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Autore: Serenity452    24/01/2018    2 recensioni
Undici anni dopo la Quarta Guerra Mondiale Ninja contro Kaguya, Itachi è sopravvissuto passando più di otto anni in coma, disperso in un villaggio senza nome.
Al suo risveglio decide di rimanere nell'ombra e vivere come cacciatore di taglie, per non portare scompiglio nella nuova e pacifica vita di Sasuke, ristabilitosi a Konoha dopo anni di viaggi in giro per il mondo.
Ma quando Itachi torna in segreto nel proprio villaggio ritrova Luna, la bambina che aveva salvato anni prima sulla strada di casa con Kisame.
Tuttavia Luna ormai diventata una ragazza adulta, bella e apparentemente indipendente.
Una ragazza capace di risvegliare in lui una passione irrefrenabile che farà tremare i loro cuori.
Una lotta interiore tra amore di lei e negazione di lui, fra differenze d'età, fragilità nascoste e amicizia.
Certo, se poi ci si mettono pure Naruto e Boruto, siamo sicuri che la storia d'amore funzionerà, no?
E Sasuke, come la prenderà?
[Revisione di You'll be in my heart!]
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Itachi, Nuovo Personaggio, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: Lemon, OOC | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la serie, Più contesti
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Capitolo IX: Moon Tasty

La mattina dopo, se di mattina si poteva parlare, attorno al mezzo giorno, Itachi si svegiò accalorato per una misteriosa fonte di bollore che si rivelò essere la testa arancione di Luna e il suo esile braccio posatogli sul petto.
La mano di cui le dita gli solleticavano il collo  era abbandonata gentilmente fra i suoi capelli neri.
Delicatamente riuscì a spostarla, alzarsi e rivestirsi senza farla svegliare e si diresse in cucina, dove il sole gli abbagliò gli occhi.
Prese un bicchiera dalla credenza e lo riempì d’acqua per poi buttar giù la sua solita compressa medicinale.
Si portò le mani sulle tempie e cercò di sopprimere quel lieve ronzio nella testa.
Forse non doveva più esagerare con tutto quell’alcool, faceva più male a lui che a chiunque altro, viste le sue condizioni di salute e le medicine con cui si imbottiva.
Però, se doveva essere onesto, aveva dormito benissimo.
Il letto era comodo, Luna era calda e confortante, abbracciarla gli aveva dato un senso di pace, come quando erano stati insieme undici anni prima, quando lei era una bambina.
Non ci poteva credere, c’aveva dormito e basta.
Maledizione, stava cominciando a fantasticare troppo.
 
Quando Luna si svegliò, si rese conto che la sera prima doveva essersi ubriacata.
Ricordava vagamente un uomo mascherato, che credeva fosse Itachi, ma era possibile? Se l’era sognato o aveva davvero passato la notte a bere con lui?
Ma sopratutto come ci era arrivata a casa?
Si alzò dal letto e la prima cosa che fece fu togliersi il top ed indossare una canottiera nera in licra nera, lasciando il seno al vento.
Non c’era niente di più paradisiaco che averle libere, dopo una notte in cui Yuki e Ame, sì le sue tette, erano rimaste schiacciate in quella sottospecie di compressore in pelle.
Poi chiaramente, visto che la pace dei sensi non puo’ essere completa se non si gira in casa in mutande, ignorò qualsiasi pantalone o gonna e cambiò solo il perizoma con un pratico slip rosa confetto.
Andò in bagno e si sciacquò la faccia e legò anche i capelli con una bella coda alta, lasciando solo la frangia laterale libera.
Una vota fuori si diresse in cucina, sempre con gli stessi dubbi in mente.
Non ricordava nulla e a prova di ciò quando nel suo campo visivo apparve un uomo, la forcina che avaveva in mano le cadde sul pavimento.
-I-Itachi-san!-
Il moro voltò il capo di lato e la vide.
