Anime & Manga > Soul Eater
Segui la storia  |       
Autore: hinata 92    14/01/2018    1 recensioni
L'atteso (o forse no) seguito di Polvere Incantata.
A Death City volano fiori di arancio per Lucy e Simon e tutti sono pronti a festeggiare il lieto evento. Ma nessuno immagina che stanno per finire tutti vittima della più grande maledizione stregonesca della storia...
Una sorpresa in più: questa è una storia... a bivi!
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Polvere incantata'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Nel bivio precedente avete deciso di seguire Lucy?

Allora siete nel capitolo sbagliato, cliccate pure qui per raggiungerlo.

Non vi ricordate alcun bivio fra cui scegliere?

Può capitare, cliccate qui per rinfrescarvi la memoria.

Per caso avevate deciso che Simon dovesse diventare buono?

Allora siete nel capitolo sbagliato, cliccate pure qui per raggiungerlo.

Non vi ricordate nessuna scelta per Simon fra buono e cattivo?

Può capitare, cliccate qui per rinfrescarvi la memoria.

Siete convinti di seguire Simon e Kevin?

Allora siete nel posto giusto! Buona lettura!

 

Guide nell’ombra! Un piccolo segno di malvagità in chi è sempre stato perfetto?

 

Né Simon né Kevin riuscirono a dormire per l’eccitazione e passarono la notte a confabulare, immaginando come potesse comportarsi Lucy al risveglio; tuttavia per mantenere le apparenze entrambi tornarono nei loro letti e finsero che fosse una mattina come tutte le altre. Lucy si svegliò circa una mezz’oretta dopo che Simon disattivò l’incantesimo per farla dormire e dopo più tempo del normale si presentò in cucina. Kevin la sbirciò di sottecchi, ma non sembrò vedere nulla di anomalo. Fu a quel punto che Simon decise di entrare in scena.

«Buongiorno Lucy!»

«Ciao.»

Gli stregoni oscuri rimasero leggermente sorpresi da quel tono così apatico.

Simon si avvicinò: «Va tutto bene?»

Lucy rispose in fretta: «Sì, certo! Credo solo di non aver dormito bene stanotte, mi sono svegliata ancora stanca.»

Simon le sorrise comprensivo: «Può capitare. E a proposito di sonno, penso mi tocchi andare a buttare giù da divano Kevin... torno subito.»

Ma prima di allontanarsi le diede un fugace bacio sulla guancia, per poi dirigersi verso il compagno. Trovò Kevin con la testa dentro il cuscino, che cercava disperatamente di trattenere una risata. Simon, impassibile, lo scosse come per svegliarlo e gli sussurrò all’orecchio: «Non sei di grande aiuto, così.»

Kevin gli rispose con un ghigno divertito: «Scusa, ma è troppo divertente... sei un attore perfetto, adoro come la stai prendendo in giro!»

Simon rimase serio: «Io non la prendo in giro. Cerco solo di essere discreto. Sappi che non mi diverto neanche un po’.»

«Ceeerto, come no... e dovrei pure crederti?»

«Ti ricordo che tu sei stato intortato da me come e peggio di lei.»

«Touché.»

«Ora alzati, non possiamo continuare la pantomima a lungo.»

Ma non appena Kevin si mise in piedi si resero conto che Lucy non stava facendo troppo caso a loro, perché presa dalla caffettiera. Con uno scatto che li fece trasalire entrambi, la lanciò contro il muro con una violenza inaspettata.

Kevin sussurrò ancora: «, direi che ha funzionato.»

Simon gli rifilò un’occhiataccia e solo allora si decise ad entrare nella parte, per quanto l’idea gli fosse quasi insopportabile. Fissò Lucy con attenzione per un momento, ricordando quando aveva sbattuto la porta del frigo, quel primo, piccolo istante di malvagità. Oh, come capiva il suo smarrimento e la sua eccitazione negata... ma Simon aveva ragione, era il caso di riportarla alla realtà.

