Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: Blue Flash    19/01/2018    1 recensioni
«Parlami di loro Zetsu.»
L'essere, o meglio, la pianta si voltò celermente verso la ragazza, incuriosito da quella sorta di domanda.
«Di loro?» domandò sibilino lo Zetsu Nero continuando a camminare al suo fianco.
«Vuoi che te ne parli io?» chiese, invece, il bianco speranzoso.
«No, Zetsu nero.» e Reyko lanciò uno sguardo indagatore al suo compagno.
«Sei più furba di quel che sembri a differenza di qualcuno li in mezzo. Dunque, di chi vuoi che ti parli mentre andiamo?»
«Di tutti loro. Voglio sapere con chi sto avendo a che fare.»
Quell'affermazione fece scaturire una sorta di risata sommessa da parte di entrambi gli Zetsu, quasi entusiasti di poter parlare.
«Allora ti dirò quello che vuoi sapere dei membri dell'Akatsuki ad una sola condizione che dovrai rispettare condizione.»
--------------------------------------------------------------------
Eccomi qui con la mia FF. Protagonista è l'Akatsuki, in particolare dopo l'abbandono di Orochimaru si unirà a loro un nuovo elemento (Oc) per completare lo schieramento vincente. Sarà ambientata inizialmente durante Naruto e poi durante Shippuden, con variazioni nell'arco degli eventi e tratterà di quello che successe nell'Akatsuki per ottenere la sua attuale fama ed anche quello che succederà durante la guerra.
Genere: Angst, Guerra, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Akatsuki, Deidara, Itachi, Kisame Hoshigaki, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Little brother

La strada per giungere al Covo nord, uno degli ultimi che era rimasto in mano all’Akatsuki, fu abbastanza lunga e faticosa, considerato che Kisame non aveva neanche fatto finta di ascoltarla durante il viaggio, rendendo tutto anche più pesante del previsto. Aveva cercato in tutti i modi di farlo riprendere, di farlo addirittura sorridere dicendo le sue solite cose stupide accompagnate da qualche battuta di spirito, ma niente. Lo spadaccino aveva roteato gli occhi e continuato a camminare. Ora come ora voleva semplicemente riflettere sulla questione e su ciò che era accaduto, però le aveva solennemente promesso che non avrebbe detto niente, e questo rincuorò Reyko. Non potevano permettersi di perdere Kisame per strada, era fondamentale in ciò che avrebbero fatto fino a quel momento, anche perché adesso dovevano capire cosa effettivamente sapessero in più Zetsu e Madara Uchiha.
Come sempre per entrare nel covo dovettero entrare in una fenditura in mezzo ad una parete rocciosa e poi s’avviarono in silenzio lungo bui corridoi. Ad illuminare la strada che li avrebbe condotti nella grande sala di ritrovo c’erano delle torce accese, ma il silenzio era sempre inquietante. Perfino Sen non sembrava essere a suo agio, e dire che quella non era la prima volta che andavano fin li. Dovevano semplicemente stare calmi e non farsi prendere dal panico, infatti mentre camminavano, tenendo lo sguardo basso, Kisame si voltò verso di lei. 
«Stai bene? » domandò con tranquillità, come se si fosse dimenticato di tutto quello di cui avevano discusso fino ad allora. 
In risposta Reyko provò ad accennare un mezzo sorriso. 
«Cir—… »
«No! Tu stai malissimo, sei devastata quindi vedi di provare anche a farti venire gli occhi lucidi. » le sussurrò prima di riprendere a guardare davanti a sé.
Effettivamente aveva ragione, lei al momento era semplicemente preoccupata, ma in verità gli altri sapevano che Reyko doveva essere in una sorta di crisi in preda alle lacrime. Magari avrebbe provato a sondare di più con Konan, per capire se per lo meno di lei si sarebbe potuta fidare, cosa che sperava con tutta sé stessa. Ma al momento non poteva fare piani, doveva semplicemente rimanere concentrata. 