-Luna, ti sei ripresa...-Disse, ma non appena la mise a fuoco alzò un sopracciglio notando i piedini nudi, le gambe snelle e lisce scoperte più del solito, la mutandina chiara e il seno grande leggermente più morbido.
La coda le stava bene, metteva in mostra il visetto, ma Itachi aveva ben altro da guardare.
-Si, insomma, forse sei ancora ubriaca...-Borbottò, mentre lei spalancava la bocca e correva via, urlando.
 
Chiusasi in camera, Luna, si tuffò sul letto e battè i piedi sconvolta.
Che diavolo ci faceva Itachi a casa sua in pieno giorno?
Perchè non ricordava nulla?
Ora l’aveva vista anche in mutande e senza reggiseno, che dannata figuraccia!
Un momento, se era lì a quell’ora, vuol dire che probabilmente era rimasto anche durante la notte.
Kami-sama, era ancora vergine, vero?
Quasi sveniva, perchè se davvero avevano passato la notte insieme ed aveva perso la verginità con Itachi e nemmeno lo ricordava avrebbe deciso di fare Harakiri e farla finita.
Insomma, la prima volta doveva essere romantica e con l’uomo giusto.
Itachi era ancora uno sconosciuto e fra l’altro lei non ricordava nemmeno nulla.
Però l’Uchiha di giorno era ancora più bello, il sole gli illuminava i capelli e la pelle diafana. Le era venuto un colpo a sol vederlo.
Cielo, doveva sbrigarsi.
Indossò la gonna della divisa scolastica, la prima cosa che gli capitò a tiro, mise il reggiseno e una giacca di tuta a maniche corte.
Uscì prendendo un profondo respiro e cercò Itachi, decisa a fingere di ricordare tutto.
-G-Gomenne, Itachi-san...-
-Va tutto bene, Luna, è stata colpa mia, avrei dovuto palesare la mia presenza per non metterti in imbarazzo...Stamane ti senti meglio?-Domandò l’uomo.
Luna arrossì ed annuì, insicura di ciò che stesse affermando.
Era stata male?
L’unica cosa che sentiva in quel momento, oltre all’imbarazzo, era una fame pazzesca.
Si era svegliata sognando Yakisoba e Saké.
-Ti va di pranzare?-Chiese quindi, di punto in bianco.
Itachi la guardò sorpreso, poi sorrise ed annuì.
-Volevo prepare lo Yakisoba, ma se non ti piace posso fare del Ramen o magari un Okonomiyaki!-Esclamò dirigendosi verso il frigo.
-Mangerò qualsiasi cosa preparerai...-
-Bene, allora metti comodo, ci penso io!-Disse la giovane, cominciando a tirar fuori alimenti e quant’altro dal frigo e dalle dispense.
Itachi la guardava un po’ incerto.
Chissà se ricordava qualcosa, non gli aveva chiesto nulla.
Era decisamente strana.
-A proposito di stanotte...-Cominciò lui, prima che Luna lo interrompesse.
-Mi dispiace! So che forse non te lo aspettavi e che non ti sarà neppure piaciuto, avrei potuto evitarlo se non mi fossi ubriacata, sul serio, Itachi-san!-Disse lei spaventata e mortificata.
Non voleva fargli capire che, oltre a non ricordare niente, era sconvolta per aver perso la verginità in quel modo frivolo, senza essere fidanzata o legata sentimentalmente, ma soprattutto per il fatto che probabilmente era stata ridicola sotto le lenzuola.
-Oh, no, davvero...Cioè non avrei dovuto restare, ma...è stato perfetto...-
Lei lo guardò a bocca a perta, mentre lui forse arrossiva un po’.
-Vuoi dire che non è stata una catastrofe, nonostante fossi vergine?-
Ma stavolta fu lui a guardarla come se avesse visto una pazza scappata da un manicomio.
-Sei ancora ubriaca?-Le domandò, preoccupato.
Lei arrossì e si coprì la bocca con le mani.
