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Autore: mietze    17/01/2018    6 recensioni
[James ♥ Lily] "Esci con me, Evans." le aveva detto Potter con uno sguardo carico di desiderio. Era diverso. Qualcosa era cambiato. Sembrava quasi che stesse facendo sul serio quella volta.
"Non uscirò mai con te. Lo vuoi capire Potter ?" gli disse Lily. Ma se prima quella frase le era sempre uscita con un tono gelido, ora non era più certa di pensarla così. Non era più sicura di detestarlo così tanto. Non era più neanche sicura di detestarlo. Ma non lo avrebbe mai ammesso. Non poteva ammetterlo.

[Remus] Il bisogno di avere qualcuno vicino era viscerale. Il bisogno di non essere più solo era così radicato in lui, come se le sue viscere si fossero annodate.
[Sirius] Era stato uno stupido. Si era reso conto solo in quel momento di quanto fosse importante per lui. Solo in quel momento, quando era sicuro che fosse troppo tardi, che l'avesse combinata troppo grossa per essere perdonato, aveva capito che ne aveva bisogno.
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Remus Lupin, Severus Piton, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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DEVOTION.
Capitolo 2 # “Se proprio insisti”.
 
Hogwarts, 1 settembre 1977.
« Questo comportamento è inqualificabile Lunastorta, mi hai sentito ? Inqualificabile! Come puoi farmi questo ?! » mormorò James, sillabando con la massima cura e indignazione la parola “inqualificabile”, per poi borbottare per tutto il resto del tempo come una pentola di fagioli. Remus fu solo in grado di udire un “dovrò indire un consiglio”, “non ho parole”, “ammutinamento”.
« James, noi non abbiamo un consiglio, lo sai vero ? » lo canzonò Lunastorta cercando di soffocare le risate. James si stava comportando in modo infantile; per una volta non era al centro dell’attenzione, non veniva viziato e coccolato e quello era il risultato.
« Be’ dovremmo averlo! Ti stai ammutinando! E smettila di guardarti in giro, mi dà sui nervi! Digli qualcosa Felpato! » mugugnò disperato. Ormai l’aveva presa come una battaglia personale.
« La vera domanda, Remus, è: perché Evans sembra saperne più di noi ? » disse Sirius dando manforte al compagno di merendine, mentre con il capo faceva cenno alla rossa che era intenta a parlare con aria divertita con Emmeline Vance, Marlene McKinnon, Mary McDonald e la ragazza dai capelli neri, che, intercettando i loro sguardi, disse qualcosa alle ragazze e si diresse verso di loro.
Lyanna Morland fece capolino proprio davanti a Remus e chiese se poteva unirsi a loro per un momento. Il ragazzo dai capelli castano chiaro aveva annuito automaticamente e prim’ancora che James e Sirius riuscissero a negarglielo si sedette accanto a Remus, con gli altri tre Malandrini di fronte.
« Ma che fine hai fatto ? Tra poco c’è lo smistamento! » mormorò Remus del tutto noncurante della discussione in sospeso con i due amici.
« Scusami, volevo avvisarti ma non ho fatto in tempo. » mormorò lei dispiaciuta. « La professoressa McGranitt ha pensato che potesse mettermi troppo in imbarazzo davanti a tutti e quindi, mentre aspettavamo les enfants, mi ha messo un chapeau orrendo sulla testa! » continuò tutta concitata. Non fece in tempo a continuare il racconto, poiché Remus era scoppiato a ridere.
« Tu sapevi che mi avrebbe messo quel cappello orribile ? Mon Dieu! Sei … Sei un delinquente! » disse con un’espressione torva in viso. La reazione di Lyanna era stata impagabile. Remus rideva talmente tanto che aveva le lacrime agli occhi. Farfugliò un “scusa” cercando di darsi un contegno, mentre lei lo guardava con l’aria fintamente offesa.
« Comunque non mi hai ancora spiegato perché ci hai messo tanto. » disse poi Remus, cercando di farsi perdonare offrendole tutta la sua attenzione.
