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Autore: DaisyCorbyn    11/02/2018    2 recensioni
**IN REVISIONE**
[19 anni dopo] [Next Generation]
Dopo gli avventimenti che hanno scosso Alwys alla fine del suo primo anno ad Hogwarts, la Grifondoro si troverà ad affrontare un nuovo nemico: la Luna d'Argento, un fenomeno che causa effetti oscuri ai licantropi. La soluzione sembra la Pozione Antilupo, ma è veramente ciò di cui Alwys ha bisogno?
Tra la ricerca degli ingredienti e le lezioni, Alwys dovrà anche scontrarsi contro quella figura oscura che cercherà di manipolare la sua mente.
ATTENZIONE: questo è il secondo libro della saga Alwys Dewery, il primo lo trovate nel mio account!
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Nuova generazione di streghe e maghi, Nuovo personaggio, Teddy Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Un’illusoria quiete


La mattina dopo, come ogni giorno, Ninfa saltò sul letto e con le zampine le massaggiò una guancia richiedendo disperatamente la colazione. Alwys aprì gli occhi e fu accecata dall’unico raggio di sole sopravvissuto alle tende. Si girò su un fianco, guardò le due foto sul comodino e chiuse gli occhi: sentì i passi frettolosi ma felpati di Lily, Dominique e Rose che litigavano nel bagno e Victoire dietro la porta accanto al suo letto che si stava lavando. Erano passati pochi giorni, ma già quei rumori la facevano sentire a casa, protetta, e riuscivano a far svanire il freddo della notte. L’aria umida estiva non si sentiva così tanto come a casa sua: sicuramente i Potter avevano qualche aggeggio magico che rinfrescava l’aria e che emanava perennemente un profumo di lavanda che tanto piaceva ad Alwys.
L’estate non le era mai piaciuta come stagione, ma stava cominciando a rivalutarla grazie agli altri, come un sacco di altre cose. L’unico lato negativo era il fatto che non fosse ad Hogwarts, ma era come se Albus e gli altri portassero il clima della scuola anche fuori da essa. Soprattutto Victoire che li obbligava a studiare almeno due ore al giorno. Alwys sorrise ripensando ad Albus che sbuffava e giocherellava con la matita in bilico sul labbro superiore, portato appositamente all’infuori.
Si alzò massaggiandosi gli occhi e la prima cosa che fece fu accarezzare Ninfa, che miagolò affamata, poi andò in bagno per essere quantomeno presentabile al piano di sotto. Quando arrivò davanti allo specchio, però, si pietrificò: era molto pallida, dei profondi solchi scuri contornavano i suoi occhi e le labbra erano così screpolate da essere spaccate in alcuni punti. Si spostò le ciocche dei capelli che le ricadevano sul viso e analizzò ogni parte: non era ferita, aveva solo il viso di una persona che non dormiva da giorni. Cosa che veramente era accaduta: da quando aveva lasciato Hogwarts, gli incubi avevano tormentato le sue notti permettendole di accumulare solo poche ore di sonno in una settimana. Quella notte, invece, non ne aveva messa insieme nemmeno una. Si sforzò di ricordare cosa fosse successo, ma i ricordi si scontravano fra di loro non permettendole di ricostruire nemmeno un’ora. Finì di lavarsi per essere quantomeno presentabile e poi scese in cucina.
«Buongiorno!»
La signora Potter, in tutto il suo splendore, era davanti ai fornelli con in mano la bacchetta con cui stava cucinando dei deliziosi pancake. I suoi capelli color carota risplendevano grazie ai raggi del sole che filtravano dalla finestra: aveva il colore più bello di tutti i Weasley, ma non lo avrebbe mai detto agli altri. Per un attimo Alwys ebbe l’impressione che fosse sorpresa
«Buongiorno» ricambiò imbarazzata: dopo cinque giorni ancora non sapeva come comportarsi con i genitori degli altri.
«Tu che personaggio vuoi oggi?» appena si sedette due occhioni azzurri le si puntarono addosso.