Dannazione.
-Non mi ricordo nulla di stanotte...-Confessò con le lacrime che gli pizzicavano gli occhi.
Lui la guardò stranito e poi sospirò e le andò più vicino, fino ad afferrarla per le braccia e guardarla dritto negli occhi.
-Luna, avresti potuto dirmelo, prima di giungere a strane conclusioni...se avessimo fatto del sesso questa notte, mia cara, te ne saresti di certo ricordata!-Esclamò lui, facendole un sorriso ed un occhiolino un po’ malizioso.
Lei non disse nulla ma arrossì soltanto.
Quanto era stata stupida.
-Sono rimasto perchè me l’hai chiesto tu, hai cominciato a piangere, mi sono preoccupato ed ho dormito accanto a te...Non avrei dovuto restare, perché sono un uomo dopotutto ed anche un estraneo in fin dei conti...-
-Quindi non è successo nulla fra di noi? Insomma, abbiamo solo dormito...-
L’uomo annui in sengo di conferma e le asciugò quella solitaria lacrima che le era scivolata via dal sollievo.
-Grazie per essere rimasto, mentre stavo male! Ti causo sempre problemi alla fine...Ti preparerò un pranzo meraviglioso, per sdebbidatrmi!-
Itachi le carezzò la testa e sorrise.
-Tranquilla, sono io quello che ti causa guai e che ti ha fatto ubriacare...Ma ti ringrazierò se mettiamo qualcosa sotto i denti, perché è pieno giorno e non posso tornare a casa, lo capisci?-
Lei annuì e arretrò di un passo, mentre l’Uchiha la lasciava andare.
-Ah, la tua amica dai capelli verdi, ha detto che domani è il tuo giorno di pausa...-Rammentò Itachi, mentre Luna tirava fuori coltelli e pentole.
La ragazza annuì, cominciando a tagliare le foglie di cavolo a cubettini.
-Si, ero stata avvertita qualche giorno prima da Jun...Grazie Itachi-san!-
-Vuoi una mano?-Le chiese lui, gentilmente, notando quant’era brava ad affettare.
-Oh, no, Itachi-san, puoi accomodarti sul divano, se ti va!-Gli disse lei, sorridendo, mentre metteva da parte il cavolo e rapidamente preparava il resto dell’impasto.
Stava preparano l’okonomiyaki, dunque.
Ma Itachi, che invece di accomodarsi come le aveva suggerito lei era rimasto ad osservarla, rimase sopreso quando la vide tagliare anche la carne ed altre verdure in abbondanza e metterle in padella, per poi versare gli spaghetti in un pentolino con dell’acqua e lui capì che stava preparando anche lo Yakisoba.
La osservò cucinare allungo e, mentre l’invitante profumo delle pietanze gli solleticava l’appetito, si scambiavano qualche battuta incentrata sull’insegnamento dell’arte della cucina nell’Accademia Civile.
Quando una mezz’oretta dopo, scoppiò il diluvio universale, entrambi erano seduti davanti al tavolino a mangiare lo Yakisoba.
-Per i Kami, è tutto buonissimo!-Esclamò il moro, nell’attimo in cui un tuono rimbombava su Konoha.
Lei arrossì e cercò di mangiare, perchè era stranamente in difficoltà ad abbuffarsi davanti a lui.
E dire che Itachi aveva ragione, le era venuto tutto buonissimo.
Ma dopotutto si era impegnata al massimo, per Itachi.
Ora era così nervosa che faceva fatica ad ingoiare al pensiero che lui la guardasse.
Le serviva del Saké, forse.
L’aveva anche messo a tavola, ma l’unico a concedersi un bicchierino era stato Itachi.
-Non credevo che in una scuola per Civili insegnassero a cucinare così bene, cos’altro studiate?-Le domandò lui, curioso mentre la scrutava tranquillo.
In realtà era molto sorpreso, stare con Luna gli piaceva.