« Quel chapeau orribile continuava a dire che dovevo andare a Corvonero, ma poi cambiava idea e diceva che sarei stata bene anche a Grifondoro. Allora gli ho chiesto di mettermi in Grifondoro e dopo un po’ si è convinto e ha detto “se proprio insisti, sarà meglio Grifondoro”. Non volevo rimanere sola a Corvonero. » spiegò, quasi sussurrando per l’infinito imbarazzo l’ultima frase. Le sue guance avevano raggiunto una tonalità rosso ciliegia. Per quanto Remus apparisse sempre ben equilibrato, sapeva cosa significava aver paura di rimanere soli, aver paura di non essere compresi o peggio, giudicati. Si ricordò di quanto quella paura l’avesse invalidato per tre lunghe settimane. Era stato prigioniero delle sue stesse paure nel suo stesso corpo e quella, decretò Lunastorta, era la cosa peggiore che avesse mai provato fino a quel momento. Non era più stato libero di decidere per se stesso, poiché l’angoscia lo aveva incatenato con la sua morsa stretta al letto. Scacciò quei pensieri e, per sdrammatizzare, aveva sostenuto che tutti sapevano che Grifondoro era la casa migliore di tutte, al che Lyanna l’aveva abbracciato con un sorriso a trentadue denti. James e Sirius avevano seguito il tutto con l’orrore dipinto in viso, scambiandosi di tanto in tanto occhiate eloquenti. James era così sconvolto che, se avesse stretto il calice un altro po’, si sarebbe sicuramente frantumato. Lyanna si perse via ad ammirare lo splendore generale e i suoi occhioni blu si dipinsero di meraviglia quando vide il Cappello Parlante intonare una canzone.
« Stai fraternizzando con il nemico! » sussurrò James in un momento in cui Lyanna era del tutto assorta a guardare il Cappello Parlante.
« Esatto! » esclamò Sirius solennemente con le braccia conserte e lo sguardo di disapprovazione.
« Ancora con questa storia ? Non vi sembra di esagerare? » fu l’unica cosa che riuscì a dire Remus, prima che la ragazza tornasse a guardarlo. Nel frattempo il Cappello Parlante aveva appena finito di cantare la canzone. La professoressa McGranitt stava spiegando ai giovani maghi del primo anno come funzionava lo smistamento.
« Allora Remus, questi sono i tuoi amici ? » chiese guardando prima James e poi Sirius, rivolgendo un’occhiata incerta anche su Peter Minus. Remus annuì. I pregiudizi e gli avvertimenti su quei due l’avevano raggiunta ancor prima di entrare ad Hogwarts, ma non aveva mai dato troppo peso alle dicerie. Lily Evans era stata molto chiara riguardo l’opinione che aveva di loro, ma lei non era Lily Evans. Pensò che fosse saggio tener a mente quegli avvertimenti, ma pensò che fosse corretto dare a quei due una possibilità di provarle il contrario, o almeno il beneficio del dubbio. Infondo nessuno l’aveva ancora messa in ridicolo o bullizzata; se si fosse arrivati a tanto, avrebbe sempre fatto in tempo a cambiare idea su di loro.
« Naturalmente mi ha parlato tanto di voi. Tu devi essere James; Remus dice che sei il cercatore più bravo di tutta la scuola. » esordì Lyanna mentre li guardava con interesse. Remus guardò James inarcando il sopracciglio. L’amico, a sentirsi definire “il cercatore più bravo della scuola”, cominciò a sciogliersi un pochino. Quando si rese conto di quanto fosse stato infantile, divampò. Per la prima volta in vita sua avrebbe voluto sotterrarsi.
« Non ti ho detto che anche lei giocava a Quidditch a Beauxbatons ? Vedi Lyanna ? Te l’avevo detto che non c’era nulla di cui preoccuparsi. Hai già fatto amicizia con Lily e hai conosciuto le altre ragazze. Vedrai che James e Sirius saranno come dei fratelli per te. » continuò Remus con tono mellifluo e un ghigno malefico, rigirando il coltello nella piaga. Se la stava proprio spassando alla grande. Specialmente sottolineando con enfasi la parola “fratelli”, sapendo che Sirius, con tutta probabilità, intendeva essere tutto, tranne che un fratello per lei. A quell’idea Felpato inorridì, vedendo i suoi sogni svanire all’istante.