Si scambiò l’ennesima rapida occhiata con Sen prima di oltrepassare il grande portone che li avrebbe condotti alla sala del covo. Era su più livelli, anche perché questo posto era di certo il più ampio che Reyko avesse mai conosciuto, ma al suo interno regnava il silenzio. Da quando l’Akatsuki aveva iniziato a perdere membri tutto li dentro sembrava sempre più vuoto ed addirittura le incuteva paura. La statua, come sempre, era ancora più grande del previsto. Sette occhi erano aperti e fissavano il vuoto.
Doveva dire a Kenzo di quella statua, anche per sapere qualcosa in più perché nonostante le sue ricerche non aveva mai capito a che cosa effettivamente servisse. Sicuramente era qualcosa legato alle forze portanti, ma né lei, né Kisame, né Itachi avevano idea di quale fosse il fine ultimo di quella statua. 
Si mossero attentamente nella grande sala, quando improvvisamente, proprio davanti a loro, spuntò la figura mascherata di Tobi. Sen snudò i denti, forse perché percepì qualcosa di diverso, mentre Reyko s’immobilizzò spaventata.
Era la prima volta che aveva davvero paura, che poi non sapeva neanche spiegarsi il perché di quella paura. Forse temeva per la propria vita perché davanti a lei c’era un uomo decisamente pericoloso che non avrebbe mai esitato nel farle del male. Insomma non che lei avesse davvero paura di morire, però Tobi, o Madara, la inquietavano parecchio. 
«Finalmente siete arrivati, Reyko. » e chinò appena il capo nella direzione della ragazza prima di voltarsi verso lo spadaccino. «Kisame. »
Il tono che rivolse verso di loro era diverso, non era il chiaro ed eccessivamente allegro modo di parlare che usava sempre insieme a loro. No, il suo modo di parlare era diventato decisamente più cupo, segno che in lui doveva esserci qualcosa di sbagliato.  
Probabilmente l’eremita non riuscì a trattenere una faccia confusa, ed infatti Tobi sembrò notarla immediatamente, tanto da porgerle la mano, come se volesse che lei l’afferrasse. 
«Mi dispiace averti spaventata, eremita, ma finalmente ho la possibilità di presentarmi sul serio. » 
Reyko, anche se intimorita dalla cosa, allungò la mano verso la sua e la strinse leggermente, ma l’uomo, quasi in maniera repentina, chinò il capo nella sua direzione, concedendole un rapido inchino, come si addiceva a qualcuno di alto rango. 
«Sul—… serio? » domandò lei in un sussurro, spostando lo sguardo su un Kisame sempre più confuso. 
«Sì, io in realtà sono Madara Uchiha e non Tobi, quella era soltanto una montatura che serviva per depistare il nemico. »
Il cuore di Reyko prese a battere fin troppo velocemente, sia perché finalmente Madara aveva deciso di presentarsi uccificialmente sia perché aveva definito “nemico” Itachi, e questo era ormai una conferma di tutto quello che le era stato detto. 
«Madara Uchiha? » domandò lei fingendo forse con fin troppa enfasi, tanto da rendersene conto da sola.
Madara le lasciò andare la mano ed allora si voltò anche verso lo spadaccino.
«Mi dispiace aver mentito anche a te, Kisame, ma purtroppo eri il compagno di Itachi, quindi sono dovuto essere parecchio attento con le informazioni che passavo. »
Kisame rimase in silenzio, tenendo le braccia strette all’altezza del petto, prima di annuire lentamente abbassando lo sguardo. 
«Capisco, Madara—… o dovrei dire Quarto Mizukage. »
«Itachi era solo una spina nel fianco, Kisame, non preoccuparti, adesso sarai sicuramente più libero di agire in maniera indisturbata. »
Quindi tutto quello che avevano scoperto era vero ed Itachi aveva ragione, ma nessuno sembrava sospettare niente, o se lo facevano erano dannatamente bravi a nasconderlo.
