di sicuro.
-Che cosa intendi?- Chiese lui facendo il finto tonto.
-Lo sai benissimo!- Lo attaccò Chichi. -Ti sei comportato in maniera odiosa col povero Yamcha e non se lo meritava proprio dopo tutto quello che ha fatto per me!-
-Il povero Yamcha dovrebbe capire quando non è più il benvenuto!- Rispose Goku incapace di trattenersi. La frustrazione accumulata in quei giorni stava uscendo tutta in una volta e lui era ormai incapace di contenerla.
-Ma che stai dicendo Goku?- Chichi lo guardava senza capire. -Perché ti comporti così?-
-E tu perché passi tutto il tuo tempo con lui?- Goku sentiva la rabbia che aveva trattenuto per troppo tempo, crescere incontrollabile. -Mi hai lasciato solo tutto il giorno e te ne sei tranquillamente uscita con un altro rincasando pure tardi e mi chiedi perché mi comporto così?!-
-Lo sai che dovevo prendere le ultime cose per la festa di Natale!- Protestò la donna incredula di dove suo marito stesse andando a parare.
-Al diavolo quella stupida festa!-
-Ti stai comportando come un bambino!-
-Un bambino dici?! Allora adesso me ne vado così puoi passare la serata da sola e capire cosa ho provato questo pomeriggio!-
-Mi hai abbandonato per anni lo so benissimo cosa si prova a stare da soli!- Colpito e affondato. Goku sentì quelle parole e gli sembrò che una lama gli si fosse conficcata nel petto.
-Ancora con questa storia?!- Sbraitò furioso. -Sono passati quasi dieci anni da allora e ancora tu tiri fuori quella dannata storia?!- Mai prima di allora avevano avuto una lite tanto tremenda. O almeno di solito lui non gridava mai, era sempre Chichi a perdere la pazienza. Si stavano rivolgendo parole amare che nemmeno pensavano ma per il solo gusto di ferire l’altro. -Faccio tutto quello che mi chiedi senza fiatare o lamentarmi e l’unica cosa che voglio è trovare mia moglie a casa ad aspettare me e non un altro uomo!-
-Tu stai delirando! Forse il troppo allenamento ti ha fuso il cervello!- Rispose Chichi che mai aveva visto il marito tanto furioso.
Goku non rispose. Fissava sua moglie negli occhi accecato dalla rabbia. Senza dire una parola, si portò due dita alla fronte e sparì, lasciandola da sola nella loro casa a chiedersi cosa avesse fatto infuriare suo marito così tanto da urlarle contro in quel modo. Quello non era il suo Goku. Quello non era l’uomo dolce e gentile di cui si era innamorata.
 