« È vero che hai una moto ? Remus dice che vai très vite! » disse lei cercando di fare conversazione mentre aveva buttato un’occhiata al bel moro. Lui si ridestò dalla sua aria contrita nel momento stesso in cui aveva sentito la parola “moto”. Forse c’era ancora speranza di non essere relegato allo status di fratello. Tutti i suoi sogni poco casti tornarono a balenargli nella mente. Non afferrò bene cos’avesse detto alla fine, poiché né lui né James erano molto ferrati in francese.
« Oh pardon, devi scusarmi, ma sono così abituata a parlare francese che ogni tanto mi scappa qualche parola. Volevo dire che vai veloce! » si scusò subito lei.
« Oh, non ti preoccupare cherie. Sì! Vola anche! L’ho un po’ modificata. » disse Felpato senza perdere l’occasione di sfoderare tutto il suo charme. La ragazza non si perse neanche una parola di tutto il racconto che fece Sirius sulla moto. James gli diede manforte sottolineando quanto l’amico fosse impavido ed esperto nel guidare quel veicolo. I due si guardarono e pensarono che forse forse Lyanna non era un nemico. Quando i due ego smisurati dei suoi amici si calmarono, Remus riuscì a presentarle anche Peter Minus, che fino a quel momento si era preoccupato di annuire e supportare le argomentazioni di uno o dell’altro amico. Quando la cerimonia di smistamento pareva agli sgoccioli, Lyanna pensò che non fosse opportuno privare ulteriormente James e Sirius del loro amico e, quindi, tornò a sedere accanto a Lily Evans, sollevata dal pensiero che in ogni caso Remus le aveva chiesto di trovarsi a colazione. Remus non commentò il loro comportamento, ma non appena Lyanna se n’era andata, non aveva perso l’occasione di lanciare loro occhiate di rimprovero e disapprovazione.
 
*
 
Quando il banchetto volse al termine, Silente fece un breve discorso sull’importanza di coltivare relazioni sane e profonde in tempi oscuri e difficili come quelli e poi li congedò.
Lily Evans, da diligente Caposcuola qual era, richiamò l’attenzione degli studenti di Grifondoro del primo anno e, aiutata da Remus, li accompagnò fino alla Torre di Grifondoro che si trovava al settimo piano. Lily spiegò agli studenti che la Sala Comune dei Grifondoro era collocata dietro al ritratto della Signora Grassa. Spiegò, inoltre, che per accedere alla Sala Comune era richiesta una parola d’ordine e che questa, per motivi di sicurezza, cambiava ogni mese. Sottolineò l’importanza della segretezza della parola d’ordine e poi pronunciò in modo chiaro “Virtus” ed entrarono nella Sala Comune. La ragazza dai capelli rossi indicò ai giovani maghi i loro dormitori a sinistra e poi fece la stessa cosa con le giovani streghe indicando i dormitori a destra. Lily salutò Lupin e si diresse verso il proprio dormitorio.
Ancora prima di entrare sentì un gran chiacchiericcio provenire dalla propria stanza e quando vi entrò vide le compagne bombardare di domande la nuova arrivata.
« Via via, ragazze! Le state facendo il terzo grado. » disse Lily scuotendo il capo con fare protettivo.
« Noi stiamo facendo che cosa ? » chiese Marlene McKinnon
« Volevamo solo sapere com’era Beauxbatons! » esclamò a loro difesa Emmeline Vance.
« Sì! Hai interrotto il racconto Lily! Allora, c’erano anche ragazzi lì a Beauxbatons ? » chiese Mary passando agli argomenti più importanti. Lily fece roteare gli occhi, ma poi si sedette sul letto e seguì altrettanto interessata. Lyanna rise e poi passò a spiegare che c’erano anche tantissimi ragazzi a Beauxbatons, al contrario di quello che ci si aspettava, per poi fornire un confronto con quello che aveva potuto notare in quella giornata, decretando infine che forse i ragazzi di Beauxbatons erano più romantici, mentre quelli di Hogwarts più belli e con più muscoli. Mary McDonald e Marlene McKinnon erano in totale fibrillazione; non c’era pettegolezzo che sfuggisse loro. Era chiaro che sarebbero morte dalla curiosità a sapere com’era quel mondo al di fuori di Hogwarts.
« Andiamo, anche i nostri ragazzi non se la cavano male per quanto riguarda galanteria » disse Emmeline Vance a difesa della loro parte.
