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Autore: Midan86    14/01/2018    1 recensioni
I fatti narrati si ambienteranno nella saga di Infinity War, dove gli Avengers dovranno affrontare una minaccia del tutto inaspettata. Thanos.Dopo Loki, Ultron e il barone Zemo, i nostri eroi saranno in grado di affrontare un titano e sconfiggerlo? Tony e Steve recupereranno il loro rapporto di amicizia e di alleanza, o sarà troppo tardi?
Questa è una Stony ambientata però in un contesto di azione e avventura, dove dovranno lottare non solo contro Thaons, ma anche contro il loro orgoglio e i loro demoni personali. Forse riusciranno nuovamente ad unire le forze per salvare l'umanità e il loro amore.
Genere: Avventura, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Steve Rogers/Captain America, Thanos, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao ragazzi! Volevo approfittare di questo capitoletto /SPOILER) Stony, per avere l'occasione di ringraziare chi legge e recensisce i miei capitoli, e chi anche legge soltanto, perché siete comunque in tanti! Finalmente siamo arrivati al capitolo tanto atteso! Lo so, ci è voluto un sacco di tempo, esattamente 15 capitoli! Per questo vi ringrazio ancora per la vostra infinita pazienza. Se la mia storia non avesse avuto tante visualizzazioni e così belle recensioni, probabilmente l'avrei mollata subito. Quindi ora godetevi queste due patate che finalmente si ritrovano insieme nella stessa stanza, faccia a faccia. Sperando che invece di fare le solite patate lesse insipide, si diano una svegliata e diventino gustose e croccanti (ok, è che ho fame e quindi mi vengono esempi sul cibo e adesso me li sto immaginando come due buonissime patatine fritte pronte per essere mangiate). Va bene, dopo l'idiozia appena detta, vi auguro una buona lettura e a presto!
P.S. Grazie a Wikipedia che mi ha permesso di descrivere perfettamente il Sanctum Sanctorium! :D




L'edificio era fatto di pietra arenaria dallo stile vittoriano, dall'architettura stile barocco francese. Sulla facciata anteriore, all'ultimo piano vi era posta la Finestra  dei Mondi, un'enorme vetrata attraversata dallo Stemma dei Vishanti.
All'esterno, la struttura, appariva molto più piccola di quello che in realtà fosse, proprio per non attirare troppi passanti curiosi.
Grazie ad un incantesimo di Strange, il Santuario non era accessibile a nessuno senza il suo permesso.
Dall'inizio di tutto, erano ormai passati circa 2 giorni, e molte cose erano successe.Tony aveva la testa che fluttuava, si sentiva stordito e confuso. Era sveglio ormai, e guardava proprio verso Steve, il quale si trovava seduto di fronte a lui. Più lo guardava e più non capiva cosa stesse succedendo. "Ahi, ho bisogno di un'aspirina. Non ho ancora capito se sei frutto di un'illusione, oppure sono morto o sto solo sognando".
Steve: "Sei sveglio, e ti assicuro che sei vivo. E io sono qui, proprio accanto a te, in questo momento".
Tony: "Allora sei arrivato... ma, dov'è Thanos? Ti ho visto lì, eri sopra di me.. beh, davanti a me, o davanti a lui. Mio Dio, non so cosa stia dicendo. Ma se tu sei qui, allora vuol dire che lo hai sconfitto?"
Steve: "Purtroppo no, non ce l'ho fatta. Ha usato una di quelle gemme per diventare più forte, come se non lo fosse già abbastanza. E' arrivato Strange e mi ha fatto entrare in una specie di.. non so, un portale magico credo. Non riesco ancora ad abituarmi a certe cose"
Tony: "Lo dici a me? Sto ancora cercando di abituarmi all'idea di vivere su un pianeta circondati da altri pianeti e sistemi solari popolati da alieni guerrafondai e tiranni con un GPS al quanto limitato".
