100 modi per uccidere Barbabianca
#25
Scommessa persa
Ace era un bravo ragazzo, questo lui lo sapeva, e chiunque lo conoscesse non poteva che essere d'accordo con quest'affermazione. Era buono e solare, ma era anche tremendamente stupido ed incosciente. E, forse, di questi piccoli dettagli, lui non ne era al corrente. Pensava di essere sulla cima del mondo, sempre un passo davanti al nemico, ma purtroppo la maggior parte delle volte si trovava cento passi indietro, se non addirittura sottoterra. E quest'ultimo caso era sicuramente quello adatto se si parlava di Barbabianca.
Ora, una qualsiasi persona con un po' di sale in zucca, avrebbe palesemente evitato di scommettere una qualsivoglia cosa con il sopracitato vecchio, ma Ace no. Ovviamente Ace no. Pareva essere seriamente masochista, anche solo a pensarla, una cosa del genere.
Il suo geniale piano questa volta consisteva proprio in una scommessa che, ovviamente lo avrebbe portato dritto al suo scopo. Ed era sicuro di riuscire a vincere questa volta.
La scommessa era semplice: appena sarebbero sbarcati a terra, si sarebbero rintanati in una qualsiasi bettola per vedere chi riusciva ad ingurgitare più ravioli di carne. Tutto questo per non andare ad intaccare le scorte alimentari della nave, dati i due soggetti.
Era risaputo che Ace avesse un appetito fuori dal comune, e che sarebbe riuscito a mangiare l'equivalente di dieci volte il suo peso in meno di mezz'ora; ma non aveva assolutamente fatto i conti con la stazza e con l'esperienza del vecchio capitano.
Se avesse vinto Ace, ovviamente avrebbe potuto uccidere senza sforzo Barbabianca, se invece avesse vinto il capitano...beh, non sarebbe successo proprio un bel niente. E già questo particolare avrebbe dovuto insospettire Ace, che però, convinto com'era di essergli superiore, nemmeno ci aveva badato.
Così il fatidico giorno era arrivato. Si erano seduti l'uno di fronte all'altro, aspettando pazientemente che il cameriere portasse loro quelli che parevano, minimo, cinquanta chili di ravioli di carne al vapore.
“Pronto?” chiese il ragazzo beffardo, deridendo il vecchiaccio e sicuro di sé più che mai.
“Sono nato pronto ragazzino” tuonò quello in risposta, iniziando a prendere con calma il primo raviolo.
Ace, come prevedibile, si lanciò a capofitto sul cibo come se quello dovesse scappare da un momento all'altro. Intanto Barbabianca continuava a mangiare con estrema calma.
Due ore, quattro pentole e otto attacchi narcolettici di Ace dopo, il ragazzo era stremato. Mai era capitata una cosa del genere in vita sua, mai. Solo a guardare i ravioli gli veniva la nausea. Alzò lo sguardo sfinito verso il vecchiaccio costatando con orrore che quello aveva mangiato una pentola in più rispetto a lui. Strabuzzò gli occhi e, come se non bastasse, l'uomo prese gli ultimi ravioli rimasti nel piatto di Ace, assaporandoli con gusto. Senza contare lo sguardo di trionfo che gli si leggeva negli occhi.
“Gurarararara ragazzino dilettante!” e si alzò dalla sedia tenendosi la pancia piena.
I giorni seguenti Ace li passò sul parapetto della nave a testa in giù, giurando che mai più avrebbe toccato un raviolo in vita sua.