« Oh sì, ce n’è uno in particolare poi … » disse Mary McDonald ridacchiando, guardando Marlene con occhiate eloquenti.
« Sì, l’ostinazione di James Potter nel voler uscire con te è così romantica. » disse Marlene tirando una gomitata a Lily, che sbuffò e provò a sviare il discorso, mormorando qualcosa come “Potter è un idiota”, “Non ci uscirò mai”.
« Lo sanno tutti che ti muore dietro! »
« Pensa che bello sarebbe il giorno del vostro matrimonio; lui bello come il sole, tu con un velo lunghissimo e il vestito bianco da principessa! E pensa che belli i vostri figli! Un bel mini Potter con i capelli neri del papà e gli occhioni verdi della mamma! » disse Marlene sognante, immaginandosi il tutto nei minimi dettagli. Mary McDonald aveva la stessa aria sognante dell’amica. Stavano quasi per scoppiare dall’emozione.
Lily Evans dal canto suo continuava ad aprire bocca e richiuderla non trovando le parole adatte per negare con risolutezza quelle assurdità, al che alla fine affondò il viso nel cuscino per la disperazione.
« Tanto lo sappiamo che infondo ti piace! » disse Emmeline ridacchiando.
« Per lui è solo una sfida! » farfugliò Lily a corto di argomentazioni ragionevoli.
« Ma dai! Se non facesse sul serio, non credo che avrebbe passato anni a provarci. Si sarebbe stancato di essere continuamente rifiutato! » constatò Marlene.
« Non succederà mai! » si ostinò Lily.
« E tu cosa ne pensi Lyanna ? » disse Emmeline, che aveva notato la felicità della nuova arrivata nel non dover partecipare a quella discussione. Gli occhioni blu di Lyanna passarono velocemente in rassegna i volti di ognuna delle compagne di stanza, aprendo bocca più volte per dire qualcosa, per poi richiuderla in imbarazzo. Non voleva incappare nelle ire di nessuna, specie quelle di Lily Evans. Non si era certo dimenticata del fatto che avesse preso a librate il povero ragazzo.
« Be’, penso che alla fine siano affari suoi. » disse guardando Lily, la quale sussurrò un “finalmente”, “un po’ di buonsenso”.
« Però a parte la scenata pietosa sul treno, tutto sommato mi è sembrato a posto. Forse è solo disperato e non sa come fare. » concluse, con Mary e Marlene che avevano lanciato un gridolino per l’estasi.
« Anche tu ? Non è possibile! » sbottò Lily con un’espressione sorpresa sul viso. Era così inorridita e sconvolta che la sua faccia pareva urlare un “Tu quoque”, come se avesse appena ricevuto delle coltellate sulla schiena similmente al vecchio Cesare.
« Tra rose e fior, sboccia l’amor, James e Lily si voglion sposaaar — Mary non fece in tempo a finire di cantare quella canzoncina, poiché Lily le aveva lanciato un cuscino in pieno viso, dando vita ad un’estenuante battaglia di cuscini, che alla fine le vide tutte annaspare a terra.
« Partono in due, tornano in tre, questo vuol dire che è nato un bebè! » finì Marlene piangendo dalle risate insieme a Mary che si nascose sotto le coperte per scampare all’ira di Lily, che alla fine aveva urlato un “piantatela” esasperata.
 
*
 
Dopo essersi congedato da Lily Evans, Remus Lupin aveva temporeggiato il più possibile nella Sala Comune, per non dover affrontare quella discussione che stava rimandando da quando era salito a bordo dell’Espresso per Hogwarts. Era ancora decisamente infastidito rispetto l’atteggiamento infantile e di sfiducia che avevano mostrato i suoi amici, ma dall’altro lato capiva anche le loro preoccupazioni. Alla fine pensò di non avere scampo in ogni caso, quindi tanto valeva continuare a posticipare. Inspirò profondamente per poi dirigersi al dormitorio. Quando entrò nella stanza, sentì i loro sguardi seguire la sua figura ovunque andasse. James era scattato in piedi e prima che Remus potesse iniziare a sbraitargli contro, si affrettò a dire “Ci dispiace per esserci comportati da idioti”. Al che Remus si calmò un pochino. Perlomeno davano parvenza di consapevolezza e rimorso circa le loro azioni. Questo non lo fermò dal fare una magistrale imitazione di un James geloso che gli diceva “Ammutinamento” e “Stai fraternizzando con il nemico!”. Né James, né Sirius ebbero la sfacciataggine di controbattere in quel momento, poiché nessuno dei due aveva intenzione di peggiorare la propria situazione.