Ed allora la ragazza pregò affinché non sapessero niente, questo era decisamente meglio. 
«Lo so, Reyko, che tu e quel ragazzo eravate legati, o almeno così mi ha detto Zetsu, ma credimi non ha avuto il tempo di spezzarti il cuore, perché prima o poi Itachi Uchiha lo avrebbe fatto, fidati di me. »
Si ritrovò a sbattere più volte le ciglia, mentre gli occhi, in maniera quasi automatica, le divennero lucidi. Non era una cosa che riusciva a controllare, specialmente negli ultimi giorni, perché si stava ritrovando decisamente troppo sentimentale. Ma sentirsi dire quelle cose da Madara la scosse e non poco. 
Cercò di asciugarsi le guance con la manica, mentre Madara iniziò a camminare facendo loro cenno di seguirlo. 
«Andiamo, dobbiamo aggiornarci su come continuare le nostre operazioni, ma soprattutto—… vorrei farvi conoscere i nuovi membri dell’Akatsuki. »
Istintivamente sia lei che Kisame si scambiarono uno sguardo altamente confuso. Quindi aveva davvero iniziato a cercare nuove persone da assoldare? C’era qualcuno di nuovo nel gruppo? Magari qualche suo nuovo alleato.
Questo non andava bene, ma cercò di non mostrarsi troppo stupita, così fece un chiaro segno a Sen di seguirla ma di rimanere all’erta se solo ci fosse stato qualche cenno di imboscata. Erano persone subdole, che avevano mentito per tutto quel tempo, l’idea di una trappola non era poi così da escludere. 
«Pain e Konan? Dove sono loro due? » domandò Reyko mentre iniziava a muoversi al seguito di Madara, che non si voltò per risponderle.
«Loro due si occuperanno del Kyuubi. Saranno sicuramente in grado di catturarlo, per questo non ci sono alla riunione. »
Anche quelle parole non furono decisamente di conforto per Reyko, che si limitò ad annuire, come se la cosa andasse bene. Ma in realtà non era così, avrebbe davvero voluto parlare con Konan. 
In silenzio, con Kisame e Sen, seguirono Madara lungo i corridoi, voltandosi di tanto in tanto ad osservare delle stanze buie ricavate nella roccia, almeno fino a quando non intravide una luce più forte provenire da delle torce. Dovevano essere giunti a destinazione, infatti l’uomo svoltò esattamente li dentro, ed i tre lo seguirono a ruota. 
All’interno della sala vi era un grande tavolo rotondo, con delle sedie disposte intorno. Sul tavolo era stesa una grande mappa che sembrava rappresentare tutte le varie nazioni, poi, però, al capo opposto del tavolo si ritrovò faccia a faccia con la più impensabile delle persone, tanto che si costrinse a trattenere uno sguardo decisamente preoccupato.
Seduto al centro vi era la figura di Sasuke Uchiha, con indosso la cappa dell’Akatsuki e le mani intrecciate davanti alla bocca. Era molto simile ad Itachi, aveva i capelli più corti, ma lo sguardo serio e profondo era lo stesso. Doveva saper usare anche lui lo sharingan, visto quello scontro incredibile che aveva compiuto non molto tempo prima, però adesso la vera domanda che aleggiava nella mente di Reyko era solamente una: che cosa ci faceva li? 
Al suo fianco c’erano gli stessi ragazzi che Reyko aveva incontrato lasciandoli con i suoi lupi e nell’incontrare lo sguardo della ragazza dai capelli focosi vide chiaramente un lampo di cieca furia. Ed allora ebbe paura che dicesse qualcosa. La vide chiaramente schiudere le labbra, pronta per urlarle contro, ma l’eremita le fece un cenno di “no” con il viso, segno che doveva evitare di parlare almeno li davanti a tutti.
Forse fra donne si potevano capire. 
«Ehilà, Kisame-senpai. Noi due abbiamo un conto in sospeso per la spada.» 
A parlare era stato il ragazzo dai capelli bianchi ed il ghigno divertito, che salutò Kisame sventolando una mano, con palese aria di sfida. 
