Sembrava scritto nel destino che ogni partita di Quidditch in cui giocassero i Grifondoro dovesse tenersi durante le giornate più tempestose. Nonostante questo, gli spalti erano stracolmi di studenti di ogni Casa. Anche Sasuke stava assistendo alla partita, dal momento che si era infortunato durante quella contro i Corvonero, in cui Sakura aveva pensato bene di scagliargli addosso un bolide.
Naruto sfrecciava contro vento, nel tentativo di afferrare il boccino, inseguito dal Cercatore di riserva dei Serpeverde, il quale era per lo più intento a fissare Naruto e non la piccola sfera, tant’è che si accorse troppo tardi di una delle torrette adiacente agli spalti e la sfondò.
Il Grifondoro non vi badò minimamente, continuando a fendere l’aria, incurante delle gocce di pioggia che si schiantavano sul suo viso come spilli appuntiti. Era talmente concentrato sul boccino ad un soffio da lui che non si rese minimamente conto del bolide che stava arrivando dalla sua destra.
La palla lo colpì in pieno, causandogli rovinosamente la perdita di equilibrio e facendolo precipitare pericolosamente verso il suolo.
Sasuke sgranò gli occhi e scattò in piedi, il cuore che batteva all’impazzata e il respiro che diveniva affannoso. Si diresse velocemente verso le scale, mentre qualcosa gli si annodava alla bocca dello stomaco.  
 
Naruto si risvegliò nell’infermeria. Gli ci volle una manciata di minuti per mettere a fuoco l’ambiente, capire dove si trovasse e scorgere nitidamente la figura di Sasuke seduta accanto al letto che lo guardava con espressione sollevata – ovviamente sempre nei limiti dell’espansività di Sasuke Uchiha. Ma ormai Naruto era diventato piuttosto abile a decifrare le sue espressioni.
- Che ci fai qui? – domandò debolmente, ancora un po’ intontito.
- Sei un dobe!
- Che è successo?
- Eri così concentrato a rincorrere il boccino che non ti sei nemmeno accorto del bolide che stava arrivando. Ti ha preso in pieno su quella testa quadra e poi sei precipitato verso terra – gli disse – Fortuna che il preside Senju ha pronunciato l’incantesimo prima che potessi sfracellarti al suolo. La professoressa Tsunade comunque ti ha somministrato le prime cure.
Naruto si tirò a sedere, tastandosi la testa ancora indolenzita.
- Mh, sembra una brutta storia – constatò, quasi divertito – Però non mi hai ancora detto cosa ci fai qui, teme – aggiunse, rivolgendogli un sorriso malizioso.
Sasuke venne preso alla sprovvista.
- Ero venuto a controllare che la tua dobaggine non creasse altri casini – rispose alzandosi – E dato che per ora sembra tutto a posto posso andarmen-
Venne interrotto dalle labbra di Naruto che si erano posate con delicatezza sulle sue. Sentì la lingua del Grifondoro avvinghiarsi dolcemente alla propria.
- Puoi dirlo che eri preoccupato per me – mormorò.
Sasuke spostò lo sguardo di lato e arrossì impercettibilmente.
- Tsk. Adesso non esagerare – ribatté, prima di voltarsi e incamminarsi verso la sala comune dei Serpeverde.
- Grazie, Sasuke – gli disse, prima che quello potesse varcare la soglia dell’infermeria.
Uchiha, continuando a dargli le spalle e a camminare, alzò un braccio e lo salutò agitando pigramente una mano, mentre un sorriso faceva capolino sulle sue labbra.
- Prego, usuratonkachi – sussurrò, per poi sparire dalla sua vista.