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Autore: Lilithan    30/01/2018    1 recensioni
Non sono mai stata una scrittrice, ma essendo una lettrice accanita ho sempre desiderato poter dar vita ad una storia tutta mia. Proverò a mettere su 'carta' le mie idee contorte. Spero sia leggibile. Io vi ho avvisati.
Lilian non vive una vita facile. Come nessuno, del resto. Oppressa dal padre ma sostenuta dalla madre, della cugina e da pochi amici, va avanti con la vita, frequenta il liceo scientifico della sua città e passa il tempo libero a leggere e disegnare, oltre che a correre. Ma un giorno qualcosa cambia la sua vita radicalmente. Tutto ciò che ha di più caro le viene strappato via senza che lei possa fare niente per impedirlo. E quando una setta irrompe nella sua scuola durante l'assemblea di fine anno, minacciando sua cugina e i suoi amici, la vera natura di Lilian viene fuori. Ma questa trasformazione che stavolgerà ciò che rimane della sua vita, sarà un bene per lei e per il mondo? Lo scoprirà solo strada facendo.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Incompiuta
Capitoli:
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I due ragazzi rimasero in silenzio per un paio di minuti, non sapendo esattamente cosa dire o fare. Continuavano a fissarsi negli occhi, come ironicamente avevano sempre desiderato fare entrambi, ma in quei pochi metri che li separavano c’erano un sacco di parole non dette, situazioni non ancora spiegate e tante cose da sistemare.
Eppure niente sembrava voler disturbare quel momento, nemmeno loro. Si guardavano, si studiavano, anche se erano passati solo pochi giorni dall’ultima volta che si erano visti. Eppure bastava guardarli: Lilian sembrava pronta ad affrontare un esercito; Andrea aveva l’aria di uno che aveva cercato di buttarsi da un grattacielo per poi scoprire che non poteva morire. Ironico pensare che solo poche settimane prima i ruoli sembravano invertiti. Ma è risaputo, le cose possono accadere in pochi secondi e cambiare profondamente le persone.
Lilian lo aveva imparato nel peggiore dei modi. Perciò non si sorprese più di tanto quando, guardandolo negli occhi, aveva visto far mostra di sé l’occhio destro di Andrea, ora grigio nebbia, come il suo. Era stato davvero trasformato, allora. Possibile che fosse diventato come lei, un Invisibile? L’avevano trasformato per distruggere lei? Lui voleva distruggerla?
Lily non sapeva cosa pensare. Non credeva che si sarebbe sentita così combattuta in quel momento. Eppure era sicura di essere pronta ad incontrarlo, ad affrontarlo. Eppure era bastato uno sguardo al ragazzo per farle mettere di nuovo tutto in discussione.
 L’occhio sinistro iniziò a pulsare e bruciare. Si rese conto di piangere sangue solo quando vide che la stessa cosa stava capitando ad Andrea. Questo sembrò riscuotere il ragazzo.
Lily, dobbiamo andarcene. Ci raggiungeranno presto. Ormai si saranno accorti della mia presenza.
Lily era confusa. Si aspettava di tutto, ma proprio di tutto. Non un invito a darsela a gambe. Insieme a lui, poi. MA a quanto pare non stava scherzando. Il ragazzo sembrava supplicarla con lo sguardo. Cercò di fare qualche passo, per avvicinarsi a lei, ma Lily indietreggiò.
Perché mai dovrei fidarmi di TE? Ti ho letto nella mente quel giorno a scuola, lo sai. Non puoi pensare davvero che possa fidarmi.
Non ti sto chiedendo di fidarti, solo di ascoltarmi, adesso.
E questa non ti pare una richiesta di fiducia?!
Apri tu il portale, legami, fai quello che ti pare, ma spostiamoci subito, ti prego. Stanno arrivando.
Sta arrivando chi?!
Improvvisamente, una cinquantina di uomini armati circondarono i ragazzi su tutti i lati.