«Che ci fa qui il moccioso? » domandò Kisame rivolgendosi a Madara mentre in quel preciso istante anche Zetsu s’apprestò a spuntare da una delle pareti in roccia della grande sala. 
Reyko si voltò a guardarlo, incontrando così i grandi occhi gialli della pianta, che in risposta le rivolse un sorriso sgargiante. 
«Reyko, finalmente ti rivedo. Stai bene? »
La preoccupazione del suo compagno sembrava reale e tangibile, ed allora, lentamente, provò ad annuire, ancora troppo sconvolta dall’apparizione di quei ragazzi insieme a loro. 
«Vi presento Sasuke Uchiha ed il suo team—… mentre loro sono Kisame e Reyko. » 
Tutti quanti nella sala si scambiarono lunghe occhiate, intenti ad osservarsi ed a studiarsi, rimanendo in silenzio per qualche secondo prima che a distruggere quell’atmosfera che si era creata fu lo stesso Sasuke. 
«Quindi anche loro sono con noi—… interessante. »
Madara si andò a sedere ad una delle sedie del tavolo, invitando gli altri a fare lo stesso, ma Reyko si limitò a muovere qualche passo, fermandosi a poca distanza dagli altri, senza però sedersi. 
«Kisame era compagno di Itachi, hanno viaggiato tanto insieme ed hanno portato a termine tantissime missioni, mentre Reyko era—… abbastanza legata a tuo fratello. »
Per quelle parole l’eredità lanciò un lungo sguardo a Madara, ed anche dietro la maschera, volle fulminarlo con lo sguardo. Non le importava se quel tipo fosse alla pari di un dio o qualcosa di simile, non aveva alcun diritto di dire certe cose, specialmente se riguardavano lei.
Sentì, infatti, le gote arrossarsi, anche per via degli sguardi che le rivolsero, così distolse gli occhi. 
«Legata ad—…Itachi? »  domandò Sasuke mostrandosi altamente perplesso per poi volgere l’attenzione in direzione di Reyko.
«Eravamo amici, buoni amici, o almeno così credevo. » rispose repentina la ragazza rivolgendo a sua volta gli occhi in direzione del fratello minore di Itachi. 
Per lo meno sapeva che stava bene, il fatto negativo, però, era che si ritrovava li insieme a loro senza alcuna apparente ragione. Se Itachi aveva fatto di tutto per proteggerlo, come aveva detto una volta sveglio, perché diamine quel ragazzo era insieme a loro? 
«Capisco. » mormorò lui reggendo quello sguardo. 
Inspirò profondamente ed allora decise di fare la domanda che effettivamente era importante per lei. 
«Tu invece perché sei qui? »
Non era stata neanche troppo discreta, anzi, l’aveva chiesto senza eccessivi giri di parole e discorsi inutili, perché arrivata a quel punto non serviva. 
«Reyko, Sasuke ha deciso di unirsi a noi perché ha saputo qualcosa, su suo fratello—… ed è intenzionato a vendicare la sua memoria. »
A quelle parole, pronunciate da Madara in persona, l’eremita si voltò verso di lui, alternando lo sguardo fra i due Uchiha, tanto da capire quanto folli fossero da asserire una cosa simile. 
Ebbe addirittura bisogno di sedersi al tavolo, accompagnata da Sen, che si fermò al suo fianco ed anche Kisame si sedette su una delle sedie, sempre con aria meditabonda oltre che preoccupata. 
«Vendicare la memoria di Itachi? Spiegati meglio. »
«C’è stato qualcuno, un certo Danzo, che ha costretto Itachi a fare ciò che ha fatto addossandosi una grossa responsabilità ed io voglio vendicare mio fratello. » 
Sasuke rispose con tono secco che non ammetteva repliche ed allora la mente della ragazza cadde nella confusione più totale. Come poteva, quel ragazzo, dopo aver saputo la verità su Itachi, perché solamente sapendo la verità avrebbe detto tali parole, arrivare a fare una scelta simile? 
