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Autore: Dimea    10/02/2018    2 recensioni
Marinette Du Pain-Cheng è la nuova stella nascente della cucina francese, figlia d'arte ma tutt'altro che raccomandata, ha un carattere d'acciaio ed il sarcasmo affilato quanto i suoi preziosi coltelli.
Chat Noir è il pupillo di uno dei più grandi e temibili critici di alta cucina: Papillon, colui che ha fatto chiudere più ristoranti al mondo. della salmonella.
Il loro sarà uno scontro ad armi pari o cuoceranno a fuoco lento?
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Alya, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Nino, Un po' tutti
Note: AU, Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
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eat with me 2

I



Marinette non disdegnava qualche evento mondando, ogni tanto, purché lei non fosse al centro dell'attenzione o comunque il soggetto del chiacchiericcio. Evitava abiti troppo appariscenti o esagerati e tacchi, che le avrebbero causato solo dolore alle gambe il giorno seguente a lavoro. Il trucco rappresentava quasi più una necessità, nonostante  non le dispiacesse dilettarsi nella nobile arte del restauro del suo povero volto, perennemente devastato dalla mancanza di sonno.
In ogni caso, faceva tutto ciò che potesse essere in suo potere per passare in sordina, nonostante fosse molto difficile con un'accompagnatrice come la sua manager.
Alya aveva insistito parecchio per quella serata, tanto che la giovane chef dovette lasciare il suo sous-chef in comando per il servizio serale, pur di accontentare la sua socia in affari.
Eppure, la felicità nel rivedere i vecchi compagni delle medie, era paragonabile solo alla voglia di farsi frustare da un boia con un gatto a nove code...
-Parti sempre prevenuta! Stasera potresti anche divertirti. Da quello che mi è stato riferito, ci saranno tutti- cinguettava la rossa, calcando sull'acceleratore.
Era esattamente ciò che la corvina temeva di più: vedere ciò che aveva lasciato in tutta fretta. Fantasmi di un infantile passato, pronti a giudicare o a provare ad arrampicarsi sul carrozzone dei vincitori.
O peggio, vedere qualcosa di incompiuto, un "poteva essere ma...". O forse no.
-Togli quel muso lungo! Stasera non ho nemmeno fiatato su ciò che hai scelto di indossare- ridacchiò argentina Alya.
-Cosa non va in questa camicetta di seta?- tuonò l'amica - Guarda che è una fantastica Chanel!- risero entrambe posteggiando l'auto.
-Mari, avevi bisogno di una serata libera. Non ti prendi un giorno Off da quando abbiamo aperto... te lo meriti un po' di svago.-
Marinette lo sapeva, eccome se ne era a conoscenza, ma l'abitudine, e la voglia, di sacrificarsi anima e corpo per il suo lavoro spesso prendeva il sopravvento. Era ben cosciente delle sue scelte e sapeva benissimo a cosa avrebbero portato, ma nonostante tutti aveva battagliato tanto per loro, che non riusciva ad accantonarle poi così facilmente.
La rossa, dal canto suo, era decisamente più serena quella sera. Non temeva alcun tipo di confronto, sapeva di poter entrare da quel portone a testa alta, sfoggiando tutta la sua sicurezza. Aveva imparato a lasciar correre già da tempo, a non dare soddisfazioni a chi aveva cercato di devastare le sue ambizioni. A differenza dell'amica, che ancora cercava di evitare le ombre che l'avevano indirizzata sulle sue scelte. Decise, per entrambe, di indossare il suo miglior sorriso, sistemare il suo abito verde dalle pieghe provocate dal sedile ed imbracciare la sua macchina fotografica. -Coraggio!- strizzò l'occhio alla compagna - ora tocca a noi-.
Marinette riconobbe il collegio, nonostante i recenti restauri apportati, e si stupì davanti al cortile addobbato ed illuminato. Non era difficile tornare quindicenne, in quell'atmosfera così ingannevole e leggera mentre suonavano le canzoni che avevano segnato la sua adolescenza. Forse sarebbe anche riuscita a divertirsi... forse.
Avvistò Nino, alla postazione del DJ e non riuscì a trattenere un sorriso, pensando alla sua accompagnatrice.
In ogni caso, era già psicologicamente preparata a defilarsi, scivolare su una parete, avvicinarsi al bar improvvisato e stare lì gran parte della serata. Era già tutto programmato... peccato non avesse calcolato una grandissima e potente variante: il vertiginoso aumento della sua popolarità.
-Marinette, mia cara!- gracchiò una voce dal fondo della sala - Come sono felice di vederti!- Naturalmente, tutti gli invitati si voltarono verso di lei, puntandole addosso i loro sguardi incuriositi ed il loro chiacchiericcio.
La corvina, cercò un appiglio nella sua migliore amica ma il tentativo fu vano, in un solo istante Chloè Bourgeois le si parò davanti, senza lasciarle scampo.
-Chloè...- le fece un cenno del capo, scansando l'abbraccio che la bionda provò ad offrirle, con un gesto meccanico quasi fosse un'automa -piacere di rivederti- si sentiva a disagio, inoltre non poteva dimenticare ciò che la Bourgeois le aveva fatto. Dunque sorrise quasi forzatamente, e proseguì cercò di farsi largo tra la folla, ricambiando i saluti, verso la meta primaria.
-Ma cosa...?- la Chloè rimase immobile, stupita quasi.