Si sentiva così sicuro e rilassato, se non pensava a quanto era bella sia di notte sia fra le sue braccia, sia quando era vestita da Geisha e serviva ai tavoli, cercando di non ballare per dei manigoldi.
-Uhm...La geografia dei Paesi, L’economia e l’esercizio commerciale di Konoha, quest’anno per me è l’ultimo e stiamo studiando anche le leggi e le gerarchie degli Shinobi, i trattati politici e le varie connessioni con i villaggi...oh e i vari feudi dei Daimyo!-Spiegò lei, cercando di essere più esauriente possibile.
In effetti il giorno dopo, pensando all’Accademia, si rese conto che mancava a lezione già da un paio di giorni e che se voleva davvero terminare l’anno doveva assolutamente studiare e darsi da fare.
-Capisco, come mai ora hai quello sguardo preoccupato?-
-Niente d’importante, a causa del lavoro manco a lezione da un po’, avrò da recuperare...-Disse sospirando e scostando il piatto con gli avanzi di Yakisoba e prendendo un pezzetto di Okonomiyaki.
Itachi, che aveva terminato gli spaghetti, la imitò divorando in fretta la sua razione.
-Ribadisco che dovresti lasciar perdere quel posto, sei troppo giovane e ingenua per stare fra quella gente, senza contare che è davvero molto pericoloso girare a quell’ora da sola, quando torni a casa!-
Lei arrossì e abbassò lo sguardo, sapeva benissimo che Itachi aveva ragione, ma in una parte di lei si era ficcata in quell’avventura a caccia di notizie su di lui, ma anche perchè era così sconsiderata che i guiai se non cercavano lei era lei ad andar loro incontro.
Certo non poteva dirglieli la varità, il giorno dopo la sua prima notte di lavoro aveva immediatamente scoperto che era presumibilmente morto.
-Approposito, Itachi-san...come mai...sei vivo?-Chiese di punto in bianco.
Lui la guardò sorpreso dall’improvviso cambio d’argomento e valutò cosa dirle.
-Forse un miracolo, oppure una disgrazia, dipende dai punti di vista...-Le rispose.
-Ma al villaggio tutti credono che tu sia morto prima della guerra, persino io conosco la tua storia! Certo, non ero sicura che quell’Itachi fosso tu finchè non ho visto tuo fratello, siete due gocce d’acqua!-Esclamò lei confusa ed incuriosita.
Perchè Itachi si fingeva morto?
Suo fratello sapeva che era vivo? Perchè non tornava da lui?
-Ascolta, Luna, come ti ho detto una settimana fa, io sono morto, ed è così che voglio rimanere...Devi promettermi che manterrai il segreto con mio fratello o ci saranno delle conseguenze terribili! Non posso tornare dopo dieci anni e sconvolgergli la vita... Meno di sette anni fa gli ho detto addio e lui ha faticato per ristabilirsi e riprendere la sua vita qui a Konoha, in pace...-Le disse lui, serio e duro, ma Luna non si lasciò intimidire dal tono autoritario dell’uomo ed annuì.
-D’accordo, te l’ho detto, non ti tradirei mai... Però se non vuoi farti scoprire devi fare attenzione, Il Settimo da la caccia, insieme a tuo fratello e al Sesto ai Nukenin nella zona e nello Shingen, dovrai fare attenzione, se tornerai...-
E Luna, in cuor suo, sperava che tornasse.
Non riuscia a tollerare l’idea che lui saparisse dalla circolazione, era stata una settimana pessima quella senza sapere se l’avrebbe rivisto o no.
Forse peggiore di quella che aveva vissuto quando credeva che fosse morto.
-Grazie, Luna, per me è molto importante... Konoha è la mia casa, ma è anche il posto più pericoloso per me... Comunque, in che rapporti sei con mio fratello?-Indagò lui, non del tutto certo di potersi fidare di Luna, anche se l’istinto gli diceva che lei non mentiva e che poteva fidarsi ciecamente.