«Tu chi hai scelto oggi?» controbatté Alwys sorridendo dolcemente.
«Ariel!»  esclamò facendo sobbalzare la piccola palla di pelo rosa poggiata sulla sua spalla.
La piccola Lily era letteralmente fissata con le favole babbane: aveva obbligato suo padre a comprarle i libri in una comune libreria e sua madre a fare i pancake con le forme dei suoi personaggi preferiti.
«Tu, invece?» Hugo alzò di scatto la testa e le sue orecchie divennero rosse come se avesse appena mangiato una caramella al peperoncino.
«Baymax» farfugliò.
Hugo era l’unico Weasley con il volto tempestato di lentiggini, non contando James che le aveva appena accennate: Rose le aveva leggere sul naso, invece Dominique sulla parte superiore delle guance. Era l’esatta copia di Rose, ma per quanto fossero simili d’aspetto, di carattere erano l’opposto.
«Una bellissima Ariel per te e un dolcissimo Baymax per te» Ginny poggiò i piatti sorridendo «Tu?»
«Qualsiasi cosa, grazie» disse come tutte le mattine: ogni volta si chiedeva come mai la signora Potter continuasse a farle quella domanda «Al?»
«Ha mangiato in fretta ed è corso fuori a giocare con suo padre» rispose mentre faceva volteggiare uova e latte.
Alwys finì la colazione mentre chiacchierava con Lily che la tartassava di domande su Hogwarts, emozionata all’idea di iniziare il suo primo anno. Sfortunatamente, però, mancava ancora un anno.
«Quindi farà male la cerimonia di smistamento?» chiese infastidita dalla risata della madre «James continua a dirmi di sì, ma io non ci credo.»
Alwys non sapeva cosa rispondere perché sapeva che James non le avrebbe mai perdonato il fatto che avrebbe smontato il suo scherzo, ma non voleva nemmeno essere cattiva nei confronti della bambina.
«Basta con le domande» disse Ginny prendendo i piatti e facendo l’occhiolino ad Alwys, che sospirò, ringraziandola con lo sguardo.
Tornò in camera sua, si cambiò e andò in giardino: Dominique si stava allenando con la scopa insieme a Rose, che lanciava i palloni il più lontano possibile e lei li inseguiva, James era appoggiato ad un albero e stava scrivendo qualcosa su una pergamena, Albus giocava a gobbiglie con suo padre –ancora Alwys non aveva capito che tipo di gioco fosse-, il signor Weasley giocava con Hugo e Lily ad acchiapparella, Victoire e Louis leggevano un libro sulla sedia a dondolo e la signora Weasley…
«Non mi interessa se lo vogliono tenere come animale da compagnia, è un essere a tutti gli effetti, non un puffskein» si mise le mani sui fianchi facendo pendere la bacchetta «Ho detto un sacco di volte che se lo vogliono tenere a casa, devono adottarlo!» il suo sguardo era furioso.
La lontra argentea piegò la testa da un lato, Hermione alzò la bacchetta e l’animale volò in cielo. Si lisciò la gonna bordeaux e andò verso il marito che scattò sull’attenti.
«Cosa c’è questa volta?» chiese come se stesse recitando una parte imparate a memoria.
«Bourind» disse soltanto, e l’uomo, capendo al volo, la abbracciò, ricevendo però l’effetto contrario: la donna lo spostò ed entrò dentro casa.
«Alwys!» Ted uscì dalla porta a vetri e le diede un bacio in fronte.
«Era un patronus?» chiese sperando che il ragazzo lo avesse visto.
«Esattamente, ma è davvero difficile usarli come messaggeri» spiegò mettendosi le mani in tasca «Questa mattina ha ricevuto una lettera che l’ha fatta infuriare e diciamo che, quando è molto arrabbiata, non riesce a sedersi per scrivere una lettera» si guardarono cercando di trattenere una risata.
«Cosa è successo stanotte?» chiese ad un tratto e Ted si morse il labbro senza spostare lo sguardo dal prato incredibilmente verde.
