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Autore: ryuga hideki    13/02/2018    1 recensioni
-Ecco la mia risposta...- gli lanciò il foglio in bianco per poi scandire per bene un: “vaffanculo” con la freddezza tipica di un russo. Sasori lo guardò negli occhi, si alzò. Lo prese per le spalle e lo fece sbattere contro il banco da cui si era alzato. Deidara si morse il labbro, il cuore prese a battergli all'impazzata. Erano così vicini da poter sentire uno il respiro dell'altro. Avrebbe tanto voluto che tutto questo sfociasse in qualcosa di più.
AU ambientata in Giappone. Coppie: SasoDei, KisaIta, SasuHina, NaruSaku.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Akasuna no Sasori, Deidara, Itachi, Kisame Hoshigaki, Naruto Uzumaki | Coppie: Hinata/Sasuke, Itachi/Kisame, Naruto/Sakura, Sasori/Deidara
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessun contesto
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NOBODY CAN SAVE ME





 

Giunti all'appartamento di Sasori, Deidara si guardò intorno. Erano all'undicesimo piano di un enorme grattacielo. Le stanze avevano enormi finestre da cui entrava tantissima luce naturale. La sala era enorme ed affacciava su di una modernissima cucina a vista. Vi era una camera da letto grandissima con un letto spaziosissimo ed un bagno in camera. Accanto alla camera da letto vi era uno studio e un bagno per gli ospiti, anche se di fatto Sasori non ne aveva mai. Il tutto era arredato con un ottimo gusto moderno e allo stesso tempo raffinato. Ogni cosa era al proprio posto e pulitissima, alquanto strano per un artista.

-Hai una casa stupenda, Danna!- esclamò affascinato. Il rosso annuì.

-Se vuoi darti una sistemata...- lo accompagnò davanti al bagno. -Questo è il bagno.- il biondo analizzò la stanza e poi si voltò verso di lui con un sorriso fiero.

-Vuoi che indosso qualche cosa di particolare?-

-No, va bene così...- il biondo annuì. -Fai con calma-

-Ok, grazie!- entrò, sentendo gli occhi del rosso seguirlo fino a che non si chiuse la porta dietro e vi si appoggiò. Rimase per qualche minuto lì fermo. Aveva il cuore che gli batteva velocemente, non riusciva a controllarsi. Si mise una mano sul petto, mordendosi il labbro. Si sentiva scoppiare. -Dannazione! Non può essere successo! Come faccio ora? Cosa faccio ora?- pensò, mettendosi le mani sul viso. -Proklyat'ye*...- fece dei respiri profondi riuscendo a calmarsi un poco.

Sasori rimase fuori dalla porta per qualche istante, poi si ricordò di quello che aveva fatto al parco e si rese conto di ciò che era riuscito a fare al bar. Sgranò gli occhi e corse in camera per togliersi i pantaloni, che buttò, e cambiarsi. Raggiunse il proprio bagno e si lavò i denti con estrema cura. Quando ebbe finito si recò in sala e vide Deidara intento ad ammirare il panorama. I capelli erano tornati perfettamente in ordine e sciolti. Rimase a guardarlo per un istante per poi schiarirsi la gola e avere la sua attenzione. Il biondo si voltò, aveva uno sguardo strano e diverso dal solito. Gli sembrava di guardarsi allo specchio. Il cuore di Sasori perse un battito.

-Ahm...andiamo pure nello studio...- gli fece strada. Quando glielo mostrò, gli occhi di Deidara ritornarono a brillare. Vi era profumo di legna e plastilina. Le pareti erano un esplosione di colori caldi. Vi erano un sacco di cose artistiche che Deidara non possedeva ma che avrebbe tanto voluto avere.

-Credo sia...la cosa più bella che io abbia mai visto!- esclamò, posando una mano sul cavalletto perfettamente pulito. Vi erano opere sparse un po' ovunque. Sembrava di essere in un posto completamente diverso dal resto della casa, era come se fosse entrato dentro l'anima di Sasori.

-Beh...è il mio mondo, la mia vita...- il biondo chiuse gli occhi e respirò a pieni polmoni la fragranza che inondava l'intera stanza. Riuscì a calmarsi, ogni pensiero che lo avviliva pochi istanti prima erano scomparsi.