***
 
Quella notte Goku non era rientrato. Chichi aveva passato ore alla finestra della sua stanza, nonostante il gelo le sferzasse la pelle, in attesa di veder rientrare quello sciocco di un sayan. Preoccupata come non mai fissava il cielo nella speranza di vederlo arrivare in volo. Sola e immersa in un assordante silenzio che minacciava di farla impazzire, guardava il cielo stellato che solitamente amava osservare e che sempre la emozionava ma quella notte le lasciava solo un enorme vuoto nel cuore. Non è semplice non sentire il silenzio che c’è qui, non è facile guardare il cielo sta notte… Goku, amore mio, dove ti sei nascosto? Si ritrovò a pensare la donna mentre lacrime calde le scendevano lente sulle guance arrossate dal freddo. Si era addormentata seduta sulla sedia accanto alla finestra sfinita dalla lunga attesa, dimenticandosi perfino di chiuderla.
Intorpidita dal freddo, Chichi rabbrividì stropicciandosi gli occhi. Il pensiero che Goku non fosse rientrato quella notte la trafisse come una lama dritta nel cuore. Non avevano chiarito le cose dopo la sciocca sfuriata avvenuta la sera prima e questo la turbava. Se c’era una cosa che aveva sempre saputo sul matrimonio era che si poteva litigare pure tutto il giorno ma la sera, prima di coricarsi, bisognava risolvere ogni divergenza in modo da dormire sereni e ripartire da zero il giorno seguente senza rancori o preoccupazioni. Una lite, seppur innocua all’inizio, poteva diventare un ostacolo invalicabile se si lasciava il chiarimento in sospeso per troppo tempo.
Scese al piano di sotto sentendo il bisogno di una tazza di tè caldo. Dopo il freddo che aveva patito la notte precedente, era fortunata a non essersi presa qualcosa. Sbuffò mescolando la tazza di tè che aveva davanti sentendo la rabbia farsi strada nel suo cuore. Ma cosa gli era preso a quello sciocco? Perché si era comportato in maniera così scortese? Ma soprattutto, perché se l’era presa con lei per qualche ora fuori di casa? Chichi aveva vagliato così tante opzioni da farsi venire il mal di testa. Certo, la più plausibile era che fosse geloso ma era una cosa impossibile! In più di vent’anni di matrimonio suo marito non aveva mai dimostrato il minimo segno di una possibile gelosia nei suoi confronti, figuriamoci se iniziava adesso. La soluzione a cui era arrivata quindi, dopo aver scartato un forte colpo alla testa, era che Goku si stesse sottoponendo ad un allenamento così impegnativo sia a livello fisico che mentale, da aver perso il nume della ragione. Sì, doveva essere quello il motivo. Sbuffò irritata. Non avrebbe permesso a quello sciocco di rovinare la sua festa. Ci stava lavorando da quasi un mese e non avrebbe reso vani i suoi sforzi a causa di una stupida lite priva di senso con Goku.
Quando il campanello suonò, segnalando l’arrivo di Yamcha, Chichi aveva appena finito la sua colazione, quindi si alzò e andò ad aprire la porta, cercando di ritrovare l’entusiasmo che quella brutta faccenda aveva fatto svanire.
-Ciao Yamcha, entra pure.- Lo invitò Chichi sforzandosi di sorridere.
-Goku è in casa?- Chiese l’uomo visibilmente a disagio.
-No, è uscito.- Rispose sbrigativa non avendo nessuna voglia di rendere partecipe l’amico della sua solitaria nottata. -Volevo scusarmi per il suo comportamento di ieri sera.- Aggiunse imbarazzata. -Non so cosa gli sia preso, di solito non si comporta mai così.-
-Non importa.- Affermò Yamcha sorridendo. -Probabilmente è colpa mia che sono stato troppo invadente.-
-Certo che no!- Affermò Chichi decisa, senza avere la minima intenzione di giustificare il comportamento maleducato di Goku. -Tu mi hai aiutato moltissimo nell’organizzazione della festa, cosa che Goku non ha mai fatto!- Strinse i pugni rabbiosa. -Pensa solo a se stesso e a quegli stupidi allenamenti.- Sospirò tentando di calmarsi. Non era quello il momento di lamentarsi. Avevano una festa da preparare e non voleva ammorbare Yamcha con i suoi problemi. Sorrise. -Ti va se cominciamo?-
-Certo.-
 