-Oh, nessuno, Itachi-san! Li ho incontrati un paio di volte soltanto, lungo la strada verso un negozietto del quartiere a ovest, come ti ho detto ho colpito Il Sesto con una cartaccia per sbaglio e subito dopo sono sopraggiunti Il Settimo e Sasuke-san, la notte stessa erano allo Shingen, ma Sasuke-san non mi ha neppure parlato, puoi stare tranquillo, non penso neppure che li incontrerò tanto facilmente!-
-Hai detto che Kakashi Hatake ti ha riconosciuta... Che intendevi?-
-Quella notte in cui tu e Kisame-san mi lasciaste al villagio fu lui ed un altro Shinobi a trovarmi, Il Sesto mi riportò a casa, ma io, che di solito ricordo bene i volti delle persone, non l’ho riconosciuto mentre lui in qualche modo deve avermi riconosciuta, sapeva già dove vivevo e il mio primo nome!-Aveva evitato di menzionare che all’epoca era conosciuta come “La Fuggiasca Arancione” di Konoha, cosa che la imbarazzava. 
-Come facevi a ricordarti di me e Kisame, avevi sei anni!-
Luna arrossì a quella domanda e non rispose.
Non si dimentica un ragazzo bello e generoso come Itachi Uchiha, ma certo non poteva dirglielo.
E nemmeno poteva dirlgi che fino ai suoi tredici anni era convinta che lui l’avrebbe sposata, prima o poi.
L’adolescenza poi le aveva fatto capire che di certo un trentenne non avrebbe sposato una ragazzina e si era rassegnata all’idea che se mai l’avesse rincontrato avrebbe potuto solo ringraziarlo.
Anche se gli aveva ballato addosso, avevano bevuto, dormito e pranzato insieme, il che era molto più di ciò che si sarebbe mai aspettata.
-D’accordo... E i tuoi genitori?-Chiese lui, intuendo dal suo rossore che non gli avrebbe risposto nemmeno sotto tortura, dopotutto da piccola gli aveva chiesto di sposarla, forse non l’aveva dimenticato tanto presto.
Anche se non sospettava, e mai scoprirà, che lei c’aveva pensato per sei-sette anni a quel matrimonio.
Ma stavolta lei abbassò lo sguardo con aria triste ed il rossore sparì dalle sue gote.
-Mia madre è andata via di casa subito dopo il mio ritorno a Konoha, mentre mio padre è scappato qualche anno dopo, non so perchè ma credo che entrambi non desiderassero questa vita, questa casa e forse neanche me... Spero comunque che siano felici, ovunque siano...-Disse lei, cercando di non mostrare quanto debbole fosse su quell’argomento.
Itachi s’intenerì e provò pena per quella povera ragazza, abbandonata a se stessa.
Ora capiva le parole che aveva pianto durante la notte.
-Mi dispiace... Non hai nessun altro su cui fare affidamento?-
Lei scosse la testa e lo guardò negli occhi.
-Vivo da sola da sempre, mio padre mi ha lasciato la casa e tutti i suoi averi, riesco a cavarmela da sola e con il lavoro riesco anche a mettere da parte qualcosa, per ora...-
Itachi decise di non aggiungere altro, l’aria si stava facendo troppo pesante e lui più la guardava più desiderava stringerla fra le sue braccia e dirle di non preoccuparsi.
E Luna avrebbe dato qualsiasi cosa per provare la sensazione di quella notte, quando lui l’aveva stretta, mentre lei pensava fosse solo un sogno.
-Sparecchio, resta pure lì Itachi-san!-Disse lei, sollevandosi e portando via i piatti, che ripose nella lavastoviglie.
Aveva lasciato a tavola solo il Sakè ed i bicchieri.
-Se la pioggia si alleggerisse, con questo cielo ormai cupo, potrei defilarmela senza farmi notare...-Borbottò lui guardando fuori, mentre Luna tornava a sedersi di fornte a lui.