« Cosa vi aspettavate che facessi ? Che l’abbandonassi a se stessa il primo giorno ad Hogwarts ? Con Pix che si diverte a fare scherzi e possibili aspiranti Mangiamorte che ce l’hanno a morte con i mezzosangue e i nati babbani ? » continuò fuori di sé in quello che ormai era diventato un monologo. James e Sirius si scambiarono un’occhiata, giungendo alla conclusione di rimanere in religioso silenzio. Poche volte avevano visto Remus così alterato e l’ultima volta risaliva all’episodio in cui Piton stava per essere sbranato da Lunastorta.
« Che razza di idiota! E io che ho passato tutta l’estate a parlarle di voi, di che ottimi amici siete, di quanto siete comprensivi — »
« Hai passato tutta l’estate con lei ?! » sbottò Sirius strabuzzando gli occhi per poi assumere un’aria offesa. Remus gli lanciò uno sguardo truce.
« E voi avete passato quasi tutta la serata a guardarla storto, come se non fosse già abbastanza in ansia. Pensate che non le siano arrivate voci su di voi ? Be’ sì, ma ha fatto finta di non averle sentite ed è stata gentile con voi. Non ve lo meritavate. » continuò esattamente da dov’era stato interrotto, cominciando a spogliarsi, al che poterono notare una serie di nuove cicatrici. A quella visione i pensieri di James volarono alle trasformazioni dell’amico e immaginò quanto fosse stato difficile doverlo fare da solo, senza di loro. Il pensiero lo rattristò talmente tanto che sommato alla strigliata lo avevano messo k.o, perché sapeva di essersi comportato in modo stupido.
« Hai ragione Remus, ci siamo comportati da stupidi … Cercheremo di comportarci meglio. » disse poi James, sperando che bastasse a chiudere la questione. Quella discussione lo aveva reso consapevole dei propri atteggiamenti ed era perfino arrivato a provare vergogna per come si era comportato e aveva portato a galla cose che non gli piacevano, cose a cui non voleva pensare, né tantomeno accettare. Remus pareva essersi sfogato e, sebbene non sembrasse del tutto convinto del fatto che si sarebbero comportati meglio, approfittò del loro silenzio per sparire in bagno a darsi una rinfrescata e lavarsi i denti, per poi infilarsi i pantaloni del pigiama e sdraiarsi finalmente sul letto a baldacchino. Chiuse gli occhi per un po’, cercando di non pensare a nulla.
« Pensavo che volevate farmi delle domande. » disse alla fine tenendo gli occhi chiusi con un sorriso sul viso, accordando loro tacitamente il permesso di tempestarlo di domande.
« Allora hai passato tutta l’estate con lei ? » sbottò Sirius prima che l’amico cambiasse idea e fosse troppo tardi. James rise, imitato da Peter Minus e Remus attese qualche istante prima di rispondere a quella domanda, per poi girarsi su un fianco, guardarlo e lasciare che le sue labbra s’increspassero in un ghigno.
« Sì, ha passato tutta l’estate a casa mia. È un problema ? » gli disse di rimando Remus, premurandosi di enfatizzare quel “a casa mia”. Sirius strabuzzò gli occhi incredulo, per poi rivolgergli uno sguardo truce. James si era bloccato; non aveva mai visto Lunastorta rispondere in quel modo.
« Come mai sta da te ? » chiese James, sperando che la finissero di beccarsi come due galletti nello stesso pollaio.
« Suo padre è molto amico di mio padre, sai, con il fatto di quello che sono, molti si sono allontanati quando l’hanno saputo. Il signor Morland, invece, ha aiutato un sacco i miei quando è successo tutto, poi però si sono dovuti trasferire in Francia perché la moglie non si trovava a vivere qui. Comunque, hanno avuto dei problemi alla fine dello scorso anno scolastico e quindi lei e il padre sono tornati qui. Il padre ha dovuto fare un sacco di lavori nella loro casa in montagna e quindi ha chiesto ai miei se potevamo ospitarla, anche per permetterle di fare amicizia con qualcuno della sua età. » spiegò senza farsi sfuggire troppe informazioni. I due parvero rifletterci, ma sembrava che la loro curiosità non era ancora stata placata.