***
 
Non sapendo dove altro andare e non avendo nessuna voglia di passare la notte nel gelo dei Monti Paoz, Goku aveva deciso di teletrasportarsi dal suo amico Junior al palazzo del Supremo, a cui per poco non era venuto un infarto ritrovandoselo in camera da letto mentre dormiva. Dopo avergli sbraitato contro quanto fosse incosciente nell’essersi presentato così all’improvviso, Junior aveva acconsentito a farlo dormire lì per quella notte a patto che non disturbasse lui e Dende durante la loro meditazione mattutina. Goku aveva accettato e adesso che la notte era finalmente trascorsa e l’alba aveva dato il via ad una nuova giornata, si era alzato pronto per allenarsi. Perché dopo la fastidiosa notte insonne che aveva avuto, cosa c’era di meglio di un buon allenamento per liberare la mente dai brutti pensieri? Memore della promessa fatta a Junior, Goku non espanse la sua aura né usò alcun tipo di attacco energetico ma si limitò a rafforzare il corpo e lo spirito con le arti marziali. Dopo aver passato tutto il giorno ad allenarsi senza dire una parola e con la testa fra le nuvole, Goku si accorse che Junior gli si era avvicinato e lo osservava curioso.
-Per quale motivo sei venuto qui?- Gli chiese il namecciano dubbioso. Qualcosa nello sguardo di Goku era diverso dal solito. Che fosse di malumore Junior l’aveva capito già la notte precedente quando era apparso nella sua stanza spaventandolo a morte, ma non aveva creduto si trattasse di una cosa seria finché non aveva osservato con più attenzione l’amico durante quella giornata.
-Volevo allenarmi.- Mentì spudoratamente l’altro con un’alzata di spalle.
Junior rimase fermo a fissarlo, in attesa che il sayan parlasse ma Goku sembrava non avere nessuna intenzione di raccontagli cosa lo avesse turbato così tanto, perché era così, Goku era turbato e Junior se n’era accorto subito percependolo dall’aura dell’amico. Nonostante odiasse quel genere di discorsi, respirò a fondo e si costrinse a fare la sua domanda.
-Che cosa c’è che non va?-
Dopo parecchi snervanti minuti in cui Goku era rimasto immobile con un pugno teso, il sayan abbassò le spalle sconfitto e posando lo sguardo sull’amico, confessò il suo problema.
-Ho litigato con Chichi.-
-E allora?- Chiese il namecciano confuso. -Litigate di continuo voi due.-
-Questa volta è diverso.- Ammise Goku abbassando lo sguardo ed assumendo un’espressione così triste da stupire Junior che mai, da quando si conoscevano, lo aveva visto così abbattuto. -Mi sono comportato da stupido.-
-Ti va di raccontarmi cosa è successo?- Gli chiese il namecciano preoccupato.
Per la seconda volta in pochi giorni, Goku si confidò con un amico raccontando quello che lo aveva turbato in quel periodo a partire dall’inaspettata visita di Yamcha dieci giorni prima, fino alla furiosa lite avuta con sua moglie la sera precedente. Junior lo ascoltò senza fiatare permettendogli si sfogare tutto quello che si era tenuto dentro negli ultimi giorni. Quando Goku ebbe finito di raccontare la sua storia lo guardò in attesa che il namecciano dicesse qualcosa.
-Non sono sicuro di quale dovrebbe essere il normale rapporto tra moglie e marito, ma quello che posso dirti e che secondo me la vostra non è una lite a cui non potete passare sopra.-
-Tu dici?- Chiese il sayan scettico.
-Ne sono certo.- Confermò Junior. -In tutti questi anni vi ho osservati spesso e quello che c’è fra voi è molto profondo. Non credo che uno sciocco sfogo di gelosia da parte tua cambierà le cose. Né che lei ce l’abbia ancora con te per la tua assenza.-
-Quindi anche tu pensi che sia geloso?- Chiese Goku rassegnato.
-Ne sono certo.-
-Non so come fare per non sentire questo fastidio continuo.- Disse poi il sayan in imbarazzo. -Non so cosa dirle per risolvere la questione.-
-Manca ancora un’ora all’inizio della festa.- Gli fece notare il namecciano. -Hai tutto il tempo per porre rimedio alla questione prima che arrivino gli ospiti.- Junior lo squadrò dall’alto in basso storcendo il naso. -Ti consiglierei di farti una doccia prima di andare però.-
Dopo essersi lavato e aver convinto Junior a creargli un abito elegante, Goku era pronto per tornare a casa. Non vedeva l’ora di rivedere sua moglie e gettarsi alle spalle quel brutto episodio. Portando due dita alla fronte e con un sorriso smagliante stampato in faccia, Goku scomparve, lasciando il suo amico preoccupato a fissare il nulla. Nonostante gli avesse detto il contrario, Junior aveva un brutto presentimento, ma lui ce li aveva sempre quindi chissà, magari sta volta si stava sbagliando.
 