Era da quando era tornata a casa alla fine della scuola che aveva quegli incubi: i suoi genitori si erano preoccupati davvero tanto e avevano dato la colpa a Ted, infatti fu molto difficile convincerli a farla andare dai Potter, dove ovviamente aveva continuato ad averli. Ogni volta si svegliava solo con Ted davanti, invece la sera prima c’erano anche i Potter e i Weasley, ma non ricordava altro. Ciò la preoccupava molto, ma sapeva che Ted non le avrebbe mai nascosto qualcosa.
«A tempo debito ne parleremo, per adesso rilassati un po’.»
Alwys avrebbe tanto voluto dirgli ‘il momento giusto è questo’, ma Ted incominciò a camminare senza darle il tempo di controbattere. Andarono verso Victoire e Louis: lei alzò gli occhi verso Ted, si scambiarono uno strano sguardo e poi il ragazzo optò per sedersi per terra, Louis si spostò un po’ per fare spazio ad Alwys, che imbarazzata prese posto.
«I vostri genitori?» chiese tanto per fare un po’ di conversazione, visto che l’atmosfera stava incominciando a diventare tesa.
«Sono andati dai nostri nonni per un po’, loro odiano spostarsi, quindi si vedono sì e no quattro volte l’anno» spiegò Louis per poi sbuffare sonoramente.
Alwys non aveva idea di che tipo fosse Louis: avevano parlato poche volte e quelle uniche lo aveva visto raramente con un sorriso sul volto perlaceo.
«Perché i corsi sono così noiosi?» la voce di James attirò l’attenzione dei quattro.
«Ma hai frequentato solo due corsi su cinque» controbatté Victoire come se il cugino avesse appena insultato un suo caro amico.
«Studiare degli animali che mordono o sbavano, predire il futuro dagli scarti del thè… continuo?» chiuse la pergamena e la mise in una busta dello stesso colore.
Prese la bacchetta e la pigiò su di essa: si formò un timbro di ceralacca che però Alwys non riuscì a vedere per la distanza. Subito dopo si alzò per andare verso di loro.
«Sei un amore» disse Victoire e Ted sorrise, ma subito dopo tornò serio «Non ti piacevano Rune Antiche?»
«Sì, è la meno peggio» rispose spostando lo sguardo verso Ted «Tu che materie hai scelto?»
«Cura delle Creature Magiche e Babbanologia» rispose orgoglioso.
«Lo immaginavo» Ted lo fulminò con lo sguardo per il suo tono.
«Di cosa state parlando?» chiese confusa Alwys con lo sguardo che saltava da James a Ted.
«Dopo il terzo anno si possono scegliere delle materie facoltative» spiegò Victoire «Ma a quanto pare sono tutte poco interessanti per il principino… io studiavo Rune Antiche e Artimanzia.»
«Secchiona» disse James facendo finta di tossire.
«Parlò il Corvonero.»
«Per fortuna ancora ho tanto tempo, non ci ho capito nulla» disse Alwys provocando la risata da parte di tutti.
«Artimazia è davvero una bella materia» disse la ragazza accavallando le gambe «Complicata, ma bella: poche persone riescono ad insegnarla davvero bene.»
«E scommetto che tu sarai la migliore» la apostrofò James che aveva preso posto accanto a Ted.
«Farai questo?» chiese Alwys: era sicura che Victoire sarebbe diventata una professoressa.
«Spero di sì, è un percorso molto arduo» spiegò sospirando pesantemente «Sono uscita da scuola sperando di stare meno china sui libri e ora ci sto di più!»
Alwys rise «Ted, tu perché hai insegnato subito dopo il diploma?»
Calò il silenzio: Victoire si schiarì la voce, Ted era come se cercasse una risposta dentro la sua testa e James e Louis, da che erano presi da un’altra conversazione, si zittirono.
«Ho detto qualcosa di sbagliato?» chiese la Grifondoro preoccupata.
«No, no!» Ted scosse il capo «Artimazia è una materia che richiede principalmente molto studio, che appunto si studia dal terzo anno, invece Trasfigurazione è indole» spiegò gesticolando «Io sono anche avvantaggiato dal fatto che sono un Metamorfomagus.»