-Tranquillo, Itachi-san, puoi restare fin quando sarà necessario...Dopotutto è colpa mia se sei bloccato qui, quindi fa come se fossi a casa tua, ok?-Gli disse lei sorridendo.
Itachi sospirò rassegnato e chiuse gli occhi.
-D’accordo, posso fumare?-Le domandò, trovando subito consenso da lei.
-Cosa fai di solito il pomeriggio, quando non sei una Geisha?-Le chiese, poi mentre accendeva la sua sigaretta buttava via il primo soffio.
-Quando non son una geish! Ehi, bakayaro! quando non sono una cameriera, vorrai dire! Di solito torno a metà pomeriggio dall’accademia, però quando non vado a lezione studio a casa, oppure leggo, qualche altra volta resto in palestra per gli allenamenti, sono una ginnasta quindi qualche volta rincaso tardi e vado direttamente a lavoro!-
-Capisco, fai un sacco di cose, oltre a ficcarti in tanti guai!-La prese in giro lui con un sorriso, tra un tiro e l’altro.
Lei per tutta risposta gli fece la linguaccia e rise, era bello quando poggiava il mozzicone della sigaretta fra le labbra e le piaceva anche il modo in cui la stringeva fra le dita.
-A proposito, non sei più scappata, dopo quella volta?-
Lei scosse la testa in segno di negazione e fece le spallucce.
-Ho mantenuto la parola...-Confessò imbarazzata.
Itachi la guardò stupito, ma poi sorrise.
-Brava piccina!-
Lei rise leggiadra e stranamente felice.
Amava quel nomignoli più di tutti gli altri.
-Sei l’unico che mi chiama così, ti ho riconosciuto per questo, altrimenti non ti avrei mai tolto il cappuccio!-Gli rivelò con un sorriso gentile.
-Sul serio? Accidenti a me, se avessi capito che eri tu fin dall’inizio non ti avrei mai coinvolta!-
-Ma così ci siamo rincontrati, Itachi-san!-Controbattè lei, lasciando trapelare quanto in realtà ne fosse felice.
-Non esserne così felice, maledizione, poteva essere pericoloso! Sei così cresciuta che quasi non ci credevo!-Ribatté lui, scuotendo la testa.
-Ci credo, sono passati dieci anni, comunque sia nella vita capita di incorrere in situazioni pericolose, ma onestamente dopo esser scampati alla Grande Guerra, cos’altro puo’ esserci di più pericoloso?-
-Tu, cara la mia ingenua, sottovaluti i pericoli a cui ti esponi ogni notte, sei una ragazza indifesa, comunque sia, dov’eri durante la guerra?-Le chiese immaginandola in cerca di guai sul campo di battaglia, spegnendo poi la sigaretta nel posa cenere che lei aveva recuperato da un cassetto.
-Nel rifuggio sotto la montagna, insieme agli altri civili e bambini, fu davvero spaventoso, qualche volta sogno ancora i terremoti e le persone ferite, o i morti, è stato orribile per una bambina senza genitori...E tu?-
-Posso immaginarlo, comunque, io ero in coma... Mi sono ripreso solo due anni e mezzo fa, ero in un paese lontano da Konoha, c’ho messo un po’ per riprendermi...-
Lei lo guardò attentamente ed il suo sguado si fece apprensivo.
-D’evessere stata dura, Itachi-san, adesso stai meglio?-
Itachi però annuì soltanto, guardando fuori, dove non accennava a smettere di piovere.
-Adesso sarà meglio che mi metta a studiare, Itachi-san se vuoi puoi gaurdare la tv o riposarti se preferisci, la mia camera è a tua disposizione, mentre il bagno è lì sulla destra!-Disse lei, alzandosi e dirigendosi in camera,  dove una volta presi i libri ed il suo astuccio con le penne e le matite, da cui tornò per sistemarsi a tavola difrotne ad Itachi.