Oh giusto, intendevi dire i tuoi compagni del poker?
Ti pare il momento di fare battute?! Loro si aspettano che ti prenda.
Dovrai solo provarci.
Aaah dannazione, Lily.
Lily. Era Will. Non sta mentendo. Capisco quando voi umani mentite. Ascolta quello che dice, se ha un piano. Qua stanno aumentando i soldati.
La ragazza sospirò. A quanto pare non aveva scelta.
Hai due minuti prima che cominci a fare una strage.
Loro credono che sia dalla loro parte, ma non lo sono mai stato. Mi hanno costretto Lily. Non voglio consegnarti a loro, voglio solo venire con te, così potremo sventare questa follia. Tu sei l’unica che può farlo.
Mettiamo che ti creda. Che hai in mente?
I soldati intanto aumentavano, li accerchiavano, puntando le armi, in palese attesa di una mossa da parte di Andrea, che aveva assunto nel frattempo un’espressione concentrata.
Combattiamo. Devono credermi dalla loro parte, quindi non andarci leggera.
Non l’avrei fatto comunque.
Fammi perdere i sensi e allontaniamoci, così potrò spiegarti tutto.  Cercheranno di attaccarti mentre lotti con me, quindi stai attenta.
Andrea allora tolse il mantello che lo avvolgeva, estrasse le spade che portava sulla schiena e si lanciò su Lilian. Ma la ragazza aveva già estratto la katana e bloccato i fendenti, con conseguente clangore. Lily allora cercò di colpire il ragazzo con i piedi, ma Andrea era già lontano, pronto al prossimo attacco.
Vuoi la guerra allora?
Il ragazzo sorrise, facendo roteare le due spade.
Te l’ho detto, dobbiamo essere convincenti.
Ma perché non mi hanno ancora attaccata?
Gli ho detto di lasciarti a me, di non mettersi in mezzo.
Ma sono venuti comunque.
La cerchia ristretta non ha voluto sentire ragioni. Sanno che sei più forte e potente di me.
Lily allora, con la mano libera, iniziò a scagliare uno dopo l’altro tutti i kunai verso Andrea che, con le due spade, scaraventava lontano. Ma nel mentre, la ragazza menò un fendente subito respinto ma talmente forte da incrinare leggermente le spade del ragazzo. Questi allora, mentre Lily si librava in aria, lanciò le spade verso di lei, estrasse la daga che portava legata alla gamba e attaccò.
Lo stridio delle due lame riempì le orecchie dei soldati che, a fatica, seguivano i movimenti aerei dei due ragazzi. Ad un certo punto atterrarono al centro della radura formata dagli uomini, che ora erano circa un’ottantina. Lily a un certo punto doveva aver perso katana e mantello e ora teneva in mano il pugnale che aveva legato alla cintura. Andrea era disarmato e si teneva il braccio sanguinante. Lily allora svanì in una nuvola di fumo, per poi ricomparire alle spalle del ragazzo. Andrea, aspettandoselo, si voltò indietreggiando, ma Lilian fu più veloce di lui e lo colpì alla nuca con l’elsa del pugnale. A quel punto il giovane stava per accasciarsi, ma la sua corsa verso il terreno venne arrestata da William che, assunta la sua forma naturale, si caricò il ragazzo sul dorso.
Portalo a casa.
Sei sicura?
Si. Tornerò appena posso.
Lilian intanto, conscia del fatto che i soldati stavano avanzando, accerchiandola, prese la pensante lancia che teneva sulle spalle e, dopo che William ebbe preso il volo con Andrea, iniziò a farla roteare con agilità. Una muta sfida ai soldati che continuavano a fissarla, con una lieve ombra d’ansia in viso. Mentre i primi dieci avanzavano, attaccandola su tutti i lati, fulmineamente, la ragazza riuscì a colpirli tutti al petto con un solo movimento della lancia. Al soldato più vicino riuscì a tranciare di netto l’addome. A questi dieci seguirono subito altri quindici, chi con un coltello in un occhio, chi decapitato, chi affettato. Lilian perse il conto. Si sentiva come intontita., presa com’era dalla battaglia. Poi un pensiero la disturbò.
