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Autore: QueenOfEvil    13/02/2018    2 recensioni
Niccolò Machiavelli.
Un nome che ha suscitato, nei secoli, scalpore, sdegno, incredulità, ammirazione e che, ancora al giorno d'oggi, viene fin troppo spesso associato a condotte spregiudicate e disoneste, senza che molti tengano conto del suo effettivo pensiero politico.
Serie di drabble che si prendono l'onere di analizzare i giudizi storici che altri filosofi, scienziati e politici -suoi contemporanei o meno- hanno dato ai suoi scritti, mettendone in luce criticità, difetti, pregi e una originalità di pensiero che, forse, non è stata sufficientemente apprezzata dalla Firenze rinascimentale.
Teorico della dittatura o libero pensatore? A voi l'ultima parola a riguardo.
:
1. Francesco Guicciardini - Sufficienza
2. Paolo IV - Orrore
3. Francesco Bacone - Rispetto
4. Montesquieu - Disprezzo
Genere: Generale, Introspettivo, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Rinascimento
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- Questa storia fa parte della serie 'Ad augusta per angusta'
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2. Paolo IV - Orrore


 

Appoggiò il volume sul tavolo davanti a lui, una smorfia di disgusto a deformargli il viso.
Mai, da che ne avesse memoria, aveva letto un tale catalogo di nefandezze, proposte immorali e indecenti. Dopo secoli in cui si era tentato di giungere ad un accordo fra Stato e Chiesa, fra religione e politica, quell’uomo, con il suo instrumentum regni1, con la sua golpe ed il suo lione2, minacciava di mettere in dubbio le labili regole faticosamente stabilite.
Folle. Eretico. Demonio.
Non avrebbe mai permesso la diffusione di quelle idee, si ripromise.
E, quando si trattò di approvare l’Index librorum prohibitorum, il nome di Machiavelli spiccava in cima alla lista3.








1Ancora una volta, «instrumentum regni» è una locuzione che Machiavelli riprende, ma non è "originale": la possiamo infatti trovare già in autori classici quali Polibio. Comunque sia il concetto non cambia: la visione che Niccolò aveva della fede (almeno in campo politico, in quello privato non ci è -purtroppo, soprattutto per me- dato saperlo) era prettamente utilitaristica (si vedano capitoli quali il XI e il XII dei Discorsi). Essa doveva essere utilizzata dal Principe un po' come uno stendardo -bello e vuoto- che doveva unire i sudditi e rafforzare l'idea di Stato. La nota comica della situazione (o almeno, per me lo è) è che Machiavelli considerava da questo punto di vista la religione Cristiana assolutamente inutile e preferiva di gran lunga quella Pagana (rimando al capitolo XII dei Discorsi sempre per questo argomento, il cui titolo è «Di quanta importanza sia tenere conto della Religione, e come la Italia, per esserne mancata mediante la Chiesa Romana, è rovinata»): oltre a dissentire con auctoritates quali Sant'Agostino circa l'infinità o meno del mondo, riteneva addirittura che uno dei più grandi mali dell'Italia fosse appunto stato l'avvento del Cristianesimo, dei Papi e dei preti. La sua "simpatia" per la religione cattolica è molto evidente anche nella sua opera teatrale «La Mandragola» in cui il protagonista convince (sì, non solo propone, proprio convince) un prete (dietro lauto compenso, ovviamente) a far abortire una ragazza (XVI secolo, vorrei ricordare) con questa frase (e cito le esatte parole) «E d'altro canto voi non offendete altro che un pezzo di carne non nata, sanza senso (senso qui sta per "anima") che in mille modi si può sperdere» 
2Immagino che il concetto di golpe e lione (furbizia e brutalità) che il Principe deve utilizzare per mantenere il suo dominio sia molto famoso (più per la parvenza di immoralità del pensiero machiavelliano piuttosto che per l'inserimento nel suo contesto, temo), ma rimando comunque, per l'intero capitolo e più in generale per il discorso sulla moralità al Capitolo XVIII del Principe («Quomodo fides a principibus sit servanda/In che modo i principi debbano [più «non debbano» visto il contenuto del capitolo, in realtà] mantenere la parola data»)

3 Quando l'Indice dei libri proibiti venne redatto dall'Inquisizione (correva l'anno 1559), i libri di Machiavelli vennero senza eccezione messi al bando dalla Chiesa (solo trent'anni dopo la sua morte... ma lasciate un po' in pace questo poveraccio, dico io!): altra nota che io trovo personalmente molto divertente è che, nell'elenco, erano presenti anche libri di Erasmo da Rotterdam che, a proposito dell'educazione dei principi, aveva stilato delle regole un tantino diverse «Se vorrai entrare in guerra con altri principi... li vincerai veramente se sarai meno corrotto di loro». 







Allora, che ne pensate del capitolo?
Non vi tedierò con delle note dell'autore lunghe, dato che sono già stata abbastanza logorroica in quelle al testo: vorrei solo sapere cosa ne pensiate della raccolta e se, grazie al mio impegno, anche la reputazione del mio povero Niccolò stia gradualmente migliorando ai vostri occhi. Quell'uomo ha preso bastonate per tutta la sua vita: dimostriamogli un po' di clemenza! (Parlerò più approfonditamente del suo pensiero politico nelle prossime drabbles, comunque).
Alla prossima e, spero, a presto!
L_A_B_SH



 

 

 

   
 
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