-Grazie, ti distraggo se resto qui?-Le chiese lui, appoggiando il mento su una mano per sorreggersi il capo, con un sorrisetto curioso.
Luna, scosse il capo ed aprì il libro di geografia e si fermò alla pagina “Il Paese della Pioggia – I confini e i Villaggi”.
La ragazza alzò un sopracciglio e guardò il libro con un’espressione macabra.
Forse non era una buona idea quella di studiare davanti ad Itachi, lei era così idiota che avrebbe fatto meglio a starsene in silenzio se non voleva farglielo notare.
Le materie in cui andava peggio erano quelle in cui bisognava fare calcoli, poi la geografia non era certo il suo forte, astento conosceva i nomi dei Villaggi delle Cinque Grandi Terre!
Così iniziò a leggere ma quando il peso dello sguardo di Itachi si fece intenso sospirò rassegnata all’evidenza.
Si, Itachi la distraeva e il suo cuore faceva un macello così forte da coprire persino ciò che leggeva in silenzio.
Era così bello quando era concentrato.
-Se guardi me, l’unica cosa che ricorderai di Ame sarà la mia espressione divertita davanti alla tua faccia buffa...-
Lei lo gaurdò contrariata ed incrociò le braccia sul petto.
-È che non sono molto brava con la geografia, faccio fatica a concentrarmi, tu non centri nulla!-Borbottò come scusa, almeno parziale, che non gli facesse intendere che oltre ad essere tonta era fatalmente attratta da lui e quel suo sorriso che la rendeva nervosa.
Itachi invece se la rise e si spostò andandosi a sedere a gambe incrociate accanto a lei.
-Ti aiuto io, Ame eh?-
Il moro trascinò il libro in modo che fosse sul tavolo fra loro due.
-Devi sapere che il Paese della Pioggia non fa parte delle Cinque Grandi Terre, che sono Fuoco, Terra, Acqua, Fulmine e Vento! Il Paese della Pioggia inoltre confina proprio col paese del Vento e con quello dell’Erba! All’interno del paese della Pioggia, è situato Amegakure, il villaggio della Pioggia...Uno dei lidear più importanti ricordati è Hanzo La Salamandra!-
-Ah! Lo conosco è l’uomo che ha confertio il titolo di Sannin ai tre ninja della Foglia! Accidenti, Itachi-san, sai un sacco di cose!-Esclamò lei chinandosi sul libro, leggendo tutto ciò che le aveva spiegato Itachi.
-Ho vissuto per un po’ ad Ame, inoltre gli Shinobi sono spesso in viaggio e finiscono per imparare le ubicazioni degli altri villaggi, senza contare che conoscere il territorio nemico è una delle strategie principali in battaglia!-Le spiegò l’uomo, mentre indicava sulla cartina i confini di Ame.
Così inaspettatamente si trovarono a parlare dei villaggi che Itachi aveva visitato da giovane, durante le missioni e il periodo con l’Akatsuki.
I minuti trascorsero veloci, fra risate e domande di Luna e le risposte precise e spesso divertenti dell’Uchiha .
L’attmosfera si fece leggera e spensierata, Luna non era più nervosa, anzi il cuore le batteva forte ma era felice.
Itachi sorrideva ogni qualvolta gli occhi le s’illuminavano di stupore o curiosità ed aveva scoperto di lei quanto davvero le piacessero le storie dei villaggi lontani e quanto profondamente ammirasse gli Shinobi.
Era avida di conoscenze in materia, anche se faticava a ricordare le posizioni geografiche, almeno finchè Itachi non le consigliò di associarle ai Ninja più forti della zona.
Ma quano la luce di un fulmine li distrae dalla conversazione, si resero conto che il pomeriggio era letteralmente volato.
-Per tutte le Foglie di Konoha, meno male che non devo andare a lavoro!-Borbottò notando il cielo nero di Konoha, squarciato dai fulmini e i tuoni.