Steve fece una piccola risata, adorava il sarcasmo di Tony, anche se a volte era proprio quello a farlo arrabbiare, soprattutto quando lo usava per sviare discorsi seri ed importanti ai quali non voleva partecipare. Ma nella maggior parte dei casi, riusciva a farlo sorridere.
Steve: "Mi era mancato il tuo umorismo. Anche se probabilmente stai soffrendo per quella ferita, non smetti mai di fare il sarcastico"
Tony: "Che vuoi farci, è una delle mie tante qualità. Ma tu non sarai d'accordo, a quanto pare non ti piacciono mai le mie idee"
Steve sospirò, sapeva dove Tony volesse andare a parare, ma non si fece scoraggiare.
Steve: "Visto che finalmente siamo tutti e due qui, mi sembrava il momento giusto per..."
Tony: "No, lascia stare. Non dissotterriamo cose ormai morte"
Steve: "Davvero? Pensi sia tutto morto? Credo che finché non ne parleremo apertamente e non ci chiariremo, resterà sempre qualcosa di irrisolto"
Tony: "E' solo che ci sono un sacco di cose a cui pensare. Siamo nel bel mezzo di una guerra, non è il caso di fare i sentimentali, Rogers"
Steve: "Oh, andiamo Tony. Basta trovare scuse, quello che è successo l'altra volta, beh... la verità è che è successo ed è inutile far finta di niente. So quanto ti ho ferito, e le scuse scritte su una lettera non mi bastano, perciò ti chiedo scusa anche qui, ora. Proprio davanti a te!"
Tonty: "Va bene, scuse accettate. Ora possiamo parlare di cose più serie e più... virili? A proposito di virili.. quella barba è piuttosto selvaggia. Ti fa molto hipster. Non ci sono lamette nel Wakanda?" Tony lo disse mentre girò la testa dall'altra parte facendo finta di nulla.
Steve: "Beh, l'ho fatta crescere di proposito. Non so nemmeno io perché, forse volevo solo cambiare"
Tony: "Come hai cambiato identità? Non hai più la stella sul petto, non hai il tuo elmo e nemmeno... lo scudo. Ok, per quello mi assumo le mie responsabilità. Ma non per quei capelli unti e la puzza"
Steve rimase sorpreso, poi timidamente provò ad annusarsi. Tony non aveva peli sulla lingua e certamente non si faceva problemi nel mettere gli altri in imbarazzo.
Steve: "Il tuo scudo me lo ha portato Bruce. Me lo ha dato quando siamo tornati qui, o meglio, Hulk lo ha portato. Bruce si era dimenticato e ora è un po' di tempo che non lo vediamo"
Tony: "Ci ho fatto alcune modifiche. Migliorie. Ormai era malandato. Non sei particolarmente attento alle cose preziose"
Steve: "Ho visto e ti ringrazio per avermelo fatto riavere. So quanto sia importante per te"
Tony: "Ti sbagli, quello scudo non ha nessun valore affettivo per me. Lo aveva creato mio padre, è vero, ma... alla fine è stato un uomo soltanto ad usarlo e credo abbia più valore chi lo indossa"
Steve: "Tony... mi dispiace davvero. Spero con tutto il cuore che il tuo rancore nei miei confronti sia sparito. So di aver sbagliato ma ti prometto che non sarò più così impulsivo". Steve si alzò dalla sedia e si sedette sul divano accanto a Tony che ormai riusciva a stare seduto. "Sai perché l'ho fatto, Bucky mi tiene ancorato al passato e la verità è che non riesco a liberarmene, fa parte di me. E voglio così bene a Bucky, perciò non potevo lasciare che lo incolpassero anche di omicidi che lui non aveva commesso. E.. sì, Dio sono stato sleale a non dirti la verità sui tuoi genitori. Ma avevo così paura di come potessi reagire. Non ho pensato ai tuoi sentimenti, sono stato un'egoista, lo so. E anche presuntuoso nel pensare che la verità non sarebbe mai venuta a galla". Tony aveva gli occhi lucidi e il suo solito sguardo di tristezza e disappunto. Le parole di Steve lo ferivano ma non sentiva più quella rabbia che lo divorava. Credeva a ciò che gli diceva e la sua voce lo rilassava, eppure continuava a pensare e ripensare al modo in cui Steve lo aveva guardato quando lo aveva colpito al petto con lo scudo, quella scena non riusciva a togliersela dalla testa.