Schiuse le labbra per dire qualcosa e poi scosse il capo, poggiando entrambi i gomiti sul tavolo. 
«Ed a quanto pare qui con noi otterrai la tua ennesima vendetta, o sbaglio? »
Quella fu decisamente una provocazione da parte di Reyko, che volle sottolineare la questione della vendetta, perché proprio non riuscì a trattenersi. 
«Andiamo Reyko, dovesti saperlo ormai che Itachi ha sempre protetto il villaggio della Foglia senza dire niente a nessuno. Neanche a te. Il nostro Sasuke aveva tutto il diritto di vendicarsi. » 
Madara cercò ovviamente di placare gli animi, notando che le dita della ragazza s’andarono a contrarre sulla superficie del tavolo, cosa che fece anche Sasuke. 
«E quindi lui adesso vuole—… vendicarlo?» domandò confusa in direzione di Madara, prima di voltarsi verso il ragazzo. «Sei proprio sicuro che tuo fratello volesse questo? »
Non desiderava davvero una risposta, anzi, voleva semplicemente provocare quel ragazzino che non sembrava aver capito nulla né di sé stesso né tanto meno di Itachi. Perché Sasuke stava sbagliando in pieno, almeno secondo Reyko. A rigor di logica, se era davvero a conoscenza delle intenzioni del fratello maggiore, allora sarebbe dovuto tornare alla Foglia, magari insieme a Naruto Uzumaki, e non unirsi all’Akatsuki. 
Ovviamente si beccò un’occhiata fulminante da parte di Sasuke, che si alzò in piedi, facendo smuovere la sedia su cui era seduto. 
«Per quanto potessi conoscerlo tu non hai alcun diritto di venire a fare a me la predica, Reyko Harada. » 
Cercò di reprimere l’istinto di prenderlo a schiaffi o di farlo mordere da Sen, perché il lupo, anche se sotto il tavolo, aveva iniziato a ringhiare snudando i denti, percependo il chiaro astio nei confronti della propria padrona. Ma Reyko rimase seduta, ed anzi guardò il ragazzo di sbieco, intrecciando le braccia al petto. 
«Faccio la predica a chiunque se la meriti, Sasuke Uchiha. » 
Ecco che sicuramente con quella risposta si era appena giocata una possibile collaborazione con quel ragazzo, ma non era proprio riuscita a trattenersi dal dire la verità.
Potevano anche essere fratelli di sangue ma ormai  quanto realmente si conoscevano? Non aveva idea di come fosse il loro rapporto prima di tutto quel casino con la loro famiglia, ma a quanto pareva dovevano essere molto stretti visto ciò che Itachi aveva fatto per lui. 
«Eremita—… » questa volta a parlare fu Madara, seduto a non molta distanza da lei, che aveva poggiato entrambi i gomiti sul tavolo, ed allora vide chiaramente l’occhio cremisi dello sharingan puntato verso di sé. «Sasuke in questo modo avrà la possibilità di vendicare il suo caro fratello Itachi ed in più noi abbiamo dei nuovi membri nell’Akatsuki. Non vedo dove sia il problema. »
Certo, facile dirlo per lui che era l’artefice di tutto. Il vero problema era che quel ragazzo non si doveva trovare li, ma ne avrebbe discusso successivamente con Itachi. Al momento era soltanto sollevata di non essere stata accusata di qualcosa o che loro sapessero di quel che lei e Kisame avevano fatto. 
«D’accordo. » sentenziò secca andando così a concentrare le proprie attenzioni verso il lupo che continuava a mostrare le zanne, anche se Sasuke non poteva vederlo. 
Era incredibile con un fratello si lasciava accarezzare, con l’altro ci mancava poco e gli saltava addosso per mordergli la gola.
«E comunque, tornando alle cose davvero serie prima della tua vendetta, Sasuke—… c’è un’altra cosa. » continuò Mada Uchiha lasciando che il silenzio calasse su di loro.