« E come mai Evans la conosceva già sul treno ? » fece James ripensando al fatto che Lily le aveva già trovato un nomignolo. In quel momento i suoi pensieri vagarono su di lei; l’aveva trovata terribilmente bella e dolce anche quando gli aveva urlato contro o lo aveva picchiato con il libro. Era estremamente tenera quando faceva così.
« Gliel’ho presentata durante l’estate, pensavo che tra ragazze sarebbe stato più semplice inserirsi ad Hogwarts o andare a fare shopping a Diagon Alley. In più Lily è molto gentile e disponibile e quindi pensavo solo che fosse la persona più indicata. » spiegò tranquillo, riportando l’amico alla realtà, il quale aveva prontamente annuito davanti a tutti quegl’aggettivi che descrivevano la sua amata. Non era un segreto che ne fosse ossessionato; era un segreto che se n’era innamorato. Si comportava ancora come se non gl’interessasse sul serio, ma era certo che Remus sapesse quanto invece le cose erano cambiate, ma da buon amico si teneva quei pensieri per sé, specie sapendo quanto Sirius fosse suscettibile e possessivo nei confronti dei suoi migliori amici.
« Quali problemi ? » chiese Sirius alla fine, abbandonando lo sguardo torvo che aveva assunto qualche minuto prima.
« Sono affari suoi, non credo che ci dovremmo impicciare. » disse Remus passando lo sguardo da James a Sirius.
« Sì, ma tu lo sai, vero ? » continuò Sirius incurante.
« Sì. » sussurrò Lunastorta.
« Ma non ce lo vuoi dire, mh ? » continuò imperterrito Felpato, alzandosi e parandoglisi davanti, deciso a provocarlo.
« Le ho promesso che non l’avrei fatto. » ammise risoluto dopo essersi alzato in piedi anche lui, guardando torvo l’amico.
« Quindi ci stai dicendo che per te lei è più importante di noi che siamo i tuoi amici ? » sibilò Sirius.
« Voi le rivelereste il mio segreto ? » domandò Remus posando lo sguardo dapprima su Sirius, per poi passare a James e Peter, che prontamente risposero negando. “Assolutamente no!” aveva detto Felpato.
« No! MAI! » aveva detto James che era scattato in piedi spalancando gli occhi a quella domanda.
« E allora potete capire perché non posso dirvelo, o almeno, per ora. » disse Remus.
Sirius d’altro canto non sembrava pienamente soddisfatto della risposta che Lunastorta gli aveva rifilato, ma sembrava aver deciso di abbandonare le ostilità.
« Ti fidi di me ? » gli aveva poi chiesto Remus, sapendo di non averlo convinto del tutto. Al che Sirius rispose prontamente di sì.
« E allora fattela passare e smettila di fare il coglione. La gelosia non ti si addice Felpato. » lo canzonò alla fine.
« Geloso ? IO ? Vorrai scherzare, spero! » sbottò incredulo.
« Ma non riesco a capire se eri geloso perché pensavi che lei ti avrebbe rubato l’amico o perché ho passato tutta l’estate con lei e chissà cosa potrebbe essere successo in due mesi. Povero cucciolo! » continuò Remus scompigliandogli i capelli, scoppiando a ridere. James si unì alle risate, vedendo l’amico in difficoltà per la prima volta. Di solito erano loro due a farsi beffe di Remus.
Lunastorta venne scaraventato sul letto e ciononostante aveva le lacrime agli occhi per le risate. Quando la situazione si fu calmata Remus se ne uscì con un “Comunque lei sa”. James e Sirius si voltarono sconcertati, sperando di aver sentito male.
« Sa che cosa sono. Mi ha visto mentre tornavo in forma umana. » mormorò infilandosi sotto le coperte. « Non sa di voi, non gliel’ho detto. » si affrettò a dire. Gli altri tre lo imitarono, presumendo che forse non fosse il momento più adatto per parlarne.