Steve: "Tony, il mio passato è importante per me e farà sempre parte della mia vita, ma ciò che conta adesso è il presente, e in quello voglio stare al tuo fianco. Voglio esserci per te, voglio che tu possa fidarti nuovamente di me, e farò ogni cosa per dimostrartelo"
Tony: "Vorrei anche io pensare al presente, ma al momento non riesco a pensare ad altro che al futuro e a quello che succederà"
Steve: "Qualsiasi cosa succederà starò al tuo fianco"
Tony: "Non fare promesse che non puoi mantenere"
Steve: "Allora ci proverò. Possiamo essere di nuovo una squadra.Combatteremo insieme ogni minaccia aliena che verrà su questo pianeta. Siamo forti insieme, Tony, possiamo vincere"
Tony: "Forse lo ero una volta ma ora..." Tony sfregò le mani sui pantaloni, poi le strinse nei pugni e la sua voce si fece tremolante. "Ora sono soltanto l'ombra di me stesso. A volte metto ancora l'armatura ma non mi riconosco. Lo faccio per abitudine, per dovere. Sono stanco e questa vita mi sta prosciugando letteralmente. Vorrei solo passare gli anni che mi restano in un posto tranquillo, con le mie cose, il mio laboratorio e mangiare Shawerma ogni giorno"
Steve: "Oh, io odio quella roba"
Tony: "Infatti non ho detto che dovrai mangiarla con me. L'ultima volta che abbiamo mangiato tutti insieme tu non hai toccato cibo. E avevo pagato io"
Steve: "Allora finiamo questo lavoro. Eliminiamo Thanos e il suo esercito e dopo ognuno potrà avere la vita che vuole".
Tony: "Davvero? Pensi non ci saranno altri invasioni aliene intergalattiche? Forse la prossima volta verrà il diavolo in persona a punirci per i nostri peccati. Credo che per me verrà"
Steve: "Tony, tu non sei una persona cattiva. So quanto è grande e generoso il tuo cuore"
Tony: "Sì, così tanto generoso da aver creato un'arma di distruzione di massa perché pensavo potesse fare del bene"
Steve: "Esatto. Era quello il tuo obiettivo"
Tony: "Sì, ma ho fallito. hai idea di cosa voglia dire avere migliaia di morti sulla tua coscienza? Ti logora dentro e ti avvelena"
Steve: "E' stato solo un incidente. Ti soffermi solo sulle cose sbagliate ma... pensi mai a quante cose buone invece hai fatto per le persone?"
Tony: "Quali? Vendere armi nucleari per il Governo, le quali poi sono state usate dai terroristi per i loro sporchi affari? Andiamo, ogni mia invenzione, ogni cosa che ho progettato mi si è sempre rivoltata contro finendo per ferire persone innocenti o ucciderle. La verità Steve, è che il mondo sarebbe un posto migliore senza Tony Stark. Ma forse non dovrà aspettare a lungo fino a quel giorno".
Steve: "Certo, è questo che pensi. Ti piangi addosso, adesso? Vuoi giocare a fare la vittima? Invece di mortificarti, pensa a quanto bene hai fatto per questo mondo. Hai costruito un'armatura quasi indistruttibile per contrastare chi voleva arrivare al potere sulla pelle degli altri. Hai combattuto per fermare quelle persone. Hai messo in piedi una squadra di supereroi garantendo al mondo la sicurezza"
Tony: "Quello non sono stato io, ma Fury"
Steve: "No, sei stato anche tu. Anche tu hai contribuito nella missione, contribuisci con la tua tecnologia. Hai salvato il mondo più volte insieme a noi, e una volta ti sei sacrificato rischiando quasi di morire. Credi che tutto questo valga meno degli sbagli che hai fatto? Sei generoso e altruista. Ti importa della vita degli altri, e soffri quando persone innocenti vengono coinvolte. Sei umano, Tony, e commetti errori come li commettiamo tutti. Come li ho commessi anche io, ma questo non fa di te una persona malvagia o arida. Quindi ti prego, non commiserarti. Tu sai bene che grande uomo sei, migliore di tuo padre. Per quanto io ammirassi Howard, tu sei molto più... tu sei speciale, Tony. Lo sei per me, e credo per molti altri".