E se avessero una famiglia?
Ne aveva ormai uccisi una trentina, ma altri soldati rimpiazzavano i caduti, quindi non ebbe altra scelta. Era stufa di uccidere gente a caso. Iniziò a ruotare la lancia sulla sua testa, generando una forte corrente d’aria, allontanando i soldati più vicini. Appena furono abbastanza lontani, Lilian incendiò la terra intorno a lei, creando così una barriera tra lei e i soldati. Colse così l’occasione, mentre ancora i soldati indietreggiavano chiedendosi da dove fossero spuntate le fiamme, aprì un portale ai suoi piedi per poi buttarcisi dentro e richiuderlo subito.
 
Non avendo pensato a dove atterrare, il portale pensò bene di farla sbucare nel bel mezzo dell’oceano Pacifico. Come faceva a sapere che era proprio l’oceano Pacifico? Non lo sapeva, tirava a indovinare. Sapeva solo che era in mezzo a qualche mare. E sentiva qualcosa solleticarle la gamba. Non avendo tempo né voglia di rimanere ancora a mollo, fece materializzare la porta sull’acqua. Non fu molto facile entrare dentro casa, considerando il peso delle armi rimaste e dei vestiti bagnati. La ragazza si ricordò di saper volare solo dopo aver chiuso la porta dietro di sé. Trovò William in salotto, trasformato in gattino, steso sul grosso e morbido tappeto blu che fissava Andrea, ancora svenuto, coricato sul divano.
Lily, sei tutta bagnata e puzzi di pesce.
Grazie della notizia, gattaccio. Ci arrivavo da sola.
Meow
Senti, continua a sorvegliarlo, ho un bisogno disperato di una doccia.
Va bene
Ma il ragazzo rimase svenuto per ore, tanto che Lily stava iniziando seriamente a preoccuparsi di averlo colpito troppo forte. William aveva pensato bene di andare a dormire nella sua mega cuccia e la giovane riusciva a sentirlo russare. Non aveva mai sentito un gatto russare, né aveva mai pensato che potesse farlo, ma non aveva di che sorprendersi ormai. Erano diversi minuti ormai, quasi un’ora ormai, da quando aveva preso il posto di Will e, seduta a gambe incrociate sullo spesso tappeto, guardava Andrea in attesa di un qualche segno di vita. Iniziava a pensare di avergli fatto un favore a colpirlo così forte; prima non aveva fatto caso alle pesanti occhiaie che gli infossavano gli occhi, agli zigomi più sporgenti, ai capelli disordinati, più disordinati del solito.  Solo in quel momento la ragazza si rese conto di star allungando una mano verso il viso del ragazzo. Non si era resa conto fino in fondo di quanto le fosse mancato, nonostante quello che sapeva. O che credeva di sapere. Avrebbe avuto delle risposte solo al suo risveglio. Lily allontanò dunque la mano, di scatto, per poi ripensarci e passare lievemente i polpastrelli sulla guancia di Andrea, ma la ritrasse subito. Si sentiva la mano in fiamme.
Decise che non aveva senso rimanere lì ad aspettare che si svegliasse e allora, incapace anche solo di concepire l’idea di mettersi a letto, si diresse in armeria. Si fermò solo un attimo sulla porta, per dare un ultimo sguardo all’intruso che le occupava il divano. Aveva un’espressione così beata in quel momento, sembrava così tranquillo, così lontano da qualsiasi cosa.