***
 
Chichi guardò l’orologio e sospirò delusa. Mancava mezz’ora all’inizio della festa e tutto era pronto per l’arrivo degli ospiti. Mancavano ancora due cose a dire il vero, affinché tutto fosse pronto. Goku, che non era ancora rientrato dalla sera precedente e lei, che non era ancora pronta. Il suo vestito, la cui cerniera non ne voleva proprio sapere di chiudersi, la stava facendo impazzire. Chichi ringhiò frustrata. Erano almeno dieci minuti buoni che tentava invano di far salire quella stupida zip ma non aveva fatto progressi.
-Tutto bene?- La voce di Yamcha al piano di sotto le ricordò di non essere sola in casa.
-Si. È solo questa stupida cerniera che non vuole saperne di chiudersi!- Rispose lei tentando di nuovo nell’impresa, senza però riuscirci.
-Ti aiuto io se vuoi.- Propose l’uomo iniziando a salire le scale.
-No, non fa nulla!- Rispose subito Chichi imbarazzata dal fatto che con la schiena così scoperta si sentisse nuda e che un altro uomo entrasse nella sua camera da letto. -Appena arriva Bulma mi faccio aiutare da lei.-
-Non dire sciocchezze!- Yamcha rise divertito. -Ci metterò un attimo.- Concluse entrando nella stanza.
Chichi si voltò verso di lui con le guance ancora arrossate e quando i loro occhi si incontrarono, rimase sorpresa della stana espressione che l’amico aveva in faccia. Sembrava quasi… Sconvolto.
-Sto così male?- Chiese mal interpretando l’espressione dell’uomo.
-No.- Rispose lui senza smettere di guardare il suo corpo. -Sei stupenda.-
Chichi arrossì violentemente. Quel complimento e lo sguardo fin troppo profondo dell’uomo l’aveva messa a disagio. Sentì Yamcha avvicinarsi e con tocco gentile afferrare la zip. Con la coda dell’occhio osservò i movimenti dell’uomo dallo specchio alla sua destra. Vide perfettamente come Yamcha si fosse soffermato a guardare la sua schiena prima di sollevare finalmente quella dannata cerniera. Risolto il problema per cui lui era andato in suo soccorso, Chichi si allontanò e voltandosi con un sorriso forzato sulle labbra lo ringraziò.
-Ti ringrazio.- Chichi si costrinse a guardarlo negli occhi nonostante il forte imbarazzo. -Ora puoi tornare di sotto. Io arrivo fra un minuto.- Poi tutto accadde in un attimo. Yamcha si avvicinò a lei e senza dire una parola le sollevò il mento con la mano in modo che i loro sguardi fossero uno dentro l’altro. -Yamcha cosa stai facen…?- L’uomo premette le sue labbra su quelle della corvina che per poco non svenne dallo shock. Rapida si scostò da lui allontanandolo con forza ma non prima di aver sentito un famigliare fruscio poco distante. Spostò lo sguardo furente da Yamcha e lo posò nella direzione in cui aveva sentito il leggero spostamento d’aria. Il suo cuore di fermò e per la seconda volta in pochi istanti Chichi rischiò di perdere i sensi. Goku era apparso nella stanza proprio in quel momento. Le dita ancora posate sulla fronte. Vestito di tutto punto era stupendo e in un’altra occasione glielo avrebbe fatto notare. Ma non in quel momento. Chichi posò i suoi occhi in quelli del marito e il dolore che vi lesse fu così immenso da colpirla come uno schiaffo in piena faccia.
-Goku?- Tentò lei facendo un passo nella sua direzione.
Il sayan non rispose. Il suo viso deformato dalla rabbia e dal dolore parlava da sé. Distogliendo lo sguardo da lei scomparve di nuovo, lasciandola lì con l’animo in pezzi.
   
 
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