-Ora che la notte è scesa per me sarà più facile allontanarmi ed andare via, te la caverai da sola con il resto, vero?-Chiese lui facendole l’occhiolino.
Luna arrossì e si trovò sorpresa dinanzi a quell’affermazione.
Doveva andare via. Erano stati così bene insieme.
Annuì con poca convinzione, tutt’altro che riferita allo studio.
La voce di Itachi aveva il potere di incantarla e trasportarla lontano e quando lo guardava negli occhi si perdeva nel petrolio scuoro ed il suo viso s’incendiava d’imbarazzo.
Si erano sfiorati poche volte ma era stato tutto molto naturale e bello.
Come se fossero fatti l’uno per amare il contatto dell’altro.
Ma ovviamnete Luna non poteva assulutamente affermare ciò anche per conto di Itachi.
Per quanto ne sapeva non sembrava interessato a ragazzine e forse era questo il modo in cui la vedeva e sempre l’avrebbe vista.
Stranamente quest’ovvietà dei fatti le faceva male.
-Grazie per avermi aiutata con lo studio e per essere rimasto ieri notte, anzi, per tutto quello che fai per me, sei sempre gentile, Arigatō Itachi-san!-
Itachi la guardò sorpreso e le sorrise dolcemente, carezzandole la testa.
-Sei davvero la Piccina che ricordavo in fin dei conti!-
Ma sebbe il cuore di luna battesse forte, non sapeva perché ma avrebbe preferito che gli dicesse che era una vera Geisha, così per un attimo si sarebbe sentita una vera donna, forse più adatta ad una persona matura ed adulta come Itachi.
E quello snaturato pensiero, nato da chissà dove, la tormentò per tutta la sera, anche dopo che lui se ne fu andato, svanendo sotto la pioggia, confuso fra la notte e le nuvole scure del cielo.
Nel suo letto, Luna continuava ad udire la voce soave e roca di Itachi, continuava a vedere i suoi occhi neri e profondi, a sentire il calore della sua vicinanza rassicurante e ammaliante.
Non riusciva a smettere di pensare a quell’uomo, non riusciva a smettere di desiderare di rivederlo, di parlargli ancora, di sentire le sue braccia che l’avvolgevano nel sonno.
Le sarebbe bastato anche sedersi sulle sue gambe ed essere la sua compagnia notturna durante una bevuta fino all’alba.
Ma quella notte, ignara che Itachi solo quanto lei fosse sveglio a rammentare quanto era stato bene e quanto le mancava stringere a sé Luna, la ragazza che quella notte sognò di paesi lontani, di saké saporito e di baci accompagnati da una voce profonda ed adulta, che era proprio la sua.


[Continua.......]



Angolo Autrice:

Ciao, mi scuso per il tremendo ritardo, onestamente ero certa di aver già pubblicato il nono capitolo ed invece mi sono resa conto che avevo soltanto fatto il banner! Chiedo perdono U.U
Onestamente sto cercando di dare un filo logico e sistemare i cambiamenti tra la fanfiction e le vicende di Naruto-Boruto, perché in seguito sarebbero dovuti comparire i pargoli di Sasuke e Naruto, ma io avevo previsto una femmina per Naruto e una maschio per Sasuke ed invece Kishimoto mi ha Trollato e ha fatto viceversa. 
Nessun problema, posso correggere i capitoli già scritti (perché sì, sono arrivata a scrivere fino al 18esimo capitolo! (non uccidetemi se non aggiorno ugualmente T_T) non vi preoccupate ce la farò!)

Detto questo, proverò ad aggiornare settimana prossima :D 

Se vi piaccio
no storie su HP vi consiglio la mia nuova fanfic su Tom Riddle/OC:
https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3705001&i=1


E su Piton/OC
https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=608398&i=1

Così vi saluto, un bacione, Ser-
   
 
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