 
*
 
Per quanto fossero numerosi gli elementi che li rendevano unici, tutti loro avevano molto in comune, anche se non se ne rendevano conto. Tutti loro si erano infilati sotto le coperte facendo finta che andasse tutto bene, che non ci fosse nulla a turbarli, girandosi dall’altra parte. Ma poi le loro menti avevano cominciato a produrre i più svariati pensieri, che di base riflettevano un’unica preoccupazione di fondo: la paura di quello che li aspettava, la paura di rimanere soli, la paura di accettare che il tempo degli scherzi doveva pur finire, la paura di non avere abbastanza tempo per rimediare.
James, Sirius, Remus, Lily, Lyanna, per quanto fossero diversi, in quel momento, mentre si facevano scudo con le loro coperte, erano tutti uguali, tutti terribilmente tormentati dalle loro paure, non che qualcuno di loro lo avrebbe mai ammesso, certo.
James Potter si era ritrovato a ripensare a quanto ci fosse rimasto male per quell’ennesimo rifiuto e non riusciva a non odiarsi per non essere stato in grado di farsela passare. Nonostante si fosse ripromesso che la sua ossessione per quella ragazza dovesse finire, non ce l’aveva fatta. Aveva passato tutta l’estate ripetendosi che lei era solo una sfida, che voleva solo togliersi uno sfizio, ma quando se l’era ritrovata davanti, il suo stomaco aveva iniziato a fare le capriole. Ma a quel punto, consapevole di non essere riuscito a dimenticarla, non era riuscito nemmeno a fare qualcosa per meritarsela. Aveva solo fatto l’idiota, di nuovo, perché, nonostante tutto, davanti a lei si sentiva ancora a disagio e allora, piuttosto che ammettere i suoi sentimenti per lei e affrontare la cosa, faceva l’idiota. Ripensò al fatto che fosse all’ultimo anno. Sirius aveva intenzione di sistemarsi in un posto tutto suo, Remus avrebbe avuto molte difficoltà a causa della sua condizione e probabilmente la stabilità poteva solo sognarsela. E lui ? Lui neanche ci aveva pensato. Ma l’immagine che gli affiorò nella mente non gli piacque per nulla. Non voleva ritrovarsi solo. Si sentì ancora peggio a ripensare a quanto era stato infantile con Remus. A ripensarci avrebbe voluto sotterrarsi. Solo in quel momento sembrava rendersi conto di come apparisse in realtà. Si era sempre sentito onnipotente; aveva dei bei voti, aveva degli ottimi amici, un sacco di ammiratrici. Ma la realtà era che non era nessuno. Al di fuori di Hogwarts non era nessuno e quei pochi che si fossero ricordati di lui, probabilmente non avrebbero avuto chissà quale ricordo significativo. Probabilmente sarebbe stato ricordato come “quello che faceva il figo” o, peggio ancora, “quell’idiota di Potter” per altri. Sentì lo stomaco stringerglisi in una morsa, percependo l’angoscia assalirlo centimetro dopo centimetro. Quasi gli mancava l’aria. “Cosa vi aspettavate che facessi ? Che l’abbandonassi […] con possibili aspiranti Mangiamorte ?”. Quelle parole gli rimbombavano nella testa ed erano state come uno schiaffo in pieno viso. Aveva trascorso il suo tempo a pensare a cose inutili, mentre fuori c’era la guerra. Era ora di cambiare. Il tempo delle marachelle era finito.
A pochi metri di distanza, c’era un Sirius che fingeva di dormire, mentre ripensava a quanto era successo quel giorno. “Un giorno vi innamorerete di qualcuno e finalmente metterete la testa a posto” gli aveva detto Paciock. Scacciò quel pensiero, dicendosi che non aveva bisogno di farsi accalappiare da qualcuna. La verità era che il pensiero di innamorarsi di qualcuno lo terrorizzava, perché si sarebbe ritrovato ad essere vulnerabile e allora era meglio scappare quando le cose cominciavano a farsi serie.
Tutti in quei letti, alla fine, per un pensiero o per l’altro si ritrovarono a confrontarsi con la realtà. A realizzare che forse forse non erano poi così speciali, che non aver avuto il coraggio di ammettere di non voler essere soli, di aver bisogno di qualcuno o di dover maturare. Ma per quanto quel pensiero avesse fatto visita alle loro menti, non tutti avevano voluto accettarlo. Alcuni erano più consapevoli, altri avevano preferito ignorarlo e scacciarlo via.
   
 
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