-No, lasciala in pace almeno stasera.- le passò una mano sulla spalla Alya -Non puoi sperare che le sia passata così.-
-Ma... ma... sono passati dieci anni. Eravamo ragazzine!- La rossa alzò un dito, cercando di zittire l'altra, scrollando il capo.
-Portarla qui è stato difficile, non forzarla.- Lei sapeva. Il gesto della bionda fu una delle ragioni per cui Marinette decise di lasciare Parigi un anno prima rispetto ai suoi programmi. -Lascia stare.- Sussurrò prima di passare avanti, verso Nino.
Nulla era cambiato. Mari aveva gli stessi volti a due passi, le stesse espressioni. Certo, forse i tratti erano più marcati, ma erano loro con le stesse luci negli occhi di sempre. Tutto sommato non si era persa molto, o almeno sembrava che il tempo si fosse fermato a quell'estate di dieci anni prima.
Le sfuggì un sorriso malinconico poco prima di ordinare un Hugo al barman, per poi rimanere ad osservarlo, con le gambe accavallate, facendo molleggiare il piede destro. Avrebbe voluto sprofondare lì, affogandosi nello sciroppo di sambuco, piuttosto che ritrovarsi faccia a faccia con Chloè,
-Se ti avessi vista bere per la prima volta, qualche anno fa, sarei rimasto stupito di questa scelta- sussurrò una voce vellutata, a pochi centimetri dal suo orecchio, seguito dal rumore dello sgabello accanto al suo, che veniva trascinato sul pavimento.
Marinette attese qualche istante prima di voltarsi, cercando di appellarsi alla sua memoria alla ricerca del proprietario di quel timbro vocale. già udito.
-Ci conosc...- le parole le morirono in gola. Quegli occhi. Non importava quanto fosse cambiata la cornice, ma quegli occhi più smeraldini e profondi di qualsiasi impenetrabile foresta e quei capelli dello stesso colore del grano grano ad agosto, lei li conosceva bene.
Cercò di ricomporsi, ricacciando l'ondata di sentimenti sopiti sotto ad una montagna di rabbia e rassegnazione. -Agreste, buonasera- Tornò a riconcentrarsi sul suo bicchiere -Non mi credevi tipo da cocktail simili?-
-Bentornata, Marinette. In realtà no, ti avrei vista con qualcosa di più classico.- sorrise con le sue labbra sottili. - Volevo complimentarmi con te per il ristorante...-
-Grazie... ah, complimenti per le Olimpiadi dello scorso anno. Un oro nel fioretto a squadre. Non è una cosa da tutti i giorni.- Non alzava lo sguardo, evitando accuratamente ogni contatto visivo con lui, con la costante paura che Adrien potesse cogliere i suoi pensieri.
-C'è una motivazione in particolare sul perchè sei tornata a Parigi?- Chiese il biondo con un filo di voce. Gli tremava stranamente la voce e lei colse immediatamente questa variazione e decise di abbassare la guardia, quel tanto che bastava, per voltarsi verso il biondo.
Gli donava quel completo scuro senza cravatta e quei due bottoni della camicia sbottonati che lasciavano intravedere un collo muscoloso e teso, Non era difficile indovinare la sua statura, nonostante fosse seduto, avrebbe potuto superare Marinette di una trentina di centimetri scarsi.
-Mi mancava casa.- sorrise, quasi amaramente, la corvina - Tutto qui- scrollò le spalle, distogliendo lo sguardo una seconda volta.
-Guarda un po' chi si rivede!- Squillò una voce alle spalle della ragazza - Niente di meno che il nostro Adrien Agreste di ritorno dagli allenamenti per i prossimi mondiali di scherma!- Alya si stabilì tra i due ragazzi ed indicò la bottiglia di Vodka al Barman -Le voci corrono ed un uccellino mi ha detto che ti sei qualificato anche quest'anno. Quindi sono serviti i tuoi anni adolescenziali passati sotto quell'orribile tutina bianca-
Il ragazzo scoppiò in una risata di gusto -Il tuo "informatore" è il tuo ragazzo? Ho provato a spiegare a Nino che non può farsi scappare ogni cosa che gli racconto-
Mari se ne stava lì, ringraziando mentalmente l'amica per quel salvagente gettato in mezzo allo tsunami emotivo che lui stava risvegliando, osservando la barba non fatta da un paio di giorni di Adrien e maledicendosi per il suo autocontrollo inesistente.
A quanto pareva, dieci anni non erano bastati a farle scordare qualcosa di dannatamente acerbo e che sperava di aver soffocato. Già, doveva già essere sepolto eppure era bastato un istante.
-Alya, ho scordato una cosa in auto... arrivo subito.- Cercò di liquidarli nella maniera più spiccia e ed indolore possibile, ma aveva bisogno di respirare un'aria che non sapesse di sandalo e muschio quanto la pelle di Agreste.
Il ragazzo la vide allontanarsi, rabbuiandosi - Non è cambiata- sentenziò desolato, scrollando il capo.
-Solo esteriormente, come tutti- sorrise la rossa alzando un sopracciglio -Certo che dopo tutto questo tempo...- sospirò prima di essere colta dal lampo di genio -Ascolta, tra un paio di giorni terrà il discorso di apertura per l'anno accademico alla Cordon Bleu. Perchè non vai a dare un'occhiata?- Spesso, Alya stessa, si stupiva di alcune sue geniali trovate.
-In realtà sarei voluto passare dal ristorante a vedere come vi siete sistemate, ma penso che potrei riaccompagnarla lì dopo il discorso- cercò di dimostrarsi distaccato davanti alla proposta della ragazza ma sapeva benissimo che " l'uccellino" non aveva cantato solo sulle sue qualificazioni. Ma quanto ne sapeva Marinette?

To Be continued...

   
 
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