Steve lo guardava, anche se Tony fissava dritto davanti a sé e non ricambiava il suo sguardo. Ma alla fine cedette e si voltò anche lui. I loro occhi finalmente si ritrovarono. Era straordinario come Tony ricordasse perfettamente ogni sfumatura verde/azzurra dell'iride di Steve. Quei colori, a prima vista, potevano sembrare freddi e vuoti, ma guardandoli attentamente si poteva intravedere una calda e luminosa scintilla che brillava viva, come lo spirito indomito e coraggioso del suo possessore. Altrettanto Steve si specchiava in quei caldi e intensi occhi scuri che tanto lo incantavano. Gli occhi di Tony rispecchiavano esattamente la sua anima: forti, sicuri, scaltri e perennemente malinconici. Anche stavolta poteva scrutare tristezza e rammarico. 
Steve: "Non sei solo in questa battaglia, e non lo sarai nemmeno nelle altre. Qualsiasi momento difficile tu stia passando io ti aiuterò a superarlo se me lo permetterai. Ci sarò sempre". Allungò la mano destra e la poggiò su quella di Tony, poi la strinse. Era davvero molto piccola rispetto a quella di Steve. Riusciva ad avvolgerla quasi tutta. "Sconfiggeremo Thanos insieme. Ci proveremo insieme. E se dovessimo fallire, falliremo insieme, o vinceremo insieme".
Tony: "Ho sempre ammirato la tua forza di volontà e il tuo ottimismo. Fai sembrare tutto più facile. Dovrai incoraggiare anche gli altri. Non so se li hai già conosciuti, ma non sono facili da gestire"
Steve: "Nessuno è più complicato di te. Ho davvero molta esperienza in questo campo." Irruppe in una piccola risata. "Andiamo, Tony. Dimmi che ci sei, ho bisogno di te".
Tony: "Non credo tu abbia bisogno di me più di quanto io ne abbia di te. Ma non posso tirarmi indietro. Ci siamo dentro tutti". Tony si alzò dal divano, provando a fare due passi per sgranchirsi le gambe. Era ancora un po' incerto e la testa gli doleva, ma sentiva il bisogno di staccarsi per un momento da Steve o sarebbe crollato. Forse tra le sue braccia, e non voleva certo sembrare una ragazzina emotiva e fragile. Ma non fece i conti con l'ostinatezza del Capitano, che lo seguì dritto verso di lui accostandosi come un'ombra.
Tony: "Adesso mi segui come un cagnolino? Un po' di spazio personale non ci farebbe male"
Steve: "Ne abbiamo avuto molto in quest'ultimo anno. Lascia che... insomma, vorrei solo..." Si sentì improvvisamente imbarazzato. Ecco che non appena si toccasse una corda romantica e sentimentale, Steve tirava fuori tutta la sua insicurezza, quella stessa che lo aveva tenuto lontano da donne e relazioni per tutta l'adolescenza e che non gli aveva permesso pienamente di godere del rapporto con Peggy. Era davvero pessimo in questo, ma stavolta non poteva lasciarsi scappare l'occasione per far capire a Tony quanti ci tenesse. O quanto lo amasse. Doveva agire come quando combatteva: con coraggio e risolutezza.