Con un piccolo colpo di tosse attirò la sua attenzione.

«Ehm... volevo augurarti buongiorno, ma non so se lo sia...»

Lucy si voltò imbarazzatissima: «Scusa Kevin! Buongiorno! Ora raccolgo tutto, scusa!»

Simon scosse la testa: «Lascia, per oggi faccio io.»

Con un gesto della mano il ragazzo fece sparire ogni traccia di caffè e fece apparire la colazione sul tavolo, esattamente identica a quella preparata da Lucy ogni mattina. Kevin ebbe una piccola fitta d’invidia. Aveva una voglia matta di usare anche lui la sua magia...

La ragazza sospirò: «Non dovresti...»

Il suo promesso sposo le scostò la sedia: «Lo so, ma tengo alla nostra incolumità... e se il prossimo oggetto che lanci fosse diretto a noi?»

Lucy ridacchiò: «Esagerato... ma che non sia un’abitudine!»

«Promesso.»

Il resto della colazione si svolse come di consueto, ma Lucy rimase più silenziosa del solito. Simon ebbe una sensazione di déjà-vu e trattenne una risata osservando il volto scocciato di Kevin. Alla fine anche il ragazzo dai capelli rossi cercò di darsi da fare, a modo suo, mettendole una fetta biscottata davanti alla bocca. Lucy lo guardò perplessa e Kevin ridacchiò: «Se hai ancora intenzione di morderci, addenta prima questa.»

Lucy ridacchiò nervosamente per lo scherzo: «Già... scusate ancora per prima.»

Simon rispose tranquillamente, imburrando il pane: «Te l’ho detto, stai tranquilla, non è successo niente. Una giornata partita col piede storto capita a tutti. E non puoi dire di non essere sotto stress, ultimamente. Non preoccuparti.»

Kevin rimase quasi sconvolto. Le stesse identiche frasi che aveva detto a lui. E funzionavano ugualmente! Non sapeva se essere sconvolto o ammirato per l’abilità del suo maestro d’armi, ma doveva ugualmente aiutarlo.

«Forse sei stata anche troppo chiusa in casa. Perché non esci a fare una passeggiata?»

Lucy abbassò lo sguardo: «Non posso rischiare che mi riconoscano.»

Simon alzò gli occhi al cielo trattenendo un sospiro per la ritrosia della ragazza: «E se ti aiutassimo a mascherarti?»

Lucy si voltò sorpresa verso Simon e lui continuò a parlare, intimamente sorpreso dal fatto che lei non avesse mai pensato da sola a quella semplice opzione, ma anche provando la stessa soddisfazione di un ragno che vede la sua preda avvinghiarsi sempre di più nella propria tela: «In questa città piena di ricercati nessuno farà caso a una persona con il volto coperto anche solo da una sciarpa... non serve niente di elaborato.»

Kevin annuì. Ormai potevano dirsi degli esperti dei luoghi più malfamati della città.

Lucy rimase per un po’ pensierosa, poi annuì: «D’accordo.»

Appena conclusa la colazione Simon e Kevin si procurarono con la magia un vecchio cappello, un impermeabile e una sciarpa, premunendosi di incantarli in modo da sapere sempre dove fosse la ragazza e glieli fecero provare davanti a uno specchio.

Simon le sorrise: «Ecco fatto! Ora puoi andare a fare la spesa senza problemi, no?»

«Sì... penso di sì.»

Kevin le aprì la porta di casa: «E allora vai, coraggio!»

«Ci vediamo tra poco.»

«Va bene.»

«Buona passeggiata!»

«Grazie.»

Non appena la ragazza si allontanò un pochino, Kevin si lasciò andare sul divano senza forze.

«Giuro che non pensavo fosse così difficile.»

Simon ridacchiò: «Tu hai perso decisamente molta pazienza nella trasformazione.»

«E tu ne hai guadagnata più del normale... Lucy è estenuante!»