Reyko, dalla propria sedia, vide chiaramente la ragazza dai capelli rossi tremare, mentre i suoi compagni erano presi ed interessati come non mai. 
«Di che cosa si tratta? » domandò il ragazzo con quella sua solita aria di superiorità.
«Ecco, vedi, come ti ho già detto la tua squadra collaborerà con la mia ed in cambio—… otterrai una delle forze portanti. » 
In quel momento l’eremita lanciò un lungo sguardo in direzione di Madara che si era andato a sedere sul tavolo con un balzo fluido.  Un sorrisetto di fece largo sulle labbra di Sasuke Uchiha.
«E’ un’offerta generosa, è vero. Quali altri Bijuu mancano? » domandò quasi incuriosito da quella cosa. 
«Due. C’è già chi dell’Akatsuki si sta occupando del Kyuubi, quindi manca solamente l’Ottocode, di cui vi occuperete voi. »
Ed a quelle parole Reyko inspirò profondamente socchiudendo appena gli occhi mentre era certa che quella non fosse una buona notizia, anzi era decisamente preoccupata.
Che cosa sarebbe successo una volta accumulati tutti e nove i Bijuu?
«Quindi dobbiamo solamente catturare una persona. » minimizò tutto il giovane Uchiha, che sorrise decisamente divertito. 
Lei e Kisame si scambiarono un lungo sguardo d’intesa, prima che Madara continuasse. 
«Esatto—… e se vuoi c’è l’eremita che potrà darti delle informazioni sulla persona che state cercando. » 
Allora Madara s’avvicinò a Reyko e la indicò sfiorandole una spalla, come se lei fosse davvero una grande fonte d’informazioni. Vide chiaramente la smorfia sul viso di Sasuke, forse perché sperava in Kisame, mentre la prescelta era proprio lei che gli rivolse un lungo sguardo, forse anche divertito. 
«Dove possiamo trovare l’Ottocode, eremita? » domandò il ragazzino usando quell’appellativo forse solo perché Madara aveva sottolineato quel dettaglio rilevante. 
E così Reyko s’alzò in piedi, facendo un chiaro cenno a Sen di seguirla. 
«Nel Paese del Fulmine, ovviamente. » ribatté lei prima di piegare la testa di lato. 
«D’accordo e come lo riconosciamo? » continuò Sasuke ricambiando lo sguardo serio della ragazza, ed allora Reyko accennò un sorrisetto. 
«Ha tatuate delle corna—… » e si passò delicatamente due dita a sfiorarsi la guancia. «Ed usa otto spade. » concluse secca come se quella fosse la spiegazione migliore che potesse dare. Ed in fondo gli aveva già detto abbastanza. Eppure, nonostante avesse parlato, era certa che Killer Bee-sama, il suo vecchio maestro, non sarebbe mai stato battuto da un ragazzino come lui e quella sua squadra di squinternati. Non avevano possibilità di atterrare uno dei pochi ad essere in grado di diventare il proprio stesso demone. Era fuori discussione e forse, in quella maniera, Sasuke si sarebbe dato una calmata con quella situazione.
«Lo riconoscerai quando lo troverai. » aggiunse lei abbassando lo sguardo prima di voltarsi impercettibilmente verso Madara. «Io e Kisame possiamo andare? » domandò sotto lo sguardo attonito dello spadaccino, che lentamente s’alzò e la raggiunse. 
«Ovvio, ma non allontanatevi troppo. Nel mentre vi terremo aggiornati su quello che succederà. » disse loro Madara guardandoli allontanarsi. 
Reyko non degnò gli altri neanche di uno sguardo mentre Kisame si voltò a guardare divertito il ragazzino dai capelli bianchi che lo salutò con fare da delinquente. 