-Possiamo iniziare...- aprì gli occhi, per poi voltarsi verso il rosso. -Dove mi metto?-

-Ehm...- prese uno sgabello e lo fece accomodare. Lo guardò, cercando di capire cosa volesse trasmettere. -Posso...sistemarti?- gli domandò, guardandolo negli occhi. Deidara arrossì leggermente, annuendo. Gli fece cadere leggermente all'indietro il cappotto di camoscio. Si avvicinò al colletto della camicia, le mani gli tremarono lievemente quando iniziò ad aprirgli qualche bottone. Subito dopo lo guardò negli occhi, gli sistemò i capelli per poi fissargli le labbra. Il cuore di Deidara, se avesse potuto, sarebbe esploso in quel preciso momento. -Ora...guarda fuori dalla finestra...- il biondo annuì e guardò fuori. Sasori si mise in posizione dietro ad un cavalletto. Chiuse gli occhi, fece un respiro profondo e poi lo guardò. Gli occhi di Deidara erano tornati malinconici e ciò ispirò ancora di più Sasori. -Lui è...- pensò.

Nel giro di un paio d'ore finì il dipinto, mancava solo qualche tocco in più e poi era completo.

-Ho finito...- comunicò Sasori.

-Era ora! Mi stava diventando il culo quadrato!- si alzò e si sgranchì la schiena, le gambe e il collo, per poi avvicinarsi. -Vediamo cos'è uscito!- gli andò vicino e quando vide l'opera rimase sorpreso e senza parole. L'abilità di Sasori era così elevata da riuscire a cogliere l'animo e i pensieri che tormentavano Deidara. Vedere ciò che lo angosciava lo rese più triste di prima. Abbassò lo sguardo e strinse i pugni.

-Io...io...devo andare...- si voltò e corse verso la porta di casa. Sasori lo seguì e lo fermò prendendogli la mano, stringendogliela con forza.

-Aspetta...- gli disse con tono gentile e calmo. Deidara mantenne la testa bassa e gli rivelò tutto come se avesse letto i pensieri di Sasori.

-Non posso stare qui. Mi sto innamorando di te e non doveva succedere!- si staccò bruscamente dalla presa ferrea del rosso che rimase incredulo a ciò che aveva udito. -Lo so, sono uno stupido idiota che si prende una cotta per il proprio maestro!- rise istericamente.

-No, non lo penso affatto...- a quelle parole Deidara sgranò gli occhi ed alzò leggermente la testa, ma senza voltarsi. Sasori non sapeva cosa dire, aveva la testa alquanto confusa e non riusciva a capire ciò che provava in quel momento.

-Do svidaniya...- disse il biondo con freddezza per poi uscire dall'appartamento.

Sasori rimase immobile a fissare la porta. Sentiva il petto stringersi e i polmoni chiudersi. Avvertiva come un pesante peso sul torace. Le mani stavano iniziando a farsi sempre più fredde. Si sentiva mancare. La testa stava per esplodergli. Stava impazzendo. Si sedette per terra, respirando a fatica. Si adagiò delicatamente sul pavimento, mettendosi sul fianco. Cercò di fare respiri profondi ma più ci provava e peggio stava.

-Mi sento morire! Dannazione, che devo fare? Stai calmo, Sasori! Andrà tutto bene! È solo un attacco di panico. Non ne avevi da anni, ma ci sei già passato, lo hai già superato. Chiudi gli occhi, metti una mano sul petto e concentrati sui battiti del cuore. Cazzo, non ho neanche gli ansiolitici! Perché sta succedendo adesso? Cosa cazzo mi succede? Non respiro! Stai calmo! Concentrati sul cuore!- continuava a dirsi mentalmente cercando di calmarsi. Senza che nemmeno se ne rese conto si addormentò sul pavimento.

 

 

Deidara corse senza sosta fino all'uscita del palazzo. Appena vi uscì si accorse che aveva iniziato a piovere a dirotto.

- Proklyat'ye!!!- tirò un calcio contro al muro. Urlò per poi farsi cadere sulle ginocchia. La pioggia gli cadeva incessantemente addosso. La temperatura si stava abbassando drasticamente. Cercò di calmarsi un poco e quando ci riuscì chiamò la sua nyanya.

-Signorino!!! Dov'è? È successo qualcosa? Sta bene?-

-Mi vieni a prendere? Non...non ho l'ombrello...- disse con voce rotta.

-Certo! Dove si trova?- il ragazzo controllò dal telefono per poi rivelarle la sua posizione.

Una mezzora dopo la donna arrivò su di una macchina scura e dai vetri oscurati. Gli corse incontro con l'ombrello. Lo abbracciò per poi accompagnarlo in macchina.

-Tutto bene, signorino?- gli chiese amorevolmente. Il biondo era intento a guardare fuori dal finestrino, pensando a quanto era successo con Sasori.