«Anche tu non eri male, ma devo ammettere che lei ti batte di gran lunga.»

«Davvero, come fai? Io stavo per condizionarla pur di farla uscire!»

Sul volto di Simon si allargò un ghigno: «Pregusto la magnificenza che sta nascendo in lei... se sta combattendo così tanto è perché quello che sta diventando dev’essere veramente malvagio, e non vedo l’ora di vederlo.»

Kevin sospirò: «La ami alla follia, veramente...»

Simon divenne incorporeo: «Già... che ne dici, la seguiamo?»

Kevin, ancora seduto sul divano, alzò le spalle e si trasformò in polvere: «Non che avessi programmi migliori per la mattinata...»

In un attimo la raggiunsero. Lucy stava imboccando un vicolo e andò a sbattere contro uno di quegli attaccabrighe che tanto avevano fatto divertire Simon e Kevin durante la trasformazione di quest’ultimo.

Lucy rispose con una vocetta acuta: «Scusi...»

L’uomo non sembrò gradire la risposta: «Scusa un corno, non crederai di scamparla così, eh?»

La prima reazione di Lucy fu la fuga, ma l’uomo l’agguantò per la giacca e la sollevò di peso quasi senza sforzo, facendole scivolare via il cappello.

«Oh, ehi... ma non sei un moccioso, anzi... sei piuttosto carina, sai? Più delle sgualdrine che girano a Nisty di solito...»

Kevin ebbe l’istinto di correre in suo soccorso, ma fu fermato dal sussurro perentorio di Simon: «Metti giù le mani da mia moglie.»

L’amico rabbrividì per il tono della minaccia e per la rabbia furiosa che lo Stregone Oscuro emanava. Il tizio non aveva la minima idea di quanto stesse rischiando grosso.

Ma prima che Simon potesse reagire in qualunque modo, una leggera vibrazione nell’aria fece trasalire entrambi gli stregoni.

«Magia?»

«Questa è...»

Entrambi fissarono Lucy preoccupati. Possibile che si stesse già risvegliando? Era troppo presto! I due si precipitarono verso terra e Simon si preoccupò di sedare subito la sua amata prima che fosse troppo tardi.

L’uomo rimase interdetto: «Ehi, che succede?»

Simon, imponendosi la calma, fece un gesto con la mano. L’omone divenne all’istante una piccola statuina di terracotta.

«Zitto tu. Non solo stavi per aggredire mia moglie, ma stavi mandando all’aria tutti i miei piani.»

Kevin rimase ben zitto, osservando i capelli e gli occhi neri dell’amico. I suoi nuovi poteri lo avevano reso particolarmente sensibile ai sentimenti delle persone che lo circondavano e quello che avvertiva in Simon era molto più di una rabbia repressa. Era puro desiderio di compiere del Male. Osservò l’amico prendere la testa di Lucy sulle sue ginocchia e accarezzarla, e solo quando gli sembrò che si fosse leggermente calmato prese la parola.

«Certo che non me l’aspettavo... così in fretta...»

Simon sospirò: «Le streghe sono diverse dagli stregoni, lo sapevo, ma ammetto che ha stupito anche me. Le streghe faticano molto di più a resistere al desiderio di usare la loro magia. Inizio a pensare che sarà necessario tenerla sotto stretto controllo se vogliamo aiutarla a diventare potente quanto noi.»

Kevin sbuffò: «Sarà dura...»

Simon annuì sorridendo in modo sadico, senza mai smettere di accarezzare la sua Lucy: «Già... ma sarà fantastico. Lucy ha sempre represso qualunque sentimento o pensiero negativo, è sempre stata un angelo... e ora guarda con quanta forza questi stanno cercando di uscire!»

L’altro stregone sorrise intenerito. Niente da fare, Simon era proprio cotto!

«Cosa facciamo adesso?»