«Ci vediamo, Kisame-senpai, e la prossima volta sono sicuro che in uno scontro perderai la tua amata Samehada. »
Ecco, quello era un discorso che ancora sfuggiva alla ragazza, e di cui avrebbe voluto parlare durante il viaggio di ritorno verso il tempio dei lupi, anche perché non vedeva l’ora di abbracciare di nuovo Itachi e di aggiornarlo riguardo ciò che era appena stato detto. La situazione non stava evolvendo nel giusto verso che aveva sperato e tutto ciò diventa sempre più complesso. 
Un lieve sospiro uscì dalle labbra della ragazza prima di allontanarsi dallo strano gruppo di shinobi in quella sala. Si lasciò l’ennesimo sguardo confuso insieme a Kisame ed allora s’incamminarono lungo il corridoio semi oscuro. 

Qualche ora dopo
Il team Falco finalmente si era allontanato, dopo aver ottenuto le giuste informazioni dall’eremita, e tutto sembrava procedere secondo i piani, e questo era ciò che Obito sperava. Era più che certo del successo di Pain e Konan, anche perché nessuno poteva competere con il Rinnegan che un giorno apparterrà al vero Madara.
Quindi, una volta solo, si tolse la maschera arancione, lasciandola ricadere sul tavolo dove era rimasto seduto anche una volta che tutti si erano allontanati dal covo. Era decisamente pensieroso, e con una mano Obito s’arruffò i capelli scuri, per poi scendere a sfiorarsi la cicatrice. Un semplice rumore proveniente alle sue spalle lo costrinse a voltarsi, per puntare il proprio sharingan in direzione di Zetsu, che era apparso dal pavimento. 
«Allora l’hai seguita? » domandò con un pizzico di curiosità l’uomo. 
«Fin quando ho potuto. E’ andata verso sud, come ti aspettavi. » continuò la pianta muovendo qualche passo, rischiando addirittura d’inciampare nella propria stessa veste. 
«Immaginavo e di lui qualche traccia? » chiese nuovamente Obito con particolare calma mentre analizzava la situazione. 
Zetsu scosse la testa, facendo un chiaro segno di “no”, e questo era già decisamente meno positivo. 
«Ho detto a Sasuke che avevamo preso noi il corpo di Itachi solo per tenerlo buono e provare a convincerlo a stare dalla nostra, ma il non ritrovamento sta diventando un problema consistente. » sussurrò rivolto più a sé stesso che alla pianta in sua compagnia. 
«Obito, sicuramente lo hanno portato via e sappiamo anche chi è stato—… però quante possibilità ci sono che sia sopravvissuto? »
«Non molte—… » rispose l’uomo guardandolo negli occhi gialli e vacui. «Però le probabilità aumentano se lo ha portato da ottimi medici. E’ risaputo che gli animali conoscono metodi alternativi per curare le ferite anche più efficaci di quelli degli uomini e lei è un’eremita, quindi purtroppo non è da escludere che Itachi sia ancora vivo, anche se non ha mostrato segni d’esitazione. » 
«Ha fatto tutte cose con cura, sicuramente lui le doveva aver detto qualcosa perché altrimenti non capisco come mai lo abbia nascosto e non lo abbia portato da noi. » aggiunse Zetsu appoggiandosi contro la superficie lignea del tavolo. 
«Lei sa tutto, Zetsu. Le avrà detto tutto e quindi non possiamo più fidarci dell’eremita. »
Ed allora una sorta di sorriso forzato si fece largo sulle labbra del ragazzo. 
«Quindi che hai intenzione di fare con lei? »
«Intanto sigilliamo i bijuu che rimangono, dopo pensiamo a qualcosa per levarcela dai piedi perché sono sicuro che non collaborerà più, come adesso ci ha fatto credere. E poi, se Itachi Uchiha è davvero vivo, magari usando lei riusciremo anche a stanarlo, non trovi Zetsu? » 
La pianta e l’uomo si scambiarono una lunga occhiata prima che entrambi annuissero in maniera quasi impercettibile. Ed allora era stabilito che in un modo o nell’altro avrebbero tolto dai giochi l’eremita.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Blue Flash