-Sì...-

Quando arrivò a casa si fiondò in bagno per farsi un lunghissimo bagno bollente. Continuava a pensare al suo Danna. Era confuso su cosa avrebbe dovuto fare, aveva giurato che non si sarebbe lasciato travolgere dai sentimenti di alcun genere. Non faceva altro che pensare alle fredde parole del padre prima di acconsentire a lasciargli studiare arte. Continuava a sentire la voce del padre che gli ripeteva di imparare ad essere più freddo e distaccato perché non avrebbe portato benefici al suo futuro. Allora si decise di dar retta alle parole del padre iniziando a fare la scelta più logica e quindi di assopire i sentimenti che provava.

 

 

Passarono alcune settimane da quando Deidara si confessò a Sasori. I due fecero finta di nulla, anche se non era molto facile. Deidara si sentiva sempre più frustato, dei vecchi demoni del passato erano tornati a fargli visita ma che cercava di affrontare per non farsi buttare giù nuovamente. Si concentrava solo sull'arte, componendo sculture bizzarre e contemporanee.

Sasori continuava ad analizzare la propria vita e lottando, di tanto in tanto, con qualche attacco di panico. Non riusciva a concentrarsi e le idee gli venivano sempre meno. Si sentiva morire giorno dopo giorno sempre di più. Era come se l'unica cosa a mantenerlo in vita fosse l'arte.

Era una terribile giornata autunnale, quasi invernale. Pioveva e faceva freddo. Deidara non aveva alcuna voglia di uscire di casa, ma lo fece ugualmente. Non voleva privarsi dell'unica gioia riguardante Sasori che gli era rimasta. Seguire le sue lezioni era come fondersi in un unica essenza assieme a lui, era come se le loro anime potessero sfiorarsi.

Si mise come sempre al primo banco. Non appena la lezione iniziò Deidara si fece avanti, incominciando un dibattito sull'arte contemporanea e l'arte classica.

-Come fa a dire che nell'arte contemporanea non vi è sentimento mentre nella classica ed ellenistica si? Se ci si sofferma ad ammirare una creazione di Yayoi Kusama si avverte benissimo quello che vuole comunicare!- commentò con strafottenza.

-Dopo estrema attenzione e magari con l'aiuto di uno studioso dell'arte, la gente comune può cogliere meglio ciò che provi tu! Invece un quadro di Leonardo Da Vinci o una scultura di Michelangelo Buonarroti è alla portata di tutti. Chiunque, anche un bambino è capace di meravigliarsi di fronte alle loro impeccabili opere.- i due continuarono a dibattere fino a che Sasori non perse la pazienza e non lo zittì con una calma che incuteva timore. -Rimarrai in classe a fare un tema, Deidara! Ora finiscila di interrompere la lezione-

Quando l'ora finì, Sasori gli sbatté un foglio sul banco. Si sedette sulla cattedra ed aspettò che tutti quanti uscissero. Deidara si alzò e gli si avvicinò.

-Ecco la mia risposta...- gli lanciò il foglio in bianco per poi scandire per bene un: “vaffanculo” con la freddezza tipica di un russo. Sasori lo guardò negli occhi, si alzò. Lo prese per le spalle e lo fece sbattere contro il banco da cui si era alzato. Deidara si morse il labbro, il cuore prese a battergli all'impazzata. Erano così vicini da poter sentire uno il respiro dell'altro. Avrebbe tanto voluto che tutto questo sfociasse in qualcosa di più. Continuarono a guardarsi negli occhi. Sasori spostò una mano sulla sua vita e l'altra la mise attorno al suo collo, facendogli alzare leggermente il viso. Strinse la presa alla vita, facendo scappare un mugugno al biondo il cui viso si fece rosso e accaldato. Il rosso avvicinò il viso al suo collo per poter assaporare il suo profumo. Deidara schiuse le labbra, posò una mano sulla sua schiena e l'altra sul capo, stringendogli i capelli.

-Impavido come sempre, Deidara...- sussurrò il rosso. Tolse la mano dalla gola e gliela spostò sotto il mento, tirando il viso più vicino al proprio.

-Ti...ti prego...- sussurrò il biondo.

-Mi fai quasi venire voglia di...- gli si avvicinò sempre di più alle labbra, stringendo con più forza la presa alla vita. Il biondo si morse il labbro per trattenere i gemiti.

-Non rendere le cose più difficili...- sussurrò. -Ti prego...- lo sguardo di Deidara si fece malinconico e non appena Sasori lo vice perse un battito e si allontanò. Si scambiarono un veloce sguardo, poi Deidara s'incamminò verso l'uscita. Si fermò per un istante, guardandolo con la coda degli occhi e poi uscì dall'aula, chiudendo la porta con violenza.