Tony dal canto suo lo guardava quasi rassegnato, conosceva troppo bene Steve e si aspettava un comportamento simile. A differenza sua, Tony invece era sempre stato un vero playboy con le donne. Aveva un fascino magnetico al quale nessuna poteva resistere. La sua parlantina sicura ed efficace ipnotizzava ogni donna portandola ai suoi piedi. Anche discorsi noiosi come progetti e lavori di ingegneria robotica, risultavano interessanti grazie alla sua verve e al suo umorismo. Certo, alla fine il discorso prendeva sempre una sola ed unica piega: il sesso. L'unica donna con la quale riusciva ad affrontare discorsi intelligenti e costruttivi era Pepper, ed era infatti anche stata l'unica donna della quale si fosse mai innamorato. Tony amava intrattenere discorsi interessanti con persone altrettanto interessanti e con un minimo di quoziente intellettivo, e in Steve a volte aveva trovato una connessione, anche se non sempre il soldato riusciva a stargli dietro quando iniziava ad usare termini fin troppo tecnici e scientifici. Ma di certo non era il livello scolastico di Steve, che aveva attratto Tony, la cosa che aveva sempre adorato in lui era proprio il suo carattere semplice e positivo. Mai un'ombra nel suo cuore, mai pensieri negativi lo avevano afflitto e tormentato, mai una sola macchia di egoismo o di vanità lo avevano sporcato. Steve era un'anima candida, ancora vergine sia di spirito che di corpo. Non poteva resistergli. La loro diversità si trasformava in due poli magnetici che si attiravano indissolubilmente.
Steve lo guardò ancora negli occhi, notò la ferita alla testa, e la sua tuta impolverata dal fumo delle macerie. Aveva anche degli tagli sulle mani che nascondeva con le lunghe maniche. Sembrava così fragile e vulnerabile, questo lo fece impazzire. Non riuscì più a resistere. Fece un passo verso di lui, poi allungò la mano sul suo viso afferrandolo e si spinse verso di lui, affondando letteralmente sulle sue labbra. All'iniziò fu solo un bacio casto e superficiale, ma Tony lo aiutò a superare il muro, invitando la sua lingua ad entrare con prepotenza nella sua bocca. Brividi e spasmi. Niente di più selvaggio avevano mai provato prima. Un bacio con un altro uomo era qualcosa di animalesco e primitivo. C'era quasi una sorta di gara a chi fosse più rude e violento. Sicuramente, la forza di Steve si faceva sentire anche sotto forma di un bacio. Lo spingeva così forte, che Tony dovette fare un piccolo passo indietro per non perdere l'equilibrio. Così gli avvolse la testa con la sua mano, tenendosi a lui. Non era facile, anzi. Quel bacio sembrava quasi doloroso e pressante, ma era stato così a lungo desiderato da entrambi, che ormai nessuno dei due poteva e voleva essere delicato e paziente. La barba lunga e incolta di Steve si sentiva. Lo graffiava ovunque ed era una sensazione così nuova e particolare. Eppure non gli dava fastidio, gli permetteva di sentire ancora di più il suo odore, che non era il classico profumo fiorito e delicato delle donne con cui era stato, o come quello dolce e legnoso di Pepper. No, Steve non usava nessun Acqua di Colonia, ma aveva solo l'odore di chi aveva appena combattuto rischiando quasi di morire. Un odore forte ma nonostante tutto piacevole. Un odore che in quel momento stava risvegliando ogni istinto primordiale assopito. Tutto il corpo di Tony lo sentiva, quel fremito che continuava a pulsare e a chiedergli un po' di piacere. Non era quello il momento giusto, lo sapevano, ma come potevano reprimere un istinto così forte e primordiale? Da troppo tempo il corpo di Tony era rimasto sprovvisto di calde mani che lo accarezzavano. Nemmeno con Pepper c'era stata più la passione di una volta. Aveva soltanto un unico desiderio da mesi. Ed ora era lì, davanti a lui e poteva toccarlo e baciarlo. Sentiva il cuore esplodere dall'eccitazione. E Steve, che di carezze