Lily sembrava aver rinunciato a cercare quel tipo di pace. Ci aveva provato in ogni modo, senza risultati. L’unica pace che conosceva era quella che la avvolgeva quando sprofondava nella lettura di un qualche romanzo o, da come aveva scoperto da poco, quando si allenava o combatteva. Non era sempre facile imporsi la fredda lucidità di cui aveva bisogno: molto spesso ultimamente, come qualche giorno prima, perdeva la calma e dava di matto, distruggendo qualsiasi cosa le di parasse davanti.
Mentre prendeva la lancia usata solo poche ore prima, si rendeva conto che non poteva continuare a reprimere la rabbia in quel modo, o non sarebbe più riuscita a prende il controllo di sé. La verità era che voleva sangue. Uccidere quegli uomini le aveva dato un piacere mai provato. Ogni ferita, ogni cadavere che provocava, sembrava riempire per un momento il vuoto che aveva dentro, il vuoto lasciato dalla sua famiglia. Però quel senso di pienezza durava sempre meno, e le sue mani continuavano a bramare sangue e morte e sangue e morte. Poi pensava a sua madre e le veniva solo da piangere.
Ancora una volta, come aveva sempre fatto da una vita, immaginò di strappare tutte quelle immagini che sembravano tappezzare le pareti del suo cervello, chiuderle in una scatola per poi prendere a calci la suddetta scatola. A ogni calcio immaginario alla scatola immaginaria, corrispondeva un affondo, una stoccata, un fendente a vuoto. Avrebbe dovuto procurarsi altri uomini di legno.
Le venne in mente un’espressione usata da Bukowski, non ricordava esattamente in quale poesia.
Fingo di capire, perché non voglio ferire nessuno.
Questa è la debolezza che mi ha procurato più guai.

Cercando di essere gentile con gli altri spesso mi ritrovo con l'anima a fettucce, ridotta ad una specie di piatto di tagliatelle spirituali.
Pensare a quello che restava della propria anima e immaginarlo ridotta a delle tagliatelle spirituali aveva un che di comico, stranamente. Ma forse stava solo impazzendo senza rendersene conto.
Stufa della lancia, prese i coltelli da lancio che non aveva utilizzato quella sera e iniziò, con quelli, a infilzare i bersagli liberi, cercando di colpire solo i cerchi bianchi. Pensò a una canzone che non ascoltava da tempo e iniziò a canticchiare il ritornello.
Stop and stare
Lo sto facendo da troppo tempo.
I think I’m moving but I go nowhere
La storia della mia vita.
Yeah I know that everyone gets scared
Ne hanno tutto il diritto.
But I’ve become what I can’t be, oh
Non posso cambiarlo.
Stop and stare
Continuo a farlo, non ho scelta.
You start to wonder why you’re ‘here’ not there
Chi voglio prendere in giro.
And you’d give anything to get what’s fair
Non è la cosa giusta da fare.
But fair ain’t what you really need
Dovrei tentare?
Oh, can you see what I see?
Non lo so...
L’ultimo coltello andò a conficcarsi al centro del bersaglio, mentre Lily si accorgeva dell’alba.
 
Mentre si preparava il caffè, Lilian pensava a quanto potesse adorare quel grosso micione alato. Sarcasticamente parlando
Il suddetto aveva pensato bene di svignarsela appena sveglio, dicendo che aveva un’improvvisa e profonda voglia di carne di gnu e che sarebbe stato più facile così, per lei, svegliare Andrea che continuava, imperterrito, a rimanere svenuto e riposare sul divano. Lily aveva protestato inizialmente, non sapendo bene perché, ma appena la porta si chiuse alle spalle di Will, la ragazza capì che non sapeva come comportarsi o cosa fare esattamente se il ragazzo si fosse svegliato. Mentre pensava a cosa avrebbe potuto fare o dire, riempì la sua maxi tazza con tutto il caffè della moca e iniziò a sorseggiarlo, dimenticandosi completamente dello zucchero. E del fatto che fosse bollente.