Sasori rimase immobile per qualche minuto, guardandosi le mani. Non riusciva a credere a ciò che aveva fatto. Rabbrividì e sentì l'ansia prendergli il sopravvento ma cercò di mantenersi calmo almeno fino al ritorno a casa. Sistemò con velocità le proprie cose all'interno della borsa. Prese l'ipod e si mise le cuffie nelle orecchie per cercare di ascoltare qualcosa che lo potesse calmare. Scelse la canzone ed uscì dall'edificio per tornare a casa. Quando arrivò, posò la borsa per terra, ai piedi dell'attaccapanni. Rimase immobile per qualche secondo ripensando a ciò che aveva fatto. Si sentiva diviso in due. Aveva provato soddisfazione per quello che aveva fatto, ma si disprezzava e disgustava per averlo fatto e aver ceduto ai suoi impulsi. Con la mente annebbiata dai mille pensieri si diresse in camera e si buttò sul letto con le cuffie ancora nelle orecchie. Partì una nuova canzone, quella che, a parer suo, lo rappresentava di più interiormente.

-I'm holding up the light, I'm chasing out the darkness inside 'cause nobody can save me**...- canticchiò con un filo di voce. Chiuse gli occhi, lasciandosi cullare dalla canzone cercando la calma e lucidità. L'unico modo per calmarsi completamente era mettersi il cuore in pace, prendendo la decisione giusta. Si decise che avrebbe rimediato a quello che aveva fatto nel migliore dei modi possibile. Quando la canzone finì si sentì meglio e decise di navigare su internet in cerca d'ispirazione. Un articolo in prima pagina lo colpì: “La prestigiosa famiglia Iwanov organizza un ballo in maschera per raccolta fondi”. La foto che vi era correlata ritraeva Deidara con la sua famiglia. A Sasori fu tutto molto più chiaro. Si mise l'ipod sul petto, chiuse gli occhi e fece un respiro profondo: -Been searching somewhere out there for what's been missing right here**...-

 

 

 

 

La situazione a casa di Itachi non era delle migliori. Dopo aver rivelato al padre di voler abbandonare la strada per diventare avvocato il rapporto tra i due s'incrinò. L'aria era sempre tesa e molto spesso il padre inveiva contro di lui senza alcun motivo.

Quella mattina Itachi e Sasuke uscirono di casa assieme. Il maggiore decise di percorrere un pezzo di strada con il fratellino per assicurarsi che stesse bene.

-Stai bene, Sasuke?- il giovane non rispose, si limitò a tenere lo sguardo basso. -Non ti devi preoccupare per me e per quello che succede tra me e nostro padre.-

-Come fai a dirlo?- lo guardò con occhi pieni di rabbia. -Non è giusto tutto questo! Dovresti scegliere tu cosa fare della tua vita! E non mi pare neanche giusto che ti rimproveri per nulla!- strinse i pugni. Itachi gli mise una mano sulla spalla e gli accennò un piccolo sorriso.

-Apprezzo che tu sia in pena per me, ma non ce n'è bisogno. Ho sempre saputo che non avrei mai fatto l'atleta, fin da piccolo lo sapevo, anche se è sempre stato un mio grande desiderio. È già tanto che io riesca a prendere lezioni di karate senza collassare...- Sasuke lo guardò negli occhi per poi abbassare lo sguardo. -Però tu mi devi promettere che seguirai i tuoi sogni e farai di tutto per raggiungerli, ok?- il minore alzò di colpo lo sguardo su di lui e lo guardò con determinazione per poi annuire.

-Te lo prometto!-

-Bravo, fratellino!- gli diede un colpo sulla fronte con due dita. -Ora vai, prima che fai tardi!- si salutarono e si divisero. Itachi s'incamminò verso la palestra per sfogarsi un po'.

Appena arrivato si cambiò e si mise a fare gli esercizi senza sosta. Le ore passarono di filata senza che nemmeno se ne accorgesse si era lasciato alle spalle l'ora di pranzo e perciò il suo organismo ne risentì. La testa incominciò a girargli e a perdere la vista. Diventò pallido e iniziò a sentirsi fiacco e sempre più stanco. Iniziò a tremare e ad avere un attacco di tachicardia. Si fermò ansimando, cercò di raggiungere la propria borsa ma non fece in tempo poiché cadde a terra svenuto. Qualche minuto dopo arrivò Kisame che, nel vederlo in quello stato, corse in suo aiuto.

-Itachi!- lo scrollò un po' per farlo svegliare. -Itachi, apri gli occhi! Cazzo!- lo prese in braccio e lo portò nell'infermeria del centro sportivo. -Ho bisogno di aiuto!!!- due infermiere gli corsero incontro per poi accompagnarlo nella sala medica.