Simon lasciò andare la sua amata: «La svegliamo. Se la conosco abbastanza bene dopo questa esperienza si spaventerà e tornerà a casa. Vai con lei, aspetta un pochino e poi entra.»

«E tu?»

Simon afferrò la bambolina di terracotta rimasta sul selciato e la strinse nel pugno con forza, mentre la sua mano era avvolta da pura magia nera: «So che moriresti dalla voglia di sfogare la tua sete di sangue, ma questo... questo devo chiederti di lasciarlo a me.»

Kevin alzò le mani in segno di resa. Chi si sognava di mettersi contro Simon in quello stato?

«Grazie.»

E dopo aver svegliato Lucy svanì nell’aria. Kevin si ritrasformò in polvere e attese che la ragazza si destasse del tutto e tornasse in casa. Dovendo attendere un pochino, aggredì un passante e dopo essersi fatto un piccolo spuntino, rientrò.

«Lucy, sei già a casa?»

«Sì.»

E dove doveva essere? Kevin chiuse la porta, posò la sua giacca e si voltò verso Lucy. Per un attimo rimase paralizzato dalla sorpresa. La ragazza stava mangiando il suo miele, quello creato da Simon per lui durante la sua trasformazione in stregone.

«E quello dove l’hai preso?»

«Dal fondo dell’armadio, quello che avevo comprato io era finito. È un problema?»

Bella domanda, pensò Kevin. Come avrebbe reagito Lucy in quel momento se si fosse resa conto di star divorando con gusto un altro essere umano? E quel pasto poteva aiutarla o avrebbe solo accelerato ulteriormente il processo di trasformazione che lui e Simon stavano cercando di rallentare? Non aveva la risposta, forse non l’avrebbe avuta neppure Simon, ma una risposta alla domanda di Lucy andava data.

«No, no, assolutamente... era un vasetto che avevo preso per me, non pensavo ti piacesse, ha un gusto un po’... particolare..

Lucy annuì: «Me ne sono accorta, però non mi dispiace.»

Kevin la guardò incuriosito: «Davvero?»

«Sì.»

La ragazza fissò il vasetto: «Scusa, era tuo e te l’ho quasi finito.»

Kevin si voltò con la scusa di ritirare l’impermeabile e il cappello lasciati da Lucy sul divano, incapace di trattenere un sorriso puramente malvagio: «Non fa nulla, davvero. Se ti piace così tanto posso procurartene dell’altro.»

«Davvero?»

«Certo!»

Oh, poteva avere l’occasione di sperimentare di persona le mille torture che aveva ideato durante la tua trasformazione, come avrebbe potuto negarglielo? E poi se Lucy si abituava a quel gusto probabilmente era solo una cosa positiva.

«A proposito, di che cos’è? Non c’è l’etichetta...»

Kevin rifletté un secondo prima di rispondere: «Papavero.»

Lucy ripeté sovrappensiero: «Papavero... ok...»

Non aveva mentito, dopotutto Simon trasformava davvero la gente in papaveri prima di ricavare quel piccolo, maligno nettare. Lucy rimise in bocca un’ultima cucchiaiata, prima di chiudere il vasetto e rimetterlo a posto. Kevin non vedeva l’ora che Simon tornasse per raccontargli i progressi di quel piccolo angioletto in piena caduta verso l’inferno.

Forse aveva ragione, dopotutto. Sarebbe stato fantastico.

 

Simon: D’accordo, allora chi va a procurarsi il miele per Lucy?

Kevin: Io! Io! Dai, lasciamelo fare!

Simon: Uhm...

 

Soul Eater, Richiamo di sangue, 24° capitolo: La violenta esplosione della strega! Meglio un pizzico di follia della debolezza?

 

Simon: E chi mi assicura che tu le vittime le trasformerai davvero e non te le divorerai?

Kevin: Ehm... la nostra lunga amicizia?

Simon: Sigh...

 

 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Soul Eater / Vai alla pagina dell'autore: hinata 92