intime non ne aveva ancora mai avute, sentiva un'esplosione di ormoni che avvolgeva ogni cellula del suo corpo. Non era successo con Peggy, né con Sharon. Con la prima aveva solo sentito le farfalle nello stomaco e la testa girare, con la seconda, solo un leggero brivido di eccitazione. Nulla era paragonabile con ci che gli stava accadendo ora. Improvvisamente sentiva la sua tuta troppo stretta e avvolgente. Sentiva il bisogno di strapparsela di dosso e liberare finalmente il suo corpo da quella stringa che lo imprigionava. E quel maledetto divano era lì, così vicino, così invitante... Non avrebbero avuto più occasioni, forse, di lasciarsi andare. sarebbero potuti morire entrambi nella battaglia. Fare l'amore prima di una guerra così importante poteva dargli la giusta carica, ma poteva anche distrarli troppo dall'obiettivo. Se Thanos avesse attaccato mentre erano avvolti nella loro intimità, sarebbe stato un bel guaio, e anche piuttosto imbarazzante. Però il desiderio era più forte di ogni altra cosa. Steve baciava avidamente il collo di Tony, le labbra, il mento, ogni cosa che potesse mordere e leccare, era per lui qualcosa di tremendamente eccitante. E aveva ancora un così buono odore, se lo ricordava. Era lo stesso che aveva sempre, e lo amava. Anche Tony affondava la testa nel collo, e per un attimo lasciò andare le sue mani giù fino alla cintura di Steve. Era impossibile fermarsi. 
O almeno lo era per loro, ma non per alcuni aggeggi elettronici. Infatti furono interrotti da uno squillo. Uno squillo incessante e la vibrazione visibile nelle tasche dei pantaloni del Capitano. E no, non era certamente quello che avrebbe dovuto essere. Steve tirò fuori il mini phone e rispose. Era Natasha.
Nat: "Steve, ascoltami. Abbiamo un problema qui alla base dello Shield. Alcuni agenti erano riusciti ad intercettare un membro dell'Ordine Nero, così Fury ha mandato Scott e Hulk per cercare di abbatterlo, ma si trattava di una trappola per farci uscire allo scoperto. Un altro membro ha fatto irruzione nella base, ma ora siamo in minoranza. Oltre ad alcuni agenti ci siamo solo io e Sam. Fury ha ordinato a tutti di evacuare la base, non vuole che ci siano altre vittime. Ma noi pensiamo di combatterlo e provare a fermarlo. Ci stanno cercando, Steve. Vogliono quelle maledette gemme e ci staneranno come topi. State in guardia".
Nat agganciò e chiuse la chiamata, lasciando Steve confuso e preoccupato.
Tony: "Chi era?"
Steve: "Natasha. Dice che lo Shield è sotto attacco dall'Ordine Nero, gli hanno teso una trappola, credo. Sono rimasti soltanto lei e Sam".
Tony: "Allora vai a dargli una mano. Non sono avversari facili, non ce la faranno mai da soli"
Steve sospirò e abbassò per un attimo la testa, aveva lo sguardo di chi aveva appena ricevuto una notizia devastante. Sapeva che era la cosa giusta da fare ma doversene andare di nuovo lasciando Tony solo lo faceva star male. Sembrava che ogni cosa fosse contro di loro.
Steve: "Sì, non posso lasciarli soli. Tony, ascolta..."
Tony: "No, non ti preoccupare, io me la caverò. Non ho bisogno che tu mi faccia da balia"
Steve poggiò la sua fronte contro quella di Tony prendendo il suo viso tra le mani. "Torno presto, te lo prometto. E quando tutto sarà finito io e te ci prenderemo una pausa. Potremo fare un viaggio... non so, in qualche posto esotico... non in Wakanda". I due si lasciarono andare in un piccolo sorriso. Non era facile doversi dividere di nuovo. Ma essere degli eroi comportava il doversi sacrificare sempre per un bene superiore. La loro felicità al momento non poteva essere la priorità. Lo sapevano e lo avevano accettato. Steve uscì dalla stanza, mentre Tony lo seguiva con gli occhi. Gli occhi di chi ha sopportato tanto dolore, di chi sa che probabilmente, tra non molto, perderà la persona tanto amata.
  
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