-Aspetti qui fuori per cortesia...- gli disse una delle due. Kisame non riusciva ad aspettare, continuava a fare avanti e indietro davanti alla porta. Per la fortuna di Itachi i medici del centro sportivo erano a conoscenza del suo stato di salute, poiché erano stati avvisati dal maestro precedente. Gli somministrarono dell'insulina e nel giro di poco tempo aprì gli occhi. Le infermiere uscirono dalla stanza.

-Come sta?- chiese preoccupato Kisame.

-Tutto bene, ha avuto un calo di glicemia. Dovrebbe evitare di strafare, gli fa bene lo sport ma solo con moderazione! Sopratutto nelle sue condizioni!-

-Ok...grazie!- non ascoltò completamente l'infermiera, solo a sentire che Itachi stava bene lo aveva fatto smettere di ascoltare. Entrò nella stanza e si avvicinò al lettino. Itachi aveva lo sguardo spento e perso nel vuoto. La vista era ancora appannata. -Stai forse cercando di farti fuori lentamente?- il moro non rispose, si limitò a mettersi il braccio sugli occhi. -Non sono stupido! So perfettamente che c'è qualcosa che non va, non sono nato ieri! E faresti bene a dirmelo o farò il modo che tu non metta più piede in questa palestra!- Itachi tolse il braccio dagli occhi e voltò lo sguardo verso di lui. Rimase in silenzio per qualche secondo, facendo percepire l'aria tesa all'Hoshigaki che si sentì irritato dalla situazione. Poi il moro proferì parola con tono atono.

-Sono diabetico da quando sono nato e il mio sistema immunitario fa schifo...- Kisame si fece serio e malinconico di colpo. Ora gli era tutto più chiaro. Aveva capito perché Deidara era così attento nei suoi confronti e perché molte volte si fermava durante la lezione. Si sentiva così stupido e terribilmente in colpa per aver tentato di fargli raggiungere il limite ad ogni allenamento. Si mise una mano sulla faccia.

-Sono stato un idiota! Ti ho costretto a fare un allenamento pesante senza sapere che potevi stare male...-

-Non importa... è stato bello essere trattato come gli altri...- si mise seduto con cautela.

-Non importa???- alzò la voce, guardandolo con rimprovero. Itachi si voltò verso di lui e gli mostrò uno sguardo pieno di gratitudine ma allo stesso tempo malinconico. Kisame si stupì ed istintivamente lo abbracciò forte. Itachi perse un battito e schiuse le labbra dalla sorpresa. Poco dopo chiuse gli occhi con forza e ricambiò l'abbraccio aggrappandosi con forza alla sua maglia.

-Ti prego, non trattarmi come fanno gli altri...- sussurrò con voce rotta. Kisame lo strinse ancora più forte tra le proprie braccia come se volesse proteggerlo da ogni cosa.

-Ti farò sgobbare fino a farti implorare pietà!- si staccarono, Itachi gli accennò un piccolo sorriso. L'Hoshigaki allungò una mano verso il suo viso. Era tentato di accarezzargli una guancia ma non lo fece, si limitò a scompigliargli i capelli.

-Alzati, marmotta!- si alzò. -Ti insegno qualcosa che va ben oltre il karate e le botte! Qualcosa che nutre lo spirito!- Itachi lo guardò interrogativo. Si alzò con cautela e lo seguì.

-Ovvero?-

-Meditazione, credo che ti possa far bene... Anzi, ogni giorno vieni qui e facciamo due ore di meditazione. Ti lascio anche il mio numero nel caso in cui tu non riesca a venire a lezione! Almeno ti sfoghi senza strafare!- sorrise a trentadue denti.

Itachi lo guardò senza dire nulla. Era rimasto colpito da tale gesto. Sentiva dentro di sé nascere qualcosa che ancora non sapeva bene come definire ma che avrebbe scoperto presto.





*Proklyat'ye= dannazione (pronuncia praclezie)
** Titolo della canzone Nobody Can Save Me


 
Ciao a tutti! Eccomi come promesso con un nuovo capitolo. Spero che vi piaccia e spero non ci siano errori di distrazione! Prometto che ogni cosa verrà spiegata (sempre se non mi scordo qualcosa ma spero di no). Ringrazio tutti voi che state seguendo e leggendo! Fatemi sapere cosa ne pensate se volete e se avete qualche consiglio in generale! 

Grazie a tutti, ci si vede settimana prossima con il prossimo capitolo!


Ryuga Hideki
 
   
 
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