Louise e James continuarono a lamentarsi di alcune materie facendo finta di nulla, invece Victoire annuì a ciò che aveva detto Ted.
«Capito…» ad Alwys non la contavano giusta, ma preferì non indagare: se Ted non glielo voleva dire, doveva esserci un buon motivo. Non negò però che ciò le dispiacque molto.
«Comunque io vado a preparare la valigia» disse Vicky sbattendo le mani sulle cosce per poi alzarsi.
«Valigia? Dove vai?»
«Esatto, dove vai?» Ted fece eco ad Alwys, solo che nel suo tono c’era un pizzico di acidità.
«Da Daichi» disse e incominciò a camminare, ma la voce del fidanzato la fermò.
«Non me lo avevi detto.»
«Ora lo sai.»
I due si scambiarono delle occhiate che Alwys non riuscì a decifrare e cercò di entrare nella conversazione di James e Louis, ma non capiva nulla di ciò che stavano dicendo.
«Dovevi dirmelo» disse Ted incrociando le braccia al petto come se stesse richiamando uno studente: comportamento che a Victoire non passò inosservato.
«Perché?»
«Perché sono il tuo ragazzo?»
«E quindi devi sapere ogni mio minimo spostamento?»
«Si!»
Victoire diventò rossa in viso e puntò i piedi per terra come se si stesse preparando a saltargli addosso.
«Vai a farti sbranare da un Erumpent!»
Detto ciò, si girò di scatto facendo ondeggiare teatralmente i capelli biondi e con poche falcate entrò dentro la casa. Ted si lasciò andare ad un sospiro disperato e poi si mise a camminare dall’altro lato verso il piccolo boschetto. Alwys per tutto il tempo era rimasta a bocca aperta e indecisa su chi guardare: non capiva l’esagerata reazione di entrambi, ma sicuramente centrava con ciò che era successo alla Cerimonia finale della scuola.
«Alwys!» la Grifondoro si girò, attirata dalla voce di Albus «Ti va una partita a gobbiglie?»
Alwys andò in bagno per darsi una lavata prima di andare a letto, e lì incontrò Victoire, la quale si stava acconciando i capelli con una treccia che si faceva ogni notte. Avrebbe tanto voluto chiederle di Ted, del perché avessero avuto quel battibecco, ma le sembrava troppo male impicciarsi: ripensò all’ultimo giorno di scuola, allo sguardo della ragazza, quando Ted non si era alzato dalla sedia. Certe volte proprio non lo capiva.
«Sai, domani vado da Daichi» disse togliendosi gli orecchini.
«Davvero? Che bello!» esclamò Alwys sorridendo e facendo finta di non aver ascoltato la conversazione che aveva avuto con Ted «Quanto ci stai?»
Che Ted fosse geloso di Daichi?
«Una settimana, vogliamo finalmente goderci le nostre prime vacanze» rispose ridendo: Victoire era davvero bella anche senza un filo di trucco.
«Divertitevi allora.»
«Lo faremo.»
«Buona notte» le due ragazze si salutarono e Victoire le diede un leggero bacio sulla guancia.
Non era la prima volta che aveva avuto una conversazione così fredda con un membro di quella famiglia: era come se ognuno di loro celasse un segreto, una ferita che non si sarebbe mai rimarginata e che ogni tanto si riapriva provocando molto dolore. Quella di Victoire doveva essersi riaperta con il litigio con Ted. Quando arrivò alla stanza non aveva molto sonno, quindi preferì prima sedersi sul davanzale della finestra e guardare il cielo blu su cui qualche stella era adagiata dolcemente. Ad un tratto la serratura scattò: Ted entrò e guardò la ragazzina sorpreso.
«Non dormi?» chiese preoccupato.
«Sì, certo, solo che prima volevo rilassarmi un po’…» rispose con un filo di voce.