E quale sveglia migliore delle imprecazioni di una ragazza innervosita?
Come ogni uomo dal tempismo perfetto che si rispetti, Andrea scelse proprio quel momento esatto per aprire gli occhi. Della sera prima non ricordava granché, dopo il combattimento con Lily, solo qualcosa di soffice e caldo, aria calda, profumo di vaniglia e una vecchia canzone che non sentiva da tempo. A fatica riuscì a mettersi seduto e iniziò a stiracchiarsi. Erano giorni che non dormiva decentemente.
Finite le maledizioni, Lily si accorse di strani versi provenienti dal soggiorno, fece capolino dalla porta della cucina e vide Andrea che si passava entrambe le mani sul volto ancora assonnato.
Ciao
Come seguendo il suono della sua voce, il ragazzo si voltò nella sua direzione.
Ciao
Calò allora un effettivo e telepatico silenzio imbarazzante. Andrea non sapeva da che parte cominciare, Lily si era appena ricordata della ferita che aveva procurato la notte prima al ragazzo. Se ne era completamente dimenticata e, poiché Andrea aveva passato la notte a dormire su quel fianco, aveva coperto il braccio ferito, che aveva continuato a sanguinare ancora un po’ sul divano.  Iniziò allora ad avvicinarsi al ragazzo.
Andrea, il tuo braccio
Cosa? Ah già, è apposto, tranquilla. Guarisco più in fretta ora.
Del taglio, infatti, era rimasta solo una lieve crosta, come di un graffio poco profondo.
Sentendo queste parole, Lily alzò lo sguardo d’istinto, non sicura di trovare, al posto del solito color oro, un’iride argento nell’occhio destro del ragazzo. Eppure eccola lì.
Si sentì una stupida per essersi preoccupata per lui. Non ne aveva motivo. Era come lei.
Un altro silenzio calò, mentre i due ragazzi si guardavano di nuovo, più pesante dei precedenti. C’erano troppe cose a tenerli lontani al momento, Lilian non aveva altra scelta che prendere in mano la situazione.
‘Ehm, senti, credo che ti serva un bagno caldo. E’ da quella parte. Prenditi tutto il tempo che ti serve, intanto esco un attimo a prenderti dei vestiti.’
‘Okay, grazie Lily’
‘Figurati’
 
Quando dieci minuti dopo Lilian tornò a casa con diverse paia di pantaloni, felpe e magliette, sentì come un senso di sollievo nell’udire il suono dell’acqua del bagno. Non si aspettava certo che Andrea avesse già finito, però averne la conferma l’aveva tranquillizzata. Per il momento. Bussò alla porta e disse ad Andrea che lasciava i vestiti nuovi in camera sua, dove avrebbe potuto cambiarsi. Alla risposta affermativa del giovane, per non dare di matto al pensiero che ci fosse un ragazzo, quel ragazzo nel suo bagno, iniziò a preparare la colazione. In men che non si dica, preparò diverse pile di pancake e toast e caffè. Tempo di versare il caffè e Andrea era uscito dalla sua camera da letto. Aveva indossato anche lui una tuta nera e una maglietta grigia, forse leggermente stretta per lui ma non troppo. Rimase impalato davanti all’uscio, con un asciugamano tra i capelli ancora umidi, come in attesa di ordini. Lily allora gli fece cenno di avvicinarsi e sedersi mentre lei rimase in piedi, dall’altro lato del tavolo, a fissarlo.
Migliaia di pensieri le affollarono la mente.
Avrebbe provato la stessa sicurezza, la stessa pace che aveva già provato in passato vicino a lui?
Non era il caso di pensarci ora. Aveva un obiettivo. E non intendeva mancarlo. Quindi iniziò
‘Senti, non la reggo più tutta questa tensione. Spiegami che diavolo è successo.’
‘Da dove partire?’
‘Dal principio’
‘Ero retorico, Lilian’
   
 
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