Ted si avvicinò e le mise una mano sulla spalla, come se volesse farla rilassare più velocemente. Rimasero in silenzio per qualche minuto, poi però Alwys decise di andare a letto, più che altro perché sapeva che Ted non sarebbe andato via se non l’avesse vista sotto le coperte.
«Tu non dormi?» gli chiese notando che Ted si era preso una sedia.
«Aspetto che prima ti addormenti tu…»
«Dormi con me?» qualcosa la turbava: ad un tratto il freddo si era impossessato delle sue ossa ed era come se non volesse lasciarla.
Ted la guardò e annuì dolcemente, spostò le coperte e si sdraiò: intrecciarono le loro dita e si guardarono negli occhi, poiché le parole avrebbero rotto quel silenzio che ora avvolgeva la Grifondoro proteggendola. Alwys avrebbe tanto voluto aver conosciuto Ted prima, quando era sola nel mondo dei babbani, credendosi lei sbagliata, l’errore che causava dolore ai suoi genitori e a sé stessa. Dal primo momento che l’aveva anche solo visto, era riuscito a far cadere quel castello fatto di carta che si era costruita sulla sua insicurezza e ciò che la gente pensava di lei.
Si addormentarono così, cullati dal tepore di quel semplice contatto.
La mattina seguente passò in fretta come le altre, come se in estate il tempo passasse più velocemente, e per tutti forse era meglio così perché non vedevano l’ora di tornare ad Hogwarts. Al suo risveglio Ted non c’era più, ma fu come se il suo calore fosse rimasto fra le coperte, ed Alwys rimase un po’ a crogiolarsi in quel tepore: Ted era speciale per lei, non poteva negarlo e il fatto che fosse proprio lui ad essere ucciso nei suoi sogni supportava ciò. Il fatto che non avesse avuto l’incubo quella notte, le fece iniziare la giornata con il sorriso, scese le scale a due a due canticchiando un motivetto inventato sul momento: ciò attirò l’attenzione di Albus che sorrise come se l’avesse contagiato.
«Buongiorno, oggi allegra.»
«Già.»
«Sei molto più bella quando sorridi» le disse con così tanta semplicità da far battere il cuore della ragazzina.
Nascose il viso un po’ imbarazzata, soprattutto quando si accorse che Hermione stava origliando la loro conversazione.
Ad un tratto, però, la quiete che li avvolgeva fu interrotta dal campanello che suonò due volte. Tutti gli altri erano in giardino e si girarono verso la casa leggermente sospettosi: Alwys guardò Albus con lo sguardo confuso, ma lui alzò le spalle. Ginny si alzò dal prato ed entrò dentro per dirigersi verso l’entrata.
«Buongiorno, spero di non aver interrotto un tenero momento familiare» l’uomo entrò senza troppe cerimonie «Sono arrivato il prima possibile.»
«Mio marito è in giardino» rispose fingendo un sorriso.
L’uomo con passi pesanti arrivò alla porta a vetri che dava sul piccolo pezzo di prato: aveva i capelli lunghi color pece, fermati da un nastro blu, una barba perfettamente curata, come se fosse disegnata, e due occhi in cui l’iride si confondeva con la pupilla. Fece vagare il suo sguardo fra i presenti e si bloccò quando vide Alwys.
«Buongiorno, Foranel» Harry si avvicinò all’uomo.
«A te» si strinsero la mano come due vecchi amici «È lei?»
«Sì…» si girò verso la ragazza «Vieni qui.»



Angolo autrice:
Scusate il ritardo, questa settimana avrò un esame molto importante e praticamenten non sto vivendo. 
Piaciuto il capitolo? Chissà chi è questo misterioso Foranel.
Grazie Tenmary e Aiko_Miura_36 per le loro recensioni, è grazie a queste recensioni se sto continuando questa storia!!!
Ci vediamo il prossimo sabato :)
Mira P.S. C'è stata un'accesa discussione con la mia Beta perché secondo lei Alwys e Ted non si dovevano intrecciare le dita (nella scena del letto) , poiché è un contatto troppo "intimo": voi cosa ne pensate?

 
   
 
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